Lo splendore di Roma in Atlantide


27 a.C., 13 gennaio: con un'azione clamorosa, Ottaviano rinuncia a tutte le sue cariche, ordinarie e straordinarie, e restaura la Repubblica. Il 16 gennaio tuttavia, come egli prevedeva, il Senato lo implora di riprendere le cariche e gli assegna il titolo onorifico di Augusto ("Divino"). Inizia il Principato, una commistione di Repubblica e di Monarchia basata sull'attribuzione di cariche a vita, tra cui la potestà tribunizia (può invalidare il veto dei tribuni della plebe contro le leggi da lui emanate), la sovrintendenza dell'Annona (cioè della distribuzione di viveri), la Cura Viarum (sovrintendenza alla costruzione di nuove strade); dal 19 a.C. in poi egli esercita il potere consolare a vita (imperium consulare); dal 12 a.C. in poi egli è Pontefice Massimo, e dal 2 a.C. in poi ottiene il titolo di "Padre della Patria". Il Senato amministra le province già pacificate del Messico e delle Antille, mentre la California, la Georgia, la Gallia Nova e l'Africa Nova sono "province imperiali", amministrate da Augusto tramite i suoi legati. In queste ultime risiedono stabilmente ben 30 legioni per la difesa dei confini e la repressione delle rivolte.

25 a.C.: i regni di Guarico e di Anzoategui, situati nel nostro Venezuela, vengono lasciati in eredità ai Romani dai rispettivi ultimi sovrani, e divengono province romane.

23 a.C.: muore Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Augusto, e del suo primo marito Lucio Marcello, il giovane cui Augusto aveva pensato come suo successore. Virgilio gli dedicherà questi versi: « Heu miserande puer! si qua fata aspera rumpas, / Tu Marcellus eris. Manibus date lilia plenis... » E' solo l'inizio di un'interminabile serie di sciagure e di lutti familiari che complicheranno la successione di Ottaviano Augusto.

19 a.C.: morte di Publio Virgilio Marone, il più grande poeta romano, nato nel 70 a.C. a Mantua, colonia nell'attuale Texas. Augusto gli ha commissionato la Camilleide, il poema nazionale di Roma, che narra il viaggio di Furio Camillo attraverso l'oceano e la fondazione della nuova città di Roma.

15 a.C.: Tiberio e Druso, figliastri dell'Augusto in quanto figli della sua seconda moglie Livia Drusilla, entrambi valentissimi generali, compiono ripetute spedizioni nei territori del Nebrasca (Nebraska) e dell'Aiova (Iowa), e spingono i confini di Roma fino al lago Superiore.

12-9 a.C.: campagne di Druso nell'Idaus (Idaho) e sottomissione dei Sosoni (Shoshone), dei Nasi Forati e dei Wisconsin. Il nome di questi ultimi viene storpiato dai Romani in Oriconsin e poi in Oregon. Tiberio e Druso si incontrano ad Augusta Arapaia (Augusta degli Arapaho, oggi Pierre nel Sud Dakota) e completano la sottomissione delle tribù indiane delle grandi praterie. Quasi tutto il territorio dei nostri Stati Uniti è ora sotto il controllo di Roma.

12 a.C.: morte di Agrippa, che ha sposato Giulia, la dissoluta figlia di Ottaviano. Questi ha portato avanti un'intensa campagna edilizia ed ha fatto erigere il Pantheon di Roma. Augusto, che voleva farne il suo erede, fa ricadere la scelta su Druso e Tiberio, offeso, si ritira in volontario esilio nell'isola Attilia (Portorico), dove resterà fino all'anno 2 d.C.

9 a.C.: muore anche Druso, in seguito ad una caduta da cavallo presso il Fiume del Serpente (Snake River, confine settentrionale dell'Oregon).

7 a.C.: nascita di Gesù Cristo a Betlemme di Giudea. Secondo la tradizione l'evento è annunciato dalla congiunzione di Giove e Saturno.

5 a.C.: Erode il Grande tenta di sopprimere Gesù Cristo facendo eliminare tutti gli infanti di Betlemme ("Strage degli Innocenti"), ma i genitori lo portano in salvo in Egitto. Poco dopo Erode muore di un cancro ai testicoli (una maga gli aveva predetto che sarebbe morto a causa di ciò che più gli aveva procurato piacere). La Famiglia di Gesù rientra dall'Egitto e si stabilisce a Nazareth di Galilea.

4 a.C.: fondazione di Nova Ionia, la nostra New York.

4 d.C., 26 giugno: dopo la morte di Caio (nel 2 d.C.) e Lucio (nel 4 d.C.), figli di Giulia e di Agrippa, Tiberio è adottato come figlio da Augusto e nominato suo successore.

4-6 d.C.: spedizione di Tiberio fino all'attuale Canada e fondazione di Treviri (la nostra Vancouver), la più settentrionale delle colonie romane. La campagna però deve essere interrotta a causa della ribellione dei Mandan e dei Crii (Cree) nel Dakota. Riconquistato, questo diventa provincia romana ed il confine settentrionale è consolidato. Inizia la costruzione di un limes lungo 4000 Km per impedire la penetrazione di tribù atlantidi dal nord nei territori appena conquistati.

Conquiste romane nell'Atlantide (il nostro Nordamerica) dal 202 a.C. al 63 d.C.

9 d.C.: la federazione di tribù Sioux e Lakota guidata da Toro Seduto e Cavallo Pazzo sorprende tre legioni guidate dal generale Quintilio Varo presso il fiume Piccolo Grande Corno (Little Big Horn) nel Montana, in marcia verso i campi invernali, e le massacra sino all'ultimo uomo; pare si sia salvato solo un cavallo. Augusto quasi impazzisce dal dolore (grida per giorni: "Vare, Vare, redde mihi legiones meas!") La carneficina del Piccolo Grande Corno segna la fine delle ambizioni romane di conquistare la parte settentrionale del continente di Atlantide.

14 d.C., 19 agosto: Augusto muore a 76 anni e Tiberio assume tutte le sue cariche. La narrazione di tutte le gesta di Augusto, scritte di suo pugno ("Res Gestae Divi Augusti"), è incisa su due pilastri di bronzo antistanti il suo mausoleo nel Campo Marzio. Scettico e crudele, Tiberio ha già 56 anni e, quando i senatori gli propongono di intitolargli un mese dell'anno, così come avevano fatto con Cesare (luglio) e con Augusto (agosto), egli scoppia in una risata: "E cosa farete quando avrete finito i mesi dell'anno?" Con lui il Principato perde via via ogni parvenza democratica e si trasforma nell'Impero.

15 d.C.: Eridanico (l'equivalente del nostro Germanico), figlio maggiore di Druso, batte i Lakota nella piana d'Idistaviso (la nostra Minneapolis), ma i successi militari non compensano le perdite, e così Eridanico è allontanato con il pretesto di una missione diplomatica nel regno di Quito.

17 d.C.: costituzione della provincia di Guiana. Inaugurata una rotta mercantile dalle piccole Antille alla Guiana.

22-31 d.C.: Tiberio, sempre più vecchio e scontroso, subisce il nefasto influsso di Elio Seiano, l'ambizioso e potente prefetto del pretorio, meticcio di origine zapoteca. Dopo che Tiberio si è ritirato nella splendida villa che si è fatto costruire sull'isola lussureggiante di Martinica (27 d.C.), Seiano resta il padrone dell'Urbe ed inaugura un vero e proprio regime del terrore con processi, condanne per lesa maestà, esecuzioni e suicidi.

30 d.C., 7 marzo: morte in croce di Gesù Cristo sul Golgotha, presso Gerusalemme.

31 d.C.: alcuni senatori riescono a raggiungere Tiberio alla Martinica e gli rivelano i misfatti di Seiano, che governa come un vero autocrate scavalcando l'Augusto. Questi allora rientra a Roma, lo accusa di alto tradimento e lo fa giustiziare assieme a tutta la sua famiglia. Ad un pretoriano che gli fa notare come la legge non consenta di uccidere la figlia minore del prefetto perchè è vergine, Tiberio replica cinicamente: "Che qualcuno di voi si incarichi prima di farla diventare signora!" La caduta di Seiano provoca comunque una nuova ondata di esecuzioni sommarie, e Tiberio viene sempre più in odio al popolo e ai senatori.

37 d.C.: Tiberio, ormai quasi ottantenne, ha un attacco di cuore ma non muore subito; due liberti si incaricano di "finire il lavoro" soffocandolo sotto un cuscino. Gli succede Caio Cesare Eridanico, figlio di Eridanico e di Agrippina Maggiore, detto Caligola per via della caligae, gli scarponcini militari di origine mizteca che è solito portare. Egli annuncia la fine dei processi sommari e nuove distribuzioni di mais e patate per tutti. Ma presto la follia sconvolge la sua mente: pretende di essere adorato come un dio, di creare senatore il suo cavallo, e addirittura di mettere a morte tutti i calvi! Egli compie solo spedizioni dimostrative contro i Sioux nel nord e contro il regno di Quito nel sud.

41 d.C.: Cassio Cherea, il prefetto del pretorio di Caio Caligola, non gradisce il fatto che, in segno di scherno, questi continua ad affibbiargli come parole d'ordine dei termini osceni, e così lo assassina nel corridoio di un teatro. I pretoriani scoprono un uomo che trema di paura dietro una colonna: è Claudio, lo zoppo e balbuziente figlio di Druso e zio di Caligola, sopravvissuto alla strage familiare ordinata dall'imperatore perchè ha la fama di scemo del villaggio. Subito essi lo innalzano al trono, credendo di farne la loro marionetta. Invece, davanti al Senato, egli esordisce con le celebri parole: "Voi mi credete un inetto, ma io ho finto per sopravvivere e ve lo dimostrerò!" Ed infatti mantiene la promessa, tornando alla tradizione augustea del principato rispettoso delle istituzioni repubblicane. Purtroppo però le sue due mogli Messalina ed Agrippina Minore avranno su di lui una nefasta influenza.

42-63 d.C.: anche Cartagine è sconvolta dalle guerre civili: gli Annoni, ricchi possidenti terrieri tradizionalisti e conservatori, ed i Barca, esponenti della borghesia mercantile progressisti ed aperti all'ellenismo, si contendono il potere con le armi. Il bacino del Mediterraneo è devastato dagli eserciti contrapposti ed i Parti ne approfittano per annettere l'Armenia.

43 d.C.: spedizione di Claudio nel Meinus (Maine) e suo assoggettamento. Con quest'impresa lo zoppo esperto di lingue native del Messico dimostra di essere anche un valente capo militare. Per la prima volta un re straniero vinto, il capo Uncas della tribù dei Moicani, è graziato anziché decapitato dopo il trionfo dell'Augusto. "Un re morto non mi serve a nulla", commenta infatti il pratico Claudio: "preferisco un re sottomesso!"

48 d.C.:  Simon Pietro si trasferisce a Cartagine di cui diventa primo vescovo e, quindi, primo Papa; ivi detta al fedele segretario Marco il primo Vangelo in lingua ebraica, poi tradotto in greco e in punico. Questo è quello che è passato alla storia come "Vangelo di Marco".

51 d.C.: Messalina, rimasta proverbiale per la sua dissolutezza, e dalla quale Claudio ha avuto i figli Ottavia ed Atlantico (l'equivalente del nostro Britannico), si invaghisce del nobile Claudio Silio; accusata di tramare con lui contro l'imperatore, è arrestata durante un culto orgiastico di stampo Maya e sommariamente giustiziata. Claudio prende allora in moglie Agrippina Minore che, impossessatasi del sigillo imperiale, firma a suo piacimento decreti e condanne a morte, profittando del fatto che l'imperatore è ormai sempre più vecchio, triste, solo e rassegnato alla fine.

54 d.C.: per assicurare la successione al proprio viziatissimo figlio Lucio Domizio Enobarbo Nerone, estromettendo Atlantico, Agrippina Minore avvelena Claudio con una portata di funghi velenosi. Per legittimare la successione Nerone sposa Ottavia, figlia di Claudio. Gli inizi del suo regno sono promettenti grazie all'influsso del suo precettore, il filosofo e commediografo Lucio Anneo Seneca, nativo della California, e del prefetto del pretorio Afranio Burro.

58-63 d.C.: il valente generale Corbulone vendica l'assalto di Piccolo Grande Corno e completa la costruzione del limes ai confini settentrionali dell'impero.

59-62 d.C.: l'assassinio del fratellastro Atlantico, della moglie Ottavia e della madre Agrippina, colpevole di essersi opposta alle nozze di Nerone con la liberta azteca Atte, unitamente alla reintroduzione dei processi di lesa maestà del tempo di Tiberio, fanno precipitare il regno di Nerone nel dispotismo più assoluto. Spinto da megalomania estetizzante, Nerone si esibisce come auriga e come musico, pretende di scrivere un poema migliore della Camilleide, e fa passare per le armi chi osa criticarlo.

Mosaico romano del I secolo a.C. oggi in Palazzo Massimo alle Terme. Nel cesto di frutta spicca un ananas, frutto che i Romani non avrebbero mai potuto mangiare, se fossero rimasti in Europa!

63 d.C.: Assur-Baal Barca sconfigge gli Annoni e si fa proclamare imperatore. Fine della repubblica aristocratica cartaginese ed inizio dell'impero. Equilibrio di potenza con l'impero dei Parti. L'anno successivo un grave incendio devasta Cartagine e l'imperatore accusa la comunità cristiana di averlo appiccato, per odio contro il partito filogiudeo degli Annoni (Assur-Baal non sa distinguere tra cristiani ed ebrei). Scoppia così la prima feroce persecuzione contro la Chiesa nascente. Martirio di Simon Pietro.

65 d.C.: fallita congiura ordita dalla famiglia dei Pisoni contro Nerone, cui segue una vera e propria carneficina. Seneca, il poeta Lucano e il romanziere Petronio, già favorito di Nerone, sono costretti a suicidarsi. L'Augusto pensa di cambiare nome a Roma, chiamandola Neronia.

67 d.C.: vasta ribellione dei popoli dell'Africa Nova, a fatica domata dal valoroso generale Tito Flavio Vespasiano. Il dispotismo di Nerone tocca il culmine con l'esecuzione di Corbulone, reo solo di aver offuscato la sua gloria con i suoi successi militari nel nord. Errore fatale, che causa il sollevarsi delle truppe stanziate in Atlantide:: il governatore della Gallia Nova, Giulio Vindice, si ribella e si unisce a Salvio Otone, governatore della Georgia, e al vecchio Servio Sulpicio Galba, governatore della California. Quest'ultimo è acclamato imperatore e subito riconosciuto dal Senato e dai pretoriani. Quando scopre che i pretoriani stanno venendo a prenderlo per giustiziarlo, Nerone si fa uccidere dal suo liberto apax Epafrodito (estate del 68). Pare che le sue ultime parole siano state: "Quam artifex pereo!" Fine della dinastia giulio-claudia, iniziata con Giulio Cesare.

69 d.C.: "anno dei quattro imperatori". L'aristocratico Galba tenta di porre in essere una drastica politica di austerità e di rinsanguamento delle finanze, ma le alte tasse che ha dovuto imporre gli alienano sia gli ambienti militari, privati degli attesi donativi, sia gli strati popolari della capitale, per i quali la fastosità di Nerone era pur sempre una fonte di lucro. Così egli viene soppresso (gennaio) e sostituito con Salvio Otone; ma le truppe stanziate lungo l'Eridano (Mississippi) gli contrappongono il loro generale Aulo Vitellio. Questi si scontra con Otone a Castrum Novum (aprile); Otone, sconfitto, si toglie la vita e Vitellio è il nuovo Augusto. Ma questi, con il suo seguito di avventurieri e di soldataglie atlantidi indisciplinate, si dimostra del tutto incapace di reggere lo stato, caduto nella spirale dell'anarchia. L'impero sembra sul punto di sgretolarsi quando, quasi miracolosamente, sorge fulgida la stella di Tito Flavio Vespasiano, acclamato imperatore dalle truppe dell'Africa Nova con cui ha schiacciato la ribellione degli aborigeni. Sconfitte le truppe di Vitellio nell'Honduras, le avanguardie di Vespasiano si aprono la strada fino all'Italia Nova e Vitellio è trucidato dalla folla inferocita mentre cerca vilmente di fuggire (dicembre). Il Senato investe dei pieni poteri Vespasiano, che non si è mai mosso da Carthago Nova (Cartagena), e l'anarchia ha fine.

70 d.C.: Tito, figlio di Vespasiano, lasciato dal padre a comandare le operazioni in Africa Nova, espugna Lambesia (Bogotà). Il padre se lo associa al governo con il titolo di Caesar. Assennata politica economica che rimette in sesto le finanze, e consolidamento dei confini. Il Senato è ampliato a 1000 membri e la California, la penisola Flora e le Antille ricevono la cittadinanza romana. A Tito, che gli rimprovera una tassa sugli orinatoi pubblici (i celebri "vespasiani"), il padre, che è attaccatissimo al denaro, replica: "Pecunia non olet". Vespasiano fa costruire a Roma l'Anfiteatro Flavio, ma rimprovera i governatori delle province che estorcono tasse troppo elevate: "le pecore vanno tosate, non scorticate!"

72 d.C.: in cerca di gloria, Assur-Baal Barca invade la Britannia greca, ribattezzata Nea Ellas, ma durante l'assedio di Nuova Atene (Londra) è colpito da una freccia vagante e muore. Secondo i Padri della Chiesa si tratta di una punizione divina per la persecuzione del 64 d.C. I punici si ritirano e i greci sono salvi.

77 d.C.: spedizione punitiva di Merib-Baal, figlio di Asdrubale Barca, contro l'impero dei Parti. Egli riconquista l'Armenia e strappa ai nemici Assiria e Mesopotamia, giungendo sino al golfo Persico. I Parti sono costretti a ritirarsi al di là dell'Eufrate. Massima espansione dell'impero punico. Nuove dure persecuzioni contro Ebrei, Cristiani e Zoroastriani; il culto enoteistico di Baal-Ammone è imposto con la forza in tutto l'impero.

L'impero punico al culmine della sua espansione

79 d.C.: morte di Vespasiano, gli succede il figlio Tito. Una serie di catastrofi si abbatte sull'impero romano. Il 24 agosto esplode il vulcano messicano Pinatubo, cancellando dalla faccia della terra le tre colonie romane di Pompei, Ercolano e Stabia che sorgevano sui suoi fertili fianchi. Poco dopo un furioso incendio devasta un quarto della città di Roma.

81 d.C.: morte di Tito che ha contratto la peste mentre soccorreva i malati di Oaxaca, flagellata dal morbo; lo storico Svetonio lo definirà "la delizia del genere umano". L'idea del principato ereditario è così radicata nelle menti dei senatori che questi ratificano l'elezione del fratello minore di lui, Domiziano, nonostante Tito lo guardasse con sospetto per la sua sfrenata ambizione. Anche in questo caso, dopo un inizio promettente, il suo regno sprofonda della più completa tirannide: Domiziano assorbe parte della concezione teocratica Maya e pretende di essere chiamato "dominus et deus noster".

86 d.C.: spedizioni di Domiziano contro gli atlantidi dell'attuale Québec, per conferire al suo dispotismo l'aureola della gloria militare. Il capo indiano Ottava (da cui il nome dell'omonima città in quelle terre) si dichiara "amico del popolo romano" ma conserva la totale indipendenza. Rafforzamento del limes settentrionale contro le tribù atlantidi del nord.

96 d.C.: dopo un lungo periodo di terrore seguito ai processi di lesa maestà voluti da Domiziano per incamerare i beni dei ricchi possidenti, egli è eliminato da un complotto. La fama di mostruosa crudeltà che ha bollato la sua memoria è però in parte dovuta ai pregiudizi repubblicani dello storico del II secolo Cornelio Tacito. Con lui ha comunque fine la dinastia flavia; ormai incapace di reggere l'impero da solo, il Senato elegge Cocceio Nerva, decano dei senatori, che adotta come figlio il generale Marco Ulpio Traiano. Fine del principato ereditario ed inizio del principato adottivo.

98 d.C.: muore Nerva e gli succede Traiano, che diventa così il primo imperatore nativo delle province. Egli infatti è nato ad Italica (la nostra San Diego), in California.

101-106 d.C.: campagne militari di Traiano in Africa Nova: è finalmente conquistato il regno di Quito, organizzato in provincia (Equatoria). La Colonna Traiana a Roma ripercorre come un film ante litteram quell'impresa, costata tanti lutti alle popolazioni locali.

115 d.C.: Traiano conquista il Perù (Peruvius) sottomettendo i regni di Tihauanaco, Chavin, Recuay, Ica e Nazca, e giunge fino al lago Titicaca ed ai confini del deserto di Atacama. Massima espansione dell'Impero Romano.

117 d.C.: Traiano muore a Lima, città da lui stesso fondata, mentre è sulla via del ritorno per tornare a Roma e godersi il trionfo. Elio Adriano, lui pure nativo di Italica e governatore dell'Africa Nova, gli succede dopo essere stato adottato da Traiano in extremis. Secondo molti l'adozione è un'iniziativa di Plotina, la scaltra moglie di Traiano, di cui Adriano è amante. Molti temono che si ritorni alle bizzarrie e alle crudeltà neroniane, perchè il nuovo Augusto è bisessuale ed ama scrivere saggi e poesie; invece egli si dimostra uno dei più saggi governanti della storia di Roma. Tutto il suo regno è trascorso in lunghi viaggi per ispezionare ogni angolo dell'immenso impero, del quale cura in particolar modo l'amministrazione delle province.

125 d.C.: Adriano abbandona la provincia settentrionale di Ottava (il nostro Québec) e costruisce una lunga linea difensiva (Vallum Hadriani) dal Lago Ontario all'oceano Atlantico per impedire le scorrerie degli indigeni nelle province della Gallia Nova.

135-138 d.C.: sollevazione ebraica contro il dominio cartaginese; i Giudei sono guidati da Simone Bar Kochbà, "il figlio della stella", perchè la sua nascita, come quella di Cristo, sarebbe stata annunciata da un astro; Rabbi Ben Aqiba lo ha riconosciuto pubblicamente come il Messia. L'imperatore Assur-Baal III però lo assedia e lo sconfigge nella fortezza di Betar, e gli stessi che lo sostenevano gli storpiano il nome in Bar Koshbà, "il figlio della menzogna". Il tempio di Gerusalemme non è distrutto ma è profanato da Assur-Baal III, che ne fa un tempio pagano e vi fa erigere l'idolo di Baal-Ammone. Per protesta i Giudei osservanti abbandonano Gerusalemme e pongono la nuova capitale religiosa ad Hebron, già sede di Abramo. Gerusalemme diventa una città a prevalenza pagana e cristiana: costruzione della prima edicola intorno al Santo Sepolcro.

138 d.C.: morte di Adriano a Baia (la notra Corpus Christi) per una grave patologia cardiaca. Gli succede il più virtuoso dei senatori, Aurelio Antonino, da lui stesso adottato come figlio. Questi lo divinizza immediatamente e mostra il massimo rispetto per la religione tradizionale olimpica, "adattata" al Messico perchè gli dei sono ritenuti abitare nella leggendaria città d'oro di Cibola, introvabile dagli uomini. Per questo il nuovo augusto riceve il titolo di Antonino Pio. Prosegue l'ottima amministrazione dello stato romano: è questa l'età d'oro dell'Urbe in America.


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