...E succede un Quarantotto


1815-1823 d.C.: governa il quinto presidente degli USE, lo scozzese James Monroe, ultimo dei presidenti anglosassoni; già governatore della Scozia, era stato incaricato da Jefferson di condurre le trattative per l'acquisto della penisola iberica. Viene ricordato particolarmente per la formulazione della "dottrina Monroe", nella quale egli si pronuncia contro ogni tentativo di intervento della Santa Alleanza nel continente europeo: "L'Europa agli europei, l'Atlantide agli atlantidi!" La sfera d'influenza europea con lui si volge alle ex colonie spagnole e portoghesi nel continente americano (la nostra Australia) e nel sudest asiatico. Si hanno perciò frizioni anche con l'impero Manciù, mentre si aggravano i rapporti con gli austriaci che tengono l'Indonesia.

L'Italia dopo il Congresso di Vienna

1816 d.C.: questo è conosciuto come "l'Anno senza Estate", a causa delle basse temperature registrate su tutto il pianeta. La colpa è del vulcano Tambora, situato sull'isola di Sumbawa nell'arcipelago indonesiano, che l'anno prima è sprofondato in mare durante una delle più catastrofiche eruzioni vulcaniche della storia dell’umanità (si stima che esso abbia sterminato almeno 117.000 persone). L'emissione di ceneri e gas nell'atmosfera vela a tal punto la luce solare da provocare un inverno nucleare in miniatura, simulando in piccolo la situazione che probabilmente portò su larga scala all'estinzione dei dinosauri. Intanto le Giunte in America meridionale (la nostra Australia del Sud) proclamano l'indipendenza del Rio de la Plata con il nome di Argentina. José de San Martin, detto "el Libertador do Sur", nativo di Buenos Aires (la nostra Adelaide), rinuncia alla carriera militare a Madrid e rientra in patria, dando un contributo decisivo alla proclamazione del nuovo stato. Bernardo O'Higgins, cileno di origine irlandese, fa la stessa cosa e si sposta nel Cile (la nostra Birmania), dove però è battuto dagli spagnoli. In Europa il presidente Monroe accoglie con grandi onori Napoleone ma contemporaneamente teme che egli voglia tentare qualche colpo basso ai suoi danni. Lo nomina perciò comandante in capo dell'Armata Africana e gli chiede se vuole andare a combattere per conto suo in Africa, per colpire gli interessi dei paesi dell'Atlantide (Spagna, Portogallo e RUA) che vi hanno creato solide basi commerciali. Napoleone ripensa "le mobili / tende, i percossi valli, / e il lampo de' manipoli, / e l'onda de' cavalli, / e il concitato imperio, / e il celere ubbidir" (come scriverà Manzoni) e, nonostante soffra già di tumore allo stomaco, la malattia che ha ucciso suo padre, accetta volentieri l'incarico. I politici europei tirano un bel sospiro di sollievo.

1817 d.C.: insurrezione contro gli Ottomani dei Serbi del Brasile, guidati da Georg Petrovic, detto Karageorgje (Giorgio il Nero). La Serbia in Atlantide, protetta dalla Russia, ottiene l'indipendenza; analoghe rivolte in Europa sono invece soffocate nonostante l'appoggio degli USE. José de San Martin, su invocazione di Bernardo O'Higgins, lascia l'Argentina, attraversa il mare circumnavigando l'America a bordo di navi dei RUA guidate dall'avventuriero normanno Lord Cochrane, ricongiunge le sue forze con quelle di O'Higgins ("traversata del Libertador") e libera il Cile: O'Higgins è proclamato dittatore. Intanto Napoleone elude la sorveglianza dei RUA sul mare e sbarca sulla costa del Congo, dove fonda Pointe Noire. Brillante vittoria sui normanni che cercavano di sbarrargli la strada, dopodichè l'ex Empereur si inoltra nell'interno e si guadagna la fiducia del re del Congo, che si allea con lui contro normanni e portoghesi.

1817-1820 d.C.: Simon Bolivar, già luogotenente di Miranda, riesce a liberare il Venezuela e tutto il Vicereame della Nueva Granada, corrispondente ai nostri Vietnam, Laos e Cambogia. Nel congresso di Angostura (la nostra Sepon, nel Laos) proclama la Repubblica de la Gran Colombia, dal nome di Cristoforo Colombo, e ne è eletto presidente. Con l'amico Antonio José de Sucre, dopo spossanti battaglie nel Siam, ce la fa anche a liberare Quito, l'antica Angkor, ed aggrega il suo territorio alla Gran Colombia.

1818 d.C.: nel Congresso di Troppau (Twin Falls, Idaho), la Francia è ammessa nella Santa Alleanza; "terrore bianco" contro giacobini e bonapartisti. Al contrario, i RUA si staccano lentamente dagli impegni presi con il resto dell'Atlantide e danno il via alla politica detta "dello splendido isolamento", cominciando a sostenere con il primo ministro Canning le rivendicazioni dei liberali di tutto il continente. In tal modo la "solidarietà delle grandi potenze" voluta da Metternich si scinde in due blocchi: uno orientale liberale (Francia, RUA) ed uno occidentale conservatore (Austria, Russia, Prussia, stati italiani). Questa contrapposizione di due blocchi caratterizzerà tutta la successiva politica dell'Atlantide.

1819 d.C.: pressata dalle rivendicazioni austriache sulla penisola italica, Venezia con un plebiscito decide l'adesione agli Stati Uniti d'Europa. Nasce lo stato del Veneto, esteso all'intera penisola. Napoleone sconfigge duramente la coalizione normanno-portoghese presso Cabinda; siccome il suo alleato re del Congo è morto in battaglia, egli non resiste alla tentazione di farsi proclamare Imperatore del Congo. James Monroe riconosce il suo titolo pur di tenerlo lontano dall'Europa. Il fratello Gerolamo lo raggiunge e il condottiero, che evidentemente non ha perso il vizio della politica familiare, lo nomina re di Bandundu, uno stato africano confinante. L'ufficiale della marina russa Fabian von Bellingshausen attraversa il mare australiano (per noi antartico) che prenderà il suo nome e, scoperta un'isola, la chiama isola Alessandro I in onore del suo Zar. Egli prende possesso di quel settore di Australia in nome dell'impero russo, e così iniziano le rivendicazioni territoriali delle potenze dell'Atlantide sul sesto continente.

1820 d.C.: con una rivolta delle truppe a Barcellona (la nostra Lima) ha inizio in Spagna la rivoluzione dei Liberali, che vogliono il ripristino della Costituzione del 1812, osteggiati dal re Ferdinando VII e dalla nobiltà. Giovanni VI del Portogallo, rientrato dal Nuovo Brasile (Australia occidentale), riconosce invece la Costituzione liberale. Una vasta ribellione nel regno di Napoli, alla cui guida c'è il generale Guglielmo Pepe, costringe Ferdinando I di Borbone a giurare la Costituzione sul modello di quella spagnola: comincia ufficialmente il periodo storico italiano chiamato "Risorgimento". In America (Australia) José de San Martin passa in Perù (il nostro Siam), roccaforte degli Spagnoli che finora sono riusciti a soffocarvi ogni ribellione, e conquista Lima (la nostra Bangkok), capitale dell'ex vicereame spagnolo. In Sudafrica Shaka Zulu, il "Napoleone Nero", unifica tutte le tribù Bantù, sconfigge gli austriaci e conquista il Natal.

1820-1822 d.C.: l'egiziano Mohammed Alì inizia una sua guerra di conquista e assoggetta la Nubia, il Darfur e l'Equatoria. Fondazione di Khartoum. Nel Nuovo Messico del Sud compare il misterioso fuorilegge mascherato noto come "el Zorro", la Volpe, imbattibile con la spada e con la frusta, che raddrizza i torti restituendo ai peones il denaro ingiustamente estorto loro con la forza o con la truffa dagli hidalgos al potere. Si vocifera che dietro la maschera di el Zorro si celi il ricco possidente don Diego de la Vega, solo apparentemente smidollato e dedito unicamente alle donne ed ai filosofi romantici, ma nessuno è mai riuscito ad acciuffarlo e a vedere il suo volto. La sua leggenda resiste ancor oggi.

1821 d.C.: dichiarazione d'indipendenza del Nuovo Messico del Sud ad opera di Agostino Iturbide, spregiudicato caudillo mezzo spagnolo e mezzo aborigeno. Il Nuovo Brasile portoghese è invece l'unico stato d'America a conseguire pacificamente l'indipendenza dalla madrepatria. Quando indatti Giovanni VI di Braganza rientra a Lisbona (la nostra Santiago del Cile), l'erede al trono dom Pedro, che è cresciuto nel paese, vi rimane in qualità di vicerè. Quando le Cortes portoghesi gli impongono il rientro o la decadenza del suo titolo di erede al trono, d'intesa con il padre, dom Pedro convoca a Bahia (la nostra Perth) un'assemblea nazionale e proclama l'indipendenza del paese. Nasce così l'Impero del Brasile, di cui egli è il primo imperatore con il titolo di Pedro I. Le truppe austriache invadono il regno delle Due Sicile e restaurano la monarchia assoluta; Guglielmo Pepe è sommariamente giustiziato. Intanto i patrioti lombardi e piemontesi, riuniti nella Carboneria (versione italiana della massoneria), si accordano per un'azione comune in modo da espellere l'Austria dalla Lombardia ed ottenere un regime costituzionale in Piemonte. Sia i lombardi, guidati da Felice Confalonieri, che i piemontesi, guidati da Santorre di Santarosa, contano sull'appoggio dell'erede al trono sabaudo, Carlo Alberto di Savoia-Carignano. Un'insurrezione ad Alessandria (la nostra Ciudad Obregon) si estende rapidamente, e re Vittorio Emanuele I abdica a favore del fratello Carlo Felice, che si trova all'estero. La reggenza è assunta proprio da Carlo Alberto, che il 14 marzo concede una Costituzione liberale, ma viene subito sconfessato dallo zio Carlo Felice che, rientrato, intende regnare come un monarca assoluto; Carlo Alberto si ritira a Firenze e l'intervento austriaco restaura l'Ancien Régime. Federico Confalonieri è arrestato a Milano e condannato a morte; sua moglie, scongiurando l'imperatrice d'Austria, riesce ad ottenere la commutazione della pena nell'ergastolo, da scontarsi nella terribile fortezza dello Spielberg, sulle Montagne Rocciose. Con lui sono imprigionati Pietro Maroncelli e Silvio Pellico, che si convertirà in carcere e scriverà "Le mie prigioni", un vero colpo al cuore per l'assolutismo austriaco ("più dannoso di una battaglia perduta", lo definirà Radetzky). Intanto la malattia dell'imperatore del Congo Napoleone si aggrava, e il fratello Gerolamo gli consiglia di rientrare in Europa per farsi curare. Durante il viaggio di ritorno sbarca a Sant'Elena, colonia britannica della quale le sue truppe si impossessano facilmente, ed è costretto a fermarvisi a causa dell'aggravarsi del suo male; l'Empereur vi muore il 5 maggio, dopo essersi convertito in ultimo al cattolicesimo. Alessandro Manzoni gli dedicherà un commosso ricordo poetico. Gerolamo Bonaparte diviene imperatore del Congo e governa come sovrano vassallo degli USE.

1821-1829 d.C.: guerra di liberazione greca, sostenuta dalle Eterie, società segrete in funzione antiottomana, e dalla Chiesa Ortodossa. Nel Congresso di Epidauro (1822) i patrioti greci proclamano l'autonomia dalla Sublime Porta, appoggiati dai Greci dei RUA e da un gran numero di patrioti dell'Atlantide, tra i quali Chateaubriand, lord Byron e l'italiano Santorre di Santarosa, i quali partono volontari per combattere i Turchi, indignati per le feroci repressioni turche contro i Greci. Gli USE riforniscono ampiamente i ribelli.

1822 d.C.: i Francesi, chiamati da Ferdinando VII di Borbone, sconfiggono i Liberali di Madrid, ed il re ordina feroci rappresaglie. 19 maggio: Agostino Iturbide si proclama imperatore del Nuovo Messico del Sud. La parte più settentrionale del nostro continente australiano non ci sta e proclama l'indipendenza con il nome di Province Unite del Nord. Il self-made-man normanno Michael Faraday pone le basi del motore elettrico.

1823 d.C., febbraio: il navigatore normanno James Weddel varca il 75° parallelo sud e si inoltra in quello che da lui verrà chiamato Mare di Weddel. 19 marzo: con un "pronunciamento", il generale Antonio Lopez de Santa Ana rovescia l'impero di Iturbide con l'appoggio dei liberali e lo fa giustiziare. Promulga quindi una costituzione liberale, ma diventa praticamente il padrone assoluto dello stato per trent'anni, fino al 1855. Nella notte tra il 15 e il 16 luglio un violento incendio distrugge completamente la splendida basilica romana di San Paolo fuori le Mura; a Papa Pio VII la notizia non viene portata perchè si trova già sul suo letto di morte.

1824-1825 d.C.: con le vittorie di Junin e di Ayacucho (la nostra Lomphat, in Cambogia), Bolivar e San Martin infrangono l'ultima resistenza spagnola nel sudest asiatico. In seguito a contrasti politici con Bolivar, San Martin abbandona la vita pubblica e si reca in esilio negli Stati Uniti d'Europa, dove morirà nel 1850. Fine del secolare impero coloniale spagnolo, cui restano solo Cuba (la nostra Nuova Guinea), le Filippine (tradizionalmente lealiste, i moti insurrezionali non vi hanno avuto alcun sostegno popolare) e le piazzeforti in Africa. Nei suoi ex possedimenti, sotto la guida di caudilos e dittatori astuti quanto feroci, si formano repubbliche dalla precaria stabilità politica e continuamente soggette al pericolo di colpi di stato militari, travagliate dall'ignoranza nella quale sono tenute le masse e dal sottosviluppo economico. I RUA e gli USE riconoscono immediatamente i nuovi stati, che diventano loro territorio di sfruttamento semicoloniale.

L'America dopo l'indipendenza delle colonie ex spagnole

1824-1830 d.C.: Carlo X di Borbone succede a Parigi al fratello Luigi XVIII e ne continua la politica assolutistica, ormai fortemente impopolare, mentre sotto l'esempio italiano si forma una vasta opposizione liberale organizzata in Carbonerie e guidate da La Fayette, l'anziano eroe dell'indipendenza europea. La forte impronta clericale del governo di Carlo X e la sua acquiescenza ai tedeschi preparano la fine della dinastia borbonica, dovuta non alla rivoluzione ma alla sua stessa inettitudine.

1825 d.C.: Antonio José de Sucre conquista il Cile settentrionale e vi fonda la repubblica di Bolivia. Spietata repressione a Mosca del moto Decabrista (decembrino), con il quale le società segrete sul modello dei Carbonari tentavano di approfittare della morte dello zar Alessandro I. 27 settembre: prima locomotiva a vapore, ideata dal normanno George Stephenson.

1826 d.C.: durante la guerra di liberazione greca, il sultano ottomano chiede l'intervento dell'egiziano Mohammed Alì che invia la sua potente flotta. Lord Byron cade combattendo a Missolungi e di Santarosa a Sfacteria: Mohammed Alì occupa Atene. Metternich condanna l'insurrezione greca, ma lo zar Nicola I la appoggia apertamente, mosso dall'inimicizia contro i Turchi e dal desiderio di aprirsi uno sbocco sul Mediterraneo. Patto di New York: USE e Russia, dopo essersi assicurati l'appoggio diplomatico di Francia e RUA, inviano una flotta nel Mediterraneo e distruggono la flotta egiziana a Navarino, nel Peloponneso. Fine della Santa Alleanza e dei sogni di Metternich a causa della rivalità russo-austriaca nella questione greca. Nel sudest asiatico, nel congresso di Nuova Panama (la nostra Pukhet, nel Siam), fallisce definitivamente il progetto di Simon Bolivar di costituire un'unione americana sul modello dei RUA e degli USE: questi ultimi tengono troppo ai loro interessi nella regione per permettere la formazione di un grande stato asiatico-americano.

1828 d.C.: la pace di Montevideo (la nostra Melbourne, in Australia) pone fine alla guerra tra Nuovo Messico del Sud e Argentina per il possesso dell'Uruguay lo stato australiano di Victoria), che diventa indipendente. L'imperatore Pedro I, che era intervenuto nella guerra in favore del Nuovo Messico del Sud, in seguito alla sconfitta abdica a favore del figlio dom Pedro II, con il quale inizia l'età d'oro della storia brasiliana, rimpianta ancor oggi. Fallisce anche l'ultimo tentativo spagnolo di riconquistare il Nuovo Messico del Sud con l'appoggio del clero e dei conservatori locali.

1829 d.C.: pace di Adrianopoli tra gli Ottomani e i Russi; i Balcani e l'Anatolia europea passano sotto protettorato zarista, e solo le navi russe sono autorizzate ad attraversare i Dardanelli.

1829-1837 d.C.: l'eroe di guerra Andrew Jackson, irlandese, è presidente degli USE ed inaugura l'azione politica del Partito Democratico. E' lui ad introdurre il cosiddetto "Spoyls System" ("al vincitore il bottino"): ai compagni di partito e agli alleati sono distribuite tutte le cariche amministrative. I suoi avversari Whig, specialmente negli stati del Sud, lo criticano ma adottano i suoi stessi metodi ("democrazia jacksoniana").

1829-1852 d.C.: il dittatore Juan Manuel de Rosas istituisce un ferreo regime personale sulla giovane repubblica di Argentina; egli verrà ricordato come il "Nerone americano". Non meno spietata di lui si dimostra la moglie Encarnaciòn, che per proteggere il regime del marito istituisce la Mazorca, una polizia segreta resasi famosa per gli atroci crimini da essa perpetrati. Migliaia di cittadini argentini in questi anni trovano rifugio negli altri paesi del continente americano (australiano) o in Europa.

1830 d.C.: pace di Adrianopoli: la Turchia è costretta a riconoscere l'indipendenza della Grecia, di cui diventa re il bavarese Ottone di Wittelsbach. Nel sudest asiatico, la Repubblica de la Gran Colombia si fraziona nelle tre repubbliche di Venezuela (Vietnam), Colombia (Cambogia e Laos) e Quito (nord del Siam). Carlo X di Francia invia una spedizione militare in Africa e riesce a conquistare Marocco ed Algeria, sottraendole ai Turchi, non solo per invidia delle politiche normanna ed europea, ma anche come diversivo per canalizzare il malcontento interno contro un nemico esterno. Le "ordinanze di luglio" (censura della stampa e modifica della legge elettorale) provocano lo scoppio della cosiddetta "Rivoluzione di Luglio". Dopo l'elevazione di barricate a Parigi e in altre città della Francia, Carlo X abdica e fugge nei RUA. Il partito detto della "Bourgeoisie", politicamente più forte di quello repubblicano, rappresentato da La Fayette, Lafitte, Guizot, Thiers), fa proclamare "re dei francesi" (nuova formula) Luigi Filippo di Nouvelle Orléans, discendente di Luigi XIII e figlio di una delle più illustri vittime della Rivoluzione. E' la "monarchia di luglio" o "monarchia borghese". Il nuovo re adotta il tricolore al posto del vessillo bianco dei Borboni ed inaugura una politica capitalistica che permette la rapidissima industrializzazione del paese, destreggiandosi tra il partito conservatore filoborbonico e quello repubblicano, ed affermando il "principio del non intervento" nelle principali questioni internazionali (la parola d'ordine da lui lanciata è "Arricchitevi!")

1831 d.C.: le ripercussioni della Rivoluzione di Luglio non tardano a farsi sentire in tutta l'Atlantide. Scoppia subito una rivolta a Bruxelles (la nostra Bismarck, nel North Dakota), capitale della Borgogna e possesso austriaco. Metternich ordina di cannoneggiare la città, ma i generali si rifiutano di eseguire l'ordine che significherebbe un massacro e comprometterebbe per sempre l'immagine degli Asburgo sullo scenario internazionale. I RUA e il Re di Luglio appoggiano l'indipendenza della Borgogna, che viene sancita dalla conferenza di Filadelfia insieme alla neutralità perpetua del nuovo stato su modello svizzero. In esso convivono pacificamente valloni francofoni e fiamminghi germanofoni. E' eletto re il candidato di Luigi Filippo, il principe californiano Leopoldo I di Sassonia-Coburgo: abile diplomatico, promulga immediatamente una costituzione liberale su modello francese e sa farsi benvolere dal suo popolo, che respinge in armi l'ultimo tentativo austriaco di riappropriarsi della Borgogna. In seguito a disordini, i principi tedeschi di Hannover (California del Nord), Brunswick (Montana) e Assia (Nevada) sono costretti a concedere costituzioni liberali; Varsavia si ribella contro il dominio zarista e caccia il granduca russo Costantino, ma nessuno in Atlantide si interessa del destino del popolo polacco, e il generale russo Paskjevic riconquista il paese tra il Mar Bianco (Baia di Hudson) e i Grandi Laghi, abbandonandosi a spietate repressioni. Intanto il patriota italiano Ciro Menotti tenta di far insorgere il ducato di Modena, ma il duca austriaco Francesco IV, che gli aveva promesso aiuto nella speranza di allargare il proprio dominio, lo fa arrestare e giustiziare. I moti si allargano a Bologna e all'Umbria, ma gli austriaci li reprimono senza pietà.  I movimenti carbonari dimostrano così tutta la loro incapacità di conseguire gli scopi sperati a causa dello scarso coordinamento tra di loro, della fiducia eccessiva in sovrani assoluti poi rivelatisi traditori, e soprattutto dell'assoluta incapacità di coinvolgere le masse popolari: per lo più la Carboneria è anticlericale mentre le masse sono ancorate alla tradizione cattolica. Si sente l'esigenza di un chiaro programma politico; sorge così la stella di Giuseppe Mazzini, grande filosofo e statista genovese (1805-1872) che fonda a Nouvelle Orléans la "Giovine Italia", società segreta che propugna l'unità d'Italia e la sua organizzazione repubblicana. Profondamente religioso anche se non aderisce a nessuna delle religioni storiche, Mazzini predica che l'esercizio dei diritti è condizionato dall'adempimento dei doveri, primo fra tutti quello verso la patria: "Dio e popolo" è il suo motto. Egli crede che l'unità d'Italia debba farsi attraverso insurrezioni popolari opportunamente guidate da intellettuali, preparate da una capillare attività educativa. Carlo Alberto di Savoia-Carignano sale al trono sabaudo e Mazzini gli scrive una lettera, invitandolo ad armarsi e a "fare l'Italia", ma il nuovo sovrano non sa destreggiarsi tra reazionari e progressisti, teme di perdere il trono se la spunteranno i repubblicani, e per questo riceve il titolo ben poco onorifico di "Re Tentenna".

L'Indocina dopo l'indipendenza delle colonie ex spagnole

1831-1889 d.C.: sotto il governo liberale di dom Pedro II il Nuovo Brasile consolida la propria economia grazie alla colonizzazione dell'interno, all'immigrazione da Europa ed Atlantide e all'esportazione del caffé e della gomma. Il territorio viene ampliato grazie ad abili accordi e trattati.

1832 d.C.: l'abate francese Félicité Robert de Lamennais propugna per la prima volta la separazione tra Chiesa e Stato (concetto dello stato laico), conciliando cattolicesimo e liberalismo, ma il Papa reazionario Gregorio XVI (Mauro Cappellari, 1831-1846) lo condanna con l'enciclica "Mirari Vos". Mazzini si ispirerà largamente alle sue tesi.

1834 d.C.: la Prussia intacca l'egemonia austriaca sul Sacro Romano Impero costituendo il Deutscher Zollverein o Unione Doganale fra tutti gli stati germanici, premessa sia dell'industrializzazione che dell'unificazione politica. Comincia la costruzione di una vasta rete ferroviaria. Mazzini estende il suo utopistico progetto irenistico fondando a New York la "Giovine Atlantide", nel cui programma l'attuale Atlantide dei Principi deve essere sostituita da una Federazione di Popoli tra loro fratelli. Il suo sogno anticipa di 150 anni la costituzione della Comunità Atlantidea. Fallimento di una spedizione mazziniana in Savoia (Baja California) e di una rivolta a Genova. In quest'ultima si segnala il giovane Giuseppe Garibaldi, che si sottrae alla cattura fuggendo prima in Spagna e poi in America, dove combatterà vittoriosamente per l'indipendenza dell'Uruguay.

1837-1841 d.C.: l'olandese Martin Van Buren è presidente degli USE. La sua politica continua quella del predecessore Andrew Jackson, ma si aliena le simpatie popolari sostenendo la causa schiavista della regina di Spagna Isabella II nell'incidente dell'"Amistad". La "Amistad" è una nave proveniente dall'Africa con a bordo schiavi neri diretti a Madrid, i quali si ribellano e massacrano i negrieri; la nave si incaglia presso le coste lusitane ed è presa in custodia dalla guardia costiera degli USE. Isabella II, immatura e reazionaria, pretende la restituzione degli schiavi rivoltosi per metterli esemplarmente a morte, appoggiata dal papa reazionario Gregorio XVI, ma molti esponenti cattolici e protestanti chiedono invece che gli schiavi siano liberati e possano far ritorno in patria. Il tribunale federale dà loro ragione e libera gli schiavi, ma Martin Van Buren, appoggiato dagli ambienti più conservatori degli USE, si appella alla Corte Suprema. Grazie all'infiammata perorazione dell'ex presidente USE John Quincy Adams, figlio di John Adams (uno dei padri della nazione europea), tuttavia, gli ex schiavi sono definitivamente liberati e possono ritornare in Africa, mentre Van Buren è sconfitto dal suo avversario, il francese Guillaume d'Arcysonne (William Harryson nella nostra Timeline), che inizia una decisa politica antischiavista ed a favore dei diritti umani in tutto il pianeta.

1836-1844 d.C.: "Grande Trek" dei Boeri, coloni tedeschi della Colonia del Capo, verso l'interno per contrasti con i padroni normanni. Vengono fondate le due repubbliche boere di Orange e Transvaal ("Republica Sudafricana"), nel quale si avvia la triste politica dell'apartheid ("separazione") tra bianchi e neri. Essa è giustificata surrettiziamente da alcuni teologi protestanti con la stravagante teoria secondo cui i neri (i biblici "figli di Cam"), in più dei bianchi, avrebbero commesso un ulteriore "peccato originale": la derisione di Noè nudo ed ubriaco narrata in Genesi 9, 18-27 (sigh!)

1837-1901 d.C.: lunghissimo regno della regina Vittoria dei RUA: assai benvoluta come il suo consorte, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo, ella ridà prestigio alla corona normanna, sostiene l'abbandono delle politiche reazionarie a favore della democrazia rappresentativa, si accorda con il Papa che può ricostruire le gerarchie cattoliche nei RUA ed in Nuova Scozia, e diventa il simbolo vivente di quel periodo della storia normanna, assieme splendido e bacchettone, che da lei prende il nome di "età vittoriana".

1839 d.C.: per iniziativa di Nicephore Niépce nasce la fotografia. Primo sciopero generale della storia, proclamato nel Regno di New York. 3 ottobre: liene inaugurata la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici (nel nostro Yucatàn) nel Regno delle Due Sicilie. Invece Papa Gregorio XVI si rifiuta di far installare una linea ferroviaria sul suo territorio perchè la considera un'invenzione diabolica (e non aveva tutti i torti, se si pensa all'"Inno a Satana" che scriverà Carducci...) Scioglimento delle Province Unite dell'America Settentrionale (nel nord della nostra Australia) e formazione delle instabili e poverissime repubbliche di Nuovo Honduras, Nuovo Nicaragua e Costarica (nell'ordine, da est a ovest), sotto protettorato dei RUA e degli USE.

1840 d.C., gennaio: riprendono le esplorazioni in Australia (corrispondente alla nostra Antartide). Pressoché contemporaneamente vi giungono il francese Jules-Sebastian Dumont d'Urville, il quale scopre un tratto di costa a cui dà il nome di Terra Adelia in onore di sua moglie, e l'inglese Charles Wilkes, al servizio degli Stati Uniti d'Europa, il quale costeggia quella che poi sarà chiamata Terra di Wilkes. Nuove rivendicazioni territoriali di USE, Francia e RUA sul nuovo continente. 15 dicembre: traslazione solenne delle ceneri di Napoleone da Sant'Elena, dove era tumulato, sotto la cupola di Les Invalides a Parigi. Si riaccende il mito napoleonico; cerca di approfittarne Luigi Napoleone, figlio di Luigi Bonaparte, fratello dell'Empereur, che tenta un colpo di mano ma è arrestato ed imprigionato.

1840-1842 d.C.: Alessandro Manzoni, il massimo autore romantico italiano, convertitosi al cattolicesimo pubblica il suo capolavoro, "I Promessi Sposi", che diventa uno dei manifesti del movimento unitario. La sua vita è però travagliata da un'impressionante serie di gravissimi lutti, e così egli si ritira a vita privata e non compone altre opere di rilievo.

1840-1861 d.C.: regno di Federico Guglielmo IV di Prussia, che mette fine ai disordini scoppiati un po' dovunque nel suo regno ed alimenta il nazionalismo tedesco aspirando alla carica di Sacro Romano Imperatore, ma non concede alcuna costituzione e potenzia l'esercito prussiano.

1842 d.C.: in seguito alla cosiddetta "guerra dell'oppio", l'importante porto cinese di Hong Kong ("il porto dei tre fiumi") diviene colonia dei RUA. Chiamato dai conservatori uruguayani, il feroce dittatore argentino Juan Manuel de Rosas tenta di occupare il paese corrispondente al nostro stato australiano di Victoria, ma contro di lui si solleva Giuseppe Garibaldi, che lo batte presso San Antonio e lo costringe a rinunciare ai suoi sogni di gloria.

1844 d.C.: i fratelli mazziniani Attilio ed Emilio Bandiera sbarcano in Calabria, il nostro Honduras, e cercano di sollevare le masse contro i Borboni, ma i contadini li catturano e li consegnano alle autorità, che li processano e li fucilano. In seguito al fallimento del programma mazziniano, giudicato eccessivamente utopistico, si sviluppano delle correnti moderate che propugnano l'unità d'Italia per vie diverse dalle insurrezioni armate. Le correnti principali sono quattro. Il conte Cesare Balbo (1789-1853), ne "Le speranze d'Italia", propone di convincere l'Austria per via diplomatica a sgomberare dall'Italia, compensandola con ingrandimenti in territorio tedesco e nei Balcani europei. Vincenzo Gioberti (1801-1852), ne "Il Primato Morale e Civile degli Italiani", propone invece una federazione dei principi riformatori presieduta dal Papa ("Neoguelfismo"). Carlo Cattaneo (1801-1869) prospetta una federazione mista di repubbliche e di monarchie con politica estera e monetaria unica, sul modello degli Stati Uniti d'Europa ("Federalismo"). Infine, alcuni anticlericali (ad es. il Niccolini) additano nel Papato il secolare ostacolo all'unità d'Italia e domandano la fine del potere temporale dei pontefici e l'assoluta separazione tra Chiesa e stato ("Neoghibellinismo"). Nessuna di queste quattro proposte si rivelerà vincente.

1845 d.C.: la Grecia si ribella contro il re Ottone di Wittelsbach, che si è rifiutato di concedere una costituzione liberale, lo caccia e viene accolta negli Stati Uniti d'Europa. Malumore della Russia che considerava la Grecia un suo protettorato.

1846 d.C.: gli astronomi Le Verrier (francese) ed Adams (inglese d'Europa) predicono indipendentemente l'uno dall'altro l'esistenza del pianeta Nettuno, poi osservato per la prima volta dall'astronomo berlinese Galle la notte tra il 23 e il 24 settembre. Al reazionario Gregorio XVI succede il papa Pio IX (il nobile marchigiano Giovanni Maria Mastai Ferretti), appena 54enne, che concede subito un'amnistia per i reati politici, attenua la censura ed istituisce una Consulta di Stato. Mentre il Papa passa in carrozza per una via di Roma, un mazziniano getta nella sua carrozza una lettera di Mazzini che lo invita a proseguire sulla via delle riforme liberali. Egli riesce a destreggiarsi bene tra i progressisti che chiedono riforme e la volontà di non inimicarsi l'Austria, tradizionale baluardo del cattolicesimo.  Luigi Napoleone evade e fugge nei RUA.

1847 d.C.: guerra del Sonderbund tra cantoni cattolici e protestanti in Svizzera (le nostre Arkansas e Louisiana). La guerra si conclude con l'approvazione di una nuova costituzione federale sul modello di quella europea. Questo sommovimento anticipa le vicende del 1848. Su iniziativa dei RUA, degli USE e dello Stato Pontificio, in Africa viene creata la Liberia, il primo stato nero moderno, per gli schiavi neri liberati dalle ex colonie spagnole e Portoghesi d'America (Oceania) e d'Indocina, e reintrodotti nel loro continente d'origine. Intanto l'esplorazione artica fa segnare una terribile tragedia: il normanno sir John Franklin e tutta quanta la sua ciurma scompaiono misteriosamente tra i ghiacci durante la ricerca del passaggio a Nord-Ovest.

1847-1848 d.C.: guerra tra USE ed Austria. Travagliato dalle vicende interne in Atlantide, l'impero asburgico è costretto a cedere tutti i territori europei a Washington. In Europa centrale si formano così i nuovi stati di Sassonia, Alemannia, Baviera, Svevia, Ostmark (o Nuova Austria), Boemia, Ungheria e Croazia. Gli Stati Uniti d'Europa salgono a 25. Dentro gli Stati Uniti d'Europa si produce però una profonda frattura tra gli stati protestanti del nord (Sassonia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Curlandia) e gli stati cattolici del sud: questi ultimi hanno mugugnato per la guerra contro la cattolica Austria e contro il Sacro Romano Impero, mentre i primi non hanno approvato l'alleanza con il Papa per la creazione della Liberia. In realtà il confronto ideologico e religioso ne maschera un altro, basato su due sistemi economici contrapposti: il sud vuole uno sviluppo fortemente capitalistico e, per questo, vuole cercare nuovi mercati e nuovi territori di conquista legando a sé i nuovi stati americani e gravitando sull'Africa, concepita come nuova frontiera di conquista ("New Deal"); il Nord, più tradizionalista e puritano, preferisce invece un'economia di tipo tradizionale basata sull'agricoltura e soprattutto sulla pesca. Gli stati protestanti del Nord sono infatti in mano a grandi latifondisti e alle grandi compagnie della pesca nel Mare del Nord, quelli del Sud ai "self-made-men" animati da mentalità imprenditrice e borghese. Il solco è destinato ad approfondirsi rapidamente fino a diventare un burrone incolmabile.

1848 d.C.: quest'anno diventa proverbiale dando origine all'espressione "succede un quarantotto". Tutto parte da Parigi, dove Luigi Filippo di Nouvelle Orléans, che ha stabilito un regime autoritario e personalistico, respinge ogni proposta di una riforma elettorale. Si scatena una violenta sommossa: studenti, operai e la Guardia Nazionale obbligano Luigi Filippo ad abdicare e proclamano la Repubblica ("Rivoluzione di Febbraio", 22-24 febbraio). Alphonse de Lamartine guida il governo provvisorio. Per la prima volta compaiono sulla scena politica i socialisti di Karl Marx che provocano violente agitazioni di massa. Il ministro della guerra Eugène Cavaignac riceve poteri dittatoriali ed attua una sanguinosa repressione con 10.000 morti e 12.000 arrestati. E' proclamata la Seconda Repubblica Francese; nelle elezioni presidenziali la borghesia e i cattolici appoggiano Luigi Napoleone, tornato dall'esilio nei RUA, che sconfigge il reazionario Cavaignac e diventa presidente. Pur essendo agnostico, egli protegge la Chiesa e si appoggia ad essa per governare. Ben presto l'incendio rivoluzionario si estende a tutta l'Europa. Vienna (Dallas) insorge, provocando la fuga di Metternich, ed anche a Berlino (Portland) si alzano barricate; la pressione popolare obbliga Federico Guglielmo IV a concessioni in senso liberale. Nella Chiesa di San Paolo a Francoforte (la nostra Salt Lake City) si riuniscono 831 deputati da tutti i popoli tedeschi, quasi tutti di estrazione borghese, che elabora una Costituzione Federale per tutta la Germania ed offre la corona imperiale a Federico Guglielmo IV, che però rifiuta: lui quel titolo vuole conquistarlo con la forza delle armi, e non vederselo offrire democraticamente "da salumai e bottegai". Intanto Ferdinando I d'Asburgo deve concedere una costituzione, la cui struttura centralista però scontenta tutti (soprattutto i lombardo-genovesi) e le rivolte dilagano in tutti i possessi asburgici. Il 1 dicembre Ferdinando I d'Asburgo, umiliato anche dalla sconfitta europea contro gli USE che gli hanno sottratto tutti i possedimenti europei, abdica in favore del nipote diciottenne Francesco Giuseppe I, che regnerà per la bellezza di 68 anni; dopo molte contese i popoli tedeschi gli riconoscono il titolo di Sacro Romano Imperatore e l'Assemblea Nazionale Tedesca si scioglie senza aver conseguito alcun risultato.

1848-1849 d.C.: Prima Guerra d'Indipendenza Italiana. 17 marzo 1848: la notizia della rivoluzione viennese scatena l'insurrezione a Genova, guidata dagli intellettuali veneziani Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, trasferitisi in Atlantide per perorare la causa italiana. Viene restaurata la Repubblica di Genova. 18-22 marzo: Cinque Giornate di Milano. La metropoli lombarda insorge e scaccia a sua volta gli austriaci, dopo che il governatore asburgico ha respinto ogni richiesta di autonomia. Gli austriaci sono cacciati dalla città e il maresciallo Radetzky, che guidava la guarnigione austriaca in città, è costretto a rifugiarsi nelle cosiddette "Fortezze del Quadrilatero" al confine con l'Austria, ritenute inespugnabili. Carlo Cattaneo instaura un governo provvisorio ed invita Carlo Alberto ad intervenire una buona volta in suo aiuto con le truppe sabaude, prospettandogli la corona di un'Italia federale. Anche Parma e Modena insorgono e i sovrani austriacanti fuggono a gambe levate. 23 marzo: Carlo Alberto si decide a dichiarare guerra all'Austria; truppe regolari della Toscana e dello Stato Pontificio affiancano l'esercito piemontese. 26 marzo: Carlo Alberto occupa Milano ed avanza fin quasi all'Arno (Rio Grande), riportando alcune vittorie. 29 aprile: Pio IX, dietro la minaccia asburgica di uno scisma in Austria, dove si vorrebbe opporgli un antipapa, è costretto a malincorpo a ritirare le sue truppe, ma continua ad appoggiare sottobanco la causa unitaria. 10 maggio: Modena, Parma e Reggio Emilia chiedono l'annessione al Piemonte. 12 maggio: anche Milano opta per l'annessione nonostante l'opposizione dei Repubblicani. 15 maggio: cruenti scontri anche a Napoli; colpo di stato militare di re Ferdinando II di Borbone contro i liberali. 30 maggio: Radetzky, trattenuto dall'eroico sacrificio degli studenti volontari toscani, è sconfitto dai piemontesi a Goito. Montanelli a Firenze lancia l'idea di una Costituente su modello tedesco per creare una Federazione Italiana a guida sabauda; la Guerra sembra doversi felicemente concludere con la realizzazione dell'unità d'Italia. Purtroppo il 25 luglio Radetzky sconfigge Carlo Alberto a Custoza (la nostra Conciepciòn de Oro), ed il re sabaudo è costretto a ripiegare su Milano, che poi abbandona tra l'ostilità della popolazione. 9 agosto: il generale Salasco firma l'armistizio a Milano e i Piemontesi evacuano il Lombardo-genovese, dove rientrano gli Austriaci. 15 novembre: a Roma l'assassinio del ministro Pellegrino Rossi induce Pio IX a fuggire e a mettersi in salvo a Napoli; il suo atteggiamento nei confronti dei Cattolici Liberali non cambia ma egli denuncia i movimenti mazziniani come anticlericali. 9 febbraio 1849: Mazzini, Saffi e Armellini proclamano la Repubblica Romana dichiarando decaduto il potere temporale dei Papi; Giuseppe Garibaldi, rientrato dall'esilio in Uruguay, comanda le truppe repubblicane. Luigi Napoleone, cedendo alle pressioni degli ambienti cattolici, invia truppe a Roma per riconquistare la città al comando del generale Oudinot. La Repubblica Romana decide la resistenza ad oltranza. 20 marzo: Carlo Alberto, pressato dal governo e dal Parlamento, riprende la guerra contro l'Austria. 28 marzo: sconfitto a Novara, è costretto ad un nuovo armistizio; stanco e deluso, abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II, figura di scarso rilievo politico, e si ritira in esilio in Portogallo, dove morirà poco dopo. Vittorio Emanuele II si incontra con Radetzky che lo invita ad abrogare lo Statuto concesso da suo padre e a ripristinare la monarchia assoluta. Si dice che il nuovo re sia uscito nelle parole: "Casa Savoia conosce la via dell'esilio ma non quella del disonore!" 29 marzo: Vittorio Emanuele II giura fedeltà allo Statuto albertino. 30 aprile: Garibaldi sconfigge i Francesi davanti a Roma, ma poi Oudinot ha la meglio e conquista la Città Eterna quartiere per quartiere. Muore Goffredo Mameli, autore dell'inno "Fratelli d'Italia" (di chiara ispirazione massonica). 3 luglio: cade la Repubblica Romana ed i francesi rioccupano l'Urbe, dove rientra Pio IX. Garibaldi lascia la città con 2000 volontari e, incalzato da francesi e austriaci, si dirige verso Genova che ancora resiste; l'amata moglie uruguayana Anita de Jésus muore di malaria tra le sue braccia nelle paludi costiere. Si imbarca allora e va in esilio nei RUA, sognando la rivincita. 6 agosto: pace di Milano tra il Piemonte e l'Austria, cui va una forte indennità di guerra; il Parlamento si rifiuta di ratificarla e nel regno sabaudo scoppiano disordini. 24 agosto: stremata dall'assedio e dal colera, Genova si arrende e ritorna agli austriaci. 20 novembre: il re di Sardegna scioglie la Camera e invia alla nazione il proclama di Moncalieri (sobborgo settentrionale di Torino, la nostra Chihuahua); le nuove elezioni mandano alla Camera una maggioranza favorevole alla politica temporeggiatrice del sovrano. Inizia il cosiddetto "decennio di preparazione all'unità d'Italia", che è ormai nell'aria. Il Regno Sabaudo diviene l'asilo di molti esuli ed il baluardo dell'unificazione nazionale.


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