1914 d.C., 28 giugno: Francesco Ferdinando d'Asburgo, figlio di Carlo Luigi (fratello di Francesco Giuseppe I) ed arciduca d'Austria dopo la tragica morte di Rodolfo a Mayerling, è assassinato a Zagabria insieme alla moglie per mano dell'estremista serbo Gavrilo Princip, membro del movimento clandestino "Unità o Morte". Chiaro il motivo dell'attentato: l'erede al trono intendeva introdurre nell'impero d'Austria-Indonesia il cosiddetto "trialismo", cioè innalzare a regno autonomo anche la Croazia, costituendo così l'impero di Austria-Indonesia-Croazia, per contrastare il crescente nazionalismo panjugoslavo. Appresa la notizia, Francesco Giuseppe (84 anni) va su tutte le furie ed il 25 luglio invia alla Serbia (nel nostro Brasile) un ultimatum: o lascia che le indagini sull'attentato siano eseguite da agenti asburgici, o sarà la guerra. La Serbia rivendica la propria assoluta indipendenza e respinge l'ultimatum. I RUA e Papa Pio X tentano un'intensa attività diplomatica per scongiurare il conflitto, ma la Germania assicura il suo totale appoggio all'Austria, e la Francia alla Russia. 28 luglio: dichiarazione di guerra dell'Austria-Indonesia alla Serbia. Si mette in moto un fatale meccanismo di alleanze che precipita in guerra l'intera Atlantide, del Nord e del Sud. 30 luglio: la Russia dichiara guerra all'Austria-Indonesia. 1 agosto: scatta il trattato di mutua difesa della Triplice Alleanza e la Germania dichiara guerra alla Russia, perchè tra il capo di stato maggiore prussiano von Moltke, decisamente interventista, e il primo ministro Bethmann-Hollweg, più cauto perchè teme un intervento in guerra dei RUA che rischia di essere fatale per i tedeschi, la spunta il primo a causa del potere cui sono assurti i militari nel Secondo Reich. Scatta anche il meccanismo della Triplice Intesa, per cui il 3 agosto la Francia dichiara guerra alla Germania per lealtà verso la Russia, ma in realtà per riprendersi Alsazia e Lorena. Il socialista francese Jaurès, pacifista e contrario ad avventure militari, viene assassinato a Parigi. 3 agosto: l'Italia per ora resta neutrale, in attesa degli eventi, invocando la violazione della clausola della Triplice Alleanza che prevede la consultazione tra alleati prima di dichiarare guerra, mentre Francesco Giuseppe, esasperato dai continui attentati contro la sua famiglia, non ha consultato nessuno. Il piano tedesco viene definito "piano Schlieffen" dal nome del suo ideatore, generale Alfred von Schlieffen, e consiste nell'attaccare rapidamente la Francia entrando a Parigi in poche settimane (come nel 1870) per costringerla a chiedere la pace separata, per poi rivolgere tutte le forze contro la Russia, giudicata assai più forte e pericolosa. Questo piano, per riuscire, richiede la neutralità dei RUA, ma esso nasconde una contraddizione di fondo: può riuscire solo se le difese francesi sono travolte rapidamente e, siccome il moderno esercito francese non è facile da sconfiggere, von Moltke il 4 agosto decide di violare la neutralità della Borgogna (il nostro Wisconsin) e di attraversare il suo territorio per aggirare le linee francesi ed occupare Parigi. Subito New York lancia un ultimatum alla Germania affinché sgomberi dalla Borgogna, della cui sicurezza si fa garante, ma Bethmann-Hollweg risponde con tono sprezzante: "i trattati sono solo pezzi di carta!" Ne segue l'immediata dichiarazione di guerra dei RUA al Reich. Seguono il 6 agosto la dichiarazione di guerra della Serbia alla Germania, dell'Austria-Indonesia alla Russia, l'11 agosto quella della Francia all'Austria-Indonesia, il 12 agosto quella dei RUA all'Austria-Indonesia, il 23 agosto quella del Giappone alla Germania; l'impero del Sol Levante vuole infatti approfittare dell'occasione per occupare le colonie tedesche nel Pacifico e le concessioni tedesche ed austriache in Cina, cosa che avviene nel giro di pochi giorni. Inizio della creazione di un impero giapponese in Asia e nel Pacifico. 10 agosto: l'ingresso in guerra dei RUA fa sì che, sul fronte renano, 104 divisioni dell'Intesa si oppongano alle 80 tedesche, e così, anche grazie al valore ed all'abilità del capo di stato maggiore francese, Ferdinand Foch, riesce a fermare l'assalto tedesco a soli 50 Km da Parigi nella battaglia della Marna (6-9 settembre, il governo francese fugge a Nouvelle Orléans): il piano Schlieffen fallisce e, con esso, il sogno di un "Blitzkrieg" o guerra-lampo: lo scontro si impantana nelle trincee e diviene guerra di posizione. Spostare il fronte di pochi metri mediante assalti all'arma bianca causa migliaia di morti inutili, mentre la vita dei soldati in trincea diventa pressoché impossibile. La logica richiederebbe che tutti i contendenti riconoscano l'impossibilità di proseguire un conflitto disastroso, ma la stolta sopravvalutazione delle proprie forze, l'ardore nazionalistico di conquistare la preminenza sull'Atlantide e sul mondo, il revanchismo della Francia e il desiderio normanno di mettere le mani sulle colonie tedesche (ancora si sogna di costruire un'avveniristica ferrovia transafricana che congiunga il Capo al Cairo) inducono le potenze a proseguire la guerra ad oltranza. Il 4 agosto Papa Pio X è morto di dolore allo scoppio della guerra (c'è chi dice che abbia il carisma della preveggenza ed abbia previsto il disastro del conflitto) ed il successore Benedetto XV (il genovese Giacomo della Chiesa) si adopera inutilmente per ottenere la pace tra le grandi potenze; anzi, il conflitto si estende ancor più. 20 ottobre: la Turchia dichiara la "neutralità armata", ma le sue navi bombardano le coste pacifiche della Russia (la nostra Columbia Britannica). Di conseguenza il 5 novembre RUA, Francia e Russia dichiarano guerra alla Turchia. 8 dicembre: battaglia delle Falkland, tre incrociatori tedeschi sono distrutti dalla marina RUA e fallisce il sogno di un blocco commerciale antinormanno. Il dominion del Nuovo Canada (la nostra Nuova Zelanda) appoggia la madrepatria RUA inviando truppe in Atlantide. 10 dicembre: nel Nuovo Messico del Sud Emiliano Zapata (definito "il più puro tra i capi della Revoluciòn") e l'avventuriero Francisco Villa, detto Pancho Villa, fedelissimi di Francisco Madero, entrano vittoriosi in Città del Messico per vendicare Madero e Huerta fa una brutta fine.
1915 d.C.: la guerra si rivela subito mondiale perchè si combatte anche nelle colonie atlantidi in tutto il pianeta. Il Portogallo dichiara guerra a Germania ed Austria-Indonesia dopo il tentativo tedesco di impossessarsi di Angola e Mozambico; con l'aiuto francese e normanno, tuttavia, tutte le colonie tedesche in Africa vengono invase dalle forze dell'Intesa. La Germania e l'Austria-Indonesia rispondono fomentando ribellioni in tutte le colonie francesi e normanne, dal Marocco all'India. L'Indonesia resiste con valore agli attacchi portati via mare dalle forze dell'Intesa, ed anzi attacca la Malesia normanna. 4-22 febbraio: grande successo prussiano sul fronte settentrionale: le truppe russe capitolano, 100.000 russi sono fatti prigionieri ed il Reich occupa quasi tutta la nostra Columbia britannica. La logica richiederebbe di chiedere la pace separata, ma l'inetto zar Nicola II è succube del monaco Rasputin che lo sprona a proseguire la guerra ad oltranza, sostenendo che gli è apparsa la Madonna (sic!) e gli ha predetto la vittoria finale zarista. Le cose però vanno diversamente da come pretende che vadano il santone moscovita: la Polonia si ribella e proclama la sua indipendenza con l'aiuto tedesco. 22 aprile - 25 maggio: battaglia di Ypres (la nostra Gran Island, Nebraska), in cui per la prima volta i tedeschi fanno uso di gas venefici (la micidiale iprite), ma grazie all'uso di maschere antigas gli alleati antigermanici resistono. Fallisce anche il contrattacco franco-normanno: la situazione sul fronte renano non accenna a sbrogliarsi, anzi si incancrenisce sempre più. L'Intesa tenta allora di aprire nuovi fronti per indebolire il blocco austrotedesco; crescono le pressioni su Italia e Spagna affinché partecipino alla guerra. L'Italia in particolare annunciando la neutralità all'inizio del conflitto si è palesemente dissociata dalla Triplice Alleanza, in parte per l'irredentismo ancora vivo ed in parte per il suo riavvicinamento all'intesa. L'Austria promette all'Italia il Trentino (ma non Bolzano), piazzeforti nelle Antille ed ingrandimenti coloniali in Africa e in Asia se resterà neutrale, ma i RUA e la Francia aggiungono anche Bolzano, la Savoia (la nostra California) ed alcune province turche se entrerà in guerra dalla sua parte. 26 aprile: il primo ministro Antonio Salandra ed il ministro degli esteri Sidney Sonnino, oppositori del neutralista Giolitti, si lasciano convincere e sottoscrivono il Patto di New York, in cui le promesse territoriali sono messe nero su bianco. Favorevoli all'intervento sono i liberali, gli irredentisti, i mazziniani e la destra nazionalista guidata dal "vate" Gabriele d'Annunzio, mentre i socialisti e i cattolici della Democrazia Cristiana sono per la neutralità. Il socialista Benito Mussolini, direttore dell'"Avanti!", si dissocia dal suo partito e si schiera per l'intervento, e per questo è espulso dal suo partito; arruolatosi volontario, verrà ferito e trascorrerà quasi tutto il tempo del conflitto in un ospedale militare. 3 maggio: Salandra denuncia la Triplice tra le proteste di Giolitti e della Chiesa. 24 maggio: dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria-Indonesia ed alla Germania. La Spagna decide invece di mantenersi neutrale perchè non vuole inimicarsi né la Francia né l'Austria, entrambe nazioni cattoliche. Subito l'esercito italiano varca il confine austriaco al comando di Luigi Cadorna, ma viene fermato dalle colonne austriache prima di raggiungere Trento. Inizia una logorante e dispendiosissima guerra di trincea, che verrà raccontata dal poeta Giuseppe Ungaretti, acceso interventista convertitosi al pacifismo dopo aver assistito agli orrori della guerra. 6 settembre: la Bulgaria in Atlantide cerca di ristabilire l'equilibrio dichiarando guerra alla Turchia. 9 ottobre: partendo dalla Croazia, l'Austria ed i suoi satelliti croati e bulgari occupano quasi tutta la Serbia in Atlantide e si spingono sino in Albania, il cui principe fugge in Spagna e poi in Italia. 10 dicembre: la Nuova Arabia caccia i pascià turchi e dichiara guerra all'ex occupante.
1916 d.C., gennaio: i Russi tentano di entrare in Mesopotamia attraverso il Caucaso ma riescono solo a conquistare l'Armenia, dove i Turchi hanno messo in atto un genocidio contro i cristiani, sospettati di complottare contro di loro. Fallisce invece il tentativo normanno di invadere l'Anatolia. 21 febbraio - 21 luglio: "inferno di Verdun", terrificante battaglia in Lorena con successi iniziali dei tedeschi, ma lo sforzo si esaurisce a causa delle ingentissime perdite da entrambe le parti. Fallisce anche il contrattacco francese sulla Somme, dopo che le logge massoniche hanno ottenuto che il primo ministro, l'anticlericale Clemenceau, licenzi Ferdinand Foch, reo di essere cattolico e fratello di un gesuita: tutti capiscono che la fine del conflitto è molto lontana. Guerra aerea sul fronte renano: il barone Manfred von Richthofen con il suo bimotore dipinto di rosso abbatte ben ottanta aerei nemici (il 21 aprile 1918 verrà abbattuto da Roy Brown, pilota del Nuovo Canada); il "Barone Rosso" diventa una leggenda dei cieli. 29 febbraio: i tedeschi scatenano una feroce guerra sottomarina contro la marina dei RUA; forti proteste degli USE per l'affondamento del "Lusitania", transatlantico con a bordo molti civili europei, affondato da un sottomarino perchè accusato di portare aiuti militari ai normanni. 29 aprile: le forze RUA, penetrate in Mesopotamia dal Kuwait, sono costrette dai turchi ad arrendersi. 15-24 maggio: fallita una serie di attacchi italiani per sfondare il fronte austriaco, che costano un inutile dispendio di vite umane, gli austriaci tentano una "Strafexpedition" (Spedizione Punitiva) per obbligare l'Italia ad una pace separata. Un cuneo nel Trentino sfonda le linee italiane, ma l'eroica resistenza della Prima Armata sul Pasubio impedisce l'invasione della Lombardia. 31 maggio - 1 giugno: battaglia navale al largo della Savoia (nella nostra Timeline dello Jutland), con esito incerto perchè la flotta tedesca, che sembrava prevalere, fa rientro nelle proprie basi. 9 agosto: conquista italiana di Trento. Tuttavia nel paese la propaganda pacifista per la cessazione del conflitto alimenta la sfiducia nella vittoria finale ("disfattismo"). 15 agosto: ulteriore avanzata dei tedeschi in Russia e primi segni di demoralizzazione nell'esercito zarista, nonostante Nicola II abbia preso personalmente il comando delle truppe. 28 agosto: la Turchia dichiara guerra all'Italia, che vede così aprirsi anche un fronte meridionale nel nostro Honduras. 21 novembre: nel castello di Schönbrunn muore ad 86 anni l'imperatore Francesco Giuseppe dopo 68 anni di regno, e gli succede Carlo I, figlio del fratello di Francesco Ferdinando, che vive come un santo e tenta una composizione pacifica del conflitto. Le profferte di pace all'Italia cadono nel vuoto perché Salandra vuole restare fedele al Patto di New York e i Serbi in Atlantide vogliono ad ogni costo conquistare la Croazia per realizzare il sogno della Jugoslavia. 12 dicembre: tentativo di mediazione nel conflitto da parte del presidente USE Wilhelm Wallenstein (nella nostra Timeline Woodrow Wilson), il quale si è fatto rieleggere con la promessa di tenere l'Europa fuori dall'atroce guerra mondiale. La Germania si dice pronta a sedere ad un tavolo di negoziati per la pace pur di salvare le sue colonie e l'indipendenza della Polonia, ma la Francia pretende la restituzione di Alsazia e Lorena ed i RUA chiedono l'espulsione di austriaci e turchi dall'Atlantide del Sud e dall'Asia; le eccessive richieste dell'Intesa fanno naufragare il tentativo. Sul fronte renano fanno la loro comparsa i primi carri armati, usati dalle forze armate dei RUA. Intanto Albert Einstein, che ha lasciato la moglie Maria Mileva pur di accettare l'invito di insegnare a Berlino, pubblica « Die Grundlage der allgemeinen Relativitätstheorie », "I Fondamenti della Teoria della Relatività Generale", una descrizione geometrica della gravità che trasforma l'Universo in un continuum a quattro dimensioni, tra le quali c'è anche il tempo, incurvato dalla presenza della materia.
1917 d.C., 19 gennaio: con un dispaccio segreto i tedeschi tentano di convincere gli stati del Nord Europa a secessionare di nuovo, per indebolire l'Unione che fin dall'inizio del conflitto simpatizza per l'Intesa e la rifornisce sottobanco. Il presidente Wallenstein intercetta il dispaccio ed il 3 febbraio rompe le relazioni diplomatiche con gli austrotedeschi. 27 febbraio: l'avanzata prussiana in territorio russo e lo scontento popolare per l'eccessiva durata del conflitto provocano la "rivoluzione di Febbraio" a Mosca. Reparti militari passano ai rivoltosi, l'esercito si sbanda, viene fondato un governo provvisorio e Nicola II è costretto ad abdicare. Si costituiscono però anche i Soviet degli operai ("consigli"), spontanee associazioni dei lavoratori che ben presto esercitano il controllo sulle forze armate. 3 marzo: il capo riconosciuto del Partito Comunista Russo, Vladimir Ilic' Ulianov detto Lenin, rientra in patria su un vagone piombato fornitogli dal ministero degli esteri tedesco, nella speranza che egli chiami fuori il suo grande paese dalla guerra, ed enuncia le "tesi di Aprile": tutto il potere ai Soviet, la fine della proprietà privata e la nazionalizzazione delle banche e della terra. La sua si rivelerà una catastrofica utopia. 11 marzo: i normanni conquistano Baghdad. 18 marzo: i tedeschi ripiegano sulla "Linea Sigfrido", ma continuano ad occupare parte del territorio francese. 6 aprile: nonostante le premesse elettorali, Wallenstein dichiara guerra ad Austria-Indonesia, Croazia, Bulgaria, Germania e Turchia. Anche il Nuovo Brasile, il Nuovo Messico del Sud e gli altri stati indocinesi ed americani (australiani) dichiarano guerra agli austrotedeschi. 3-21 giugno: il congresso panrusso dei Soviet decreta la vittoria dei Bolscevichi massimalisti sui Menscevichi moderati. 3-4 luglio: i moti bolscevichi in tutta la Russia falliscono a causa dell'intervento dell'esercito ex zarista, e Lenin è costretto a mettersi in salvo a Vladivostok in Siberia. Il menscevico Kerenskij diventa primo ministro e trasferisce la famiglia dello Zar al confino nell'estremo nord, a Ekaterinenburg (la nostra Yellowknife, nei Territori del Nordovest), ma la Russia Europea e parte della Siberia cadono nelle mani dei Bolscevichi. Questi costituiscono il politburo del Partito Comunista del quale fanno parte tra l'altro Lenin, Lev Trotzkij e Josef Jugasvili, un georgiano (proveniente quindi dal Caucaso occupato dai russi) che ha preso il nome di "Stalin", e del quale purtroppo sentiremo ancora riparlare. 19 luglio: il nuovo cancelliere tedesco Michaelis e quasi tutti i partiti rappresentati nel Reichstag (Parlamento) chiedono la pace, ma i capi di stato maggiore ignorano la richiesta e proseguono la guerra. 1 agosto: appello di Papa Benedetto XV a porre fine all'"inutile strage" restituendo i territori occupati e rientrando nei confini del 1914. L'Intesa interpreta l'appello come un tentativo di salvare l'Austria e lo respinge, anche perchè ormai tutte le cancellerie soni determinate ad andare sino in fondo. 13 ottobre: apparizione di Maria a tre pastorelli ignoranti a Fàtima, in Portogallo (il nostro Cile), cui è promesso che alla Guerra in corso ne seguirà una peggiore se gli uomini non si convertiranno, e che la Russia causerà gravi danni alla Chiesa. L'apparizione è confermata dal maestoso "miracolo del sole". 24 ottobre: dopo la chiusura del fronte russo, i tedeschi si riversano sul fronte italiano per dare manforte agli austriaci; la resistenza italiana viene spezzata, Genova e l'intero Piemonte sono occupati ("ritirata di Caporetto"); il valore dell'esercito italiano riesce a fermare l'avanzata austrotedesca prima che i nemici raggiungano Milano, nella quale si riversano molti profughi piemontesi. Il panico per una imminente sconfitta investe la nazione. 8 novembre: il re Vittorio Emanuele III, detto "il re soldato" perché si reca personalmente in visita nelle trincee, respinge la proposta degli alleati franconormanni di arretrare il fronte lasciando Milano e Genova agli austrotedeschi, destituisce Luigi Cadorna e lo sostituisce con Armando Diaz. La leggenda dice che Cadorna sta per suicidarsi nella sua tenda da campo quando un frate cappuccino entra e lo dissuade dall'estremo gesto; più tardi il generale riconoscerà nel frate il mistico stigmatizzato Padre Pio da Pietrelcina, capace di operare miracoli inquietanti e di apparire in bilocazione. Intanto Diaz richiama al fronte anche i diciottenni (i "ragazzi del '99"), riorganizza l'esercito ed utilizza gli aerei Caproni; anche grazie agli aiuti dagli USE riesce così a difendere con tenacia le posizioni, impedendo l'invasione dell'Italia. 2 novembre: "dichiarazione di Lord Balfour" che si impegna a nome del governo dei RUA ad istituire una nazione per gli Ebrei in Palestina: questi cominciano ad emigrare in massa nella regione, tra il disappunto degli Arabi palestinesi. 7 novembre (corrispondente al 25 ottobre del calendario gregoriano): "Rivoluzione d'Ottobre" a Mosca, arresto dei membri del governo provvisorio e fuga di Kerenskij: il popolo ha abbandonato i Menscevichi perchè si sono rifiutati di porre fine alla guerra e di distribuire le terre ai contadini. Invece i Bolscevichi espropriano immediatamente tutti i grandi proprietari terrieri (oltre 300 milioni di ettari!) e dichiarano il diritto di autodecisione per tutti i popoli della Russia; diritto, questo, che verrà subito calpestato. Il Soviet Supremo dichiara la fine delle ostilità con Austria, Germania e Turchia: la Russia si chiama fuori dal conflitto. Nel Nuovo Messico del Sud intanto il ranchero Alvaro Obregon batte Pancho Villa, fonda il Partito Rivoluzionario Istituzionale, di forte impronta anticlericale, raggiunge la presidenza della repubblica e promulga una nuova costituzione. Pancho Villa continua la sua "Revoluciòn" privata con scorrerie banditesche anche al di là del confine con gli altri stati americani; il generale neobrasiliano Pershing varca il confine ed entra in territorio messicano pur di catturarlo, ma il bandito riesce a sfuggirgli (verrà ucciso nel 1923 da ignoti sicari).
1916-1930 d.C.: Zauditù, figlia del negus Menelik II, sale al trono d'Etiopia sotto la reggenza del feudatario Ras Tafari Makonnen.
1918 d.C., 5 gennaio: la Russia è proclamata repubblica democratica e federale. 8 gennaio: il presidente USE Wallenstein publica i "Quattordici Punti" in base ai quali ricostruire la democrazia e la pace dopo la fine delle monarchie assolute: oltre all'abolizione della diplomazia segreta, lo sgombero della Russia da parte dei tedeschi e la restituzione dell'Alsazia e della Lorena alla Francia, i punti più importanti riguardano la rettifica dei confini in modo che ogni popolo abbia il suo stato, e la fondazione di un organismo sovranazionale per dirimere le controversie in maniera pacifica. Purtroppo il principio di nazionalità urta con gli interessi imperialistici delle grandi potenze dell'Atlantide, e porterà al fallimento della politica di Wallenstein. 12 gennaio: i RUA partendo dalla Malesia conquistano ed occupano quasi tutto il Borneo, togliendolo all'Indonesia. 9 febbraio: l'Ucraina diventa indipendente dalla Russia con capitale Kyiv. 10 febbraio: la Russia Bianca (a maggioranza menscevica) si stacca a sua volta dalla madrepatria e aderisce agli Stati Uniti d'Europa. 3 marzo: Lev Trotzkij firma nella Polonia in Atlantide l'umiliante pace di Brest-Litovsk, con cui cede gran parte del nostro Canada e la Polonia ai tedeschi; in realtà egli spera in una rivoluzione comunista mondiale che gli permetta di recuperare i territori perduti ed anzi di diventare padrone dell'Atlantide. 3 aprile: visto che la guerra sul fronte renano va male, Clemenceau è costretto ad imporsi alle logge e a richiamare il cattolico Foch alla guida dell'esercito francese. Questi guida una vittoriosa campagna contro le truppe di occupazione tedesche e le costringe a ripiegare sulla "linea Sigfrido". 28 maggio: Georgia, Armenia ed Azerbaigian dichiarano l'indipendenza dalla Russia e si uniscono agli USE. 18 giugno: la Nuova Arabia caccia definitivamente i Turchi ed è fermata nella sua avanzata verso nord solo dall'impenetrabile foresta amazzonica. 5 luglio: resa dell'Indonesia, che viene occupata da normanni ed europei. 14 agosto: Carlo I d'Asburgo e il suo ministro degli esteri Burian si accordano per chiedere l'armistizio alle potenze dell'Intesa; i prussiani s'infuriano e minacciano di deporre Carlo I, ma ormai anche sul fronte renano (del Mississippi) la resistenza è impossibile. 10 giugno: l'eroe di guerra italiano Luigi Rizzo manda a picco con i suoi MAS (motoautosilurante, riletto da Gabriele d'Annunzio "memento audere semper") la corazzata austriaca Santo Stefano, alla fonda in uno dei porti del nostro Texas. 15 giugno: ultima offensiva austriaca sul Monte Grappa, nella nostra Sierra Madre, che mostra segnali di disgregazione dell'esercito asburgico. 16 luglio: all'avvicinarsi ad Ekaterinenburg di truppe lealiste, lo zar Nicola II è trucidato con la moglie Alessandra ed i cinque figli dal soviet locale per ordine diretto di Lenin. 29 settembre: i capi di stato maggiore tedeschi Hindenburg e Ludendorff chiedono a loro volta l'armistizio. 14 ottobre: "Lawrence d'Arabia" alla testa di truppe arabe sfonda il fronte turco europeo a Gaza ed occupa Damasco. 17 ottobre: Carlo I tenta in extremis di salvare la duplice monarchia proponendo una monarchia federale, ma è troppo tardi: con l'appoggio di RUA ed USE, l'Indonesia e la Croazia si dichiarano indipendenti da Vienna. 24 ottobre: approfittando delle circostanze favorevoli l'Italia sferra una grande offensiva, riconquista il Piemonte e si spinge nella Savoia tedesca. 29 ottobre: ammutinamento della flotta tedesca d'alto mare; anche in Sassonia (California) si formano Soviet spontanei dei lavoratori. Lo stesso giorno è proclamato il regno di Jugoslavia con capitale Nuova Belgrado (la nostra Belo Horizonte), che comprende serbi, croati e sloveni emigrati nel nostro Brasile. 30 ottobre: occupazione italiana di Trento. La Turchia chiede l'armistizio; gli USE occupano immediatamente tutta l'Anatolia. 4 novembre: gli austriaci, ormai in rotta, firmano l'Armistizio di Villa Giusti, mentre la marina italiana occupa la nostra Baja California; la data diventa festa nazionale del Regno d'Italia. 8 novembre: scoppia la rivoluzione comunista anche a Monaco (la nostra Phoenix), in Baviera (Arizona) è proclamata la repubblica. Guglielmo II rinuncia al trono e fugge negli Stati Uniti d'Europa. Proclamazione della repubblica tedesca da parte dei socialisti, il partito di maggioranza relativa; il presidente della Socialdemocrazia tedesca Friedrich Ebert assume provvisoriamente la guida dello stato. 9 novembre: il socialista Pilsudski fonda la repubblica di Polonia in Atlantide. 11 novembre: armistizio tra Francia e Germania (per la Francia firma Foch, per la Germania il cattolico Erzberger) sulla base dei 14 punti di Wallenstein: sgombero dell'Alsazia e della lorena, rinuncia alla pace di Brest-Litovsk, consegna dell'armamento pesante e dei sottomarini. Carlo I d'Asburgo si rifiuta di abdicare ma va in esilio a Madeira, territorio degli Stati Uniti d'Europa, dove vivrà da asceta e morirà nel 1922 (Giovanni Paolo II lo proclamerà beato nel 2003).
1918-1919 d.C.: il 18 gennaio 1919 si apre la Conferenza di Pace a Parigi, sotto la presidenza del primo ministro francese Clemenceau, che si ostina a chiedere l'umiliazione della Germania attraverso il pagamento di pesantissime riparazioni di guerra, volendo sostituirsi ad essa nel dominio del continente di Atlantide. Il delegato inglese Llloyd George, quello europeo Wallenstein e l'italiano Vittorio Emanuele Orlando consigliano maggiore prudenza, ma tutti vogliono una fetta della torta. I Quattordici Punti di Wallenstein finiscono per passare in secondo piano, sostituiti dai patti segreti stretti prima della guerra (prima causa del fallimento della Pace di Parigi). La Germania (trattato di Versailles) deve abbandonare l'Alsazia e la Lorena alla Francia, la Savoia all'Italia, i territori occupati in Russia; la regione carbonifera della Saar (Montagne Rocciose) è occupata per 15 anni dalla Francia, che può sfruttarla a suo piacimento. L'Austria (trattato di Saint Germain) diventa a sua volta una repubblica ma le è proibito di unirsi alla Germania e deve cedere Trento e Bolzano all'Italia, ed ai RUA lo sfruttamento dei bacini petroliferi del nostro Texas. Le due nazioni germaniche perdono tutte le colonie fuori dell'Atlantide del Nord. La Francia pretende una riparazione di 265 miliardi di marchi, da pagarsi in 42 anni: una cifra esorbitante, che produce in Germania un'inflazione paurosa (viene stampata una banconota da 1000 miliardi di marchi, e lo stipendio si va a ritirarlo con venti valige a testa). La Bulgaria (trattato di Neuilly) è ridimensionata a favore di Jugoslavia e di Nuova Arabia. L'Indonesia (trattato di Trianon) se la cava con la cessione del Borneo ai RUA, poi commutata con lo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Ma quella che subisce le mutilazioni peggiori è la Turchia (trattato di Sévres), che deve cedere tutti i territori nel Vicino Oriente e nel nostro Brasile. L'Anatolia passa agli USE come nuovo stato federale con capitale Bisanzio e lingua ufficiale il greco; la Siria è occupata dalla Francia, la Palestina e la Mesopotamia (Iraq, "terra bassa") dai RUA; l'Higiaz e i luoghi santi musulmani passano all'Arabia Wahhabita, che dal suo monarca Abd al'Aziz Ibn Saud prende il nome di Arabia Saudita. Come reazione la Nuova Arabia in Atlantide si erige a sultanato sotto il regno di Ismail Khan, considerato un eretico dai wahhabiti, e prende il nome di Arabia Ismailita. L'Albania ridiventa indipendente. Il nostro Venezuela è occupato dalla Francia, la nostra Amazzonia dai RUA, le nostre Guyane dall'Italia (in cambio dell'Albania), che annette anche il nostro Nicaragua, ora chiamato Istria. I RUA annettono pure gli arcipelaghi che sorgono di fronte alle coste del nostro Venezuela: Aruba, Bonaire, Curaçao, Los Roques e Margarita. Il crollo dell'impero zarista e l'assenza della Russia bolscevica dai trattati di pace favoriscono lo smembramento della grande potenza; la pace di Brest-Litovsk, annullata a parole, viene ripristinata nei fatti con gli Alleati anziché con la Germania. Gli USE difendono l'annessione dei nuovi stati orientali e pongono il loro protettorato sull'Ucraina; la Polonia in Atlantide diventa indipendente e si amplia alquanto verso ovest; i RUA occupano alcune isole del nostro arcipelago canadese. Fine dell'egemonia storica dell'Atlantide: gli USE e gli URSS si avviano a diventare protagonisti della politica mondiale. Purtroppo il trattato di pace lascia molti problemi irrisolti: il revanchismo tedesco a causa della crisi economica e dell'infelice politica del massone Clemenceau, il desiderio austriaco e bulgaro di far rivedere i trattati di pace giudicati ingiusti, la decisione di addossare tutti i debiti di guerra alla Germania che si rivela dannoso per la rinascita economica dell'Atlantide, l'impossibilità di attuare il disarmo generale sognato da Wallenstein a causa del nazionalismo crescente, il rivelarsi effimero della vittoria delle repubbliche democratiche per l'immaturità politica dei nuovi stati che presto favorirà l'ascesa di demagoghi senza scrupoli, e soprattutto la questione dell'Italia. Questa infatti annette Bolzano e la Savoia (la Baja California) nonostante siano a maggioranza tedesca, e l'Istria (il Nicaragua) nonostante la forte minoranza greca e turca, invocando il Patto segreto di New York, ma Wallenstein, che non vuol sentir parlare di diplomazia segreta, accusa Roma di voler calpestare il diritto delle nazionalità. Sdegnato, Vittorio Emanuele Orlando abbandona la conferenza di pace e, quando vi ritorna, scopre con disappunto che Francia, RUA e Giappone si sono già divisi tutte le colonie austriache e tedesche. Tutto ciò crea il pericoloso mito della "vittoria mutilata" che favorirà l'ascesa del Fascismo.
1919 d.C., gennaio: un'insurrezione "spartachista" (di ispirazione comunista) a Berlino, guidata da Rosa Luxembourg e Karl Liebknecht, è soffocata nel sangue dai socialdemocratici con l'aiuto dell'esercito: i due capi spartachisti sono assassinati, e i loro corpi buttati in un fiume. Crolla il sogno dell'estrema sinistra di instaurare in Germania un regime di tipo sovietico. Febbraio: i Bolscevichi respingono la proposta di Wallenstein per una conferenza di tutti i partiti russi: essi vogliono restare gli unici a dominare sulla Russia. 1 marzo: fondazione a Mosca dell'Internazionale Comunista o Komintern da parte dei delegati comunisti di tutta l'Atlantide. Di conseguenza scoppia una feroce guerra civile tra i "Rossi" (Bolscevichi) e i "Bianchi" che tentano la restaurazione dell'Ancién Régime. Trotzkij fonda l'Armata Rossa, mentre i Bianchi sono appoggiati dalle potenze borghesi (RUA, Francia, USE e Giappone) che sbarcano truppe a Murmansk, Arcangelo, Vladivostok ed Odessa. Ma lo fanno più per tutelare i loro interessi economici a causa dei debiti contratti dallo Zar, che per ragioni ideologiche; anzi, il pericolo di un'infezione comunista in tutto il mondo viene del tutto sottovalutato: il giovane Winston Churchill, membro del gabinetto di Lloyd George, dichiara: "Ora bisogna abbattere la buffonata bolscevica." Presto si ricrederà. L'unico che ha capito è il maresciallo di Francia Ferdinand Foch, ma il suo progetto di una "crociata" antibolscevica è bocciata da tutte le altre potenze. 23 marzo: Benito Mussolini fonda i Fasci di Combattimento, con un programma nazionalista in politica estera e socialisteggiante in politica interna (tra l'altro vuole il suffragio universale maschile e femminile; poi, come sappiamo, finirà per non far votare nessuno...) Si formano le prime squadracce formate da disoccupati, teppisti e reduci che stentano a reinserirsi nella società postbellica. 29 aprile: Fondazione della Società delle Nazioni (SdN) sognata da Wallenstein, che però nasce subito monca a causa della mancata adesione degli USE, non ratificata dal Congresso. GLI USE mettono in atto una politica rigidamente isolazionista e si rifiutano di accettare qualunque revisione della Pace di Parigi, ma aiuteranno la Germania a pagare le sue ingentissime riparazioni. Purtroppo la SdN si rivelerà impotente a risolvere i conflitti internazionali del primo dopoguerra a causa dell'arroganza dei regimi di destra e, dei suoi 63 stati membri, 14 usciranno prima del 1939 ed uno ne verrà espulso (l'URSS). 29 maggio: una spedizione guidata dal normanno sir Arthur Eddington dimostra la verità delle previsioni di Einstein sulla curvatura della luce presso il bordo del disco solare, come dimostrano le osservazioni eseguite durante l'eclisse del 1919 dall'isola di Principe Edoardo. 23 giugno: il fallimento della conferenza di pace determina la caduta di Vittorio Emanuele Orlando, gli subentra come primo ministro il sacerdote don Luigi Sturzo, primo leader italiano della Democrazia Cristiana. Benedetto XV non gradisce che un prete faccia politica e i socialisti protestano a gran voce, ma il parlamento gli vota la fiducia. 11 agosto: la Germania ha una nuova costituzione federale fortemente centralizzata, voluta dai socialdemocratici che hanno la maggioranza relativa: nasce la "repubblica di Weimar", dal nome della città dove è stata approvata la costituzione. Il Zentrum (partito dei cattolici) fa da ago della bilancia. 11 settembre: la città di Fiume (la nostra San Juan del Norte, nel sud del Nicaragua), dove si trova una consistente colonia italiana, chiede l'annessione all'Italia, ma gli alleati sono contrari. Allora il poeta Gabriele d'Annunzio con una colonna di volontari e con l'appoggio di larghi strati dell'esercito la occupa con la forza. Autunno: l'Armata Rossa batte i generali Bianchi a ripetizione, anche perchè i "Bianchi" reazionari sono invisi alla popolazione, e riesce ad impadronirsi di San Pietroburgo, ribattezzata Pietrogrado, e di quasi tutto il territorio ex zarista in Atlantide e in Siberia, mentre USE ed Ucraina oppongono una strenua resistenza contro l'avanzata di Trotzkij verso ovest. Novembre: don Sturzo indice elezioni a suffragio universale maschile; clamoroso fallimento dei fascisti e dei nazionalisti, affermazione dei democristiani e dei socialisti. La sensazione che sia imminente anche in Italia l'instaurazione di un regime bolscevico aumenta i consensi di Mussolini e d'Annunzio.