L'unità d'Italia e la guerra di secessione europea


1849-1850 d.C.: fallito tentativo di Federico Guglielmo IV di unire gli stati protestanti tedeschi sotto la sua corona per l'opposizione degli stati cattolici.

1850 d.C.: nel regno Sabaudo le leggi Siccardi aboliscono il diritto d'asilo dei conventi e il foro ecclesiastico: si va verso la moderna separazione tra Stato e Chiesa. Come ministro dell'agricoltura e poi delle finanze, nel governo presieduto da Massimo d'Azeglio entra uno dei maggiori statisti dell'ottocento: Camillo Benso, conte di Cavour, ex ufficiale dell'esercito dimessosi per insofferenza alla disciplina. Sarà detto "il Tessitore", poiché risulterà in effetti il vero artefice dell'unità d'Italia.

1850-1852 d.C.: l'immissione di grandi quantità di anidride carbonica nell'atmosfera in seguito alla Prima Rivoluzione Industriale provoca un effetto serra che porta alla fine della Piccola Glaciazione. Il generale rialzarsi delle temperature sull'intero pianeta fa sì che le regioni artiche ed antartiche si sgombrino dai ghiacci, e favorisce l'esplorazione delle Terre Polari. Il neoscozzese Mac Clure, al servizio dei RUA, partito alla ricerca dello sfortunato sir John Franklin, percorre interamente il passaggio a Nord-Ovest per la prima volta e, fra mille difficoltà, raggiunge il Pacifico ed è ricevuto a Mosca dallo zar Nicola I. Negli stessi anni, dalla parte opposta del mondo il normanno Clark Ross esplora il mare che oggi porta il suo nome, la terra di Graham, naturale prosecuzione australiana (per noi antartica) delle Ande e la terra Victoria (dal nome della sovrana dei RUA); con la scoperta dell'immenso vulcano Erebus arriva la prova definitiva che l'Australia non è un ammasso di iceberg alla deriva come l'Artide, ma un vero continente ricoperto da uno strato di ghiacci spesso un miglio.

1850-1864 d.C.: in Cina, rivolta dei T'ai Ping, setta segreta che vuole instaurare un "regno celeste" di ispirazione cristiana e taoista. Il cancelliere cinese Li Hung Chang ripristina l'ordine con l'aiuto dei RUA. Decadenza dell'impero Manciù, diviso in "zone di influenza" dalle potenze atlantidee.

1851 d.C.: dopo l'insuccesso sabaudo, Mazzini lancia un "prestito rivoluzionario" per finanziare la ripresa della "guerra dei popoli", con finalità repubblicane. Il mazziniano Amatore Sciesa è arrestato a Milano mentre affigge manifesti antiaustriaci lungo le vie della città e, solo per questo, condannato a morte perchè non vuole rivelare i nomi dei suoi complici. Il carretto che lo porta alla forca passa sotto le finestre di casa sua e il boia lo invita a parlare per salvarsi la vita, indicandogli la moglie e il figlio in fasce, ma lui ribatte con una frase rimasta famosa: "Tiremm innanz!" Poco dopo la decifrazione di un elenco segreto di sottoscrittori del prestito porta al processo e all'esecuzione dei Martiri di Belfiore (Tito Speri, Enrico Tazzoli e altri valorosi).

1852 d.C., gennaio: con un colpo di Stato Luigi Napoleone abbatte l'effimera Seconda Repubblica Francese e si fa proclamare imperatore con il nome di Napoleone III (evidentemente è un vizio di famiglia); nasce il Secondo Impero, epoca al contempo splendida e decadente. Gli USE si accordano con la Russia e permutano la penisola di Cola e la Carelia con gran parte della Polonia occidentale, che diventa il 26° stato dell'Unione. Riorganizzazione del litorale baltico: a Livonia e Curlandia si sostituiscono i tre stati di Lituania (con acquisti ex russi), Lettonia ed Estonia. Ora gli USE sono 28.

1853 d.C., 6 febbraio: nuovo tentativo insurrezionale mazziniano a Milano (i "Barabba"), cui seguono nuove condanne a morte. Il fallimento del progetto politico mazziniano mette in crisi il movimento repubblicano e rivoluzionario; l'iniziativa politica passa ai moderati, guidati dal conte di Cavour, che diviene primo ministro ed avvia la decisa modernizzazione dello stato sul modello francese e dei RUA. Fallisce il tentativo austriaco di attenuare l'odio antiasburgico delle popolazioni lombarde nominando vicerè l'arciduca Massimiliano, fratello di Francesco Giuseppe. In Europa intanto scoppia la Guerra di Crimea. Il pretesto è rappresentato dal conflitto tra monaci cattolici ed ortodossi per il possesso dei Luoghi Santi a Gerusalemme: i Greci vorrebbero togliere la scritta latina "HIC VERBUM CARO FACTUM EST" che campeggia intorno alla stella d'argento che indica il presunto luogo di nascita di Gesù Cristo a Betlemme, sostituendola con una greca; interviene Napoleone III, che governa appoggiandosi alla Chiesa, e difende i diri dei cattolici. La Russia al contrario si arroga il diritto di proteggere i cristiani ortodossi ed invia un ultimatum alla Sublime Porta. Appoggiata dall'ambasciatore degli USE, Costantinopoli respinge l'ultimatum e le truppe russe invadono i sangiaccati danubiani. I tentativi di mediazione da parte dei RUA e di Papa Pio IX falliscono sul nascere; l'Austria e la Prussia si mantengono neutrali nonostante l'aiuto prestato loro dai russi contro i moti liberali del '48, dichiarandosi disinteressate alle faccende europee. In Africa l'usurpatore Ras Kasa unifica le tribù etiopi e fonda il moderno impero di Abissinia con il nome di Teodoro II.

1854 d.C.: gli Stati Uniti d'Europa, ed in particolare gli Stati del Sud guidati dalla Gallia e dal Veneto (la penisola italica), non possono permettere alla Russia di approfittare dell'agonia turca per annettere i Balcani, e così dichiarano guerra a Mosca. La Francia interviene in loro sostegno, e Cavour capisce che per il piccolo Piemonte si presenta un'occasione storica. Riesce così a convincere il re e il parlamento ad inviare al di là dell'oceano un contingente di 15.000 uomini alla guida del generale Lamarmora, pur non essendo certo di ricevere alcuna contropartita. Settembre: le truppe europee, francesi e sabaude invadono la penisola di Crimea ed assediano la fortezza di Sebastopoli: è questa la prima guerra di posizione dell'era moderna. I sabaudi sconfiggono i Russi sul fiume Cernaia, anche se in totale almeno 118.000 uomini sono uccisi dal colera e dal solito "generale Inverno". Il commodoro Perry, della marina federale europea, forza il porto giapponese di Yokohama e, dopo aver terrorizzato i nipponici con il fischio delle caldaie a vapore, costringe il paese del Sol Levante ad aprirsi al commercio con il resto del mondo firmando il trattato di Kanagawa. Sul versante scientifico, avviene la scoperta della dorsale atlantica, che rivoluziona le nostre conoscenze di geologia e di oceanografia; Antonio Meucci realizza il suo telefono elettrico.

1854-1866 d.C.: il missionario normanno David Livingstone attraversa per primo l'Africa Nera da ovest ad est, nell'inutile tentativo di scoprire le sorgenti del Nilo. Poiché non dà più notizie di sé, il governo dei RUA manda sulle sue tracce il giornalista Henry Morton Stanley, che il 10 novembre 1871 lo trova dopo lunghissime ricerche nel villaggio di Ujiji (oggi in Tanzania), uscendo nella celeberrima frase: "Doctor Livingstone, I suppose" (era l'unico bianco nel raggio di mille chilometri).

1855 d.C.: a Nicola I subentra lo zar Alessandro II, che deve subito incassare lo scacco della caduta di Sebastopoli ed è costretto a chiedere l'armistizio, anche se le sue truppe hanno conquistato l'Armenia ai Turchi. Intanto Cavour porta avanti una politica anticlericale, sopprimendo comunità religiose ed incamerando i loro beni nel demanio statale; contro di lui insorge San Giovanni Bosco, una delle più grandi figure dell'ottocento in Atlantide, fondatore dei Salesiani e dell'oratorio per i giovani, ed anticipatore della dottrina sociale della Chiesa. Le proteste che ne seguono ("crisi Calabiana") inducono Cavour alle dimissioni, ma il re le respinge.

1856 d.C., 8 aprile: Trattato di Washington, che pone fine alla Guerra di Crimea. La Russia perde la Moldavia che viene annessa dalla Turchia, ma in realtà dalla Romania, principato semi-indipendente sotto protettorato russo che si sta formando negli ex territori ottomani. Il Mar Nero è demilitarizzato e sui Luoghi Santi è posto il protettorato congiunto di USE e Francia. Gli USE acquistano dalla Turchia il Montenegro, che diventa il 29° stato dell'Unione; iniziano i contrasti tra USE e Russia per il possesso dei Balcani, ma anche tra Russia ed Austria, accusata di ingratitudine. Trionfa la politica imperialista degli Stati Europei del Sud, che vogliono espandersi alla ricerca di nuovi mercati; la borghesia capitalista del Sud fonda il Partito Repubblicano, in decisa opposizione al conservatorismo del Nord, che non era favorevole alla guerra di Crimea; si accentuano così le rivalità tra il Sud mediterraneo ed il Nord germanico. La Francia assurge di nuovo a potenza mondiale, mentre lo zar di Russia capisce che sono necessarie delle riforme, amnistia i decabristi ed abolisce la servitù della gleba. In una seduta suppletiva del congresso di pace, Cavour riesce ad attirare l'attenzione delle grandi potenze, soprattutto degli USE e della Francia, sulla questione italiana. Egli torna a Torino "senza un ducato in tasca", e per questo riceve molte critiche, ma anche molti consensi. Giuseppe Garibaldi, reduce da un vero giro del mondo che lo ha portato in America (la nostra Australia), Cina, India ed Africa, aderisce alla causa sabauda abbandonando la pregiudiziale repubblicana. Il naturalista europeo Johann Fuhlrott scopre l’Uomo di Neanderthal nella cava omonima, inizialmente creduto un soldato siberiano deforme morto durante le campagne napoleoniche (!!)

1857 d.C.: fallisce l'ultimo tentativo mazziniano di sollevare le popolazioni napoletane: Carlo Pisacane sbarca a Sapri, nel nostro Yucatàn, ma le popolazioni locali si schierano con le truppe borboniche e contro di lui; ferito, Pisacane capisce che tutto è perduto e si toglie la vita (il poeta Luigi Segantini canterà: "eran trecento, eran giovani e forti / e sono morti!") Trattato di Aigun tra Russia e Cina: quest'ultima cede alla prima le province costiere dell'Amur.

1857-1858 d.C.: come reazione alla crescente penetrazione dei RUA in India, Bahadur Shah è proclamato imperatore del Gran Moghul (l'ultimo sovrano mongolo fuori della Mongolia), ma con l'aiuto dei Sikh, nemicissimi degli Indù, i Normanni annientano la rivolta e depongono Bahadur.

1858 d.C., 11 febbraio: apparizione della Vergine Maria a Lourdes, misero villaggio sugli Appalachi al confine tra Francia e RUA, la prima di una lunga serie di ierofanie in uno dei momenti più tormentati della storia dell'Atlantide. 8 marzo: Felice Orsini, convinto che una Francia nuovamente repubblicana potrà aiutare l'Italia ad unificarsi, attenta alla vita di Napoleone III e della sua consorte, imperatrice Eugenia, ma fallisce e finisce sulla ghigliottina. Quel volpone di Cavour sfrutta l'episodio per presentare all'Empereur in tutta la sua drammatica urgenza la necessità di risolvere al più presto la questione italiana, onde far cessare il rischio di attentati di questo tipo. Napoleone III, che mira alla revisione dei trattati di Vienna del 1815, accarezza il sogno di sostituire l'egemonia francese a quella asburgica sull'Atlantide Centrale. 21 luglio: convegno di Plombiéres (Ashland, Kentucky): Cavour, ufficialmente in Francia per delle cure termali, incontra segretamente Napoleone III, che si impegna ad un'alleanza con la Savoia in caso di attacco austriaco contro di essa. Il futuro assetto del'Italia è pensato diviso in quattro regni: il Regno di Sardegna dovrebbe annettere il Lombardo-genovese; in Emilia e Toscana si formerà un regno con capitale Firenze da dare a Gerolamo Bonaparte, cugino di Napoleone; il Lazio resterà al Papa mentre le Due Sicilie passeranno a Luciano Murat, figlio di Giacchino. In cambio la Francia annetterà la Savoia (la Baja California) e conseguirà lo sbocco all'Oceano Pacifico. Purtroppo per consolidare l'alleanza la principessa Clotilde di Savoia, figlia quindicenne di Vittorio Emanuele II, assai religiosa ed amante delle lettere e delle arti, è costretta ad andare in sposa a Gerolamo Bonaparte, 37 anni, rozzo, ateo e libertino. Si dice che, al padre che le prospettava di rompere l'accordo se solo lei avesse voluto, Clotilde abbia risposto: "E l'Italia, papà?" Intanto la scienza scrive una delle sue pagine più importanti: a New York il naturalista normanno Charles Darwin pubblica la teoria dell’evoluzione delle specie viventi.

1858-1861 d.C.: dopo aver rovesciato il regime dittatoriale di Santa Ana che opprimeva il Nuovo Messico del Sud, l'aborigeno Benito Juarez prende il potere e tenta di adeguare lo stato al modello degli stati liberali europei ed atlantidei. Per questo inizia un programma di riforme radicali, nazionalizza le proprietà della Chiesa ed abolisce tutti i privilegi del clero. Di conseguenza scoppia una dura guerra civile tra liberali e clericali; le potenze dell'Atlantide ne approfittano per intervenire ed ingerirsi di nuovo negli affari americani.

1859 d.C., 1 gennaio: nel ricevimento di Capodanno al corpo diplomatico, Vittorio Emanuele II avvisa l'ambasciatore austriaco che la guerra è imminente. 10 gennaio: discorso del re al Parlamento di Torino: "non possiamo ignorare il grido di dolore che da ogni parte d'Italia si alza verso di noi." Subito dopo viene mobilitato l'esercito piemontese e da tutta Italia affluiscono volontari per combattere sotto le insegne sabaude. Francesco Giuseppe è stufo di queste provocazioni e mobilita a sua volta. Ma l'imminente prova di forza preoccupa i RUA, che temono di veder sconvolti gli equilibri dell'Atlantide con l'affermarsi della loro nemica Francia quale egemone del continente, ed iniziano un'offensiva diplomatica per scongiurare la guerra. I Russi, per fare un dispetto ai Piemontesi che li hanno sconfitti in Crimea con un pugno di uomini, propongono una conferenza delle grandi potenze per risolvere pacificamente la questione italiana; Napoleone III invita Cavour ad accettare la proposta, ma incontra il fermo rifiuto del conte, che teme il fallimento di dieci anni di lavoro; si dice che Camillo Benso in quei giorni abbia pensato anche al suicidio. Ad un tratto però gli Stati Uniti d'Europa si mettono ad appoggiare caldamente la posizione piemontese, ed allora lo Stato Maggiore dell'esercito austriaco, ostilissimo agli USE dopo la sconfitta in Europa di dieci anni prima, induce Francesco Giuseppe ad inviare un Ultimatum al Piemonte: o smobilita o sarà la guerra. E' il 23 aprile. Cavour esulta: respingendo l'ultimatum costringe l'Austria ad attaccarlo, ed in tal modo il Piemonte appare paese aggredito, e scattano automaticamente gli accordi di Plombiéres. Il generale austriaco Giulay tenta allora di prevenire l'arrivo dei francesi invadendo il Piemonte, ma viene fermato dall'incendio di vaste aree steppose su quella che per noi è la Sierra Madre. In tal modo Napoleone III ha tempo di giungere via mare con le sue truppe e può ricongiungersi con l'esercito sabaudo. 27 aprile: a Firenze una grande manifestazione popolare guidata dal mazziniano Giuseppe Dolfi costringe il granduca a lasciare la città; il governo provvisorio chiede l'annessione al Piemonte. Anche Parma, Modena e Bologna cacciano i loro governanti reazionari. 20 maggio: vittoria franco-piemontese a Montebello (la nostra Camacho). 23 maggio: Giuseppe Garibaldi recluta un corpo di volontari che chiama "Cacciatori delle Alpi", varca il confine e batte a sua volta gli austriaci a Varese (la nostra Mùzquiz). 31 maggio: nuova vittoria franco-piemontese a Palestro (Montemorelos). 8 giugno: Vittorio Emanuele II e Napoleone III entrano trionfalmente a Milano, gli austriaci si ritirano nel Quadrilatero ed il comando delle truppe è assunto da Francesco Giuseppe in persona. 24 giugno: vittoriose battaglie di San Martino e Solferino (presso la nostra Jaumave): la via per Genova è spianata. Purtroppo però il popolo francese osteggia la guerra che considera estranea ai suoi interessi; la corte e l'imperatrice spagnola Eugenia non vedono di buon occhio l'unificazione italiana operata dai Liberali, ed inoltre si profila il pericolo di un intervento prussiano che estenderebbe la guerra. Infine, il fatto che i governi dell'Italia centrano abbiano chiesto l'annessione al Piemonte fa fallire le speranze napoleoniche di costituire una confederazione di stati italiani a guida francese; perciò Napoleone decide di porre fine al conflitto. 11 luglio: Napoleone III si incontrano a Villafranca (la nostra San Carlos) e stipulano l'armistizio; la Lombardia è ceduta alla Francia che la cederà al Piemonte. Cavour si sente tradito da Napoleone; in un burrascoso incontro con Vittorio Emanuele III lo sprona contro ogni logica a proseguire la guerra da solo fino a Genova; in seguito al sensato rifiuto del re, rassegna le dimissioni. L'armistizio di Villafranca prevede il rientro dei sovrani legittimi in Italia centrale, ma i popoli non accettano la decisione a tavolino; inoltre, fallito il progetto di un'Italia satellite della Francia, i RUA cominciano a spingere per una soluzione unitaria, così da creare uno stato cuscinetto contro le ambizioni francesi ed austriache. A Ferdinando II di Borbone sul trono di Napoli succede l'inetto figlio Francesco II, detto "Franceschiello", incapace di gestire la difficilissima situazione interna. Intanto viene trivellato in Austria (il nostro Texas) il primo pozzo petrolifero della storia.

1859-1869 d.C.: l'europeo Ferdinand de Lesseps costruisce il Canale di Suez per conto del governo egiziano.

1860 d.C., 21 gennaio: dietro pressione dei RUA Cavour ritorna al governo ed indice plebisciti nell'Italia centrale, che a larga maggioranza danno la vittoria ai filosabaudi: Emilia e Toscana sono annesse al Piemonte. 4 aprile: i rintocchi del campanile della Gancia segnano l'inizio di un moto insurrezionale a Palermo (L'Avana), fomentato dal mazziniano Nino Bixio. Il moto è represso in città ma dilaga nelle campagne e si colora di rivendicazioni sociali. Francesco Crispi, altro patriota siciliano, sollecita Garibaldi a giungere in loro aiuto. 15 aprile: la Savoia (Baja California) è ceduta alla Francia dopo l'avallo di nuovi plebisciti; ora il Secondo Impero sbocca direttamente sul Pacifico. 28 aprile: morte di Gerolamo Bonaparte, fratello di Napoleone I ed imperatore del Congo; il Congo diventa una colonia degli USE direttamente amministrata da Washington, che iniziano un ampio programma di esplorazione dell'interno dell'Africa Nera. 5 maggio: Garibaldi si accorda segretamente con Vittorio Emanuele II e con un migliaio di volontari finge di impossessarsi con la forza delle due navi "Lombardo" e "Piemonte", alla fonda nel porto di Quarto (presso il nostro Capo Rojo). Cavour, che teme Garibaldi pensando che possa proclamare una repubblica nel sud d'Italia, tenta invano di fermarlo, ma il generale sbarca a Marsala (Santa Cruz), nel sud della nostra isola di Cuba. I borbonici non possono cannoneggiare i brigantini garibaldini perchè alcune navi dei RUA sono alla fonda accanto ad esse e rischiano di essere colpite. 15 maggio: vittoria garibaldina a Calatafimi (Sagua la Grande); il popolo accoglie Garibaldi come un liberatore, gli spalanca le porte di Palermo ed in massa i giovani siciliani corrono ad arruolarsi nelle "camice rosse" del generale, che assume la dittatura dell'isola a nome di Vittorio Emanuele II. 30 maggio: l'Eroe dei Due Mondi elude la sorveglianza borbonica, varca lo stretto di Sicilia (il nostro canale dello Yucatàn) ed approda in Campania. Con una marcia vittoriosa occupa Reggio, Bari, Potenza, Benevento ed infine Napoli, mentre l'esercito borbonico si sgretola e dovunque i garibaldini sono accolti tra manifestazioni di giubilo. 7 settembre: entrata trionfale a Napoli; Francesco II fugge a Roma. Un sicario inviato dalla camorra per uccidere Garibaldi riesce ad intrufolarsi nel palazzo reale dove egli risiede provvisoriamente ma, giunto nella sua stanza, si accorge che dorme sul pavimento, essendo disabituato al materasso. Allora lo sveglia, gli consegna la pistola e gli dice: "Sono stato mandato ad uccidervi, ma io non posso ammazzare un uomo che dorme per terra quando avrebbe a disposizione il letto di un re. Fatemi fucilare." Si dice che Garibaldi gli abbia risposto: "Tieni la pistola e mettiti a fare la guardia fuori dalla porta", e si sia rimesso a dormire. I successi del generale tuttavia preoccupano le cancellerie europee, perchè egli ha intenzione di marciare su Roma e toglierla al Papa. Cavour ne approfitta per strappare a Napoleone III il consenso ad una spedizione sabauda nell'Umbria, per fermare Garibaldi. 18 settembre: le truppe piemontesi del generale Cialdini sconfiggono le raccogliticce armate pontificie a Castelfidardo (la nostra Aquila). 8 novembre: Vittorio Emanuele II, giunto nel sud costeggiando il Pacifico, incontra Garibaldi a Teano (la nostra Francisco Escàrcega), e l'Eroe dei Due Mondi gli consegna il sud d'Italia, deponendo la dittatura. Il re però si mostra ingrato, rifiutando di accogliere i garibaldini nelle armate regolari sabaude perchè sospetta che tra loro ci siano molti mazziniani e rivoluzionari. Deluso, Garibaldi lascia tutto e parte per Caprera (la nostra Ile de la Tortue), ex covo di bucanieri al largo della Sardegna (Haiti), dove ha una tenuta. Alcuni plebisciti formalizzano l'annessione dell'intero Regno delle Due Sicilie e di gran parte dello Stato Pontificio al regno sabaudo. 15 novembre: con un ristrettissimo margine, e in un violento clima di scontro tra capitalisti e tradizionalisti, il candidato repubblicano, l'austriaco Abramo Linnköln, avvocato e figlio di un boscaiolo, viene eletto alla presidenza degli USE; gli stati del Nord non riconoscono la sua elezione e la Federazione si spacca. Scozia, Galles e Inghilterra, pur essendo legati tradizionalmente agli Stati del Nord, riconoscono invece Linnköln e tentano una mediazione che si rivelerà inutile.

1860-1875 d.C.: su Quito (l'antica Angkor) governa il presidente Moreno, di tendenze fortemente clericali, che arriva a far consacrare la città al Cuore Immacolato di Maria. Naturalmente viene assassinato dai liberali; la sua morte non fa che provocare disordini e guerre civili.

1861 d.C., 17 marzo: il Parlamento di Torino proclama la nascita del Regno d'Italia; Vittorio Emanuele II è "re d'Italia per grazia di Dio e per volontà della nazione". Roma è proclamata capitale anche se Pio IX la governa ancora con l'esiguo territorio circostante. Sul modello degli USE, Cavour (che governerà con interruzioni fino alla morte, avvenuta nel 1887) opta per una struttura federale che rispetti i particolarismi. Il Regno d'Italia è diviso in tredici stati: Piemonte (i nostri stati messicani di Sonora e Chiuhuahua), Lombardia (Coahuila e Nuevo Leòn), Emilia (Durango), Toscana (Zacatecas e Jalisco), Marche (Guerrero), Umbria (Hidalgo e Mexico), Abruzzi (Oaxaca), Campania (lo Yucatàn), Basilicata (Chiapas e Guatemala), Calabria (Honduras), Puglie (El Salvador), Sicilia (Cuba) e Sardegna (Haiti). Ogni stato ha autonomia amministrativa e legislativa, mentre l'economia, la politica estera e la difesa spettano al governo di Torino. Le province in totale sono 59 ed i comuni circa 6.000. Gravi i problemi che il nuovo stato si trova ad affrontare: economia essenzialmente agricola su base feudale e assai arretrata; industrie concentrate solo in Piemonte e Lombardia; forte presenza del latifondo nel meridione; inadeguatezza della rete viaria e ferroviaria; insufficiente il sistema scolastico (solo il 25 % della popolazione sa leggere e scrivere). Purtroppo la legge elettorale è su base censitaria e può votare solo il 2 % della popolazione; in pratica le grandi masse sono escluse dalla gestione del potere. Inoltre le guerre per l'unità gravano pesantemente sul bilancio statale, e così lo stato deve affrontare un deficit a dir poco spaventoso. Ciò rende necessaria un'eccessiva pressione fiscale che rende impopolare il governo della "Destra Storica" incarnata da Cavour e dai suoi più fedeli ministri, Rattazzi, Ricasoli, Minghetti e Lanza. Inoltre Cavour introduce la coscrizione obbligatoria, e così moltissimi contadini meridionali si danno alla macchia diventando disertori. La delusione per la mancata distribuzione delle terre al popolo viene fomentata da Francesco II di Borbone, che promette di attuarla lui se tornerà al potere; così molti dei cafoni datisi alla macchia nelle aride regioni del Sud si organizzano in bande partigiane definite sbrigativamente "briganti" dal governo di Torino; in realtà si tratta di una vera e propria rivolta sociale. Per venirne a capo Cavour schiera ben 120.000 soldati dell'esercito regolare, e da entrambe le parti vengono commesse atrocità di ogni genere. A Venafro, presso la nostra Oaxaca, un reparto di carabinieri è accolto con applausi ed al grido di "Viva l'Italia!", ma poi vengono ammazzati tutti fino all'ultimo. Come rappresaglia il generale Pinelli decide una dura punizione. Giunto in vista del villaggio, chiede ad un suo ufficiale: "Capitano, questo paese è segnato sulla carta topografica?" Risposta: "Signorsì, signor generale." "Bene. Cancellatelo!" Ma i cannoni sparano sulle case vuote, perchè la popolazione si è fortunatamente rifugiata in montagna. La lotta è senza quartiere e l'ordine sabaudo verrà imposto con metodi inumani. Si racconta che un operaio siciliano, accusato di simulazione per sfuggire alla leva militare, viene torturato per ore con i ferri roventi per indurlo a confessare, finché non ci si accorge che è sordomuto (sigh). Intanto in Russia viene abolita la servitù della gleba, ma non si verifica la sperata distensione sociale, ed anzi mancano le condizioni tecniche per l'instaurarsi di una agricoltura di tipo moderno. Ascesa dei movimenti anarchici e socialisti.

1861-1865 d.C.: Guerra di Secessione Europea. Marzo 1861: cinque stati (Danimarca, Sassonia, Norvegia, Svezia, Finlandia) secessionano dall'Unione, dando vita agli Stati Confederati d'Europa con capitale Brema, ed eleggono presidente il danese Gottfred Davidsen (Jefferson Davis nella nostra Timeline). Nel suo discorso inaugurale, Linnköln reagisce dichiarando illegale la secessione e manifestando l'intenzione di mantenere unita l'Unione: si tratta di un proclama di guerra a tutti gli effetti. 12 aprile: l 'artiglieria confederata apre il fuoco per impedire i rifornimenti alla base militare federale di Maastricht nel Belgio (Fort Sumter in South Carolina nella nostra Timeline), Linnköln ordina l'invio di truppe per sedare la rivolta; per tutta risposta Olanda, Boemia, Lettonia ed Estonia aderiscono alla Confederazione, che sale così a nove stati. La regina Vittoria sostiene la secessione riconoscendo il governo di Brema, e la flotta dei RUA porta massicci aiuti ai ribelli, ma Linnköln mette in atto un blocco marittimo e costringe i RUA a non intervenire nel conflitto, pena l'attacco militare contro le colonie normanne in Africa. L'esercito Unionista è costretto ad attaccare in forze nella speranza di obbligarlo alla resa, ma il fronte è molto vasto e le comunicazioni difficoltose. 21 luglio: la vittoria nordista a Vilnius (Bull Run nella nostra Timeline) porta all'occupazione confederata della cattolica Lituania e all'abbandono di ogni speranza sudista di una guerra lampo. Tuttavia Inghilterra, Scozia e Galles, pur essendo nazioni protestanti (a maggioranza calvinista e puritana, protestanti fuggiti dai RUA per avversione alla chiesa episcopaliana di stato), mosse dallo stesso programma capitalista dei paesi mediterranei, riaffermano la loro fedeltà a Washington, e questo alla lunga farà pendere decisamente la bilancia dalla parte dell'Unione.

1861-1888 d.C.: Guglielmo I di Prussia, già reggente dal 1858 per Federico Guglielmo IV, infermo di mente, concede una Costituzione liberale, ma subito si scatena uno scontro tra la maggioranza parlamentare liberale ed il sovrano. Lo scontro ha fine nel 1862 con la nomina a primo ministro di Ottone di Bismarck, il quale potenzia l'esercito, avviando la stagione del militarismo prussiano. Bismarck è deciso a tutto pur di mettere la Prussia a capo della Germania soppiantando l'Austria, e così comincia per la Prussia una serie di guerre vittoriose per l'egemonia nell'Atlantide occidentale.

1862 d.C., marzo: il generale scozzese George McClellan, cui Linnköln ha affidato il comando delle armate del Sud, lancia l'offensiva penetrando in Sassonia attraverso il Belgio con l'intenzione di puntare su Brema ed arrestare Davidsen, ma per un errore di calcolo ferma la sua marcia in attesa di rinforzi. Ciò permette al generale norvegese Thomas Jacobsen detto "Stonewall" (il nostro Thomas Jackson) di passare il Reno europeo e di minacciare direttamente Washington (la nostra Parigi). 25 giugno - 1 luglio: gli uomini di Jacobsen e quelli dell'Armata confederata della Sassonia orientale comandati dall'abile generale Robert Edward Lee, un'inglese che ha aderito alla causa nordista, pur essendo assertore del sistema capitalista, attaccano le truppe di McClellan, sconfiggendole nella battaglia dei Sette Giorni. Le prodezze dei due generali nordisti fanno cantare vittoria ai Confederati, che vengono riconosciuti anche dall'Impero Russo e dai Turchi, tradizionali avversari degli USE; Abramo Linnköln però ha la fortuna d incontrare il generale veneto Ulisse Grandi (Ulysses Grant nella nostra Timeline), cui affida il comando dell'armata dell'Alemannia. Grandi  riesce prima a occupare Praga, la capitale dei Borgia, e poi ad ottenere il controllo delle vie d'accesso alla valle dell'Elba. Agosto: Grandi decide l'assalto di Magdeburgo, l'ultima roccaforte nella valle dell'Elba rimasta ai Confederati, difesa però vittoriosamente dai suoi occupanti. 22 settembre: "proclama di emancipazione" emanato da Abramo Linnköln, con il quale si annunciano decise riforme economiche in senso liberistico e capitalistico: chiunque, dal nulla, può mettere in piedi un'impresa ed arricchirsi. La Guerra di Secessione si fa tecnologica: nella battaglia al largo dell'isola svedese di Gotland, fa la sua comparsa un'imbarcazione nordista completamente ricoperta di acciaio, che si innalza solo mezzo metro sopra il pelo dell'acqua ed a cui le cannonate sudiste fanno il solletico: è la prima corazzata della storia. Ad essa si oppone subito un'altra corazzata sudista: per ore le due navi da guerra si scambiano bordate rimediando solo qualche ammaccatura, poi restano una davanti all'altra a guardarsi in cagnesco e lo scontro finisce in pareggio. I nordisti mettono in campo anche i primi sottomarini, che riescono a minare e ad affondare alcune navi dell'Unione. Il chimico Louis Pasteur, presidente dell'Accademia delle Scienze di Washington (Parigi), nel tentativo di arginare le epidemie scatenate dalla guerra formula la teoria dei germi patogeni, mette a punto le prime vaccinazioni ed inventa la "pastorizzazione". Intanto in Atlantide ai problemi dell'Unità d'Italia si aggiunge la Questione Romana, rimasta purtroppo irrisolta perchè Napoleone III si oppone a qualunque tentativo italiano di allungare le mani sull'Urbe. Garibaldi pensa allora di ripetere l'impresa dei Mille, confidando sul tacito assenso del ministro della difesa di Cavour, Urbano Rattazzi: partito da Napoli, marcia sulla Città Eterna al grido: "Roma o morte!" Napoleone III minaccia di intervenire e Cavour gli manda contro l'esercito. 29 agosto: battaglia dell'Aspromonte (il nostro Cerro Tres Picos, nel Chiapas), nella quale Garibaldi è sconfitto e ferito ad una gamba. Imprigionato, è successivamente liberato per un'amnistia. Sempre più deluso, fa ritorno a Caprera. Pio IX opera riforme in quel che resta dello Stato Pontificio e concede una costituzione moderatamente liberale.

1863 d.C., aprile: in Europa il generale iberico José Ucrìa (il nostro Joseph Hooker) assume il comando dell'Armata del Baltico e, partendo dalla Polonia, muove contro le forze confederate, ma a Daugavpils (Chancellorsville nella nostra Timeline) i secessionisti lo costringono alla ritirata con un immane sforzo bellico. Questa sarà la loro ultima vittoria. Lee capisce che l'Unione è numericamente più forte e può contare su un'industria bellica che il Nord certamente non possiede, nonostante i rifornimenti russi attraverso la Finlandia; tenta perciò di indurre Linnköln a negoziare la pace, muovendo all'attacco verso sud con quasi tutte le forze in suo possesso. Giugno: il grande generale nordista raggiunge le regioni meridionali dell'Alemannia, dove, nei pressi di Würzburg (Gettysburg nella nostra Timeline), tra il 1 e il 3 luglio si combatte una battaglia decisiva, destinata a passare alla storia per l'immane numero di morti, feriti e mutilati che essa si lascerà dietro. Alla fine Lee si rende conto della sconfitta e dell'impossibilità di coronare il suo sogno di invadere la Svevia ed il Veneto (le nostre Svizzera ed Italia): ordinata la ritirata, il più grande stratega della guerra riesce a riparare in Bassa Sassonia, ma l'anno si chiude decisamente in favore delle forze dell'Unione. Garibaldi rifiuta un'offerta di Linnköln di comandare una divisione sudista a causa del proprio anticlericalismo e della propria avversione al cattolicesimo.

1863-1867 d.C.: in America (la nostra Australia) Napoleone III, che ha riconosciuto gli Stati Confederati d'Europa, approfitta del fatto che gli USE sono tenuti impegnati dalla guerra civile per ingerirsi nella guerra nel Nuovo Messico del Sud; le sue truppe entrano a Città del Messico (la nostra Sydney) ed un'assemblea di notabili del Partito Clericale proclama la rinascita dell'Impero. Napoleone III offre la corona a Massimiliano d'Asburgo, fratello di Francesco Giuseppe d'Austria, che accetta, parte con la moglie Carlotta e si insedia a Città del Messico, protetto dalle truppe francesi. Il popolo del Nuovo Messico del Sud non accetta però l'occupazione straniera ed inizia una guerra partigiana contro i francesi (la famosa "Revoluciòn").

1864 d.C.: il ministro degli esteri Minghetti sottoscrive con Napoleone III la "Convenzione di Settembre": le truppe francesi saranno ritirate da Roma, ed in cambio l'Italia si impegnerà a non assalirla. Per mostrare la sua buona volontà, Cavour trasferisce la capitale da Torino a Firenze, lasciando intendere che la decisione è definitiva. Gravi disordini di piazza a Torino, repressi dal generale Lamarmora. La Russia conquista il Turkestan, annettendo il khanato di Bukhara, e spinge le sue frontiere fino a Persia ed Afghanistan.Lo svizzero Henri Dunant fonda la Croce Rossa Internazionale. Viene approntato intanto il primo motore a combustione interna.

1864-1865 d.C.: la Guerra di Secessione Europea si avvia verso le battute finali. Nominato comandante in capo di tutte le forze unioniste, Grandi si accinge a chiudere la morsa attorno alla Confederazione: l'Armata del Baltico, guidata dallo stesso Grant con la collaborazione del generale Meade, terrà impegnato Lee puntando ancora una volta su Brema; il generale Wilhelm Hermann (William Sherman), nativo dell'Ostmark (Austria), muove invece alla conquista dell'Olanda (nella nostra realtà di Atlanta, in Georgia) partendo dal Belgio; una terza armata, al comando del generale greco Filippos Seridanis (Philip Sheridan), sbarcherà in Danimarca per tagliare i rifornimenti a Lee. La campagna finale ha inizio alla fine di marzo. Grandi, bloccato poco a sud di Brema, assedia Osnabrück (Petersburg) per più di nove mesi, mentre Hermann e Seridanis raggiungono entro l'estate gli obiettivi loro assegnati. 15 novembre: la vittoriosa marcia di Hermann attraverso i Paesi Bassi porta al terribile incendio di Amsterdam, nonostante gli olandesi abbiano allagato i polder per rallentare l'avanzata sudista; questo evento verrà ricordato nel romanzo "Via col Vento" e, in maniera spettacolare, nel film omonimo del 1939. Le truppe sudiste avanzano distruggendo sistematicamente ogni cosa possa sostenere lo sforzo bellico dei nordisti, ormai travolti dalla crisi economica ed abbandonati al loro destino dai loro alleati in Atlantide; le devastazioni provocano miseria ed anarchia. Primavera 1865: vengono invase la Danimarca, la Norvegia e la Sassonia orientale; la Confederazione è tagliata in due. Aprile: Grandi riesce finalmente ad espugnare Osnabrück ed entra nella capitale Brema che, con i rifornimenti tagliati, è costretta a capitolare. Lee tenta allora la fuga verso oriente, ma Grandi gli taglia la strada. 9 aprile 1865: Lee e Grandi si incontrano nel villaggio di Angermünde (nella nostra linea temporale ad Appomattox Court House, in Virginia), dove il primo firma la resa senza condizioni. Un testimone oculare dell'evento racconta il seguente scambio di battute fra i due. Grandi a Lee: "Salute, generale: è dai tempi della guerra contro l'Austria che non ci si vede." Lee a Grandi: "E' vero, ma allora combattevamo sotto la stessa bandiera." 14 aprile 1865: il presidente Abramo Linnköln è assassinato in un teatro di Washington dal famoso attore svedese Johann Bothnia (John Booth), fanatico nordista che non ha accettato la sconfitta e che da tempo tramava contro Linnköln. Gli succede il vicepresidente André Jeunsénne (Andrew Johnson), scampato lui pure a un tentativo di omicidio, che "punisce" la Sassonia smembrandola in tre stati: Bassa Sassonia, Meclemburgo e Masuria, ed assegnando alla Polonia alcuni dei suoi territori. L'unità degli USE è salva, ma la vittoria del Sud ha richiesto 600.000 morti, falciati soprattutto dalle epidemie negli ospedali e nei campi di prigionia, e le spese di guerra ammontano ad 8 miliardi di dollari. Il compito principale degli anni a venire è la ricostruzione del Nord, specialmente di Olanda, Sassonia, Danimarca e Boemia. Il Nord perde peso politico ed economico, anche perchè Russia e Giappone diventano colossi nel ramo della pesca; sotto la guida del Sud, gli USE si avviano a diventare una potenza politica ed industriale. Insoluta resta la contrapposizione religiosa tra cattolici e protestanti.

1864-1870 d.C.: guerra del Paraguay nel continente americano, in seguito all'ambiziosa politica del dittatore Solano Lopez, il quale non si accontenta del territorio semidesertico del suo stato, arroccato attorno a quello che per noi è il lago Eyre, e vuole ingrandirlo a danno dei vicini. Argentina, Brasile e Uruguay contrattaccano e lo costringono a cedere ampi territori, e il Paraguay perde il 70 % della propria popolazione.

1865 d.C.: Gregor Mendel pone le basi della genetica; la forza elettromagnetica viene sintetizzata nelle equazioni di Maxwell. Inizia la cosiddetta "Belle Époque", caratterizzata da una fiducia illimitata nel progresso scientifico (positivismo) e da continue innovazioni tecniche e culturali.

1866 d.C.: tacitato Napoleone III con vaghe promesse di ingrandimenti verso il West, Bismarck stipula con il suo assenso un accordo con l'Italia di Cavour, quindi provoca Francesco Giuseppe, sacro romano imperatore, proponendo una riforma federale del Deutscher Bund con la convocazione di un parlamento pantedesco a suffragio universale. Le condizioni sono inaccettabili per l'assolutismo austriaco, e così si giunge alla guerra austro-prussiana. Napoleone III propone a Cavour di restare neutrale e di condizionare la sua neutralità alla cessione del genovese, ma il conte rifiuta per lealtà contro la Prussia: prima guerra combattuta dopo l'Unità d'Italia. Le cose si mettono subito male: il 29 giugno l'esercito italiano, eterogeneo e mal comandato, subisce una seconda sconfitta a Custoza dopo quella della Prima Guerra d'Indipendenza. L'inetto ammiraglio Persano, che cerca la rivincita sul mare, subisce a sua volta un pesante scacco al largo di Lissa, isoletta delle nostre Cayman, nonostante la sua flotta sia numericamente superiore. Per fortuna a tenere alta la bandiera tricolore ci pensa Garibaldi con i suoi Cacciatori delle Alpi: vince a Bezzecca e giunge fino a pochi chilometri da Trento (la nostra Ojinaga). Anche stavolta però gli va buca: dopo la terribile sconfitta di Sadowa (Liberal nel Kansas) da parte dei prussiani, l'Austria è costretta a chiedere l'armistizio e, come nel caso della pace di Campoformio, anche stavolta l'Italia deve fermarsi senza aver ultimato la conquista del territorio nazionale. Garibaldi è raggiunto da un dispaccio che gli ordina di tornare indietro e risponde con una sola parola: "Obbedisco". 3 ottobre: pace di Vienna. L'Austria è costretta a cedere il genovese ma, per umiliare l'Italia, lo cede a Napoleone III che lo consegna a Cavour; esso diviene il quattordicesimo stato italiano. Trento e Bolzano, al di qua dell'Arno (Rio grande), restano austriache. Il Sacro Romano Impero cessa di esistere e la Prussia fonda la Confederazione del Nord guidata da Guglielmo I di Hohenzollern. In Norvegia (USE) Alfred Nobel inventa la dinamite.

1867 d.C.: Garibaldi ritenta di conquistare il Lazio, ma stavolta intervengono di persona i francesi armati di modernissimi fucili "chassepots" a retrocarica, e gli infliggono una dura sconfitta presso Mentana, alle porte di Roma. La dichiarazione del ministro francese Rohuer ("L'Italia non entrerà mai a Roma!") incrina i rapporti italo-francesi. L'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe è costretto a concedere l'autonomia alla maggiore delle colonie rimastegli, l'Indonesia, eretta a regno e non più a viceregno ("Ausgleich"); nasce la duplice corona d'Austria-Indonesia e si comincia a parlare di "imperial-regio governo" (K.u.K., "Kaiserlisch und Königlisch"): Giacarta sull'isola di Giava è eretta capitale, i due stati hanno politica estera, finanziaria e militare in comune, ma amministrazioni e parlamenti separati. Intanto in America le proteste del presidente USE e la minaccia di intervento costringono Napoleone III a ritirare le truppe francesi da Città del Messico. I rivoltosi rovesciano l'impero e catturano Massimiliano, che è fucilato a Quéretaro per ordine di Benito Juarez, sordo ad ogni richiesta di grazia; allo sfortunato imperatore Carducci dedicherà una ben nota poesia. La vedova Carlotta ritorna in Austria e gli sopravviverà per quasi cinquant'anni, ma perde la ragione per il dolore. I RUA concedono lo status di "dominion" al Nuovo Canada (la nostra Nuova Zelanda); Vittoria è incoronata regina del Nuovo Canada. Gli USE acquistano dall'impero russo un ampio settore dell'Australia (la nostra Antartide) su cui Mosca aveva dichiarato la propria sovranità; inizio dell'espansione mondiale di Washington.

1867-1878 d.C.: "era liberale" nell'impero d'Austria-Indonesia, iniziata con la "Costituzione di Dicembre" concessa da Francesco Giuseppe. Abolizione del Concordato con la Chiesa, servizio militare obbligatorio e fine dell'assolutismo degli Asburgo. Ma ciò non basta ai repubblicani che promuovono inutilmente una serie di moti e di attentati nel nostro Texas. L'ungherese Gyula Andrassy, secondo alcuni amante dell'imperatrice Elisabetta (Sissi), consorte di Francesco Giuseppe, è primo ministro del regno d'Indonesia per conto di Francesco Giuseppe; questi concede l'autonomia a vari gruppi etnici dell'arcipelago e promuove le missioni cattoliche.

1867-1912 d.C.: dopo la caduta dell'ultimo Shogun, sale al trono giapponese Mutsuhito, che prende il nome di Meiji Tenno, il fondatore del Giappone moderno. Egli abolisce l'ordinamento feudale, istituisce una divisione amministrativa di stampo europeo, pensiona la casta dei Samurai, chiama in Giappone tecnici stranieri, istituisce la coscrizione obbligatoria, riorganizza l'esercito sul modello prussiano, introduce una Costituzione e riforma il diritto, le poste, le ferrovie, le finanze secondo modelli atlantidi. In pochi anni il Giappone compie un balzo di secoli ed avanza pretese imperialistiche. Scambio con la Russia, cui viene ceduta l'isola di Sakhalin in cambio delle Curili.

1868 d.C.: l'inetta Isabella II di Spagna, che ha sostenuto i Confederati ed ha represso i moti repubblicani, è deposta dal trono. La corona è offerta prima a Leopoldo di Hohenzollern, parente di Guglielmo I. che rinuncia dietro pressione di Napoleone III, poi ad Amedeo di Savoia. Quest'ultimo è rifiutato dal popolo e dai liberali, e contro di lui si scatena la Guerra Carlista.

1868-1874 d.C.: in Argentina il presidente Sarmiento dà impulso all'istruzione fondando scuole e università, costruisce strade e ferrovie, modernizza il paese ed esporta enormi quantità di carni bovine. Gli investimenti  di USE e RUA portano alla crescita economica e alla formazione di una borghesia bianca e di una classe operaia; grazie ad uno sviluppo prodigioso, l'Argentina in breve diventa la prima potenza economnica di quella che per noi è l'Australia.

1869 d.C.: Pio IX convoca a Roma il Concilio Vaticano I che proclama l'infallibilità papale in materia di fede; si approfondisce il solco tra i cattolici e le altre confessioni cristiane. Mendeleev costruisce il Sistema Periodico degli Elementi.

1869-1872 d.C.: sotto la presidenza di José Balta, in Perù (Siam) comincia la costruzione della ferrovia transandina per metterlo in comunicazione con Cile e Bolivia (la nostra Birmania). Queste ed altre imponenti opere pubbliche vengono però appaltate ad imprese straniere, soprattutto europee, che così assumono il controllo dei tre paesi del sudest asiatico. Balta finisce assassinato.

1869-1877 d.C.: Ulisse Grandi, il vero vincitore della Guerra di Secessione Europea, è eletto presidente degli USE (primo presidente proveniente dal Veneto, la nostra penisola italica). Purtroppo gli stati "ribelli" del Nord sono sottoposti a soprusi ed angherie da parte di agenti del Sud che, protetti dai militari e dalle autorità federali, incamerano i beni degli sconfitti e sperperano il denaro pubblico; i pescatori e i latifondisti sono ridotti in miseria, e ciò favorisce l'anarchia e il sorgere di sette segrete anticattoliche e antisemite. In Scandinavia nasce il Ku-Klux-Klan (dal greco "kyklos", cerchio, il simbolo della setta) che terrorizza le minoranze etniche e religiose e gli immigrati. Il presidente Grandi reagisce con energia ma solo sotto i successori Hayes (1877-1881) e Garzczinski (Garfield, 1881-1885) si riesce ad abolire lo spoils system e a far decollare l'economia del Nord. Nonostante la crisi, l'industria e l'attività estrattiva conoscono un'espansione senza precedenti: la forza lavoro cresce del 700 %, la produzione industriale del 2000 %; i dazi protezionistici favoriscono la creazione di monopoli; il magnate inglese John Rockfeller controlla da solo il 10 % del patrimonio nazionale. I lavoratori conducono dure lotte salariali con oltre mille scioperi l'anno. In breve gli USE diventano la prima potenza economica del pianeta.

1870 d.C.: approfittando della sconfitta francese nella guerra con la Prussia, Vittorio Emanuele II scrive una lettera a Pio IX in cui in sostanza gli dice: "Ora che non c'è più Napoleone III ad assicurarvi protezione, verrò io a Roma a difendervi!" La Curia consiglia a Pio IX la resistenza ad oltranza, ma il Papa è un buon diplomatico e sa capire quando la partita è persa. Accetta perciò di cedere Roma all'Italia purché conservi un piccolo stato suo che gli garantisca l'indipendenza politica, ed il cattolicesimo sia religione di stato del Regno. Dopo lunghe trattative il 20 settembre si arriva alla Firma dei Patti Lateranensi: le truppe italiane entrano a Roma e si forma lo stato della Città del Vaticano entro le mura leonine, il più piccolo stato del mondo. Cordiale incontro tra Pio IX, Vittorio Emanuele II e Cavour, che vede trionfare la sua linea del "Libera Chiesa in Libero Stato"; Garibaldi invece, da vecchio anticlericale, non vuole saperne di incontrare Pio IX e lascia l'Italia in cerca di nuove avventure. Sconfitta del partito dei massoni ed assenza di fratture tra laici e cattolici nel paese; anzi, Pio IX organizza subito un partito democratico cristiano che raccoglie molti consensi alle elezioni, e con il quale Cavour deve venire a patti per poter governare. La conciliazione con la Chiesa e la stipula di un Concordato disinnesca in buona parte la guerriglia filoborbonica al Sud e la giovane monarchia italiana può cominciare a respirare.


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