L'Africa agli africani. Come apparirebbe oggi l'Africa se i confini non fossero stati tracciati dai colonizzatori, ma fossero stati determinati dalle tribù e popoli d'origine? In pratica il POD da individuare è l'eliminazione pressoché totale del colonialismo europeo in Africa. Come riuscire ad ottenerlo? "10, 100, 1000 Adua", come direbbero oggi certi no global? (ideata da Ded17)

Guerra ottomano-saudita nel 1810. La guerra è vinta dai sauditi che prendono e tengono la Mecca. La pretesa califfale ottomana subisce un colpo durissimo. Il sionismo trova in Palestina non il decadente stato ottomano ma i Saud fondamentalisti ed in piena ascesa. Accentuazione della proposta Uganda. L'orientalismo europeo prende strade diverse ed imprevedibili (è di Falecius)

L'India russa. Come cambia la storia dell'India se la Russia, durante le guerre napoleoniche, riesce a conquistare parti del subcontinente indiano e ad istituirvi delle zone d'influenza? E come si comporteranno gli Inglesi? (grazie al solito Generalissimus)

¡Que viva el Mexico Indipendiente! Padre Miguel Hidalgo, sacerdote cattolico messicano ed artefice della prima rivoluzione messicana, nonostante il parere contrario di molti suoi generali, nel 1810 decide di non prendere d'assalto Città del Messico pur avendo già quasi in pugno la vittoria, e per cause non chiare decide momentaneamente di ritirarsi. Se invece avesse conquistato la città, sconfitto l'esercito realista e proclamato l'Indipendenza del Messico una decina d'anni prima? Padre Hidalgo aveva dalla sua parte anche moltissimi indios e meticci, che volevano liberarsi non solo dei sovrani spagnoli ma anche delle condizioni di miseria in cui vivevano, e questo padre Hidalgo lo sapeva bene, essendo stato missionario tra di loro; forse per loro ci sarebbero state condizioni di vita migliori. Inoltre non avrebbero dovuto l'indipendenza agli Stati Uniti ed all'Inghilterra e ne avrebbero evitato le conseguenze come i presidenti-dittatori massoni dell'otto e novecento, i vari pronunciamentos, le guerre con gli USA e le rivolte dei Cristeros. In pratica il Messico oggi sarebbe uno stato molto più grande, ricco e pienamente indipendente, pronto ad emergere come prima potenza del Continente Americano (questa ucronia è venuta in mente a Never75 leggendo il bel romanzo storico "La Furia dell'Azteco" di Gary Jennings, che si ispira a fatti realmente accaduti; vedi l'ucronia realizzata da William Riker)

The Green Texas. Nel 1812 Augustus Magee, un giovane ufficiale americano, organizzò una spedizione per liberare il Texas dalla dominazione spagnola; in un primo tempo vi riuscì e proclamò lo stato indipendente, soprannominato "Green Flag Republic" per via della sua bandiera completamente verde, ma nel 1813 venne sconfitto. Il verde della bandiera derivava dalle origini irlandesi di August Magee. Ma se invece fosse riuscito a staccare il Texas dalla Spagna? (questa è di Inuyasha Han'yō)

Le Hawaii britanniche. Kamehameha I conquistò il potere nel 1810 e divenne il primo re delle isole Hawaii. Secondo una leggenda locale, la sua nascita era stata annunciata nel 1758 dal passaggio della cometa di Halley. Ma che accade se gli inglesi, desiderosi di rifarsi dopo lo smacco subito dagli Stati Uniti, conquistano l'arcipelago detronizzandolo e ne fanno una colonia della Corona? Washington non potrà avanzare pretese su di esse. E l'attacco giapponese a Pearl Harbour non provocherà la discesa in campo degli USA... (prima ucronia hawaiana proposta da William Riker)

Divided we stand/2. Nel 1812 il presidente dell'Unione Madison ordinò un embargo contro la Gran Bretagna, scatenando le ire del New England che credeva che la guerra avrebbe comunque causato danni solo a loro e non al sud. Venne convocata cosi un'assemblea secessionista ad Hartford nel Connecticut, che decise di non secedere. Se invece optasse per la secessione? Il "solid south" lascia andare gli stati del nord secondo l'idea dominante del libero contratto tra stati, ma le conseguenze per gli USA sono enormi. Si forma una Confederazione del New England che in breve tempo diventa una delle maggiori potenze economiche se non mondiali (manca la mano d'opera a basso costo di New York e Philadephia), sicuramente dell'intero Nordamerica. Gli Usa potranno allora reintrodurre la schiavitù con la legge "Soggiorno e Transito", anche negli stati sopra il 41° parallelo, comunque al Partito Democratico probabilmente farà da contraltare un partito moderato e liberale (ma non antischiavista) nato nel MidWest. Buchanan sarà eletto nel 1860 e Davis nel 1864. La Guerra del Messico andrà come nella nostra Timeline, ma probabilmente invece del 49° parallelo l'Unione si accontenterà del 47°, cedendo Oregon e Washington al Dominion del Canada (grazie a Filobeche)

La conquista del Canada. Il 18 giugno 1812 il quarto presidente degli Stati Uniti James Madison si lasciò convincere dal suo partito a dichiarare guerra per la seconda volta alla Gran Bretagna a causa del blocco dei porti francesi interessati al commercio franco-americano. Dopo due anni di scontri i britannici, che avevano tentato di prendere lo stato di New York e avevano bombardato Washington e Baltimora, furono costretti a concludere la pace per poter chiudere i conti in Europa con Napoleone. La guerra ebbe così termine con un nulla di fatto: fu ristabilita la situazione esistente all'inizio del conflitto e il Regno Unito riconobbe gli Stati Uniti. Ma che accade se gli Stati Uniti prevalgono? Il generale Andrew Jackson detto "Old Hickory" infligge agli inglesi una delle più dure disfatte della loro storia ed entra a Montreal, la Gran Bretagna è costretta ad evacuare e gli USA conquistano il Canada. Esodo dei realisti verso la madrepatria o verso l'Africa, che viene colonizzata in anticipo. Gli Stati Uniti raddoppiano la loro superficie, hanno a disposizione una quantità impressionante di risorse in più e potranno diventare una grande potenza fin dall'ottocento (ideata da William Riker)

La riconquista degli Stati Uniti. Parallelamente all'impegno europeo nel continente contro Napoleone, la Gran Bretagna avvia il progetto di riconquistare quelle tredici ribelli colonie che avevano conquistato con il sangue l'indipendenza da Londra. Durante la seconda presidenza di James Madison, nel 1812, inizia la guerra con la Gran Bretagna, originata dal perdurante stillicidio di sequestri di navi ed equipaggiamenti americani operata dal governo londinese. Due anni di operazioni militari alla frontiera del Canada si rivelano fatali per l'esercito continentale statunitense. Nel 1814 una forza da sbarco britannica riesce ad entrare a Washington e ad incendiare il Campidoglio e la Casa Bianca. Una violenta offensiva viene poi scatenata nel sud del paese, a New Orleans, dove i coloni cercano di bloccare gli invasori inglesi ma vengono travolti. Per evitare che l'esercito inglese, con reparti canadesi, si vendichi dopo la sconfitta precedente, Madison chiede la pace. Il trattato di Gand, firmato nella cittadina belga nell'autunno del 1815, determina il ritorno del Nord America in mano alla Gran Bretagna. Gli inglesi, che hanno imparato la lezione del 4 luglio 1776, lasciano alle colonie libere elezioni e autogoverno: soltanto per quanto riguarda la politica estera, di difesa e la politica commerciale gli Stati Uniti sono sottoposti alle decisioni della Gran Bretagna. Londra appoggia la corsa verso il West e lo sviluppo industriale statunitense, approvando fin dal 1850 una legislazione paritaria tra uomini bianchi e uomini di colore, evitando quindi guerre etniche, e l'avvocato Abraham Lincon continuerà ad andare a teatro con la moglie senza avere problemi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) agli Stati Uniti verrà concessa maggiore autonomia, restando comunque sotto l'influenza inglese, superpotenza del pianeta dal XVIII secolo (proposta da Demofilo)

Los Estados Unidos de America. Dopo l'indipendenza dalla Spagna, il Sudamerica sognato da Simon de Bolivar era incarnato nella Grande Colombia (Perù, Ecuador, Colombia, Panama, Venezuela). L'idea era creare un centro di gravità per tutto il Sudamerica al fine di dare vita agli Stati Uniti di lingua spagnola. Il progetto fallì per il piglio dittatoriale di Bolivar, che gli alienò le simpatie di molti, compreso il suo vice federalista Santander, che cercò pure di ucciderlo. La Grande Colombia crollò su sé stessa, lasciando l'America Latina in balia di quella Anglosassone. Ma se Bolivar riesce nel suo intento (preferibilmente perchè dà retta a Santander e promulga una costituzione confederale)? Consolidato il suo potere a nord, Bolivar sostiene il ritorno di José de San Martin in Argentina, creando uno Stato dalla Terra del Fuoco a Panamà. Rispetto al Nord, il Sud non ha nulla da invidiare: energia (carbone e petrolio) risorse (rame, metalli rari, nitrati, argento e oro) cibo (la Mesopotamia argentina e il pesce peruviano). Rispetto agli USA poi non avrebbe un Ovest da conquistare (nessun rischio di guerra fredda con il Brasile, al massimo qualche scontro il Paraguay, neppure paragonabile alle rivalità USA-Messico), né un Sud da domare (le eventuali spinte centrifughe non potrebbero essere certo paragonate al fanatismo confederato), né un problema indiano (agli indio, pace all'anima loro, avevano già pensato gli spagnoli). La Rivoluzione industriale, che al Nord avvenne solo nella seconda metà dell'800, al Sud potrebbe partire già poco dopo l'Indipendenza, con il sostegno dell'Inghilterra, felice del nuovo mercato in crescita. Il Pacifico potrebbe essere un lago SUDamericano e a Edo potrebbe sbarcare il commodoro Mateo Sidro de Pera. La costruzione del Canale non sarebbe che la vetrina del successo dell'intero subcontinente. Oggi potremmo studiare lo spagnolo come seconda lingua, gli anni '60 ballerebbero la salsa dei las Cucarachas, parleremo di Relaciòn Especial tra Spagna e EUA e sarebbe il Messico a varare misure anti clandestini contro l'esodo di Nordamericani (pensata da aNoNimo)

Un altro Sudamerica. Un'alternativa proposta da Basileus TFT: il superstato dell'ucronia precedente non riesce a resistere, per via delle troppe diversità e dei troppi interessi, ma almeno il frazionamento del Sudamerica è molto ridotto, ed avremo solo tre stati: Brasile, La Plata (comprendente Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay) e Gran Colombia (Colombia, Venezuela, Panama, Perù, Ecuador). Come cambia la storia del Sudamerica e del mondo?

Il Grande Afghanistan. L'Afghanistan subisce una straordinaria trasformazione socio-culturale sul modello del nostro Giappone, diventa una potenza mondiale fino ad oggi e determina un mondo molto diverso, irriconoscibile rispetto al nostro (farina del sacco di Falecius)

Fantamatematica/1. Carl Friedrich Gauss (1777-1855) fu uno dei matematici più geniali di ogni tempo: diede contributi fondamentali alla teoria dei numeri, al calcolo numerico, alla geometria differenziale ed alla trattazione teorica dell'elettromagnetismo. Sua anche la distribuzione statistica detta "gaussiana". Per lui, tuttavia, la matematica era una ricerca privata: arrivò persino a crittografare i propri appunti, nel timore che qualcuno potesse rubargli le idee. Alcuni suoi appunti e diari non sono mai stati decifrati. Alla mancata diffusione delle sue scoperte qualcuno ha attribuito la colpa di aver ritardato di mezzo secolo lo sviluppo della Matematica. E se invece fosse stato meno sospettoso, o se si fosse preso la briga di spiegare a dei discepoli anche solo la metà di quanto aveva scoperto? Sicuramente la storia della Matematica cambia completamente. Come? (ideata da William Riker, che non a caso è insegnante di matematica!)

L'Elba di una nuova era/1. Napoleone resta all'Elba e continua una vita agiata e tranquilla. Il Granduca di Toscana lo nominerà successivamente generale delle forze militari toscane e avvierà una profonda riforma che darà i suoi frutti nella Guerra di Liberazione dall'Austria (proposta da Demofilo e dal Marziano)

L'Elba di una nuova era/2. Napoleone, cacciato in esilio all'Elba, subisce un colpo apoplettico ed è costretto a rimanere signore della piccola isola toscana. Lo raggiunge il figlio di Giuseppina (e tecnicamente suo figlio adottivo), Eugenio; alla morte dell'imperatore, che avviene prima che nella nostra Timeline, gli succede sul trono del piccolo stato. Nel corso degli anni la piccola isola acquista una importanza diplomatica importante perché diventa un covo di spie e cospiratori e, sotto illuminati sovrani, rappresenta una piccola Svizzera del mediterraneo. Dopo l'Unità d'Italia l'isola rimane indipendente alla stregua del principato di Monaco, covo di spie e di denaro... (un'alternativa all'ucronia precedente, proposta da Filobeche)

L'Elba di una nuova era/3. Se invece gli spagnoli pongono sul trono d'Elba un principe spagnolo, tipo Don Carlos di Borbone, abbiamo una corona d'Elba che domina il commercio del Tirreno, conseguendo una politica autonoma. Magari un Borbone d'Elba può rivendicare il trono di Napoli o anche quello di Spagna. Il regno dell'Elba può anche fare da mediatore durante tutti i conflitti della penisola italiana (un'idea di Maggioriano)

Napoleone a Malta. Le potenze europee decidono di esiliare l'imperatore a Malta (invece che all'Elba), dove viene costituito il Principato dell'Isola di Malta e Gozo, che se pur governato teoricamente da Napoleone di facto rimane sotto il controllo inglese. Lontano dalla sua cara Francia e tenuto maggiormente sotto controllo dagli inglesi, deciderà comunque di tentare la fuga e di tornare in patria? (pensata da Andrea Mascitti)

Malta Borbonica. Durante il Congresso di Vienna viene deciso di assegnare Malta non al Regno Unito ma bensi ai Borboni che rivendicavano la sovranità sull'isola. Come cambia il destino dell'arcipelago? Seguirà il destino del regno borbonico, andando a far parte del Regno d'Italia, o verrà usata come merce di scambio da qualche potenza europea? (ancora opera di Andrea Mascitti, che sta lavorando proprio a Malta)

The imperator/1. Napoleone riesce a fuggire dall'isola di Sant'Elena, si rifugia negli Stati Uniti e diventa il conquistatore del Far West (grazie al Marziano e a Blade87)

The imperator/2. Oppure, invece di tornare al mestiere della guerra, fa come ha davvero detto ai suoi partigiani che aveva intenzione di fare se fosse stato liberato: si occupa di matematica, di biologia ed esplora l’Ovest americano a scopo scientifico e geografico. Napoleone riceve la cittadinanza americana e finisce presidente della società di geografia di Boston e professore ad Harvard. Il film “il signor N.” ha avanzato la stessa proposta raccontando la fuga segreta di Napoleone, il quale, traumatizzato dalle migliaia di uomini che ha spedito alla morte, finisce la sua vita in pace come produttore di miele nel Sud (proposta da Perchè no?)

Un'altra Waterloo. Una delle ragioni della sconfitta di Napoleone a Waterloo fu la pioggia del giorno precedente che rese praticamente nulla l'artiglieria francese che era, notoriamente, superiore a quella alleata. Un altro motivo è legato al fatto che quando la cavalleria francese attaccò l'artiglieria inglese, conquistandola, chiodi e martelli atti a mettere fuori uso i pezzi erano rimasti tutti nei cavalli abbattuti. Se questi fatti non avvengono (senza contare l'imperizia di Grouchy che non trattenne i prussiani), quasi certamente Napoleone avrebbe sonoramente vinto. Cosa sarebbe accaduto? (ai posteri l'ardua sentenza, dice MAS che ha ideato quest'ucronia, ma i posteri... siamo noi! Ecco una discussione legata a quest'idea)

Il secondo Napoleone. Alla fine dell’impero napoleonico, piuttosto che rimettere un Borbone sul trono, i sovrani d'Europa trovano più comodo lasciare sul trono il bambino Napoleone II sotto la reggenza filoaustriaca di Maria Luisa. Così si insedia sul trono francese una dinastia più austriaca che napoleonica, alleata fedele dell’Austria e in rapporti amichevoli con l’Inghilterra. Quali gli sviluppi? (una domanda posta ancora una volta da Perchè no?)

Un nuovo Napoleone. Napoleone II, dopo la disfatta del padre, di fatto andò a vivere in Austria e li ci rimase. Non tutti sanno però che Napoleone aveva un altro figlio: Alessandro Giuseppe Walewski, conte dell'omonima regione polacca. Era figlio del condottiero francese e della sua ultima amante, Maria Walewska, che gli stette a fianco durante la prigionia all'Elba e i Cento giorni, oltre che durante la fine del periodo imperiale. Alessandro, di nazionalità polacca, si trasferì in Francia e divenne ufficiale della Legione Straniera. Cosa accade se questo giovane decide invece di seguire le orme del padre? E se invece si mette a capo della rivoluzione polacca nel 1848 e riesce a restituire l'indipendenza alla Polonia? (ideata da Basileus TFT)

Marx senza Hegel. Karl Marx nacque a Treviri, Prussia, nel 1818, e sappiamo tutti quale filosofo sia stato. Altresì sappiamo quali sono state le sue idee e quanto queste abbiano influenzato il panorama politico (ma non solo) mondiale. Mentre navigavo ponderando certe cose di uno scenario in cui Napoleone vince le Guerre Napoleoniche, ho tuttavia scoperto che Treviri, assieme a tutta la sponda sinistra del Reno (ivi comprese quindi Bonn, Colonia e altre città), fu annessa all'Impero Francese napoleonico durante i suddetti conflitti e passò alla Prussia solo nel 1815, tre anni prima della nascita di Karl. Allo stesso modo ho scoperto che i Marx in realtà si chiamavano Levi e discendevano da una distinta famiglia ebrea di origini olandesi e che cambiarono nome e cognome solo quando la città fu sottoposta alla Prussia, la quale impose la germanizzazione e la conversione pena l'esclusione da tutti gli uffici pubblici: il padre di Marx, Herschel Levi, si convertì così al protestantesimo e prese il nome di Heinrich Marx. In questa TL dunque il nostro Karl Marx si chiamerebbe probabilmente Karol Levi. Ma ancora di più ha attirato la mia attenzione il percorso scolastico di Marx: dopo aver frequentato l'università di Bonn, alcuni risultati scolastici deludenti spinsero il padre a spedirlo alla più pregiata università di Berlino. Qui conobbe i circoli hegeliani e fu parte, prima di separarsi da essi, dei Giovani Hegeliani. Ebbe poi modo di discutere con Ludwig Feuerbach e Bruno Bauer, i cui assunti atei e materialisti si pensa abbiano avuto notevole influenza su Marx stesso. Immaginiamo che, in uno scenario in cui Napoleone ha vinto e Treviri è rimasta francese, Karol Levi/ Karl Marx non vada certo a Berlino bensì a Parigi. Non incontra i Giovani Hegeliani, né Feuerbach né Bauer e compagnia. Chi potrebbe incontrare Marx a Parigi? Quale impatto ha questo sulla sua filosofia politica? (pensata da MorteBianca)

Vienna? Credevo che fosse Versailles! Il congresso di Vienna nel 1815 si svolge nelle stesse condizioni del congresso di Versailles cento anni più tardi. Dopo Waterloo le potenze vincitrici considerano tutta la Francia colpevole della guerra, e non il solo Napoleone. La Francia non ha diritto di parola malgrado le proteste di Talleyrand, vengono imposti pesantissimi danni di guerra e la Francia non solo deve tornare alle frontiere prima del 1789 (e non solo del 1792) ma deve anche cedere territori come il Rossiglione alla Spagna, Calais alla Gran Bretagna, la Corsica ai Savoia, Strasburgo alla Prussia, eccetera. L'economia francese é prostrata dai pagamenti, la nazione umiliata, Luigi XVIII non riesce a far dimenticare l'immagine di un re imposto dall'estero e si rafforza l'idea che la vittoria é stata rubata da nemici interni come i controrivoluzionari, ex-nobili, eccetera. Di Conseguenza una nuova rivoluzione francese infuria nel 1824 alla morte di Luigi XVIII per impedire l'ascesa al trono di Carlo X. Questa rivoluzione avrà successo? Scoppierà una nuova guerra europea? Cosa potrebbero fare i Bonaparte, Lafayette, gli Orléans in tutto questo casino? (di nuovo Perchè no?)

Heiligen Deutschen Reiches/1. Al congresso di Vienna i plenipotenziari europei cercarono di ricostruire l'ordine europeo, sia contenendo la Francia sia tentando di ricostruire l'Ancient Régime. Gli Inglesi avevano anche un altro obiettivo, ovvero ricostruire la balance of power scossa dalla vittoria assoluta della Russia, che aveva ampiamente messo piede in Europa e nei Balcani. La soluzione fu ricostruire l'Austria come cerniera di potere tra Italia, Germania e Balcani: con un piede in tre staffe le Reazione di Metternich poteva intervenire e stabilizzare tutti e tre i fronti, ma alla lunga segnò la fine degli Asburgo, troppo deboli per sostenere l'immane compito. Mettiamo che Metternich rinunci a fare dell'Austria il Gendarme d'Europa e scelga solo uno o almeno due dei fronti: Massimiliano Giuseppe di Wittelsbach è accusato di fellonia come i Wettin di Sassonia e il suo regno è annesso all'Austria. Per riequilibrare il Lombardo-Veneto resta indipendente (sotto Eugenio o un Asburgo cadetto), la Prussia ottiene la Sassonia e la Russia la Polonia in unione personale. Con l'Austria in Germania, la Prussia potrebbe avere la vita molto più dura; al contrario in Italia i moti del '48 potrebbero riuscire senza Radetzky ed il suo Quadrilatero (questa è di aNoNimo)

Heiligen Deutschen Reiches/2. Ipotesi massimale: la crisi sassone-polacca si aggrava, i russi ottengono quello che vogliono in virtù della loro forza mentre i prussiani restano al palo, Metternich incamera Renania, Vestfalia e Sassonia. Gli Asburgo hanno così praticamente unificato la Germania e potrebbero anche decidere di esagerare e reclamare il Belgio come chiesto delle assemblee locali (Regno Unito permettendo). La Confederazione del Reno è a guida unica austriaca e un giovane berlinese di nome Otto von Bismarck scappa a Vienna per apprendere da Metternich le arti del governo (un Hitler al contrario insomma!) Nel 1848 Metternich sceglie Bismarck come suo successore: nel 1861 il Cancelliere di Ferro scaccia la Danimarca, nel 1866 sottomette la Prussia e nel 1870 incorona Francesco Ferdinando d'Asburgo Imperatore di Germania nella reggia di Versailles. Quanto all'Ungheria, da tempo è un regno satellite sotto un Asburgo cadetto e preme in Romania su consiglio inglese (ancora aNoNimo)

Szent Magyar Monarchia. Alternativa: gli inglesi spingono nei Balcani gli Asburgo al punto che Vienna non entra nella Confederazione del Reno. Al contrario l'Austria rafforza la sua presenza a Budapest, Trieste e Venezia e si lancia alla conquista dei Balcani in funzione anti-turca e anti-russa. Le idee conservatrici di Metternich potrebbero quasi favorire la cosa, permettendo il salvataggio dello ius personarum ovvero di un diritto basato sulle persone e non sui territori, quanto di più adatto per il puzzle etnico dei Balcani. La guerra di Crimea è estremamente importante: i regni danubiani sono concessi agli Asburgo con il beneplacito inglese per fermare la corsa a sud dei russi, e Cavour ne approfitta per risolvere la questione italiana: Milano probabilmente si sentirebbe una periferia e preferirebbe i Savoia, ma il revival marinaro di Venezia consegnerebbe il Veneto agli austriaci. Le guerre balcaniche scoppierebbero prima sotto lo stimolo asburgico e, mentre la Germania si unifica a Versailles, gli asburgici potrebbero entrare a Costantinopoli, ancora una volta con il beneplacito degli inglesi che ne approfitterebbero per incamerare porzioni dell'Impero Ottomano (sempre aNoNimo)

Sacro Italico Impero. Altra opzione: Metternich abbandona la Germania ma si concentra invece in Italia, ponendo sotto protettorato anche lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie (almeno finché c'è il debole Ferdinando IV-I). Ogni tentativo sabaudo di conquistare l'Italia a questo punto fallirebbe, e non sarebbe improbabile che il movimento nazionale veda il nemico nei Savoia, unico ostacolo ad una Unità asburgica. Visti i buoni risultati del modello dispotico illuminista nelle terre italiane (Montanelli diceva che siamo superbi amministratori e pessimi politici), l'assolutismo potrebbe sopravvivere: Metternich al momento di dare le dimissioni pregherebbe l'Imperatore di scegliere come suo successore un certo Kamil von Kavur, esule italiano, seppur peccatore di liberismo. Nel 1866 potrebbe accadere davvero l'impossibile: Bismarck caccia gli Asburgo da Vienna e questi scappano a Roma, portando con se gli slavi dell'Adriatico. Il tronco secco degli Habsburg potrebbe rinascere ancora in Italia: che Belpaese forgerebbero dei franco-tedeschi trapiantati? (di nuovo aNoNimo)

English Sicily/1. Nel congresso di Vienna la diplomazia inglese riesce, per controllare le miniere di zolfo e rafforzare la sua egemonia mediterranea, a trasformare la Sicilia in un suo possedimento, magari in cambio del riconoscimento dell'annessione di Venezia all'Austria. Pur non cambiando nulla dal punto di vista economico e finanziario (l'isola pure nella nostra linea temporale una mezza colonia lo è sempre stata), si modifica l'Ottocento Italiano. Il Risorgimento, per interesse di entrambe le potenze straniere, si verifica con più lentezza, magari seguendo la strada federativa. Inoltre bisogna considerare nello stato italico come si modifica la politica estera dinanzi ad un doppio irredentismo: Trento e Trieste da un lato, Palermo dall'altra. Grazie alla sua posizione strategica, inoltre, l'isola diventa meta di emigrazione dalle regioni povere della Gran Bretagna; si forma quindi una forte minoranza anglofona. Durante la prima guerra mondiale, l'Italia dichiarerà guerra alla Gran Bretagna per il possesso dell'isola, per poi conquistarla e reprimere la popolazione inglese, che col tempo ha abbandonato la lingua natìa a favore dell'italiano o, più verosimilmente, dell'italiano come lingua complementare del siciliano (proposta da Renato Balduzzi)

La Sardaigne française. Durante il Congresso di Vienna inizialmente si era deciso di lasciare alla Francia la regione della Savoia ed il Nizzardo, compensando il Piemonte con la ex Repubblica di Genova. Invece, dopo la fuga di Napoleone ed i suoi 100 giorni, per punire la Francia, le due Regioni le vennero tolte e affidate nuovamente ai Savoia. Comunque Napoleone III le riconquistò grazie all'accordo di Plombiéres con Cavour e Vittorio Emanuele II. Ma se invece le due Regioni fossero state già francesi (ad esempio perché Napoleone non scappa) cosa avrebbero dato in cambio Cavour e Vittorio Emanuele II per accattivarsi le simpatie (e l'esercito) dei francesi? Conoscendo la spregiudicatezza dei personaggi considerati e valutando che sarebbe stato impossibile per ovvi motivi regalare ai Francesi il Piemonte (dove c'era la capitale Torino) o la Liguria (l'unico porto del Regno), i due non avrebbero esitato a cedere a Napoleone la Sardegna, della quale a loro non importava poi granché essendo quasi disabitata. A Napoleone invece sarebbe servita molto, soprattutto in vista delle future colonizzazioni del Maghreb, dove sarebbe stata utilissima. Successivamente sarebbe stata unita alla Corsica da un ponte sottomarino ed alla pari di questa divisa in dipartimenti. Nel primo dopoguerra sarebbe stata benissimo considerata "Terra Irredenta" da Mussolini (ed uno dei motivi per cui entrare nel conflitto). Con il secondo dopoguerra, al pari della Corsica, diventerebbe teatro di numerosi attentati contro Parigi ma avrebbe accolto numerosi ex-coloni francesi dopo la perdita dell'Algeria, perdendo in gran parte la propria cultura e tradizione. Sta di fatto che adesso sarebbe comunque una delle mete turistiche più visitate e gettonate dai vip, e proprio per questo motivo la Francia, nonostante gli attentati, farebbe di tutto per tenersela (un'idea di Never75; se volete leggere la sua proposta, cliccate qui)

La Libre Provence. Nel Congresso di Vienna si decide di scorporare dalla Francia la Provenza, mai veramente integrata nello stato francese (da quale dinastia sarà governata?). Allora nell'Ottocento si sviluppa un irredentismo panoccitano e il paese diventa una spina nel fianco per la Francia. Certamente ci saranno molti "annessionisti" in Provenza (spesso ex rivoluzionari), ma a livello di establishment ci sarà anche una grande paura per l'espansionismo del paese vicino. In seguito alle rivoluzioni del 1830 e del 1848, ponendo che i re di Provenza riescano a gestire la situazione, la Francia è ancora più identificata con la rivoluzione, e in contrasto la Provenza viene vista sempre più, anche dai realisti francesi, come un baluardo della tradizione e del legittimismo. Nel frattempo viene riscoperta la cultura provenzale, e i Provenzali finiranno per vedersi come una nazione ben distinta dai Francesi. In queste condizioni alcuni giungono a sognare di unire in un unico paese tutte le terre dove si parla l'occitano, "liberando l'Occitania, una e indivisibile, dal tallone parigino". Se questi irredentisti giungono al potere, la Provenza si alleerà con i nemici della Francia sia nel 1870 che durante le guerre mondiali. C'è il rischio che il paese prima o poi venga sconfitto e annesso; tuttavia il problema rimarrebbe, e oggi la Francia dovrebbe fare i conti con un movimento indipendentista occitano molto agguerrito. Altrimenti, la Provenza rimane indipendente e oggi fa parte dell'UE (ideata da Toxon)

États-Unis de Belgique. Dopo il Congresso di Vienna i patrioti locali ottengono da Metternich la costituzione degli agognati Stati Uniti del Belgio. Effetti nella storia d'Europa? (se lo chiede Maggioriano)

Olanda addio. Nel 1813 sembrava che l'Olanda non dovesse mai più ricomparire sulle carte geografiche. Il futuro Re Guglielmo I riuscì però a trovare il supporto dello Zar Alessandro I, e la promessa (in seguito mai mantenuta) di un matrimonio con un membro della famiglia reale inglese fece il resto. E fu così che dopo la Battaglia di Lipsia nacque il Principato Sovrano dei Paesi Bassi Uniti. Ma se invece Guglielmo non trovasse l'appoggio di nessuno e i Paesi Bassi non tornassero più ad essere indipendenti? Chi si spartirà il paese? Olanda alla Prussia, ricostituzione dei Paesi Bassi austriaci e le colonie all'Inghilterra? O i Cento Giorni e Waterloo rimescoleranno le carte in tavola? (è di Generalissimus

Il Regno di Hannover. Nel 1803 l'Elettorato di Hannover viene occupato dalla Francia napoleonica, su cui governerà per dieci anni, unito al Regno di Westfalia. Nel 1813 l'Elettorato è ripristinato e al Congresso di Vienna viene elevato a Regno tedesco autonomo. La Gran Bretagna si impone come protettrice del regno germanico. E continuerà ad essere tutelato dal governo britannico anche dopo il 1837, con l'incoronazione della Regina Vittoria, con l'abolizione della Legge salica e la possibilità di una donna di ereditare la Corona hannoveriana. Evoluzione parlamentarista dell'Hannover. Nel 1871 durante la guerra franco-prussiana Bismarck rinuncerà all'Hannover per non scontrarsi anche con l'Impero Britannico, ma sarà motivo di discordia tra la Germania guglielmina e Londra e uno dei tanti obiettivi della Grande Guerra. Nel 1901 con la morte della Regina Vittoria subentra un ramo più tedesco della dinastia in Hannover ma che continua ad avere legami con le democrazie parlamentari e rifiuta ogni alleanza con gli Imperi Centrali. Scosso da moti rivoluzionari e sociali resisterà a golpe nazionalisti e verrà invaso dai nazisti. Ricostituito nel 1946 perdura tutt'oggi, come uno degli Stati europei più avanzati e prosperi (ideata da Ainelif)

Die Österreichische Italien. Dopo il Congresso di Vienna, Metternich ottiene di mantenere in vita l'ex Regno d'Italia napoleonico (senza il Trentino), unisce ad esso anche la Toscana e il Sud d'Italia escluse le isole, e realizza così uno stato fantoccio con capitale Milano da assegnare a Maria Luisa d'Asburgo, affiancata dal conte Adam Adalbert von Neipperg, uomo della diplomazia austriaca, per controllarne la politica. Il Piemonte, la Liguria e la Sardegna restano ai Savoia, la Sicilia ai Borbone, il solo Lazio al Papa. Il lungo regno di Maria Luisa rappresenta per l'Italia una vera e propria epoca aurea. Naturalmente carbonari e mazziniani non accettano la dominazione asburgica e scatenano in continuazione rivolte, sempre represse nel sangue. Alla morte di Maria Luisa il 17 dicembre 1847 le succede in qualità di re il figlio Guglielmo di Montenuovo, da lei avuto dal von Neipperg, ma il ciclone del 1848 lo travolge: Mazzini fonda a Roma la Repubblica Romana, estesa anche a Toscana, Umbria e Marche, mentre Carlo Alberto di Savoia occupa Milano e Venezia. La successiva riscossa austriaca porta alla sconfitta sia di Mazzini che di Carlo Alberto. Il Lazio è restituito a Pio IX, mentre Vittorio Emanuele II di Savoia deve abbandonare Piemonte e Liguria, uniti al Regno Italico, e deve rassegnarsi a governare solo sulla Sardegna. Il Regno d'Italia è affidato a Massimiliano d'Asburgo, fratello minore di Francesco Giuseppe, che così evita la (dis)avventura messicana e la fucilazione. I Savoia e Garibaldi riusciranno ad espellere gli austriaci dall'Italia, o l'Espressione Geografica resterà un regno sostanzialmente unito sotto tutela austriaca? (una grande idea di William Riker)

Der Österreichisch Piemont. E se il Congresso di Vienna decidesse di annettere anche il Piemonte e la Liguria all'Austria, lasciando Nizza e Savoia alla Francia? Come cambia il Risorgimento italiano con un Regno Lombardo-Veneto-Piemontese sotto tutela austriaca? (se lo chiede Enrica S.)

La Savoia alla Francia. Al Congresso di Vienna la Francia fu trattata in modo davvero mite. Oltre a recuperare i confini del 1789, non solo si annesse Avignone e il Contado Venassino, ma le fu anche proposta la cessione della Savoia (vedi un articolo in proposito) in cambio della Liguria ceduta al Piemonte. Solo dopo i Cento Giorni di Napoleone la Savoia venne riassegnata al Regno di Sardegna. Ma se diventa francese già nel 1815? Con che cosa il Piemonte compenserà l'aiuto francese nel 1859? Forse con la Valle d'Aosta? (ancora Never75)

La Valtellina irredenta. La Valtellina e la Valchiavenna fecero parte fin dal ‘500 del Cantone svizzero dei Grigioni, e tali rimasero fino al 1797, quando il “mercante dei popoli” Bonaparte le scorporò e le aggiunse alla Repubblica Cisalpina. Dopo il Congresso di Vienna gli Svizzeri chiesero che le fossero restituite ma gli Austriaci si opposero, avendole già occupate ed annesse de facto al loro “Lombardo-Veneto”. Gli Svizzeri alla fine desistettero e le due valli seguirono quindi i destini della Lombardia; ma se gli Svizzeri avessero “premuto” di più e riottenute quindi le due Valli magari facendone due Cantoni a sé? Innanzitutto ciò avrebbe avuto l’effetto di alzare sensibilmente la percentuale di popolazione cattolica ed italofona nella Confederazione. Ma un aumento di tali terre in mano agli Svizzeri (anche se poco abitate, importantissime dal punto di vista strategico per il controllo dei passi e delle merci) non avrebbe provocato, da parte di alcuni patrioti italiani, il desiderio di completare il Risorgimento con le due valli e il Canton Ticino? Lugano e Sondrio anziché Trento e Trieste? Ad esempio il “triplicista” Crispi potrebbe paventare un’invasione delle terre svizzere (magari aiutato dall’Austria, sempre desiderosa di distrarre l’Italia dalle mire su Trento e Trieste). Se così fosse stato avremmo visto una Svizzera molto più battagliera nel 900, probabile una sua alleanza con la Germania hitleriana in funzione anti-italiana (altra idea di Never75)

Sciaffusa alla Germania. Se durante il Congresso di Vienna fosse stato deciso di correggere il confine fra il Granducato di Baden e la Confederazione Svizzera, facendo passare, il confine interamente sul Reno, quindi facendo cedere alla confederazione svizzera il cantone di Sciaffusa e parte della città di Basilea, cosa sarebbe potuto cambiare? Gli Svizzeri interferiranno nelle future guerre austro-italo-prussiane allo scopo di piluccare qualcosa? Dato che il Granducato di Baden nel 1866 era alleato dell'Austria, gli Svizzeri si alleeranno con Prussia e Italia e potrebbero riottenere quanto perduto. Con quali conseguenze? (è di Andrea Mascitti)

Niente Stato Pontificio. E se al Congresso di Vienna si fosse deciso di non restaurare più gli Stati Pontifici? Cioè lasciare al papa solo Roma (o poco più) ma limitare di moltissimo il resto del potere temporale, analogamente a quanto fatto ad Avignone e nel Contado Venassino, in tutti i principati ecclesiastici della Germania e a Malta? Se questa ipotesi fosse stata davvero presa in considerazione (alla fine, delle potenze veramente vincitrici, solo l'Austria era genuinamente cattolica), a chi sarebbero stati assegnati i territori pontifici? Quali sconvolgimenti avrebbero destato? (di nuovo Never75)

Irredentismo svizzero. Il Congresso di Vienna eliminò repubbliche millenarie che durante l'epoca napoleonica furono neutrali, almeno per i primi tempi, quali Venezia, Genova e Ragusa. Paradossalmente lasciarono però in vita la Confederazione Svizzera che, rispetto a queste, oltre a essere molto più recente era stata anche teoricamente alleata del Bonaparte. Che accade se le Potenze vincitrici si puntano per smembrare anche questa Repubblica?  "Amo tanto la Svizzera da volerne quattro diverse!" disse Metternich proponendo questa spartizione: Canton Ticino e Grigioni all'Impero d'Austria. Il primo (con la Valtellina e la Mesolcina) come parte del Lombardo-Veneto. Il secondo annesso tout-court alla Casa d'Asburgo come parte integrante dell'Austria propriamente detta. Il Vallese va ai Savoia. Friburgo, Giura, Neuchatel e la regione di Ginevra alla Francia. La città di Sciaffusa al Granducato del Baden. San Gallo, Appenzello e Turgovia al Regno di Württemberg. Infine il blocco centrale, prevalentemente di lingua tedesca, da Friburgo a Zurigo diventa il Ducato di Zugo e viene assegnato a un'altra casata tedesca, entrando a far parte della Confederazione Germanica. Ci sono probabilità che gli svizzeri, così come italiani, tedeschi, belgi e greci rivendichino la loro indipendenza e unità, oppure i territori elvetici entreranno a far parte degli Stati Nazionali di Italia e Germania? Se sarà così, ci saranno tensioni tra questi due Stati (tre se ci mettiamo l'Austria, quattro se ci mettiamo la Francia) per il possesso di questi territori e i relativi confini? Se le cose vanno comunque come dalle nostre parti, può darsi che, a Grande Guerra conclusa, la Svizzera, come la Polonia, possa essere ricostituita, sia pure con confini molto diversi? (sempre Never75)

Il Principato di Seborga. Ancora oggi gli abitanti di questo piccolo Paese Ligure si dichiarano teoricamente indipendenti da Roma, reclamando una presunta autonomia sancita in epoca comunale e mai formalmente rimessa in discussione da Genovesi, Francesi e Piemontesi. Per questo nominano un proprio principe ed hanno targhe automobilistiche tutte loro. Mettiamo che l'effettiva indipendenza del Principato venga sancita ufficialmente dopo il Congresso di Vienna. In questo caso avremo un "effetto-Monaco" anche in Italia. A Seborga, più che ad Imola-San Marino, verrà costruita una nuova pista di Formula 1. Sarà a Seborga più che a Sanremo, che verrà edificato un Casinò, anche per fare concorrenza al Principato di Monaco, con cui spennare vivi i turisti europei venuti da tutto il mondo per rilassarsi sulla Riviera. Ma soprattutto gli introiti turistici della Liguria e dell'Italia intera aumenteranno ulteriormente. Alla luce poi delle manifestazioni indipendentiste degli ultimi anni, non mancherà certamente qualche "genio" che voglia far annettere il proprio paese al Principato, per avere maggiori vantaggi fiscali ed economici. Da noi una cosa del genere sta succedendo per i paesini veneti al confine con Friuli e Trentino e per quelli piemontesi ai confini della Val d'Aosta (tre Regioni a Statuto Speciale) che chiedono di "cambiare regione" allo scopo di ottenere i suddetti benefici (anche questa è di Never75)

Lo stato di Moresnet-Amikejo. Il Moresnet Neutrale fu uno stato di 3 chilometri quadrati e di 3000 abitanti la cui nascita si deve al Congresso di Vienna del 1815, il quale stabilì che l'area compresa tra la cittadina olandese di Moresnet e quella prussiana di Neu-Moresnet, essendo contesa tra i due stati, dovesse essere gestita in condominio dalle due potenze. I cittadini dello stato erano esenti dal servizio militare in Olanda e Prussia, non pagavano tasse ed il costo della vita era minore rispetto a quello dei due stati confinanti, facendo di Moresnet una sorta di paradiso nel quale cercavano rifugio sia olandesi che prussiani. Nel 1885 la miniera sulla quale si basava l'intera economia dello stato divenne totalmente improduttiva per via dello sfruttamento eccessivo. Per questo si aprirono un casinò e varie distillerie di gin, controllate a vista dalle potenze succedute a Paesi Bassi e Prussia nel condominio della zona, ovvero Belgio e Germania. Ci furono anche proposte riguardanti l'adozione dell'Esperanto come lingua ufficiale. Nel 1915 i tedeschi invasero il territorio belga e Moresnet, ed alla fine della guerra il piccolo stato venne assegnato a Bruxelles. Ma se si fosse deciso di dare la piena indipendenza a questo stato, riconosciuto come paese aggredito? A Moresnet viene annesso il territorio tedesco di Neu Moresnet, elevato a capitale, aumentando del doppio sia il territorio che la popolazione. Lo stato si libera dal condominio eleggendo un suo Presidente ed un Parlamento, e dopo poco adotta la sua versione del Franco, proclamando l'esperanto terza lingua ufficiale a pari merito con francese e tedesco, ed adottando anche il nome proposto dagli esperantisti, cosicché la nazione diventa Moresnet-Amikejo. Con la Seconda Guerra Mondiale, i cittadini prenderanno le armi contro i nazisti, venendo ricompensati con il territorio di Hergenrath a guerra conclusa. La nazione, ora di 9,5 chilometri quadrati e con una popolazione di 9000 cittadini, è membro fondatore dell' Europa Unita, e l'Esperanto viene adottato come lingua franca ufficiale dei paesi membri (geniale proposta di Mattiopolis)

Farewell to Talleyrand. Talleyrand, il ministro tuttofare di Napoleone, svolse un ruolo importantissimo nel Congresso di Vienna. Infatti seppe, con un misto di machiavellismo e cinismo pari (se non addirittura superiore) a quello dell'omologo austriaco Metternich, garantire alla Francia una pace più che onorevole ed inserirla immediatamente nel circuito delle Grandi Potenze. In pratica egli presentò la Francia come una vittima sia di Napoleone che della Rivoluzione, ne più né meno delle altre Potenze; ciò servì ad evitare alla Francia una pace "cartaginese", e le permise altresì di risollevarsi presto dalla sconfitta e nel giro di pochissimi anni ridiventare di nuovo protagonista della politica europea. Ma poniamo il caso che Talleyrand muoia prima del 1815, vuoi  per malattia, vuoi perché giustiziato dallo stesso Napoleone che ormai non si fidava più di lui. Come cambia la situazione della Francia? Sicuramente gli ex nemici tendono a sfruttare la sua debolezza per prendersi una bella rivincita. Il Piemonte potrebbe annettersi la Corsica, La Confederazione del Reno l'Alsazia-Lorena e la Franca Contea, l' Inghilterra magari Calais e qualche territorio oltremare nei Carabi, la Spagna la Cerdagna ed il Rossiglione, e perfino l'Olanda potrebbe esigere una rettifica ai propri confini per il "suo" Belgio. La Francia verrebbe poi costretta a pagare ingentissime indennità di guerra, e magari il suo territorio potrebbe essere occupato per diverso tempo. Una Francia messa così alle strette faticherà molto di più a riprendersi, le agitazioni interne si susseguiranno all'infinito e, non potendo più per parecchio tempo assumere una politica estera autonoma, è probabile che il Piemonte dei Savoia cerchi altrove degli alleati per combattere le proprie guerre d'indipendenza (ancora una proposta di Never75)

Ducato di Bretagna e Regno di Navarra. Sia la Navarra che la Bretagna non avevano mai adottato la legge salica; Se evitiamo la rivoluzione francese, e le autonomie formali non vengono abolite, teoricamente, se Louis Charles pre-muore il padre (anche senza le difficili condizioni della prigionia, era comunque fragile di salute), Maria Teresa, Primogenita di Luigi e Maria Antonietta è di diritto sia Regina di Navarra che Duchessa di Bretagna; Anche se Maria Teresa sposasse, come nella nostra T.L il cugino Luigi (XVIII, nella nostra timeline XIX), visto che i due non avrebbero figli, i titoli andrebbero ad Enrico V, e, alla morte di questi, il titolo va alla sorella, Luisa Maria Teresa. A questo punto cosa succede? Luisa Maria Teresa sposerebbe comunque Carlo III di Borbone Parma, con ogni probabilità. Quindi, i Borbone Parma diventeranno Re di Navarra e Duchi di Bretagna? Una discreta consolazione per la perdita di Parma, direi. Riusciranno i Borbone-Parma a mantenere il controllo dei due reami? Arriveranno ad una separazione consensuale con due rami della stessa casata? Saranno oggetto di mire irredentiste della Francia di Vichy? (pensata da Tommaso Mazzoni)

I Presidi presidiati. L'Elba e Livorno rimangono in mani spagnole anche dopo le guerre napoleoniche ed il Congresso di Vienna. Il risultato è una Spagna più importante che controlla il traffico nel Tirreno. Naturalmente, una volta costituitosi, il Regno d'Italia attacca i possedimenti spagnoli in Italia. Ne risulta subito una guerra italo-spagnola. Chi la vincerà secondo voi? (un'altra idea di Maggioriano)

La Grande Lunezia. Nel 1814 La Spezia viene assegnata al Ducato di Parma (ipotesi che era stata realmente prospettata), mentre Napoleone se ne sta buono buono sull'Isola d'Elba e dopo qualche anno raggiunge la moglie a Parma. Nasce la Grande Lunezia. Come cambia la Storia d'Italia? (questa è di Massimiliano Paleari)

Venezia s'è desta. Dopo il Congresso di Vienna viene ricostituita la Serenissima Repubblica di Venezia, che diventa protagonista degli eventi storici dell'Ottocento (proposta da Stefano Bergonzi)

Genova s'è desta. La Repubblica di Genova dopo il Congresso di Vienna non viene assegnata ai Savoia, ma resta autonoma. Il Regno di Sardegna non diventa così potente, mancandogli il porto di Genova; le ambizioni di unità dell’Italia sono ora affidate al Regno delle due Sicilie o ad una sollevazione di tutti gli stati italiani. In ogni caso con queste condizioni la strada per uno stato italiano è tutta in salita, e ancora nel novecento l'Italia non è altro che un’espressione geografica (ideata da Giorgio Tebaldi)

La repubblica di San Biagio. Dopo l'ipotesi della sopravvivenza delle repubbliche di Venezia e Genova dopo il Congresso di Vienna, ecco quella della repubblica di Ragusa (Dubrovnik). Sicuramente si tratta del POD più semplice da realizzare: basta supporre che a Vienna abbiano un improvviso prurito legittimista. Ragusa è ai margini dello scacchiere politico europeo, non è molto importante né strategicamente né economicamente e ha un territorio minuscolo. Per l’Austria non è una gran perdita, per l'Inghilterra un buono scalo in più nel Mediterraneo. Nel 1815 viene quindi restaurata la Repubblica di San Biagio. Pur rimanendo un’oligarchia, essa conserva le migliori riforme napoleoniche, come il nuovo Codice, e, non ufficialmente, offre rifugio a molti esuli dall’Austria, compresi molti italiani: in fin dei conti, il motto della repubblica era “la libertà non si vende per tutto l’oro del mondo”. Nel 1848 una rivoluzione modifica l’ordinamento in senso democratico, e probabilmente cambia anche la lingua ufficiale della repubblica, dall’italiano (lingua dell’aristocrazia e della borghesia mercantile) al croato (che invece è parlato da tutto il popolo). Ciò non impedisce però che molti volontari ragusei partecipino come volontari alle guerre d’indipendenza della penisola, e che la repubblica intrecci buoni rapporti con il nuovo regno d’Italia. Ragusa si sviluppa come un porto franco e un grande centro commerciale e turistico stile Montecarlo, superando la Prima Guerra Mondiale nella più stretta neutralità; purtroppo viene però invasa dall’Italia nella Seconda, annessa al suo territorio e in seguito a quello della Iugoslavia titoista. Da quel momento in poi il suo destino resta legato a quello della Croazia, anche se non è escluso che se ne stacchi negli anni ’90. Ucronia nell’ucronia: forse, se a Ragusa negli anni ’30 si instaura un regime fascista filoitaliano (e che magari restaura l’italiano come lingua ufficiale), Mussolini potrebbe non avere l’opportunità di invadere Ragusa in quanto “terra irredenta”; e a patto che il nuovo regime non sia tanto stupido da lanciarsi dietro al Duce nell’aggressione alla Iugoslavia, la repubblica potrebbe scampare anche a Tito. Ovviamente in questo caso il regime filofascista crolla però al massimo nel 1945, rilasciando spazio alla democrazia. Ragusa diventerebbe così una terra di frontiera tra i due blocchi, dove gli occidentali “vengono a vedere” il socialismo e gli iugoslavi “vengono a vedere” il capitalismo. In mezzo, uno stato neutrale che si arricchisce del commercio e del turismo di entrambi. Superato il momento di crisi della dissoluzione della Iugoslavia, quando Ragusa dovrà far fronte all’arrivo di una valanga di profughi e immigrati non molto ben accetti, la Repubblica di San Biagio viene accolta nell’UE nel 1995 ed è a tutt’oggi uno dei suoi membri più ricchi e sviluppati. E se la lingua ufficiale della Repubblica non fosse né l'italiano né il croato, ma il dalmatico? Quest'ipotesi è indubbiamente affascinante, tuttavia già nel Rinascimento a Ragusa era una lingua morta, e non sembra credibile che nell'Otttocento lo restaurino come lingua ufficiale come hanno fatto gli israeliani. Non è però una brutta idea pensare che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, se la repubblica riesce a salvarsi, ci sia un revival del dalmatico, in opposizione sia al nazionalismo italiano che a quello jugoslavo. Per i giovani più politicizzati e nazionalisti diventa un punto d'onore poter mostrare di avere un'identità dalmatica autonoma, e, se l'idea fa breccia, oggi il dalmatico potrebbe essere proclamato lingua ufficiale insieme al croato, in un ruolo molto simile a quello dell'irlandese di oggi: dal punto di vista pratico non serve a nulla, ma losi deve conservare perchè è un "tesoro nazionale" (una grandissima idea di Toxon)

San Luigi XVI. La Chiesa Ortodossa ha proclamato Santi lo Zar Nicola II e i suoi familiari, assassinati a Ekaterinenburg dai Bolscevichi. E se Papa Pio VII avesse canonizzato Luigi XVI, Maria Antonietta e i loro sfortunati figli? Quali polemiche contro la Chiesa scatenerà questa decisione? (una bizzarria di Never75)

Luigi XIX Re di Francia. Luigi XVIII ha un figlio legittimo. Già nel 1815 egli potrebbe essere visto come un buon compromesso dopo la sconfitta di Waterloo: i regni di Europa prendono atto dell'impopolarità di Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI e relitto dell'epoca di Versailles (anche con tutti i compromessi già accettati da lui), suo figlio potrebbe essere visto come giovane, "vergine" politicamente e probabilmente seguirebbe la politica del padre verso la moderazione della restaurazione, ma forse in senso più liberale per opporsi al partito ultraconservatore rappresentato da Carlo di Artois, il Carlo X della nostra Timeline, che sarebbe la sua principale opposizione politica. Per il bene dell'ucronia diciamo che questo Luigi XIX ucronico sia nato in esilio, non avendo mai conosciuto Versailles e le sue tradizioni ma educato nella sobrietà in Prussia. Egli sarebbe per metà Savoia, propongo dunque il nome di Luigi Emanuele per onorare la sua famiglia materna. Lo immagino amico della Prussia e del Piemonte. Talleyrand lo avrebbe sostenuto come candidato di compromesso dopo il 1815, ottenendo l'abdicazione formale di Luigi XVIII; dopo Waterloo non tornerebbe mai a Parigi ma si ritirerebbe a Saint-Cloud, guidando da lontano le prime decisioni del figlio. Questo Luigi XIX sarebbe il primo a riprendere il titolo di Re dei Francesi al posto di Re di Francia e farebbe evolvere il paese verso una costituzione "alla Luigi Filippo": gli Orléans sarebbero suoi alleati contro i conservatori di Artois e contro i nostalgici della repubblica o dei Bonaparte... (un colpo di genio di Perchè no?)

Risorgimento Greco-Veneziano. Se nell'Ottocento Venezia sopravvive e ha ancora un po’ di possedimenti greci (Isole Ionie, Candia, Morea, ecc…) forse il nazionalismo greco sarebbe più forte che nella nostra Timeline. Una Repubblica di Venezia ancora vitale infatti vedrebbe la nascita di una forte borghesia greca, che inevitabilmente sarebbe conquistata dal nuovo nazionalismo. Inoltre, se la Repubblica, durante il periodo napoleonico, resiste nei territori greci, questi avrebbero tutte le ragioni per chiedere un peso politico molto maggiore all’interno dello stato. Venezia, stretta tra nazionalisti italiani e nazionalisti greci, riuscirà a mantenere “un piede in due scarpe” e a completare due processi di unificazione mantenendo le strutture del suo stato intatte? Secondo me no; a Venezia potrebbe invece avvenire una specie di “Ausgleich” tra le due metà della Serenissima: da Perasto in su ci sarebbe la “Repubblica Italiana di Venezia”, impegnata a contendere ad Asburgo e Savoia il controllo della penisola; dalle Ionie in giù invece ci sarebbe una “Repubblica Greca di Venezia”, impegnata a completare l’unità nazionale combattendo contro il moribondo Impero Ottomano. Tra l’altro queste metà avrebbero buon gioco a contenere e/o assimilare le “nazionalità soggette” (Croati e forse Sloveni per la parte italiana, Turchi e forse Albanesi per la parte turca, dipende da come e quanto si espanderà lo stato); ciò però comporterebbe la fine della tolleranza veneziana, e quindi la perdita definitiva di una parte dello “spirito” della vecchia Serenissima. La “Repubblica Italo-Greca di Venezia” riuscirà a sopravvivere o farà la stessa fine dell’Impero Austro-Ungarico? (sempre frutto della fantasia di Toxon)

De Nederlandse Zuid-Afrika. Molti nel governo inglese si chiedevano quanto fosse realmente utile mantenere il possesso della Colonia olandese del Capo, conquistata in maniera definitiva da Sir David Baird nel 1806 per impedire che i Francesi vi si insediassero e cominciassero a disturbare le rotte per l'India e l'Australia. Alcuni consideravano il territorio appena acquisito assolutamente malsano e privo di risorse. Comunque sia, alla fine gli Inglesi decisero di tenersi il Sudafrica. Ma se invece, dopo le guerre napoleoniche, l'Inghilterra decidesse di trattare il Regno Unito dei Paesi Bassi come nazione aggredita e di restituirgli la Colonia del Capo? (la dobbiamo a Generalissimus)

Niente Santa Alleanza. Lo zar Alessandro I di Russia, preso da un improvviso ripensamento, non fonda la Santa Alleanza con Prussia ed Austria, ma preferisce dedicarsi ai problemi interni al suo Paese. Senza il fondamentale supporto delle armate russe, l'Impero d'Austria mostra prima segni di rottura. Le varie nazionalità "oppresse" si affermano già nel 1848. L'Ungheria di Kossuth si dichiara indipendente, la Confederazione del Reno si scioglie, nasce l'Impero di Prussia e gli Stati Italiani sconfiggono l'Austria e si riuniscono in Federazione. All'Austria non rimangono che i possedimenti Asburgici, la sua parte di Polonia e le province Slave. Ridotto così nelle dimensioni e privato delle regioni più ricche economicamente, il Regno asburgico torna ad essere una potenza periferica, del tutto incapace di influire sulla futura politica europea (grazie a Never75)

Il Regno del Río de la Plata. Il generale argentino Manuel Belgrano, che era stato in missione diplomatica in Europa, avvisò i suoi compatrioti che avevano dichiarato l'indipendenza delle Province Unite del Río de la Plata il 9 Luglio 1816 che le potenze del vecchio continente avrebbero meglio accettato (e magari addirittura appoggiato) la nascita del nuovo stato se questo avesse optato per una forma di governo monarchico. Molti si dissero d'accordo, così il Generale Belgrano ideò il Piano Inca per mettere sul trono un discendente della nobiltà dell'Impero Inca. Visto che la dinastia dei Qhapaq Inca era stata detronizzata nel XVI secolo ed era estinta da tempo, i candidati principali al trono sarebbero stati Dionisio Inca Yupanqui, colonnello spagnolo che rappresentava il Perù nelle Cortes di Cadice, e Juan Bautista Tupamaro, fratello di Túpac Amaru II, che dichiaravano entrambi di discendere dalla nobiltà inca. Tutto saltò per via dell'opposizione dei rappresentanti di Buenos Aires, che non vedevano affatto di buon occhio la possibilità di dover sottostare alla lontana Cusco dichiarata nuova capitale. Un'alternativa sarebbe stata mettere in pratica il Carlottismo, un'idea diffusa all'inizio dell'800 nel Vicereame del Río de la Plata che propugnava la trasformazione di quella colonia in stato indipendente sotto la guida di Carlotta Gioacchina di Borbone-Spagna, alla quale sarebbe dovuto succedere il nostro Michele del Portogallo. Questo piano però, a differenza del primo, aveva praticamente tutti contro: i viceré non volevano "mollare la poltrona", Ferdinando VII di Spagna avrebbe sparato con piacere di persona a chiunque osava solo pensare alla parola "indipendenza", gli Inglesi avrebbero voluto quei territori per loro e i criollo locali pensavano che alla fine tutto questo non fosse altro che una mossa del Brasile per ritrovarsi in possesso senza colpo ferire di due terzi del Sudamerica, considerato che Carlotta era la Consorte di Giovanni VI del Portogallo. La stessa Carlotta Gioacchina, inoltre, che comunque era una donna ambiziosa e non era certo contraria al piano, intendeva regnare in maniera assolutistica, cosa che non piacque a chi era al corrente della situazione. Altra ipotesi: a diventare Re del Río de la Plata è Sebastiano di Borbone-Spagna, sotto la reggenza del padre Pietro Carlo di Borbone-Spagna, che non ricevono il veto di Giovanni VI del Portogallo. Quarta ipotesi: Luigi XVIII di Francia non pone il suo veto, e il nuovo Re del Río de la Plata è Luigi Filippo d'Orléans. Levarsi di torno Luigi Filippo, magari accompagnato da tutti i suoi sostenitori liberali, sarebbe piaciuto molto a Luigi XVIII, ovviamente con rinuncia permanente al trono Francese per lui e i suoi discendenti. Ultima alternativa: Ferdinando VII non pone il suo solito veto ad ogni singolo parente, per quanto alla lontana, di accettare i troni delle colonie diventate indipendenti, il Partito Unitario vince la Battaglia di Cepeda del 1820 e può promuovere con più forza la sua idea, ovvero che a diventare re sia il nostro Carlo II di Parma, che tra l'altro avrebbe dovuto sposare una principessa brasiliana i cui appannaggi comprendessero la Provincia Cisplatina, portandola in dote al Regno del Río de la Plata ed evitando così la Guerra Argentino-Brasiliana. Cosa accadrebbe se il Regno del Río de la Plata riuscisse a prendere vita in una o l'altra di queste forme? (made in Generalissimus)

"Cuore ovvero Storia di un Italiano" di Ugo Foscolo. Si dice che Goethe abbia fatto i tedeschi prima che Bismarck facesse la Germania, dando a quel popolo le basi per un'epica comune, uno spirito. Se Foscolo avesse fatto lo stesso in Italia, anticipando di moltissimo i tentativi di de Amiciis con “Cuore”? Foscolo a Londra decide di proseguire le lettere di Jacopo Ortis, dando vita alle lettere del suo corrispondente Lorenzo Alderani. Il romanzo, un'accusa a tutti gli invasori, diviene un successo editoriale che forma la nuova generazione, ingrossando le file dei patrioti del '48: gli eventi di quell'anno avranno un altro esito? Anche Verona insorgerà a carissimo prezzo, facendo saltare il Quadrilatero? Napoli si ribellerà a Ferdinando II, proclamando la Seconda Repubblica Partenopea, che manderà a Pepe i rinforzi richiesti? Ma, anche senza il successo del '48, gli italiani ormai sarebbero fatti: l'incoronazione di Vittorio Emanuele sarebbe solo la firma su di un libro già scritto (nuova trovata di aNoNimo)

"I Miserabili ovvero Storia degli Italiani" di Ugo Foscolo. Foscolo dopo Campoformio si innamora di una napoletana e non di una bolognese, cosa che gli permette di sperimentare la Repubblica Partenopea. Sfuggito al tradimento che costerà la vita a Carafa, riflette a lungo sugli avvenimenti e si accorge dell'immensa cesura tra giacobini e cafoni, appresa anche conoscendoli. Da questa esperienza trarrà un romanzo sull'incontro tra un giacobino e vari poveri d'Italia, dagli scalzi di Venezia agli scugnizzi napoletani passando per i martinitt e i borgatari. Questo anticipo di coscienza sociale condizionerà tutti i successivi patrioti, che nel loro piccolo saranno un po' Pisacane: Mazzini spoglierebbe i conventi per nutrire i romani e mai Bixio sparerebbe sui cafoni di Bronte, né gli ex garibaldini sui briganti. È sognare? (ancora aNoNimo)

Fiori d'arancio in casa Leopardi. Un'ucronia a cui pensano tutti gli studenti di quarta superiore. Giacomo Leopardi nel 1817 si innamorò di Gertrude Cassi Lazzari, una cugina del padre, che fu ospite presso la famiglia per alcuni giorni. Scrisse in questa occasione il "Diario del primo amore" e l'"Elegia I" che verrà in seguito inclusa nei "Canti" con il titolo "Il primo amore". Cosa succede se questi due meravigliosi scritti capitano per caso sottomano alla ragazza e lei, colpita profondamente dai versi d'amore, si innamora di Giacomo? Dato che ai tempi l'amore tra parenti di secondo grado non è visto di cattivo occhio come al giorno d'oggi, è probabile che Leopardi trovi davvero la donna della sua vita e la sposi. La sua poetica cambierà per sempre. Scordiamoci frasi quali "Negletta prole nascemmo al pianto, e la ragione in grembo de' celesti si posa": il pessimismo cosmico di Leopardi non avrà luogo, oppure sarà alquanto mitigato dall'amore di Gertrude... (pensata da Renato Balduzzi)

Io Tarzan, tu Jane. Il 18 luglio 1817 la grande scrittrice inglese Jane Austen, autrice di capolavori come "Ragione e sentimento" e "Orgoglio e pregiudizio", si spegneva a neppure 42 anni. Le cause della morte non sono mai state accertate: c'è chi pensa al morbo di Addison o alla tubercolosi, e la giallista inglese Lindsay Ashford ha avanzato addirittura l'ipotesi che sia stata avvelenata dai suoi congiunti, i quali in seguito infatti distrussero quasi tutte le sue lettere. Ma che succede se la Austen non muore in quella data e campa fino ad ottant'anni? Quali altri capolavori ci regalerà? E come cambierà la letteratura romantica inglese? (questa è di Enrica S.)

Gli Imperi Sudamericani. Nel 1817, in seguito alle dichiarazioni di Indipendenza delle Nazioni Centro e Sudamericane, lo Zar Alessandro II propose alle potenze della Santa Alleanza un intervento extracontinentale in favore di Spagna e Portogallo. L'Inghilterra a sua volta propose una soluzione mediana: quella di costituire nelle colonie iberiche dei regni indipendenti affidati a rami collaterali dei Borbone e Braganza. Tale proposta non fu accettata perchè le altre potenze (in primis Austria, Russia, Spagna e Portogallo) chiedevano la completa sottomissione delle colonie ribelli. Ma se invece avessero accettato? In Sudamerica, oltre al Brasile si costituiscono altri "Imperi" (e non Repubbliche) ancora però sostanzialmente legati culturalmente ed economicamente se non politicamente all'Europa. Minore influenza statunitense e maggiore stabilità politica nelle nuove nazioni transoceaniche. Data la provenienza europea dei nuovi regnanti di origine spagnola, non è improbabile anche una loro maggiore partecipazione negli affari del nostro Continente e magari anche una loro "corsa coloniale" verso l'Africa Centrale in concorrenza alla Francia (favoriti a bella posta dagli Inglesi). Gli Stati Sudamericani nel '900 avranno così una politica estera maggiormente autonoma ed "europeistica". Anche la rivalità tra Brasile e Stati confinanti potrebbe essere molto più accentuata e provocare continue guerre su scala planetaria. Ad esempio la Seconda Guerra Mondiale potrebbe vedere un Brasile alleato dell'Asse contrapposto al resto del Centro-Sud America alleato di USA e Gran Bretagna (ancora Never75)

L'età carlottiana. Un'ucronia derivata dalla precedente. Carlotta Augusta del Galles, unica figlia di re Giorgio IV d'Inghilterra, non muore di parto il 6 novembre 1817, ma dà alla luce una bambina cui dà nome Carlotta, che vent'anni dopo, il 20 giugno 1837, alla morte di suo zio Guglielmo IV diventerà regina d'Inghilterra. In assenza della grande Vittoria, come cambia la storia inglese? E quella europea? Sicuramente Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito di Carlotta Augusta, non diventa re dei Belgi, forse Bruxelles viene assorbita dalla Francia. Inoltre la regina Carlotta I potrebbe essere affascinante ma capricciosa come sua madre, i cui genitori tra l'altro litigavano in continuazione e finirono per separarsi: altro che il buon senso e la freddezza dimostrata da Vittoria in numerose occasioni... (ipotizzata da William Riker)

Spartizione europea dell'Asia. Per ottenere questo risultato occorre come prerequisito la disponibilità anticipata in Europa di mezzi di tutela batteriologica contro le malattie endemiche nel Vicino e Medio Oriente, in modo da evitare le epidemie che hanno fatto strage dei tentativi di colonizzazione dei Crociati; seguirà, diciamo nel 1818, la spartizione dell'Impero Ottomano tra Potenze Europee (Russia inclusa), con conseguente colonizzazione, invece che delle Americhe e dell'Oceania, della fascia che nell'ipotesi minima va dall'Algeria al Golfo Persico. All'Austria vanno Bosnia, Hercegovina, Novi Pazar, Kosovo, Scutari, Monastir, Salonicco, Creta, Tripolitania, Tripoli di Soria; all'Imperatore d'Austria col titolo di Re d'Armenia toccano Van, Erzurum, Diyarbakir, Sivas, Maras, Adana, Aleppo; al Sacro Romano Impero Mosul, Baghdad e Bassora; i Principati di Serbia e Montenegro sono posti sotto il Protettorato dell'Impero d'Austria. Invece alla Russia vanno Cefalonia, Bugiak, Dobrugia, Bulgaria, Kastamonu, Ankara, Konya, Kars, Çildir, Libano e Beirut; allo Zar di tutte le Russie col titolo di Imperatore Romano d'Oriente e Basileus dei Greci vanno Morea, Livadia, Tessaglia, Isole dell'Egeo, Tracia e Costantinopoli, Anatolia occidentale, Trebisonda; i Principati di Moldavia e Valacchia sono posti sotto il Protettorato dell'Impero Russo. Alla Gran Bretagna toccano Zante, Cirene, Damasco, Sidone e l'intera Penisola Arabica; alla Francia Algeria centrale, Egitto, Sudan; alla Spagna l'Algeria occidentale; a Napoli l'Epiro da Valona a Giannina; al Re di Sardegna Algeria orientale, Cipro e Gerusalemme; al Granducato di Toscana va Tunisi; allo Stato della Chiesa viene data Rodi. Contrappesi in Europa: la Polonia russa e austriaca sono unite come Regno di Polonia in unione personale con l'Austria; restaurazione del Sacro Romano Impero in unione personale con l'Impero d'Austria; federazione della Germania settentrionale come Impero di Prussia entro il Sacro Romano Impero. Si prevede l'ulteriore espansione russa in Transcaucasia (tranne Erevan), nei Khanati centroasiatici, in Persia, in Zungaria, in Mongolia (Esterna e Interna), in Manciuria e nel Tibet. Quali le conseguenze sulla politica coloniale britannica? Lo sbocco al Pacifico in Columbia, punti d'appoggio insulari negli Oceani Atlantico e Indiano, l'unificazione dell'India, l'espansione in Balucistan e in Afghanistan; secessione della Sicilia, in unione personale con l'Inghilterra; protettorato britannico sul Regno del Portogallo con le Colonie, incluso il Brasile; espansione senza contrasti in Asia sudorientale, eccettuate le Indie Orientali Olandesi e Portoghesi e le Filippine; forse addirittura conquista della Cina metropolitana (la Regina Vittoria è incoronata celeste imperatrice). Come contraltare si avrà la successione borbonica unitaria in Francia, Spagna con le Colonie e Napoli; il protettorato francese sul Regno di Sardegna e quello austriaco sullo Stato della Chiesa (un grande progetto di Bhrg'hros)

Le Hawaii russe. Nel 1818 l'imprenditore russo Georg Anton Schäffer occupò Kauai nelle isole Hawaii e negoziò un trattato di protezione con il governatore indigeno dell'isola di Kaumualii, alle dipendenze del re Kamehameha I, sovrano delle Hawaii; lo zar Alessandro I però rifiutò di firmare questo trattato. E se accetta? (seconda ucronia hawaiana proposta da Lord Wilmore)

I secondi Cento Giorni (o saranno di più?) Nel 1818 Lord Thomas Cochrane, ex deputato Radicale del Parlamento britannico, famosissimo lupo di mare della Royal Navy e allora ammiraglio del Cile, riesce a sbarcare sull'isola di Sant'Elena e a far scappare Napoleone Bonaparte, che porta al sicuro proprio in Cile. Che cosa succede? (ancora Lord Wilmore)

Emofilia. Com'è noto la Regina Vittoria d'Inghilterra, nata il 24 maggio 1819, diffuse l'emofilia tra tutte le case regnanti europee; anche suo figlio Leopoldo morì proprio di emofilia. Non è chiaro da chi Vittoria avesse ereditato questa malattia, dovuta all'assenza di una proteina che permette la coagulazione del sangue. Il gene difettoso si trova sul cromosoma Y femminile, per cui di solito i nati maschi contraggono la malattia, mentre le nate femmine sono portatrici sane. Dunque il morbo si trasmette per via femminile, ma non risulta che sua madre, Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld, o qualcuna delle sue antenate ne soffrisse. Un'ipotesi è questa: quando Vittoria nacque, suo padre Edoardo Augusto, duca di Kent e di Stratheam, aveva già cinquantadue anni, e come altri figli di re Giorgio III era rimasto celibe, ma dovette sposarsi in fretta e procreare un erede dopo la prematura morte della principessa Carlotta Augusta del Galles, figlia di suo fratello maggiore Giorgio IV ed unica erede al trono d'Inghilterra. Una mutazione nello sperma del padre potrebbe giustificare la comparsa dell'emofilia. Ora supponiamo che tale mutazione non avvenga, e che Vittoria e i suoi figli siano immuni dal male. Conseguenza importantissima: Alessandra Fedorovna, nipote della regina Vittoria, non trasmette l'emofilia al figlio, lo Zarevic' Alessio, erede al trono dell'impero russo, e così sua mamma non viene plagiata da Rasputin, che asseriva di poter guarire il ragazzo. Siccome Rasputin, che esercitava una nefasta influenza sull'intera famiglia regnante russa, ebbe un ruolo importante nella dichiarazione di guerra della Russia all'Austria-Ungheria dopo l'attentato di Sarajevo, è possibile addirittura che la Prima Guerra Mondiale non scoppi (anche questa è di William Riker)

Altro che nonna d'Europa! Ci fu il serio rischio che invece di sposare Alberto, la futura Regina Vittoria sposasse suo fratello maggiore, il futuro Ernesto II di Sassonia-Coburgo-Gotha. Il problema è che a causa dei "sani" insegnamenti in gioventù del padre Ernesto I riguardo ai piaceri carnali della vita e della sua conseguente propensione naturale all'adulterio, Ernesto II aveva contratto una malattia venerea che nella nostra Timeline causò la sterilità sua o della sua consorte, la Principessa Alessandrina di Baden. Che accade perciò se nel 1840 Vittoria finisce in sposa ad Ernesto? Quali le conseguenze del loro lungo, infruttuoso e infelice matrimonio? (made in Generalissimus)

Ernesto y Isabel. Alternativa all'ucronia precedente: e se invece Lord Palmerston riuscisse nel suo piano per far allineare la Spagna al Regno Unito facendo sposare Ernesto II con la Regina Isabella II? (ancora Generalissimus)

Il Pavido della Patria. Vittorio Emanuele II di Savoia, futuro primo re d'Italia, nacque a Torino il 24 marzo 1820 da Carlo Alberto di Savoia-Carignano, futuro re di Sardegna, e Maria Teresa d'Asburgo-Toscana. Tuttavia egli era tracagnotto e decisionista, al contrario del padre, magro, alto ben 2,04 m e di carattere irresoluto. Nacque così la leggenda che Vittorio Emanuele non fosse figlio della coppia reale, ma si trattasse di un bimbo di origine popolana, scelto per sostituire il vero figlio di Carlo Alberto, morto ancora in fasce a causa di un incendio sviluppatosi nella sua stanza. La maggior parte degli storici nega ogni fondamento a questa ipotesi, visto che i genitori del bambino erano ancora molto giovani, e avrebbero potuto quindi avere un altro figlio maschio se il piccolo fosse davvero morto in un incidente. Ma supponiamo che le cose siano andate davvero così. E se la culla di Vittorio Emanuele II non avesse preso fuoco? La balia invece di salvare il proprio figlio al posto del Re (cosi dicono le leggende fin dall'ottocento) non deve scegliere e il "vero" Vittorio Emanuele II non sarà il sanguigno donnaiolo Padre della Patria ma un pavido, piccolo, pallido, gracile e timoroso Savoia. Per cui forse il Piemonte non si impelagherà nell'Unità di Italia: navigherà di conserva come dependance della Francia e terrà un profilo basso, bassissimo! Che accade? Chi prende il timone e raccoglie il grido di Mazzini? Per chi combatterà Garibaldi? (la dobbiamo a Sandro Degiani)

Francesco II di Borbone-Savoia. Alternativa all'ucronia precedente. Il Re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia-Carignano non ha figli maschi ma solo femmine (ciò va a braccetto con la sua scialba figura politica). Maria Cristina di Savoia, nella nostra Timeline nata nel 1826 e vissuta solo un anno, in questa linea temporale viene alla luce nel 1820, mentre Vittorio Emanuele e Ferdinando non nascono. Maria Cristina sposa Ferdinando Carlo Maria di Borbone, di dieci anni più vecchio, futuro Ferdinando II, e così il Re di Napoli riunisce nelle sue mani la Corona di Sardegna e quella delle Due Sicilie. L'Erede della coppia, corrispondente al nostro Francesco II, sarà Re d'Italia senza colpo ferire, anche perchè nel 1848 i patrioti ottengono di annettere Parma, Piacenza, Modena, Lucca e la Toscana al Regno di Borbone. Savoia e Nizza restano in mani borboniche, mentre lo Stato della Chiesa resta al Papa, tranne forse Bologna e la Romagna. Se il regno borbonico coglie l'occasione di allearsi con la Prussia nel 1867, in cambio dell'aiuto prestato a Bismarck otterrà anche la Lombardia e le Venezie, altrimenti occorrerà aspettare la Prima Guerra Mondiale. E quando allo stato borbonico verrà annessa Roma? (anche questa è di Sandro Degiani)

Re Ferdinando lo sfortunato. Come detto, secondo alcuni Vittorio Emanuele II non era il vero figlio di Carlo Alberto, ma di un macellaio e sarebbe stato sostituito al vero principe (defunto) nella culla. Si dice che la causa della (presunta) morte del principino fu un incendio involontario causato dalla balia del principe stesso che sacrificò la propria vita per (forse?) salvarlo. Poniamo invece che, nonostante gli sforzi della balia, il Principino muoia comunque (oppure che non venga sostituito da un altro, come dicono le malelingue!). Per il momento Carlo Alberto salva comunque la successione perché di lì a poco nascerà comunque un altro figlio, Ferdinando, padre in HL della futura Margherita. Nel 1848 Carlo Alberto abdica in favore di Ferdinando. Considerato che Ferdinando era molto più colto e intelligente del fratello, non è impensabile uno sviluppo analogo del Regno e mettiamo che venga sempre scelto l'ottimo Cavour come Primo Ministro. Ferdinando però muore nel 1855, in un periodo delicatissimo della Storia italiana. Il suo erede, il principe Tommaso, ha solo un anno ed è inevitabile la reggenza. Come potrebbero cambiare le future sorti dell'Italia senza un re in una delicatissima posizione come quella? La Guerra di Crimea avverrà soltanto un anno dopo. Potrebbe addirittura decretare la fine della monarchia, visto che ai tradizionali sentimenti antimonarchici si assommeranno a quelli dello stesso Parlamento maldisposto a farsi governare da un re bambino e da una regina straniera, per di più tedesca? Mazzini dall'estero potrebbe rientrare in Italia e proclamare la Repubblica almeno in Piemonte e Liguria? Cavour riuscirebbe a impedirlo? (made in Never75)

Napul'è. La rivoluzione napoletana del 1820 ha successo. La Santa Alleanza, riunita a Troppau, decide di non intervenire a patto che la Costituzione sul modello di Cadice adottata nel Regno delle Due Sicilie sia più moderata e conservatrice (anziché intervenire e restaurare integralmente l'assolutismo). Inizia il lento processo di costituzionalizzazione del regno borbonico che raggiungerà l'apice con la probabile unificazione italiana per tappe. Un Regno d'Italia borbonico che vita avrebbe avuto? La capitale sarebbe rimasta a Napoli rinunciando la presa di Roma, città del Papa riconosciuta dai Borboni? Magari Firenze per spostarsi un po' più al centro? (made iu Ainelif)

Confederazione Germanica del Sud. Re Guglielmo I del Wurttemberg, reputando dannosa un'eventuale egemonia prussiana o austriaca sugli altri stati tedeschi, ideò un progetto per creare una terza potenza tedesca dopo l'Austria e la Prussia, che riuscisse a tenere testa ad entrambe ed impedisse che una delle due prendesse il sopravvento sulle altre. Secondo i suoi piani, Il Wurttemberg si sarebbe dovuto espandere annettendo l'Hohenzollern-Echingen, l'Hohenzollern-Sigmaringen e il Granducato di Baden. In seguito il regno si sarebbe dovuto unire in una confederazione con il Regno di Baviera, i vari stati sassoni e il Regno dell'Hannover. Guglielmo voleva fare anche un tentativo per acquisire in modo pacifico l'Alsazia dalla Francia. Ma nel 1820 qualcuno, forse il suo collaboratore Friedrich Ludwig Lindner, pubblicò in Inghilterra un pamphlet intitolato "Manoscritto dalla Germania meridionale", che esponeva per filo e per segno le idee politiche di Guglielmo I. Austria e Prussia ovviamente la presero malissimo e al Congresso di Verona del 1822 chiesero l'isolamento diplomatico del Wurttemberg, che per lungo tempo non riuscì più ad avere buoni rapporti con questi due paesi. Guglielmo dovette abbandonare per sempre le sue idee riguardo al futuro della Germania. Ma che accade se nessuno scrive il manoscritto, Guglielmo I ha più fortuna e nasce una confederazione di stati tedeschi meridionali equidistante da Austria e Prussia? (geniale idea di Generalissimus)

Panama francese. Nel 1820 il corsaro Louis-Michel Aury propose al Ministro della Marina e delle Colonie francesi un piano per conquistare Panama, all'epoca colonia spagnola, ma in via del tutto non ufficiale questi declinò l'offerta. E se invece Parigi desse carta bianca al Commodoro Aury? (sempre Generalissimus)

Il Regno delle Due Sardegne. Il Regno di Sardegna è stato reso unitario nel 1847 con la Fusione Perfetta, mentre in precedenza (e così quindi nel 1821 e ancora fino a tutto il Regno di Carlo Felice, 1821-1831) era solo l'Unione Personale di Ducato di Savoia, Principato di Piemonte, Contea di Nizza, Ducato di Genova e Feudi ex-Imperiali in Lombardia (Monferrato, Lomellina ecc.). Supponiamo dunque che Vittorio Emanuele I, prima di nominare erede al trono suo fratello Carlo Felice, abbia un'idea: scorporare in due il regno e creare i regni delle Due Sardegne: la Sardegna insulare e la Sardegna Continentale. Due regni diversi ed indipendenti, ma uniti, per un primo tempo, nella persona del sovrano e di alcuni ministri. Dopo di che, per quanto riguarda la Sardegna continentale, nomina erede al trono il fratello. Per quella insulare, invece (e limitatamente ad esso), proclama la pragmatica sanzione e ne nomina erede al trono la figlia Maria Cristina. Pertanto, per matrimonio, la Sardegna si ritrova legata a Ferdinando II di Borbone-Napoli. Come evolvono le vicende storico-politiche del XIX e XX Secolo? (è del Marziano)

Uno di Casa(ti)/1. Gabrio Casati (1798-1873) fu un patriota poco conosciuto ma che svolse una parte importantissima a metà dell'ottocento. Casati era di famiglia nobile e ricchissima. Fu sempre un suddito fedele degli Asburgo: tale fedeltà fu premiata alla fine facendolo nominare podestà di Milano proprio a ridosso del 1848. A far cambiare poi così tanto le sue idee politiche furono le idee del cognato: Fedele Confalonieri, andato in sposa a Teresa Casati. Fu l'interessamento di Gabrio alla situazione del Confalonieri, incarcerato assieme a Pellico e come lui condannato a morte, a renderlo partecipe dei sentimenti dei "patrioti". Così andò a raccogliere firme contro la condanna a morte di Confalonieri da tutti i nobili e borghesi milanesi e le espose a Vienna. Un segnale così forte non si poteva ignorare, e così Francesco I nel 1822 fu costretto a concedere la grazia: la condanna a morte dei patrioti venne commutata nel carcere a vita. Pellico scrisse "Le mie prigioni", la cui uscita costò all'Austria più "di una battaglia persa", come gli stessi Asburgo furono costretti ad ammettere. Confalonieri e poi Casati vennero visti come degli eroi, e soprattutto il secondo, ormai nettamente orientato verso le posizioni filo-indipendentiste, ebbe un ruolo da protagonista nelle Cinque Giornate. Ma se Casati non viene conquistato dalla causa rivoluzionaria? Pellico, Maroncelli e Confalonieri vengono condannati alla pena capitale tra il disinteresse generale. La Lombardia continua ad essere filo-austriaca. Casati, grazie alla sua posizione ed alla sua fama di buon diplomatico, riesce con una politica di lungimiranza a strappare notevoli autonomie a Vienna per il Lombardo-Veneto. Le Cinque Giornate non scoppiano neppure, e così il Piemonte rimane a bocca asciutta (prima ucronia dedicata da Never75 a Gabrio Casati)

Più lesto a Lesta. La Battaglia di Rieti-Androdoco o battaglia di Lesta, durante la Rivoluzione Napoletana del 1821, fu persa perché il Generale Montemalor fu troppo lento; ma se Montemalor è più lesto e Pepe riesce a sconfiggere l'avanguardia Austriaca, per poi attirare il resto dell'esercito nemico in una trappola sulle montagne? Il governo costituzionale delle Due Sicilie può sopravvivere? Magari dopo aver deposto Ferdinando e messo sul trono Francesco I che, ricordiamocelo, fino alla morte del padre aveva simpatie liberali e aveva sconsigliato la partecipazione di Ferdinando al congresso di Lubiana (è di Tommaso Mazzoni)

Mancomunidad hispanica. Il parlamento dell'appena diventato indipendente Messico all'inizio voleva costituire un commonwealth sotto la guida di Ferdinando VII di Spagna: Ferdinando sarebbe stato imperatore del Messico, ma i due paesi sarebbero stati governati da leggi diverse e avrebbero costituito corpi legislativi separati. Se Ferdinando si fosse rifiutato di diventare Imperatore, il parlamento avrebbe provveduto ad affidare la carica ad un altro membro della casa reale dei Borbone, a qualsiasi ramo appartenesse. Però quel cocciuto oscurantista e reazionario di Ferdinando non ne volle sapere: disse che non avrebbe mai riconosciuto l'indipendenza del Messico e che non avrebbe mai permesso che un altro principe europeo sedesse sul trono messicano, fosse stato anche un suo parente prossimo. E fu così che si arrivò alla formazione dell'effimero Primo Impero messicano. E se invece Ferdinando accettasse la proposta considerandola il male minore? I reali di Spagna potrebbero applicare la formula del commonwealth anche per le future istanze di indipendenza, e allora cosa accadrebbe? (proposta da Generalissimus)

Giuseppe I del Messico. A quanto pare nel 1820 i rivoluzionari messicani che combattevano per l'indipendenza dalla Spagna chiesero a Giuseppe Bonaparte, che all'epoca viveva a Filadelfia, di diventare Imperatore del Messico, ma Giuseppe, che ormai si era disinteressato sia alla causa Bonapartista che alla politica vissuta in prima persona, rifiutò. Ma che accade se invece accetta ed è lui il primo Imperatore del Messico invece di Agustin de Iturbide? Farà la fine di Massimiliano? (ancora Generalissimus)

Belzoni il Conquistatore. Il nome di Giovanni Battista Belzoni è oggi noto solo a pochi specialisti, ma fu questo rude avventuriero padovano, alto più di due metri, a scoprire la tomba di Seti I nella Valle dei Re, a disseppellire il grande complesso monumentale di Luxor dedicato a Ramses II, e a trovare una via per entrare nella piramide di Chefren. Non è dunque eccessivo definirlo uno dei padri della moderna egittologia. Purtroppo il geniale Belzoni morì a soli 45 anni in Nigeria, di dissenteria, mentre tentava di raggiungere la leggendaria città di Timbuctù. Ma che accade se Belzoni non muore e ce la fa a raggiungere quella città? E se poi, come Henry Morton Stanley per conto del re del Belgio, anche Belzoni si mette al servizio del Regno di Sardegna, e conquista per esso un impero coloniale? (anche questa è di William Riker)

Graecia ancora capta. La Grecia fu il primo Stato indipendente a formarsi ex novo dopo il Congresso di Vienna. La cosa strana è che, a differenza di Italia e Germania, la propria unità nazionale fu raggiunta quasi per caso. In effetti la battaglia di Navarino fu combattuta quasi per caso. Le forze anglo-francesi, infatti, si misero in mezzo al conflitto greco-turco (che peraltro stava favorendo proprio questi ultimi) per fare da paciere e ritornare presumibilmente allo status quo. Furono le provocazioni turco-egiziane a far sì che il blocco navale si trasformasse in battaglia vera e propria, concludendosi, nei fatti, con una vittoria degli Alleati anglo - franco - russi e la nascita dell'indipendenza del primo regno greco. Poniamo invece che ottomani ed egiziani accettino la mediazione anglo-francese. La Grecia torna a essere sotto gli ottomani e deve rinunciare al proprio sogno indipendentistico. In compenso i Turchi promettono maggiori autonomie alla regione. La Russia non può combattere da sola la Turchia, avendo peraltro altre beghe in patria da risolvere, e deve accettare suo malgrado la soluzione. E' vero che la Grecia è (anche adesso) uno Stato piccolo e marginale nelle vicende europee e mondiali, però a livello ideologico rappresenta la nascita stessa del Continente.  Inoltre l'indipendenza dei greci infiammò gli altri popoli oppressi (italiani in primis, ma anche tedeschi, serbi, ungheresi, romeni, polacchi,bulgari, slavi in generale) dimostrando loro che anche l'ordine imposto a Vienna dalle Grandi Potenze poteva essere infranto. Se invece la Grecia fosse rimasta turca, cosa sarebbe cambiato all'interno dell'Impero Ottomano? E la Grecia che fine avrebbe fatto, oltre ad essere ulteriormente spogliata del suo enorme patrimonio, visto che altri emuli e successori di Lord Elgin erano già pronti per contendersene il resto del Partenone? (ideata da Never75)

Repubblica Teocratica di Grecia. E se l'Indipendenza greca dai Turchi ad inizio '800 partisse dai Monaci del Monte Athos? I Monaci (organizzatisi) possono far partire una protesta per tutta la Penisola Ellenica in modo simile a quella (attualissima) dei monaci buddhisti in Tibet e Birmania. L'idea non è così bislacca come parrebbe: tutte le Chiese Ortodosse hanno una forte componente etnica e nazionalista in un modo che noi (cattolici) fatichiamo a capire. Inoltre nell'ortodossia la commistione tra religione e politica è forse ancora più marcata che da noi. Si pensi che da noi il primo presidente di Cipro indipendente è stato il suo arcivescovo! E tra l'altro fu pure molto benvoluto anche dalla minoranza musulmana dell'Isola. A questo punto, se la rivolta va a buon fine, avremo una Repubblica Teocratica - ovviamente ortodossa! - in gran parte della Penisola Ellenica. In una situazione di tale tipo solo la Russia può appoggiare e proteggere la sua indipendenza, mentre Francia e Regno Unito, visto l'andazzo, nella migliore delle ipotesi rimangono neutrali. La guerra può andare molto più per le lunghe, e gli Imperi Turco e Russo passeranno ancor più tempo a scannarsi a vicenda. Parimenti la costituzione di un nuovo stato teocratico o comunque confessionale in Europa potrà fornire un illustre precedente a qualche papa "nostrano". Forse pure l'idea di una Federazione italiana con a capo il Pontefice potrà realizzarsi. Quali gli sviluppi? (ancora Never75)

La cavolata di Carlo Alberto. Nel 1821 Carlo Alberto di Savoia-Carignano rischiò di essere estromesso dalla linea dinastica del Regno di Sardegna. Regnava Vittorio Emanuele I, che non aveva eredi maschi come non li aveva suo fratello, Carlo Felice, destinato a succedergli. Come ha scritto Paolo Mieli sul "Corriere", in quell'anno il Regno di Sardegna fu "terremotato" da un pronunciamento militare di giovani borghesi illuminati, i quali chiedevano l'adozione della Costituzione spagnola del 1812. Vittorio Emanuele I, spaventato, si dimise all’improvviso, cedendo lo scettro al fratello Carlo Felice il quale però si trovava a Modena, cosicché il comando passò, provvisoriamente, nelle mani dello stesso Carlo Alberto, il quale accettò di promulgare la Costituzione spagnola. La rabbia di Carlo Felice per quell'alzata d’ingegno fu grandissima: Carlo Alberto su due piedi fu mandato via da Torino assieme alla moglie, l’arciduchessa d’Asburgo Lorena Maria Teresa, secondogenita del granduca di Toscana, e al loro bambino, il futuro re dell’Italia unita Vittorio Emanuele II. Pare che, in quell'occasione, Carlo Alberto abbia persino pensato al suicidio. Il futuro "Re tentenna" fu riabilitato solo nella primavera del 1823, quando fu inviato a reprimere i moti dei costituzionalisti spagnoli, accanto ai quali combattevano anche molti patrioti piemontesi, e si distinse nell'assalto al Trocadero di Cadice; fu grazie a questo episodio, che il 27 aprile 1831 egli succedette a Carlo Felice ed iniziò il lungo cammino che avrebbe portato il Piemonte ad unificare la Penisola. Ma che accade se nel 1821 Carlo Alberto è definitivamente escluso dalla successione o, addirittura, si toglie la vita? Chi succede a Carlo Felice? E che accade a Torino? (proposta da Enrica S.)

Il Re Non Tentenna. E se Carlo Alberto non cambiasse idea all'ultimo momento e appoggiasse fino in fondo Santorre di Santa Rosa e gli altri congiurati? Magari grazie a questo fatto i moti del 1821 in Piemonte hanno successo: Carlo Alberto diventa re in anticipo e il Regno di Sardegna vede rapide riforme seguite da un altrettanto rapida dichiarazione di guerra all'Austria. Cosa altro accade? (è di Generalissimus)

Ferdinando Re e Imperatore. Il Trattato di Cordoba, firmato il 24 Agosto 1821 nella città messicana omonima dal Generale Agustín de Iturbide e dal Viceré Juan O'Donojú stabiliva la trasformazione del Vicereame della Nuova Spagna nell'Impero del Messico. Il Trattato offriva la Corona di Imperatore a Ferdinando VII di Borbone e qualora questi rifiutasse ad uno degli altri membri della famiglia reale Spagnola. Solo nel caso che tutti i membri di questa rifiutassero la proposta il Congresso di Città del Messico l'avrebbe offerta ad un Messicano. Nella nostra Timeline Ferdinando VII e gli altri membri della sua famiglia, negando l'autorità di O'Donojú di firmare il Trattato, rifiutarono la Corona che sarà poi assegnata proprio ad Iturbide. Ipotizziamo che Ferdinando sia meno fiducioso nella possibilità che i resti dell'Esercito Realista, rifugiatisi a San Juan de Ulúa, riescano a riconquistare il Viceregno, ed accetti la Corona di Imperatore. Come potrebbe cambiare la Storia? (proposta da Enrico Pizzo)

Cuba libre/1. Cosa deve accadere perché anche Cuba diventi indipendente dalla Spagna al più tardi nel 1821, come le altre ex colonie spagnole d'oltreoceano? E in tal caso come cambierebbe la storia dell'America Latina, tenendo anche conto che non vi sarà alcuna Guerra Ispano-Americana? (proposta da Enrica S.)

Il Congresso di Lubiana. Per cercare di superare l'ostilità di Francia e Gran Bretagna, che nel 1820 non erano sicuramente favorevoli all'idea di un ritorno di fiamma della Rivoluzione a Napoli, ma lo erano ancor meno di fronte alla possibilità che a Troppau passasse il principio secondo il quale le Potenze della Santa Alleanza erano autorizzate ad intervenire ovunque in Europa senza che fosse necessario l'unanimità dei Governi della Quintuplice, il Cancelliere Austriaco Klemens Wenzel Nepomuk Lothar von Metternich-Winneburg-Beilstein propose la convocazione di un nuovo Congresso Europeo. Questo si sarebbe dovuto tenere a Lubiana nel Gennaio 1821 e vi sarebbe stato invitato anche il Re delle Due Sicilie Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto di Borbone, per gli amici 'O Cafone, che avrebbe dovuto svolgere il ruolo di Mediatore tra i Governi della Quintuplice ed i suoi turbolenti, ma amati, sudditi. Purtroppo per Metternich l'intervento di Ferdinando al Congresso fece capire a tutti che 'O Cafone non lo era solo di nome ma anche di fatto, divertendo i Delegati Francesi e Britannici ed imbarazzando i Rappresentanti Prussiani e Russi. Ad un furente Metternich, che vedeva definitivamente svanita la possibilità che l'intervento Austriaco in Italia avvenisse con l'appoggio incondizionato della Quintuplice Alleanza, non restò altra scelta di far preparare al proprio staff una "Dichiarazione" in cui l'intervento di Ferdinando veniva "addolcito e diplomaticizzato". Supponiamo che Metternich decida di "vendicarsi" dello "scherzo" giocatogli da Ferdinando comunicandogli che, per quanto riguarda Vienna, quello che accade a Napoli riguarda soltanto Napoli. Senza l'intervento dei soldati, 'O Cafone deve tornare in patria e far buon viso a cattivo gioco, magari dichiarando al parlamento: "Avete visto guaglioni? Ca v'avivo ditto? A sant'allianza nun vene cchiù!" Ferdinando, cafone e mentitore come era, non era un cretino e si sapeva far benvolere e avrebbe trovato un modus vivendi con il parlamento. E poi? (made in Enrico Pizzo)

Province Separate. Il 1° luglio 1823 le province meridionali del Messico proclamarono l'indipendenza è diedero vita alle Province Unite dell'America Centrale, con capitale Città del Guatemala. I liberali centroamericani riposero grandi speranze nella repubblica federale, che speravano sarebbe evoluta in una moderna nazione democratica grazie ai commerci tra i due oceani, l'Atlantico ed il Pacifico, in mezzo ai quali lo stato si trovava, ma le loro speranze andarono presto deluse. L'instabilità politica e la sete di potere dei vari caudillos portarono allo scioglimento della federazione il 31 maggio 1838 e alla nascita dei nuovi stati di Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua e Costa Rica. Ma come cambia la storia dell'America Centrale se la federazione sopravvive? (sempre William Riker)

Don Juan. Il poeta inglese George Gordon Byron morì di meningite il 19 aprile 1824 a Patrasso, dove si era recato per combattere i Turchi a favore dell'indipendenza della Grecia, stringendo al petto il manoscritto incompiuto del suo "Don Juan", interrotto al XVII canto. Non sapremo mai come sarebbero andate a finire le avventure dello spregiudicato Don Giovanni, anche perchè lo stesso Byron non lo sapeva (diceva sempre di scoprire nella sua mente ciò che sarebbe accaduto solo mentre scriveva). Ma se Byron sopravvive e il "Don Juan" viene ultimato, divenendo una delle più note e apprezzate opere della letteratura romantica inglese? (di nuovo William Riker)

Il Grande Siam. Nel 1824 muore Rama II del Siam. Il paese è in cattivi rapporti con la Gran Bretagna per la questione del sultanato malese di Kedah, occupato dai siamesi che minacciano quindi lo stabilimento di Penang della Compagnia delle Indie. Il suo successore è Rama III, isolazionista e conservatore, che sale al trono per un colpo di palazzo contro il legittimo erede, il filobritannico Mongkut. Mongkut continua a fare il monaco e salirà al trono molto più tardi, col nome di Rama IV, e avvierà il processo di modernizzazione del Siam da cui nascerà la Thailandia moderna, processo che permette al paese di mantenersi indipendente. Ma se diventasse re nel 1824, probabilmente si alleerebbe con gli inglesi contro la Birmania, riconquistando Tavoy e Mergui. Come nella nostra linea temporale, conquisterebbe Laos e Cambogia, ma l'alleanza con gli inglesi e le spalle sicure ad est, gli consentirebbero di sconfiggere il Vietnam. Come andranno le cose con suo figlio Chulalongkorn, Rama V? (ideata da Falecius)

Niente Madagascar. Nel 1824 Radama I, Re dei Merina, uno dei popoli del Madagascar, con l'aiuto degli inglesi sconfisse il regno dei Betsimisaraka, dilaniato dalle guerre tribali, quello dei Sakalava e quello degli Antankarana, unificando l'isola sotto il suo scettro e facendosi riconoscere da Londra primo Re del Madagascar. Ma che succede se i Francesi si interessano prima alla regione, oppure se i Sultani di Zanzibar pensano di islamizzare l'isola, e foraggiano ampiamente i popoli nemici dei Merina, che vengono sconfitti? I Betsimisaraka (in lingua malgascia "Numerosi e Inseparabili") ce la faranno a riunificare a loro volta il Madagascar? Oppure l'isola si spaccherà in una serie di principati feudali, con i Merina vassalli degli inglesi, i Betsimisaraka sottomessi ai francesi, i Sakalava convertiti all'Islam e nell'orbita dell'Oman e di Zanzibar, e magari il piccolo popolo degli Antankarana ("Quelli delle Rupi") che chiede la protezione del Regno delle Due Sicilie e poi del Regno d'Italia? Il Madagascar riuscirà a riunificarsi nel XX secolo? Se la risposta è no, è possibile che dopo la decolonizzazione la zona Merina diventi alleata dell'URSS, e la zona Betsimisaraka per converso degli USA. Potrebbero sorgere dei "Merina Rossi" analoghi agli Khmer Rossi, con conseguente guerriglia che insanguina il paese e gli USA di Lindon Johnson che intervengono massicciamente anche lì. Ma finirebbe come in Vietnam, e lo scacco per gli USA sarebbe anche peggiore. Nixon potrebbe perdere le elezioni del 1972 a favore del democratico George McGovern... (seconda ucronia malgascia pensata da William Riker)

Il Brasile lealista. E se nella Guerra d'Indipendenza del Brasile vincessero i lealisti e il tentativo di quello che per noi fu Pietro I andasse a vuoto? O la situazione sarebbe inevitabilmente stata favorevole all'indipendenza brasiliana, anche se in ritardo? (domanda postaci da Generalissimus)

La Confederazione dell'Equatore. La costituzione liberale concessa nel 1824 dall'Imperatore del Brasile Dom Pedro I di Braganza venne accettata nelle province meridionali del paese che producevano caffé, mentre nelle zone del nord-est produttrici di zucchero e cotone non venne vista di buon occhio, anche a causa dell'alto costo degli schiavi importati. E così, le province del Pernambuco e del Ceará si dichiararono indipendenti dal Brasile formando la Confederazione dell'Equatore. La ribellione venne schiacciata verso la fine dell'anno grazie all'aiuto dell'Ammiraglio Cochrane. Ma che accade se la rivolta va a buon fine? Come cambia la storia del Sudamerica? (pensata da Enrica S. e da Enrique)

Bravo, bravo, Santarosa, ogni cosa sai far tu. Il conte Santorre di Santarosa, una delle figure di maggior spicco della Carboneria italiana, non muore a soli 41 anni l'8 maggio 1825 nella Battaglia di Sfacteria, durante la Guerra d'Indipendenza Greca. Se tornerà in Italia nel 1831, quale ruolo potrà ancora avere nel Risorgimento Italiano? (se lo chiede William Riker)

Guerra di Libia anticipata. Nel 1825 il Regno di Sardegna considerò decaduto il pagamento al Bey di Tripoli per non ricevere raid barbareschi sulle coste sarde. Di tutta risposta il Bey organizzò una numerosa squadra navale e dichiarò guerra alla Sardegna. I sardi allora portarono nel golfo di Tripoli una moderna flotta e affondarono i nemici con solamente due caduti. Il bey, spaventato dal possibile bombardamento di Tripoli, chiese l'intermediazione dell'Inghilterra per ottenere la pace, e la ottenne con la cessazione del tributo. Ma che accade se la Sardegna porta il grosso della flotta e bombarda Tripoli? E se gli inglesi si disinteressano o se si intromettono gli austriaci, desiderosi di togliere un vassallo importante agli ottomani? E se l'Inghilterra anzi si mette in mezzo per togliere la supremazia nordafricana agli ottomani? O se addirittura ci prova la Francia, stilando un trattato di spartizione con la Sardegna analogo a quello di quasi 100 anni dopo? (è di Basileus TFT)

Lunga vita alla Zarina. Dopo la prematura morte della propria figlia naturale Sofia, concepita in una relazione al di fuori del matrimonio, lo zar Alessandro I di Russia (l'arcinemico di Napoleone) si riconciliò con la moglie Elisabetta, dopo che i due avevano vissuto da separati in casa per lunghi anni. Alessandro, colto da sempre più profonde crisi mistiche, si appoggiò alla moglie per riuscire a continuare a regnare, ma nel 1825 la salute dell'imperatrice peggiorò e fu colpita con sempre maggiore frequenza da malattie ai nervi e all'apparato respiratorio. I dottori le raccomandarono allora di trasferirsi in un luogo più caldo, e così la coppia imperiale, ormai divenuta inseparabile, si trasferì in una modesta casa di Taganrog, sul Mar d'Azov. Il 17 novembre Alessandro tornò da una visita in Crimea con un forte raffreddore che presto degenerò in polmonite, a causa della quale morì il 1 dicembre, a soli 48 anni, tra le braccia della moglie (la quale morì a sua volta di crepacuore il 16 maggio successivo). La morte dello Zar fu così improvvisa e inaspettata, che i soliti dietrologi sospettarono che si trattasse in realtà di una messinscena per allontanarsi dalle sue responsabilità di sovrano e ritirarsi in monastero (infatti Lev Tolstoj, nel suo racconto incompiuto "Memorie postume dello starets Fedor Kuzimič", sostiene l'ipotesi che egli si sia ritirato con questo nome a vita contemplativa a Tomsk, in Siberia). Ma supponiamo che Elisabetta non si ammali, resti a San Pietroburgo in buona salute e di conseguenza convinca anche il marito a restare sul trono, dove rimarrà addirittura fino al 1864 (data presunta della morte dell'eremita Kuzimič). Guidata dalla felice coppia imperiale, come cambia la storia della Santa Madre Russia nell'ottocento? (pensata da Enrica S.)

Costantino II il Grande. La rivolta decabrista del 1825 ha successo e mette sul trono russo Costantino, una figura illuminata di vedute moderatamente liberali, al posto dell'oscurantista Nicola I. Questi concede una costituzione con una Duma consultiva a suffragio molto ristretto (nobiltà ed alta borghesia) e allarga le competenze del Senato (alta nobiltà), abolendo gradualmente la servitù della gleba con una trentina d'anni d'anticipo. Inoltre segue il progetto della madre Caterina riguardo all'Impero Ottomano, sfruttando in modo più efficace le diverse crisi d'oriente e smembrando (con l'aiuto di Muhammad Ali d'Egitto) gran parte dello Stato turco con notevole anticipo. Inoltre non assiste gli austriaci in Ungheria nel 1849, preferendo la guerra con la Porta, che qull'anno fu sfiorata anche nella nostra Timeline, con conseguenze rilevanti per gli Stati asburgici... (ancora Falecius)

I Democratici-Repubblicani. I due partiti principali nel Congresso USA, Democratico e Repubblicano, erano un tempo uniti nell'unico Partito Democratico-Repubblicano, fondato nel 1792 da Thomas Jefferson e James Madison. In seguito si divise a causa di numerosi fattori accumulatisi nel corso dei decenni: la dittatura di Jackson (democratico), la questione della schiavitù (in principio i Repubblicani erano, ironicamente, antischiavisti, e i Democratici schiavisti), le questioni sul wellfare. Che succede se i due partiti non si scindono? Ad esempio Jackson muore prima di candidarsi e viene sostituito da qualcuno con una linea più morbida; allora le due correnti sono molto meno differenziate, e il partito può evitare la storica scissione ; quale sarebbe il partito rivale? I Federalisti (che diedero il secondo presidente)? I Whig (ispirati all'omonimo partito inglese)? E sarebbero, in questi casi, la destra o la sinistra della nazione? I Federalisti assumeranno i connotati sudisti e conservatori, tipici dei repubblicani del Texas, diventando la destra, e di conseguenza i Democratici-Repubblicani la sinistra? Magari tutti e tre i partiti sopravvivono, con i Federalisti a destra, i Whig a sinistra, i Democratici-Repubblicani al centro. Immaginate i ruoli nelle influenze internazionali: un Federalista dopo la Seconda Guerra Mondiale potrebbe favorire l'UE, un Whig (molto più a sinistra di come siamo abituati, dato che i Democratici-Repubblicani coprirebbero, come la DC, un margine che va dal centro-sinistra al centro-destra) si avvicinerebbe al socialismo stile Laburista inglese/Socialdemocratico svedese. I Federalisti nella Guerra Fredda faranno la parte dei conservatori, mentre i Whig saranno dalla parte degli "hippie"; i Democratici-Repubblicani si alterneranno, come Casini, fra destra e sinistra per rimanere al governo. Magari Nixon diventerà un Federalista, e Al Gore un Whig. E quanti nemici storici potremmo ritrovare alleati? Obama e Romney diventano uno presidente e uno vicepresidente. Sempre se il primo presidente di colore non lo esprimono prima i Whig... (è di MorteBianca)

¡Viva la Confederaciòn! La Confederazione Perù-Bolivia si assicura la sopravvivenza vincendo la Guerra della Confederazione, si tiene anche il Chaco Boreale e l'Acre, e grazie alla sua estensione territoriale, alle sue risorse e al controllo delle rotte commerciali del Pacifico diventa in breve uno degli stati più ricchi del Sudamerica (di nuovo Generalissimus)

Lo stato cislapino. Viene domata la rivolta del 1825, e l'annessione brasiliana dell'Uruguay dura sino ad oggi. Nella federazione esiste quindi lo stato cislapino, in cui la maggioranza degli abitanti parla spagnolo, perennemente in agitazione contro gli altri stati (pensata da Lord Wilmore)

La Guerra Ispano-Messicana. Il 20 Dicembre 1827 il Congresso Messicano approvava la legge di espulsione degli Spagnoli. In base a questa legge tutti coloro che non erano cittadini Messicani dalla nascita erano obbligati a lasciare il territorio del Messico. Gli esuli si concentrarono per lo più a Cuba dove riuscirono a convincere le autorità spagnole che la maggior parte della popolazione Messicana desiderava ritornare sotto i Borbone. Il Governo Madrileno, che nonostante la perdita nel 1825 di San Juan de Ulúa, ultimo bastione Realista in Messico, continuava a rifiutare di riconoscerne l'indipendenza, il 28 Ottobre 1828 decise di organizzare una spedizione per la riconquista. I preparativi, tuttavia, non avvennero in condizioni di particolare segretezza, tanto che già ad inizio Gennaio 1829 il Governo Messicano ne era informato, mentre ad inizio Luglio iniziarono i preparativi per la resistenza, preparativi che consentirono ai Messicani di farsi trovare pronti quando il 26 Luglio i 3500 uomini del Generale Isidro Barradas sbarcavano a Cabo Rojo riuscendo a costringerli a reimbarcarsi già l'11 Settembre. Ipotizziamo che i preparativi per la spedizione vengano effettuati con maggiore segretezza consentendo agli Spagnoli di poter contare sul vantaggio della sorpresa. Come potrebbe cambiare la Storia? (riecco Enrico Pizzo)

I Promessi Ebrei. Una proposta quanto meno originale. Manzoni, fervente cattolico, al posto dei "Promessi Sposi" scrive un romanzo di ambientazione biblica alla pari di "Ben Hur" di Lew Wallace o di "For The Temple" di George Alfred Henty. Come saranno narrate le vicende dei suoi immaginari personaggi ebrei che si muovono sullo sfondo del contesto biblico? E se scrivesse un romanzo intitolato "Nabucco" in cui l'amore tra l'ebreo Ismaele e la babilonese Fenena è contrastato in tutti i modi dalla perfida Abigaille? (ideata da Lucasauro e da Enrica S.)

Old Harmony. L'operaio inglese Robert Owen, uno dei più conosciuti socialisti utopisti ottocenteschi, riteneva che una società nuova, libera dalle vecchie convenzioni di un mondo immorale fosse basata su villaggi cooperativi. Ovvero comunità produttive dove sarebbero cessati l'egoismo, la funzione del capitale e la proprietà privata. Rimasto sempre contrario alla lotta politica e all'attività rivoluzionaria, Owen pensò che la riforma della società potesse avvenire pacificamente attraverso l'azione dei governi e la forza dell'esempio, che lui stesso diede nel 1826, fondando negli Stati Uniti d'America la colonia comunitaria chiamata New Harmony, che durò fino al 1828. Ma se invece questa colonia comunitaria basata sugli ideali socialistici ed utopistici di Owen avesse avuto più successo propagando altre colonie comunitarie in altri Stati USA? (è di Ainelif)

Il Napoleone Nero/1. Shaka Zulu è considerato ancor oggi "il Napoleone Nero" per le incredibili capacità di organizzazione militare da lui dimostrate. Secondo una delle tante tradizioni leggendarie giunteci sul suo conto, egli era figlio illegittimo di Senzangakona, capo del popolo Ngoni, e di Nandi, figlia di un capo dei Langeni; sarebbe stato concepito durante un rito zulu chiamato uku-hlobonga, in cui due giovani non sposati avevano un'unione sessuale in un periodo non fertile. Sempre secondo le tradizioni Zulu, all'età di sei anni Shaka sarebbe stato scacciato dal kraal di suo padre (il podere di famiglia) a causa della morte di una pecora del gregge che stava accudendo; sua madre Nandi prese le sue difese e fu scacciata con lui. I due passarono diversi anni vagabondando fra i kraal di altri proprietari terrieri: un ricordo destinato a rimanere impresso nel ricordo di Shaka, che in seguito si sarebbe ferocemente vendicato. Ma che accade se quella benedetta pecora non muore e Shaka non viene scacciato? Il suo rancore non si cementa terribilmente nel suo animo, egli non sfoga la propria rabbia nelle attività guerresche e non diventa un capo temuto e leggendario, rimanendo un semplice allevatore oppure diventando soldato, ma senza alcuna fulgida carriera. Di conseguenza non avremo nessun Beinahmen, cioè nessun invincibile plotone organizzato sul modello spartano, e gli Zulu resteranno un popolo diviso e facile preda dei colonizzatori inglesi. Anche la storia del moderno Natal (che non si chiamerà di conseguenza KwaZulu) e di tutto il Sudafrica sarà completamente differente (sempre ideata da William Riker)

Il Napoleone Nero/2. Al contrario, Nandi (madre di Shaka) vive più a lungo e, di conseguenza, la crudeltà del Napoleone Nero non si incancrenisce dopo la morte della madre. Ne consegue che il 22 settembre 1828 Shaka non viene assassinato dal fratellastro Dingane con l'aiuto di un altro fratello, Umthlangana, e la Nazione Zulu non si indebolisce ma sopravvive sotto i figli di Shaka. Per gli inglesi sarà dura, conquistare tutto il Sudafrica. E se gli Zulu a fine ottocento si alleassero con i Boeri contro gli inglesi? Come finirà l'assedio di Mafeking? E Baden Powell potrà sopravvivere e fondare lo scoutismo? (ancora William Riker)

Prometeo Incatenato. I cantieri navali di Genova ai quali si affida Percy Bysshe Shelley fanno un lavoro migliore e la sua goletta non affonda l'8 luglio 1822; e così Shelley continua a scrivere per almeno altri 30 anni. Quale sarà il suo influsso sulla letteratura inglese? (il solito Generalissimus)

I Roosevelt in Sudafrica. La famiglia Roosevelt era di origine olandese, poi emigrata negli Stati Uniti. E se fossero emigrati in Sudafrica? Prevedo un maggior coinvolgimento del Sudafrica nella II Guerra Mondiale, e magari una attenuazione dell'apartheid per ricompensare i soldati neri di essersi battuti eroicamente in guerra (questa è di Perchè no?)

Ma che impero d'Egitto... L'egiziano Muhammad Ali fonda un impero panarabo e si proclama califfo, iniziando una sua guerra coloniale verso il Corno d'Africa ed il cuore dell'Africa Nera (ideata da Falecius)

Nicola il Conquistatore/1. Cosa succede se durante la Guerra russo-turca del 1828 le truppe di Nicola I non si fermano a 68 chilometri da Istanbul, ma continuano ad avanzare e causano la fine dell'Impero Ottomano? (ideata da Generalissimus)

Raketaka I Regina del Madagascar. Il 27 luglio 1828 il primo Re del Madagascar unito Radama I il Grande muore mentre si trova a capo di una spedizione di rappresaglia contro i Betsimisaraka. Un gruppo di cospiratori lavora per far incoronare la pretendente al trono Ranavalona, sua prima moglie e sua cugina di secondo grado. Il mattino un folto gruppo di armati stringe d'assedio il palazzo reale di Besakana. Quando sopraggiunge una grande folla attirata dalle operazioni attorno al palazzo, i cospiratori convocano i due capi delle guardie Itsiaribikia e Imanantsimiray, ignari degli avvenimenti che stanno accadendo, che hanno assistito il re durante la sua malattia. Appena giunti sono interrogati dai cospiratori su chi il re appena defunto avesse scelto come suo successore sul letto di morte. Capita la situazione ed intuito chi la folla si aspetta di sentire proclamata regina, i due capi delle guardie decidono nonostante tutto di dichiarare la volontà reale, ovvero il diritto alla successione della figlia Raketaka al posto della prima moglie Ranavalona. Ottenute queste sgradite dichiarazioni, i capi cospiratori condannano a morte i due generali fedeli a Radama I e proclamano regina Ranavalona, che sarà ricordata come "la Crudele" perchè farà uccidere migliaia di sudditi. Ma che accade se una rivolta popolare costringe Ranavalona alla fuga e fa incoronare regina Raketaka I? Ci si può aspettare che in tal modo il Madagascar non conosca alcuna chiusura nazionalista e tradizionalista, e si apra sempre più alle novità moderne portare dagli europei e al cristianesimo. Ce la farà a resistere alla colonizzazione francese e a diventare il "Giappone dell'Africa"? (se lo domanda William Riker)

Marcia indietro, Radetzky. L'imperatore d'Austria Francesco I, di fronte ai moti rivoluzionari del 1830, decide di non richiamare in servizio Josef Radetzky, dopo avergli ripianato numerosi debiti, giudicandolo troppo anziano (ha già quasi 64 anni). Come cambia il Risorgimento senza di lui? (di nuovo William Riker)

La Rivoluzione del 1830. Il 2 agosto 1830 la rivoluzione scoppia di nuovo in Francia, il conservatore e ottuso Carlo X deve fuggire e abdicare, e nella nostra storia obbliga suo figlio Luigi, ad abdicare anche lui meno di 20 minuti dopo suo padre. la leggenda vuole che il principe abbia supplicato suo padre : "Lasciatemi essere re almeno un'ora!" e Carlo X di rispose "Voi? Neanche un minuto di piu!" Immaginiamo però che, dopo la sua abdicazione, Carlo X non riesca a convincere suo figlio. il Delfino si proclama ufficialmente re Luigi XIX e sfugge alla guardia del padre per fuggire all'estero e chiamare l'Europa alla mobilizzazione. Il principe è anche lui un ultraconservatore ma con sogni di gloria militare (era stato lui a condurre le truppe francese in Spagna contro i liberali). Cosa avviene dunque se il re in esilio convince la Santa Alleanza a restaurarlo sul trono? Una nuova guerra europea scoppia in favore di Luigi XIX contro il re costituzionale Luigi Filippo d'Orléans? Questa guerra contro la Francia potrebbe essere a sua volta lunga molto e potrebbe permettere ai nazionalismi e ai desideri di libertà seppelliti in Europa di scoppiare con 18 anni d'anticipo rispetto a 1848? (la propone il francese Perchè no?)

Enrico V di Borbone. Alternativa all'ucronia precedente. Carlo X e il principe Luigi abdicano, ma La Fayette e Luigi Filippo si mettono d'accordo per porre sul trono costituzionale il figlio del principe, Henri, allora bambino, sotto la reggenza dell'Orléans. Nel 1830 inizia dunque il regno di Enrico V. Il bambino é tolto alla sua famiglia conservatrice ed educato come re costituzionale favorevole al parlamento. Alcuni anni dopo il governo criticato di Luigi Filippo cade e si svolgono libere elezioni. Come evolverà la monarchia Enriciana? Enrico V rispetterà la costituzione per tutta la vita, permettendo di forgiare una democrazia francese in pace con 50 anni di anticipo, lasciando nell'impossibilità Napoleone III e suo secondo impero? O Enrico V proverà a riassumere un potere assoluto o per altre ragioni sarà rovesciato da una rivoluzione? (ancora Perchè no?)

Luigi Filippo il Grande. Luigi Filippo di Borbone-Orléans, Duca d'Orléans, quando nel 1830 i parigini deposero il tirannico re Carlo X, venne "eletto" Re di Francia, introdusse una nuova costituzione e inizialmente fu un sovrano amato, con il passare del tempo cominciò ad assumere atteggiamenti sempre più dispotici, diventando fortemente impopolare, e nel 1848 una nuova insurrezione lo depose. Come salvare il Re Cittadino, come amava farsi chiamare? L'evoluzione conservatrice del suo regno era assai naturale e seguiva lo sviluppo economico e sociale del suo tempo, e per impedire il 1848 in Francia si dovrebbe impedirlo in tutta l'Europa. Ma se la rivoluzione del 1830 fosse stata meno in favore di Luigi Filippo? Gli eventi sono stati talmente rapidi con le Tre Giornate di Luglio e Lafayette ha intronizzato il figlio di Filippo Egalité... Ma se se la parte repubblicana e giacobina della ribellione di luglio avesse fatto più fatica ad accettare l'Orléans, creando un rischio di rivoluzione prolungata, allora Luigi Filippo sarebbe stato costretto a concedere di più e forse a lasciar instaurare dei contrappesi al potere esecutivo rappresentato da lui stesso. Più tardi queste garanzie avrebbero impedito all'esecutivo di governare come voleva e avrebbe permesso il sorgere di un'opposizione politica legale. Forse, se i diversi attentati contro di lui fossero stati evitati, Luigi Filippo avrebbe potuto conservare l'immagine che si era costruita di Re Cittadino al posto di cedere a una reazione conservatrice contro i repubblicani. Il suo successore dovrebbe farsi chiamare Luigi Filippo II perché la scelta del nome era in se una posizione politica: Luigi Filippo I dava un'immagine moderna di re costituzionale contro Filippo VII che sarebbe stato troppo "Ancien Régime". Come si confronterà questo Luigi Filippo II con il Conte di Cavour e con la prepotenza prussiana? (pensata da Pietro Bosi e da Perchè no?)

Nicola il Conquistatore/2. Nel 1830 Nicola I era pronto ad invadere l'Europa occidentale per schiacciare la Rivoluzione di Luglio e la rivolta belga, e probabilmente l'avrebbe fatto se non fosse stato bloccato dalla rivolta polacca di novembre. Austria e Prussia erano d'accordo, e aveva tutti i numeri per vincere, restaurando a Parigi Carlo X e mantenendo uniti i paesi Bassi. Ma come avrebbe reagito l'Inghilterra? Quali le conseguenze di una Russia gendarme vittorioso della reazione in Europa? Gli ufficiali di ritorno da quella campagna avrebbero provocato ancora più guai dei reduci delle guerre napoleoniche. Probabilmente la rivolta polacca sarebbe diventata ancora più aspra, così come la sua repressione. Inoltre Francia, Austria, Paesi Bassi e Prussia sarebbero diventati in un certo senso dei vassalli dello zar (anche questa è di Falecius)

Che mondo sarebbe senza il Belgio?/1. Nel 1830 la rivolta indipendentista belga non venne schiacciata dalla Santa Alleanza di Metternich, perché il Cancelliere austriaco, pur favorevole all'intervento, si rifiutò di muovere le sue truppe con la Russia e la Prussia, per non provocare un conflitto con la Francia. Ma se invece l'Alleanza del Congresso di Vienna aiuta Re Guglielmo I dei Paesi Bassi a reprimere l'insurrezione? La Rivoluzione belga fallisce e il paese rimane una parte dell'Olanda, con i Belgi che nel tempo diventano sempre meno fino a diventare una minoranza. Che accade? (farina del sacco di Generalissimus e di Ainelif)

Che mondo sarebbe senza il Belgio?/2. Viene attuato il piano di spartizione del Belgio proposto da Talleyrand. La provincia di Anversa - tranne la città di Anversa in sé - e Limburgo e Maastricht restano ai Paesi Bassi. Le province di Liegi, del Limburgo e di Namur ad est della Mosa, così come le città di Maastricht, Namur e Liegi e il Granducato di Lussemburgo, sono ceduti alla Prussia. Parte delle Fiandre orientali, il Brabante, la provincia di Hainaut e la provincia di Namur a ovest della Mosa sono assegnate alla Francia. Le Fiandre occidentali, la maggior parte delle Fiandre Orientali e la città di Anversa danno vita allo Stato Libero di Anversa, sotto protettorato britannico. Come cambia la storia d'Europa? (l'ha pensata Homer)

Che mondo sarebbe senza il Belgio?/3. L'indipendenza del Belgio nel 1830 non viene riconosciuta. Allora la Vallonia, data la matrice di lingua francese, viene ceduta alla Francia (compreso il Lussemburgo, sia il granducato che la provincia belga), mentre le Fiandre seppur cattoliche rimangono unite ai Paesi Bassi (protestanti) data la continuità linguistica. Come sarebbe evoluta questa situazione? Prussia e Francia avrebbero condiviso una frontiera più lunga, con ripercussioni nella guerra franco-prussiana. Se la Prussia vince lo stesso, oltre al Alsazia e Lorena, annette il Lussemburgo. Ma sopratutto, durante la conferenza di Berlino del 1884 a chi sarebbe stato conferito il Congo, forse all'Olanda? E con quali conseguenze? (questa è di Andrea Mascitti)

Leopoldo Re delle Fiandre. Alternativa all'ipotesi precedente. Si decide di affidare a Leopoldo I le Fiandre invece che l'intero Belgio come nella nostra Timeline; in questa situazione le Fiandre seguono le sorti del Belgio della nostra storia, ottenendo il Congo nel 1884, ma trovandosi anche in una situazione europea più difficile, strette fra Francia, Olanda e Impero Tedesco. Riusciranno a sopravvivere? (ancora Andrea Mascitti)

Leopoldo senza corona. Leopoldo I non fu la prima scelta come nuovo regnante del Belgio appena diventato indipendente. Ma se non fosse lui a diventare il nuovo Re dei Belgi, magari perché accetta il trono greco o continua a rifiutare anche la corona belga, spaventato dall'opposizione francese? Chi sceglierà il Congresso Nazionale del Belgio? E se vincessero i Repubblicani e il Belgio diventasse, con sommo orrore degli altri regnanti europei, una repubblica? Altra ipotesi: il nuovo Re dei Belgi è l'Arciduca Carlo d'Asburgo-Teschen, ultimo governatore dei Paesi Bassi spagnoli. Questo forse alla lunga potrebbe portare il Belgio tra le file della Triplice Alleanza. In alternativa, a diventare re è Luigi d'Orléans, figlio del Re di Francia Luigi Filippo, ma questo avrebbe voluto dire dare un segnale d'appoggio alla Monarchia di Luglio, e molti pensavano che Luigi avrebbe anche ceduto la Vallonia alla Francia. Ultima ipotesi: ad essere Re dei Belgi sarà uno dei figli di Eugenio di Beauharnais, Augusto o Massimiliano di Leuchtenberg. Ma Luigi Filippo aveva il fondato timore che, una volta diventati re, i Bonapartisti avrebbero utilizzato il Belgio come base per un tentativo di colpo di stato che avrebbe portato alla sua deposizione. Quali le altre conseguenze di queste scelte? (made in Generalissimus)

Guerra Anglo-Nnapulitana/1. Gli inglesi non hanno mai visto di buon occhio il Regime Borbonico di Napoli, troppo filorusso e filospagnolo per i loro interessi. Regno Unito e Regno delle Due Sicilie vennero ai ferri corti negli anni '30 dell'ottocento, e si rischiò una guerra tra le due monarchie a causa del commercio del sale. Fu solo per l'intercessione di Luigi Filippo che la guerra fu evitata o, per meglio dire, solo rimandata, visto l'interesse britannico nella Spedizione dei Mille una trentina d'anni dopo. Ma che accade se la guerra scoppia davvero? (made in Never75)

Carlo X come Napoleone. E se Carlo X, invece dell'Algeria, avesse puntato sull'Egitto? La battaglia di Navarino del 1827 aveva in effetti compromesso il potenziale militare egiziano. Ovviamente però, sarebbe stato impensabile per la Francia agire disgiuntamente dalle altre potenze. E la Gran Bretagna come avrebbe reagito? (ideata da Alessio Mammarella)

Senza l'Ecuador. Nel 1829 il secondo presidente del Perù, il Generale José de la Mar, cercò di annettere l'Ecuador, del quale era originario. Sebbene godesse di una forte superiorità numerica, la sua forza d'invasione venne sconfitta nella Battaglia di Tarqui dal Maresciallo Antonio José de Sucre. Ma cosa succede se Sucre esce sconfitto da quella battaglia e Perù ed Ecuador continuano la loro esistenza come un unico paese? Quando si formerà la Confederazione Perù-Bolivia, questa potrebbe avere più risorse a disposizione, battere il Cile e sopravvivere fino ad oggi, diventando grazie alla sua posizione e alle sue risorse uno stato abbastanza ricco da evitare di piombare in una spirale di golpe e di dittature sponsorizzate dallo Zio Sam... (il solito Generalissimus)

Riscossa spagnola. Dopo le guerre d'indipendenza dell'America latina, la Spagna ridotta a poca cosa vuole vendicarsi ricostruendo subito un nuovo impero coloniale in Africa. Nel 1830 é la Spagna e non la Francia a iniziare la conquista dell'Algeria. Il dominio spagnolo in Africa sarà allora ben più esteso e il suo ruolo nelle vicende internazionali assai più importante! (ideata da Perchè no?)

La Repubblica di Los Altos. Nel 1830 alle cinque Province Unite dell'America Centrale si aggiunse un sesto stato, il Los Altos, che aveva per capitale Quetzaltenango e che occupava la zona montuosa occidentale dell'attuale Guatemala e parte dello stato messicano del Chiapas. Quando la Federazione andò in pezzi, tale stato fu assorbito dal Guatemala. Ma come cambia la storia dell'America Centrale se tale stato rimane indipendente fino ad oggi? (se lo chiedono gli omonimi Enrica S. ed Enrique)

Lunga vita al Libertador. Antonio José de Sucre, detto il Gran Mariscal de Ayacucho, braccio destro di Simón Bolívar nonché autore della sconfitta definitiva degli Spagnoli in Sudamerica, non muore in un'imboscata vicino a La Unión, nel sud della Colombia, il 4 giugno 1830. Come cambia la storia dell'America Latina con un personaggio come lui ancora a lungo sulla scena politica? (di nuovo l'accoppiata Enrica S. ed Enrique)

La Gran Colombia. Il sogno di Bolivar di creare la Repubblica della Gran Colombia non fallisce nel 1831. Come cambia la storia del Sudamerica con uno stato comprendente Colombia, Venezuela, Ecuador e Panama? (ancora Enrica S. ed Enrique)

Re Vittorio Amedeo IV di Savoia. Il 27 aprile 1831 Carlo Alberto di Savoia-Carignano divenne Re di Sardegna perchè Vittorio Emanuele I aveva quattro figlie (e la Legge Salica impediva la successione femminile al trono sabaudo), mentre suo fratello Carlo Felice era privo di eredi. Ma supponiamo che una sola delle quattro rampolle di Vittorio Emanuele I sia un maschio, che nel 1821 gli succede, per esempio con il nome di Vittorio Amedeo IV (il nome del nonno). Considerando che il ramo principale dei Savoia brillava per l'assoluta contrarietà a qualsiasi riforma in senso liberale, come cambia la storia d'Italia? (anche questa è di William Riker)

Senza Carlo Alberto. Carlo Felice, visto il coinvolgimento di Carlo Alberto nei moti del 1821, considerò l'idea di eliminarlo dalla linea di successione e nominare suo erede diretto il figlio di questi, Vittorio Emanuele, che allora aveva solo un anno. Carlo Alberto, però, sfuggì a questo destino, sia perché ripudiò pubblicamente le sue idee liberali, sia perché von Metternich, al quale Carlo Felice aveva chiesto consiglio, sconsigliò al sovrano Savoiardo di compiere questo passo. Ma cosa accadrebbe se invece Carlo Felice prendesse questa decisione? Alla morte di costui nel 1831 il Regno di Sardegna verrebbe affidato ad un consiglio di reggenza, dato che il piccolo Vittorio Emanuele II ha undici anni. Le forze progressiste approfitteranno della situazione per attuare i loro piani? Inoltre, visto che l'educazione di Vittorio Emanuele per un certo tempo sarebbe appannaggio di Carlo Felice, il futuro Re Galantuomo potrebbe diventare più oscurantista che nella nostra Timeline. Magari i Liberali riescono a prendere il potere con i Moti del 1830. Vittorio Emanuele II, più oscurantista, si schiera poi con gli austriaci nel 1848; quali le altre conseguenze? (made in Generalissimus)

Federico di Torino. Carlo Alberto ereditò il trono da Carlo Felice (1821-1831) benché fosse solo suo parente di tredicesimo grado. Ciò avvenne perchè Metternich non si fece i fattacci propri: si volle impicciare negli affari interni del regno sabaudo-sardo, impedendo a Carlo Felice di revocare la Legge Salica e proclamare la "Pragmatica Sanzione". Nel caso l'Austriaco avesse pensato a non interferire, il trono sarebbe toccato al genero di Carlo Felice, il duca Federico V di Modena, il più controrivoluzionario dei monarchi europei del tempo, il protettore del principe di Canosa. Come cambia la storia italiana e non solo del XIX e del XX secolo nel caso in cui questa possibilità si realizzi? (immaginata dal Marziano)

Le Province Unite di Emilia e Romagna. Nel 1831 l’insurrezione dell’Italia Centrale ha successo, vuoi per l’intervento inglese o francese, vuoi perché il duca di Modena Francesco IV ci crede un po’ di più e gli austriaci, che hanno altro a cui pensare, lo lasciano in pace. Oltretutto Francesco IV è pur sempre un Asburgo e arciduca d’Austria. La proclamazione delle "Province Unite di Emilia e Romagna" fa sì che gli ex-ducati di Parma e Piacenza, Modena e Reggio e alcuni territori ex-pontifici come Bologna, Umbria e Ancona si uniscano in un’unica compagine statale prendendo come esempio contemporaneo lo Stato Belga. Sovrano del nascente Stato è appunto lo stesso Francesco IV (che adesso si fa chiamare Francesco I, re degli emiliani e romagnoli) e primo ministro, ovviamente, è Ciro Menotti. Cosa potrebbe comportare uno Stato nell’Italia centrale, neppure tanto piccolo, negli avvenimenti successivi? Ostacolerebbe non poco le ambizioni dei Savoia o, al contrario, accelererebbe l’Unità d’Italia? E sempre per similitudine col Belgio, diviso tra fiamminghi e valloni, oggi il nuovo Stato sarebbe diviso tra emiliani e romagnoli. E Bologna sarebbe la capitale federale, sede anche di alcuni ministeri della UE.. (è di Never75)

L'Iraq Mamelucco. Dawud Pascià di Baghdad, ultimo rappresentante della dinastia dei Mamelucchi Iracheni dal 1816 al 1831, aveva sogni di indipendenza per il suo dominio, e si era messo a modernizzarlo. Quando nel 1830 Mehmet Ali iniziò la sua campagna contro l'Impero Ottomano, la Sublime Porta, per togliersi un ulteriore fastidio di torno ed evitare di essere presa su due fronti, mandò repentinamente un suo emissario ad arrestare Dawud Pascià. L'emissario venne prontamente decapitato, e gli Ottomani si videro costretti a inviare un esercito comandato dal governatore di Aleppo, Ali Rida Pascià, contro il Mamelucco riottoso. L'Iraq in quel preciso momento si era ritrovato devastato da alluvioni eccezionali e da un'epidemia di peste bubbonica, perciò le truppe del califfo ebbero gioco facile nello spodestare Dawud Pascià. Ma se invece il sovrano Mamelucco riuscisse a sfangarla e a sottrarsi dalla sovranità Ottomana, magari anche aiutato da dei rapporti migliori con la Compagnia Britannica delle Indie Orientali, alla quale in precedenza aveva fatto diversi torti? (made in Generalissimus)

Hegel e Schelling. Il 14 novembre 1831 Georg Wilhelm Friedrich Hegel, il maggior filosofo dell'ottocento, si spense a Berlino, secondo alcuni di colera, secondo altri per un tumore allo stomaco. Dopo la sua morte un suo compagno di studi, un certo Friedrich Schelling, poté finalmente far emergere le proprie teorie, prima oscurate da quelle del più noto collega, e dieci anni dopo Schelling poteva tenere lezioni contro il pensiero filosofico di Hegel dalla stessa cattedra dell'Università di Berlino che era stata del suo rivale. Ma se Hegel campa più a lungo e Schelling rimane nell'ombra? Come si sviluppa la dialettica filosofica tedesca nell'ottocento? (di nuovo William Riker)

Darwin resta a casa. Il 27 dicembre 1831 il celeberrimo brigantino "Beagle" al comando del capitano Robert Fitzroy salpò per una altrettanto famosa circumnavigazione del globo a scopi scientifici. Pochi però sanno che come naturalista di bordo era già stato scelto il reverendo Leonard Jenyns, stimato entomologo. Solo perché questi si ritirò all'ultimo momento, fu scelto al suo posto Charles Darwin. Ma che accade se quest'ultimo resta a casa, non trova le prove della sua teoria evolutiva, ed invece Jenyns al suo ritorno crede di aver trovato le prove della fissità delle specie e del creazionismo? (la dobbiamo a Enrica S.)

Black Hawk. A 23 anni Abraham Lincoln fece parte dell'esercito che combatté la cosiddetta "Guerra di Aquila Nera". Che succede se, durante le azioni, Lincoln muore? Ovviamente il sedicesimo presidente americano sarà il democratico Stephen Arnold Douglas... peccato che morirà solo tre mesi dopo aver ottenuto il mandato! Senza Lincoln, passerà la legge che consente ai singoli stati se attuare o abrogare la schiavitù, ma questo non vuol dire che essa sarà ancora applicata ai giorni nostri. Potrebbe durare qualche decennio in più, ma finirebbe per venire abolita da tutti in maniera graduale, come del resto è successo in Brasile. Anche perché una volta che si proibisce il commercio degli schiavi, la fine di questo sistema diventa inevitabile. E se durante la stessa guerra muore anche Jefferson Davis? Come cambia la storia degli Stati Uniti? (a quattro mani MattoMatteo e Generalissimus)

Carlo Alberto il legittimista. Una delle "fiamme" di Carlo Alberto di Savoia era Carolina di Borbone-Due Sicilie. Costei aspirava per il figlio Enrico al trono di Francia, occupato in quel momento da Luigi Filippo. Era infatti la vedova del Duca di Berry, secondogenito del deposto Re Carlo X, il cui primogenito, il Duca d'Angouleme, aveva rinunciato al trono. Nella linea di successione non rimaneva che il figlio di Carolina, il summenzionato Enrico, di cui il parlamento francese aveva però invalidato la nomina a sovrano. Carlo Alberto di Savoia, impressionato dagli eventi della Rivoluzione di Luglio che lo spinsero all'epoca tra le braccia dell'Austria, decise nel 1832 di aiutare la sua ex amante donandole un milione di Franchi e mettendole a disposizione un piroscafo per far arrivare in Francia dei volontari legittimisti. Ma le trame della Duchessa di Berry vennero scoperte e il piano per rovesciare Luigi Filippo fallì: il piroscafo carico di volontari venne bloccato a Marsiglia, e i partigiani legittimisti pronti ad insorgere in Vandea vennero sbaragliati in pochi minuti. La Duchessa di Berry venne arrestata, mentre Carlo Alberto non subì conseguenze. Ma cosa accadrebbe se invece filasse tutto liscio e sul trono salisse il giovane Enrico V? Oppure, cosa succederebbe se saltassero fuori prove concrete del coinvolgimento del Re di Sardegna e Luigi Filippo si imbestialisse sul serio, chiedendone conto a Carlo Alberto? Rischierebbe davvero una guerra con l'Austria? (ancora Generalissimus)

Tunisia sardo-napoletana. Nel novembre del 1832 Ferdinando II si recò a Genova per celebrare il suo matrimonio con Maria Cristina di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I , madre del futuro Franceschiello. Durante il soggiorno di Ferdinando a Genova, si fissarono tra il re di Sardegna Carlo Alberto e il re delle Due Sicilie le basi di una convenzione intesa a tenere in rispetto il Bey di Tunisi che aveva "abusato del suo potere" contro una nave genovese ed alcuni sudditi napoletani. La convenzione fu conclusa nel marzo del 1833; poco dopo, furono inviate due squadre di navi sarde e napoletane nel porto di Tunisi e il Bey, atterrito, diede tutte le soddisfazioni che si vollero. Ma che sarebbe successo se sardi e napoletani fossero sbarcati a Tunisi, e costretto il bey ad accettare un protettorato da parte dei due stati Italiani? All'epoca i francesi non avevano ancora completato la conquista dell'Algeria, e forse non si sarebbero opposti. Il dominio congiunto della Tunisia, oltre all'unione matrimoniale, avrebbe portato a migliori relazioni tra i due paesi, tanto da evitare la spedizione dei Mille? Oppure dopo l'impresa di Garibaldi i piemontesi sarebbero subentrati ai napoletani, e la Tunisia sarebbe rimasta un protettorato italiano? In questo caso un accordo con la Francia avrebbe poi permesso anche l'occupazione della Libia nel 1878, con un impegno militare minimo. Quale sarebbe stata la politica estera italiana negli anni successivi? E le rivolte in Nordafrica di inizio 2011 avranno ugualmente luogo? (questa è di Francesco Dessolis)

Scusa, hai una sigaretta? Pare che la prima sigaretta come noi la conosciamo sia stata inventata nel 1832, durante l'Assedio di Acri, da un ignoto soldato egiziano dell'esercito di Mehmet Ali. Costui venne premiato con del tabacco per il suo valore e, poiché si era ritrovato sprovvisto di pipa, per fumarlo si risolse ad avvolgerlo in una cartina normalmente utilizzata per preparare le cartucce. L'usanza di fabbricare le sigarette utilizzando la carta si diffuse nell'Impero Ottomano, poi in Russia, ed infine in tutta Europa per via della Guerra di Crimea. L'invenzione di una macchina per il confezionamento di sigarette intorno al 1880 rese questo prodotto ubiquo. Prima il tabacco si fumava soprattutto con la pipa, e le sigarette assomigliavano più a dei cigarillos, visto che il tabacco veniva avvolto in foglie. Ma cosa accadrebbe se quel soldato non avesse quell'idea? Niente sigarette, solo sigari, pipe, tabacco da fiuto e tabacco da masticare. Il tabagismo oggi sarebbe meno diffuso? Con quale influsso sul mondo? (sempre Generalissimus)

Guerra di Nullificazione Americana. Il 4 febbraio 1833 il senatore Henry Clay del Kentucky muore a causa di un'infezione fulminante. Il suo decesso sconvolge la dinamica politica a Washington; nessun altro sembra in grado di riunire gli oppositori del presidente Jackson. La Carolina del Sud inoltre ha dichiarato nulla nel suo territorio la legge doganale del 1832, e Jackson è disposto ad arrivare alla guerra. La crisi monta per alcuni mesi; poi, il 30 luglio 1833, la Carolina del Sud proclama l'indipendenza. Entro la fine dell'anno, la seguono Georgia, Alabama, Mississippi, Florida e Carolina del Nord, che si danno un'organizzazione militare unitaria per resistere alla reazione militare degli stati Uniti. In questi Stati si combatte una guerra civile tra le autorità fedeli all'Unione e la massa della popolazione bianca, ormai ostile ad essa. Lo scontro si estende ad Arkansas e Louisiana; gli Stati Uniti meridionali precipitano nel caos, mentre l'esercito federale tenta di reprimere la rivolta. La guerra devasta diversi Stati meridionali per due anni, prima che la Gran Bretagna, interessata alle loro esportazioni di cotone e svantaggiata dalle tariffe doganali imposte dal Nord, garantisca alle repubbliche di Florida, Georgia, Carolina (che include entrambi gli Stati, dato che la maggior parte della Carolina del Nord è tenuta da truppe federali ed il resto da Caroliniani del Sud, appoggiati dalla milizia locale) e Mississipia (che include Mississippi, Alabama e parte del Tennessee e della Louisiana) il riconoscimento diplomatico, presto seguita dal Messico, grato di vedere molti texani guidati da Sam Houston ripassare la frontiera per combattere in Arkansas) e da quel che resta delle nazioni indiane dell'area... (un'articolata proposta di Falecius; per conoscerne il seguito cliccate qui)

John Henry Oldman. John Henry Newman fu una delle più grandi menti del mondo cattolico, in grado di "rilanciare" il cattolicesimo nel suo paese natale, l'Inghilterra, come movimento culturalmente e spiritualmente vivo e autorevole, e per questo fu creato cardinale nel 1879 da Leone XIII e poi beatificato nel 2010 da Benedetto XVI. Quando era ancora anglicano, egli compì un viaggio nel Mediterraneo che lo portò a Roma, dove incontrò Nicholas Patrick Wiseman, ed in Sicilia, dove a Leonforte, presso Enna, nel 1833 si ammalò gravemente. Proprio in seguito a questa malattia egli ripensò al suo credo religioso e maturò la conversione al cattolicesimo. Ma che accade se in seguito a quella malattia egli muore prematuramente a soli 32 anni? Non si converte e non scrive alcuna opera in grado di influenzare generazioni di giovani inglesi, non solo cattolici ma anche anglicani. Quali vite aspettano quelli che furono più influenzati, direttamente o no, dal suo pensiero? (una grande proposta di Paolo Maltagliati)

I Lorena d'Austria. Come si sa, i Lorena di Toscana erano imparentati con gli Asburgo d'Austria. Che sarebbe successo se per un caso fortuito la casa d'Austria si fosse estinta ed i Lorena di Toscana avessero ereditato il trono? (questa è di Filobeche)

Da Napoli a Madrid. E se invece fosse la famiglia reale di Spagna ad estinguersi e non rimanesse che la possibilità di affidare il trono ai Borbone di Napoli? (dello stesso autore della precedente)

Non c'è Rosas senza spine. Juan Manuel de Rosas (1793-1877) tiranneggiò l'Argentina dal 1829 al 1832 e dal 1835 al 1852, instaurando uno spietato regime autoritario di stampo clericale. In Europa oggi il suo nome è conosciuto più che altro perché Charles Darwin lo incontrò durante il suo viaggio intorno al mondo a bordo del brigantino Beagle, e perchè Giuseppe Garibaldi lottò duramente contro di lui per difendere l'indipendenza dell'Uruguay. Infatti Rosas tentò inutilmente di espandere i confini dell'Argentina a danno dei paesi vicini. Ma che accade se Rosas riesce ad incorporare Uruguay e Paraguay nel territorio argentino? Come cambia la storia del Sudamerica? Tra l'altro Garibaldi rischia di fare una brutta fine... (proposta dall'argentino Enrique e da William Riker)

Il Grande Rio Grande. La rivolta di Rio Grande do Sul, a cui partecipò anche Garibaldi, ha successo e lo stato, con capitale Porto Alegre, continua ad esistere sino ad oggi (proposta da Enrica S.)

Disintegrazione brasiliana. Alternativa all'ucronia precedente. Non solo la rivolta ha successo, ma il virus secessionista si diffonde per tutto il Brasile. Invece del grande stato sudamericano, si ha oggi una decina di repubbliche più o meno in lotta tra loro (ancora Enrica S.)

Cherokee. I nativi americani hanno un birth rate più alto, paragonabile a quello palestinese: perdono ugualmente la guerra contro gli "uomini bianchi", ma negli USA alla fine del XX secolo 50 milioni di nativi rivendicheranno i diritti sulla loro terra, e tra di loro si diffonde voglia di riscatto, tanto da combattere per i loro diritti come neri e ispanici. Alcune tribù si alleeranno con messicani, spagnoli, tedeschi, giapponesi, sovietici e islamici nella speranza di essere liberati dalla schiavitù (un'ucronia nativo-americana di Rivoluzionario Liberale)

La Tunisia sardo-napoletana. Nel novembre del 1832 Ferdinando II si recò a Genova per celebrare il suo matrimonio con Maria Cristina di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I , madre del futuro Franceschiello. Durante il soggiorno di Ferdinando a Genova, tra il re di Sardegna Carlo Alberto e il re delle Due Sicilie si fissarono le basi di una convenzione intesa a tenere in rispetto il Bey di Tunisi che aveva "abusato del suo potere" contro una nave genovese ed alcuni sudditi napoletani. La convenzione fu conclusa nel marzo del 1833; poco dopo furono inviate due squadre di navi sarde e napoletane nel porto di Tunisi e il Bey, atterrito, diede tutte le soddisfazioni che si vollero. Che sarebbe successo se sardi e napoletani fossero sbarcati a Tunisi, e costretto il bey ad accettare un protettorato da parte dei due stati Italiani? All'epoca i francesei non avevano ancora completato la conquista dell'Algeria, e quindi non si sarebbero opposti. Il dominio congiunto della Tunisia, oltre all'unione matrimoniale, porterà a migliori relazioni tra I due paesi, tanto da evitare la spedizione dei Mille? Probabilmente no. Dopo l'impresa di Garibaldi i piemontesi subentreranno ai napoletani, e la Tunisia rimarrà un protettorato italiano. Un accordo con la Francia poi permetterà anche l'occupazione della Libia, nel 1878, con un impegno militare minimo. Quale sarà la politica estera italiana negli anni successivi? (proposta da Francesco Dessolis)

Galeotto fu l'Egitto. Nel 1833 la Russia mediò una pace tra gli Ottomani e il Kedivè d'Egitto ribelle Mehet Alì. Ammettiamo che il Sultano non chieda l'aiuto Russo ma Inglese. Gli Inglesi sfruttano l'occasione per estendere il loro controllo su Egitto e Arabia. La Francia, che ha appena conquistato l'Algeria, non sembra gradire molto questa espansione inglese nel Levante, e cerca in tutti i modi di metterci una pezza. L'Inghilterra ha la seria possibilità di fare del Levante ciò che ha fatto dell'India. Temendo ciò, si organizza una conferenza europea sull'impero Ottomano. La Francia riceve Tunisi, la Tripolitania e Creta e il Dodecaneso più Libano e Gerusalemme. All'Austria, in funzione anti-russa, vanno la Serbia e la Grecia. La Russia riesce a strappare gli Stretti e la Grande Armenia, ma viene efficacemente contrastata dall'Inghilterra che ottiene la Siria e la parte di Anatolia sotto il controllo egiziano. Con un accordo quadro di questo tipo, gli inglesi potrebbero concedere gli stretti. Essi otterrebbero anche un importante vantaggio secondario: distrarre i Russi dall'Asia Centrale, dove sta per iniziare il Grande Gioco... (è di Iacopo)

Noi eravamo sicuri. Un'ucronia ispirata al film "Noi credevamo" di Mario Martone. L'attentato ordito da Antonio Gallenga e Antonio Sciandra contro Carlo Alberto nel 1833 va a segno: come cambia la storia? Erede designato era già il figlio Vittorio Emanuele, allora tredicenne, ma nel 1848 è possibile una guerra Austro-Piemontese più dura e quindi con esito più drastico: gli Asburgo realizzano ciò che già volevano nel 1799, l'estromissione dei Savoia dal Piemonte. In spregio a Genova potrebbero lasciarli come Duchi della Superba, oltre che naturalmente Re di Sardegna. Potrebbe darsi che, in coincidenza con la crisi del 1870-71, scoppi un secondo quarantotto con più fortuna per i mazziniani, protagonisti del film di Martone, e una repubblica italiana nasca almeno nel centronord, con Venezia e Trento ma senza Trieste, mentre lo Stato Pontificio e le Due Sicilie continuerebbero la loro vita autonoma (ideata da Lord Wilmore e da Bhrg'hros)

Que los boinas rojas Entren en Madrid. I Carlisti furono i sostenitori di don Carlos di Spagna che, rifiutando di accettare l’abrogazione della legge salica operata da Ferdinando VII, nel 1833 si proclamò re di Spagna ed entrò in guerra contro la nuova regina Isabella II e la reggente Maria Cristina. Cominciata nel 1833, la guerra, svoltasi in connessione con l’analogo tentativo di don Miguel in Portogallo, ebbe fine con la Convenzione di Vergara (1839) che segnò la sconfitta dei carlisti da parte dei costituzionali di Maria Cristina (Cristinos). Ma cosa sarebbe successo se la rivolta avesse avuto successo e Carlo Maria Isidoro (Don Carlo) fosse stato proclamato re di Spagna? (se lo domanda Pietro Bosi)

Il "Telefano". Antonio Meucci, inventore del telefono, fu uno dei pochissimi toscani costretti all'esilio dal bonario e mite Granduca Leopoldo II (e per fargli perdere la pazienza a lui ce ne voleva...). E se Antonio Meucci se ne sta buono e tranquillo a lavorare al Teatro della Pergola, non strappa le immagini del Granduca in pubblico davanti alla polizia e può condurre i suoi strani esperimenti nella sua casa di Via dei Serragli? Senza preoccupazioni, con un buon stipendio, arriva assai prima di Bell all'invenzione dell'apparecchio telefonico che, ideato a Firenze, si chiamerà telefano per stortura dialettale. Resta un dubbio: farà la fine dei connazionali Barsanti e Matteucci, che inventano in quegli anni il motore a scoppio nella villa del primo a Campi Bisenzio e vengono snobbati, o ce la farà a sfondare, senza dover aspettare il 2002 per essere riconosciuto padre del telefono? (questa è di Lanciotto71)

Il calendario perpetuo. Nel 1834 l'astronomo italiano Marco Mastrofini (1763-1843) propose una riforma del calendario in cui il 1 Gennaio é detto "Whiteday" o "Albodì", cioè Giorno Bianco", senza giorno della settimana (né Lunedì, né Martedì, ecc.). In tal modo i restanti 364 giorni possono essere riuniti esattamente in 52 settimane di 7 giorni l'una, da Lunedì a Domenica. In questo modo, il calendario diventa perpetuo, cioè ad ogni data corrisponde sempre lo stesso giorno della settimana: il 2 Gennaio di tutti gli anni é Lunedì, il 3 Gennaio é sempre Martedì, e così via, senza complicate rotazioni. Naturalmente anche il 29 febbraio degli Anni Bisestili dovrebbe essere considerato Albodì. La proposta non fu presa in considerazione. Ma se sfonda e viene accettata presto o tardi in tutto il mondo? Frate Indovino rischia di non varare mai il suo celebre almanacco... (l'ennesima trovata di William Riker)

Ferdinando I il Saggio. Ferdinando d'Asburgo, imperatore d'Austria dal 1835 al 1848, di indole liberale, soffriva di idrocefalia e di epilessia, e non regnò mai davvero, delegando il governo a Metternich e al reazionario fratello Franz Karl. Ma se invece Ferdinando è sano di mente e di corpo? (proposta da MattoMatteo, ecco l'ucronia relativa)

Re Michele I del Portogallo. Sono i Miguelisti a vincere le Guerre Liberali in Portogallo e nel 1835 è l'assolutista e ultrarealista Michele I a salire al trono. I liberali potrebbero anche non rimanere in silenzio a guardare e potrebbero benissimo scatenare una nuova rivolta. E poi a Michele I succederebbe Michele II, e forse non ci sarebbe a partire dal 1855 il lungo periodo di stabilità economica. Alla fine arriveranno le pressioni per la liberalizzazione delle potenze straniere. Quale (brutto) futuro attende il paese iberico? Diventerà una vera e propria colonia britannica? (è di Generalissimus)

Adieu a Luigi Filippo. Nel 1835 Luigi Filippo di Francia subì un attentato ad opera di Giuseppe Fieschi. Costui, un ex soldato corso, si era costruito un'arma, che divenne poi nota come Macchina Infernale, capace di sparare fino a 700 proiettili contemporaneamente, che cercò di utilizzare contro il monarca francese mentre passava in rivista la Guardia Nazionale. La Macchina Infernale non funzionò a dovere, ma Fieschi uccise comunque diversi alti ufficiali, anche se il bersaglio grosso, Luigi Filippo, ne uscì illeso perché solo sfiorato alla fronte da uno dei proiettili. Ma cosa accadrebbe se l'Orléans finisse vittima dell'attentato? A diventare re sarebbe il suo primogenito Ferdinando Filippo, che aveva anche più sostegno popolare del padre e che, essendo in tutt'altre faccende affaccendato, non perirebbe nell'incidente con la carrozza che gli causò la morte prematura nel 1842, vivendo per almeno altri 30 anni. Sarà lui a fare i conti con Napoleone III e a far fronte alla Guerra Franco-Prussiana. Possibile che la monarchia Orleanista sopravviva, con lui alla guida della Francia? E se invece Fieschi riuscisse a fare l'en plein? Quel giorno infatti Luigi Filippo si era fatto accompagnare non solo da Ferdinando Filippo, ma anche dagli altri suoi figli, Luigi e Francesco. Se Fieschi riuscisse ad uccidere tutti e quattro i rappresentanti della dinastia Orléans presenti alla parata (magari gli sarebbe bastato costruire meglio la sua Macchina Infernale) la palla sarebbe passata al quartogenito maschio di Luigi Filippo, Enrico, che prima di salire al trono avrebbe dovuto affrontare una breve reggenza. Cosa accadrebbe in questo caso? (ancora Generalissimus)

L'uomo pipistrello. Nel 1835 il "New York Sun" pubblicò degli articoli in cui si sosteneva che l'astronomo più famoso dell'epoca, John Herschel (figlio dello scopritore di Urano William Herschel), grazie ad un nuovo tipo di telescopio aveva scoperto sulla superficie della Luna mari e praterie, abitate da alcune specie di bisonti e da strani unicorni azzurri, ma anche da esseri senzienti, dal pelo arancione come quello degli oranghi, che vivevano in palafitte e conoscevano l’uso del fuoco. Il New York Sun si spingeva a descrivere una specie più evoluta di "uomini pipistrello", dotati di una civiltà avanzata e in grado di edificare altissime costruzioni. Presto venne fuori la verità: gli articoli erano stati scritti all'insaputa di Herschel per aumentare la tiratura del giornale. Ma l'effetto di quegli articoli fu tale che Jules Verne ne prese spunto per scrivere il suo "Dalla Terra alla Luna". In seguito Verne nel sequel "Intorno alla Luna" rese il nostro satellite sterile e butterato, inospitale e deserto come nella realtà. Lasciò però un angolo alla speranza, perchè durante la loro orbita attorno alla Luna i protagonisti del romanzo intravedono per un attimo, al bagliore di un bolide celeste, la faccia nascosta della Luna, in ombra perchè loro avevano puntato la Luna Piena. Alla luce del lampo intravedono quelli che sembrano oceani, foreste, forse città... ma il lampo è troppo breve e tutto resta forse una visione. E se invece non è una visione fugace, e davvero sulla faccia nascosta della Luna vi sono zone abitabili ed abitate? Che cosa accade all'arrivo delle sonde sovietiche e degli astronauti americani? (ideata da Sandro Degiani)

Il presidente con il cappello di procione. Davy Crockett, il leggendario trapper del Tennessee, non muore durante la disperata difesa di Fort Alamo il 6 marzo 1836, essendo giunto troppo tardi per salvare James Bowie, William Travis e i loro uomini dalla spietata repressione del dittatore messicano Antonio López de Santa Ana. Assetato di vendetta, il 21 aprile non aspetta le truppe del generale Sam Houston ed attacca l'esercito messicano a San Jacinto, riportando una decisiva vittoria. Il Messico è costretto a concedere l'indipendenza al Texas, e Crockett diviene negli USA un eroe leggendario. Nel 1840 egli stravince le elezioni presidenziali sostenuto dal partito Whig contro il democratico Martin Van Buren, e subito si impegna, come aveva già fatto da deputato, per impedire che i nativi americani siano scacciati al di là del fiume Mississippi. Egli diventa il protettore dei pellirosse, che godranno di pieni diritti politici e di libertà di autogoverno e di religione, mentre i suoi nemici implacabili restano i messicani: prima annette il Texas, poi muove guerra ai suoi eterni nemici conquistando, oltre ad Oregon, California, Nevada, Colorado, Arizona e Nuovo Messico, anche Baja California, Sonora, Chihuahua, Coahuila, Nuovo Leòn e Tamaulipas, riducendo il Messico ad un piccolo stato sotto protettorato statunitense. Nel 1849, alla fine del suo mandato, si ritira a vita privata nel natio Tennessee, dove morirà a 70 anni nel 1856. Come cambia la storia degli USA? (se lo chiede William Riker)

Lo Stato del Deseret. Nelle ucronie in cui gli Stati Uniti non si formano oppure di frantumano, quasi sempre c'è l'immancabile teocrazia (o meglio teodemocrazia) del Deseret, corrispondente allo Utah e ai tre stati vicini, che se ne sta per i fatti suoi, senza espandersi. E se invece il Deseret non solo si forma, raggiunge le dimensioni originariamente desiderate, ma arriva a bloccare la crescita americana verso Ovest e anzi li precede, muovendo guerra al Messico e ottenendo California, Nevada e Baja? Anche il Texas e il New Mexico potrebbero venire annessi nel grande Deseret. La Guerra Civile Americana potrebbe quindi essere combattuta a tre: Deseret (Federazione Teodemocratica dell'Ovest), Unione e Confederazione. E con chi si schiererebbe dei due, considerando che per molto tempo i Mormoni consideravano le persone di colore come incarnazioni di Angeli neutrali nella battaglia dei cieli (e quindi in un certo senso colpevoli)? Li vedo neutrali nella prima guerra mondiale, interventisti nella seconda a fianco degli Alleati. Soprattutto che strada farà l'emancipazione delle persone di colore o delle donne in questo stato teodemocratico? Quali partiti potrebbero teoricamente esistere, come potrebbe strutturarsi? Io pensavo ad una struttura bicamerale imperfetta, una camera "dei deputati" ad elezione democratica ed una di senatori legati alla Chiesa con il compito di corte costituzionale, veto per la prima camera, conferma e proposta di legge, un mix di Senato e Camera dei Lord. Che genere di legge applicheranno? La Common o la Civil Law? (è di MorteBianca)

I Mormoni nel mar dei Caraibi. E se invece che verso l'Utah i Mormoni si fossero diretti a Cuba, e vi avessero realizzato una teocrazia? (ancora William Riker)

Gogol' lo storico. Nikolaj Gogol' aveva intenzione di scrivere una monumentale opera in svariati volumi sulla storia dell'Ucraina, con intenti quasi messianici, che abbracciasse tutto il passato della sua patria, dai tempi dei Cimmeri fino all'epoca delle Spartizioni della Polonia e contemporanea. Inutile dire che di questa opera non abbiamo neanche l'incipit. Ma se fosse più deciso e cominciasse a scriverla? Niente Taras Bul'ba e Le Anime Morte, quindi, ma una cronaca dettagliatissima pubblicata intorno al 1836, che ispirerebbe moti nazionalistici nella popolazione ucraina e farebbe conoscere alla Russia nel 1848 moti rivoluzionari anche in quella parte del paese. Gogol', ritenuto uno dei responsabili di queste rivolte per via della sua Storia dell'Ucraina, morirà in prigione nel 1849 dopo uno sciopero della fame iniziato per protestare contro una condanna considerata da lui ingiusta. Quali poi le altre conseguenze sulla letteratura russa e mondiale? (made in Generalissimus)

Addio allo Shogun in anticipo. Ōshio Heihachirō, studioso e seguace giapponese delle idee del filosofo Wang Shouren, era apertamente contrario al regime dei Tokugawa, nonostante fosse un suo funzionario. Le difficoltà causate e affrontate dall'ultimo periodo di dominio dei Tokugawa spinsero Ōshio a mettersi a capo di una rivolta per abbattere lo shogun nel 1837. Non si sa quali fossero la strategia e il programma di Ōshio, forse voleva semplicemente aiutare la popolazione giapponese per spirito Confuciano, ma comunque la rivolta fallì a causa di un tradimento che costrinse l'ex samurai ad affrettare i tempi. Ōshio si suicidò per evitare la cattura dopo essere riuscito per un po' a tenere testa alle male equipaggiate e addestrate truppe del bakufu, e gli unici risultati della sua rivolta furono stimolare l'interesse del paese verso la politica internazionale e far capire che bisognava necessariamente trovare un modo per risolvere i problemi sociali ed economici che attanagliavano il Giappone. Ma cosa sarebbe successo se Ōshio Heihachirō fosse riuscito a porre fine al governo dei Tokugawa? (ancora Generalissimus)

La Terza Guerra d'Indipendenza Americana/1. Gli USA appoggiano le rivolta del Lower e dell'Upper Canada del 1837. Questo significa ritrovarsi in guerra con la Gran Bretagna per la terza volta. Quali gli sviluppi? (proposta da Leandro Sanfilippo)

Il giudice Marx. Il 10 novembre 1837 Karl Marx comunica al padre la decisione di abbandonare gli studi giuridici per dedicarsi a quelli filosofici. Il padre glielo impedisce. Marx nel 1839 si laurea in giurisprudenza. Il comunismo nascerà comunque, ma avrà sin da subito risvolti prevalenti anarco-moralistici, prendendo come proprio padre filosofico Proudhon (è di Andrea Carrara)

I Cinque Stelle dell'ottocento. Il Cartismo fu uno dei maggiori movimenti politici e sociali britannici ottocenteschi. I cartisti presentarono un documento al Parlamento di Londra nel 1838 chiedendo suffragio universale maschile, voto segreto, nessun obbligo di proprietà nella qualificazione per essere parlamentari, possibilità per tutti i lavoratori di servire lo Stato senza impedimenti economici, ridefinizione delle circoscrizioni elettorali e riorganizzazione annuale del Parlamento. Se il governo britannico respinge più duramente le manifestazioni cartiste senza accogliere neanche una proposta, i cartisti potrebbero scegliere come proprie guide dei socialisti radicali di sentimenti repubblicani e quindi più drastici... cosa accade? (pensata da Ainelif)

La colonia del Canada. Dopo aver represso militarmente le ribellioni del 1838 il Governo Britannico inviò in Nordamerica John Lambton, Primo Conte di Durham, in qualità di Alto Commissario per la Colonia. Nella sua relazione del 1839 l'Alto Commissario presentava una proposta di riorganizzazione delle colonie articolata in due punti: unione amministrativa dei vari territori del Nordamerica Britannico e creazione di un Governo Canadese che rispondesse del proprio operato solo di fronte al Parlamento della Colonia. In HL, seppur con riluttanza, e qualche ritardo, la relazione di Lambton rappresentò la base del processo che porterà alla nascita del Dominion del Canada. Ma supponiamo che il Governo Britannico rigetti l'ipotesi di un Governo coloniale responsabile solo di fronte al Parlamento locale, scegliendo di proseguire nella politica che vuole gli amministratori locali non solo nominati dal Governatore ma responsabili solo di fronte a questo. Che accade? (made in Enrico Pizzo)

Fiori d'Arancio Imperiali. E se dessimo un seguito alla storia d'amore vissuta nel 1838 dal futuro Zar Alessandro II e dalla regina Vittoria del Regno Unito, con conseguenze incalcolabili sulla Storia mondiale? (una seducente proposta di Bhrg'hros)

Von Moltke il Turco/1. Nel 1835 Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke, considerato uno dei maggiori strateghi militari di tutti i tempi e vero artefice della grandezza militare prussiana, accettò (con il permesso di Berlino) l'offerta del Sultano Mahmud II di modernizzare l'esercito dell'Impero Ottomano, imparò il turco, visitò e mappò gran parte dell'Impero e si diede da fare con precisione tipicamente prussiana. Nel 1839 l'esercito turco mosse verso sud per combattere contro gli egiziani di Mehmet Ali, ma all'avvicinarsi al nemico i generali turchi rifiutarono di ascoltare i consigli di von Moltke, il quale si dimise. Nella battaglia di Nizib, il 24 giugno 1839, l'esercito ottomano fu duramente battuto; il generale prussiano raggiunse Costantinopoli solo con grande difficoltà, e nel frattempo il suo protettore Mahmud II era morto, così egli ritornò a Berlino, dove sarebbe diventato il grande protagonista dell'unificazione tedesca. Ma che accade se i turchi danno retta a Von Moltke, e la battaglia di Nizib è vinta? Von Moltke è acclamato a Costantinopoli come un eroe nazionale, e passa di vittoria in vittoria. Come cambia la storia del Medio Oriente? (prima ucronia dedicata a Von Moltke da Enrica S.)

Von Moltke il Turco/2. Spin-off dell'ucronia precedente. E se invece von Moltke muore e non ce la fa a rientrare a Berlino? Come cambiano la storia della Germania e dell'Europa senza di lui? (seconda ucronia dedicata a Von Moltke da Enrica S.)

Il Rio Piccolo. Il 15 giugno 1837 Garibaldi, durante la guerra per l'indipendenza della Repubblica del Rio Grande, mentre si trovava al timone della sua nave corsara, venne ferito quasi mortalmente alla testa ma, curato, si riprese e proseguì la lotta. E se invece muore? Come cambia il Risorgimento italiano senza l'Eroe dei Due Mondi? (sempre Enrica S.)

Vittoria & Vittorio. Anno 1839: il 18enne Vittorio Emanuele di Savoia sposa la sua coetanea Vittoria del Regno Unito. Tra i due pare ci sia stato un vero colpo di fulmine. Unione personale tra Londra e Torino. Come cambia la storia del mondo? (un colpo di genio di Massimo Berto)

Vittoria imperatrice della Cina. Nel 1839 Il mandarino cinese Lin Zexu, fierissimo nemico dell’uso dell’oppio nel Celeste Impero e ben deciso ad eliminare dal proprio paese questa piaga, decide di distruggere le casse di oppio importate dagli inglesi nel porto di Shanghai. L'Inghilterra, che appoggia l'importazione dell’oppio contro la volontà del governo, risponde dichiarando guerra alla Cina: è la Guerra dell’Oppio, che si conclude con il trattato di Nanchino e l'inizio della politica delle "Porte Aperte" in Cina agli occidentali. Ma che accade se l'Inghilterra va più in là e conquista Pechino, espellendo dal trono la dinastia Qing? Vittoria è incoronata Imperatrice della Cina oltre che dell'India, mentre i Russi ne approfittano per conquistare Mongolia e Manciuria. Anche Afghanistan e Persia a questo punto saranno spartiti fra queste due potenze. La nascita di due imperi così colossali come cambierà la storia degli ultimi due secoli? (ideata come sempre da William Riker)

Shanghai britannica. All'inizio della prima guerra dell'oppio, il governo britannico e Lord Palmerston per primo volevano un porto tutto loro in Cina. Non avevano scelto Hong Kong, tale scelta é stata fatta dall'ammiraglio Elliott con l'approvazione del cugino Charles Elliott che era all'origine dell'intervento contro la Cina. Elliott il mercante aveva un conto da sistemare contro il porto di Guangzhou dove faceva affari, e voleva rovinarlo creando un grande porto britannico alle sue porte (e arricchirsi con lo sviluppo del detto porto). All'origine i Britannici volevano l'isola di Chusa, più grande, sicura e esattamente alle foci dello Yangtze, presso quella che sarebbe diventata Shanghai. Immaginate la rabbia di Palmerston quando ha capito di essersi fatto fregare dal cugini Elliott, che gli ha messo davanti il fatto compiuto. Ma se non si facesse fregare? In questo caso invia un'ufficiale in grado di trattare per conto della Corona, non lasciando questo ruolo ad Elliott. La Gran Bretagna annette per sempre l'isola di Chusan e il suo arcipelago nel 1842. Dopo la secondo guerra dell'oppio nel 1860 la colonia britannica sarà estesa all'attuale Ningbo. Di conseguenza Shanghai non si svilupperà mai come l'ha fatto e rimarrà sempre nell'ombra di Chusan, come Shenzhen e Hong Kong. La Cina perderà cosi il suo grande porto moderno. Altra conseguenza: Guangzhou si svilupperebbe assai più. È gia stata all'inizio del XX secolo la città più avanzata dell'impero con fabbriche, scuole occidentali, accademie militari. Non per nulla é stata più volte il centro della Cina repubblicana durante i primi anni della Repubblica. E se una Guangzhou piu ricca diventasse effettivamente la capitale della Cina Guomintang? (opera del grande Perchè no?)

Il Califfato di Sumatra. La Guerra dei Paderi si conclude con la cacciata degli Olandesi da Sumatra e la vittoria degli integralisti musulmani Paderi, che nel 1839 creano una teocrazia simile all'Impero Fulani, impongono la Shari'a, eliminano tutti i sincretismi originati prima dell'importazione del culto islamico, vietano i combattimenti di galli, le scommesse, gli alcolici e sradicano tutte le strutture familiari matrilineari. Quali le conseguenze nella zona? (è di Generalissimus)

Java (ma Internet non c'entra). Alternativa meno distopica dell'ucronia precedente. La rivolta del Principe Diponegoro ha successo, e nel 1831 è Giava a rendersi indipendente. L'Indonesia come la conosciamo potrebbe non nascere mai, sostituita da una miriade di staterelli insulari contesi tra le grandi potenze: Isolotto sovietico vs isolotto capitalista vs isolotto cinese... gli stretti della Sonda potrebbero diventare uno dei fronti della guerra fredda sempre in pericolo di esplosione. Potremmo immaginare i seguenti stati: Bali-Lombok (USA), Timor-Flores (URSS), Aceh-Sumatra (URSS), Giava (non allineata), Molucche (USA), Borneo cinese... (ancora Generalissimus)

Edizioni Musicali Gaetano Longo - Este. Figlio dell'avventuriero Veneziano Antonio, di cui Corbo e Fiore ha recentemente pubblicato gustosi estratti delle sue "Memorie", Gaetano si stabilì nel 1834 ad Este per svolgervi l'attività di tipografo ed editore (in quel periodo storico le due attività tendevano a sovrapporsi). Affascinato dalla stampa musicale inizio, a partire dal 1839, a studiare un sistema per ridurne i costi arrivando nella Primavera del '40 all'invenzione dei " Caratteri mobili per stampa musicale ". Il 22 Giugno dello stesso anno l'Imperatore concesse a Longo il Privilegio, ossia l'esclusiva per l'utilizzo della nuova tecnica tipografica, della durata di anni 5, la tipografia Atestina mutò la denominazione in " Primo ed Unico I.R. Stabilimento Tipografico Musicale ". Prima opera pubblicata fu " Il Pesciolino. Melodia per soprano e tenore con accompagnamento di forte-piano " di F. Schubert. L'editore milanese Giovanni Ricordi, allarmato dalla prospettiva che in Veneto si affermasse un temibile concorrente, si precipitò ad Este. Per sventare il pericolo venne a patti con Longo acquistando, per la somma di 20000 svanziche, Privilegio, punzoni, forme, matrici, caratteri musicali e contratti. Gaetano utilizzò l'enorme somma per impiantare un vero impero Tipografico. Negli anni successivi in tutto il veneto spuntarono, come funghi, numerose tipografie di sua proprietà. E se Gaetano avesse proseguito l'attività di editore musicale? (è di Enrico Pizzo)

SchuWoman. Clara Wieck (1819-1896) è nota ai più solo come moglie del compositore Robert Schumann (1810-1856), ma fu ella stessa una musicista di valore: tenne il suo primo concerto all'età di soli dieci anni e fu una delle poche pianiste donna dell'Ottocento, acclamata in tutta Europa. Era figlia di un musicista e conobbe Schumann, allievo del padre, quando lei aveva nove anni e lui 17. Il padre, invidioso del talento del compositore e convinto che non avrebbe saputo mantenere la promettente figlia, si oppose in ogni modo alla loro relazione. I due riuscirono a sposarsi solo nel 1840. Schumann però era affetto da disturbo bipolare e alternava momenti di grande cteatività a pensieri ossessivi. Dopo un tentativo di suicidio, Schumann fu internato in un manicomio e morì a soli 46 anni. Clara dedicò il resto della vita a un lavoro fondamentale per la storia della Musica: il sistematico riordino, la revisione e la conservazione dell'immensa e caotica produzione del marito, un lavoro senza il quale oggi Schumann occuperebbe forse solo poche righe nei trattati di musicologia. Ma come cambia la storia della Musica se Robert e Clara non riescono a sposarsi, e gran parte dell'opera di lui va perduta? Lavorando da sola, Clara riuscirà a diventare una delle più grandi compositrici dell'Ottocento? (proposta da William Riker)

La Rotaia Ferdinandea. Forse non tutti sanno che il tracciato originale della Rotaia Ferdinandea, strada ferrata che collega la città di Milano e Venezia, doveva essere diverso da quello che conosciamo noi. Partita da Venezia e varcata, su di un ardito ponte, la laguna la rotaia si sarebbe diretta verso la rocca di Monselice, per poi proseguire verso Este, Montagnana ed infine, ho omesso alcune fermate, Milano. Tuttavia non mancarono le critiche a questo progetto... I soliti noti, rosi dall'invidia, avanzarono inconsistenti critiche sulla maggiore lunghezza del percorso..., sull'elevato costo, il denaro... che volgarità..., derivante dall'attraversare ampie zone paludose e sul mancato collegamento con le città più popolose.., come se l'importanza di una città si misurasse in base alla popolazione che vi risiede... Tutti sappiamo come andò a finire... I soliti noti prevalsero e cosi la rotaia si diresse verso Padova, Vicenza, Verona... Ma ora chiediamoci, come sarebbe oggi il Veneto se fosse stato approvato il progetto originario? (ancora Enrico Pizzo)

La Grande Guerra d'Afghanistan. Nel 1831 un avventuriero inglese, Alexander Burnes, si avventurò lungo l'Indo per recare doni al Maharaja sikh del Punjab, Ranjit Singh. Da Lahore poi giunse a Kabul, dove strinse una relazione di amicizia con Dost Muhammad, il sovrano dell'Afghanistan. Pareva che i rapporti amichevoli fra Impero Britannico e Afghanistan fossero destinati da durare, ma ben presto dovettero incrinarsi. I Sikh avevano infatti conquistato la città afgana di Peshawar, e gli inglesi non erano disposti ad inimicarseli per fare piacere a Dost Muhammad. Questi, quindi, nel 1835 si rivolse ai russi. Nel 1837 il tenente Rawlinson dell'esercito della Compagnia, recatosi a Kabul per recare doni a Dost Muhammad, vi incontrò un agente russo accompagnato da una scorta di cosacchi: l'afgano stava facendo il doppio gioco. Contemporaneamente i persiani, che al tempo erano praticamente vassalli dei russi, presero d'assedio la città afgana di Herat, le cui difese, tra l'altro, erano comandate da una gente inglese, Eldred Pottinger. Nel 1838 la situazione precipitò: Dost Muhammad scoprì le carte con gli inglesi, e strinse accordi coi russi. La Compagnia rispose con un accordo segreto con i sikh e con Shah Shujah, l'ex sovrano dell'Afghanistan deposto anni prima da Dost Muhammad. Inoltre navi inglesi incrociarono nel Golfo Persico, costringendo i persiani a lasciare l'assedio di Herat. Nel 1839 iniziò l'invasione dell'Afghanistan. Quasi subito però Rajit Singh si tirò indietro, e le truppe inglesi dovettero passare dal meridionale passo di Bolan, giungendo a Kabul via Kandahar e Gazni. Ma cosa succede che i Sikh non si tirano indietro, ed anzi partecipano attivamente alla Prima Guerra d'Afghanistan? Quello sikh era l'esercito più numeroso, meglio addestrato ed equipaggiato della regione, con l'ovvia esclusione delle truppe inglesi. Inoltre i sikh avevano già combattuto contro gli afgani, risultando vittoriosi. Come nella nostra Timeline, l'iniziale avanzata sarà fulminea. Jalalabad cadrà sotto i cannoni inglesi anche prima di quanto non fece Gazni. Kabul sarà comunque conquistata, ma Dost Muhammed non fugge verso il deserto del Turkestan, come nella nostra Timeline, bensì verso Gazni o Kandahar, rimaste inespugnate. Come cambiano la storia dell'Afghanistan e quella dell'Asia centrale? (ideata da Iacopo, ecco la sua proposta)

Guerra Anglo-Nnapulitana/2. Come se non bastasse la disputa riguardante il monopolio del sale, il Regno delle Due Sicilie rischiò la guerra con l'Inghilterra pure per questioni riguardanti lo zolfo, risorsa importantissima per rifornire di polvere da sparo le truppe dell'impero britannico, ma dal quale Re Ferdinando II decise di trarre profitto stipulando un contratto commerciale con una compagnia francese. Il governo britannico, che deteneva il monopolio delle miniere siciliane, ritenne il contratto svantaggioso e sleale, e le tensioni salirono a tal punto che nel 1840 Ferdinando decise di interrompere i negoziati per un nuovo trattato. In seguito a ciò, il 20 marzo, i Duosiciliani si ritrovarono con una squadra navale della Royal Navy schierata davanti al Golfo di Napoli, pronta a far valere le ragioni della Regina Vittoria. I forti napoletani erano già pronti ad aprire il fuoco sulle navi inglesi, la guerra tra Napoli e Londra sembrava inevitabile, ma la tempestiva ed efficace mediazione del governo francese disinnescò la pericolosa situazione. Ma cosa accadrebbe se le cose degenerassero e tra Albione e Partenope finisse in guerra aperta? Per il regno meridionale sarebbe la fine? (la dobbiamo a Generalissimus)

Cave Kanem. Quali PoD bisogna immaginare perchè l'Impero di Kanem-Bornu si sottragga al colonialismo straniero e si conservi indipendente fino ad oggi, come Liberia ed Etiopia? (di nuovo William Riker)

Il Messico perde pezzi. Salito al potere, il dittatore messicano Antonio Lopez de Santa Ana riformò lo Stato in senso centralista, abolendo le costituzioni degli Stati della Federazione e tramutandoli in dipartimenti, per modo che la repubblica federale si trasformava in stato unitario. Oltre al Texas, già separatista per conto suo, il 17 gennaio 1840 secessionarono anche gli stati di Coahuila, Nuevo Léon e Tamaulipas, gelosi della loro autonomia, che diedero vita alla Repubblica del Rio Grande con capitale Laredo e presidente Jesús Cárdenas Duarte; il 1° ottobre 1841 lo Yucatan seguì il loro esempio, erigendosi a Repubblica con capitale Mérida. De Santa Ana riuscì a sconfiggerle entrambe: la Repubblica del Rio Grande cessò di esistere il 6 Novembre 1840, quella yucateca definitivamente il 17 agosto 1848 (il Texas come sappiamo ebbe un destino diverso); infine il Messico tornò ad essere uno stato federale. Ma che accade se le due Repubbliche secessioniste riescono a conservare la loro indipendenza fino al presente? Come cambia la storia del Messico e del Nord America? (se lo domanda come al solito William Riker)

Il Messico balcanizzato. Portiamo l'ucronia precedente alle estreme conseguenze. I vari tentativi secessionisti (Yucatan, Sonora, Repubblica del Rio Grande, da non confondersi con l’omonimo stato fondato in Brasile da Bento Goncaves) vanno in porto. L’intervento francese (fallimentare,1862-67) distrugge definitivamente l’unità dello stato messicano, con Benito Juarez che controlla la sola Ciudad de Mexico, e il resto del territorio in mano a signori della guerra spesso in guerra tra loro. Per sfuggire al caos molti messicani riparano nelle nazioni vicine. In questo scenario Porfirio Diaz governa (1876-1911) sul solo stato messicano di Oaxaca. Negli anni ‘10/’20 si instaurano i primi governi socialisti (Zapata a Morelos, Villa nel Rio Grande) e comunisti (il Partito Comunista a Ciudad de Mexico). Negli anni ’30, però, il generale Nicolas Rodriguez Carrasco, alla testa delle sue Camicie Dorate, abbatte il governo di Villa dopo una guerra civile stile Spagna ed instaura un regime di stampo fascista, che si manterrà neutrale nella seconda guerra mondiale. Con l’inizio della Guerra Fredda il regime si avvicina agli USA in ottica anticomunista, e viene armato da Washington, mentre Morelos e Ciudad de Mexico sono vicine all’Unione Sovietica. Il ginepraio messicano è terreno di scontro tra USA e URSS, che cercano di attirare nella loro orbita i vari staterelli. Negli anni ’60 Che Guevara, dopo la rottura con Fidel Castro, si reca nel Rio Grande per abbattere il regime fascista di Laredo, ma viene ucciso dall’esercito locale, assistito dalla CIA. Negli anni ’80 il Chiapas diviene comunista. E non scordiamoci i narcos, che in questo scenario sono più potenti e controllano di fatto alcuni stati messicani... (proposta da Inuyasha Han'yō)

Povera Anita! Il 16 settembre 1840 Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, passata alla storia come Anita, la leggendaria compagna di Giuseppe Garibaldi, partorì il primo figlio dell'Eroe dei Due Mondi, in località Vacaria, nel Rio Grande do Sul, mentre era impegnata nella guerriglia contro l'esercito imperiale brasiliano. Il bambino fu battezzato con il nome di Menotti, in onore del patriota modenese Ciro Menotti. Dodici giorni dopo il parto, i soldati imperiali circondarono la sua casa e tentarono di catturarla, ma Anita, con il neonato in braccio, sgattaiolò fuori da una finestra, balzò a cavallo e fuggì nel bosco, facendo incredibilmente perdere le sue tracce: la sua abilità come cavallerizza e la sua vitalità la avevano salvata ancora una volta. Rimase nascosta nel bosco per quattro giorni, finché Garibaldi e i suoi la trovarono. Ma supponiamo che ella venga catturata e giustiziata dall’esercito regolare brasiliano. Come cambia il Risorgimento e la sua retorica lacrimosa senza una delle sue più leggendarie eroine, che incarna l'ideale romantico di amazzone guerriera a difesa dei diritti dei popoli e dell'eguaglianza di tutti i cittadini contro la tirannide dell'Ancien Régime? (è di Lord Wilmore)

La Nuova Svizzera. Fort Ross era il più meridionale degli insediamenti russi in America, costruito in California nell'attuale contea di Sonoma. Fu fondato nel 1812 dai colonizzatori provenienti dall'Alaska come punto d'appoggio navale, ma l'arrivo degli spagnoli da sud bloccò ogni ulteriore espansione russa e ne fece un'enclave russa nella California spagnola. Nel 1841 esso fu ceduto al messicano di origine svizzera John Sutter, che ne fece una colonia basata su un ideale di "società modello" chiamata Nuova Svizzera. Nel 1867 venne venduto assieme all'Alaska agli Stati Uniti. Ma che accade se la Nuova Svizzera sopravvive e diventa un'utopia realizzata, modello per tanti altri contestatori sociali come Sutter? (made in Enrica S.)

Stati Teodemocratici Uniti d'America. Joseph Smith, il fondatore del Mormonismo, decise di correre alle presidenziali americane del 1844, vinte da James Knox Polk. Il suo programma prevedeva l'applicazione della democrazia jeffersoniana, la fine graduale della schiavitù con compensazione degli ex proprietari di schiavi, la riduzione del numero di rappresentanti al Congresso e l'abbassamento del loro salario, la creazione di una nuova banca nazionale, l'annessione di Texas, California, Oregon e parti del Canada, l'abolizione delle prigioni e la riforma del sistema penale, la libertà totale per le minoranze, gli incentivi al libero scambio e una politica di confini aperti con libertà totale di immigrazione. Purtroppo la campagna elettorale di Joseph Smith si concluse in modo tragico quando venne brutalmente linciato nel carcere dove era stato rinchiuso perché aveva erroneamente appoggiato l'incursione di alcuni suoi seguaci contro la sede di un giornale che aveva parlato male di lui. Ma cosa accadrebbe agli Stati Uniti se, in via puramente teorica, Joseph Smith riuscisse a diventare presidente degli Stati Uniti e a trasformarli in una teodemocrazia? (opera di Generalissimus)

Le patate sono salve. Nel 1845-1846 non si verifica in Europa ed USA la terribile carestia dovuta al virus infestante delle patate. Come cambia la storia dell'Irlanda? Innanzitutto ci sarà meno emigrazione e gli Irlandesi saranno di più. Ciò, se da un lato indebolirà le lobby irlandesi oltreoceano (forse niente Kennedy), dall'altro lato per gli Inglesi sarà una bella gatta da pelare in più. Se già così in pochi riuscirono a creare numerosissimi grattacapi a Londra, figurarsi cosa avrebbero potuto combinare con una popolazione quasi raddoppiata! Come minimo si saranno conquistati assai prima l'indipendenza o perlomeno l'autogoverno, magari già a fine '800. Ciò comincerà ad incrinare molto prima il mito dell'invulnerabilità britannica e spingerà anche altre colonie alla ribellione aperta. Forse l'Impero Britannico sarà ridimensionato già ai primi del '900. Quali effetti avrà ciò nelle due guerre mondiali successive? (by Never75)

L'Irlanda unita. Il Sinn Fein, il movimento separatista irlandese, comincia la sua attività subito dopo la grande carestia del 1845-49, e condurrà alla separazione tra Repubblica Irlandese (indipendente dal Regno Unito) ed Irlanda del nord (facente parte del Regno Unito) nel 1921. Ma che succede se, durante la carestia, l’Irlanda riceve sostanziosi aiuti dall'Inghilterra? Per prima cosa, probabilmente il Sinn Fein non nascerà, o rimarrà debole e con poco seguito, e quindi l’intera Irlanda rimarrà unita e continuerà a far parte del Regno Unito; essendo il paese unito, non nascerà nemmeno l’Ira, e quindi non ci saranno attentati; infine, negli Stati Uniti arriveranno molti meno emigranti irlandesi, i cui discendenti sono circa 33,5 milioni, quasi l’11 % della popolazione statunitense, e oltre 7 volte gli abitanti della stessa Irlanda (proposta da MattoMatteo)

Isabella II la Grande. Quando Isabella II di Spagna fu in età da marito, tra i vari pretendenti vi era Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Koraly, cugino di Leopoldo I dei Belgi: Isabella era innamorata di questo principe tedesco, e diversi storici hanno asserito che il matrimonio con questo principe avrebbe avuto un effetto positivo sulla Regina, ma le cose andarono differentemente: Isabella fu costretta a sposare Francesco d'Assisi di Borbone, duca di Cadice, che oltre ad essere un ottuso reazionario pare fosse pure omosessuale. Ma se Isabella si impone e sposa Leopoldo? La Spagna si avvicina a Regno Unito e Belgio, grazie al positivo influsso di Leopoldo (un conservatore illuminato) la monarchia si consolida in una Spagna più democratica. Niente Prima Repubblica, né regno di Amedeo di Savoia. La Spagna resta un paese ancora essenzialmente agricolo, ma più democratico. Quindi Bismarck non ha nessun pretesto per dichiarare guerra a Napoleone III. Isabella regnerà fino al 1901, la coppia avrà una celebrità pari a quella della regina Vittoria e del principe Alberto. Isabella II è l'ultimo sovrano dei Borboni, con suo nipote inizia la dinastia dei Sassonia-Coburgo di Spagna. La Spagna mantiene un piccolo impero coloniale limitato a Puerto Rico e Cuba. Nessuna dittatura falangista; ritorno della monarchia anche in Portogallo alla metà degli anni venti (ci fu in effetti in quegli anni un pronunciamiento dei militari nel sud del paese). I Bonaparte rimangono sul trono di Francia e diventano di fatto la IV dinastia a regnare sul Paese dopo Merovingi, Carolingi e Capetingi... e poi? (pensata da Paolo554 dopo aver visto su Youtube un documentario della TVE spagnola dedicato ad Isabella di Borbone)

San Kierkegaard. Søren Kierkegaard diventa vescovo come (o al posto del) fratello e successivamente, in piena critica alla Chiesa Luterana Danese, definita chiesa di stato sotto il comando del Re, riesce a separare il potere temporale da quello spirituale e a diventarne capo. Dopo aver letto i suoi testi, molti si convertono al cattolicesimo, altri divengono Esistenzialisti. C'è la possibilità che una siffatta chiesa si riavvicini al mondo cattolico o addirittura sia riammessa in essa, magari conservando alcune eccezioni come il matrimonio ecclesiastico, tanto per Kierkegaard non sarebbe cambiato nulla poiché non era sposato (un'idea di MorteBianca)

L'Ipposidra. Nel 1846 il giovane patriota italiano Carlo Cattaneo costituì la Società per l'Ipposidra, una ferrovia di barche lungo il Ticino, trainate da cavalli in modo da poter trasportare le merci controcorrente. Queste ultime (pietre da costruzione, legname, derrate alimentari) impiegavano solo 10 ore per essere trasportate a favore di corrente dal Lago Maggiore a Milano, ma tre giorni al ritorno solo lungo il Naviglio Grande. Cattaneo propose che le barche, una volta giunte al porto fluviale di Tornavento, venissero portate in un bacino idrico e caricate su vagoni immersi nell'acqua per l'aggancio. I vagoni sarebbero stati trainati da cavalli lungo una via ferrata fino a Sesto Calende, sul Lago Maggiore; il tragitto di 18 km avrebbe così potuto essere coperto in poche ore. L'idea era geniale, ma le autorità austriache misero i bastoni nelle ruote in tutti i modi; l'ipposidra poté essere varata solo 1l 13 ottobre 1858, ma funzionò solo fino al 1865, perchè ormai superata da un'altra ferrovia, quella a vapore. Carlo Cattaneo si spense nel 1869 per una cardiopatia, messo da parte anche dal nascente stato italiano perchè di idee repubblicane; idealista e cocciuto, probabilmente peccò di presunzione, ma la sua vicenda ha il fascino indiscusso delle idee incompiute che potevano cambiare la storia, e non lo hanno fatto. E se l'ipposidra invece entra in funzione fin da subito, e si rivela un successo? O se addirittura fosse stata realizzata già nel XVIII secolo? Milano avrebbe potuto essere una delle capitali della Prima Rivoluzione Industriale? (la propone William Riker, che abita proprio a pochi chilometri da Tornavento!)

Il più grande degli Ungheresi. Carlo Cattaneo non fu il solo fautore dell'innovazione tecnologica a cui il Kaiser mise i bastoni fra le ruote. Il Conte Istvan Széchenyi, incredibile fucina di idee innovative, considerato dal contemporaneo Lajos Kossuth "il più grande degli Ungheresi", si batté sempre per rendere il suo paese più moderno e alla pari delle altre nazioni europee che aveva visitato in gioventù. Contribuì alla fondazione dell'Accademia delle Scienze Ungherese perchè gli esperti in ogni materia venissero istruiti e formati direttamente in patria, rendendo superfluo "importarli" dall'estero; si prodigò affinché ingegneri inglesi costruissero il Ponte delle Catene per collegare finalmente Buda e Pest senza bisogno di ricorrere a barche e traghetti e consigliò di far pagare (anche ai nobili) un pedaggio per attraversarlo, così da coprire i costi di costruzione; suggerì di deviare il corso del Fiume Tibisco, così da far guadagnare un 25 % in più di terre coltivabili e da renderlo navigabile fino alla confluenza con il Danubio, per poter poi raggiungere da qui il Mar Nero e le Porte di Ferro al confine con la Serbia; intendeva sostituire tutte le barche trainate da cavalli sul Lago Balaton e sul Danubio con i più moderni battelli a vapore a disposizione; voleva che si chiedesse l'aiuto degli Inglesi affinché si costruisse una rete ferroviaria capillare che collegasse tutta l'Ungheria; propose di utilizzare i cavalli vincitori delle gare più importanti per rilanciare l'attività dell'allevamento di cavalli e creare razze sempre migliori e così via. Nel 1848 prese la decisione fatale di entrare a far parte del governo indipendente di Lajos Batthyany. Le concitate discussioni politiche e l'aperto conflitto con Vienna gli provocarono un forte esaurimento nervoso dal quale non si riprese mai completamente, nonostante dieci anni trascorsi in una casa di cura della capitale austriaca. Perseguitato dalla polizia politica, Szécheny si suicidò nel 1860. Ma cosa sarebbe accaduto all'Ungheria e all'Impero se avesse avuto molto più successo? (è di Generalissimus)

Un Pio in meno. Il 16 giugno 1846 il cinquantatreenne arcivescovo di Imola Giovanni Maria Mastai Ferretti fu eletto Papa dopo un Conclave brevissimo. Il nuovo pontefice aveva fama di liberale, e per questo il cardinale di Milano, che guarda caso era l'austriaco Karl Kajetan von Gaisruck, era stato incaricato di mettere il veto all'elezione di Mastai Ferretti per conto dell'imperatore d'Austria, ma arrivò troppo tardi al Conclave per la rottura della ruota della sua carrozza a Borgo San Donnino, e Mastai Ferretti fu eletto Papa con il nome di Pio IX. Ma che accade se von Gaisruck arriva in tempo, pone il veto e viene eletto l'ultraconservatore Luigi Lambruschini (che prende il nome di Gregorio XVII) o il cauto Tommaso Pasquale Gizzi (che prende il nome di Clemente XV)? Un conservatore non susciterà entusiasmi all'inizio, ma forse si comporterà in modo più realistico dopo, e i Patti Lateranensi saranno firmati con 50 anni di anticipo... (questa è saltata in mente ad Enrica S.)

Lola, cosa impari a scuola? Eliza Rosanna Gilbert era nata in Irlanda nel 1821, figlia dell'ufficiale britannico Edward Gilbert e di Elizabeth Oliver, a sua volta figlia illegittima di un ricco irlandese. Tuttavia quando iniziò una carriera da ballerina prese il nome d'arte di Lola Montez, millantò origini spagnole e affermò addirittura di essere figlia naturale del libertino Lord Byron. Sedusse l'Europa con la sua scandalosa "danza del ragno" (si sollevava il tutù fingendo di voler scacciare un ragno finito tra le sue vesti) e a Parigi conquistò il cuore di nomi famosi come il musicista playboy Franz Liszt e il gaudente romanziere Alexandre Dumas figlio. Ma fu a Monaco di Baviera che la sedicente (e seducente) spagnola mise a segno il colpo grosso della sua vita: per lei perse la testa nientemeno che il Re Ludwig I di Wittelsbach. Lei aveva 25 anni, lui 60, e l'influenza di Lola trasformò il compassato sovrano in uno spendaccione compulsivo, che iniziò a disinteressarsi delle questioni di stato e spese cifre pazzesche per collezionare opere d'arte. Re Ludwig arrivò a nominare la sua amante contessa di Landsfeld e Dama dell'Ordine di Santa Teresa, onore riservato alle nobildonne bavaresi purosangue. La misura fu colma quando il sovrano cercò di imporre riforme liberali suggerite dalla sua cortigiana, ma decisamente sgradite ai cattolici bavaresi, che si ribellarono costringendo Ludwig a firmare il decreto di espulsione dal regno della sua amata e, in seguito, ad abdicare dopo 23 anni di regno a favore del figlio Maximilian II Joseph. Ludwig I morì a Nizza vent'anni dopo, il 29 febbraio 1868, sopravvivendo quindi al suo stesso figlio ed erede, deceduto il 10 marzo 1864. Ma che accade se Lola Montez non ha l'occasione di esibirsi a Monaco e Re Ludwig resta in sella fino alla morte naturale? Questo può evitare l'eccentrico regno di Ludwig II? E se sì, con che conseguenze? (made in William Riker)

Il Texas indipendente. Dopo aver conseguito l'indipendenza dal Messico nel 1846, il Texas non entra nell'Unione e sopravvive come stato a sé. La Guerra di Secessione si configura allora come una guerra di annessione allo stato libero del Texas. In ogni caso nel novecento il Texas indipendente diventa uno dei principali esportatori di petrolio del mondo, e ciò giustifica a maggior ragione la convinzione dei texani secondo cui "il Nordamerica è formato principalmente dal Texas e da altri piccoli stati: USA, Canada e Messico..." (di nuovo William Riker)

I due Texas. Quando il Texas venne ammesso nell'Unione, il 29 dicembre 1845, lo si ritenne fosse troppo grosso e si parlò di dividerlo in due come il Territorio del Dakota, ma il Nord si oppose perché giustamente ci vide la mano del Sud, desiderosa di avere tanti nuovi "compagni di giochi" al Congresso. E se invece il Texas viene spartito ed ancor oggi è diviso in due? (made in Federico Sangalli)

La Terza Guerra d'Indipendenza Americana/2. Nel 1846 la disputa territoriale fra Stati Uniti e Gran Bretagna circa il territorio dell'Oregon, esteso dai confini settentrionali della California fino all'Alaska, rischiò di precipitare le due nazioni in guerra per la terza volta in 75 anni, ma il Trattato di Washington del 15 giugno 1846 risolse pacificamente le contese, assegnando le terre a nord del 49° parallelo alla Gran Bretagna e quelle a sud agli Stati Uniti. Ma che accade se scoppia una "Terza Guerra d'Indipendenza"? Chi la spunta? E con che conseguenze? O la montagna partorirà un topolino come nel 1812-1815, lasciando irrisolte le dispute su territori ricchissimi e vergini, con conseguenze imprevedibili a lungo termine? (ancora William Riker)

L'America bilingue. Nel XIX secolo gli immigranti tedeschi del Nord America decidono di non anglicizzarsi e, pur rimanendo fedeli cittadini americani, continuano a parlare tedesco, nelle loro comunità agricole del nord. Durante la Guerra Messicana del 1848 i tedeschi si dimostrano ottimi soldati e leali cittadini americani, e così nella Guerra di Secessione; l'immigrazione tedesca si dirige soprattutto al nord, e nasce quasi un sodalizio con la minoranza nera. Sulla costa del New England, i tedeschi tendono ad anglicizzarsi ma nelle vaste praterie mantengono la loro lingua, sul modello dei tedeschi del Volga e del Baltico. La guerra con la Spagna negli anni '90 vede ancora i fedeli Bauer sotto la bandiera a stelle e strisce. Alla fine del XIX secolo gli Stati Uniti sono un paese etnicamente bilingue: alla maggioranza anglofona risponde una forte minoranza teutofona soprattutto negli stati del Nord e Sud Dakota Minesota, Ohio, Michigan (in quest'ultimo sono la maggioranza della popolazione): una situazione simile al Canada, dunque. Quando scoppia la prima guerra mondiale, mentre il Canada si schiera con la madrepatria, cosa faranno gli USA di Wilson? L'entrata in guerra provocherà una guerra civile interna? (ideata da Rivoluzionario Liberale)

Gallenga. Antonio Gallenga, nato a Parma nel 1810, figlio di un ufficiale piemontese dell’esercito napoleonico, venne imprigionato e poi esiliato come capo della rivolta studentesca del 1830-31. Nel 1833 incontra Mazzini a Ginevra e si unisce alla Giovine Italia col nome prima di Procida e poi di Luigi Mariotti. Rientrato in Piemonte nel 1847, attua il suo piano, giudicato "estremista" perfino da Mazzini, e assassina Carlo Alberto al grido di « Lunga vita all’Italia, e muori! » (nella nostra Timeline fece fiasco, sostenendo, per giustificarsi, di non essere riuscito a trovare un’arma). Arrestato, è impiccato per regicidio. Sale al trono di Savoia Vittorio Emanuele II, dal 1849 primo Re d’Italia (ideata da Dans)

Il Cinquantunesimo Stato USA in Africa. Gli "Americo-Liberiani", come furono chiamati i primi ex schiavi neri riportati in Africa dall'America vennero insediati in una colonia africana nel 1822 sotto il controllo dell'American Colonization Society. Il 26 luglio 1847 gli Americo-Liberiani proclamarono l'indipendenza della Repubblica di Liberia. I coloni vedevano l'Africa come "terra promessa" ma non mostravano interesse a reintegrarsi nelle società tribali africane. Si riferivano a loro stessi come "Americani" e furono riconosciuti come tali tanto dalle autorità tribali africane quanto dalle autorità coloniali britanniche della vicina Sierra Leone. Il simbolo del loro Stato, bandiera, motto e sigillo riflettevano completamente la loro esperienza di vita e di emigrazione nel Sud degli Stati Uniti. Gli stessi coloni afroamericani, ritenendosi superiori agli autoctoni africani, tentarono più volte di assoggettarli. E se la repubblica liberiana decide per crisi economiche e debolezze interne di unirsi agli USA come nuovo stato? Il governo di Washington accetterà? Quali sviluppi per uno Stato Americano in Africa? (questa è di Ainelif)

La Grande Liberia. E se invece, influenzati dal clima imperialista europeo, anche la Liberia seguisse il modello giapponese con ambizioni su tutti gli stati che si affacciano sulla costa atlantica dell'Africa? Nella seconda guerra mondiale si alleerà all'asse come il Giappone? Tenterà di irretire i popoli confinanti lanciando il programma della "Sfera di co-prosperità della grande Liberia"? Come reagiranno le popolazioni vicine con questi oppressori neri, altrettanto razzisti dei bianchi? E gli stati europei lasceranno fare? (made in )

Due Svizzere. La guerra del Sonderbund, una guerra di carattere politico e religioso (conservatori cattolici contro radicali protestanti), dilania la Svizzera e la porta a sciogliersi. Quali le conseguenze sulla storia europea? (ideata da Homer, ecco una possibile linea di sviluppo da lui ideata)

Morire per Fivizzano. Nel settembre 1847 si rischiò una guerra nell'Italia centrosettentrionale, che avrebbe potuto anticipare i fatti del 1848. In quei giorni, scomparsa la Duchessa di Parma Maria Luisa, entrava in vigore un trattato che prevedeva delle modifiche di confine tra il Granducato di Toscana e i due ducati emiliani di Parma e Modena. Il primo, se poteva annettersi l'ex Ducato di Lucca, doveva però cedere alcune vecchie enclaves: Pontremoli e Bagnone al Duca di Parma; Fivizzano e quattro comuni della Garfagnana a Modena. Queste terre non accettarono volentieri il passaggio ai ducati emiliani, ci furono scontri con vittime tra i fivizzanesi e in Toscana si chiese al Granduca Leopoldo II di dichiarare la guerra a Modena e Parma. La cosa finì lì, perchè il bonario Granduca non se la sentì di andare avanti e per l'intervento dell'Austria. E se il Granduca osa, lancia un proclama alla Nazione e l'esercito toscano (piccolo ma sempre più forte di quello parmense e modenese e supportato da volontari) rioccupa la Garfagnana e la Lunigiana tra l'entusiasmo della popolazione? (ricostruzione attendibile, l'anno dopo massesi, carrarini e garfagnini chiesero effettivamente l'annessione alla Toscana) L'astio delle popolazioni verso Borboni e Estensi si estende anche oltreappennino e l'insurrezione dilaga. A gennaio 1848 il Granduca ha praticamente unificato i tre stati, si è formato un altro stato italiano rivale del Piemonte: avrà il Granduca il coraggio di andare avanti e di prendere il posto di Carlo Alberto? O l'Austria ne approfitterà per risolvere la situazione italiana a suo favore favorendone l'unificazione sotto i Lorena, che tutto sommato sono sempre parenti stretti? (questa è di Lanciotto71)

Maria Luigia la Grande. Maria Luigia, granduchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, fu senz'altro una delle regnanti più popolari ed amate dai suoi sudditi. Ancora oggi infatti il suo ricordo è ben vivo nella popolazione ed il suo nome è rispettato, cosa non comune quando si parla di uomini (o donne) di governo! Dopo il Congresso di Vienna le venne affidato vita natural durante il piccolo ducato composto dalle tre città che seppe governare con moderazione e buon senso. Quasi come una beffa del destino, la duchessa morì a soli 56 anni nel 1847, proprio alla vigilia dei moti del '48. Cosa succede se però vive più a lungo? Che ruolo svolgereà nella Prima Guerra d'Indipendenza? Ma, soprattutto, con una sovrana così bene amata ed accetta dai suoi sudditi, siamo sicuri che i plebisciti imposti il 5 marzo 1860 la esautoreranno in favore dei Savoia? Se anche così fosse, ed è probabile di sì, visto che i referendum erano quasi tutti "taroccati", è possibile ipotizzare un mini-brigantaggio (sicuramente in misura inferiore rispetto a quello "grande" del Sud) formato da piacentini e parmensi scontenti contro i Piemontesi invasori, magari finanziato sottobanco dalla stessa ex-duchessa ora in esilio a Vienna (scritta da Never75)

Il figlio del macellaio. Cronache dell'epoca riferiscono che in realtà Vittorio Emanuele II non era il vero figlio di Carlo Alberto, ma solo un sostituto. Infatti, pare che il vero primogenito di Casa Savoia sia perito in un incidente domestico e sostituito all'uopo con il figlio di un macellaio più o meno della stessa età e corporatura. Tale gossip era così diffuso che perfino Massimo D'Azeglio in Parlamento si rivolse più volte il suo sovrano definendolo poco simpaticamente "figlio di un macellaio". Se tali voci, ovviamente zittite dalla stampa ufficiale del Regime, prendono piede e sono sostenute dalle principali cancellerie europee, è possibile invalidare già nel 1848 l'incoronazione di Vittorio Emanuele II come re di Sardegna. I soliti Austriaci insistono e premono per sostituirlo con un candidato più malleabile. Anche gli Inglesi ci mettono lo zampino. Un buon compromesso sarà quello di "riciclare" uno dei tanti principotti tedeschi "disoccupati", in modo simile a quanto fatto per la Grecia. Una gestione "alla tedesca" del Risorgimento che effetti potrà produrre? E se invece diventa sovrano il futuro Duca di Genova, Ferdinando Alberto, teoricamente fratello di Vittorio Emanuele II? Potrà gestire più saggiamente l'Unità d'Italia? (ancora Never75)

Franceschiello Re di Sardegna. Spin-off dell'ucronia precedente. Sul trono di Sardegna sale il principe Francesco d'Assisi Maria Leopoldo di Borbone, noto nella nostra Timeline come Franceschiello, figlio di una Savoia, che nel 1849 ha 13 anni. La sua stessa debolezza può renderlo gradito agli Austriaci, alla faccia della legge Salica. Crescendo in Piemonte, e con Cavour al suo fianco, potrebbe diventare un buon re. Alla morte di Ferdinando II, l'unità d'italia si verifica per via dinastica, e quindi in modo indolore. Oppure la seconda moglie di Ferdinando II, Maria Teresa d'Asburgo, organizza un colpo di stato per mettere sul trono delle due Sicilie uno dei suoi figli.(ci ha provato anche nella nostra Timeline!) In tal caso la spedizione dei Mille avrà anche una giustificazione dinastica. In ogni caso il primo re d'Italia sarà un napoletano cresciuto in Piemonte: si può almeno sperare in una maggiore integrazione tra nord e sud... (ideata da Francesco Dessolis)

Il Laestadismo. E se Lars Levi Laestadius, da fondatore del Laestadianesimo, ovvero una branca pietista del luteranesimo, cominciasse a riflettere sull'oppressione delle masse? Il comunismo avrebbe un'impronta più moralista e meno economicista... (è di Paolo Maltagliati)

I Forty-Niners. Il 26 gennaio 1848 (secondo alcuni autori il 24) un certo James Marshall, un operaio al lavoro nella costruzione del Sutter's Mill, un mulino ai piedi della Sierra Nevada, scoprì la prima pepita d'oro nell'area di Coloma Valley, in California. La notizia si diffuse rapidamente, ma sulle prime venne interpretata come una delle tante strategie pubblicitarie per attirare coloni in California, già descritta come una sorta di nuovo Paradiso Terrestre. Quando, il 5 dicembre 1848, il presidente USA James Polk avvalorò la scoperta in un suo discorso, si scatenò una vera e propria migrazione di massa. Prima della scoperta di Marshall, la California aveva solo 14.000 abitanti; nel 1852 ne contava già 250.000. L'invasione vera e propria avvenne nel 1849, e per questo ai cercatori d'oro protagonisti di quell'ondata migratoria si dà di solito il nome di Forty-Niners: armati di piccozza, badile e setaccio, ne arrivarono persino dall'Australia, dando inizio ad una delle più spettacolari avventure della storia moderna: la conquista del West. Ma che accade se Marshall non raccoglie quella pepita? O addirittura se di oro in California non se ne trova proprio? La colonizzazione del West americano è molto più lenta, ed è possibile che gli stati appena sottratti al Messico restino a maggioranza ispanica e cattolica, cambiando totalmente il tessuto sociale degli Stati Uniti (made in William Riker)

California mexicana. Al contrario, in California l'oro è scoperto prima provocando una massiccia immigrazione messicana. Il Messico cederà ugualmente la regione, o si impegnerà in uno scontro all'ultimo sangue con gli USA? (se lo chiede Falecius)

The British California. Siccome, il controllo del Messico sulla sua lontana provincia dell'Alta Califormia era debole, il presidente americano James Polk temeva che quella terra ricchissima sarebbe presto stata acquistata dalla Gran Bretagna, cosa che, secondo la "dottrina Monroe", avrebbe costituito un pericolo per la sicurezza statunitense; per questo Polk scatenò la guerra contro il Messico. Ma che succede se Londra precede Washington ed acquista davvero la California? (William Riker è particolarmente ispirato dalle ucronie nordamericane!)

La Californie Française. La California rischiò seriamente di passare sotto il controllo francese: già nel 1845 il francofilo John Sutter minacciò di far innalzare la bandiera della Francia sulla California, ed egli stesso, insieme alla sua colonia New Helvetia, si mise sotto la protezione francese. « È evidente che la California apparterrà alla nazione, quale che sia, che vi invierà un generale e duecento uomini », scrisse in proposito il capitano Joseph de Rosamel. Il vice-console francese in California, Louis Gasquet, consigliò vivamente al governo francese di inviare forze navali, precedendo le truppe americane, ma ciò non avvenne, ed infine furono gli Stati Uniti a procedere alla conquista della California. Ma che accade se Luigi Filippo di Orléans è maggiormente interessato al Nordamerica e procede ad occupare il West americano, che in questo caso si chiamerà l'Ouest? Come cambia la storia d'America e del mondo? (questa è di Enrica S.)

Guadalupe Hidalgo. Dopo il trattato di Guadalupe Hidalgo del 2 febbraio 1848 e la sconfitta del dittatore Antonio Lopez de Santa Ana, Jafferson Davis, il futuro presidente confederato, propose l'annessione dell'intero Messico agli Stati Uniti, ma l'opposizione Whig (nordista) al congresso costrinse il presidente Polk ad accettare termini più morbidi. Molti storici sono convinti che proprio la non annessione del Messico fu un fattore importante nella crisi che segui e che poi portò alla guerra civile: come dissero a posteriori, "Mexico poisoned Us", "il Messico ci avvelenò". Ma che succede se Davis si impone e l'intero Messico entra a far parte degli USA? Forse la Guerra di Secessione non scoppia o, se scoppia, l'intero Messico aderisce alla Confederazione; indubbiamente i Sudisti sono più forti e forse possono vincere. In caso contrario, oggi gli USA sono composti non da 50 ma da 82 stati, perchè il Messico è formato da 31 tra stati e territori più un distretto federale (proposta da Filobeche e da MattoMatteo)

Hidalgo Guadalupe. Al contrario, il Messico vince la guerra contro gli USA grazie all'aiuto determinante di Francia e Inghilterra; non perde California, Utah, Arizona e Nuovo Messico, ed anzi recupera anche il Texas. Oggi il Messico è uno stato federale esteso quasi quanto gli Stati Uniti, altrettanto stabile politicamente, e forse è assurto al ruolo di potenza mondiale. Come cambia la storia dell'America e del mondo? (un'altra ideona di William Riker)

The Republic of California. Non tutti lo sanno, ma fra il 1848 ed il 1850 la California divenne una repubblica indipendente, che dopo due anni di vita fu annessa all'Unione. Ma se invece questo non avviene? Come cambia la storia d'America? (l'ha pensata Camillo Cantarano)

You can, Yucatan/1. All'epoca della guerra tra USA e Messico, lo Yucatan era una provincia ribelle dello stato messicano. Il governo locale (creolo) era però minacciato da una grave rivolta dei nativi Maya e aveva chiesto aiuto a qualunque potenza fosse disposta ad aiutarlo, offrendo la sovranità sul paese. La Gran Bretagna e la Spagna si astennero dall'agire a causa della dottrina di Monroe, ma al Congresso l'opzione di un intervento fu dibattuta e Polk era favorevole. Alla fine non se ne fece nulla e dopo la pace di Guadalupe Hidalgo il governo Yucateco si risottomise al Messico in cambio di aiuto contro i Maya. Immaginiamo invece che gli USA decidano di agire, e che dopo aver occupato Città del Messico Zachary Taylor sia mandato in Yucatan. La penisola diventerà uno stato USA e gli indiani locali faranno una fine simile a quella dei loro compagni delle pianure dell'Ovest. Cosa potrà accadere al Messico, in questo scenario del tutto accerchiato dagli USA? C'è da aspettarsi che perda anche la Bassa California e forse il Coahuila. Come agirà lo Yucatan nella Guerra di Secessione? In teoria sarebbe abolizionista, ma rimarrà legato all'Unione? Inoltre in questo scenario difficilmente la Francia interverrà in Messico. Quale sarà il destino di Massimiliano d'Asburgo? Sarà re di Spagna dopo il 1872? (pensata da Falecius)

You can, Yucatan/2. E se lo Yucatan restasse indipendente e diventasse la nazione più settentrionale del blocco di staterelli centro-americani? Magari, sotto impulso degli USA così politicamente vicini, potrebbe formare una confederazione di stati centroamericani esportando il modello "yankee"... (questa è di Renato Balduzzi)

The Land of Red Men. Se invece che a frotte i coloni Europei fossero arrivati in gruppi meno numerosi, o se gli Indiani d'America avessero avuto più fortuna nello scegliere le alleanze, forse le tribù delle pianure sarebbero potute essere più forti ed il numero dei nativi essere più alto di quanto in realtà è. Dunque che succede se invece di essere 1/1000 gli amerindi sono una cospicua minoranza come in Messico? E se invece fossero in maggioranza come in Perù o Ecuador? (ancora Filobeche)

Gioberti padre della patria. Dopo le prime vittorie degli eserciti italiani durante la Prima Guerra d’Indipendenza si costituisce il primo nucleo di quella che sarà poi la Confederazione Italiana, il cui presidente sarà il Papa, seppure con poteri non ampi. Come risultato avremo che la neonata confederazione vincerà la guerra con gli austriaci arrivando fino a quasi tutti i confini delle zone abitate da italiani. Dato che i cattolici hanno un ruolo chiave nel nuovo stato, la politica italiana è molto conciliatrice e diplomatica (proposta da Giorgio Tebaldi e da Demofilo)

Confoederatio Italica/1. Tutti gli stati concedono la costituzione nel marzo del 1848 e si alleano con il Piemonte contro l'Austria; dopo varie sconfitte l'Austria cede al Papato il Lombardo-Veneto comprese Istria e Dalmazia. Nell'inverno del 1848 i vari rappresentanti degli stati italiani si riuniscono a Roma e proclamano la Confederazione Italiana, con Capitale Roma e con presidenza a rotazione (Presidente Onorario viene nominato il Papa). Nel 1849 l'ex Lombardo-Veneto viene suddiviso tra la rinata Repubblica di Venezia e la Lombardia (territori dell'ex ducato di Milano: province di Milano, Como, Sondrio, Pavia, Cremona e Mantova) che diventa territorio federale; nello stesso anno, il Regno Unito restituisce le isole Ionie a Venezia. Nel 1859 avviene lo scambio con la Francia tra Savoia e Corsica. Nel 1866 alleanza con la Prussia contro l'Austria e acquisizione del Tirolo (confine sul Brennero) e di Trieste con il suo entroterra: sono così raggiunti i confini  del "nostro" 1924. Nel 1870 alleanza con la Prussia contro la Francia, recupero della Savoia (territorio federale), annessione della Cabilia (Algeria orientale) e di altre colonie minori in parte cedute nello stesso anno al Regno Unito in cambio di Malta. Nel 1878... (una proposta alternativa di MAS; cliccate qui per scaricare il suo progetto)

È successo un quarantotto/1. La Primavera degli Popoli riesce. La Germania nasce prima con minor spargimento di sangue. Ma sopratutto la Germania non si costituisce contro la Francia, ma solo contro l'Austria. La Germania del 1848 sarebbe stata meno militaresca, una monarchia costituzionale con Federico Guglielmo IV come re e capitale a Francoforte dov'é la sede del Parlamento. La democrazia si diffonde pacificamente nel resto del secolo: l'Austria segue l'idea di Frantisek Palacky, emessa durante il congresso panslavo dello stesso anno, e si trasforma in una federazione di popoli uguali sotto la corona costituzionale degli Asburgo: può integrare cosi l'insieme dei Balcani liberati (eccezion fatta per Serbia, Romania e Bulgaria). In Italia il Piemonte riesce a ampliarsi, ma la Lombardia e il Veneto diventano repubbliche libere, come la Sicilia e Roma con Mazzini (il Papa si rinchiude nel Vaticano). Toscana e Napoli diventano monarchie costituzionali; più tardi la penisola evolve verso una federazione simile a quella austriaca. In Francia Luigi Napoleone (Napoleone III) non viene eletto, al suo posto é eletto il poeta Lamartine (già capo del governo precedente), la Seconda Repubblica Francese sopravvive in modo moderato ma fortemente in favore delle mosse nazionalistiche in Germania e Italia; negli anni '60 viene eletto Victor Hugo come presidente. Solo Inghilterra e Russia rimangono tagliate fuori dai cambiamenti, ma devono più tardi scendere a compromessi per salvaguardare la pace sociale; nello stesso tempo l'Irlanda si vede concedere l'autonomia. L'odio franco-tedesco non nasce, la polveriera dei Balcani neanche, l'Europa perde le sue principali cause di guerre future e rimane in pace, la cultura romantica trionfa nella letteratura più a lungo (proposta dal francese Perchè no?)

È successo un quarantotto/2. Nel 1848 tutti gli stati italiani erano pronti a partire, insieme ai Savoia, alla liberazione d'Italia, ma la rivolta fallì sia per la scarsa organizzazione militare, sia per il ripensamento di Pio IX, che al momento meno opportuno ritirò le truppe. Ma se l'insurrezione avesse avuto successo? Si hanno quattro opzioni possibili. Prima, si forma la famosa Italia federale sotto guida pontificia sul modello giobertiano, come descritto nelle ucronie precedenti. Seconda, gli Austriaci sono cacciati, ma poi qualcuno deve dividersi le spoglie della vittoria, incluse le province del nord Italia. Scoppia allora la guerra tra Savoia, Papato e Napoli per la resa dei conti. Terza, Mazzini ha successo e l'Italia nasce repubblicana con Roma capitale e con la Costituzione della Repubblica Romana estesa a tutto lo stivale, ma si rischia una coalizione delle potenze reazionarie per schiacciarla ed evitare il "contagio" mazziniano. Quarta, si evita la guerra, ma l'Italia rimane un'espressione geografica, formata da un pulviscolo di staterelli sempre in lotta tra loro (ideata da Filobeche)

È successo un quarantotto/3. Si sa che nel 1848 le uniche nazioni europee che non furono toccate da rivoluzioni o secessioni di sorta furono l'Impero Russo e quello Britannico: paradossalmente l'uno il contrario dell'altro. Mettiamo che però il virus attecchisca anche qui. Nell'Impero Russo, come da copione, i primi a sollevarsi saranno di nuovo i Polacchi, seguiti a ruota dai Finlandesi e dai baltici. In Gran Bretagna ad aprire le danze sarà la solita Irlanda. Poi prenderanno esempio anche Scozia, Galles, Cornovaglia ed Hannover (che nel '48 era ancora in unione personale con il Regno Unito). Cosa succederà? Una balcanizzazione dell'Europa ante-litteram? Quali effetti sulle colonie europee? Gli USA ambiranno (guerra di secessione a parte) ad una leadership anticipata sul nostro Continente, approfittando dell'estrema frammentazione politica, o daranno una spallata agli Imperi Coloniali Europei aspirando già ad un'egemonia mondiale? (se lo chiede Never75)

Ferdinando I il Saggio. L'imperatore d'Austria Ferdinando I d'Asburgo era meno debole di mente di quanto recita la storiografia ufficiale, se è vero che dopo la debacle austriaca a Sadowa, ripensando alle sconfitte del 1859, alla perdita del Lombardo-Veneto, all'esclusione definitiva dell'Austria dalla Germania e all'umiliazione inflittale dalla Prussia, affermò: « Ma perché mi hanno cacciato via nel 1848? Sarei stato capace anch'io, quanto mio nipote Francesco Giuseppe, di perdere tutte quelle battaglie! » Ebbene, come cambia la storia dell'Austria e dell'Italia se Ferdinando I resta sul trono vita natural durante, cioè fino al 29 giugno 1875? (proposta da William Riker)

Polonia Restituta. Durante la Primavera dei Popoli, nel 1848 la Sollevazione della Grande Polonia riesce e il Granducato di Poznan si rende indipendente dalla Prussia. Quali sono le conseguenze, sempre che il redivivo stato polacco non venga riportato all'ordine da un intervento congiunto russo-prussiano? E se la rivolta si estendesse anche nelle altre zone abitate da Polacchi? (è di Generalissimus)

L'Insurrezione Nazionale Polacco-Lituana. E se alla più grande Insurrezione Nazionale Polacca partecipassero anche i Lituani? Gli Insorti avranno ragione dei Russi? (made in Michal I)

The Cuban Purchase. Tra maggio e luglio del 1848 il presidente americano James Knox Polk autorizzò il proprio ambasciatore in Spagna Romulus Mitchell Saunders ad avviare i negoziati per l'acquisto di Cuba, dandogli il via libera nel proporre in cambio un'offerta fino a 100 milioni di dollari, al tempo una somma sbalorditiva per un territorio, pari a 2,77 miliardi di euro attuali. L'isola si trovava vicina alle coste meridionali dell'Unione ed oltretutto praticava la schiavitù, pertanto quest'idea era assai gradita ai Sudisti ma era molto invisa nel Nord. L'Impero Spagnolo stava tuttavia realizzando ancora enormi profitti a Cuba (in particolare con la canna da zucchero, la melassa, il rum e il tabacco), quindi il governo iberico finì col respingere la proposta e le aperture in tal senso di Saunders. Seppur ansioso di acquisire l'isola, James Polk rifiutò di dare il proprio sostegno attivo alla spedizione di filibusta organizzata da Narciso López il quale aveva l'intenzione d'invadere Cuba e scacciarvi con la forza gli spagnoli, grazie anche agli aiuti provenienti dagli Stati Sudisti. Ma come cambia la storia se le trattative hanno successo? (se lo chiede Pietro Bosi)

Comune 1848. Se nel 1848 la Rivolta popolare di stampo socialista ha più successo e Cavaignac non riesce a sopprimerla, avremo la Comune di Parigi una ventina d'anni in anticipo. Oppure si scatena una Guerra Civile tra monarchici (costituzionaleisti) di Luigi Filippo e repubblicani? Chi vincerà? (ancora Never75)

Bandiera rossa, bandiera rossa. La bandiera rossa dei partiti e dei regimi comunisti è probabilmente nata durante la Rivoluzione Francese. Segnale durante le sommosse del divieto di assembramento e di manifestazione, prima delle cariche della forza pubblica, venne adottata proprio dagli insorti, che vollero sottolineare quanto essa fosse bagnata dal sangue dei loro martiri. Poco mancò che la bandiera rossa, prima che dell'URSS e della Cina, diventasse la bandiera ufficiale francese: nel 1848 qualcuno propose l'abolizione del tricolore rosso, bianco e blu, ormai screditato da Luigi Filippo, per sostituirlo con il vessillo color sangue. Alla fine Lamartine, membro del governo provvisorio, respinse la proposta, affermando che "il tricolore ha portato gli ideali della rivoluzione in giro per il mondo, mentre la bandiera rossa ha fatto solo il giro del Campo di Marte". Nel secolo successivo la bandiera rossa si rifece ampiamente, facendo davvero il giro del mondo. Ma che accade se essa diventa davvero il vessillo nazionale francese? (made in Enrica S.)

La Seconda Repubblica Francese eterna. Napoleone III si limita nel 1848 a rimanere Presidente della Repubblica, e pone le basi di una Francia Presidenziale che inizia con l'Italia e con altre nazioni latine un principio di Stati Uniti d'Europa. Probabilmente eviteremo sia il primo che il secondo conflitto mondiale... (ideata da Ipotetico Sole)

Che mondo sarebbe senza il Belgio?/3. Dopo il 1848 i Francesi ne approfittano per invadere il debole Belgio e mettere in pratica il Piano di Partizione di Talleyrand. Francia e Olanda si spartiscono il Belgio e creano il Libero Stato di Anversa, che diventa un protettorato inglese (è di Generalissimus)

La Seconda Repubblica Britannica. La Primavera dei Popoli arriva anche in Gran Bretagna, dove la classe borghese decide di ripetere quanto avvenuto in Francia, sfruttando per di più  il suo sistema politico, decisamente più avanzato e liberale rispetto al resto del continente. Che accade dunque se anche la Gran Bretagna diventa una repubblica come la Francia? (made in Ainelif)

"Alias" nel XIX secolo. Carlo Alberto, acceso reazionario, non dichiara guerra all'Austria nel 1848, e l'Italia rimane un'"espressione geografica". La Repubblica Romana, invece di cadere nel luglio del 1849, dura un paio di mesi in più, e così, il 20 settembre 1849, le truppe sarde - bersaglieri in testa - entrano a Roma assieme ai francesi aprendo una breccia a... Porta Pia, per restaurare sul trono il Papa Re! Dopo aver represso le insurrezioni italiane, gli Asburgo concedono un'ampia autonomia economico/amministrativa al Lombardo-Veneto. Continuano le cospirazioni, ma esse assumono presto caratteristiche marcatamente sovversive e protocomuniste, relegando in secondo piano le rivendicazioni nazionali. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale tutti gli stati italiani diversi dal Lombardo-Veneto si mantengono neutrali, perlopiù guardando con maggiore simpatia agli Imperi Centrali. Naturalmente gran viavai di spie, di agenti provocatori, di diplomatici che cercano di portare gli stati dall'una o dall'altra parte: una specie di "Alias" ante litteram! (grazie ad Andrea Cipolla)

Sua Maestà Garibaldi I. Leggasi: Garibaldi imperatore d'Italia imitando il buon vecchio Napoleone. Un progetto incompatibile con le idee a dir poco rivoluzionarie dell'Eroe dei Due Mondi? Forse, ma magari Garibaldi è costretto all'impero, visto che la sua Repubblica nei fatti non può funzionare, così prima diventa presidente a vita (a fare il dittatore giù al sud si divertiva) e poi per necessità assume la corona, che non può che essere quella di imperatore romano. Si prevede una serie di campagne militari contro tutte le tirannie e, più avanti, botte da orbi tra i suoi figli Ricciotti e Menotti per la successione... (ancora Filobeche)

Le locomotive di Lechi. Il generale Teodoro Lechi, veterano delle guerre napoleoniche, ha già settantadue anni quando rientra in campo in occasione delle Cinque Giornate di Milano, assumendo il comando della Guardia Civica. Uomo d'esperienza, egli consigliò al Ministro della Guerra Antonio Franzini di utilizzare le linee ferroviarie per trasportare le truppe ed assaltare Verona: suggerimento che non venne accolto. Ma se Franzini gli dà retta, e il colpo di genio di Lechi cambia le sorti della prima guerra d'indipendenza? Che accade se Carlo Alberto riesce a conquistare Milano e Venezia, espellendo l'Austria dal nord d'Italia? Probabilmente l'Austria, impelagata con le rivolte in Ungheria e nella stessa Vienna, concluderà la pace col Regno di Sardegna cedendo il Lombardo-Veneto (Istria e Dalmazia escluse) e assicurando il suo disinteresse sulla sorte dei Ducati di Parma e Piacenza e di Modena e Reggio. Tuttavia, una volta sistemate le cose in casa propria, l'Austria potrebbe seriamente pensare nella seconda metà del 1849 di riprendersi il predominio in Italia (nel frattempo il Piemonte si è preso anche Toscana e Papato, dopo la fuga dei regnanti, e i rapporti tra Regno di Sardegna col Regno delle Due Sicilie sono tesissimi), Probabilmente l'atteggiamento di Francia e Regno Unito la dissuaderà, ma otterrà il ritorno del Papa a Roma con lo Stato della Chiesa ridotto al solo Lazio (pensata da William Riker)

Uno di Casa(ti)/2. Abbracciata la causa risorgimentale, Gabrio Casati cominciò a fare il doppio gioco: da una parte seguitò formalmente a proclamarsi fedele servitore di Casa d'Austria, dall'altro invece intrecciò rapporti sempre più stretti con Carlo Alberto. Una politica che diede i suoi frutti: ad esempio riuscì a convincere Radetzky a far ritirare le truppe dalla città di Milano e ad evitare così un bagno di sangue (a Vienna gli ordini erano invece di riprendersi Milano anche con la forza se necessario, bombardandola a tappeto). Ma se Radetzky non si fa convincere da Casati ed anzi lo fa fucilare, sospettandolo (giustamente) di doppio gioco? Così come gli viene ordinato, fa puntare i cannoni su Milano. La città viene riconquistata ma a carissimo prezzo in un bagno di sangue. Si parla di migliaia di vittime. Tale strage lascia inorridita tutta l'Europa. Milano è semidistrutta ed i suoi più grandi monumenti sono andati persi. Radetzky viene richiamato a Vienna d'urgenza. Per reazione nelle altre città la resistenza si fa ancora più dura. Se Carlo Alberto non si fida a dichiarare guerra all'Austria, che in questa Timeline è ancora saldamente arroccata in Lombardia, Venezia all'opposto resiste ad oltranza nonostante il vaiolo fino al 1850 inoltrato. In Francia il neoeletto presidente Bonaparte, appoggiato dall'Inghilterra, propone una conferenza internazionale sul caso Italia, proponendosi come intermediario. L'Austria, ancora impelagata nel Veneto, deve accettare. Alla fine si decide di restaurare la vecchia Repubblica di Venezia con i confini terrestri del 1793, mentre al Milanese deve essere concessa larga autonomia. Negli altri staterelli italiani bene o male le cose rimangono come prima (seconda ucronia dedicata da Never75 a Gabrio Casati)

La fatal Vicenza. Dopo la sconfitta di Goito la priorità del Maresciallo Radetzky divenne evitare di trovarsi intrappolato nel Quadrilatero. Per raggiungere questo obiettivo decise il 5 Giugno di procedere, con 30.000 uomini, alla riconquista della città di Vicenza, involontariamente aiutato dall'inerzia dei Piemontesi, convinti che la città fosse in grado di resistere per giorni. Nonostante la strenua difesa opposta dai volontari Vicentini, eroicamente guidati dal Monselicense Giacomo Lunardi detto Zanellato, alla sera del 10 il Generale Giovanni Durando non poteva far altro che prendere atto dell'insostenibilità della situazione militare e, nonostante il parere contrario della popolazione Vicentina che si era detta disposta a continuare la lotta fino a quando non fossero stati mangiati anche i gatti, chiedere al suo omologo Austriaco la resa. Ipotizziamo che lo Stato Maggiore Piemontese sia meno sicuro della capacità Vicentina di resistere e decida da subito di intervenire in sua difesa evitando la resa del 10. Come potrebbe cambiare la Storia? (riecco Enrico Pizzo)

Lombardia indipendente e Italia federalista. Poco dopo la cacciata degli Austriaci dalla Lombardia, dopo le Cinque Giornate di Milano il diplomatico austriaco Hummelauer venne mandato in Gran Bretagna da Lord Palmerston per chiedere a lui una mediazione. Tale progetto includeva tra l'altro piena indipendenza per la Lombardia ed autonomia per il Veneto. Palmerston accettò, ma il Gabinetto inglese declinò la proposta. Se invece la proposta fosse stata accettata? La Lombardia diventa una repubblica indipendente su base federalista come voleva Cattaneo e proprio lo stesso statista parabiaghese viene eletto suo primo presidente. Visto il successo della cosa, il Piemonte Sabaudo non può più invadere la Lombardia, ormai nazione indipendente e riconosciuta da tutti, e semmai allunga gli artigli sulla parte Centro Nord o Sud della Penisola. In questo caso abbiamo però due poli di attrazione per gli altri Stati Italiani: uno il Piemonte assolutista e militarista, l'altro una Lombardia molto simile alla Svizzera. È innegabile che gli altri Stati avrebbero preferito quest'ultima soluzione. Si ha anzi una rivoluzione anche in Piemonte che scaccia i Savoia ed instaura una repubblica federalista da associarsi alla Lombardia. Prende così piedi davvero un'Italia Federale. e gli effetti di una soluzione di questo tipo sono evidenti: uno sviluppo più armonioso delle varie Regioni, una non sussistenza della questione meridionale ed uno stato meno burocratizzato e più efficiente. In pratica avremmo oggi risolto tutti i nostri problemi interni che ci portiamo appresso dall'Unità e saremmo (dopo USA, Germania, Giappone) la quarta potenza economica del Pianeta e la seconda in Europa... (un bel sogno di Never75)

Il Regno di una Sicilia sola. I tentativi di riconquista di Ferdinando II falliscono, e così il Regno di Sicilia, dopo la Rivoluzione del 1848, riesce a mantenere la sua indipendenza. Ammesso che riesca a trovare un regnante che accetti le offerte del governo costituzionale, come cambia la storia d'Italia? (di nuovo Generalissimus)

O Firenze o morte. Avrebbero potuto i Lorena sostituire i Savoia alla guida dell'unità Italiana? Improbabile con le armi, non escludibile con la diplomazia. Nel 1848 il Granduca e combattono Leopoldo di Toscana concede la costituzione nel 1848 ma, invece di schierarsi a fianco degli insorti italiani, rimane fedele agli Austriaci e manda le sue truppe (i Granatieri) a combattere con valore a fianco di quelle imperiali asburgiche. La sconfitta degli insorti è terribile, e come premio il Granduca riceve un cospicuo ampliamento delle sue terre con l'annessione di Viterbo e della Romagna, ed in più può mantenere la costituzione. Tuttavia questo fa crescere l'ambizione politica del Granduca, che passerà al figlio l'idea di una Toscana estesa almeno a tutta l'Italia centrale. Infatti nel 1866 egli si schiera contro l'Austria a fianco della Prussia, così come il regno di Sardegna si era schierato con la Francia contro la Russia. Il colpaccio riesce e anche l'Emilia passa sotto il controllo toscano, facendone una potenza notevole. La Serenissima repubblica di Venezia viene ripristinata per fare da contraltare alla Sardegna. Nel 1880, su ispirazione del Regno delle Due Sicilie, nasce l'Alleanza Italiana che comprende Papato, Toscana e il Meridione. Neutrale nella prima guerra mondiale, dove invece i Savoia acquisiscono la Lombardia, nella seconda si schiera a favore degli Alleati, dopo che un corpo di volontari, guidati dal giornalista Benito Mussolini, era andato a combattere in Spagna contro Franco. Nel 1954 viene proposto un nuovo trattato, su ispirazione del Pontefice Pio XII, per rendere più efficiente l'Alleanza, che adesso comprende anche Sardegna e Venezia. Nel 1990 si vota per rinnovare le camere e scegliere il primo ministro al posto dell'uscente ed anziano Carlo Azeglio Ciampi (a quattro mani di Filobeche ed Homer)

L'Impero d'Austria-Italia. Pio IX, nonostante le minacce da Vienna, decide ugualmente di proseguire la guerra e con lui gli altri Stati della Penisola. Nonostante però il loro impegno, la guerra va comunque un po’ per le lunghe ma alla fine gli austriaci vincano ugualmente. Le conseguenze non si fanno attendere. A Vienna il clero austriaco minaccia ormai lo scisma e c’è pure chi auspica un nuovo Sacco di Roma per punire Pio IX. Il pontefice evita per un soffio l’umiliazione della prigionia: non gli rimane che chiedere pubblicamente scusa a Cecco Beppe e cedere come ammenda, oltre a un sostanzioso indennizzo economico, le Romagne, che passano definitivamente e ufficialmente sotto il controllo austriaco. Ma, tutto sommato, è anche il sovrano che se la cava ancora a buon mercato. Tutti gli altri ducati e granducati sono occupati direttamente nell’Impero e ai rispettivi sovrani non resta che la strada dell’esilio. Oltretutto l’Austria è ancora più adirata con loro, dato che la maggior parte di essi appartengono alla sua stessa dinastia. Gli unici a salvarsi, per il rotto della cuffia, sono solo i Savoia (ai quali le cose vanno più o meno come in HL)e i Borboni delle due Sicilie. I primi perché, essendo uno Stato-cuscinetto di confine, la sua soppressione minaccerebbe troppo il balance of power europeo, per cui si preferisce renderli inoffensivi caricandoli di sanzioni e con un’occupazione militare temporanea. I secondi perché, essendo legati da vincoli di parentela con Francia e Spagna, è meglio tenerseli buoni. Con un predominio così massiccio dell’Austria è pressoché inutile ogni guerra successiva (proposta da Never75)

Ettore de Sonnaz/1. Ettore de Sonnaz riesce miracolosamente a convincere Carlo Alberto ad aggirare Mantova e raggiungere Venezia, riuscendo in un colpo ad isolare Radetzky, fermare Nugent e unirsi a napoletani e pontifici, permettendo di prenderne il comando dopo la ritirata dei loro sovrani. Carlo Alberto vince la (Prima) Guerra d'Indipendenza, mentre Pepe e Durando abbattono i rispettivi sovrani e consegnano le corone al re d'Italia (prima ucronia dedicata da aNoNimo al de Sonnaz)

Ettore de Sonnaz/2. Per i misteri che regolano la burocrazia, de Sonnaz è assegnato al I corpo Piemontese al posto di Bava: molto più aggressivo, de Sonnaz incalza gli austriaci che non riescono a guadagnare il Quadrilatero; Nugent potrà al massimo portare l'onore delle armi nel Friuli, e anche in questo caso Carlo Alberto è re d'Italia... del Nord (seconda ucronia dedicata da aNoNimo al de Sonnaz)

Ettore de Sonnaz/3. Ettore de Sonnaz non viene silurato dopo Custoza. A Novara di fronte allo sbandamento degli austriaci non si ritira e schiaccia il 2° Corpo: la Prima Guerra d'Indipendenza è un pareggio. Il Piemonte annette Milano mentre Toscana e Roma passano a Ferdinando di Savoia, come freno ai moti repubblicani: Gioberti proporrà la federazione dei tre stati, sancita con la liberazione del Veneto (terza ucronia dedicata da aNoNimo al de Sonnaz)

Garibaldi nel varesotto. Dopo l'armistizio Salasco del 9 agosto 1848 tra l'Impero asburgico e il Regno di Sardegna, il 13 agosto Garibaldi decise di tentare l'impossibile: con 1300 volontari lasciò il porto di Arona, sul lago Maggiore, sbarcò a Luino, attraversò la Valganna e la Valcuvia e tentò di far sollevare il varesotto, e poi tutta la Lombardia, contro il dominio austriaco. Questa spedizione mise per la prima volta in atto sul suolo italiano le tecniche di guerriglia apprese dall'Eroe dei Due Mondi in Uruguay, e costituì la vera prova generale della successiva avventura dei Mille, con cui ha molto in comune, ma si rivelò un fallimento (e per questo la storiografia garibaldina in genere non ne parla): il 26 agosto i volontari di Garibaldi si scontrarono con una colonna austriaca superiore di numero nella Battaglia di Morazzone, e ne uscirono sconfitti. Lo stesso Garibaldi fu costretto a riparare in una casa colonica sul Lago di Lugano, dove una lapide commemora ancor oggi il suo passaggio, quindi con soli trenta legionari superstiti riparò in Svizzera. L'Unità d'Italia avrebbe dovuto aspettare. Ma che accade se la spedizione di Garibaldi si rivela un grande successo e riesce a sollevare tutto il Lombardo-Veneto, impedendo il ritorno di Radetzky? (se lo chiede William Riker)

Confoederatio Italica/2. Nel 1848 borbonici, toscani e papalini combatterono contro l'Austria, al fianco dei sabaudi. Mettiamo che, dopo la fine della Guerra, Pio IX, Ferdinando II ed il Granduca decidano di coordinarsi in funzione anti-sabauda, creando una Confederazione Italica, limitatamente ai territori così come erano indicati nell'età romana. Dallo Stretto di Messina (la Sicilia ha suoi particolarismi) al Po (più che al Rubicone)., lasciando Savoia ed Asburgo al loro destino. Tanto per incominciare, si organizza un'unione doganale verso l'esterno. All'interno i dazi non sono aboliti di colpo, ma si va verso un loro graduale ridimensionamento. Si lasciano in vita le tre monete ufficiali (più quelle locali), ma accanto ad esse, si mette in circolazione lo Scudo Italico. Per non far torto ad alcuno (ed anche per praticità: si tratta di città tutte già affollate), i singoli Stati conservano le loro capitali, mentre, emulando gli USA, si crea la capitale Confederale. Per motivi storici viene scelta Corfinio, l'antica capitale dell'effimera Lega italica, al tempo della Guerra Sociale. Tutti e tre gli Stati si dotano di un proprio parlamento i cui deputati, d'ordinario, sono dei chiacchieroni inconcludenti, più due camere confederali, una eletta e l'altra composta di delegati regionali. Come prosegue la storia d'Italia? (è del Marziano)

Novara meno amara. Ritenendo che dopo Mortara il grosso dell'esercito Piemontese fosse diretto verso Vercelli e che a Novara si trovassero solo delle retroguardie, il Maresciallo Radetzky decise di affidare al solo II Corpo d'Armata del Generale Kostantin d'Aspre il compito di occupare la città. In realtà presso Novara si trovavano concentrate cinque Divisioni Piemontesi che, nel corso della mattina e del primo pomeriggio del 23 Marzo, misero in serio pericolo gli Austriaci, tanto da costringere d'Aspre a chiedere immediato aiuto a Radetzky. Purtroppo in HL il Generale Chrzanoski scelse di non far intervenire le riserve piemontesi, dando così il tempo al Maresciallo Radetzky di ricongiungersi con d'Aspre. Ipotizziamo invece che Chrzanoski sia più fiducioso nelle capacità militari dei piemontesi, decidendo di far intervenire le riserve. D'Aspre sarebbe verosimilmente costretto a ritirarsi, rendendo vano il ricongiungimento con Radetzky. Come potrebbe cambiare la Prima Guerra d'Indipendenza con una netta vittoria piemontese a Novara? (made in Enrico Pizzo)

Carlo Alberto resta in sella. Come ha scritto Paolo Mieli sul "Corriere", agli interlocutori austriaci il ventottenne Vittorio Emanuele II, appena asceso al trono dopo l’abdicazione del padre successiva alla sconfitta di Novara, parve un sempliciotto. L’ambasciatore austriaco a Torino, il conte ungherese Rudolph von Nagy-Apponyi, nel 1850 lo descriveva in questo modo: « Gli manca l’interesse per gli affari di Stato nonché la portata di spirito necessaria per giudicare la gravità della situazione, e rendersi conto della serietà e dell’energia con le quali bisognerebbe tenere le redini dello Stato nella presente congiuntura. Ma, occupato soprattutto in intrighi galanti di basso conio, che nuocciono infinitamente al suo prestigio, il Re si mescola poco al governo e lascia fare il ministero ». Eppure il feldmaresciallo Radetzky, che lo aveva incontrato una prima volta al suo matrimonio, decise di puntare su di lui, di aiutarlo a consolidarsi sul trono e di consentire che gli fosse cucita addosso la «  leggenda di Vignale », dal nome della località dove i due si incontrarono dopo la sconfitta dell’esercito sabaudo e il giovane sovrano tenne duro resistendo alle pretese austriache. Radetzky infine temeva che condizioni di pace troppo dure avrebbero spinto il Piemonte tra le braccia della Francia repubblicana. Ma supponiamo che il feldmaresciallo sia meno lungimirante, e ordini a Carlo Alberto di stracciare l'abdicazione e di restare sul trono. Che succederà negli anni successivi, con il Re Tentenna ancora in sella, non essendo morto in Portogallo il 28 luglio 1849? (ideata da Enrica S.)

Altro che Galantuomo. L'agiografia risorgimentale racconta che il 24 marzo 1849 Vittorio Emanuele II, da poche ore salito al trono, ribatté al Maresciallo Radetzky, il quale lo esortava ad abrogare lo Statuto Albertino: « Casa Savoia conosce la via dell'esilio, ma non quella del disonore! » La realtà però fu molto diversa. Il "Re Galantuomo" mal tollerava le limitazioni imposte dal Parlamento al potere del Re, e non mancavano a Torino circoli aristocratici e reazionari, ansiosi di spingerlo a un colpo di stato che ripristinasse l'ordine costituito. Lo stesso Radetzky, secondo alcuni storici, avrebbe proposto a Vittorio Emanuele II di trasformare la sconfitta in vittoria: nuove terre in cambio dell'abolizione dello Statuto Albertino. Il nuovo sovrano, per lungimiranza politica, rifiutò. E se invece il Re ascolta loro, al posto di Cavour, ripristinando la monarchia assoluta a Torino? (anche questa è di Enrica S.)

Uno di Casa(ti)/3. Dopo il ritorno degli Austriaci a Milano, Gabrio Casati fu costretto a fuggire in Piemonte, dove per breve tempo assunse la guida del governo. Ma l'astro nascente era Cavour, che non vedeva di buon occhio il Milanese, costretto quindi a dimettersi. E se a Torino Cavour muore durante il governo Casati? Il Milanese rimane Primo Ministro di Casa Savoia. Come gestirà Casati la situazione internazionale? Scoprirà anche lui l'utilità della guerra di Crimea? Saprà dirottare il piccolo Regno Sabaudo verso l'Unità d'Italia, oppure si limiterà ad una guerra per il possesso della sola Lombardia, che forse era quello che Vittorio Emanuele II voleva davvero? (terza ucronia dedicata da Never75 a Gabrio Casati)

La Marcia di Radetzky. Gli Austriaci, dopo aver sconfitto il Piemonte a Novara, lo conquistano e lo occupano, cercando di tenerlo grazie ad una spartizione che concede Nizza e Savoia alla Francia e la Sardegna alla Gran Bretagna. Un riassetto europeo del genere rende l'Austria, rafforzata in Italia, più conciliante con la Prussia in Germania, evitando l'umiliazione di Olmuetz; naturalmente si forma un'alleanza anglo-franco-austriaca come garante dell'equilibrio europeo al posto della Santa Alleanza, e l'Austria aderisce militarmente alla coalizione di Crimea, guadagnandoci Moldavia e Valacchia. Una più grave sconfitta russa porta alla concessione di una Costituzione da parte dello zar Alessandro con le riforme del 1861-62, e a conseguenze importanti sulla rivolta polacca del 1863-64 (avviene ugualmente la convenzione di Alvensleben?) In Messico, collaborazione austro-francese e sopravvivenza dell'Impero, forse intervento della Triplice Coalizione in appoggio ai Sudisti. Tornando all'Austria, aggiungere un popolo in più indebolisce la già fragile struttura dell'impero multinazionale, e in Italia si succede una lunga serie di ribellioni e repressioni dal Piemonte alla Sicilia, con una preminenza della matrice mazziniana, repubblicana e federalista su quella sabauda. Ma se riesce a conquistare il Piemonte, Vienna evita di perdere le guerre con l'Italia, e le altre nazionalità rimangono assoggettate, ma l'impero non può essere conciliante con la Prussia guglielmina senza perdere la faccia. Cosi la crisi dell'impero viene ritardata di decenni, e dopo la Prima Guerra Mondiale (con lei combatte lo stato delle Due Sicilie) riesce a sopravvivere, anche se fortemente ridotta (l'ha pensata Falecius)

Altro che neutrale. Durante il nostro Risorgimento l'aiuto degli Svizzeri, specie degli italofoni del Canton Ticino, per i patrioti italiani fu immenso anche se poco conosciuto. Non solo in Svizzera trovarono rifugio numerosi ricercati politici, in primis Mazzini, ma la maggior parte di proclami, libri, manifesti, ecc. "sovversivi" furono stampati nelle città ticinesi. A ciò va aggiunto il fatto che molti ticinesi stessi combatterono a fianco a fianco dei "fratelli" lombardi contro gli Austriaci (un nome fra tutti: lo stimatissimo scultore Vincenzo Vela che partecipò alle Cinque Giornate di Milano). All'Austria, ovviamente, la cosa non andava giù e più volte fu tentata di scatenare una guerra preventiva contro la Confederazione, per via della sua scarsa propensione alla tanto vantata neutralità. Per una serie di motivi non se ne fece nulla, ma mettiamo che un'invasione dei territori elvetici avvenga davvero. A parte che un'invasione della Svizzera non sarebbe una passeggiata per nessuno, quali potrebbero essere poi le conseguenze di un tale attacco? Soprattutto la Francia potrebbe scegliere di agire in due modi. O appoggia l'Austria invadendo a sua volta la Svizzera francofona (con Napoleone III al potere per poco non avvenne davvero), ed addio Confederazione, oppure la Francia si alleerà prima col Piemonte ed insieme attaccheranno in forze l'Austria. Come da copione, questa perderà la Lombardia e forse il Veneto. Anche la Svizzera potrà avere compensazioni territoriali ulteriori. La stessa Confederazione poi, dopo l'intervento, metterà del tutto da parte la sua neutralità per partecipare più da vicino agli avvenimenti internazionali degli anni successivi. Se intervenisse nella Guerra del 1866 dalla parte Prussiana, sempre contro l'Austria? O nel 1871 contro la Francia? I Cantoni svizzeri rischieranno a quel punto di costituirsi in un Regno federato al Reich Prussiano? Oppure ritorneranno nell'orbita Austriaca? (questa è di Never75)

Le Cinque Giornate Svizzere. A Milano il Consiglio Provvisorio costituitosi all'indomani delle Cinque Giornate, una volta cacciati gli Austriaci, non chiede l'aiuto di Carlo Alberto ma piuttosto degli Svizzeri, puntando tout-court all'annessione delle Province Lombarde alla Confederazione. Alla fine Cattaneo era un federalista fino al midollo e vedeva la Svizzera come la nazione ideale. Se la Confederazione accetta? Ciò vuol dire inimicarsi l'Austria ed aspettarsi un'invasione-ritorsione. C'è da dire che però gli Asburgo avevano già le loro belle gatte da pelare. Inoltre comunque Carlo Alberto non rimane con le mani in mano e, sulla scia della politica dei suoi antenati, approfitta del parapiglia per intervenire a sua volta nel conflitto attaccando a sua volta l'Austria per conto proprio. E' prevedibile una pace di compromesso con una divisione a tre della Lombardia. Bergamo, Brescia e la Brianza rimangono all'Austria. Carlo Alberto arrotonda il Piemonte con Mantova, Cremonese e Lodigiano mentre gli Svizzeri incorporano Comasco, Varesotto, Lecchese, Valtellina e Valchiavenna che diventano nuovi Cantoni a sé. Più problematica la soluzione su Milano e hinterland vista la posta in gioco. Probabile che la città meneghina rimanga ancora un po' nell'orbita austriaca, ma gli Svizzeri ed i Savoia saranno sempre sul chi va là per strappargliela alla prima occasione. Nel frattempo, Carlo Cattaneo, che si rifugerà a Lugano, diventa Presidente federale della Confederazione, visto l'enorme peso che i Cantoni italiani andranno ad assumere! I moti nel resto della Penisola vanno come nella nostra Timeline, anche se i sovrani della nostra penisola, non essendo sconfitti, mantengono le loro costituzioni semi-liberali. Carlo Alberto (che qui rimane sul trono) poi si alleerà con Svizzera e Francia nella seconda Guerra contro l'Austria. Veneto e quel che resta della Lombardia andranno ai Savoia, la Svizzera verrà ricompensata per il suo contributo con parte dell'Ossola e dell'Adda (terre lungamente in possesso degli Elvetici), mentre alla Francia andranno Nizza e Savoia. Il Piemonte, ingrandito sì ma non nella posizione di forza come nella nostra Timeine, come nei patti di Plombiéres, proporrà una Confederazione tra gli altri Stati della Penisola che verrà accettata da tutti, papa compreso, sotto l'egida francese. E' probabile che però in futuro la neonata Confederazione Italiana e quella Elvetica non si vedano di buon occhio per via delle terre contese. Ciò potrebbe portare, paradossalmente, la Svizzera a richiedere stavolta la protezione di Austria e Germania, mentre la Confederazione Italiana rimarrebbe filo-francese. A questo punto come si porranno gli svizzeri italiani ed italofoni (aumentati strepitosamente di numero) con la loro ideale Madrepatria? Faranno da paciere tra le due Nazioni o piuttosto cercheranno di fare annettere dalla Confederazione anche il resto della Penisola? Francamente non potrei biasimarli se optassero per la seconda opzione! (sempre opera di Never75)

Ma non Manin. Nella rivoluzione del 1848, in cui Manin rifonda la repubblica veneziana, questa volta democratica, e non di tipo oligarchico come in precedenza, gli insorti riescono a prendere il controllo della flotta austriaca, che è pronta a ritornare veneziana, in quanto l'equipaggio è veneto, e grazie ad essa riesce ad ottenere l'indipendenza; anche Garibaldi, fuggito da Roma, si è unito ai veneziani con la moglie Anita per la difesa della Serenissima. Cosa accade? Senza flotta, gli austriaci o chiederanno aiuto agli inglesi, o alla fine cederanno, se non altro perché Venezia resisterà, saccheggerà le coste dalmate e porterà in altre aree dell'Austria la guerra, procurandosi i rifornimenti via mare. Ma come la prenderannno i francesi e gli inglesi? (proposta da David190)

English Venice. Alternativa all'ucronia precedente. Daniele Manin nel 1849, vedendo oramai la nuova repubblica condannata, fa atto di sottomissione all'Inghilterra, anziché arrendersi all'Austria, trasformando Venezia in una colonia inglese. Sua maestà accetterà? Se sì, che evoluzione subiranno i rapporti tra gli inglesi e l'Austria? (altra idea di David190)

Pio IX il Grande. Nel '48 Pio IX rimane neutrale per non urtare l'Austria, ma chiama Gioberti come primo ministro, e poi favorisce la nascita di una Confederazione italiana sotto la sua presidenza, da passare poi a rotazione agli altri principi italiani. Indice sì il Concilio Vaticano I, ma come anticipazione del II: forte impulso alle missioni in Africa (Comboni), vengono riallacciate le relazioni diplomatiche con la Regina Vittoria d'Inghilterra, e Pio IX tenta anche la riunificazione con la chiesa anglicana dopo aver ridiscusso il Primato di Pietro (un'idea di William Riker)

Ausgleich anticipato. Che succede se dopo la Primavera dei Popoli Francesco Giuseppe è costretto a ricostituire in anticipo il regno ungherese, o addirittura anche il regno di Croazia e quello di Boemia? (se lo chiede Dans)

Disintegrazione austriaca. L'ucronia precedente portata agli estremi. Durante la Primavera dei Popoli è l'Austria-Ungheria ad avere la peggio. L'Impero si sfalda sotto il peso delle rivolte di Ungheresi, Sloveni, Polacchi, Cechi, Slovacchi, Ucraini, Romeni, Croati, Italiani e Serbi che vanno a formare altrettanti stati nazionali. Rinascerà la Repubblica di Venezia, o il Piemonte ne approfitterà per riunificare il centro-nord della Penisola? E cosa accadrà all'Austria? Come cambia la storia dell'Europa? (ancora Generalissimus)

Ungheria nazione. I moti ungheresi del 1848 hanno successo e Lajos Kossuth diventa presidente della Magyar Köztársaság (Repubblica di Ungheria), stretta alleata della Germania nella guerra del 1866 e nella Grande Guerra. Che succede ai Balcani? (un'altra ipotesi di Filobeche)

Genova torna Repubblica. Nell'Aprile 1849 si svolge il cosiddetto "Sacco di Genova": i bersaglieri di La Marmora, nella loro prima uscita ufficiale, fanno il bello e il brutto tempo a Genova. A questo punto però Genova si solleva con una rivolta in grande stile e respinge i bersaglieri: il caso non può essere più minimizzato, i corrispondenti da Genova sui giornali fanno una campagna in cui si denunciano le efferatezze dei bersaglieri. L'indignazione popolare rischia di minare il successo dei successivi plebisciti. Si può immaginare una Repubblica di Genova che fa un accordo con i Savoia mantenendo l'indipendenza, le potenti banche genovesi restano ai genovesi e la gestione dell'economia anche, Genova può diventare una specie di Svizzera del Sud. Sviluppi? (proposta dal genovese Hurmar)

Il Principato di Monaco, Mentone e Roccabruna. Mentone e Roccabruna non si staccano dal Principato di Monaco, e non diventano protettorati sabaudi fino al 1860, quando passeranno alla Francia. Il paradosso è che l'antico Principato di Monaco-Mentone-Roccabruna era più vario linguisticamente che tutta la restante area fra Nizza e Sanremo, perché Monaco è stata appunto colonizzata da Genovesi (come Ventimiglia), Mentone da Provenzali alpini, mentre Nizza conserva il vecchio dialetto intermedio fra provenzale e ligure intemelio o rojasco (proposta da Bhrg'hros e da Enrica S.)

La Costituzione Toscana. Dopo il 1848 anche il granduca di Toscana mantiene la sua Costituzione, e il suo paese continua a essere uno dei più liberali e illuminati in Italia. Come si evolverà la situazione italiana con due sovrani costituzionali? Sicuramente la Toscana non potrà mettersi a capo del movimento di unificazione, a causa sia della sua debolezza militare che dei legami dinastici fra il Granduca e la Casa d’Austria. Allo stesso tempo, però, è difficile che un governo costituzionale toscano sostenga apertamente Vienna. Il risultato sarà, probabilmente, un’adesione meno convinta alla politica piemontese da parte dei moderati, i quali continueranno a sperare nella concessione di costituzioni da parte dei sovrani legittimi. Mettiamo che la Seconda Guerra d’Indipendenza si svolga come nella nostra Timeline; sicuramente non ci sarà alcuna rivoluzione in Toscana, al massimo gli unitari saranno più forti, ma potrebbe anche succedere che i Ducati scelgano di passare sotto Firenze piuttosto che sotto Torino. La penisola rimarrà divisa tra Sardegna, Toscana, Papa e Regno di Napoli (un po’ come programmato a Plombières, ma senza una presenza francese così forte)? Oppure la Toscana entrerà in un'Italia unita sotto i Savoia mantenendo però delle istituzioni autonome? L’Italia potrebbe nascere come monarchia federale? (ideata da Toxon)

Morte a Venezia. A fine Giugno del 1849 l'assedio Austriaco a Venezia durava ormai da 90 giorni. Nel tentativo di fiaccare la resistenza Veneziana il Maresciallo Radetzky autorizzò il Colonello Benno Uchatius a sperimentare per il 2 Luglio il bombardamento aereo della città mediante una flotta di palloni aerostatici che nelle ceste avrebbero ospitato due serventi ed una riserva di bombe incendiarie. L'imprevedibilità delle correnti atmosferiche fece fallire questo tentativo, costringendo Radetzky a proseguire con la più tradizionale, anche se lenta, tecnica dell'assedio per fame. Ipotizziamo che il 2 Luglio le correnti atmosferiche siano favorevoli all'azione consentendo ai militari Austriaci di effettuare il bombardamento sulla città. Pensate a dei bombardamenti aerei già a metà ottocento... Come potrebbe cambiare la Storia? (ennesima trovata di Enrico Pizzo)

Roma austriaca. Nel 1849 fu l'allora Presidente della Repubblica Francese, Luigi Bonaparte, a inviare un corpo di spedizione comandato dal generale Oudinot a spazzare via la Repubblica Romana. Sicuramente, se non fossero stati i francesi a farlo, l'avrebbero fatto gli austriaci che erano già accampati ad Ancona. Poniamo appunto che il futuro Napoleone III si disinteressi totalmente alla neonata Repubblica e che siano i soliti austriaci a restaurare il papa nell'Urbe e a occuparla con una guarnigione. Ciò potrebbe modificare molto gli equilibri futuri fra le potenze europee. Dato che, ovviamente, la "questione romana" sarebbe sempre prioritaria nel neonato Regno d'Italia alla vigilia della Terza Guerra d'Indipendenza la priorità del regio esercito sarebbe perlappunto Roma, mentre il Veneto diventerebbe un obiettivo secondario. Così la guarnigione austriaca in difesa dello Stato Pontificio è subito sopraffatta dal Regio esercito, mentre le figuracce rimediate a Lissa e Custoza impediscono l'annessione del Veneto, nonostante Garibaldi si fosse già lanciato alla sua conquista. Il Veneto ancora in mano all'Austria sarebbe una grossa minaccia a un'eventuale Triplice Alleanza (molto più che non le pur importanti Trento e Trieste), in compenso i rapporti franco-italiani rimangono molto buoni, non essendoci motivi di attrito. Aldilà dello scoppio o meno di una guerra franco-prussiana, la priorità dell'Italia sarebbe annettere il Veneto. Dando quasi per scontata la partecipazione del Regno alla Prima Guerra Mondiale, paradossalmente, con il Veneto ancora austriaco, saremmo partiti da una condizione di leggero vantaggio. La guerra temporaneamente si sarebbe combattuta più in pianura e sul mare sul quale (sulla carta) eravamo meglio attrezzati. Cadorna (o chi per lui) avrebbe saputo approfittare del vantaggio? E soprattutto, a fine conflitto, oltre al Veneto saremmo riusciti a piluccare qualcosa di più? O, in caso di Trieste rimasta austriaca o slovena, ci sarebbero state le premesse ancora più drammatiche per una vittoria mutilata? (è di Never75)

Requiem per Garibaldi. Altra ucronia grama per l'Eroe dei Due Mondi. Garibaldi trovò rifugio sul Monte Titano quando, nel 1849, nel tentativo di raggiungere Venezia, si ritrovò circondato da quattro eserciti a Macerata Feltria. Garibaldi chiese di transitare attraverso San Marino al Consiglio Grande e Generale. In un primo tempo la richiesta venne respinta; successivamente venne reiterata, ma Garibaldi senza aspettare risposta oltrepassò i confini con i millecinquecento uomini rimasti e presentò personalmente domanda di asilo. Grazie a Domenico Maria Belzoppi, un liberale carbonaro, glielo concesse in cambio della garanzia di indipendenza della Repubblica. Ma se Belzoppi è in una prigione austriaca? I Sammarinesi sono di fatto occupati dall'esercito di Garibaldi, e non la prendono bene. Richiamano i quattro eserciti di Macerata Feltria indicando la zona dove il patriota italiano sta marciando, e allo stesso tempo concedono ufficiosamente asilo a Garibaldi. Così incastrato, l'eroe italiano viene catturato e condotto a Roma, dove sarà condannato a morte insieme ai sopravvissuti del suo esercito. Paradossalmente, per la Repubblica di San Marino sarà la fine, mentre Garibaldi sarà osannato non solo come eroe , ma addirittura come martire (made in Renato Balduzzi)

Requiem per Vittorio Emanuele. Durante la Prima Guerra d'Indipendenza italiana il futuro Vittorio Emanuele II, come suo padre Carlo Alberto e il fratello Ferdinando, si dimostrò alquanto valoroso, arrivando a combattere in prima linea assieme alle unità da lui comandate. Ma cosa accadrebbe se questa sua audacia si dimostrasse fatale? La sconfitta sarda alla Battaglia di Novara viene resa ancora più amara dalla morte dell'erede al trono Vittorio Emanuele. Se Carlo Alberto vorrà abdicare, dovrà farlo dopo la negoziazione delle clausole dell'armistizio con Radetzky, che sicuramente saranno più dure. Chi sceglierà come suo successore dopo l'abdicazione? Il piccolo Umberto o il secondogenito Ferdinando? E come influirà tutto questo sui futuri eventi italiani? (è di Generalissimus)

Altro che Plombiéres! Meglio Liegnitz. Nel 1850 un giovane ed intraprendente politico tedesco, Otto von Bismarck, divenne rappresentante della Prussia alla Dieta di Francoforte (una sorta di Parlamento della Confederazione Germanica) che dal 1851 cominciò a guadagnarsi la fiducia del re Federico Guglielmo IV di Prussia, tuttavia per gravissimi problemi di salute nel 1858 il re venne sostituito da suo fratello Guglielmo, il futuro Guglielmo primo di Germania, che inizialmente lo allontanò ritenendolo un reazionario, ma nel 1862, dopo uno scontro con i liberali, conoscendo il suo forte carattere lo richiamò per diventare capo del governo. Ma mettiamo caso che Federico Guglielmo sia sano come un pesce e convinto dalla determinazione del giovane Bismarck lo convinca a nominarlo cancelliere già nel 1852. Per assicurare un maggior peso politico alla Prussia a livello internazionale nel 1854 si unisce anch'egli alla coalizione contro la Russia nella Guerra di Crimea. Al Congresso di Parigi Bismarck si sarebbe ritrovato a tu per tu niente popò di meno che con Camillo Benso Conte di Cavour, che aveva più o meno gli stessi interessi contro l'Austria. A questo punto sembra semplicissimo che anziché un trattato filo-francese a Plombières, nella Lorena, il Cavour firmi un trattato filo-prussiano a Liegnitz, in Slesia; poiché hanno comuni intenti le due fazioni si accordano senza troppa difficoltà. E poi? (un'idea di Kalos1597)

Schiavi vs macchine. Nel 1850 Samuel S. Rembert e Jedediah Prescott, abitanti di Memphis (Tennessee), inventarono e brevettarono il progetto per una mietitrice di cotone, che nelle loro intenzioni avrebbe permesso al Sud di contrapporre una maggiore produzione di cotone (in termini quantitativi e qualitativi) all'esorbitante aumento di produzione di grano degli stati del Nord, causata tra le altre cose dalle macchine per tagliare il frumento inventate da Cyrus McCormick. I progetti di Rembert e Prescott, seppur risalenti a più di un secolo e mezzo fa, sono tuttora molto moderni, tanto che moltissime macchine per la raccolta del cotone di oggi si basano su innovazioni e meccanismi originari della loro mietitrice. Purtroppo, per una serie di motivi (il cui principale è che, finché vi era abbondanza di manodopera a basso costo che raccogliesse il cotone a mano, non vi era necessità di mietitrici meccaniche nel Sud tradizionalista e anti tecnologico) la mietitrice di Rembert e Prescott non fu commercializzata, finendo con cadere nel dimenticatoio dopo pochi anni. Ma che succede se la mietitrice di cotone Rembert-Prescott ha maggiore successo e si diffonde maggiormente tra gli stati produttori di cotone, riducendo il fabbisogno di schiavi? (made in Andrea Villa)

Adio, Ghica. Alexndru Ghica, principe di Moldavia ed uno degli artefici dell'Unione dei principati rumeni, non arriva al potere ed è rimpiazzato, nella guida della Moldavia, da un fanariota al servizio dei Turchi. Risultati sulla storia rumena? (ideata da Maggioriano)

L'Impero Nordamericano. Joshua Abraham Norton fu un eccentrico imprenditore statunitense nato in Inghilterra, cresciuto in Sudafrica e poi emigrato a San Francisco in California nel 1849. Era talmente eccentrico da osare autoproclamarsi nel 1859 "Imperatore degli Stati Uniti d'America" e successivamente "Protettore del Messico", la sua figura ispirò molti letterati, tra i quali Mark Twain (ne "Le avventure di Huckleberry Finn"), e a lui venne dedicato un episodio del fumetto Sandman. Ma se questo imprenditore eccentrico si pone a capo di un partito che dichiara di voler instaurare una monarchia negli USA? Oppure durante la Guerra di Secessione ne approfitta e raduna un proprio esercito per attaccare Washington e autoproclamarsi primo Imperatore USA, che accade? (questa è di Ainelif)

Il Canale del Nicaragua. Ben prima del canale di Panama, fu ipotizzato il canale del Nicaragua. Il primo a pensare ad un canale che passasse da lì fu Napoleone III, e gli Stati Uniti siglarono un patto col Nicaragua nel 1849, ben sei anni prima che venisse approvato il progetto del canale di Panama. Il Nicaragua aveva pro e contro, rispetto a Panama. Pro: clima molto più salubre, maggiore vicinanza agli USA. Contro: instabilità politica (ma visti gli avvenimenti di Panama, mi pare che per gli USA non sarebbe cambiato molto), maggiore lunghezza dei lavori: 100 km dal Pacifico al lago Nicaragua, contro i 50 dell'intero canale di Panama (d'altro canto i 20 km del tratto dal lago al Mar dei Caraibi potevano essere percorsi agevolmente passando per il fiume San Juan, perfettamente navigabile tranne che per tre rapide). Tutto sommato, se gli stati Uniti fossero stati meno "paurosi", ora il passaggio tra Atlantico e Pacifico si troverebbe altrove. Cosa cambierebbe in questo caso? (farina del sacco di MattoMatteo)

La Grande Haiti. Il generale Faustin Soulouque non attua il suo colpo di stato e non si proclama Imperatore di Haiti come Faustino I. Senza l'oppressione Juan Pablo Duarte non si pone a capo della popolazione ispanofona, non fa la rivoluzione e non fonda la Repubblica Dominicana. E senza ciò non scoppiano i tumulti contro Faustino I che avrebbero infine indotto gli USA ad intervenire, soffocando l'indipendenza del piccolo stato (nel 1915 un trattato aveva lasciato agli USA il controllo di interni, difesa, politica estera e finanze). Oggi Haiti sarebbe una piccola e florida Repubblica presidenziale. Port-Au-Prince, sede dell'esecutivo, é la sede del Presidente e della Lega Panamericana, nata nel 1955 sull'onda della CEE e comprendente tutti i paesi americani, compresi Cuba (ammessa dopo il disgelo voluto da Bill Clinton) e Venezuela, con eguali poteri: l'attuale Presidente é la cilena Bachelet. Santo Domingo è invece la sede del parlamento (made in Federico Sangalli)

Danske besiddelser. Non tutti lo sanno, ma la Danimarca partecipò alla prima fase della colonizzazione dell'Africa, stabilendo alcuni forti lungo la Costa d'Oro, nell'odierno Ghana: Fort Frederiksborg (oggi Kpompo), Fort Christiansborg, Fort Prinsensten (costruito nel 1784), Fort Augustaborg (nel 1787), Fort Friedensborg e Fort Kongensten. Le rovine di alcuni di questi forti esistono tuttora, lungo la costa occidentale dell'Africa; purtroppo essi furono usati principalmente per la tratta degli schiavi, alla quale i danesi non si sottrassero di certo. L'impero Ashanti sconfisse e sloggiò i danesi nel 1807, e nel 1850 Copenaghen vendette tutti i suoi diritti coloniali all'Inghilterra. Ma come cambia la colonizzazione dell'Africa se anche la Danimarca partecipa attivamente alla spartizione della torta, ed ancor oggi in alcuni moderni stati africani la lingua ufficiale è il danese? (è balzata in zucca a William Riker)

Sant'Honoré. Honoré de Balzac non si ammala di peritonite nel 1850 e vive per almeno altri 10 anni. Termina "I Contadini" e "I Piccoli Borghesi" e può continuare tranquillamente la sua "Commedia Umana". Come cambia la storia della letteratura francese? (questa invece è di Generalissimus)

Divided we stand/3. Il 4 luglio 1850 il presidente americano Zachary Taylor si ammala improvvisamente di colera e muore cinque giorni dopo; secondo alcuni membri del suo partito è stato avvelenato dai fautori della secessione del Sud per aver minacciato di impiccare tutti coloro che avessero attentato all'unità della nazione, anche se studi recenti sulla sua salma hanno escluso la teoria dell'avvelenamento, confermando la morte per cause naturali. Ma che accade se egli non mangia cibo contaminato nella Festa dell'Indipendenza e resta in carica fino alla fine del suo mandato? Vista la sua intransigenza, la Guerra Civile scoppia con dieci anni di anticipo? (a quattro mani William Riker e Inuyasha Han'yō)

Cuba libre/2. Nel 1851 il Generale venezuelano Narciso Lòpez guidava col sostegno di importanti personalità politiche ed economiche americane (ma senza il sostegno ufficiale di Washington) una spedizione di mercenari volta a strappare Cuba alla Spagna per farne poi uno stato federale degli USA, insieme al suo luogotenente, un ex ufficiale statunitense. La spedizione si rivelò un fallimento. Ma se Washington avesse supportato pesantemente Lòpez e la fortuna sul campo di battaglia fosse stata sua? Ricordiamoci che da anni oramai diversi ricchi latifondisti del sud miravano a prendere Cuba per farne uno stato dell'Unione cosicché gli stati meridionali, agricoli e schiavisti avrebbero avuto un peso maggiore a Washington. Sviluppi? (sempre l'esperto Enrico Pizzo)

Il Partito Democratico non si sfascia. Il Partito Democratico, benché decisamente sudista come ideologia, era anche il partito dell'ovest, e la tradizionale alleanza tra Midwest e Deep South aveva permesso a Jackson di creare un partito forte abbastanza da monopolizzare per trent'anni la vita del paese. Nel 1850 però il compromesso del Missouri e soprattutto il "Kansas insanguinato" vengono a spezzare la tradizionale alleanza tra i due blocchi. Se invece il Kansas viene risparmiato il Partito Repubblicano non attecchisce nel medio-ovest e Lincoln non vince le elezioni, Buchanan viene eletto presidente e tutta la questione probabilmente viene posposta di una ventina di anni, ma all'epoca gli USA saranno sicuramente una potenza ben maggiore e più importante nel panorama mondiale: già nel 1853 erano la seconda potenza industriale dell'occidente (ancora Filobeche)

La Repubblica di Erzegovina. Dal 1833 al 1851 l'Herzegovina fu semi-indipendente sotto l'autorità del Vizier Ali Rıdvanoğlu Paşa; Nel 1851 costui fu deposto e giustiziato, ma se riesce a mantenersi al potere, magari con il supporto degli Asburgo, può creare uno stato indipendente, che magari possa includere più tardi anche parti della Bosnia? Ce la farà questo Regno a mantenersi libero ed indipendente (magari, prima con l'appoggio dell'Austria, poi con quello dell'Inghilterra, infine con quello Americano) e a costituire uno stato democratico che duri tutt'oggi, evitando la tragedia della guerra civile? O verrà inevitabilmente risucchiata nel turbine delle tragedie jugoslave del Novecento? (pensata da Tommaso Mazzoni)

Questo Connubio non s'ha da fare. Massimo D'Azeglio e Vittorio Emanuele II riescono ad opporsi con successo al Connubio Rattazzi-Cavour. Al posto del Conte di Cavour è il conservatore Ottavio Thaon di Revel a diventare Primo Ministro del Regno di Sardegna nel 1852. Come cambia lo scenario della politica italiana? (è di Generalissimus)

Le anime vive. Nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 1852 Nikolaj Vasil'evič Gogol', considerato da molti il padre della moderna letteratura russa, non ha una crisi religiosa e non brucia la seconda parte de "Le anime morte". Come cambia il panorama letterario russo ed europeo? (proposta da Enrica S.)

ProbaBirmania. Il Terzo Impero birmano resiste alle guerre scatenate contro di lui dal Regno Unito, mantenendo così l'indipendenza (o quantomeno una larga autonomia, alla Siamese). Il successore di Re Thibaw potrebbe impegnarsi in una modernizzazione della Birmania (come Mongkut in Siam); la Birmania, se resta fedele all'Inghilterra, subirà l'invasione Giapponese, dalla quale si libererà con l'alleanza fra i comunisti Birmani, gli Shon e la corona. Proprio la Corona riuscirà a mantenere stabilità nel paese, impedendo dittature e colpi di stato; oggi la Birmania sarebbe una Tigre Asiatica, con Aung San Suu Kyi primo Ministro del Regno. E se invece la Birmania diventa una colonia francese? (se lo chiedono Generalissimus e Tommaso Mazzoni)

O puro, o forte, o bello, Massimiliano/1. L'arciduca d'Austria Massimiliano d'Asburgo per un breve periodo fu nominato vicerè del Lombardo-Veneto. Nel suo programma di governo Massimiliano aveva proposto una larga autonomia alle regioni di lingua italiana, progetto che, se realizzato in tempo, avrebbe impedito a Cavour & C. di impadronirsi della Lombardia. Giocando in anticipo sui Savoia, il "biondo e bello" Massimiliano avrebbe favorito un partito filo-austriaco in contrapposizione ai patrioti, ed avrebbe strappato al Piemonte la leadership in Italia. Il progetto non venne avviato e Massimiliano, deluso, accettò in seguito la proposta di Napoleone III di diventare imperatore del Messico, dove fu fucilato nel 1867. Ma se la proposta di Max fosse stata accettata? Massimiliano può diventare vicerè di un Lombardo-Veneto dotato di una larghissima autonomia da Vienna, analoga a quella dell'Ungheria, e di una costituzione più liberale dello statuto albertino. I patrioti italiani allora vedono nel reazionario e militaresco Piemonte un ostacolo all'Unità d'Italia. Avendo una solida base popolare le altre guerre d'Indipendenza vengono così combattute contro il Piemonte sabaudo, e il risultato alla fine sarebbe quello di una Confederazione Italiana in cui le regioni hanno molta più autonomia di quanto ne ebbero effettivamente ed alcune piaghe (es. brigantaggio) non si verificano. Alla morte a Mayerling dell'arciduca Rodolfo, è Massimiliano a diventare il futuro erede dell'Impero; ad esso applica le idee che aveva già in serbo per il Lombardo-Veneto e cioè riuscire a trasformare la duplice (triplice) monarchia in un impero su base federale, evitandogli così la fine al termine della Prima Guerra Mondiale (proposta da Never75 e da Toxon)

O puro, o forte, o bello, Massimiliano/2. Nel 1853 Francesco Giuseppe fu oggetto di un attentato. Il pugnale dell'assassino fu fermato dalla fibbia della cintura. Subito dopo, a Milano, circolò una poesia che imitava il coro del Conte di Carmagnola: « Ahi sventura! Ahi sventura! Ahi sventura! / Perchè mai fu la fibbia sì dura? » Ma se la fibbia non avesse fermato il pugnale? Diventa imperatore il fratello Massimiliano, dotato di una mentalità molto più aperta, anche se sognatrice, ed incline a concedere una maggiore autonomia ai popoli non tedeschi dell'impero: probabilmente sarà un ottimo sovrano. L'Unità d'Italia sarà meno cruenta e certamente inizierà prima. E in Messico chi designerà Napoleone III, come imperatore fantoccio? Forse Vittorio Amedeo di Savoia, rinunciando alla corona di Spagna? O forse il buon vecchio Ludwig, che riempirà il Messico di castelli medioevali? Forse, proprio perchè matto come un cavallo, i Messicani lo lasceranno governare, ed anche gli USA non vedranno in lui un pericolo per la loro politica di protettorato. Oppure, perchè non riciclare per il Messico proprio gli spodestati Borboni delle Due Sicilie o gli altri sovrani italiani orfani del loro trono? (ideata da Francesco Dessolis e da Never75)

Sissi, la regina di Napoli. Il 16 agosto 1853 la quindicenne Elisabetta di Wittelsbach, una dei dieci figli del duca Max di Baviera e di Ludovica, a sua volta figlia del re Massimiliano I di Baviera, è raffreddata e non accompagna la madre e la sorella Elena al castello di Ischl, dove la madre dell'imperatore d'Austria, l'arciduchessa Sofia (sorella di Ludovica), vuole far fidanzare Elena con suo figlio. Di conseguenza, niente colpo di fulmine: il 24 aprile 1854 Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena non sposa Elisabetta ma Elena, com'era nei piani originari dell'imperatrice madre. Ma allora l'Ausgleich non avverrà, perchè Elena non ama l'Ungheria quanto la sorella Elisabetta, e la conflittualità all'interno dell'impero asburgico sarà anche maggiore. Dal canto suo, l'irrequieta Elisabetta respinge la corte di Carlo Ludovico, fratello di Francesco Giuseppe, e comincia a viaggiare per l'Europa. Si reca così in vacanza a Capri, dove conosce l'erede al trono delle Due Sicilie Francesco di Borbone. I due si innamorano perdutamente e si sposano. Elisabetta, detta Sissi dai suoi sudditi italiani, si fa tanto amare dai napoletani e soprattutto dai siciliani che, quando Garibaldi tenterà la sua spedizione nel 1860, essi si schiereranno con i Borboni e non con lui, segnando la sua sconfitta. Sissi tuttavia convince il marito a lasciare libero il prigioniero Garibaldi, e persino questi, pur considerando i Borboni suoi nemici mortali, resta colpito dalla personalità della regina bavarese, tanto da affermare: "Lei è l'unico uomo in quella famiglia!" Sempre dietro consiglio di Sissi, nelle Due Sicilie viene concessa una Costituzione che adotta uno statuto federale, assicurando ampia autonomia a Palermo: l'equivalente dell'Ausgleich tra Napoli e Sicilia. Perciò permane la tripartizione della penisola tra Savoia, Papato e Borboni. Ma le conseguenze principali saranno per l'Austria e l'Europa, perché dopo l'Ausgleich nella nostra Timeline furono due ungheresi a reggere la politica estera della Monarchia. Senza Andrassy, ci sarà la Triplice Alleanza? È addirittura possibile che Vienna appoggi Parigi nel 1870; con importanti conseguenze, quale che sia l'esito del conflitto (la Prussia può comunque vincere). Bisogna tenere poi conto del fatto che, individuando nella popolare Sissi il vero ostacolo all'unificazione italiana, qualche irriducibile garibaldino come Francesco Crispi potrà attentare alla vita della regina di Napoli, anticipando di molto il folle gesto di Luigi Luccheni... (una grande idea di William Riker)

Sissi, la Regina di Sardegna. E se invece Sissi alias Elisabetta di Wittelsbach sposasse Vittorio Emanuele II di Savoia, di 17 anni più vecchio, e diventasse Regina di Sardegna? (pazzesca proposta di Enrica S.)

La Vecchia Parigi. Nel 1853 Napoleone III non incarica il barone Haussmann di rinnovare la rete urbana di Parigi. Voleva creare nuovi assi viari dritti e lunghissimi sull'esempio della parte Ovest di Londra per motivi di circolazione, di salute pubblica ma anche per controllare piu facilmente la strada parigina, spesso fonte di rivoluzioni. Questa impresa viene abbandonata per colpa degli alti costi e dell'opposizione della popolazione, e così la Parigi attuale (a parte qualche grande asse viario come gli Champs Elysées) rimane più o meno identica alla città di Parigi del Medioevo e della Rivoluzione, che oggi si ritrova solo nel quartiere del Marais. Oltre l'interesse dei turisti che ritrovano cosi la Parigi degli scrittori romantici, essa potrebbe rimanere più a lungo una città ribelle. Nel 1870, durante la Comune, ma anche nell'agosto 1945 durante la Liberazione, o ancora nel 1968, i movimenti di ribellione saranno più estesi nella capitale e non ristretti a pochi quartieri più facili da difendere e con una maggior possibilità di riuscire a sconfiggere gli eserciti nemici. Si potrebbe veder sopravvivere la tradizione parigina delle "barricades" costruite per qualunque motivo di malcontento creando vere fortezze di quartiere, come ha raccontato Victor Hugo nei suoi "Misérables", che narrava anche la sua nostalgia per la vecchia Parigi ribelle dopo avere ritrovato la città mutilata... (pensata dal francese Perchè no?)

Il Ciclo Barsanti-Matteucci. Nel 1853 il prete-scienziato Eugenio Barsanti di Pietrasanta (Lucca) e il suo discepolo e ingegnere Felice Matteucci non si vedono bocciare l'invenzione del motore a combustione interna dall'Ufficio Brevetti di Londra, il loro prototipo conosce un successo straordinario e l'era delle automobili a benzina inizia con 30 anni di anticipo. Come cambia la storia del mondo? (pensata da Enrica S.)

Baratto dinastico. Che accade se la Francia, che non ha più motivi dinastici per tenersi un'isola povera e ribelle come la Corsica, propone al Regno di Sardegna di permutarla con la Savoia, e Torino accetta? (pensata da Toxon)

Il grande impero giapponese. L’apertura forzata del Giappone agli stranieri, iniziata dal commodoro Perry nel luglio 1853, provocò negli anni successivi una grave crisi economica del paese; ma quella di Perry non era la prima spedizione americana in Giappone; le tre precedenti spedizioni erano più pacifiche, ma fallirono, “obbligando” il commodoro ad un’azione di forza, per farsi ascoltare. Però, se le prime spedizioni fossero state accolte, il Giappone avrebbe potuto trattare alla pari con gli Stati Uniti, invece di essere costretto ad accettare con la forza; questo avrebbe potuto evitare la seguente crisi politica, sociale ed economica, permettendo al Giappone di diventare un alleato potente per gli Stati Uniti, nella loro espansione asiatica, con i due paesi che si dividono la Cina; come “ricompensa”, gli americani avrebbero permesso al Giappone di mantenere i propri domini su Corea e Manciuria, e quindi il Giappone non avrebbe avuto motivo di allearsi con Germania e Italia (made in MattoMatteo)

Walker/1. Il 15 ottobre 1853, con l'aiuto di 45 mercenari, l'avventuriero americano William Walker tentò di ripetere le imprese degli antichi conquistadores, occupando i territori messicani della Baja California e di Sonora. Riuscì ad impadronirsi di La Paz, capitale della Baja California, di cui fece la capitale della nuova Repubblica di cui si proclamò presidente. La mancanza di rinforzi e un'inattesa resistenza da parte dei Messicani lo costrinsero a battere in ritirata. Ma se il suo tentativo riesce? Baja California e Sonora entreranno in seguito negli USA, come il Texas? (questa è di William Riker)

La fatal Crimea/1. Nel 1853 scoppiò la guerra tra Russia e Turchia. A fianco della Turchia si schierarono Francia e Inghilterra. Lo zar si aspettava l’appoggio dell’Austria, sia per “riconoscenza” dell’aiuto dato dai russi nella rivoluzione ungherese del 1848, sia per i vantaggi che avrebbe avuto da una spartizione dell’impero ottomano. Francesco Giuseppe, saggiamente, rimase neutrale. Immaginiamo che l’Austria si schieri fin dall’inizio contro la Turchia, invadendo Bosnia e Valacchia. Sicuramente Cavour interverrà, stavolta non mandando truppe in Crimea, ma direttamente contro l’Austria in Lombardia. Contro l’Austria impegnata su due fronti potrà intervenire la Prussia, anticipando la guerra del 1866. In queste condizioni è possibile che il Piemonte riesca a liberare il Lombardo- Veneto anche senza l’aiuto della Francia. Nel Congresso di Parigi verranno "quasi" ratificate le frontiere europee dell’anno 1866 della nostra Timeline, ma la Francia conserverà la sua posizione dominante in Europa, annettendosi probabilmente, oltre a Nizza e Savoia, anche Belgio e Lussemburgo, e forse la Saar. Nel 1856, con re Ferdinando vivo e in buona salute, sarà molto più difficile la spedizione dei Mille, e Cavour non la incoraggerà. Di fronte all’eccessivo rafforzamento francese, l’Inghilterra può stringere un alleanza con Prussia e Italia (settentrionale). Un altro schieramento comprenderà Francia, Russia e Regno delle Due Sicilie. Eviteremo le guerre mondiali e le grandi dittature nel Novecento? (grazie a Bhrig e a Francesco Dessolis)

La fatal Crimea/2. Dopo l'invio in Crimea dei bersaglieri italiani, anche gli austriaci madano truppe in Crimea. Austriaci e Piemontesi diventano inopinatamente alleati! La guerra si estende subito alla Galizia. È possibile un accordo austro-piemontese a spese della Russia: il Piemonte ottiene il Lombardo-Veneto mentre Francesco Giuseppe diventa re di Polonia, e forse anche della Romania. In uno scenario del genere è anche possibile che la Svezia ceda alle pressioni britanniche ed entri anch'essa in guerra, riprendendosi la Finlandia. La Circassia diventerà uno stato indipendente sotto protezione turca e inglese, e probabilmente i turchi si vedrannoo restituire l'Agiaria, il Javakh e forse perfino l'Abkhazia. In questo scenario l'unità d'Italia è improbabile a breve termine, anche se magari, alleandosi con la Prussia, il Piemonte potrà estendere la sua influenza. L'Austria è rafforzata e la Russia indebolita nell'equilibrio europeo. In effetti, se la sconfitta sarà abbastanza dura (perdita della Polonia, della Finlandia, della Circassia, della Moldavia e di parte della Georgia), la Russia potrà conoscere, se non una rivoluzione anticipata, almeno un periodo di turbolenza che, tra le altre cose, le impedirà di impossessarsi dell'Estremo Oriente. L'abolizione della servitù della gleba sarà l'occasione per estese rivolte contadine e probabilmente lo zar sarà costretto a concedere un vero regime costituzionale. È però anche realistico che in Russia si sviluppi un nazionalismo revanchista simile al boulangismo, anche se nessuno dei territori perduti è etnicamente "russo". Le conseguenze sull'equilibrio europeo sono ampie, ma quello che possiamo aspettarci è il rafforzamento della Gran Bretagna e dell'Austria, specie in caso di rinuncia al Lombardo-veneto. Nel successivo conflitto con la Prussia l'Austria si allea con Napoleone III mentre la prussia potrebbe cercare un'alleanza col Piemonte, ma avranno comunque poche chances. A questo punto Francesco Giuseppe può perfino diventare imperatore di un Grande Germania federale, priva della Renania, che andrà alla Francia. Un tale blocco di potere (Germania + Polonia + Ungheria!), estromessa la Russia, sarà in grado di approfittare da solo della declino ottomano, collaborando con la Grecia e magari con Napoli. Evidentemente confliggerà con l'Inghilterra e la Francia, che quindi rimangono alleate; ci sarà una guerra europea per contrastarlo. Comunque la si giri, pare difficile evitare che nell'Europa centro-orientale si formi una concentrazione di potere (austriaca, prussiana, polacca o russa poco importa) che compete con una potenza, o gruppo di potenze, più occidentale. Solo un eccessivo potere francese può controbilanciare questa situazione, come all'epoca del Re Sole o di Napoleone (questa è di Francesco Dessolis e di Falecius)

La fatal Crimea/3. Durante la guerra di Crimea l'Austria, pur senza intervenire militarmente, sottoscrive un trattato con Francia e Gran Bretagna per contrastare le mire russe sull'Impero Ottomano e garantire l'assetto europeo che uscirà dalla pace di Parigi. Malgrado la sua partecipazione alla coalizione di Crimea, il Piemonte non riesce a portare la "questione italiana" davanti alle Potenze con qualche risultato; l'Inghilterra trova nell'Austria un'alleata più utile ed affidabile. La politica estera di Cavour non ottiene risultati apprezzabili, anche se nelle cancellerie si parla di unire Parma e Modena al Piemonte (la proposta fu effettivamente formulata). Nel 1860 i moti guidati da Crispi in Sicilia vengono repressi dai Borboni, ma portano alla concessione di un regime di autonomia nell'isola. Cavour muore deluso nel 1862. Nel Lombardo-Veneto, la politica del vicerè Massimiliano dà i suoi frutti. Il regno ottiene una crescente autonomia da Vienna, che spera così di contrastare il nazionalismo italiano, anche favorendo l'uso ufficiale del veneto e del ladino. Nel 1863, durante la rivolta della Polonia russa, Prussia e Russia firmano la convenzione di Alvensleben (dal nome del generale prussiano che la firmò) che segna la nascita di un'alleanza tra i due paesi, in qualche modo contrapposta al traballante asse Vienna-Parigi-Londra. Nello stesso anno si estingue la dinastia danese degli Oldenburg, provocando una nuova crisi tra Danimarca e Stati tedeschi sulla sovranità dello Schleswig e dello Holstein. Nel 1864, Prussia ed Austria guidano la confederazione germanica ad una guerra che porta alla conquista dei due ducati, ma sorgono controversie sulla loro divisione. Questo inoltre aliena l'Austria dall'Inghilterra. Bismarck, più che altro per ragioni di politica interna, si risolve alla guerra. Sicuro della benevola neutralità russa, scommette sul non intervento delle potenze occidentali (la Francia spera di guadagnare influenza in Germania ed Italia a spese dell'Austria) e si allea col Piemonte. A questo punto, tutto dipende dalle scelte militari austriache. In Lombardia c'è Massimiliano, che non andrà mai in Messico, quindi all'arciduca Alberto sarebbe assegnato il fronte boemo. Benedek non avrà il comando. I piemontesi hanno effettivi scarsi e probabilmente sono sconfitti a Magenta, i prussiani vincono in Boemia ma senza gli errori di Benedek si evita il disastro di Sadowa e solo le agitazioni in Ungheria e Italia inducono Francesco Giuseppe a chiedere la pace, con cui riconosce la confederazione tedesca del Nord, rinuncia allo Schleswig-Holstein e lascia che il Piemonte si prenda una parte della Lombardia. Quanta è da vedere, in fondo il Piemonte ha perso la guerra, ma ci si può aspettare una frontiera all'Adda. In alternativa, più probabilmente viene sacrificato il ducato di Parma e l'Austria se la cava senza perdite territoriali, ma è costretta a concedere un regime costituzionale vero al Lombardo Veneto e con ogni probabilità anche all'Ungheria, diventando una triplice monarchia. Francesco Giuseppe si fa incoronare a Budapest e a Milano (un'ulteriore idea di Falecius)

Dov'è la Crimea? Au contraire, la guerra di Crimea non scoppia. Le conseguenze sono notevoli: gli Stretti restano aperti alla flotta russa, l'abolizione della servitù della gleba è ritardata e più graduale, l'esercito russo viene lasciato ad arrugginire più a lungo e farà una figura ancora peggiore nella successiva guerra contro il Giappone. Un guerra russo-turca scoppierebbe comunque qualche anno dopo; sicuramente ci sarebbe un impatto sulla situazione della resistenza circassa e cecena nel Caucaso. Infine, Cavour non riuscirebbe a tirare dalla sua Napoleone III contro l'Austria; cosa si inventerebbe allora il furbo primo ministro piemontese? (ancora Falecius)

La Grecia in Crimea. Allo scoppio della Guerra di Crimea Re Ottone di Grecia contemplò l'idea di far scendere in guerra il suo paese contro l'Impero Ottomano e al fianco della Russia, ma Francia e Inghilterra, venute a conoscenza delle intenzioni del monarca ellenico, reagirono prontamente bloccando il Pireo. E se invece Ottone riuscisse ad intervenire nel conflitto? Quali disavventure lo attendono? Perdita della Corona anticipata, chissà, magari sul trono di Grecia va Massimiliano d'Asburgo che si risparmia la tragica avventura Messicana. In Messico ci va qualcuno più scafato che ha maggior fortuna (pensata da Generalissimus)

Parma e Modena piemontesi. Il piano originario di Cavour nella guerra di Crimea era di ottenere come compensazione il Lombardo-Veneto. Resosi però immediatamente conto che nessuno era favorevole a menomare così tanto un membro della coalizione vincente, Cavour si risolse a chiedere una sorta di protettorato su Parma e Modena, similmente a quanto successo ai principati danubiani e avvalorando la sua tesi col fatto che questi staterelli fossero occupati manu militari da truppe austriache, quindi straniere. Anche in questo caso però decise di non proseguire, supponendo che il peso dell'Austria nel dire "no" sarebbe stato più forte del suo "si". Ma se invece decidesse di rischiarsela e vincesse? La Sardegna ottiene il protettorato sui ricchi ducati norditaliani e parte da una posizione molto più aggressiva per la spedizione dei Mille e la futura guerra al fianco della Francia (made in Basileus TFT)

Le Marche piemontesi. Tolta la possibilità di infilarsi a Modena e Parma, Cavour pensò di farsi valere puntando sull'indebolimento dello Stato Pontificio con la creazione nelle Marche di un Stato laico sotto protettorato sabaudo. La cosa incontrò l'appoggio entusiasta dell'Inghilterra, ma l'opposizione fortissima della Francia, perciò Cavour decise di ritrattare per non perdere l'amicizia del vicino d'oltralpe, che al tempo garantiva l'esistenza del potere temporale dei papi. Ma se l'Inghilterra si pone da mediatrice, garantendo che il Lazio non verrà toccato e viene creata un Marca di Ancona come protettorato sabaudo-inglese? E se questa mossa portasse il Piemonte non all'alleanza con la Francia ma con il Regno Unito? (di nuovo Basileus TFT)

Le Due Sicilie in Crimea. Diversi tra i pensatori neo-borbonici, tra i meriti di Ferdinando II, ascrivono quello di aver portato avanti una politica neutralista circa le vicende internazionali. Fu vera gloria? Già gli autori classici scrivono che il neutrale si espone al rischio di risentimenti tanto da parte dei vincitori che, tanto più, da parte dei vinti. A parte ciò, la politica estera del periodo 1848-1860 delle Due Sicilie non fu semplicemente neutralista, ma fu proprio passiva, quanto meno a paragone con quella di Cavour. Infatti la Russia, storico alleato del reame, si comporterà, nei confronti delle Due Sicilie, con la stessa passiva noncuranza (quanto meno pratica) con cui i Borbone di Napoli si erano comportati nei confronti loro, in occasione della guerra di Crimea. E se, invece Napoli interviene nel conflitto? L'apporto duo-siciliano è bastante per far si che i Russi riescano a contrastare i franco-sardo-anglo-turchi? Forse riesce a capovolgere le sorti della guerra? Napoli ottiene una partecipazione ai negoziati, e ne approfitta per contrastare la propaganda sabauda? Oppure la guerra di Crimea è combattuta direttamente anche sul suolo della Penisola italica? Truppe russo-borboniche prendono Genova, dove magari è restaurata l'antica repubblica marinara ed aristocratica? E/o anglo-franco-turco-sabaudi sbarcano in Sicilia? E/o altre truppe russo-borboniche prendono Malta? (questa è del Marziano)

Re Ferdinando si arrabbia. Versione più "soft", dell'ucronia precedente. In occasione della conferenza di pace Re Ferdinando monta su tutte le furie, quando sente Cavour parlare a nome dell'Italia intera. Fa presente che non ha titolo veruno per esprimersi in questo modo. Richiama l'ambasciatore da Torino ed ordina di porre l'esercito in stato di pre-allarme. Invita Pio IX e Francesco Giuseppe a fare altrettanto. Ricuce i rapporti con lo zar e spinge per la nascita di un embrione di coalizione anti-napoleonica, riedizione di quelle di mezzo secolo prima. Come va a finire? (ancora il Marziano)

La Carica dei Seicento. "Se un comandante è clemente e non sa utilizzare bene i propri soldati, se ha troppo amore e non li sa comandare, se è confuso e non li sa regolare, essi saranno come bimbi viziati e non potranno essere impiegati con profitto", scrisse il cinese Sun Tzu nel suo trattato "L'Arte della Guerra". Probabilmente lord Raglan avrebbe dovuto tenerne una copia sul comodino e leggerselo bene, durante la Guerra di Crimea, nel corso della quale capeggiava le forze armate britanniche. Infatti il mattino del 25 settembre 1854 egli ordinò al comandante della cavalleria, Lord Lucan, di attaccare le truppe russe che stavano posizionando alcuni pezzi di artiglieria. Lucan tuttavia dalla sua posizione non vide i cannoni cui alludeva Raglan, bensì altri dispiegati all'estremità di una stretta vallata, completamente scoperta. Lucan tuttavia, che nutriva vecchi rancori nei confronti di lord Raglan, non discusse gli ordini e li trasmise al comandante della cavalleria leggera, lord Cardgan, che a sua volta era in pessimi rapporti con Lucan. Cardgan quindi si mise alla testa dei suoi seicento cavalieri verso tutt'altri cannoni rispetto a quelli pensati da lord Raglan; e così, quella che passò alla storia come la sventurata "Carica dei Seicento", terminò con un disastro, perchè l'artiglieria russa si divertì con un vero e proprio tiro al piccione. Ma che accade se i dissapori tra Raglan, Lucan e Cardgan non sussistono o non sono tali da condurre a tanto grottesca ripicca? Che esito ha la Guerra di Crimea? (ancora William Riker)

Triage. Nikolaj Ivanovic Pirogov nel dicembre del 1854 fu il primo ad usare in maniera pioneristica l'etere e il triage clinico durante la guerra di Crimea. Sfortunatamente per migliaia di soldati delle successive guerre ,queste tecniche non si diffusero al di fuori della Russia in maniera massiccia prima del 1914, e anche in Russia rimasero confinate in un piccolo ambito di specialisti. Ma quante vite avrebbe potuto salvare il triage e l'uso dell'etere preoperatorio se si fossero diffusi fin da subito in maniera massiccia? (made in Federico Pozzi)

Ma che Canale d'Egitto. Com'è noto, gli inglesi tentarono in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote ai francesi che volevano tagliare l'istmo di Suez, temendo un'eventuale supremazia francese nella regione, considerata un passaggio chiave verso i possedimenti britannici in India. L'ascesa al potere nel 1848 del Khedivè Abbas I, fortemente filoinglese, che intendeva piuttosto realizzare una ferrovia da Suez a Porto Said, sembrò favorire i piani di Londra. Ma già nel 1854 il vento girò, con la successione del Khedivè Muhammad Sa'id, il quale era amico di vecchia data di un certo Ferdinand de Lesseps, già console francese al Cairo, e gli affidò la progettazione del Canale di Suez. Ma che accade se Muhammad Sa'id non ascende al khedivato e Ferdinand de Lesseps deve dire addio ai sogni di gloria (peraltro largamente scippati al trentino Luigi Negrelli)? Senz'altro il Canale prima o poi verrà realizzato da altri, ma la colonizzazione europea dell'Africa Orientale verrà ritardata di parecchio. Probabilmente gli italiani non acquisteranno Eritrea e Somalia, in assenza di un canale con cui raggiungerle facilmente dalla Penisola, e potrebbero ripiegare sul piano B (l'Indocina). Lesseps potrebbe cercare maggior fortuna cercando di tagliare in anticipo l'Istmo di Corinto o il Canale di Panama. È possibile che il Canale di Suez lo realizzino i Sovietici per conto di Gamal Abd el-Nasser nel 1956, ed allora la Guerra per il Sinai scoppiata in quell'anno non ci sarà... o forse sì, se Tsahal sospetta che il Canale serva per trasportare truppe in vista dell'invasione di Israele (questa è di Lord Wilmore)

Walker/2. I ribelli del Nicaragua, travagliato da una guerra civile, ingaggiarono William Walker come mercenario. Sfuggendo al controllo del governo degli Stati Uniti che voleva impedirgli di partire, egli lasciò San Francisco il 4 maggio 1855 con 57 uomini e 170 nicaraguensi. Autonominatosi "colonnello dell'esercito democratico", organizzò il suo esercito che prese il nome di "falange". Il 1 settembre 1855 riuscì a sconfiggere a La Virgen l'esercito governativo e prese la capitale Granada. Qui fece fucilare il primo ministro rimasto fedele al governo legittimo e si fece nominare capo del governo, riconosciuto dal presidente USA Franklin Pierce. Galvanizzato, egli sognò di conquistare gli altri quattro litigiosi stati dell'America centrale (Guatemala, El Salvador, Honduras e Costarica). Uno dei motivi principali della sua sconfitta, a parte di aver sottovalutato di gran lunga il Costarica, fu che l’imprenditore americano Cornelius Vanderbilt, primo azionista dell’Accessory Transit Company, che controllava il principale nodo del commercio tra i due oceani attraverso il Lago Nicaragua, odiava cordialmente Walker e finanziò a profusione Honduras, Salvador, Costarica e, in misura minore, anche il Guatemala, per abbatterlo. Walker venne sconfitto da un esercito costaricano-salvadoregno a Rivas, nel luglio 1856. E da un’epidemia di colera che falcidiò le sue fila. E se Vanderbilt è invece entusiasta del progetto megalomane di Walker, a patto che questi gli metta a disposizione risorse tali da permettergli di ampliare il letto del fiume San Juan tanto da rendere possibile anche alle navi di stazza più ampia il passaggio tra i due oceani? Riproposizione in chiave dittatoriale della Repubblica unita del centro-america, in più cliente degli USA. Ora, non dico che tale stato possa diventare il migliore dei mondi possibili rispetto a quelle zone nella nostra Timeline, ma almeno qualche guerra in meno ci sarà. E non oso pensare ai cambiamenti nella politica statunitense verso l’america centrale e latina, al di là del fatto che molto probabilmente Panama rimarrebbe parte della Colombia, E se egli decide di riunire agli USA le quattro ex Province Unite? (a quattro mani Paolo Maltagliati e William Riker)

La seconda moglie di Vittorio Emanuele II. Dopo la morte della prima moglie, la Regina di Sardegna Maria Adelaide d'Asburgo Lorena, il Re Vittorio Emanuele II su consiglio di Cavour e Napoleone III accetta di sposare Stefania di Hohenzollern-Sigmaringen. La nuova Regina viene ben ricevuta a Torino, e il Re dimostrerà buon affetto per la nuova moglie, che verrà coronato con la nascita di Carlo Emanuele nel 1856 e Carlo Alberto nel 1858. I giovani principi crescono con gli altri figli del Re, Umberto Principe di Piemonte, Amedeo Duca d'Aosta, Oddone Marchese del Monferrato, Maria Pia futura Regina di Portogallo e Clotilde moglie di Gerolamo Bonaparte "Plon Plon", i fratellastri ottengono il titolo di Marchese di Saluzzo Carlo Emanuele mentre Conte di Tenda Carlo Alberto, tutti cresciuti con educazione militare e fede cattolica della madre. Nel 1870 Amedeo Duca d'Aosta diviene Re di Spagna, titolo che in questa Timeline riesce a tenere, mentre Umberto diverrà Re d'Italia nel 1878. Nel 1880 il Re Carlo I di Romania decide sulla scelta del proprio erede, dopo la rinunzia del fratello Guglielmo di Hohenzollern-Sigmaringen, Carlo consulta la possibilità di nominare proprio erede Carlo Emanuele di Savoia che accetta, rinunziando alla successione italiana e convertendosi alla fede ortodossa viene nominato Principe ereditario di Romania. Il giovane principe raggiunge Bucarest per apprendere il più possibile su quella nazione, dove diverrà Re nel 1914. Con la grande guerra, e il successivo collasso dell'Impero Asburgico porta alla nascita della "Grande Romania" e dove Carlo II diviene il Re vittorioso. Nel 1919/1920 l'Ungheria indipendente decide di rimanere una monarchia, scartando l'idea di un Asburgo con la corona di Santo Stefano soprattutto con le clausole di Versailles, viene scelto il Duca di Genova, dopo che Carlo Alberto di Savoia ha rinunziato per rimanere in Patria. E poi? (questa è di Alessio Benassi)

Taiping. Nel 1855 i Taiping riescono a conquistare Pechino, e così all'Impero Qing si affianca un Regno Celeste della Grande Pace che è riuscito ad affermare la sua indipendenza, e che pian piano indebolisce sempre di più il potere della dinastia Qing. Come cambia la storia della Cina, ammesso che alle potenze straniere piaccia l'idea di avere a che fare con questo stato? (altra idea di Generalissimus)

La Crisi Calabiana. La crisi Calabiana fu una crisi istituzionale scoppiata nel Regno di Sardegna nel 1855. Scaturì dalla proposta del primo governo Cavour di far approvare una legge anticlericale sui conventi, alla quale si opposero il Senato Subalpino ed il Re Vittorio Emanuele II di Savoia. La crisi prese il nome dal principale oppositore della legge: il vescovo di Casale e senatore del Regno Luigi Nazari di Calabiana. Di fronte all'opposizione del Senato e del Re, Cavour si dimise, ma tornò al potere dopo qualche giorno e riuscì ad accordarsi con il Senato e a far passare la norma che fu firmata dal Re il 29 maggio 1855. In risposta, Papa Pio IX scomunicò tutti coloro che avevano permesso l'approvazione della legge, Cavour e sovrano compresi. Va sottolineato un aspetto fondamentale, il Re aveva un forte appoggio nella Camera del Regio Senato subalpino. Ora con il ritorno in sella di Cavour, dopo la detta crisi, e l'approvazione delle leggi il Re vide diminuire alcune prerogative statutarie, come il fatto che il governo dovesse rispondere al Re. Supponiamo invece che, scoppiata la crisi, il Re chieda al generale Durando di formare un nuovo esecutivo. Il generale riesce a raccogliere gli esponenti della destra e delle fazioni cattoliche e riesce a formare il governo. Cavour comunque gode ancora di un certo appoggio dal Sovrano, soprattutto per il fatto che Vittorio Emanuele II voleva l'unificazione. Il governo Durando comunque gode anche del assenso romano di Pio IX che mantiene rapporti con il Piemonte. Il Re riesce ad aderire all'alleanza nella guerra di Crimea e di conseguenza si sviluppano gli accordi franco sardi di Plombiers. Infatti il generale Durando era favorevole all'unità d'Italia e aveva addirittura combattuto per la repubblica romana del 1849 (questa è di Alessio Benassi)

A scoppio anticipato. Pochi sanno che il motore a combustione interna venne inventato da un sacerdote lucchese, don Eugenio Barsanti (1821-1864), che assieme all'amico ingegnere Felice Matteucci (1808-1887) lo mise a punto e lo presentò al mondo accademico il 5 giugno 1856. Presentato alla prima esposizione nazionale di Firenze del 1861, ebbe un successo di gran lunga superiore alle attese, e Barsanti ebbe molti contatti da parte di aziende agricole che pensavano di usare il suo motore per far muovere trattori e trebbiatrici. Tuttavia Barsanti e Matteucci non riuscirono a convincere le grandi imprese della bontà della loro invenzione, i progetti spediti ad un'industria belga interessata al motore sparirono nel nulla, e don Barsanti morì nel 1864 a soli 43 anni. Nel 1867 gli inventori tedeschi Nikolaus Otto ed Eugen Landen brevettarono il loro motore, del tutto identico a quello del prete lucchese, che conobbe un successo strepitoso, tanto che ne vennero realizzati tremila esemplari. Un caso di plagio? Non è da escludere. Ma che accade se il Motore Barsanti sfonda già negli anni '50 dell'ottocento, e pochi anni dopo le vie d'Europa sono già percorse dalle prime automobili moderne? Come cambia da quel momento in poi la storia dell'uomo? (ancora William Riker)

Infelice Orsini. L'attentato di Felice Orsini riesce. Nasce in Francia la Terza Repubblica che si disinteressa all'Italia. Il tentativo di Cavour fallisce e vi è una deriva autoritaria da parte del Piemonte. Che accade? (dovuta a Enrica S.)

Crispi alla Caienna. Durante il processo Felice Orsini, pur assumendosi tutta la responsabilità del fallito attentato contro Napoleone III che rivendicava con orgoglio, negò di aver lanciato la terza bomba (le prime due erano state scagliate dai suoi complici Antonio Gomez e Carlo di Rudio). Chiamò invece in causa un altro complice, ma si rifiutò di farne il nome. Solo nel 1908, cioè cinquant'anni dopo, Carlo di Rudio, nel frattempo divenuto cittadino americano, in un'intervista al "Resto del Carlino" rivelò che, poco prima dell'attentato, un uomo con due vistosi baffoni aveva fermato Felice Orsini, chiedendogli se fosse tutto pronto per « quella faccenda », e Orsini gli aveva annuito. Di Rudio raccontò di aver riconosciuto in quell'uomo nientemeno che Francesco Crispi, futuro Presidente del Consiglio dell'Italia Unita. In effetti in quel periodo Crispi si trovava esule in Francia, e secondo i rapporti della polizia francese fu fermato alcune ore dopo l'attentato, ma il suo arresto non venne convalidato e fu espulso dal paese. La teoria del coinvolgimento di Crispi non ha mai convinto gli storici, secondo i quali a quell'epoca Orsini e Crispi avevano litigato dopo che il primo si era distaccato dalle posizioni mazziniane. Ma supponiamo che di Rudio avesse ragione e quell'uomo baffuto fosse davvero Francesco Crispi. Se Orsini fa il suo nome ed egli viene arrestato e condannato (come lo stesso di Rudio, poi evaso nel 1859) alla deportazione a vita sull'isola del Diavolo, come cambia la storia del Risorgimento e dell'Italia Unita senza di lui? (ancora Enrica S.)

La Contessa di Castiglione. Nel 1856 Cavour spedisce alla Corte di Napoleone III la moglie del cugino Conte Verasis di Castiglione con la missione di usare, lei, la più bella nobildonna d’Europa, e le sue ambite grazie per portare vicino alla causa dell’Unità d’Italia la Francia e magari anche l’Inghilterra. La Contessa di Castiglione finisce nel letto di Napoleone III ed inizia a parlare in favore dell’Italia Unita e libera come grande paese alleato… ma a un ricevimento di corte durante il Congresso di Parigi incontra ed impressiona fortemente il ministro degli esteri austriaco. Questi, colpito dalla sua intelligenza e bellezza, le propone di accompagnarlo a Vienna per presentarla al sovrano Francesco Giuseppe I. La Duchessa non se lo fa ripetere due volte e, da donna energica e ben consapevole della sua intelligenza e superiorità, prende un sua iniziativa politica. Accetta e va a Vienna. Qui al ricevimento coglie uno sguardo di desiderio dell'imperatore d'Austria e inizia la schermaglia: civetta, resiste, cede e poi si nega, finché fa letteralmente impazzire Francesco Giuseppe I. Nell’alcova, suggerisce di non attendere che il Piemonte con l’appoggio di Francia ed Inghilterra si prenda con la guerra e con lo spreco di tante giovani vite umane ciò che un giorno sarà inevitabilmente suo. Perché non fa un gran gesto, degno di un Augusto imperatore, e dona libertà alle terre d’Italia? In cambio l'Italia potrebbe diventare la sua più fedele alleata... Come continua la vicenda? (se lo domanda Sandro Degiani)

L'ucronia di Virna Lisi. « Se mia madre mi avesse portata a Parigi tempo prima, ora sul trono di Francia siederebbe un'italiana, e non una spagnola! » Così afferma Virna Lisi nei panni della Contessa di Castiglione nel celebre sceneggiato "Ottocento", tratto dal romanzo di Salvator Gotta. Ma che accade se Napoleone III sposa davvero la spregiudicata Virginia Oldoini detta Nicchia, al posto della bigotta e reazionaria Eugenia de Montijo? (ideata da Lord Wilmore e da Dorian Gray)

John Freemont for President. Freemont era del Sud, era infatti nato a Savannah (GA), ma parteggiava per l'abolizione della schiavitù e per l'Unione; nel 1856 perse le elezioni a favore di Buchanan. Se fosse stato eletto non ci sono molti dubbi che il Sud avrebbe secessionato come fece, più tardi, con Lincoln. Ma Freemont come avrebbe condotto la guerra? Avrebbe accettato il concetto di guerra totale propugnato da Sherman e Grant? Avrebbe accettato di far soffrire la sua stessa gente? Questo mi porta a due possibilità: Freemont accetta una pace negoziata per l'indipendenza del sud, magari dopo disastri come Fredericksburg o Chickamagua; oppure il sud viene sconfitto lo stesso, ma come si comporta Freemont con la "ricostruzione?" Viene anche lui assassinato dai radicali repubblicani come Lincoln nella HL? E sarà Freemont il "Grande Emancipatore"? (grazie a Filobeche)

La Repubblica di Buenos Aires. Negli anni '50 dell'ottocento l'Argentina stava attraversando come tutti i paesi dell'America Latina una difficile fase di transizione politica e istituzionale. Da una parte c'era il proprietario terriero Urquiza, un mezzo indio che era sostenuto dagli agricoltori e dagli allevatori della Pampa, portatore di un ideale liberalismo moderato. Urquiza aveva contro i rappresentanti del commercio e delle compagnie di navigazione che dominavano la zona di Buenos Aires, seguaci dell'ex dittatore Rosas, un conservatore con risvolti di autoritarismo nella scia della tradizione "Prussiana" perseguita dall'Argentina dei primi cinquant'anni dell'ottocento. Buenos Aires costituì così uno stato a sé stante, la "Repubblica di Buenos Aires". Fu quest'ultima a inalberare per prima quella che oggi è la bandiera ufficiale Argentina (strisce azzurre e bianche con il sole nel centro), mentre Urquizia si atteneva alla vecchia bandiera dell'Argentina ispirata dalla bandiera francese (tre bande di colore rosso, nero e giallo). Lla repubblica di Buenos Aire, forgiata sul modello delle repubbliche aristocratiche/oligarchiche, era sensibilmente più ricca e persino militarmente meglio organizzata della "Repubblica Argentina", chiusa nelle zone interne, devastata dalle guerre con il Paraguay, con la Bolivia, con il Cile e la repressione degli indios Araucani e Aimara. Alla fine, dopo quasi cinque anni di guerra civile, una accorta politica di conciliazione tra le parti riunì l'Argentina nella formula federale. Ma cosa sarebbe successo se la "Repubblica di Buenos Aires" fosse rimasta indipendente? Come sarebbe l'Argentina oggi? (se lo domanda Federico Pozzi)

Il Re Bomba. L'8 dicembre del 1856, festa dell'Immacolata Concezione, il Re delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone detto "il Re Bomba" assistette a Napoli alla Messa con tutta la famiglia, ed in seguito passò in rassegna le truppe sul Campo di Marte. Fu allora che il soldato calabrese Agesilao Milano, rotte le righe, si lanciò sul re e riuscì a ferirlo con un colpo di baionetta: il colpo fu miracolosamente attutito dalla fondina delle pistole sospese sulla sella del cavallo, ma nonostante il re sia sopravvissuto all'attentato le ferite non si rimarginarono bene ed alla lunga gli provocarono una setticemia che lo condusse alla morte a soli 49 anni, il 22 maggio 1859. Ma che accade se Agesilao Milano fa cilecca e Ferdinando II vive più a lungo? La convinzione che a Napoli non ci sia un re giovane e inesperto come Francesco II, ma una vecchia volpe come re Ferdinando, scoraggerà o perlomeno ritarderà l'Impresa dei Mille? Se sì, l'Italia rimarrà divisa in tre parti: il regno d'Italia, con capitale Torino e re Vittorio Emanuele II (un regno che comprende Sardegna, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia, Romagna e Toscana); il Papato; il Regno delle Due Sicilie con capitale Napoli. E da qui partirà una timeline forse molto più felice per l'Italia rispetto a quella in cui viviamo noi... (immaginata da William Riker e da Dorian Gray)

Pisacane sugli scudi. Pisacane fu l'unico patriota italiano che capì che la rivoluzione dal basso poteva avvenire solo se si scendeva a compromessi con le richieste contadine (gli operai non esistevano): in soldoni, solo se si accettava che al grido “Italia!” andasse affiancato “terra!”. Mettiamo che lo scapigliato Pisacane riesca a convincere l'ascetico Mazzini, o a scippargli la “base” come prima lui l'aveva scippata a Buonarroti, o che per qualche grazia celeste la sua spedizione abbia successo. Che accade? È una nuova Rivoluzione? Oppure Italia del Popolo e Italia del Re trovano un accordo? Nascerà il centrodestra cavouriano e la social-sinistra di Pisacane? (questa è di aNoNimo)

La fatal Gazzetta. A fine Dicembre 1856, su pressione del Governo Britannico, l'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe iniziò una visita dei suoi possedimenti Italiani, giungendo a Milano il 15 Gennaio 1857. In quell'occasione la "Gazzetta Torinese" uscì listata a lutto, evento interpretato dal Governo Viennese, con Nota Ufficiale diretta a tutte le principali Cancellerie Europee, come una pura provocazione da parte di Torino. A sua volta il Governo Sardo rispose con una nota in cui, pur stigmatizzando il comportamento irrispettoso da parte degli Organi di Stampa, spiegava che la Libertà di Stampa rappresentava un elemento fondamentale della vita civile del Piemonte e altresi ricordava all'Imperatore come la legislazione Sarda, a differenza di quella Austriaca, consentiva a chi si riteneva danneggiato dagli Organi di Stampa di agire civilmente contro gli stessi ed esortando infine l'Imperatore a recarsi a Torino onde approfittare delle liberalità ivi esistenti. Il Governo Austriaco a questo punto rispose con un ulteriore nota in cui, come da prassi, accusava il Piemonte di essere il vero responsabile della tensione in Italia a causa della decisione Sarda di ospitare decine di migliaia di rifugiati politici ed optando, 22 Marzo 1857, per l'interruzione delle relazioni diplomatiche con Torino.Ma se a Marzo 1857 il Governo Austriaco decidesse di reagire alla Nota Torinese non con il ritiro dell'Ambasciatore bensì con una dichiarazione di guerra? (made in Enrico Pizzo)

La fatal Neuchatel. Nel 1857 a causa della città-cantone di Neuchatel si giunse quasi ad una guerra tra la Svizzera e la Prussia, che lo rivendicava come suo possedimento. Fu solo un intervento internazionale che scongiurò il conflitto, e la città rimase elvetica. Se però il re di Prussia si fa prendere la mano e dichiara guerra alla Confederazione per il possesso della città, potrebbe essere Neuchatel, in futuro, la causa dei dissidi tra Prussia ed Austria in luogo dello Schwlig-Hollstein, e magari un riavvicinamento Prussiano-Piemontese in funzione anti-asburgica potrà avvenire quasi un decennio prima, con la tacita neutralità francese. A questo punto combatteremo la Seconda Guerra d'Indipendenza al fianco della Prussia. La vinceremo lo stesso? (la dobbiamo a Never75)

Il Corno d'Africa in anticipo. Il 15 gennaio 1857, nell’Italia ancora preunitaria, Cristoforo Negri, direttore capo divisione del ministero sardo degli affari esteri, a nome del Presidente del Consiglio Camillo Benso Conte di Cavour, si mise in contatto con il Monsignor Massaia, Vescovo e Vicario Apostolico dei Galla, proponendogli di negoziare col principe più potente dell’Abissinia, il degiasmac Negussiè signore del Tigrè e pretendete al trono d’Etiopia, un trattato di amicizia e di commercio che egli accolse con grande slancio: « Noi accettiamo in tutti i punti la suddetta proposta e siamo pronti a firmare il sullodato trattato subito che V. M. invierà presso di noi un Agente del Suo Governo investito di pieni poteri. Noi siamo ancora più contenti che il Governo di V. M. abbia avuto per il primo il pensiero di entrare in amicizia coi cristiani d’Etiopia e speriamo, grazie ai lumi del Vostro Governo, che il mio paese possa prendere posto fra le nazioni civilizzate europee, e che il commercio e la civilizzazione di questi paesi rifioriranno come nei tempi degli antichi Imperatori etiopici. Aspetto quindi con impazienza l’arrivo dell’Agente di V. M. Saluti. » Ma le difficoltà di comunicazione, le guerre d’indipendenza e la prematura morte del Conte di Cavour non permisero di sviluppare questo primo tentativo per l’impianto di una colonia italiana in Abissinia, oltre al fatto che il Negussiè non pareva investito di quella sovranità incontestabile che si richiede in chi firma un tale trattato. E se invece il tentativo va in porto, e il Regno di Sardegna si installa nel Corno d'Africa con decenni di anticipo? (pensata da Alessio Benassi)

Il Congo portoghese. Nel 1857 il regno del Kongo ed il suo vassallo di Loango avevano una guarnigione portoghese sul loro territorio e subivano il controllo del Regno di Portogallo, che dominava i settori più importanti, come la tratta degli schiavi. Al Regno di Portogallo mancarono la voglia e la stabilità per espandere la propria influenza nel cuore del continente africano e cominciò a farlo solo nel 1890. Ma se invece si espande nel Congo seguendo il corso del fiume Kasai e sfruttando le vie commerciali della tratta degli schiavi per intrufolarsi in quel territorio? Potrà rinascere l'antica potenza del Portogallo? Davvero immense risorse minerarie potranno essere sfruttate dalla nazione iberica? Poi, viste le posizioni di Salazar, seguirà, negli anni sessanta, una violentissima ribellione delle popolazioni locali, che lascerà il Congo in posizioni addirittura peggiori di quella in cui si trova ora, per quanto Leopoldo non abbia davvero rivali quanto a cattiva gestione di una colonia. Il Che resterà in Africa per combattere nel Congo e non tornerà nel Sudamerica dove troverà la morte, proprio a causa delle dimensioni della guerra tra colonizzatori portoghesi e ribelli congolesi. Come cambierà la potenza del Portogallo con una colonia come il Congo? E la storia dell'Africa? (pensata da Maggioriano)

Rivoluzione Indiana. La rivolta dei Sepoys in India tra il 1857 e 1858 ottiene maggior successo e l'ultimo sovrano moghul Bahadur Shah Zafar riconquista il trono. Tuttavia gli Inglesi non si danno per vinti e fanno il possibile per ristabilire l'ordine, ma in questo caso devono trascurare alquanto lo scenario europeo (niente appoggio navale ed economico a Garibaldi, probabile secessione dell'Irlanda) e mondiale: le richieste sempre più crescenti di autonomia da parte di alcuni possedimenti come Canada ed Australia, in mancanza di un esercito a contenerli, sfociano in dichiarazioni d'indipendenza vere e proprie. In tal caso la Storia futura vedrà un Impero Inglese molto più ridimensionato, e se ne possono avvantaggiare Francia e Germania, ripartendosi loro stesse il resto dei territori ancora da colonizzare (pensata da Never75 e da Ainelif)

Je n'accuse pas. Nel 1858 il giovane Emile Zola si ammala di tifo e perde la vita. Senza di lui cosa succede al romanzo sperimentale e al Naturalismo? E al Verismo italiano? Chi interverrà con altrettanta passione in favore di Alfred Dreyfus? Forse Georges Clemenceau? Altra conseguenza nel mondo artistico: la morte prematura di Zola potrebbe impedire a Paul Cézanne di essere conosciuto, fino all'"incidente" tra i due nel 1886 Zola aveva sostenuto e accolto il suo amico d'infanzia a Parigi dove lo aveva presentato ai maestri dell'impressionismo. Senza Zola niente Cézanne, ma il contrario non é vero (è di Generalissimus e di Perchè no?)

Un'ucronia anche per Lourdes. Questa ucronia è stata concepita l'11 febbraio 2008, in occasione del 150° anniversario delle apparizioni di Lourdes. Supponiamo che le pressioni politiche massoniche ed anticlericali proseguano e, nonostante il parere contrario dell'imperatrice Eugenia legata al "partito cattolico", Napoleone III non si opponga all'interdizione alla grotta di Lourdes. Bernadette ed i suoi famigliari vengono addirittura incarcerati dal prefetto, e con loro tutti i pellegrini diretti alla fonte ritenuta miracolosa. Ciò crea anche una spaccatura profonda tra Pio IX e Napoleone III. Sono possibili due alternative. Prima: Napoleone, per indorare la pillola e per non perdere del tutto l'appoggio dei cattolici francesi, si mette a proteggere il papa un po' di più che nella nostra Timeline, ad esempio impedendo le successive amputazioni territoriali dello Stato Pontificio, proibendo all'esercito italiano di passare attraverso le Marche e gli Abruzzi per congiungersi a Garibaldi. In questo caso l'Italia dei Savoia esisterà a Nord (fino alla Toscana) ed a Sud, mentre nel Centro sopravvivrà ancora tutto lo Stato Pontificio ad esclusione delle sole Romagne. Il papa potrà contare ancora su un discreto esercito in grado di tenere a mano future velleità di conquista sabaude. Oppure, all'opposto, Pio IX rompe diplomaticamente con l'imperatore, il quale, cogliendo la palla al balzo, lascia carta bianca ai Savoia. Roma è conquistata già nel 1862. I rapporti franco-italiani rimangono ottimi e magari la guerra franco-prussiana grazie ad un'intermediazione italiana non scoppia. In entrambi i casi, Lourdes rimane una cittadina di secondaria importanza anche se i pellegrini (pur furtivamente) continuano ad arrivare. Bernadette muore in prigione e viene considerata dalla Chiesa come una martire. Infine agli inizi del '900 anche la laicissima Francia deve arrendersi alle pressioni internazionali e consentire ai pellegrini ormai provenienti da mezzo mondo di raggiungere Lourdes (nel frattempo la notizia si è sparsa). Paradossalmente in questo modo le apparizioni ed i miracoli successivi acquisiranno valore anche superiore per i fedeli: si sa che una cosa più è sofferta, maggiormente viene apprezzata. Inoltre figurerà come una vittoria di Maria e della fede in Lei sul materialismo e scientismo ateo. La laicità dello Stato Francese potrebbe essere messa in crisi da un avvenimento apparentemente secondario per la storia "ufficiale" (pensata da Never75)

Il Piemonte e gli Stati Uniti. La guerra di Crimea non scoppia e, di conseguenza, la Francia rimane alleata dell'Austria e non accetta di scendere in campo a favore dell'Unità d'Italia. Anche l'Inghilterra della Regina Vittoria sta con Vienna. Con grande lungimiranza e fiuto politico, allora, Cavour decide di rivolgersi all'unica potenza che può aiutarlo nella guerra contro gli Asburgo: gli Stati Uniti d'America. Il presidente federalista James Buchanan appoggia Cavour ed invia le sue truppe in Europa a sostegno di quelle piemontesi, anche per convogliare lo scontro interno tra schiavisti ed antischiavisti contro un nemico lontano. Sconfitta dell'Austria e degli stati regionali italiani, dopo che Buchanan ha convinto la Francia a non intervenire lasciandole (per ora) mano libera nel Messico. Gli USA assurgono con anticipo al rango di potenza mondiale; l'Italia diventa una monarchia federale sul modello degli Stati Uniti, e si evitano le tensioni post-unitarie tra nord e sud (dovuta a William Riker)

Regno Unito di Sicilia e Sardegna. Un'alternativa all'ucronia precedente. Senza la guerra di Crimea Cavour preferisce cercare altre strade più a lungo termine. Visto che non riesce ad avere il sostegno di altri paesi passa al piano B e inizia una politica più filoasburgica e conservatrice (dopotutto Vittorio Emanuele II era sposato ad una Asburgo-Lorena), proponendosi all'Impero d'Austria come alleato, soprattutto in chiave antifrancese; contemporaneamente attua una politica di avvicinamento e alleanza con il Regno delle Due Sicilie, al quale propone un'unione dinastica tra i Savoia e i Borbone, visto che l’ultimo re Francesco II è cugino di Vittorio Emanuele II. Umberto I di Savoia (nato nel 1844) sposa Maria Cristina di Borbone, figlia di Franceschiello che non è morta a soli tre mesi nel 1869, e diviene sovrano del Regno Unito di Sicilia e di Sardegna (ciò naturalmente presuppone che Cavour sopravviva oltre il 1861). A poco a poco gli altri staterelli (tranne lo stato Pontificio) si uniscono al nuovo regno; la Lombardia e il Triveneto verranno accorpati al regno dopo la Prima Guerra Mondiale (proposta da Damiano)

E io in Sicilia ci vado lo stesso. Ecco un'altra ipotesi su un Risorgimento senza Plombiéres. Cavour e Vittorio Emanuele II non riescono nei loro intenti, Napoleone III non li aiuta e anzi si avvicina ancor di più all'Austria. Però la Gran Bretagna e la Massoneria si accordano ugualmente con Garibaldi. e gli forniscono le navi che partono da Malta. Anziché l'unità d'Italia, si realizza l'indipendenza delle regioni. Garibaldi e i suoi decidono di liberare la Sicilia, ma di tenerla per sé. Sbarco a Siracusa, poi vittoria a Calatafimi, il generale Landi è corrotto dai servizi segreti inglesi; Garibaldi non prosegue per il continente e si dichiara dittatore della Repubblica Siciliana. Crispi ne sarà il primo presidente. Francesco II di Borbone mantiene il trono ma la perdita dell'isola maggiore gli merita l'appellativo di Franceschiello. E poi? (questa è di Rivoluzionario Liberale)

La Sicilia francese. Nel 1861 la Francia aiuta il Piemonte nella conquista del Regno delle Due Sicilie, ma in cambio vuole la Sicilia, utile sia per le miniere di zolfo, sia per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo e vicino all'Africa. La Sicilia da questa colonizzazione francese sarà avvantaggiata sia nell'agricoltura, perché la maggior parte dei suoi prodotti agricoli sarà esportata in Francia, ma anche nel turismo, perché l'isola, grazie al suo clima mediterraneo, diverrà la principale meta estiva sia della nobiltà che della ricca aristocrazia. Dopo la caduta di Napoleone III, i governanti della Terza Repubblica continueranno a temere una possibile invasione italiana, per questo tentano di francesizzare il più possibile la Sicilia, anche mandando coloni dalle aree più povere della Francia. Intanto la Sicilia non subisce la crisi agricola, in quanto la Francia continua ad importare i prodotti siciliani; non sarà imposta nessuna leva obbligatoria e nessuna tassa particolarmente pesante. Scoppiata la prima guerra mondiale nel 1914, la Francia sarà in difficoltà, perché l'Austria farà leva sulla liberazione della Sicilia; come andrà a finire? (è di Specialistatelevisivo)

Guglielmo II il Saggio. Il 27 gennaio 1859 nacque Guglielmo di Hohenzollern, nipote del re di Prussia Guglielmo I ed erede al trono, ma il parto podalico fu molto difficile e lasciò il futuro Kaiser Guglielmo II con il braccio sinistro atrofizzato. Secondo alcuni studiosi contemporanei durante il parto Guglielmo avrebbe subito anche danni cerebrali, che lo portarono a manifestare un carattere aggressivo, cocciuto e prepotente, e di conseguenza una politica arrogante di pretesa supremazia sul pianeta, che si rivelerà altamente dannosa per la sua nazione, e la porterà al disastro. Ma che accade se il parto è meno traumatico, e dunque egli manifesta un carattere conciliante come quello di suo padre Federico III? (by William Riker)

Palmerston va K.O. Alle elezioni del 1859 i Whigs, guidati da Lord Palmerston, vengono sconfitti dai Tories guidati dal Conte di Derby. È noto che Palmerston fu uno dei leader europei più entusiasti rispetto agli eventi del 1859-61 in Italia, ed in particolare agì affinché riuscisse la Spedizione dei Mille. I Derby, Sr e Jr, poi erano noti sostenitori dello Splendido Isolamento inglese: Derby Jr (che fu anche considerato per il trono di Grecia) in particolare, da Ministro degli Esteri, rifiutò di interessarsi a Creta quando poté, laddove le politiche inglesi sarebbero state più orientate a metterci almeno lo zampino (vedasi Cipro più tardi). Successivamente negoziò le riparazioni (seppur poi mai ratificate e rinegoziate) dovute agli USA per aver spalleggiato le scorribande del corsaro confederato CSS Alabama contro le navi statunitensi contro la guerra civile, laddove l'orgoglio britannico è sempre stato abbastanza contrario a piegamenti del genere. Derby Sr era il precursore/ideatore dello Splendido Isolamento quindi possiamo tranquillamente assumere che avesse le stesse posizioni del figlio. Quindi penso che un (altro) governo Derby porterebbe ad un maggiore neutralismo inglese, con conseguenze sopratutto per l'Italia e per la Danimarca, entrambe le quali, senza il sostegno diplomatico inglese, avrebbero probabilmente passato un brutto quarto d'ora con le potenze germaniche (pensata da Andrea Villa e da Federico Sangalli)

Risorgimento mondiale. Il Risorgimento Italiano innesca una rivoluzione pacifica che permette a tutti i popoli del mondo di conquistare la libertà e l'indipendenza (un po' di patriottismo non guasta mai, specie di questi tempi. Cliccate qui per leggere un primo nucleo di questa nostra ucronia, anch'essa farina del sacco di William Riker)

Confoederatio Italica/3. Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra d'Indipendenza la Gran Bretagna, preoccupata che una possibile guerra tra francesi ed austriaci turbasse per sempre l'equilibrio europeo da tanto tempo da lei preservato, propose immediatamente una Conferenza tra le Principali Potenze Europee che avesse avuto proprio per tema la risoluzione del "caso Italia". In questa conferenza tutti gli statisti europei avevano dato l'impegno di partecipare, alcuni di buon grado, come Napoleone III, ben felice di poter evitare una guerra poco popolare per la sua nazione, altri invece un po' meno felici, come Cavour che temeva di veder vanificati con questa Conferenza tutti i suoi sforzi per riunificare la Penisola. Paradossalmente a rifiutare una proposta di questo tipo fu proprio l'Austria, che dichiarò guerra al Piemonte e diede così inizio ad un processo destinato a ridurre sempre più il suo Impero fino a perderlo del tutto sessant'anni dopo. Ma se, meno impulsivamente, Francesco Giuseppe avesse accettato di sedersi al piano delle trattative e di discutere alla pari con gli altri capi di Stato della situazione italiana, cosa sarebbe potuto succedere? Le alternative in verità non sono molte: forse la più plausibile è quella di costituire una Confederazione Italiana sul modello di quella Germanica, in cui l'Austria assume la Presidenza in quanto possiede alcune regioni italiane tra le più ricche e popolose. Un'altra possibilità consiste nel procedere ad una semplificazione territoriale, accorpando tra di loro i piccoli ducati e granducati dell'Italia Centrale in un'unica entità statale, ed obbligando loro e gli altri Stati ad abbattere le barriere doganali, a favorire il libero scambio di merci e persone ed ad istituire un Parlamento Comune. In questo caso nasce una Federazione in cui la preminenza va a rotazione ad ognuno dei rimanenti sovrani. Difficile pensare a soluzioni alternative che accontentassero un po' tutte le Potenze di allora. Sicuramente però con opzioni di questo tipo la posizione dell'Austria in Italia paradossalmente si rafforza ulteriormente, e diventa difficile scalzarla in qualche modo. Essendo maggiormente impegnata in Italia, forse l'Austria non si interesserà ai Balcani, lasciando campo libero alla Russia, e la politica europea degli anni successivi cambierà notevolmente (grazie a Never75)

Confoederatio Italica /4. La differenza più evidente tra l'Unità d'Italia e quella di Germania è che mentre nella prima i Savoia fecero l'asso pigliatutto e si papparono tutti i regni, ducati, granducati ecc. preesistenti cancellando ogni autonomia esistente, in quella tedesca no. Nonostante la Prussia ebbe fino al 1918 la preminenza nel Reich, tuttavia esistettero al suo fianco altri regni semi-indipendenti (in primis la Baviera) che, aldilà della politica estera e macroeconomica, godevano di ampie autonomie da Berlino. In verità qualcosa del genere si sarebbe potuto benissimo verificare anche da noi. Se Francesco II avesse dato maggiormente ascolto al Primo Ministro Carlo Filangieri (filo-francese e filo-britannico) e un po' meno alla moglie, e il Regno Duo-siciliano si fosse alleato con i Savoia contro l'Austria nel 1859? In realtà l'apporto alle battaglie di San Martino e Solferino sarà puramente simbolico, però basterà a salvargli il trono. Sul suo esempio, anche gli altri sovrani non fuggono e si schierano a favore dei franco-piemontesi (forse eccettuato il Granduca di Modena, retto da un parente di primo grado degli Imperatori d'Austria e quello pontificio). Magari, con l'apporto di tutti questi Stati assieme le cose, alla fine, vanno più o meno come a Plombiéres. Anche il Veneto viene unito subito al Regno di Sardegna. Il Ducato di Modena viene o diviso tra Savoia, Toscana e Parma-Piacenza, oppure viene dato a un altro principotto. Magari (perché no?) proprio a Plon-Plon e a Clotilde come dono di nozze? Il problema più grosso sarebbe stato il papa. Ma, con le buone o con le cattive, anche lo Stato pontificio (ovviamente ridotto al solo Lazio, anche questo prevedeva Plombiéres) deve entrare nel neonato Regno d'Italia. In questo caso si ha un Regno di Sardegna notevolmente ingrandito territorialmente, con le regioni d'Italia più ricche (eccettuata la Sardegna), più popolose e industrializzate. Anche nel neonato Regno d'Italia, quindi, i Savoia faranno la voce grossa e avranno pressoché il monopolio su politica estera e macroeconomia. Ma, al fianco della Sardegna, gli altri Stati sopravvivranno con relative autonomie. Non è proprio federalismo, ma qualcosa di molto simile. Vantaggi? La questione meridionale, se non eliminata, sarà affrontata in modo molto diverso. Niente brigantaggio, niente separazione Stato-Chiesa. Un'Italia più forte e unita (nel vero senso della parola) poi non è detto che non possa dire ben presto la sua in questioni internazionali di un certo peso. Con la caduta di Napoleone III a Sédan, per l'Italia si apriranno ulteriori opportunità sullo scacchiere mediterrano. Si inizierà prima a pensare a delle colonie (battendo sul tempo la Germania, soffiandole i pochi territori ancora liberi) Così anche in futuro non saremo più considerati una potenza di terz'ordine (e quindi, al Congresso di Berlino non facciamo la figura di cioccolatai!) Un'Italia più forte come potrebbe cambiare (in meglio o in peggio) gli eventi futuri? (sempre Never75)

Garibaldi Papalino. Non sempre, ma in alcuni casi le vicende della Storia sono state decide da pochi uomini e alle loro scelte personalistiche. Pensiamo ad esempio a Garibaldi. Massone, repubblicano, anticlericale e mazziniano, dedicò tutta la sua vita all'Unificazione della Penisola e alla fine del potere temporale dei papi. Riuscì a vedere entrambe le cose anche se gli effetti non furono proprio quelli sperati. Poniamo invece che, per libera scelta, Garibaldi sia un fervente cattolico e Pio IX lo scelga come capo delle sue armate (paradossalmente questa proposta gli venne davvero fatta anche nella nostra Timeline!). A San Martino e Solferino vincono comunque i franco-piemontesi. Mentre però Toscana, Parma e Modena si ribellano con successo ai rispettivi duchi e granduchi e chiedono l'annessione al Piemonte, la rivolta delle Legazioni è frenata da Garibaldi. Lo sbarco dei 1000 non avviene (anche Cavour era contrario) ma la Sicilia, appoggiata da Regno Unito e Francia, dichiara ugualmente l'indipendenza dal Regno di Napoli. Un Congresso delle principali potenze europee alla quale partecipa anche Vittorio Emanuele II che si proclama comunque Re d'Italia (anche se possiede solo 1/3 dei territori della Penisola) decide alla fine di insediare sul trono siciliano l'ex granduca Leopoldo di Toscana, anche se il regno diventa de-facto un protettorato inglese.Allo stesso tempo Francia e Italia stipulano un accordo nel quale viene stabilita sia l'integrità dello Stato Pontificio che di quello Borbonico. Intanto Pio IX è costretto più dalle circostanze che altro a concedere delle riforme simili a quelle già emanate in precedenza, prima dei fatti del '48. Nel 1866 il Regno d'Italia (più debole e ancora sotto stretta tutela francese in questa Home Line) accetta la mediazione di Napoleone III che, in cambio della neutralità nel conflitto austro-prussiano, gli frutta il Veneto. L'Austria è libera di combattere su due fronti e la Prussia, sconfitta a Sadowa deve cedere la Slesia. Bismarck è costretto a dare le dimissioni. Il Veneto viene quindi ceduto a Napoleone III che lo cede a sua volta al Regno d'Italia ma con un patto segreto circa l'integrità dello Stato Pontificio. Nino Bixio tenta lo stesso il colpaccio: nel 1867 con un corpo di volontari fa per attaccare le Marche partendo dalla Toscana, ma viene intercettato dal Garibaldi che lo annienta. Bixio stesso viene catturato e fucilato. Ovviamente Vittorio Emanuele II finge di non saperne nulla. Garibaldi, ormai anziano, riceve onori e riconoscimenti dal papa Pio IX e decide di passare gli ultimi anni, sazio di ricchezze, nell'isola di Ponza, facendo sì che sia il figlio maggiore a ereditare l'ambìta carica di generale in capo degli Stati Pontifici. La situazione dell'Italia è più o meno quella di Plombiéres. Quattro Regni: Italia, Stati Pontifici, Regno di Napoli e Regno di Sicilia oltre alla piccola repubblica di San Marino, enclaves dello Stato Pontificio, e a Malta che è una colonia britannica. In Europa la Francia è ancora la padrona del Continente mentre gli Asburgo faticano a mantenere uniti i loro numerosi territori specie l'Ungheria. La Prussia si deve rassegnare a rimanere, come l'Italia, una potenza di second'ordine. (ancora Never75)

Gli austriaci a Torino. Il generale austriaco Ferencz Gyulai, invece di adottare la tradizionale tattica attendista austriaca, per la serie "ritiriamoci nel quadrilatero e qualcosa accadrà", insomma una specie di catenaccio e contropiede, decide di attaccare subito, prima dell'arrivo di Napoleone III. Prendendo di sorpresa i piemontesi, ce la farà a conquistare Torino? Se sì, Camillo Cavour e Vittorio Emanuele II fuggono a Cagliari dove il Re Galantuomo resta padrone della sola Sardegna (oltre che nominalmente di Cipro, Gerusalemme, ecc.) A questo punto Napoleone III cambia bandiera e si accorda con Francesco Giuseppe: Savoia, Nizza e Val d'Aosta vanno alla Francia, Piemonte e Liguria all'Austria. Cavour ci riproverà? Se sì, con quale alleato, dopo il voltafaccia del terzo Napoleone? Magari con il Regno Unito, seccato dai guadagni territoriali di Francia e Austria, e desideroso di mettere le mani sulla Sicilia in cambio dell'appoggio all'unità d'Italia? (pensata da William Riker)

San Martino e Solferino/1. A San Martino e Solferino, i franco-piemontesi riescono a vincere in maniera molto più decisiva contro gli austriaci, vuoi perché non piove e i due eserciti alleati si possono riunire, vuoi perché lo stesso Imperatore Francesco Giuseppe (che partecipò direttamente alle ultime fasi della guerra), muore in battaglia. Come si evolve la situazione? Con l'esercito austriaco allo sbando, tanto Cecco Beppe quanto un suo successore, probabilmente il fratello Massimiliano, pone fine subito alla Guerra accettando anche condizioni di pace più drastiche, ed a Villafranca anche il Veneto viene annesso subito dai Savoia. A questo punto cosa ci potrebbe promettere Bismarck nel 1866 per accettare la sua alleanza? Il Trentino? L'Istria? Avremmo accettato? Potrebbe forse proporre un'alleanza a qualche altra Nazione per attaccare l'Austria su due fronti? La Russia? Oppure un successore più lungimirante di Cecco Beppe evita tout-court la guerra con la Prussia e viene a più miti consigli con Bismarck. Anche la Francia, avendo vinto una guerra in modo molto più incisivo, accentua di molto il suo protettorato sul neonato Regno d'Italia. Di conseguenza ci alleiamo con la Francia (e forse l'Inghilterra) a metà Ottocento anziché con Prussia ed Austria, le quali a loro volta si vincolano maggiormente alla Russia fondando con lei la "Triplice Alleanza". A questo punto a metà Novecento una probabile Guerra Mondiale, che scatta però per un motivo diverso, vede schierata la Russia accanto agli Imperi Centrali mentre Francia, Gran Bretagna ed Italia nello schieramento opposto. In tali condizioni non è difficile prevedere una vittoria per gli Imperi Centrali (ancora Never75)

San Martino e Solferino/2. A Solferino non piove e Francesco Giuseppe ha un giorno prima le informazioni sul movimento delle colonne piemontesi e francesi. Riesce a disporre meglio le sue truppe, e le scariche dei fucili Lorenz fanno strage di nemici. A fine serata gli austriaci hanno vinto la sanguinosa battaglia di Solferino, e con essa la seconda guerra di indipendenza. Un esito della battaglia di questo tipo, mostrando l'inutilità delle cariche di baionetta, anticiperà l'introduzione dei metodi della Grande Guerra. Alla pace di Vienna, grazie all'intercessione della Francia, il Piemonte riesce a conservare quasi tutti i suoi territori, mentre la geografia italiana rimane invariata. Tuttavia il Piemonte non ha più un ruolo preminente nel panorama politico italiano, e patrioti come Garibaldi sono obbligati ad emigrare in America. Intanto i Borbone in Campania avviano numerose riforme più o meno riuscite, mentre i granduchi di Toscana, intimoriti dai Piemontesi, gettano le basi di un regime sempre più militarista. I diversi paesi riescono tuttavia a tirare avanti senza conflitti fino al 1914, anno in cui tutta l'Italia, ad eccezione della Chiesa, neutrale, e del Piemonte, con i Francesi, entra in guerra accanto agli imperi centrali. Il Piemonte riesce a tenere contro gli altri stati italiani fino al 1916, quando gli Austro-Toscani prendono Nizza e penetrano in Francia. Intanto la flotta borbonica, insieme a quella austriaca, riesce a trasformare il Mediterraneo in un lago della Triplice. La Francia si arrende nel 1917, quando il sud va perduto. In Italia niente cambia tranne la Sardegna, che deve cedere Novara, e la flotta napoletana, che riceve metà dei bastimenti francesi, diventando la seconda al mondo dopo quella tedesca. Nel dopoguerra la Crisi di Wall Street colpisce duramente l'Europa e l'Italia, portando un oscuro intrigante, certo Benito Mussolini, al potere nel regno di Sardegna, come Primo ministro a fianco del re Vittorio Emanuele III, ed Adolf Hitler diventa Führer dell'Austria-Ungheria. L'Italia è sempre più preoccupata dall'espansionismo sardo, che annette Piacenza e l'Emilia, ma anche dall'espansionismo hitleriano, che sempre di più si interessa all'Italia cercando un'alleanza con la Sardegna di Mussolini. Corre l'anno 1939 e la guerra è alle porte, con un'Austria-Ungheria onnipotente che ha invaso la Polonia tedesca, sottomettendola rapidamente. Come prosegue la storia? (un'idea di Maggioriano)

Meglio che niente. Gli accordi di Plombiéres entrano in atto, la guerra porta all'occupazione piemontese del Lombardo Veneto, di Parma, Modena, Piacenza e Reggio. Nasce il Regno d'Italia Settentrionale sotto Re Vittorio Emanuele II. Alla conferenza di pace viene predisposta la creazione di un Regno dell'Italia Centrale, o Regno d'Etruria: la Toscana, le Marche e l'Umbria vengono unite sotto il governo di Napoleone Gerolamo Bonaparte detto "Plon Plon" marito di Maria Clotilde di Savoia. Al sud, dopo la morte di Ferdinando II, i franco-piemontesi predispongono la successione di Luciano Murat, scalzando i Borboni, mentre la Sicilia va ad Amedeo, figlio cadetto di Vittorio Emanuele II, che così non tenterà mai l'avventura spagnola. Al Papa rimangono solo il Lazio e Roma con la presidenza onoraria della confederazione Italiana. Come cambia la storia del Bel Paese? (se lo chiede Alessio Benassi)

Nizza, bel suol d'amore. Come ci sentiremmo noi se un nostro amico ci desse la metà di quanto a lui richiesto, ma pretendesse l'intero compenso con lui pattuito? Eppure così accadde nella Seconda Guerra d'Indipendenza, quando Napoleone III offerse inopinatamente l'armistizio a Francesco Giuseppe, avendo conquistato la sola Lombardia e non le Venezie come deciso a Plombiéres, ma poi pretese in cambio tanto Nizza quanto la Savoia. In pratica il regno sabaudo aumentò la propria superficie di 20.000 Km quadrati, ma ne perse più di 10.000. Supponiamo che Cavour, il quale è sempre stato fieramente contrario all'armistizio di Villafranca, accetti di cedere alla Francia la Savoia, ma non Nizza, affermando che il pagamento per la Lombardia era più che sufficiente. Come cambia la storia d'Italia? Nizza passerà alla Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale, o la terremo fino al presente? Briga e Tenda sono dei paesini, ma annettersi un'intera provincia sarebbe stato più complicato, del resto nello stesso periodo la Francia non è riuscita ad ottenere neanche la Saar, che pure ha amministrato per 15 anni. A questo punto viene però spontanea una domanda: se Nizza oggi fosse italiana, a che regione apparterrebbe? Dovrebbe essere piemontese; dopotutto, era lo sbocco al mare dei Savoia. E l'Occitano (che si parlava nel Nizzardo) in Italia è parlato soprattutto in Piemonte (un'altra idea pazza di William Riker)

Sedan anticipata. Napoleone III continua la Seconda Guerra d'Indipendenza anche dopo le sanguinose battaglie di San Martino e Solferino. Probabile intervento prussiano che occupa l'Alsazia-Lorena (nella nostra Timeline già l'esercito prussiano si apprestava a varcare il Reno). Napoleone conclude un armistizio con Francesco Giuseppe e corre al Nord dove viene catturato a Sédan, cade il Secondo Impero con una decina d'anni d'anticipo e la situazione in Europa è più confusa che mai. A questo punto la Gran Bretagna si interpone per fare da paciere (se non lei, chi altri lo potrebbe fare?) Il Regno di Sardegna è reintegrato dei suoi domini con in più la Lombardia (che comunque gli Austriaci non riuscirebbero a mantenere), in compenso nelle legazioni e granducati ritornano i legittimi sovrani. La Prussia si annette l'Alsazia e parte della Lorena ma alla Francia non vengono poste condizioni particolarmente umilianti; riavvicinamento tra Francia ed Austria. A Napoli ed a Roma il Papa ed i Borboni sono costretti a concedere delle riforme ed al Sud, dopo la morte senza eredi degli ultimi Borboni, viene insediata un'altra monarchia, di origine tedesca o inglese. Più avanti i Savoia "acquistano" il Veneto dagli Asburgo rimpinguando alquanto le scarse finanze austriache. Nel frattempo la Repubblica Francese si "distrae" compiendo diverse conquiste coloniali. Così la Prussia ed il Piemonte si ingrandiscono di molto ma non riescono ad unificare le rispettive "espressioni geografiche" (Germania ed Italia), e così la situazione in Europa rimane maggiormente in stallo (di nuovo Never75)

Dunant. Henry Dunant non assiste alla Battaglia di Solferino, e pertanto non gli viene l'idea di fondare la Croce Rossa. Innanzitutto le guerre successive mieteranno (se possibile) ancora più vittime. Secondo punto: l'idea di Dunant viene ripresa da qualche imprenditore privato che usa il servizio di assistenza ai feriti come un business, appaltando i servizi di infermieri, medici, ambulanze ecc. ai migliori offerenti, e ricavandone ottimi profitti. Immaginiamo le conseguenze nelle guerre odierne! Qualche astuto imprenditore potrebbe addirittura far scatenare apposta delle guerre tramite attentati, visti i tempi, per lucrarci su con gli appalti (Never75 è molto interessato a questo tema)

Le Legazioni legate al Papa. Fa un po' specie che la cattolicissima Austria, braccio armato del Papa per via della vicinanza delle Legazioni, nel 1859 non sia minimamente intervenuta per difendere l'integrità di quel poco che era rimasto di Stato Pontificio. Forse Cecco Beppe ce l'aveva ancora con Pio IX per la sua partecipazione alla Guerra del 1848? Mettiamo invece che l'Imperatore punti i piedi: è probabile, anzi probabilissimo, che molte altre Nazioni Cattoliche facciano lo stesso. Non solo la Baviera e il Belgio, ma pure Spagna, Portogallo e perfino il lontano Brasile si oppongono alla cosa. Il re allora è costretto a rimandare l'invasione a tempi più maturi e il papa rimane. Fino a quando, però? (ancora Never75)

O' Franceschiello. Il 22 maggio 1859 morì Ferdinando II, sovrano delle Due Sicilie, e gli succedette il figlio Francesco II, che aveva avuto da Maria Cristina di Savoia: "Franceschiello", come era soprannominato il nuovo re perchè aveva solo 24 anni, era dunque cugino di Vittorio Emanuele II, ed era sposato con Maria Sofia Amalia di Wittelsbach, sorella della più nota imperatrice d'Austria Sissi. Il 4 settembre 1859 il primo ministro Carlo Filangieri, principe di Satriano e Duca di Taormina, 75 anni, visto l'esito della Seconda Guerra d'Indipendenza e avendo compreso che le cose si mettevano male per le Due Sicilie, presentò un progetto di costituzione, ma Francesco II lo respinse, dimostrando di essere figlio di tanto padre. Napoleone III allora inviò a Napoli il generale Roguet per convincere Francesco II a concedere la sospirata costituzione, ma il re, caparbio, rifiutò di nuovo. Ma che accade se Franceschiello è più oculato, o non ha sposato una principessa così compromessa con la corona austriaca, dà retta a Filangieri o a Roguet, e accetta? Il Re delle Due Sicilie firma un Atto Sovrano con cui restaura la Costituzione del 1848, concede l'amnistia per i reati politici, introduce il tricolore come bandiera nazionale ed annuncia la volontà di concedere ampia autonomia alla Sicilia, unita a Napoli solo nella persona del Re. Infine incontra suo cugino, il re di Sardegna, nella reggia di Caserta ed accetta la sua proposta di dividere l'Italia in un Regno del Nord ed un Regno del Sud, lasciando al Papa solo Roma e il Lazio. Pio IX si ribella ma Napoleone III dà il suo assenso, e le truppe sabaude sconfiggono quelle pontificie a Castelfidardo, annettendo Umbria e Marche al Regno di Sardegna, mentre le province di Fermo e di Ascoli Piceno vengono unite alle Due Sicilie. Unione Doganale tra il Regno del Nord e il Regno del Sud; Cavour sposta la capitale a Firenze, il regno settentrionale resta alleato con la Francia mentre quello meridionale abbandona l'alleanza con l'Austria per quella con l'Inghilterra. Francesco II di Borbone sposa inoltre Maria Clotilde di Savoia, 18 anni, figlia di Vittorio Emanuele II, che ha fatto annullare il suo matrimonio con il libertino Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte, fratello di Napoleone III e reo di averla tradita più volte. Franceschiello aiuta Vittorio Emanuele II nella III Guerra d'Indipendenza, e la sua flotta evita il disastro di Lissa. L'Italia si avvia così verso un periodo di relativa tranquillità e sviluppo economico, ma come reagiranno mazziniani e garibaldini? Con attentati e guerriglia, probabilmente, ma una buona azione diretta a scompaginarne le fila, attraverso oculate misure di infiltrazione, potrebbe risolvere il problema. Mazzini perpetua il suo esilio, Garibaldi va ramingo (e ramengo) a fare il soldato di ventura intorno al globo, magari durante la Guerra di Secessione Americana. Il regno del Nord avrà uno sviluppo simile a quello del Regno d'Italia della nostra Timeline, compresa la partecipazione alle due guerre mondiali, mentre il Sud conoscerà un'evoluzione simile a quella della Spagna, compresa una guerra civile, con intervento di volontari dal Nord d'Italia e dal resto d'Europa. Oggi l'Italia Meridionale è relativamente prospera, come la Spagna e l'Irlanda odierne, all'interno dell'Unione Europea. Il sud però potrebbe anche finire come la Serbia, con tanto di secessione della Sicilia... (proposta da William Riker)

La guerra del maiale scoppia davvero. Si sa che la storia è piena di guerre e battaglie scoppiate o combattute un po' per caso. Alcune di esse portano anche nomi ridicoli come "La guerra dell'orecchio di Jenkins", "la battaglia della secchia rapita", "la battaglia delle aringhe", "la guerra del calcio", ecc. La stessa rivolta dei sepoys ebbe origine da un fatto se non proprio banale, però comunque secondario. Tra questi conflitti una menzione d'onore spetterebbe alla "guerra del maiale" tra USA e Regno Unito. A metà Ottocento, l’irlandese Charles Griffin gestiva un ranch sull’Isola di San Juan, oggi nello Stato di Washington. L’uomo non poteva immaginare che la sua abitudine di lasciar razzolare i maiali fuori dal recinto avrebbe condotto a una guerra tra Stati Uniti e Regno Unito. Ma così fu: una delle bestie aveva l’abitudine di spingersi fino al vicino campo dell’americano Lyman Cutlar, per poi divorare le patate da questi coltivate con fatica. In una di queste occasioni, la pazienza dell’agricoltore si esaurì: Cutlar sparò al maiale uccidendolo, e successivamente si offrì di rimborsare a Griffin la somma di 10 dollari. Ma l’irlandese, indignato, ne chiese almeno 100. Al che Cutlar pose fine alle trattative, dichiarando che il maiale si trovasse illegalmente sulla sua proprietà. La situazione raggiunse un climax inaspettato quando le autorità britanniche tentarono di arrestare Cutlar. L’arcipelago di San Juan, infatti, era oggetto di disputa tra USA e Canada britannico, dato che un’ambiguità presente nell’Oregon Treaty (1846) non ne definiva chiaramente la sovranità. In sostanza, sia britannici che americani rivendicavano San Juan quale legittimo territorio, tanto che i coloni statunitensi si rivolsero al proprio esercito per opporsi all’arresto di Cutlar. Il distaccamento dell’Oregon rispose inviando 66 militari, ai quali seguì l’intransigente reazione della Royal Navy: tre navi da guerra. L’escalation continuò, finché nel 1859 non finirono per fronteggiarsi 460 soldati americani, armati di 14 cannoni, e 2.140 soldati britannici, dotati di 5 navi da guerra. Nota la citazione attribuita nel frangente al capitano statunitense George Pickett: «La renderemo una nuova Bunker Hill». Fortunatamente, gli ordini dei rispettivi comandi militari non furono affatto così aggressivi: entrambe le nazioni intimarono ai propri uomini di reagire per sola difesa, e non sparare il primo colpo. I soldati di entrambi gli eserciti andarono così avanti a insultarsi a vicenda per giorni, nel tentativo di indurre il nemico a scatenare lo scontro armato; prevalsero però sangue freddo e buon senso e nessun colpo fu sparato. Nel frattempo, i due governi decisero di spegnere subito la miccia e concordarono nel ridurre le guarnigioni a 100 uomini ciascuna. Queste rimasero tali fino alla fine dei negoziati, tredici anni dopo, e alla risoluzione pacifica – in favore degli Stati Uniti – da parte di un arbitrato internazionale. Poniamo invece che a qualche testa calda dal grilletto troppo facile inizi un'escalation, alla fine molte guerre sono iniziate così, quali conseguenze potrebbe avere un conflitto di tale portata. Ricordiamo un attimo i protagonisti. Da un lato il Regno Unito, il più grande impero coloniale del mondo e una delle più grosse marine militari, all'apice della sua potenza. Dall'altra una potenza emergente, ricca e popolosa che ha appena combattuto guerre vittoriose con il Messico raddoppiando il suo territorio. Quale delle due la potrebbe spuntare? E, soprattutto, quali conseguenze potrebbe avere sulla politica interna di entrambi i Paesi? Siamo nel 1859, a un passo dalla Guerra Civile Americana e dalla spedizione dei Mille... (sempre Never75)

Titusville, Pennsylvania. Nel 1859 la Pennsylvania Rock Oil Company incaricò Edwin Drake di provare ad estrarre per la prima volta petrolio dal sottosuolo (prima di allora lo si raccoglieva in pozze a cielo aperto) presso il villaggio di Titusville, in Pennsylvania. Inizialmente gli sforzi sembrarono vani e la compagnia, esasperata dai continui esborsi di denaro, ordinò a Drake di interrompere le trivellazioni. La lettera arrivò a Drake il 27 agosto, ma il pomeriggio di quello stesso giorno la trivella entrò in un giacimento a 21 metri di profondità, ed ebbe inizio la civiltà del petrolio. Ma che accade se Drake riceve prima la lettera della compagnia e quel giorno di tarda estate sospende le ricerche prima di arrivare al giacimento? (ideata da Enrica S.)

His body goes marching on. Il 16 ottobre 1859 John Brown, in prima fila per l'abolizione della schiavitù, insieme a 20 suoi seguaci tentò di sollevare una rivolta armata di schiavi neri conquistando l'arsenale militare di Harpers Ferry, in Virginia. Purtroppo egli fu sconfitto da un distaccamento di marines americani guidati dal colonnello Robert E. Lee, il suo tentativo fallì e gli schiavi che avrebbero tratto vantaggio dal successo dell'azione non mossero un dito, per timore delle rappresaglie dei bianchi. Ferito, John Brown fu catturato e successivamente impiccato il 2 dicembre 1859 nella vicina Charles Town; per i neri d'America egli resta tuttora un vero e proprio idolo, e in suo onore fu composta la celeberrima « Glory, glory, hallelujah... » Ma che accade se la sua azione ha successo, egli riesce ad armare gli schiavi neri che si sollevano in massa, e al posto della Guerra di Secessione scoppia una grande rivolta della popolazione afroamericana? Arriveremo davvero alla creazione della "Repubblica di Nuova Africa" vagheggiata negli anni sessanta del Novecento? (la solita Enrica S.)

La seconda moglie di Garibaldi. Il 24 gennaio 1860 a Fino Mornasco (CO) l'Eroe dei Due Mondi, che aveva 52 anni, sposò la diciottenne Giuseppina Raimondi. Subito dopo la cerimonia però Garibaldi ricevette una lettera anonima, la quale lo avvertì che la giovane sposa attendeva un figlio non suo. Avuto conferma dalla donna del suo tradimento, il generale la schiaffeggiò e la piantò in tronco; il nizzardo otterrà l'annullamento del matrimonio solo nel 1879, quando ormai si sarà già da tempo consolato con Francesca Armosino. Ma che accade se il matrimonio regge, il generale decide di appendere la camicia rossa al chiodo e di vivere come ricco proprietario terriero nel comasco, anziché nella sua ventosa Caprera? Come cambia la storia d'Italia senza la spedizione dei Mille? (ancora Enrica S.)

Il Secondo Murat. Dopo la salita al potere di Napoleone III, nel Regno delle Due Sicilie nacque una corrente politica nota come Murattismo, sostenuta blandamente e senza neanche troppa convinzione dallo stesso Imperatore francese. I suoi sostenitori (il principale era Aurelio Saliceti) propugnavano un'unificazione "limitata" dell'Italia: il nord sarebbe stato unificato dai Savoia, al centro sarebbe rimasto intatto lo Stato Pontificio e al sud la dinastia dei Borbone sarebbe stata sostituita da quella dei Murat, dando vita al Regno Murattiano delle Due Sicilie, in cui sarebbero state importate le innovazioni amministrative e sociali francesi. Il primo re murattiano sarebbe dovuto essere Luciano Murat, secondogenito di Gioacchino. Il problema è che questo movimento aveva praticamente tutti contro all'interno del Regno delle Due Sicilie: democratici, filopiemontesi, la maggioranza dei patrioti napoletani e siciliani... Anche Guglielmo Pepe e Giuseppe Pisanelli dopo un iniziale interesse si discostarono da questa ideologia. Il movimento cercò anche di far sentire la sua voce nel Congresso di Parigi in seguito alla Guerra di Crimea, ma senza successo. Ma supponiamo che Garibaldi si allei con Luciano Murat. Alla fine avevano molto in comune: entrambi massoni, entrambi emigrati negli USA. Dopo lo sbarco dei Mille, Garibaldi anziché a Vittorio Emanuele II consegna il regno a Luciano. Anche qui si crea una Federazione Italiana, simile a quella tedesca di qualche anno dopo: Vittorio Emanuele II si può comunque incoronare come re d'Italia, ma Murat mantiene titoli e autonomia interna nel suo Stato. Gli altri Paesi europei preferiscono questa soluzione intermedia all'annessione vera e propria del Piemonte (è di Generalissimus)

Mille e non più Mille/1. La famosa spedizione di Garibaldi semplicemente non avviene. Possiamo immaginare che, mentre fervono ancora i preparativi, l’intera faccenda (compresi i legami tra Garibaldi e il governo sabaudo) venga alla luce. Austria e Russia dichiarano che riterranno il Regno di Sardegna responsabile per ogni aggressione al Regno delle Due Sicilie, Napoleone III non è intenzionato a rientrare in guerra a solo un anno di distanza e Cavour, che non era entusiasta all’idea di annettere il Meridione, capisce da che parte gira il vento e annulla tutti i piani. Garibaldi, stizzito, emigra in America, dove diverrà generale unionista nella Guerra di Secessione. Torino comunque ottiene nel 1860 un piccolo ingrandimento territoriale: con il pretesto di reprimere una rivolta causata ad hoc da agenti sabaudi, l’esercito piemontese occupa Umbria e Marche e, dopo un plebiscito, le annette. L’opinione pubblica internazionale è ancora scossa dal massacro di Perugia dell’anno precedente e non si muove; inoltre Cavour chiarisce a Napoleone III che, se si vuole che l’indipendenza dello Stato della Chiesa sia rispettata, è meglio che questo si estenda al solo Lazio, senza che il papa aspiri a un ormai irrimediabilmente anacronistico predominio nell’Italia Centrale. Visto inoltre che il nuovo stato corrisponde, grossomodo, alla parte italiana del Sacro Romano Impero, il Regno di Sardegna ritiene di potersi ormai dichiarare Regno d’Italia; Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie protestano, perché anche loro si trovano nella penisola italiana, ma la nuova denominazione viene accettata dalle grandi potenze, che ritengono che ormai Torino aspiri solo all’Italia Settentrionale. Come prosegue la storia d'Italia fino al presente? (ideata da Toxon, che alla sua domanda ha fornito questa risposta)

Mille e non più Mille/2. Nino Bixio (in realtà il suo cognome ligure si legge "Bijio" con la j francese) rischiò di mandare all'aria lo sbarco in Sicilia con la sua imperizia e la sua irruenza. La notte fra il 10 e l'11 maggio 1860 il "viceGaribaldi" era al timone del "Lombardo", vaporetto stracarico di 627 guerriglieri in camicia rossa, e puntava decisamente verso il porto di Marsala a fari spenti, quando all'improvviso vide spuntare un'altra nave a luci spente. Poteva essere un'imbarcazione da guerra borbonica? Quella specie di Sandokan genovese ordinò di speronare quel vascello, e solo in extremis si accorse che si trattava del "Piemonte", l'altro vascello dei garibaldini, che trasportava l'altra metà dei Mille, incluso Garibaldi, il quale, avendo perso di vista il "Lombardo", lo stava cercando nella notte. Il "Piemonte" evitò l'impatto per un pelo e, secondo il racconto del testimone oculare Giuseppe Cesare Abba, nel buio si udì un urlo con accento nizzardo: « Capitan Bixio, volete mandarmi a fondo? » Ora, che accade se l'impatto avviene ed entrambi i navigli colano a picco? (questa è di Enrica S.)

Mille e non più Mille/3. Proprio quando i garibaldini stanno per essere sterminati a Calatafimi dai cacciatori del maggiore Sforza, l'ufficiale ricevette l'ordine di ritirarsi dal generale borbonico Landi. Il motivo? Un pagherò di 14.000 ducati gentilmente offerto da Garibaldi e da Nievo (pagherò che peraltro risulterà falso). Ma se Sforza fa finta di non aver inteso l'ordine? (ideata da Rivoluzionario Liberale)

Mille e non più Mille/4. I Garibaldini vengono sconfitti, vuoi perchè la flotta inglese non gli appoggia, vuoi perchè i baroni Napoletani rimangono fedeli a re Francesco, vuoi perché Garibaldi resta ucciso nella battaglia di Calatafimi, vuoi per altri motivi, Gaeta segna la sconfitta di Garibaldi, i Borbone tengono il trono di Napoli e l'Italia rimane divisa perlomeno fino alla Ia guerra mondiale, quando i Savoia, schieratisi con i Francesi, ottengono il mandato sopra l'Italia (proposta da Filobeche e da Enrico Pellerito)

Mille e non più Mille/5. Lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, e poi la facilità con la quale prende l'isola, provocano una grave crisi nervosa a Francesco II. La moglie Sofia di Baviera è proclamata reggente. Opera subito un repulisti di massoni e carbonari tra le forze armate e la pubblica amministrazione. La figura della novella Giovanna d'Arco rinvigorisce le truppe borboniche. Vestita da generale, stile Lady Oscar, guida personalmente le truppe ala carica. Che accade? (è del Marziano)

Mille e non più Mille/6. « Ecco un sogno che ho fatto qualche anno fa ma che mi è venuto in mente di recente. Sognai che ero a scuola e che, aprendo un libro di storia, il professore ci faceva lezione su Garibaldi. Fin qui nulla di strano, ma poi ci disse che Garibaldi si era rivoltato ai Savoia ed aveva costituito una repubblica nel Sud Italia, mentre Vittorio Emanuele II e Cavour, dopo aver occupato gli staterelli Italiani, venivano sconfitti da Garibaldi a Castelfidardo nelle Marche. Ma il bello deve venire: Cavour chiama in soccorso l'impero Ottomano che sbarca in Puglia e la conquista... » (un sogno ucronico di Filobeche!!)

Mille e non più Mille/7. Garibaldi con i Mille non fa vela verso le Due Sicilie, ma verso la sua città natale, Nizza, e la fa sollevare contro i Francesi. La rivolta si estende in Savoia e nei vecchi possedimenti dei Savoia dell'Oltre Rodano. Le sollevazioni si estendono anche a Nord, verso Alsazia, Lorena e Belgio sud-orientale, finché Garibaldi proclama la Repubblica di Lotaringia, con capitale Nizza, estesa dal Tirreno al Mare del Nord (grazie al Marziano)

Mille e non più Mille/8. Garibaldi, dopo la beffa di Teano, manda a quel paese i Savoia, fa dietrofront e si autoproclama Console di Trinacria, sottraendo la Sicilia ai Savoia e rinnovando i suoi fasti di ardente repubblicano. Il dubbio gli sarà venuto qualche volta. Visto l'ascendente che ha, non è difficile per lui farlo davvero, tanto più che agli Inglesi ed ai Francesi fa ancora più comodo avere una Sicilia indipendente e staccata dall'Italia. Per i siciliani le cose sarebbero andate un po' meglio in futuro: ci sarebbe stata senz'altro meno delinquenza e corruzione, e forse maggiore ricchezza (se lo augura Never75)

Mille e non più mille/9. A Bronte, Nino Bixio non spara sull'avvocato Lombardo e sui cafoni, ma sui nobili, memore degli avvertimenti di Pisacane. Come reagirà Cavour e i maggiorenti d'Europa? E i Nelson, influenti politici inglesi e maggiorenti di Bronte (pensar male sarà anche brutto...)? La confederazione proposta da Cavour a Franceschiello potrebbe tornare in auge, ma come affronteranno i Padri della Patria il moto proto-socialista dei Briganti? (è di aNoNimo)

La fatal Castelfidardo. La mattina del 18 settembre 1860 l'esercito pontificio sbaraglia quello sabaudo. Trascurando gli effetti psicologici, politici e di propaganda della sconfitta piemontese, le truppe di Cialdini non possono soccorrere Garibaldi, e quindi la situazione al Sud si complica per l'Eroe dei Due Mondi. Che accade? (pensata da Lord Wilmore)

La Seconda Repubblica Romana. Nel 1860 Mazzini, che ha organizzato un suo esercito personale, sbarca nello Stato della Chiesa combattendo contro le truppe del Papa e sconfiggendolo. Roma viene occupata, il Papa Pio IX fugge in Francia a Vienna. Viene ricostituita la Repubblica Romana sotto la presidenza di Mazzini; intanto i moti indipendentisti si allargano in tutta la penisola italiana cacciando gli austriaci a nord e i Borboni a sud. Le truppe romane mazziniane invadono il Granducato di Toscana. Nel 1862 il Regno Lombardo-Veneto crolla sotto i colpi della Repubblica Romana, ed anche il re Francesco II fugge in Sicilia. Dopo aver annesso e conquistato tutti gli stati che da secoli dividevano l'Italia, cacciando il re Vittorio Emanuele II: Sardegna, Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta vengono annessi, mentre la Savoia resta a Vittorio Emanuele, sotto protettorato francese. Mazzini insieme a Garibaldi proclama la Repubblica Italiana unitaria, democratica e indipendente. Nel 1870 il Papa Pio IX ritorna a Roma dove, secondo i patti stipulati dall'Italia, nasce la Città del Vaticano sotto la sovranità papale. Viene fondato subito un Partito Popolare di ispirazione cattolica che prenderà il potere in luogo dei Liberali, abolirà la pena di morte, introdurrà il suffragio universale maschile e femminile ed entrerà in frizione con la Franca della III Repubblica, dichiaratamente massone. L'Italia si industrializza anche se con molte crisi, impone dei protettorati in Albania, Tunisia (con gran scorno della Francia), Libia, Eritrea e Somalia. Nel 1914 l'Italia scende ovviamente in guerra con la Triplice alleanza (Germania e Austria), ma perde e Sardegna e Val d'Aosta vanno alla Francia, Sicilia e isole Tremiti all'Inghilterra. La Repubblica Italiana viene accusata della sconfitta; nel 1919 una rivoluzione spartachista, guidata dal comunista Benito Mussolini, tenda di imporre un regime spartachista (come Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht in Germania), ma Benito viene sconfitto, ucciso e gettato nel Tevere. I vincitori dell'Intesa si dividono, perchè la Francia vorrebbe consegnare la Repubblica ormai abbattuta ai Savoia, mentre gli inglesi vorrebbero imporre una nuova Repubblica come in Germania ed Austria. Come andrà a finire? (un'idea di Ainelif e di William Riker)

La spunta Napoleone. Poniamo che, a seguito della confusione seguita tra lo sbarco dei Mille e l'intervento diretto dei Savoia, Napoleone III imponga a Cavour e Vittorio Emanuele II la soluzione che assegni alla Francia Sardegna, Elba e Liguria in cambio dell'annessione savoiarda di Umbria, Marche ed ex Regno delle Due Sicilie, ovviamente il tutto sancito dai soliti plebisciti-burletta. Napoleone III può gongolare: i confini della Francia aumentano enormemente e, mettendo un piede anche al di là delle Alpi, rende il neonato regno d'Italia in pratica uno Stato vassallo, eguagliando l'opera dello zio a un costo quasi irrisorio. Perfino ciò che rimane dello Stato Pontificio è nei fatti un'enclave francese. Nella susseguente guerra austro-prussiana i Savoia si annetteranno comunque Venezia, per cui anche loro sono parzialmente soddisfatti. Sarebbe da vedere come i successori di Cavour sappiano gestite l'ingombrante presenza/tutela francese. Con una Francia così forte, forse anche Bismarck ci andrebbe più cauto e la Germania nasce pure essa amputata, limitandosi alla Confederazione del Nord. La Baviera (cattolica) preferisce mantenersi alleata di Napoleone III come lo fu del suo zio, specie se è Napoleone III ad allungare le mazzette a Ludwig per fargli costruire i suoi castelli. In pratica avremmo di nuovo la Francia padrona del Continente con una grande estensione territoriale ben radicata nel Mediterraneo, con Regno d'Italia, Stato Pontificio e Baviera a Stati satelliti. L'Austria sempre più in crisi, la Prussia non così potente e l'Inghilterra distratta dalle colonie (proposta da Never75)

Le Leggi Minghetti. Cavour diede l'incarico a Minghetti di studiare un progetto di decentralizzazione dell'amministrazione del Regno d'Italia, che portò alla formulazione di quattro progetti di legge. Essi contemplavano la spartizione del Regno in Regioni, Province, Circondari e Comuni, con il sindaco eletto e non di nomina regia. Ogni organismo avrebbe avuto delle competenze svincolate dall'amministrazione centrale. In particolare le Regioni avrebbero avuto la totale autonomia legislativa e finanziaria per quanto riguarda i lavori pubblici, la sanità, la pubblica istruzione, le opere pie e l'agricoltura; allo Stato sarebbero spettate la difesa, la politica estera, i grandi servizi di utilità nazionale (ferrovie, porti, poste e telegrafi), nonché il compito di vigilanza e controllo sull'operato degli enti locali. Inoltre sarebbe aumentata la base elettorale. Nel marzo del 1861 purtroppo le proposte di Minghetti furono bocciate, preferendo il modello "prefettizio" e centralista. Ma se invece le Leggi Minghetti sono approvate? Un'Italia Federale sarà assai simile alla Germania, con uno sviluppo più armonioso e meno sbilanciato. Forse il divario Nord-Sud non sarà così acuto né insormontabile. E forse non ci sarà nemmeno il fascismo, che presupponeva un accentramento del potere che non sarebbe andato giù agli italiani. Sicuramente i vantaggi a lungo termine saranno consistenti. Uno per tutti: avendo già uno Stato Federale ci risparmieremo la nascita della Lega Nord (pensata da Never75)

Confoederatio Italica/5. Camillo Benso Conte di Cavour, il vero artefice dell'Unità d'Italia e sicuramente uno dei nostri politici più valenti, morì improvvisamente di malaria appena cinquantunenne il 6 giugno 1861, pochissimi mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia che lui così faticosamente riuscì a creare. Supponiamo allora che Cavour non muoia nel 1861 ma si riprenda e regga, direttamente o indirettamente, il Regno d'Italia ancora per un decennio circa. Il conte, astuto e machiavellico stratega ma anche intelligentissimo diplomatico, intuisce che un Regno creato praticamente dal nulla, grazie all'intervento di Francia ed Inghilterra, non può durare a lungo se non gli si offre un'adeguata base. Pertanto elabora una possibile Nuova Costituzione del Regno di tipo Federalista, in cui lo Stato Sabaudo verrebbe in pratica diviso in 7 Province (autentiche eredi degli antichi stati preunitari) in modo che ognuno di essi mantenga leggi, usanze ed economie proprie, mentre allo Stato Centrale spetterebbero difesa, parte del Fisco e Politica Estera. Un tale abbozzo fu effettivamente proposto alla Camera tre anni dopo (nel 1864), ma non riuscì a passare anche per colpa di inetti ed ignoranti politici, mentre se il Conte fosse sopravvissuto, con la sua influenza sul re, sarebbe riuscito senz'altro a farlo approvare e applicare. Un'altra proposta di Cavour era che Vittorio Emanuele II assumesse contemporaneamente i titoli di Re d'Italia (Nord, Sardegna e centro) e Re di Napoli (Italia del Sud e Sicilia), mantenendo però la diversità delle due corone, esempio che verrà seguito da Francesco Giuseppe e nella sua Duplice Monarchia; ma anche di questa proposta, dopo la morte del Primo Ministro, non se ne fece nulla. Sicuramente però se fossero state attuate allora, queste modifiche costituzionali avrebbero permesso una maggiore integrazione delle diverse realtà italiane, e ne avrebbero al tempo stesso rispettato le autonomie e particolarità. La soluzione di "accentramento" che invece fu attuata non solo divise ulteriormente le due parti della Penisola tra loro (vedi brigantaggio), ma al tempo stesso ne impedì l'interazione facendo sembrare - e per certi versi fu effettivamente così - l'Unità d'Italia una vera e propria annessione da parte dei Savoia del resto della Penisola. Ma la probabile influenza di Cavour non si sarebbe limitata alla politica interna; dati ad esempio i suoi ottimi rapporti con l'Impero Francese e ad al tempo stesso con Bismarck, avrebbe se non altro limitato drasticamente ulteriori conflitti sul suolo europeo. Sarebbe riuscito per vie diplomatiche ad assicurare il Veneto all'Italia senza ulteriori guerre, avrebbe forse impedito la Guerra Franco-Prussiana, che fu la causa di ulteriori conflitti negli anni successivi, e grazie alla sua accorta politica economica (più ponti, strade e ferrovie, creazioni di nuove fabbriche, investimenti dall'Estero, migliore accortezza nella politica coloniale ecc.) l'Italia già alla fine dell'800 sarebbe entrata a buon diritto nel novero delle Grandi Potenze: cosa che invece, grazie alla mediocrità dei vari Crispi e Depretis, non avvenne mai (proposta da William Riker e da Never75)

Senza Cavour. Al contrario, Cavour muore improvvisamente poco prima della completa Unità d'Italia, nei mesi tra il luglio del 1859 e i primissimi anni del '60: in pratica tra l'armistizio di Villafranca e lo sbarco dei Mille. Sarebbe riuscito un altro politico a risolvere l'empasse diplomatica creatasi al seguito della cacciata dei duchi, granduchi e legati pontifici dall'Italia Centrale? Avrebbe potuto tenere a bada le tendenze secessioniste e repubblicane di Garibaldi e Mazzini, facendoseli alleati in seguito allo sbarco dei Mille, ed al tempo stesso convincere l'Imperatore Francese della necessità di invadere gli Stati Pontifici per poterli fermare? Conoscendo purtroppo i politici di quegli anni, la risposta è no. Senza la presenza di Cavour e della sua realpolitik in quei difficilissimi e delicatissimi anni, probabilmente non ci sarebbe stata nessuna Italia Unita, almeno come noi la conosciamo, nemmeno dopo le vittorie di Solferino o di Gaeta. Sicuramente Francia ed Austria non avrebbero esitato ad intromettersi nelle faccende italiane e si sarebbero di nuovo spartite la nostra penisola come ormai gli stranieri facevano da secoli. Probabilmente Napoleone III avrebbe installato suo cugino Luciano Murat sul trono delle Due Sicilie, cosa che voleva davvero fare, mentre l'Austria avrebbe impedito con tutte le sue forze un ulteriore ingrandimento sabaudo a scapito degli Stati Pontifici; il risultato sarebbe stato quello di ottenere per l'Italia tre (o più) realtà Statali distinte e nemicissime tra loro, con Austria e Francia a farla da padrona sulla Penisola, e tale sudditanza sarebbe durata chissà fino a quando (grazie a Never75)

La Sinistra da subito. Subito dopo l'Unità era al governo la Destra Storica di Cavour, Ricasoli, Minghetti, etc.; la Sinistra mazziniana e garibaldina andò al potere solo nel 1876. Ma che succede se la Sinistra sconfigge da subito la Destra alle elezioni, gridando alla "vittoria mutilata" nella Seconda Guerra d'Indipendenza, per via del mancato acquisto del Veneto? Supponiamo che Giuseppe Garibaldi accetti un ministero in questo governo. L'Eroe dei Due Mondi era molto sensibile al problema del brigantaggio nel meridione (nella nostra HL, il 18 aprile 1861 tenne un discorso alla Camera a questo riguardo), cosa farà se avrà i mezzi per risolvere il problema? (proposta da Enrica S. e da MattoMatteo)

Lo Stivale per davvero. La Corsica dalla Repubblica di Genova passa alla Francia, la Sardegna e la Sicilia restano alla Spagna o diventano indipendenti sotto proprie dinastie; durante i moti napoleonici l'embrione dello stato italiano riesce a formarsi, ma Napoleone non riesce ad invadere le isole, protette dalla flotta inglese: sostanzialmente l'Italia, erede di queste esperienze, nasce estesa alla sola penisola: niente Sicilia, Sardegna, Corsica e isole di contorno, che restano a Spagna e Francia. La Sicilia (brevemente occupata da Mussolini e trattata come colonia e poi restituita dopo la Guerra) perderà sempre di più i connotati "italiani", come avvenuto per la Corsica. La Sardegna svilupperà lentamente un processo di autonomizzazione, la monarchia finirà per parlare e poi ufficializzare il dialetto sardo (divenuta lingua ufficiale) abbandonando i fasti Savoiardi, Francesi o le pretese italiane. Una simile Italia "solo" stivalesca come sarà messa dal punto di vista economico, politico e militare? (è di MorteBianca)

Due cognomi. Che accade se anche in Italia, come in Spagna, i figli ereditano sia il cognome paterno che quello materno? Pensate un po' Padre Pio che si chiama al secolo Francesco Forgione de Nunzio, e soprattutto Walter Veltroni che si chiama invece Walter Veltroni Kotnik!! (una bizzarra idea di MAS)

Le Due Californie. Nel 1859 l'area di San Francisco rappresentava la regione con la crescita demografica ed economica più tumultuosa di tutto il mondo, e così i proprietari terrieri della California meridionale decisero di premere per la separazione dal nord. La popolazione di entrambe le metà dello stato che ha per motto "Eureka!" era favorevole alla scissione, ma il progetto non superò il successivo passo dell'iter legislativo, cioè l'approvazione da parte del Congresso di Washington: quest'ultimo, sull’orlo della guerra civile, rifiutò di ratificarne la decisione. Ma supponiamo che il progetto vada in porto e la California Meridionale ottenga subito di essere elevata a stato, per esempio con il nome di Polk (un tributo al Presidente che aveva conquistato la California strappandola al Messico) e con capitale Los Angeles. Che accade se, allo scoppio della guerra civile, questo stato si schiera con la Confederazione insieme ai territori di Arizona e Nuovo Messico, assicurando così ai Sudisti uno sbocco sul Pacifico? Come cambia, se cambia, l'andamento della guerra? (ideata da William Riker)

Araucania/2. Il 17 novembre 1860 l'avvocato francese Orélie-Antoine de Tounens assunse il titolo di Re di Araucania-Patagonia, acclamato sovrano dal popolo dei Mapuche, di cui è ben nota la fierissima resistenza contro ogni dominazione straniera. Sua capitale era la città di Perquenco. Nel 1862 De Tounens fu esiliato dal governo cileno, ma continuò a rivendicare il trono fino alla morte, e continuano a farlo ancor oggi i suoi discendenti. Ma che accade se la Francia di Napoleone III interviene in Cile, approfittando della Guerra di Secessione Americana, e costringe Cile ed Argentina a riconoscere l'indipendenza dell'Araucania? Il Re Orélie-Antoine I riuscirà a conservare il trono dopo la caduta di Napoleone III? Se sì, con quali conseguenze? (se lo domandano William Riker ed Enrique)

English Sicily/2. Nel 1860 sia Cavour che Vittorio Emanuele II si oppongono alla spedizione di Garibaldi in Sicilia, temendo che possa approfittarne per proclamare una Repubblica nel Sud d'Italia. Per conquistare il Regno delle due Sicilie, Cavour chiede aiuto a Napoleone III, ma l'imperatore rifiuta prevedendo una possibile alleanza tra il Piemonte e la Prussia in funzione anti-austriaca. Allora l'ultima occasione è chiedere aiuto agli inglesi. Sia l'allora primo ministro inglese Henry John Temple, del partito Whig, che la regina Vittoria accettano, ma ad una condizione: che in cambio del loro aiuto ottengano la Sicilia. Infatti l'isola interessava agli inglesi sia per le miniere di zolfo che per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo. Quindi il Regno delle Due sicilie viene attaccato da nord dai piemontesi, e da sud, in particolare da Malta, dagli inglesi. Da qui in poi la Sicilia avrà una storia diversa, molto simile a quella di Malta, ma con una differenza: Malta è una piccola isola, mentre la Sicilia è popolata da grandi masse che nel caso di ingiustizie potrebbero avviare delle sommosse per l'annessione all'Italia. Per scampare questo pericolo, gli inglesi cercano di accontentare sia i nobili che il popolo introducendo la mezzadria, e cercano anche di far sparire dall'isola la lingua italiana, cosa non difficile visto che era conosciuta solo dai nobili e dai preti. Quindi il siciliano diventerà una vera e propria lingua. Che succede quando arriva Mussolini e vuole "completare" il Risorgimento? (proposta da Specialistatelevisivo)

La Beduina della Libertà. Nel 1860 Frédéric Auguste Bartholdi stava già progettando una colossale figura femminile, divenuta poi la statua della Libertà di New York. Ma pochi sanno che nel 1860, dopo un primo rifiuto americano, Bartholdi propose alla Francia e all'Egitto di costruire il colosso all'entrata del canale di Suez: esso avrebbe rappresentato una Beduina che innalzava la fiamma della libertà. Pero l'Egitto non era interessato. Bartholdi dunque vendette il progetto alla Francia, che lo usò per commemorare il centenario dell'Indipendenza degli Stati Uniti d'America, collocandolo all'ingresso della baia di New York. Ma se il progetto riesce? Bartholdi crea la sua Beduina della Libertà e poi, forte di questo successo, scolpisce un colosso gemello per New York. Avremo dunque due diverse statue della Libertà: quale sarà l'impatto di questa opera nel mondo arabo dell'ottocento e degli anni a seguire? La faccia gigante e svelata di questa statua avrà una notevole influenza sulle donne egiziane, le più libere del mondo arabo. Danneggiata durante la Guerra del 1956, Nasser ne farà il simbolo della libertà egiziana e della modernità per le elite intellettuali arabe. Gli integralisti cercheranno di distruggerla? (è di Perchè no?)

La Britannia della Libertà. Alternativa all'ucronia precedente. Frédéric Bartholdi va a proporre il suo progetto alla regina Vittoria che ordina la costruzione di una colossale statua sull'estuario del Tamigi; essa rappresenterà la personificazione della Britannia. Ovviamente Parigi penserà di essere obbligata a contrattaccare, ordinando a Bartholdi una gigantesca Giovanna d'Arco per ornare Calais. E così la moda dei colossi si diffonde nel mondo: tutte le nazioni moderne vogliono i loro, sempre più grandi: Pietro il Grande in Russia a San Pietroburgo, la Germania in... Germania a Berlino o nel porto di Amburgo, fino all'imperatrice cinese Cixi che farà costruire una monumentale Guanyin e al tennô giapponese che innalzerà una grande Amaterasu nel porto di Osaka. Istanbul schiatta di rabbia perchè non può rappresentare immagini umane, quando la Grecia inaugura il suo colosso di Costantino nel porto del Pireo.. (ancora Perchè no?)

Il Regno dell'Ecuador. Nel 1869 Gabriel García Moreno divenne il settimo presidente dell'Ecuador. Egli era un monarchico e avrebbe voluto trasformare il suo paese in un regno guidato da un principe spagnolo, ma vista la situazione nella quale si trovava la nazione sudamericana preferì piegarsi alle circostanze e accettare la nomina a presidente. E se invece le suddette circostanze gli permettessero di esaudire i suoi desideri? Impossibile però che Isabella II lasci partire per l'Ecuador l'unico figlio maschio Alfonso, forse che questa indirizzi Moreno a nominare Re dell'Ecuador il pretendete Carlista al trono Giovanni Carlo di Borbone-Spagna e togliersi così di torno un fastidio? Sennò chi altri potrebbe salire al trono del neonato regno sudamericano? Mariano Téllez-Girón, 12° Duca di Osuna, col quale Moreno era imparentato da parte di padre, sempre ammesso che le spese pazze di questi non mandino gambe all'aria l'Ecuador? (se lo chiede Generalissimus)

Francesco I del Messico. Lo sfortunato Massimiliano non fu la prima scelta di Napoleone III come rappresentante degli Asburgo da spedire in Messico. Nel 1861 aveva offerto la corona imperiale messicana a Francesco V d'Asburgo-Este, ultimo sovrano regnante del Ducato di Modena e Reggio, rimasto senza trono per via dell'unificazione italiana. Ma Francesco respinse la proposta con un deciso no, grazie. E se invece accettasse di diventare Imperatore del Messico? Francesco arriva a Veracruz scortato dai 3500 uomini della Brigata Estense: riuscirà a farsi accettare sia dai conservatori che dai liberali e a non fare la fine di Massimiliano? (un'ucronia messicana di Generalissimus)

Giovanni Carlo I del Messico. Un altro dei candidati ad assumere la carica di Imperatore del Secondo Impero Messicano era il pretendete Carlista al trono di Spagna Giovanni Carlo di Borbone-Spagna, ma a quanto pare questi rifiutò, obbligando così alla scelta di Massimiliano d'Asburgo. E se invece accettasse? (ancora Generalissimus)

La Anexión éxito. Il 18 marzo 1861 Pedro Santana Familia, Presidente della Repubblica Dominicana, convinto che Haiti prima o poi avrebbe cercato di riprendersi la sezione orientale dell'isola di Hispaniola, resasi indipendente nel 1844, con l'appoggio dell'esercito e dei grandi latifondisti proclamò l'annessione alla Spagna di Isabella II (quest'evento è ricordato dai dominicani come "la Anexión"). In tal modo il piccolo stato fu l'unico paese del mondo a restaurare lo status coloniale. Tuttavia gli oppositori di Santana si ribellarono e nel 1863 scoppiò la sanguinosa "Guerra de la Restauración", sotto la guida di Santiago Rodríguez, con l'appoggio di Haiti che non voleva il ritorno di una potenza coloniale ai suoi confini. Dopo due anni di combattimenti, la Spagna abbandonò l'isola e la Repubblica Dominicana fu restaurata. Ma che accade se l'annessione ha successo? (by Enrica S.)

Tsushima russa. Nel 1861 la Russia ebbe la possibilità di stabilirsi nello Stretto di Corea. Il paese cercò di ottenere dal clan Tsushima, che governava sull'omonima isola, il permesso di costruire un insediamento e una base navale. Questo avrebbe concesso alla Russia una posizione estremamente vantaggiosa in una regione strategicamente importante. I Giapponesi, però, chiesero aiuto agli Inglesi, e ai Russi non rimase che ritirarsi per non peggiorare la già precaria situazione. Ma cosa accadrebbe se l'isola giapponese finisse nelle mani dello Zar? O si rischia solo una Battaglia di Tsushima anticipata che farebbe scoppiare un nuovo conflitto con l'Inghilterra? (ideata da Generalissimus)

Il Giappone come la Cina. Secondo me per far fallire l'apertura del Giappone all'esterno si dovrebbe risalire agli anni 1861-1864. Diciamo che i Tokugawa si ritrovano costretti a obbedire all'ordine imperiale di espulsione degli stranieri. Nella nostra Timeline le tensioni sono state fortissime, i Tokugawa facevano solo finta di essere pronti ad obbedire e hanno posizionato truppe attorno alla città di Yokohama, da cui la popolazione giapponese fuggiva per paura della battaglia. Nella nostra TL i Tokugawa sono riusciti a far sapere che era solo una finta, ma molti capitani di navi europee erano pronti a combattere, in particolare i Francesi. Se scoppia un incidente e dei soldati Tokugawa fanno fuoco e uccidono qualcuno? Allora il resto dell'esercito Tokugawa lisegue probabilmente in battaglia e fa strage dei mercanti europei, ma poco dopo le navi europee bombardano e mettono in fuga i samurai. Poco dopo vanno direttamente a Edo a bombardare la città e il castello, rovinando il prestigio shogunale. Entro l'anno viene organizzata una missione multinazionale composta di Francesi, Britannici, Olandesi e Americani per prendere il controllo diretto dello stretto di Shimonoseki, riconquistare Yokohama e quindi marciare su Kyoto via Osaka. La guerra viene dichiarata, i Tokugawa si fanno rovesciare dai radicali di Chôshû, Satsuma e Tosa e una breve guerra civile rende la situazione più complessa. Alla fine l'imperatore viene restaurato nei suoi poteri e annuncia la sua volontà di fare la pace. Vengono firmati delle paci separate creando delle concessioni straniere come in Cina. Il governo imperiale, considerato come traditore, é debole, e molti clan di samurai rimangono autonomi nel loro feudo, opponendosi o alleandosi agli stranieri in uno nuovo Sengoku Jidai. Senza il Giappone indipendente, la Russia si prende tutta la Corea e l'Hokkaido. Senza Meiji il nazionalismo non si sviluppa in modo imperialista e razzista contro i Cinesi, al contrario sono fratelli di razza in lotta comune contro gli odiati europei. I Giapponesi hanno però il vantaggio di avere imparato molto di più la cultura e la scienza europea grazie ad un enorme sforzo di traduzione (come nella nostra Timeline), e fungono da traduttori per il resto dei popoli asiatici: in HL molti concetti occidentali sono passati in Corea e Cina attraverso il giapponese. I Nipponici prendono contatti con Sun Yat-sen, fondando la loro versione del Kokumintô (Guomindang in giapponese). Ed abbiamo così un grande blocco nippo-cinese che ha come obiettivo la liberazione dei territori nazionali e della Corea. Poi si può discutere di come riuscire a farlo... (farina del sacco del solito Perchè No?)

Napoleone chi?/1. Napoleone III supera il Primo affermandosi in Europa, America, Africa, Oriente (proposta da Bhrg'hros)

Napoleone chi?/2. In Francia va di moda cercare di restaurare l'immagine di Badinguet (nickname di Napoleone III, da lui preso in clandestinità quando scappò di prigione): dopotutto Sarkozy ha molti punti in comune con lui, anche se sfortunatamente non c'è più un Victor Hugo per denunciarlo. Ad ogni modo, lo storico francese Pierre Milza ha avanzato la tesi secondo cui Napoleone III può essere considerato "il primo europeista". Egli infatti sarebbe stato il primo a "pensare da europeo", il primo ad aver capito che l'Europa può fondarsi solo sul superamento di politiche strettamente nazionali, e che la sua organizzazione è inseparabile da un certo disinteressamento dei grandi protagonisti internazionali. In questa interpretazione, diversamente dal grande Zio, Napoleone III non fu mai un conquistatore alla Tamerlano: non aveva neppure la stoffa del militare, se è vero che nel 1859 concluse in anticipo l'armistizio di Villafranca con l'Austria, spaventato dall'eccessivo numero di caduti nelle battaglie di San Martino e Solferino."Il tempo delle conquiste è passato per sempre", dichiarò nel 1854: "non è spostando i confini del proprio territorio che una nazione può ormai essere onorata e potente, ma mettendosi alla guida di idee generose, e facendo prevalere dovunque il regno del diritto e della giustizia." Il desiderio di sconvolgere l'ordine della Santa Alleanza e la preoccupazione di restituire alla Francia le sue "frontiere naturali" lo portarono a moltiplicare gli interventi militari; ma, una volta liberati i popoli, egli sperava secondo Milza di fondare un nuovo ordine internazionale, garantito non più dalle guerre come era avvenuto fino ad allora, ma da un sistema di congressi internazionali, per risolvere pacificamente i problemi sorti tra le nazioni, conformemente al precetto enunciato dal primo Napoleone a Sant'Elena: "Finché in Europa ci si batterà, sarà guerra civile." In realtà, Napoleone III pensava ad un'Europa costituita in buona parte da medie e piccole potenze, nella quale la Francia sarebbe stata chiamata ad un ruolo guida, come garante della pace, eccezion fatta per la Gran Bretagna, egemonica sul mare, della quale Napoleone il Piccolo ha sempre cercato l'amicizia. In ogni caso, il montante Nazionalismo ottocentesco mise in soffitta i suoi sogni, e il militarismo prussiano travolse lo stesso Napoleone III, portando infine al disastro di Sedan, padre di tutte le guerre del XX secolo, e soprattutto delle tragedie delle guerre mondiali. Ma se il progetto di Napoleone III va in porto ed egli riesce a creare un sistema politico egemonizzato da Parigi e controllato dall'esterno da Londra, assicurando comunque all'Europa una lunga era di pace, una sorta di "Belle Époque" che dura tuttora? (proposta da William Riker e Perchè no?)

Tanzimat. Se Abdulmejid I non si ammala di tubercolosi e campa fino ai 70 anni (1893), è possibile che l'Impero Ottomano si occidentalizzi e si democratizzi per davvero? Pare che una costituzione fosse nei piani di Abdulmejid, ma suo fratello e i suoi figli non ne fecero nulla. E se invece resta sul trono? (made in Tommaso Mazzoni)

Le Muraglie di Terra. Ucronia ispirata ai due libri della scrittrice Maryse Condé, "Muraglie di Terra" e "La Terra in Briciole", secondo me rappresentano il "Guerra e Pace" africano. El Hajd ("il puro") Umar fu il fondatore dell'Impero Tuklor, un islamista fanatico.Contro i Tuklor si radunò un'alleanza tra tribù africane storicamente nemiche, in particolare tra i Fulde e i Bambara. Questi ultimi erano tra i pochi animisti rimasti nella regione (il nome stesso "Bambara" vuole dire "Coloro che rifiutano Dio"); prima di allearsi ai Fulde (già islamizzati) il Mansa (Re) della città di Segou dovette dimostrare di essersi convertito"veramente" all'islam e fece bruciare sotto gli occhi attoniti della popolazione i grandi idoli reali, poi partì per la guerra. La spedizione fu un disastro: l'alleanza tra Fulde e Bambara non bastò a fermare i Tuklor. Poco dopo Segoù venne conquistata e annessa all'Impero, mentre i Diarrà sovrani di Segou fuggirono in esilio. I Bambara percepirono sempre i Tuklor come conquistatori: non solo fecero resistenza (passiva, ma resistenza) alla penetrazione della religione islamica che percepivano come straniera e che vietava troppe cose tra cui il consumo del vino estratto dalle palme, e limitava a quattro il numero delle mogli. Per questo i Diarrà accolsero con favore l'arrivo di Gallieni e delle truppe francesi nell'area, e complottarono con essi pur di rovesciare i Tuklor; forse speravano ingenuamente che i francesi li avrebbero semplicemente restaurati sul trono. Ovviamente i francesi si presero tutto quello che volevano, e quando ebbero un motivo valido fecero fuori i Diarrà; la popolazione Bambara si convertì in massa all'Islam per meglio resistere agli invasori. Ma se Fulde e Bambara vincono contro El Hajd? La conversione all'Islam sarebbe molto più facile (Dio aveva assicurato loro la vittoria) e i Diarrà non avrebbero avuto motivo per intrallazzare con i francesi, anzi avrebbero tentato di tenerli lontani dal loro regno. Alla fine probabilmente comunque Segoù, la città dalle imponenti muraglie di Terra, sarebbe caduta sotto l'assalto francese, però sarebbe costata sudore e fatica piegare i Toydon (guerrieri) Bambara, come in Algeria... (è di Federico Pozzi)

Canta la mitraglia sulla collina. La mitragliatrice Gatling, inventata dal Dr. Richard Jordan Gatling nel 1861, aveva di innovativo solo il sistema di caricamento, che permetteva il suo utilizzo anche ai soldati meno addestrati. Il sistema delle canne multiple per evitare il surriscaldamento e aumentare il volume di fuoco, e il meccanismo di rotazione a manovella delle stesse, erano già stati impiegati nel Cannone Puckle del 1718, che però aveva avuto scarsissimo successo. Quindi basta un pò di impegno in più e il Dr. Gatling può inventare la sua mitragliatrice abbastanza in tempo perchè l'esercito americano possa fare tutte le prove del caso e farla entrare in servizio già all'inizio del 1845. Nella Guerra Messicano-Statunitense, grazie ad una sufficiente diffusione di quest'arma, le truppe americane penetrano in Messico come il coltello nel burro, il conflitto dura di meno, gli USA si prendono anche la Bassa California e le vittime nell'esercito messicano sono superiori, intorno alle 25.000. Grazie ai risultati ottenuti in combattimento la mitragliatrice si diffonde sempre più capillarmente nelle forze armate statunitensi. Dal 1851 in poi Navajo, Cayuse, Tolowa, Nomlaki, Chimariko, Wintun, Apache, Ute, Yavapai, Yakama, Tututni, Nisqually, Muckleshoot, Puyallup, Klickitat, Haida, Tlingit, Seminole, Paiute, Bannock, Shoshoni e altre tribù vengono letteralmente falcidiate negli scontri precedenti la Guerra Civile. Perfino Cochise rischierebbe di fare una brutta fine nelle Guerre Chiricahua, sforacchiato dalla raffica di una mitragliatrice che la forza di spedizione sotto il Generale James Henry Carleton ha avuto l'accortezza di portarsi dietro! Lo stesso copione si ripete coi poveri Fijiani vittime della Seconda Spedizione nelle Fiji, e alla fine di questa azione punitiva le vittime non sono 14, ma circa 50. Cosa succede nella Guerra di Secessione? Le mitragliatrici potrebbero evolversi prima, e quindi intorno al 1860 le due parti posseggono armi equivalenti alla Mitragliatrice Gardner della nostra linea temporale. Sulle navi delle due marine intanto compaiono armi simili ai cannoni-revolver Hotchkiss da 37mm. Se non si sono evolute anche le tattiche di combattimento, i campi di battaglia del conflitto rischiano di trasformarsi in immensi carnai. Per esempio, ad Antietam le vittime potrebbero arrivare a circa 30.000 uomini tra morti, feriti e dispersi e una delle due parti potrebbe riuscire addirittura a vincere per sfinimento della parte avversaria! I caduti della Guerra Civile sfiorano o superano di poco il milione. Intorno al 1870 compaiono mitragliatrici assimilabili alle nostre Maxim ed MG 08. Durante la Guerra Ispano-Americana, nella Battaglia della Collina San Juan, non sono le Gatling le protagoniste, ma le nuovissime armi automatiche di squadra, simili alle nostre mitragliatrici leggere Madsen e Browning M1918. Nella Prima Guerra Mondiale il corpo di spedizione americano sarà equipaggiato con fucili d'assalto equivalenti ai nostri StG 44 e AK-47. Nascerà prima anche l'autoblindo? Nel 1863 il generale confederato John Sappington Marmaduke ha avuto la brillante idea di installare delle mitragliatrici su dei carri agricoli, rinforzandoli poi con piastre di metallo per offrire un minimo di protezione ai serventi. Con queste tachanka blindate ante litteram e tre colonne di cavalleria partì per la sua prima spedizione nel Missouri, con risultati anche migliori che nella nostra timeline. Nel dopoguerra il passaggio da trazione animale a trazione meccanica sarà breve. Tutto questo avviene nel solo esercito americano, figuriamoci cosa può succedere nel resto del mondo! Ah, povero Dr. Gatling, con la sua invenzione pensava di poter ridurre il numero di soldati nelle unità militari e di conseguenza il numero delle vittime in battaglia, dimostrando così l'inutilità della guerra, e invece la strada per l'inferno si è dimostrata ancora una volta lastricata di buone intenzioni...All'indomani dello scoppio della Guerra Filippino-Americana, intervistato da un giornalista si lascerà sfuggire la frase "Se solo avessi saputo delle conseguenze, mi sarei dedicato interamente alla lotta al vaiolo!" (un'ucronia definita "tosta" dal suo autore Generalissimus)

Dopotutto gli schiavi fanno comodo. Sembra che, all'inizio della sua presidenza, Abraham Lincoln fosse contrario all'abolizione della schiavitù, e volesse piuttosto limitare la schiavitù agli Stati dove esisteva giù e bloccarla altrove, per poi lanciare delle riforme che avrebbero reso inutile la schiavitù (sviluppo economico e industriale del Sud contro l'economia del cotone), ma senza abolirla formalmente. E se l'apostolo dell'abolizione durante la sua campagna elettorale riesce a convincere il Sud della sua buona fede e dell'utilità di questa politica? Il Sud non secessiona e gli USA non piombano nella guerra civile. Questa politica (assai irenista) permette una conquista dell'Ovest più rapida, il Sud non é rovinato e rimane un territorio dinamico, ben lontano dal vecchio Sud addormentato. Gli USA possono mostrarsi più aggressivi in anticipo in politica estera. Napoleone III non potrà lanciare la sua spedizione contro il Messico, e la zona diventerà americana come i Caraibi. Non ci sarà la rottura nell'identità americana che rappresentò la seconda fondazione del paese, ma che fu responsabile di una divisione politica e mentale che sopravvive ancora oggi: ad esempio niente Ku Klux Klan. Il grande problema sarà la sorte dei neri rimasti schiavi nel Sud. Però la loro situazione nel dopoguerra non era migliore e i loro diritti erano violati su grande scala. Prevedo una fine progressiva della schiavitù con emancipazioni limitate da stato a stato. La schiavitù sarà finalmente abolita con il movimento dei diritti civili degli anni '60. Quali altri sviluppi secondo voi? (ancora Perchè no?)

New York zona franca. Nel gennaio del 1861, l’allora sindaco di New York Fernando Wood, sull’onda dell’odio cittadino per il neo-eletto presidente Lincoln, propose al consiglio della città di secedere dall’Unione e di rendere pertanto new York una zona neutrale franca, che avrebbe commerciato attivamente sia con l’Unione che con la Confederazione (con la quale New York, negli anni precedenti alla guerra civile, era attivamente coinvolta in un massiccio commercio di cotone verso l’Europa). L’azione di Wood ottenne l’approvazione sia della popolazione che del consiglio cittadino, ma prima che New York potesse dichiararsi zona franca, l’attacco a Fort Sumter in aprile spinse i newyorkesi a fare marcia indietro. Ma che cosa sarebbe successo se il Consiglio di New York avesse agito con maggiore celerità, la città si fosse staccata dagli Stati Uniti prima dell’attacco a Fort Sumter e avesse cercato di divenire zona franca aperta al commercio con entrambe le parti? In linea di massima l’Unione rispettò la volontà di quegli stati (Missouri e Kentucky) che cercarono di rimanere neutrali ma qui si tratterebbe di un comune, la cui autorità legale a fare una cosa del genere sarebbe dubbia e pericolosa, soprattutto se passasse l’idea che la singole contee possono prendere la posizione che preferiscono. La cosa non diventerebbe spinosa Fini all’introduzione della leva e del blocco navale contro il sud istituiti pochi mesi dopo l’inizio della guerra. Poiché lo stato di New York nel suo complesso era decisamente unionista le operazioni di arruolamento inizierebbero senza ostacoli legali e il boicottaggio newyorchese verrebbe interpretato come renitenza alla leva, eventualmente spalleggiato da ufficiali pubblici locali. Come nel caso di situazioni simili avvenute in altri stati (i tentativi dei filo-schiavisti di prendere il controllo delle assemblee statali di Maryland e Delaware e gli analoghi disegni di resistenza e sabotaggio pianificato dai Copperheads in Ohio e Indiana), i governatori avrebbero ordinato alle forze dell’ordine di mettere i sediziosi in condizione di non nuocere, cioè in arresto, eventualmente con l’assistenza delle forze armate federali. Se Wood e i suoi sodali opponessero resistenza si potrebbe avere un’anticipazione dei Draft Riots del 1863 ma alla fine finirebbero senza dubbio in cella (pensata da Andrea Villa e Federico Sangalli)

La fatal Baltimora. Il 23 febbraio 1861 Abraham Lincoln, da poco eletto 16° Presidente degli Stati Uniti d'America, fu salvato dal detective privato Allan Pinkerton, che scoprì un complotto per ucciderlo mentre egli transitava in treno per Baltimora, durante il suo viaggio verso Washington dove doveva giurare in qualità di nuovo Presidente. Lincoln raggiunse la capitale sotto mentite spoglie, a bordo di un carro bestiame, e Pinkerton divenne famosissimo. Ma che accade se Pinkerton non emigra dalla Scozia negli USA, Lincoln è assassinato prima di poter accedere alla Presidenza, e gli succede il vice Hannibal Hamlin? Il Sud secessionerà ugualmente? Come cambia la storia USA? (anche questa è di William Riker)

L'Upper South nell'Unione. Anche se l'Upper South non era distante dai suoi fratelli sudisti e non temeva la secessione, rimase nell'Unione fino a che fu possibile, ed anzi moltissime figure di spicco della Virginia cercarono di favorire un rappacificazione tra gli stati e l'Unione. Che cosa sarebbe successo se l'Upper South fosse rimasto nell'Unione? Che ne sarebbe stato di Lee e Jackson? Cosa sarebbe cambiato nella condotta della guerra? Ed al sud post-bellico? (Filobeche, obviously)

Il Northwest nella Confederazione. Al contrario, in Kentucky e Missouri c'erano forti sentimenti antiunionisti, ma il governo di Washington riuscì a tenere questi due stati al suo fianco. Ma come cambiano gli equilibri della Guerra Civile se Kentucky e Indiana decidono di secedere e schierarsi con la Confederazione? (questa è di Generalissimus)

La California nella Confederazione. Come cambia la Storia d'America se la California è uno stato schiavista e aderisce alla Confederazione? (il solito William Riker)

Lee con l'Unione. Il Generale Lee rifiutò la proposta di Winfield Scott di combattere per l'Unione a causa delle secessione del suo stato natale, la Virginia: non volendo egli alzare la spada sulla sua stessa gente, si dimise dall'esercito. Ora supponiamo che al vecchio Scott (anch'egli virginiano) venga in mente di affidare a Lee non l'armata del Potomac, ma quella del Tennessee. Lee, da unionista e whig qual era, decide di accettare e va a combattere per il Nord. Grazie al suo genio tattico ed al superiore Manpower dell'Unione, le sue offensive in Tennessee portano rapidamente alla capitolazione dello stato: in questa Timeline Lee prende il posto di Sherman e cattura Atlanta (che non viene bruciata, Lee era molto più signorile dei suoi colleghi unionisti) per poi congiungersi con Grant a Petersburg. Qui sarà decisivo per la pace convincendo l'armata della Virginia meridionale, al comando di J.E. Johnston, ad arrendersi senza ulteriore spargimento di sangue. Sarà poi Lee e non Grant ad essere eletto presidente, e la sua politica di conciliazione farà si che la secessione sia solo un ricordo del passato (sempre Filobeche)

Joseph Garibaldi. Animato da sentimenti antischiavisti, Garibaldi accetta la proposta di Lincoln di partecipare alla guerra di secessione e diventa comandante in capo delle forze nordiste. Il suo intervento non modifica di molto il corso della guerra di Secessione, ma egli coglie alcune clamorose vittorie che lo fanno diventare un eroe anche agli occhi dei nordamericani. L'eroe dei due mondi rimane negli Stati Uniti, scompaginando la vita politica degli States per le sue "idee radicali", ma favorisce l'evoluzione della società americana in senso più "liberal". Gli italiani d'America hanno un'importante figura di riferimento, e la comunità italo-americana raggiunge un peso ben maggiore. Suo figlio Menotti Garibaldi diventerà addirittura presidente degli Stati Uniti (dovuta a William Riker e a Francesco Dessolis)

La guerra civile si estende al mondo. Napoleone III era favorevole al Sud per motivi economici (il Sud forniva la maggiore parte del cotone usato in Francia, e il blocco dell'Unione aveva provocato una crisi economica in quel paese). E se Napoleone III interviene nella guerra civile oltre ad insediarsi nel Messico? Ciò significherebbe la fine della tacita intesa con la Gran Bretagna che potrebbe schierarsi con l'Unione. Ciò provocherà l'intervento progressivo di tutte le potenze europee, riportando nel nuovo mondo le vecchie rivalità. Che accade? (chi se non Perchè no?)

Impero Confederato d'America. Il Secondo Impero Francese pone sul trono dei neonati Stati Confederati d'America secessionisti l'arciduca austriaco Massimiliano d'Asburgo, che viene proclamato Imperatore nel dicembre 1860, alla guida di una monarchia federale costituzionale con Jefferson Davis Primo Ministro. Il 15 aprile 1861 esplode la Guerra di Secessione Americana contro i Nordisti abolizionisti e unionisti. La presenza della monarchia nei CSA rafforza la sua politica schiavista e reazionaria. I Sudisti vengono finanziati ed equipaggiati dalla Francia di Napoleone III, al contrario gli Stati Uniti ottengono l'appoggio della Spagna e della Prussia contro le pretese imperiali francesi, mentre il Regno Unito sta alla finestra a vedere chi la spunta in questa nuova Guerra dei Sette Anni. L’Impero Confederato ce la farà a rimanere indipendente da Washington? Il « puro, forte, bello Massimiliano » avrà più fortuna in questa linea temporale? (è di Ainelif)

The Old Ironside. All'inizio della guerra civile americana, la USS Constitution (nota anche come "Old Ironside") si trovava presso l'Accademia Navale degli Stati Uniti di Annapolis, Maryland, per servire come nave d’addestramento. Tuttavia, nell'aprile del 1861, la Constitution fu trasferita, insieme alla sede ufficiale dell’Accademia Navale, a Fort Adams, presso Rhode Island, dopo che alcuni simpatizzanti confederati avevano “minacciato” l’Accademia. La gloriosa nave e l’Accademia sarebbero quindi rimasti a Rhode Island per tutta la durata della guerra, senza influire significativamente sugli eventi bellici. Ora, ipotizziamo che i Confederati “battano sul tempo” gli Unionisti, catturino la USS Constitution e riescano a portarla in acque controllate dalla Confederazione (per esempio, a Norfolk). Quale possibile fato attendere la nave più antica della marina americana? (proposta da Andrea Villa)

Pequeño Gran Cuerno. Massimiliano I del Messico, approfittando della fine della Guerra Civile negli Stati Uniti, cercò di reclutare quanti più generali rimasti disoccupati possibile. Tra questi c'era George Armstrong Custer, deluso dal fatto che il governo non gli avesse confermato il grado di Maggior Generale, che aveva ottenuto durante la Guerra di Secessione grazie ad un brevetto. Custer aveva quasi accettato, ma poi il Generale Sheridan gli affidò il comando di una divisione di cavalleria con compiti di ricostruzione in Texas, e decise di rimanere al servizio di Washington. E se invece il generale cambiasse casacca e diventasse un fedele suddito dell'Asburgo? Quali disavventure attendono il nostro contro le truppe di Benito Juarez?  (un'ucronia messicana di Generalissimus)

Le Confessioni di un Longevo. Il giovane e brillante scrittore Ippolito Nievo, garibaldino della prima ora, dopo aver partecipato alla Spedizione dei Mille fu incaricato di riportare da Palermo a Torino i documenti amministrativi della spedizione, ma scomparve misteriosamente a soli 29 anni durante il viaggio di ritorno dalla Sicilia, nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861. Si parlò di naufragio, ma del vapore "Ercole" sul quale egli viaggiava non fu più ritrovato nulla: né resti del fasciame, né parti del carico, né i cadaveri dei passeggeri. I soliti dietrologi parlarono di delitto politico voluto dalla Destra di Cavour per liquidare la Sinistra garibaldina. E se Nievo non scompare a soli 39 anni? Quali altre importanti opere scriverà? E se i documenti da lui portati a Torino causassero lo scoperchiarsi del vaso di Pandora delle malversazioni compiute durante la Spedizione dei Mille sia da alcuni garibaldini che da certi dirigenti piemontesi? Scoppierà una Tangentopoli ottocentesca? (pensata da William Riker e da Enrica S.)

God save the Prince. Poniamo che il Principe consorte della Regina Vittoria, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, non muoia per cancro ai polmoni aggravato da febbre tifoidea il 14 dicembre 1861, ma sopravviva e viva altri venti o trent'anni, oppure addirittura batta in longevità la moglie. Quali possibili conseguenze ci sarebbero per la Regina Vittoria, il Regno Unito e il mondo? l principe consorte esercitava una forte persuasione sulla moglie, e, secondo alcuni, era quello che regnava sul serio; tant'è che si specula che tutta una serie di provvedimenti atti a rafforzare il parlamento non sarebbero mai stati approvati in quelle forme con Alberto in vita. Ai conservatori stava antipatico, ma sui whig esercitava una certa autorità morale; mi pare fosse favorevole all'intervento a favore dei CSA, il che cambierebbe l'esito di quella guerra, ma anche della Guerra in Messico (proposta da Andrea Villa)

I Savoia di Grecia. Nel 1862 Vittorio Emanuele II aveva elaborato un piano per installare sui figlio secondogenito Amedeo sul trono di Grecia. Se ci fosse riuscito? Sicuramente i due rami della famiglia avrebbero collaborato molto di più. Mi immagino, ad esempio, una guerra per la Libia concordata in anticipo nella quale la Grecia avrebbe ottenuto ancora di più che nella Home Line. Oppure l'interesse italiano (piuttosto tiepido in HL) per i Balcani sarebbe stato molto più vivo. Possibili sviluppi? (proposta da Never75)

La musa preraffaellita. Elizabeth Siddal, moglie di Dante Gabriel Rossetti e vera e propria musa dei pittori preraffaelliti, non muore suicida a 32 anni l'11 febbraio 1862, distrutta dalla dipendenza dal laudano e dalla morte della propria bambina subito dopo il parto. Rossetti non fu più lo stesso, dopo la morte dell'amata, e la stessa Elizabeth era una disegnatrice di talento; come cambia l'arte preraffaellita, con la sua musa ancora in vita? (un'invenzione di William Riker e di Anna Elena)

Niente Cinco de Mayo. 5 maggio 1862: il generale francese Charles de Lorencez, capo del corpo di spedizione francese in Messico, anziché credere alle voci secondo cui il popolo messicano si sarebbe rivoltato contro le proprie stesse truppe e avrebbe accolto i francesi come liberatori, decide di agire in maniera più intelligente contro le truppe messicane del generale Ignacio Zaragoza Seguin, dislocate in due forti a nord della città di Puebla. Anziché attaccare i forti con un assalto frontale (dove il vantaggio numerico dei francesi sarebbe annullato da una serie di trincee scavate dai messicani per collegare i forti), i francesi manovrano per aggirare le difese messicane e conquistano Puebla da Sud. Zaragoza è costretto a ritirarsi verso città del Messico, perdendo molti soldati nella ritirata, e i francesi li inseguono. La capitale messicana è assediata e conquistata con largo anticipo, e Massimiliano d’Asburgo può insediarsi come Imperatore del Messico già nel 1862. Come cambia la Storia? (pensata da Andrea Villa)

I Savoia di Romania. Parallelamente alla possibilità di diventare re di Grecia, ci fu anche quella di vedere Amedeo come sovrano di Romania. Anche qui: quali sarebbero stati i rapporti tra i due Paesi Latini che già molto avevano in comune? (ancora Never75)

Federico III in anticipo. Il dogmatico Guglielmo I di Prussia litigava spesso col Preußischer Landtag per questioni politiche, e nel Settembre del 1862 uno di questi scontri causò quasi la sua abdicazione, quando si vide respingere il suo piano per riorganizzare l'esercito. Il Principe Ereditario Federico all'inizio rimase atterrito dalle intenzioni del padre, e le considerò un pericolo per la dinastia, il paese e la corona, ma poi ne ebbe a pentirsi quando, su consiglio del Ministro della Guerra Albrecht von Roon, per far passare la sua riforma militare nominò Ministro Presidente Otto von Bismarck, un autoritario che spesso ignorava e tiranneggiava la Dieta. A causa di ciò Federico entrò in rotta di collisione col padre, che lo escluse dagli affari di stato. E se invece Guglielmo I abdicasse davvero in favore del figlio? Federico III era noto per le sue idee liberali, predicava l'unificazione della Germania tramite una "conquista morale" pacifica, utilizzando mezzi liberali e non violenti, e, come suo zio Federico Guglielmo IV, credeva nella ricostituzione del Sacro Romano Impero. Aveva intenzione di regnare di concerto con sua moglie, l'Imperatrice Vittoria, anche essa di pensiero liberale, e con lui sul trono Bismarck non sarebbe stato in carica nemmeno per un giorno, al suo posto ci sarebbero stati ministri molto più liberali di lui. Disprezzava la guerra, perciò sotto il suo regno non ci sarebbero state la Seconda Guerra dello Schleswig, la Guerra Austro-Prussiana e la Guerra Franco-Prussiana, e in generale avrebbe interrotto il cammino militarista del suo paese verso la guerra. Riuscirà davvero a trasformare la Germania (o qualunque altro stato che sarebbe nato grazie alle sue politiche) in una monarchia liberal-democratica? Eviterà la Prima Guerra Mondiale e, per esteso, la Repubblica di Weimar e la Seconda Guerra Mondiale? O suo figlio Guglielmo II, sebbene in questo caso non influenzato da Bismarck, riuscirà comunque a trovare il modo per rovinare l'opera paterna? (pensata da Generalissimus)

I Savoia di Grecia. Poniamo che Ottone Wittelsbach di Grecia non sia stolido come nella storia reale e che regno fino al morte nel 1867 invece che nel 1862. Storicamente al sua morte le Potenze stabilirono che a succedergli sarebbe stato un ramo cadetto della casa reale danese (da cui poi sarebbe disceso anche il recentemente scomparso Filippo di Edimburgo). Nel '67 però gli equilibri sarebbero stati diversi, e forse ci sarebbe stato spazio per per Amedeo di Savoia, che nella storia reale sarebbe diventato Re di Spagna per due soli anni nel 1870. Amedeo ad Atene poteva piacere a Londra e Berlino (oltre ovviamente che a Roma) e essere meno gradito a Parigi e San Pietroburgo. Quali conseguenze a medio e a lungo termine? Per esempio sulla guerra russo-turca... L'Italia sarebbe stata coinvolta nella Guerra Greco-Turca? I rapporti tra i due rami di Casa Savoia sarebbero stati messi in difficoltà dalla Triplice? L'Italia fascista avrebbe avuto uguali ragioni per invadere la Grecia? (made in Iacopo Maffi)

L'Alaska sudista. La Confederazione, forte dell'appoggio finanziario dell'Impero Britannico, compra con cinque anni d'anticipo l'Alaska, che diventa un nuovo stato schiavista e sudista. Il ridotto d'Alaska sopravvive alla Guerra Civile, forte della sua protezione Russo-Inglese, totalmente circondato da alleati ed impervio ad ogni conquista. Quando Johnson propone ai Russi di riottenere l'Alaska (senza restituire nulla), in cambio dell'invasione dello stato e la liberazione dai Sudisti, lo Tzar nega, cosa che rovinerà i rapporti russo-americani. La Confederazione continuerà ad auto-proclamarsi tale ancora per decenni in una situazione analoga al nostro Taiwan-Cina, entrambi i paesi ritengono di essere gli unici legittimi possessori rispettivi del titolo di America. Il Regno Unito non cederà probabilmente mai il controllo dello stato-fantoccio d'Alaska. Il rapporto tra i due stati, inizialmente freddo, si scalderà con il tempo: ci saranno i primi rapporti diplomatici per visite e trattati commerciali, poi vi sarà un mutuo riconoscimento territoriale (la CSA riconosce che gli Stati del Sud sono "perduti", gli USA riconoscono all'Alaska l'autodeterminazione). Con la Guerra Civile Russa moltissimi nobili esuli scappano qui, con i loro finanziamenti ed i loro servi, anche consapevoli che qui le leggi sulla schiavitù sono più favorevoli. L'Alaska farà da fronte per fronteggiare i rossi, con il risultato di fallimento palese. La storia dell'Alaska andrà in modo relativamente banale: parteciperà alla Guerra dell'Oppio ottenendo magari un piccolo porto, siglerà un trattato d'amicizia con il Giappone, con la scoperta del Petrolio si arricchirà. Aboliranno la schiavitù prima o poi (spinti anche dai loro vicini) e diventerà praticamente una Repubblica delle Banane segregazionista. Quale futuro per l'Alaska Sudista? (made in MorteBianca)

Divided we stand/4. Nel 1862 Lee, il più grande generale della Guerra di Secessione, riesce a conquistare Washington e a fare prigioniero Abraham Lincoln. Che accade? Il Nord continua la guerra dopo che un nuovo governo si è insediato a New York? Oppure l'Unione si sfascia, con la California e ciascuno degli stati della costa orientale che vanno per conto loro? Comunque gli Stati Confederati d'America vincono la Guerra di Secessione Americana e la storia del mondo intero volta pagina (è il pallino di Filobeche, ecco la sua stesura)

I tre sigari che cambiarono la storia d'America. Robert Lee elaborò un ardito piano che consisteva nel far allontanare l'Armata unionista del Potomac dalla Virginia, e affrontarla in un territorio quanto più distante da Richmond. Così si sarebbero ottenuti subito due vantaggi: consentire agli agricoltori della Virginia di badare ai raccolti senza il patema che gli Yankees glieli bruciassero in una qualche scorreria o, peggio, durante un'avanzata diretta verso la capitale confederata, e nel mentre le truppe di Lee avrebbero trovato nel Maryland un territorio molto più ricco e coltivato e si sarebbero rifornite. Altro vantaggio sarebbe stato fare in modo che McClellan si mettesse alla ricerca dell'Armata della Virginia Settentrionale, con il preciso intento di scompaginare le fila delle forze unioniste una volta che l'incontro fosse avvenuto. Dal risultato di una vittoria, sarebbero discesi altri due vantaggi: il passaggio dei Confederati in Pennsylvania e la ritirata delle forze nordiste nel ridotto di Washington. Con questo Lee avrebbe impedito possibili nuove azioni contro Richmond, e la sua sola presenza a Nord della capitale federale avrebbe "fissato", in modo da renderle inoperative per un'offensiva, le forze nordiste. Per finire, Lee sperava che questa campagna facesse cambiare bandiera al Maryland, dove i sentimenti pro Richmond non mancavano. Purtroppo per lui a quel tempo non c'era la radio, ed era ancora necessario comunicare con portaordini e dispacci. Ciò rese il sergente nordista John Bloss uno degli uomini decisivi dell'intero conflitto. Infatti il 13 settembre 1862 Bloss si fermò per una breve pausa in un accampamento abbandonato da poche ore, e fu felice di trovarvi tre sigari persi da chissà chi. Con sorpresa, tuttavia, si accorse che essi erano avvolti non in un comune foglio di carta, bensì in una copia del dispaccio contenente gli ordini di Lee per il generale Hill. Questo insperato colpo di fortuna permise ai nordisti di anticiparne le mosse: quattro giorni dopo affrontarono Lee ad Antietam, in uno scontro non risolutivo ma non per questo meno sanguinoso, visto che si contarono oltre 25.000 morti. La sortita di Lee contro Washington era stata bloccata; quanto a John Bloss, purtroppo morì l'anno successivo nella battaglia di Gettysburg. Ora, che accade se quella copia del dispaccio non viene colpevolmente dimenticata, o se Bloss non comprende la sua importanza e la getta via? (scritta a quattro mani da Enrico Pellerito e da William Riker)

Divided we stand/5. Nel 1862 il brigadiere Generale confederato J. Sibley invase il New Mexico, sperando di accedere all'oro del Colorado e soprattutto al confine permeabile con il Messico. Dopo aver sconfitto gli unionisti a Valleverde, venne però sconfitto da una divisione di volontari del Colorado a Glorietta Pass, poi nota come la Gettysburg dell'Ovest. Se invece avesse vinto? Magari il sud della California avrebbe secessionato e soprattutto il commercio confederato avrebbe avuto una più facile vita, venendo rifornito lungo tutto il confine con il Messico, con quali esiti per il Sud? Possibile che l'oro del Colorado invogli maggiormente le potenze europee ad interessarsi alla Confederazione? (ancora Filobeche)

Divided we stand/6. La guerra civile americana si estende a macchia d'olio a causa del precipitare di una crisi diplomatica tra il Regno Unito, la Francia, e l’Impero Austriaco ostili a Prussia e Russia, crisi causata dalle feroci rappresaglie dei militari zaristi contro i Polacchi insorti nel gennaio 1863. Quando gli spaventosi massacri eseguiti delle truppe russe avrebbero potuto determinare un peggioramento dei rapporti con il governo britannico, fortemente pressato da un’opinione pubblica indignata per quanto stava accadendo a Varsavia, lo Zar pensò bene di ordinare alla Flotta del Baltico di prendere il largo, onde evitare di restare irreparabilmente chiusa in quel mare ad opera della Royal Navy. La destinazione erano i porti americani del Nord. Stesso ordine venne dato alla Flotta del Pacifico. Se la crisi fosse sfociata in guerra, le navi russe avrebbero agito contro le rotte commerciali dei paesi nemici, utilizzando come basi gli stessi porti americani. L’esistenza di un blocco politico-militare de facto tra Russia, Prussia e USA impedì ai governi britannico, francese e austriaco alcuna azione diplomatica a favore degli insorti polacchi, anche solo per alleviare la sorte di questi. E se il governo di Palmerston si fosse dimostrato meno arrendevole, appoggiato anche da Napoleone III e da Francesco Giuseppe? (un'idea di Enrico Pellerito)

Divided we stand/7. La Battaglia di Gettysburg viene vinta dai Confederati, che dilagano nel Maryland e si impadroniscono dei suoi porti e delle sue industrie. Se però Grant vince a Vicksburg, il governo federale perde ancora più credibilità e Grant consolida la sua superiorità militare a occidente. Lincoln avrebbe comunque continuato a combattere anche col Maryland e le zone intorno alla capitale occupate, ma lo spirito di soldati e civili non sarebbe stato più lo stesso e sarebbe stato battuto da McClellan alle elezioni presidenziali del 1864, poi McClellan avrebbe chiesto la pace. A questa situazione di arrendevolezza, gli energici pionieri del West, che più di ogni altro volevano strappare le praterie agli schiavisti, avrebbero reagito creando un'altra federazione che avrebbe potuto continuare la guerra, magari con a capo proprio Grant. Insomma, l'Unione si sarebbe potuta dividere ulteriormente in Est e Ovest? Come sarebbe potuta andare avanti la storia di Sud, Est e Ovest? (è di Generalissimus)

Per un rimprovero in più. Durante il primo giorno della Battaglia di Chickamauga, nel 1863, il generale unionista Rosencrans venne informato del fatto che una delle sue divisioni, quella di Reynolds, era allo scoperto e rischiava di essere attaccata sul fianco. Ordinò quindi alla divisione di Wood di spostarsi in appoggio a Reynolds, senza accorgersi che sul percorso c'era una terza divisione, quella di Brennan. Wood si rende conto subito della pericolosità della manovra: in pratica dovrebbe uscire dalla prima linea, disporre gli uomini in ordine di marcia e sfilare dietro gli uomini di Brennan, lasciando così un vuoto di mezzo chilometro nello schieramento. Gli basterebbe chiedere spiegazioni, ma quella stessa mattina aveva litigato violentemente con il Generale Rosencrans, che lo aveva redarguito pubblicamente per alcuni ritardi nelle fasi di spiegamento. Wood così ubbidisce alla lettera, e i Confederati approfittano del vuoto da lui creato, facendo perdere la battaglia all'Unione e ponendo un brusco termine alla carriera di Rosencrans. E se Wood fa la fatidica domanda? Si becca un "asino incompetente" in più, ma l'esercito nordista ha più chance di vincere a Chickamauga. Con Chattanooga saldamente nelle sue mani, e senza la fastidiosa presenza del Generale Bragg, Rosencrans ha una buona base di partenza per poter marciare su Atlanta, che magari non viene neanche incendiata, essendoci Rosencrans al comando, e probabilmente la Guerra di Secessione finisce prima (ancora Generalissimus)

Divided we stand/8. Il primo ministro britannico Lord Palmerston viene assassinato da un irlandese costretto ad emigrare negli USA a causa della disastrosa carestia del 1845-1847 che ha falcidiato la sua stessa famiglia; l’uomo, arruolatosi nell’esercito dell’Unione allo scoppio del conflitto, si è poi congedato ed ha pensato ad una clamorosa vendetta contro gli odiati oppressori che ritiene responsabili della morte dei propri cari. Il fatto accade in concomitanza di un momento di crisi tra il Regno Unito e gli USA e il governo di Londra, ritenendo questa azione una forma di pressione da parte dell’Unione, entra nel conflitto civile americano. Con quali esiti? (proposta da Enrico Pellerito)

Divided we stand/9. McClellan sconfigge Lee e di fatto pone fine alla guerra civile; poi instaura la dittatura, il presidente diventa in tutto e per tutto un re fuorché nel nome. Intanto nel sud i partigiani sudisti continuano la guerra o sotto forma di attentai da parte del Ku Klux Klan o come guerriglia al comando dei generali confederati sopravvissuti (come Lee e Jackson). McClelland è costretto a stringere il pugno, ma cosi facendo secedono altri stati, come quelli del New England o la California. L'impiego di armi professionali (una novità per gli Usa) trasforma i generali dell'Unione da ufficiali in veri e propri signori feudali dato che, come è accaduto nella HL, nel loro distretto hanno pieni poteri; quelli più ambiziosi potrebbero essere tentati di allinearsi ai secessionisti e creare delle loro personali repubbliche. Gli usa non avrebbero la forza né per sottomettere gli Indiani né per evitare che alcuni stati o territori cadano nelle mani dell'Inghilterra, né tanto meno per impedire che i Francesi creino un impero in Messico (Filobeche è un esperto di storia confederata, e lo dimostra ad ogni piè sospinto)

Divided we stand/10. Il sud vince la Guerra con Zachary Taylor contro Winfield Scott al posto di Lee e Grant. I due paesi si accordano per trovare una linea di confine che probabilmente sarebbe data dal fiume Ohio, anche se c'è da decidere che fanno gli stati dell'Upper South: nella guerra di secessione questi rimasero con l'Unione finché Lincoln non decise di dichiarare guerra. È pur vero che il sentimento popolare era con la Confederazione, invece il Tennessee magari si divide in due, quello orientale con la Confederazione e quello occidentale con l'Unione. Sam Houston rimane in Texas, non ha motivo per andare a combattere con il sud perchè era Unionista (la legislatura del Texas infatti lo depose per poter votare la secessione: non a caso la secessione del Texas è quella la cui legittimità è più disputata). Il sud opta per la guerra con il Messico (la guerra fu voluta dal partito democratico e più dei 2/3 dei volontari venivano dal Deep South), il Nord invece entra in guerra con la Gran Bretagna per il 54° parallelo che porta alla conquista della Columbia Britannica e dello Yukon. Nel 1900 tutte e due le nazioni americane sono stabili e ricche, anche se quella a Nord è avanzata e moderna e quella sudista assomiglia al Sud Africa (ancora Filobeche)

Divided we stand/11. Cosa sarebbe successo alla storia della Musica se i due tronconi, USA e CSA, avessero preso due diverse strade? Immagino che il Jazz ed il Blues si sviluppino comunque e che facciano breccia, forse anche prima, nella cultura country del sud, così che nasce il Rock and Roll classico di Big Bopper e Buddy Holly. Magari il Southern nasce ugualmente e gli Allman comunque suonano a Pittsburgh, però i Lynerdskynerd e i Molly Hatchet suonano una musica completamente diversa, giacché i Creedence potrebbero non nascere o suonare una musica completamente diversa, e senza di loro sarebbe la musica Dylaniana a comandare a Nord. Magari Don McLean diventa famoso come meritava e non una nota a piè pagina della storia del Rock (esagero). Il rock Britannico con i Beatles impera e dopo la morte di Elvis lo scettro musicale passa definitivamente nelle mani delle Band Inglesi tipo gli Who. Oppure nasce un Rock melodico con trent'anni d'anticipo e Seeger e Joan Boez sono i due musicisti più famosi dell'Unione... (un'ucronia musicale di Filobeche)

La Terza Guerra d'Indipendenza Americana. Vuoi perchè l'Inghilterra appoggia smaccatamente i Confederati, vuoi perchè Lincoln accetta l'idea di Seward di una guerra preventiva, scoppia una guerra tra Gran Bretagna (e forse Francia) e gli USA. La guerra sarà cruentissima e non necessariamente vinta dall'Inghilterra, e costringerà la Gran Bretagna a guardare verso l'America più di quanto non faccia nella nostra Timeline. Ne consegue che la Russia ha molta più mano libera e l'Italia non può contare sull'appoggio delle due monarchie costituzionali e, o si rassegna e si unifica con una ventina d'anni di ritardo, o chiede aiuto alla Russia con chissà quali effetti. L'Inghilterra, se vince, diventa senza dubbio la più grande potenza del pianeta, con il Deep South trasformato in uno stato fantoccio, e Il Maine e l'Oregon annessi. La Francia segue a ruota magari tenendosi il Messico ed annettendo, chissà, il Texas. Se invece vincono gli USA, l'Inghilterra potrebbe non essere capace di difendersi dalle corazzate americane, e cosi l'impero Britannico potrebbe diventare Americano con tutto quello che ne consegue. Se anche la Francia cade, gli USA sono la più grande potenza del mondo, ma sicuramente non hanno le risorse per sfruttarlo (Filobeche insiste)

Angloamerica/1. E se invece gli Stati Confederati riescono ad ottenere l'indipendenza dall'Unione, dopo essere riusciti a far intervenire la Grande Bretagna al loro fianco, diventano un protettorato britannico e addirittura si ha la riunificazione tra Richmond e Londra? (prima ucronia dedicata da Perchè no? a una possibile riunificazione USA-Inghilterra)

La Capitale USA a Filadelfia. Vi chiederete: cosa cambia? Intanto quasi tutta la guerra di Secessione: senza la capitale in Maryland, questo stato può secedere tranquillamente e permettere a Lee di rendere la vita più dura all'Unione. Inoltre, invece che in uno stato sudista (schierato con l'Unione, a malavoglia, ma comunque sudista), la capitale sarebbe in uno stato Yankee ed oggi liberal, con moltissimi cambiamenti nell'amministrazione della città e della sua architettura. Inoltre Philly sarebbe più popolosa di quanto non lo sia oggi, perchè ospiterebbe tutti gli apparati burocratici. Il Pentagono sorgerebbe in Maryland (o in Delaware?) e Obama risiederebbe alla Powell House... (Filobeche insiste e persiste)

La Guerra di Secessione Messicana. Santiago Vidaurri, uomo forte delle province del Messico nord-orientale, si trovò spesso in contrasto col governo centrale, e quando scoppiò la Guerra di Secessione Americana gli si presentarono due opzioni che ritenne favorevoli ai suoi scopi: dichiarare la secessione dal Messico e creare la Repubblica della Sierra Madre, formata dagli stati di Coahuila e Nuevo León, o far unire questi due stati alla Confederazione. Incontrò addirittura degli agenti Confederati, ma alla fine decise di non fare nulla di inconsulto e di continuare ad arricchire le regioni da lui governate tramite il commercio con gli Stati Confederati d'America. E se invece decidesse per l'unione con i CSA, trascinando il Messico nella Guerra di Secessione Americana? (se lo chiede Generalissimus)

Schiavi neri fuori d'America. Cosa sarebbe avvenuto se altre parti del mondo, oltre alle Americhe, avessero visto l'arrivo massiccio di schiavi neri? Per esempio, se le flotte cinesi del Medioevo avessero mantenuto i contatti con l'Africa orientale sarebbe stata possibile la presenza notevole di schiavi neri in Cina e sopratutto alla corte di Pechino. Come cambia la storia moderna e contemporanea? Quali conflitti lacereranno quelle nazioni? Ad esempio, mi é tornato in mente l'esistenza di un progetto musicale "ucronico", i Black Slavics, che mescola ritmi slavi e africani con il POD di una possibile deportazione si schiavi africani verso i monti Urali da non so quale sovrano russo. Potrebbe essere possibile un commercio di schiavi di questo genere, e quale sarebbe l'impatto di questa popolazione nera sulla cultura russa? (un'idea di Perchè no?)

Antiabolizionismo. E se la schiavitù e il commercio di esseri umani non fossero stati aboliti nel corso dell'800? Si potrebbe immaginare una storia dove gli Occidentali democratici e "civilizzati" continuerebbero a farsi servire da schiavi? All'epoca del colonialismo avrebbero potuto ridurre in schiavitù popoli interi dell'Africa con un uso crudele e illimitato della loro forza di lavoro per sviluppare le colonie. Si potrebbe addirittura pensare a tutta una speculazione in borsa sul corso dell'umano! Penso che le abolizioni del XIX secolo hanno all'origine l'esempio di ciò che è avvenuto ad Haiti, dove gli schiavi della parte francese dell'isola sono stati liberati dalla Rivoluzione e poi hanno lottato per conquistare la loro indipendenza. Se questo esempio non avviene? Sarebbe stato possibile, la schiavitù nell'isola é stata abolita quasi solo sull'autorità del deputato rivoluzionario Sonthonax. Se quest'ultimo fosse stato un po' più legalista e aveva aspettato la fine delle discussioni tra Convenzione e gruppi di padroni bianchi, la schiavitù avrebbe potuto essere mantenuta senza grossi problemi di morale per la Francia rivoluzionaria. Come muta la storia contemporanea? (è quella che Perchè no? definisce una "ucronia politicamente scorretta")

Dallas in anticipo di un secolo. Il 22 novembre 1863 il 16° Presidente degli Stati Uniti d'America, il Democratico dell'Illinois Stephen Arnold Douglas, soprannominato "Little Giant", compie una visita di stato a Dallas, principale città di uno degli stati che gli è più favorevole. Infatti nelle elezioni presidenziali del 6 novembre 1860 egli è riuscito ad unificare i Democratici del Sud con i Democratici del Nord, nominando proprio Vicepresidente John Cabell Breckinridge (già Vicepresidente di James Buchanan), e con il 47,6 % dei voti ha sconfitto il Repubblicano del Kentucky Abraham Lincoln, paladino dell'abolizione della schiavitù, fermatosi al 39,8 % dei voti. La Guerra di Secessione non è scoppiata, non è stato emanato alcun Proclama di Emancipazione, ma le tensioni fra Nord e Sud degli Stati Uniti restano fortissime. Alle ore 12.30 del 22 novembre Douglas sta percorrendo la Main Street (la Dealey Plaza sarà terminata solo nel 1940) non lontano da un Tempio Massonico, su di una carrozza a cavalli scoperta, insieme alla moglie Adele Cutts (che ha solo 27 anni) e al Governatore del Texas Pendleton Murrah, da poco insediatosi nella carica. Improvvisamente da un edificio vicino un uomo spara e ferisce mortalmente alla testa il Presidente; i testimoni asseriscono di aver udito distintamente tre spari. La carrozza parte a tutta velocità verso l'ospedale, ma Douglas non ce la fa e muore poco dopo. John Breckinridge giura immediatamente come 17° Presidente USA, accanto alla vedova di Douglas che ha ancora l'abito macchiato del sangue del marito: un'immagine che diverrà un'icona. La notizia fa il giro degli Stati Uniti via telegrafo e getta la nazione nello scoramento. Intanto la polizia arresta l'attentatore nel giro di pochi minuti: è l'abolizionista convinto John Brown, che già nel 1859 aveva cercato di far sollevare senza successo gli schiavi neri della Virginia contro il Governo Federale, e si era salvato rifugiandosi in Canada. Due giorni dopo John Brown è a sua volta assassinato da un fanatico schiavista, il famoso attore John Wilkes Booth, il quale dichiara di aver voluto vendicare Douglas e risparmiare alla vedova del Presidente il processo dell'uomo accusato di aver ucciso il marito. A sua volta Booth morirà in carcere, in circostanze tutt'altro che chiare, il 3 gennaio 1867. Subito cominciano a diffondersi tesi dietrologiche e complottiste, secondo cui il vero mandante dell'omicidio di Douglas sarebbe stato proprio Breckinridge, il quale avrebbe voluto diventare ad ogni costo Presidente, facendo ricadere la colpa sugli antischiavisti, ed avrebbe chiuso la bocca per sempre sia a Brown che a Booth. In ogni caso Breckinridge sarà rieletto nel 1864, in un clima di tensione crescente e di strisciante guerra civile. Se nel 1868 Abraham Lincoln si ripresenta alle elezioni e stavolta le vince, gli Stati Uniti potrebbero precipitare nell'abisso della Guerra Civile e dilaniarsi a tal punto, da non riuscire mai ad emergere come grande potenza mondiale... (un film d'azione di Enrica S.)

Polonia restituta. La rivolta polacca-lituana-bielorussa contro lo zar nel 1863 sulle prime pareva avere successo. Non solo alcuni Stati Europei avevano mostrato aperta simpatia per gli insorti, ma addirittura Pio IX (!) incredibile ma vero, aveva ordinato una preghiera speciale per la vittoria degli oppressi cattolici contro i russi ortodossi. Anche Napoleone III guardò con estrema simpatia agli insorti e fu lì lì per intervenire. Poi però, distratto da altre faccende, non appoggiò ulteriormente la causa e gli insorti furono abbandonati al loro destino. Oltretutto un'altra grande potenza che avrebbe visto di buon occhio una Polonia indipendente era la Gran Bretagna. Mettiamo il caso che queste due potenze riescano ad appoggiare concretamente i ribelli, supportati in questo anche da altre nazioni che avevano simpatia per gli insorti (Portogallo, Svezia, Italia). In questo caso la Russia da sola ormai (Austria e Prussia da lì a breve saranno impelagate nella guerra contro la Danimarca) deve venire a patti, dovendo riconoscere l'indipendenza almeno a Polonia e Lituania. Viene pertanto ricostituito un Regno di Polonia indipendente coincidente pressappoco al Ducato di Varsavia napoleonico (eccetto i territori in possesso alla Prussia) con in più la piccola Lituania. Benché piccolo e quasi senza sbocco sul mare, il Regno di Polonia potrebbe svolgere una funzione importantissima come cuneo fra i tre imperi confinanti. Innanzitutto anche i polacchi sottomessi ad Austria e Prussia potrebbero ribellarsi a loro volta, visto il successo dei loro fratelli, e annettersi alla madrepatria. Ovvio che tutto questo scompaginerebbe il già fragile equilibrio delle Tre Corti del Nord. Probabile che Austria, Prussia (poi Germania) e Russia accantonino le loro divergenze sui Balcani e rimangano alleate. Napoleone III che, dopo essersi preso il merito di aver riunificato l'Italia, potrebbe dire altrettanto della Polonia e la Francia manterrebbe ancora il prestigio di grande potenza, mantenendo altresì una solida alleanza con il Regno Unito. Forse anche l'Impero Turco può trarre giovamento dalla situazione, in questo caso, però, diventerebbe molto più filo-britannico che filo-germanico. Altre conseguenze: la guerra franco-prussiana non scoppierebbe per paura di un intervento inglese. Viene proclamato ugualmente il Reich Tedesco ma senza l'Alsazia Lorena e la Baviera. Lo Stato pontificio rimane anche se ridotto al solo Lazio. Probabili schieramenti di un'eventuale Guerra Mondiale: Russia, Austria, Germania contro Gran Bretagna, Francia, Italia, Polonia e Impero Ottomano (pensata da Never75)

La Brigata Estense in America. Storicamente, la Brigata Estense, l'esercito del Ducato di Modena, conquistò la sua fama per seguire il proprio sovrano in esilio dopo la caduta del Ducato (1859). Nel 1863, dopo quattro anni di esilio, e svanite tutte le speranze di una restaurazione degli Asburgo-Este sul loro trono, il piccolo esercito modenese venne sciolto, e la maggior parte dei soldati e degli ufficiali rimase abbandonata alla propria sorte. Supponiamo però una rottura, nel 1862, tra il Duca Francesco V e suo cugino, l’Imperatore Francesco Giuseppe: il primo, dopo essersi reso conto che i suoi sforzi per riavere il controllo del suo stato sono vani, decide di lasciarsi l’Europa alle spalle e, non senza amarezza, di partire per il Nuovo Mondo insieme al suo esercito. Esso arriva per primo negli Stati Confederati d’America, dove lotta per la causa Sudista; in seguito alla sconfitta di questi ultimi, però, si rifugia in Messico, dove partecipa ad un ultimo tentativo disperato per salvare l’Impero Messicano. Fallito anche questo, parte per il Brasile, dove finalmente scioglie la Brigata, e si ritira alla vita di Corte, presso l’Imperatore Pietro II di Braganza... (un'ottima idea di Leonardo Rivalenti; ecco la sua proposta)

Le Mexique Français. Il dominio francese sul Messico durante l'epoca di Napoleone III viene a consolidarsi, e la Francia rinsalda il suo ruolo coloniale a livello mondiale diventando la nazione più ricca d’Europa (proposta da Giorgio Tebaldi)

Il Giappone colonizzato. Nel 1863, in seguito al bombardamento del naviglio britannico ed americano da parte dei Giapponesi, USA e Regno Unito non si limitano a compiere rappresaglie nel Paese del Sol Levante, ma lo occupano militarmente, trasformandolo in un loro protettorato. Rimanendo de facto una colonia occidentale, senza una politica estera autonoma, il Giappone non potrebbe impensierire negli anni futuri le democrazie occidentali né minacciarne l'esistenza, ed Hitler dovrà trovarsi un altro alleato "orientale" per il suo "Patto d'Acciaio" (altra idea di Never75)

La Cina in anticipo. La Cina Imperiale conosce un'evoluzione simile a quella del nostro Giappone, grazie ad un monarca che finalmente si dedica all'eliminazione del feudalesimo ancora presente nel paese e dello sperpero delle casse statali per vizi e capricci della famiglia imperiale: scoppia una grande rivoluzione industriale tutta cinese che porta i prodotti del Celeste Impero a competere con quelli europei, americani e giapponesi. L'emigrazione europea anziché in America si riversa in Cina, specialmente nelle aree di Shangai e Tientsin: quali le conseguenze dell'arrivo di migranti bianchi nel paese? Le autorità regolamenteranno l'ondata migratoria oppure la respingeranno? E come cambia la storia del mondo con una simile superpotenza che fa irruzione in anticipo sulla scena internazionale? (pensata da Ainelif)

La Sinagoga Antonelliana. La Mole Antonelliana, come era nel progetto originale, diventa una sinagoga (magari Antonelli si accontenta e, come chiedevano i suoi committenti, la fa un po' più bassa). L'edificio più grande e più vistoso di Torino è perciò un tempio ebraico; una cosa che fa scalpore in Italia e in tutta Europa, e che certamente non andrà giù a molti. Presto si scatena una gara a superare la Mole: magari il Duomo di Torino, con la Cappella della Sindone, non viene ricostruito, ma sicuramente molte altre chiese verranno completamente rifatte. Anche gli edifici civili cominciano a svilupparsi sempre più in senso verticale, rendendo Torino una città di "grattacieli" art nouveau, con uno skyline radicalmente diverso da quello attuale. Potrebbe diventare famosa come "la Chicago sul Po, dove i palazzi fanno concorrenza alle Alpi". Cosa succede dopo le Leggi Razziali? La Mole potrebbe essere requisita e riadattata in un simbolo del regime, magari una Casa del Fascio. In tal caso nel dopoguerra sarà restituito alla comunità ebraica, e forse il 4 settembre 1988 vedremo Giovanni Paolo II, in visita a Torino, entrare nella Sinagoga più alta del mondo, dietro invito del Rabbino Capo. Ma è anche possibile che un edificio ormai tanto connotato in senso ebraico venga direttamente abbattuto, forse dai Tedeschi nel '43, forse anche prima. La Mole distrutta diventa così un simbolo visivo potentissimo della Shoah, forse il più famoso al mondo dopo il famigerato cancello di Auschwitz. La forma progettata da Antonelli potrebbe essere ripresa dai Musei dell'Olocausto, a partire dallo Yad Vashem. Ma oggi, a Torino, solo una targa sul muro della sinagoga ricostruita ricorderebbe che in quel luogo sorgeva la Mole... (questa è di Toxon)

Cecco Beppe. Francesco Giuseppe d'Asburgo estende l'Impero Austro-Ungarico all'intera Europa centrale (proposta da Eowyn)

L'ippomobile. Nel 1863 l'inventore Franco-Belga Étienne Lenoir ideò l'ippomobile, una carrozza motorizzata a tre ruote alimentata a gas illuminante precorritrice dell'attuale automobile. Questo modello suscitò il vivo interesse dello Zar Alessandro II di Russia, e Lenoir inviò una delle sue ippomobile via treno per delle valutazioni. Quando però il convoglio arrivò a destinazione, si scoprì che l'hippomobile era misteriosamente scomparsa, per la rabbia del suo inventore e dello zar. All'epoca l'ippomobile fece abbastanza scalpore, al punto che Jules Verne, nel suo Parigi nel XX Secolo, fa derivare dall'invenzione di Lenoir le carrozze senza cavalli che circolano per le strade della capitale francese, ma non sfondò mai davvero. E se invece la ippomobile riuscisse ad arrivasse ad Alessandro II e questi, impressionato positivamente, ne favorisse la produzione in serie? Cosa succederà se modelli di automobile efficienti iniziano a diffondersi con 20 anni d'anticipo? (made in Generalissimus)

Le Due Giornate di Torino. Nella nostra Timeline le manifestazioni di malcontento da parte dei torinesi, a causa del trasferimento della capitale del Regno d'Italia a Firenze, subirono una violenta e del tutto esagerata repressione da parte sia delle Guardie di Pubblica Sicurezza, sia dei Reali Carabinieri (in particolare gli allievi dell'Arma utilizzati in quel frangente) sia dei reparti dell'Esercito presenti a Torino. Vi furono anche episodi di fuoco fratricida fra Carabinieri ed Esercito! Secondo quanto riportato da Roberto Gremmo nel suo "La prima strage di stato: le giornate di sangue di Torino del 21 e 22 settembre 1864", le suddette manifestazioni furono anche "manovrate" per dimostrare che la città piemontese fosse inadatta al ruolo di capitale, proprio perché i suoi abitanti risultavano essere violenti e facinorosi. Responsabili di questo "complotto" sarebbero stati il presidente del Consiglio dell'epoca Marco Minghetti, il ministro degli Interni Ubaldino Peruzzi e l'allora onorevole Gioacchino Napoleone Pepoli; nessuno dei tre era piemontese, essendo il primo e il terzo bolognesi e il secondo fiorentino. Per espressa richiesta del sindaco di Torino, il marchese di Rorà, anche la Guardia Nazionale locale, costituita da piemontesi a differenza dei soldati regolari provenienti dal resto del Regno, venne chiamata per concorrere nel mantenimento dell'ordine pubblico. Cosa accade, però, se la situazione degenera a tal punto che i componenti della suddetta Guardia Nazionale (dove non saranno mancati elementi anch'essi non entusiasti del prossimo trasferimento della capitale) decidono di difendere la folla da quella che appare una repressione spropositatamente violenta? Propalandosi in città la notizia di un tale avvenimento, questo potrebbe spingere la popolazione torinese (e in seguito l'intero Piemonte) ad insorgere contro gli "italiani" e quello che appare uno stato traditore? Quanto plausibile può essere una simile sollevazione? (pensata dal grande Enrico Pellerito)

Wagner senza Cosima. Cosima Liszt, figlia illegittima del grande pianista ungherese Franz Liszt, era da sempre una grande ammiratrice di Richard Wagner. Nonostante questi fosse già sposato e di 24 anni più anziano di lei, i due divennero amanti mentre Wagner era ospite del re Ludwig II di Baviera. Lo scandalo per quella relazione fu una delle cause che portarono all'allontanamento di Wagner da Monaco nel 1865. Richard e Cosima andarono a vivere insieme nel 1866 a Tribschen, sul Lago di Lucerna, ma solo nel 1870 il primo marito concesse a Cosima il divorzio, ed ella poté risposarsi con Wagner il 25 agosto 1870 (la prima moglie di Wagner, Minna, era morta nel 1866). Il matrimonio fra Wagner e Cosima fu un'unione felice, ed ella si dedicò al Maestro con assoluta fedeltà. A lei Richard dedicò "L'idillio di Sigfrido", e Nietzsche le indirizzò tre biglietti della follia. Dopo la morte del marito avvenuta il 12 febbraio 1883, Cosima assunse la guida del Festival di Bayreuth, il festival musicale creato da Wagner appositamente per le rappresentazioni dei suoi drammi. Ella impose a suoi tre figli l'assoluta fedeltà alla memoria del padre, e basò il Festival di Bayreuth sullo stretto mantenimento delle tradizioni risalenti agli anni in cui il Maestro era in vita, mettendo al bando ogni possibile innovazione e continuando a riproporre le vecchie scenografie originali. Fervente antisemita e, negli ultimi anni, ammiratrice di Adolf Hitler, le va riconosciuto il merito di aver permesso che il Festival, fortemente indebitato alla morte di Wagner, sopravvivesse e consolidasse la sua reputazione. Ma come cambia l'eredità del grande musicista tedesco se lui e Cosima non si incontrano mai, o se Wagner le preferisce un'altra? Il Festival di Bayreut ce la farà a sopravvivere? (made in Enrica S.)

La Grande Guerra del ’64. Mentre Prussia ed Austria si preparano alla guerra, la Danimarca riesce a pararsi le spalle stipulando trattati segreti di alleanza con Francia, Svezia e Italia; quando quindi scoppierà la Guerra dei Ducati, questa si trasformerà subito in un conflitto europeo. L’Italia viene battuta a Custoza e Lissa, ma Garibaldi riesce a ottenere dei successi a Bezzecca e Feltre (la guerra dura un po’ più di sette settimane, e il nostro ha tutto il tempo di combattere una seconda battaglia). Nel frattempo però la Francia è già entrata in territorio tedesco, sconfiggendo un esercito pangermanico a Sigmaringen. Alla fine Inghilterra e Russia mediano una pace onorevole: Schleswig e Holstein restano alla Danimarca mentre la Svezia ottiene la vecchia Pomerania svedese: in capo a qualche anno i due paesi si uniranno. L’Italia acquisisce Veneto e Trentino, la Francia la Saar e può procedere all’annessione di Lussemburgo e di Vallonia (le Fiandre torneranno ai Paesi Bassi). Il cambiamento più grosso si verifica però in Prussia, dove il bellicoso Bismarck viene brutalmente licenziato dal re. L’unificazione tedesca è quindi rimandata di almeno una generazione... (ideata da Toxon)

La terza guerra dello Schleswig-Holstein. Dopo la Prima Guerra Mondiale la Germania sconfitta fu costretta a cedere parte dello Schleswig-Holstein alla Danimarca che lo aveva perso nella guerra del 1864. Nel ducato conteso si tennero dei plebisciti. Nello Schleswig del Nord, il 75% votò per la riunificazione con la Danimarca, mentre il 25% voleva rimanere con la Germania. Nello Schleswig centrale, la situazione era capovolta: l'80% votò per rimanere annesso alla Germania, e il 20% per la Danimarca. Alla luce dei risultati, il governo del primo ministro danese Carl Theodor Zahle decise che la riunificazione con lo Schleswig settentrionale poteva procedere, mentre la parte centrale sarebbe rimasta sotto controllo tedesco. Molti nazionalisti danesi avrebbero voluto che lo Schleswig tornasse sotto la Danimarca a prescindere dal risultato dei plebisciti, motivati dalla volontà di vedere la Germania permanentemente indebolita. Il re Cristiano di Danimarca era d'accordo con questi sentimenti popolari, e ordinò al Primo Ministro Zahle di includere anche lo Schleswig centrale nel processo di riunificazione. Il ministro rifiutò e si dimise dopo qualche giorno in seguito a un violento litigio con il re. Poniamo che invece Zahle accondiscenda ai desideri del sovrano e dei nazionalisti. Lo Schleswig centrale entra pure esso a far parte del Regno di Danimarca, sia pure tra cori di proteste tedeschi. In questo caso in Danimarca ci sarà una cospicua minoranza tedesca. A parte che ciò creerebbe agitazioni continue all’interno della Danimarca - maggiori di quelli che ci furono nella HL – che ne minerebbero la stabilità interna, ciò attirerebbe fin da subito le mire dei nazionalisti tedeschi che vedrebbero come prioritaria la riannessione al Terzo Reich di tutto l’ex-ducato. Pertanto Hitler, appoggiato da nazionalisti tedeschi dello Schleswig (in questa HL assai più numerosi in questa Timeline) nel ’38 occupa la piccola nazione scandinava. In questo caso Inghilterra e Francia dichiarerebbero comunque guerra a Hitler oppure preferirebbero (come per i Sudeti) temporeggiare e chiudere un altro occhio? E se invece fossero Svezia e Norvegia, in virtù della solidarietà scandinava, a intervenire militarmente contro la Germania anziché Francia e Regno Unito? Si scatenerebbe comunque una Seconda Guerra Mondiale? (è di Never75)

Un piemontese a Sumatra. L'avventuriero piemontese Celso Cesare Moreno (1831-1901), lasciate all'età di 25 anni le natie Langhe, parti per l'Estremo Oriente per cercare fortuna e ci riuscì, sposando la figlia del Rajah di Aceh, sultanato posto all'estremo nord dell'isola di Sumatra. Il suocero lo nominò primo ministro e, dal momento che gli olandesi minacciavano l'isola, nel 1864 tornò a Firenze, a quel tempo capitale d'Italia, dove incontrò Re Vittorio Emanuele II. Egli propose al Re Galantuomo di porre il suo protettorato sul sultanato di Aceh in funzione anti-olandese; nonostante gli sforzi di Moreno, tuttavia, il governo italiano disse di no. Ma che accade se le cose vanno diversamente e il primo ministro italiano conte Luigi Federico Menabrea dice di sì? L'Italia potrebbe decidere di puntare sull'Estremo Oriente anziché sul Corno d'Africa. Riuscirà a contrastare gli Olandesi in Indonesia, e magari i Francesi in Indocina, o il risultato sarà comunque un'altra Adua? Come cambia la storia coloniale italiana? (prima ucronia dedicata a Celso Cesare Moreno da Lord Wilmore)

Il napoletano che domò gli afghani. Questo è il titolo di un libro di Stefano Malatesta che racconta la biografia di Paolo Avitabile, personaggio poco conosciuto che nella prima metà del XIX secolo fu chiamato dal maharaja del Punjab a governare la turbolenta città di Peshawar. Ivi seppe imporsi sulla popolazione (di maggioranza pashtun), riducendola all'ordine con metodi da Tamerlano, impiccando, fucilando, impalando o gettando dai minareti tutti coloro che non seguivano alla lettera le regole dell'impero sikh e del governatore in particolare. Un cannoniere di Murat che seppe diventare generale e governatore dell'imperatore sikh, sulla scia di tanti militari europei che, dopo Waterloo, andarono a offrire i propri servigi presso i potentati d'Oriente, dalla Turchia all'Indocina. La sua perizia militare contrastava violentemente con l'inettitudine di tanti suoi connazionali gallonati, che non seppero far fronte alla resistibilissima impresa garibaldina. Ma a quell'epoca Abu Tabela era già morto: poco dopo esser tornato a casa ricco e colmo di onori, nel 1850, all'età di 59 anni, Paolo Avitabile moriva, forse avvelenato dalla giovane moglie. E se Paolo Avitabile non fosse morto ma, tornato a casa, si fosse arruolato nell'esercito borbonico, magari senza ottenere un posto di altissimo rilevo , ma comunque contrastando in maniera efficace l'avanzata garibaldina nell'Aspromonte, territorio montuoso a lui congeniale? Sarebbe sicuramente riuscito a far franare l'impresa dei Mille. E allora, che conseguenze ci sarebbero state per la politica europea? (una geniale idea di Andrea Marcobelli; cliccate qui per leggere la sua proposta)

Il Regno di Scandinavia. Nel 1864 il re di Svezia Carlo XV propose una riedizione della medioevale Unione di Kalmar. Tuttavia nella guerra contro la Prussia la Danimarca non fu appoggiata dalla Svezia, e lo scandinavismo praticamente finì lì. Ma supponiamo che il movimento scandinavistico, iniziato dal Meeting degli studenti scandinavi a Upsala, abbia successo e porti effettivamente all'unione federale dei tre paesi scandinavi sotto la corona di Svezia, con un re nazionale in ogni stato. La Finlandia sarebbe stata considerata provincia irredenta e la Svezia-Scandia sarebbe scesa in guerra con le potenze centrali... (è di Filobeche)

Il Napoleone sudamericano. Francisco Solano Lopez vince la Guerra della Triplice Alleanza del 1864 e trasforma il Paraguay in una potenza regionale. Cosa cambia in Sudamerica? (naturalmente Generalissimus)

Briganti nun se more/1. Come sarebbe cambiata la storia italiana ed europea se la guerriglia borbonica condotta dai "briganti" nel Sud d'Italia fosse stata sostenuta seriamente da qualche potenza estera (Austria e Spagna, ad esempio)? E se gli aiuti avessero creato una mobilitazione come quella a favore dei ribelli greci contro i turchi? (proposta da Enrica S.)

Lunga vita a Lincoln. Allan Pinkerton (1819-1884), figlio di un poliziotto di Glasgow, emigrò a Chicago e vi fondò nel 1850 la prima agenzia di investigazioni, con un motto emblematico: "Noi non dormiamo mai". Durante la Guerra di Secessione Pinkerton e i suoi uomini si dimostrarono anche ottimi agenti segreti: il 23 febbraio 1861 scongiurarono un attentato ad Abraham Lincoln. Ora, che succede se Pinkerton riesce a sventare anche l'attentato di John Wilkes Booth del 14 aprile 1865? Come cambierà il dopoguerra con Lincoln saldamente alla guida del paese? (ancora Enrica S.)

L'altra Washington. Dopo la fine della Guerra di Secessione Americana, si discusse per qualche tempo se non fosse opportuno spostare la capitale degli Stati Uniti da Washington per celebrare la ritrovata unità. Il primo ad avere quest'idea fu proprio il Presidente Ulysses S. Grant, che nel 1869 era rimasto disgustato dalle condizioni a suo dire pietose nelle quali versava Washington, e propose di fare di St. Louis la nuova capitale degli Stati Uniti. Dopo un po' però quest'idea cadde nel dimenticatoio. E se invece si decidesse di proseguire su questa strada e St. Louis diventasse la nuova capitale? Altrimenti dove potrebbe essere traslata la capitale degli Stati Uniti? A Topeka, in Kansas, lo stato che ha l'onore di ospitare il centro geografico degli Stati Uniti contigui? A St. Louis si è tenuta anche l'edizione dei giochi olimpici del 1904, la prima in terra americana. Inoltre è una città abbastanza citata nella politica e nella cultura americana fino all'inizio del Novecento. "Le ultime parole famose" di un diplomatico americano furono che Shanghai gli sembrava una cittadina con delle potenzialità e un giorno sarebbe diventata come St. Louis!! Anche l'aereo che Lindbergh usò per la traversata dell'Atlantico si chiamava "Spirit of St. Louis". Potrebbe avere i numeri pr essere considerata come capitale, considerando che si trova presso la confluenza del tra Mississippi e Missouri (sarebbe come, in Europa, trovarsi sul Reno o sul Danubio). Il fatto che una città del genere rappresenti l'America profonda, rurale, agricola, potrebbe essere al tempo stesso un vantaggio e uno svantaggio sul versante politico. Certamente l'aristocrazia del New England non avrebbe gradito (e magari proprio per questo che la proposta di Grant cadde nel vuoto?). Oppure ci sarebbero Chicago, Denver e Cheyenne (che è la sede del NORAD). E se invece si decidesse di costruire una capitale da zero come avvenuto con Canberra e Brasilia, magari sempre in Kansas? (pensata da Generalissimus)

Leopoldo il Conquistatore. Sembra che nel 1865 Re Leopoldo II del Belgio si fosse messo in testa di invadere l'Olanda, ma dovette rinunciare ai suoi piani perché gli venne a mancare l'appoggio di quello che avrebbe potuto essere il suo principale alleato, Napoleone III. E se invece trovasse un modo per far partire l'annessione militare del suo vicino? Rischierebbe anche di avere successo nell'impresa, considerato che Re Guglielmo III dei Paesi Bassi potrebbe esigere di guidare di persona l'esercito olandese perché si era autoproclamato genio militare nonostante il suo talento più grande fosse trasformare in caotico putiferio tutte le esercitazioni militari alle quali pretendeva a forza di partecipare. I Paesi Bassi si ritroverebbero dall'essere guidati da un eccentrico sadico all'essere guidati da un altro eccentrico sadico, ma agli Olandesi non potrà certo andare peggio che ai poveri Congolesi, giusto? E se Napoleone III pretendesse la Vallonia come compensazione? (ancora Generalissimus)

Briganti nun se more/2. Dal 1865 in poi nel Mezzogiorno del nostro paese, da quattro anni nel Regno d'Italia, si è diffuso il fenomeno del brigantaggio a causa del grave disagio economico e sociale. Le bande dei cosiddetti "Briganti" sono formate da contadini, da sbandati del disciolto esercito borbonico e garibaldino, da legittimisti (i "nostalgici" del regime borbonico), da renitenti alla leva, da banditi veri e propri. Tale fenomeno inizialmente è stato controllato dalle autorità del giovane stato, ma a partire dal 1872 si ribellano contro la monarchia sabauda, ricevendo dai Borbone e dal papa aiuti materiali. Validi alleati sono anche gli stessi ceti aristocratici e latifondisti e la rivolta scoppia a Napoli nel dicembre 1872, quando le autorità cittadine sono cacciate e nasce un governo provvisorio della città partenopea, borbonico e clericale. Il governo della Destra Storica cerca di avviare una dura repressione militare ma non ci riesce. La guerriglia dura cinque anni e le truppe italiane non sono capaci di bloccare un fenomeno che pochi anni prima era nettamente minoritario nel paese. Nel marzo del 1873 le autorità del regno italiano e del governo napoletano si ritrovano a Teano dove si decide la completa autonomia del Mezzogiorno d'Italia che riassume le insegne di Regno delle Due Sicilie, chiamando a cingere la riesumata corona Francesco II di Borbone, detto "Franceschiello". La vita però del rinato giovane stato dura pochissimo: dopo i festeggiamenti e l'entusiasmo la crisi economica di sovrapproduzione che colpisce l'Europa a partire dal 1873 mette in ginocchio la fragile economica meridionale, in particolare l'agricoltura. Fortissima è infatti la concorrenza con le esportazioni degli Stati Uniti e dall'Argentina. Nel 1880, dopo sette anni di completa assenza dello stato, Francesco II di Borbone scappa in Brasile a causa di possibili rivolte del popolo e Vittorio Emanuele II riconquista personalmente il Sud, accolto come un liberatore. La stessa Sicilia che tanto aveva desiderato l'autonomia abbraccia il sovrano. Il governo di Roma però avvia una durissima repressione delle possibili bande ancora presenti e dà inizio ad una industrializzazione forzata della regione, che determina un incremento dello sviluppo economico dell'interna penisola. La "questione meridionale" è quindi bella che risolta, perchè lo sradicamento delle bande di briganti impedisce la nascita della moderna mafia (proposta da Demofilo)

Briganti nun se more/3. Supponiamo che Vittorio Emanuele II perda l'ex regno delle Due Sicilie in seguito alle rivolte dei Briganti. Sarebbero quindi sorti due stati allo stremo economicamente (gran parte di quello che c'era era sarebbe stato comunque già traslato a Torino) e con dieci anni di guerriglia sulle spalle. Probabilmente la Sicilia sarebbe diventata un protettorato inglese (fondendola con Malta) e nella parte continentale si sarebbe fondata una Repubblica di Napoli, teoricamente indipendente, ma de facto un protettorato francese. Quali conseguenze? Roma e il Lazio non sarebbero mai entrate a far parte dell'Italia che non avrebbe mai avuto colonie (al massimo l'Eritrea) ed avrebbe fissato la capitale a Firenze. Nella prima guerra mondiale italiani, napoletani e siciliani avrebbero combattuto (e vinto) fianco a fianco. Dopo la guerra solo in Italia sarebbe nato il mito della vittoria mutilata (il sud non era più considerato dall'Italia una terra irredenta, e Napoli e la Sicilia non avevano terre da redimere) e il fascismo sarebbe puntualmente sorto in Italia e allo scoppio della seconda guerra mondiale gli italiani avrebbero combattuto con i tedeschi, ma napoletani e siciliani avrebbero combattuto con gli Alleati; lo Stato Pontificio sarebbe rimasto neutrale, ma invaso per ripicca dai fascisti. Dopo la guerra Napoli e la Sicilia si affrancano da Francia e Inghilterra, nessuna della due nazioni si ingrandisce, ma ottengono forti indennizzi di guerra, ovviamente a carico dell'Italia. Lo Stato Pontificio verrà rinominato con l'altisonante nome di Repubblica Romana, del quale il Papa ne restava il re, ma aveva come ruolo politico solo la rappresentanza. L'Unione Europea sarebbe quindi stata fondata da Italia, Germania Ovest, Francia, Benelux, Napoli e Repubblica Romana? In questa Italia sorgerà la Lega Nord che minaccerà la secessione al grido di “Firenze Ladrona”? Quali altre conseguenze? (un colpo di genio di Findarato)

Briganti nun se more/4. Ucronia alternativa alla precedente: il POD stavolta non è la divisione della neonata Italia, ma i Briganti non vengono messi a tacere, ma continuano la loro guerriglia e si organizzano un po' come l'ETA nei paesi baschi in un movimento che continueremo a chiamare “Brigantaggio” (sono a corto di idee per i nomi). Quali conseguenze? I Briganti avrebbero potuto combattere la prima guerra mondiale al fianco degli imperi centrali, senza cambiare l'esito della guerra; durante il fascismo sarebbero stati messi a tacere dal Duce, ma avrebbero comunque assunto (sempre come l'ETA) una matrice marxista-leninista e quindi, allo scoppio della seconda guerra mondiale avrebbero combattuto al fianco dei fratelli sovietici, (cosa verosimile: basti pensare a quegli italiani che si arruolavano clandestinamente nella guerra civile spagnola contro Franco). Dopo la guerra avremmo dunque avuto due Italie: la Repubblica Italiana a nord e la Repubblica Democratica delle Due Sicilie a sud, Dopo il crollo del comunismo, le Due Sicilie sarebbero entrate nell'Unione Europea? (altra "Findacronia" di Findarato)

La naja non compaia. Sicuramente, agli occhi di molti membri della classe dirigente italiana dopo l'Unità, l'estensione a tutto il paese del pesante sistema di coscrizione militare piemontese doveva sembrare una scelta obbligata; è difficile però sfuggire all'impressione che sia stata un'azione sostanzialmente inutile (le nostre forze armate hanno rimediato un sacco di figuracce in quel periodo) e dannosa (basti pensare a quanto danneggiò la massa della popolazione e favorì l'esplosione del brigantaggio). Ma se il neonato regno d'Italia decide di affidare la propria sicurezza a un esercito più piccolo? Sarà militarmente più debole, ma farà poi tanta differenza? In compenso, meno brigantaggio, meno povertà, e magari anche meno spese militari! (questa è di Toxon)

La Colonia del Sud Italia. Spesso quando si parla della questione meridionale si sente ripetere una frase: i Piemontesi hanno colonizzato il sud italia. In realtà, anche se all'inizio poteva essere vero, alla lunga la "colonia" venne integrata nella nazione italiana, tant'è che in breve tempo i politici meridionali furono ammessi alla pari con quelli settentrionali e centrali, piemontesi e non. E se invece l'impostazione fosse stata davvero colonialista? Il regno di Sardegna dispone un governo prefetturale con sede a Napoli e gestito da settentrionali, sfrutta la popolazione locale e manda tutte le ricchezze al nord. Inoltre stanzia popolazione di origine settentrionale su tutto il territorio delle Due Sicilie. Sarebbe stato possibile, e soprattutto gestibile? (se lo chiede Renato Balduzzi)

L'Eroe dei Tre Mondi. Deluso da Vittorio Emanuele II, dopo la Spedizione dei Mille Giuseppe Garibaldi abbandona l'Italia, torna a fare il marinaio com'era la sua prima vocazione (in Sudamerica aveva persino comandato una nave corsara al servizio dell'autoproclamata Repubblica del Rio Grande) e si trasferisce in Nuova Zelanda, dove combatte la prepotenza dei coloni inglesi e riesce ad ottenere una strepitosa vittoria al comando di truppe indigene. Proclama così la Repubblica Maori, della quale resta presidente onorario fino alla morte (ancora William Riker)

Augusta Taurinorum. Torino resta capitale d'Italia anche dopo l'annessione di Roma. Come cambia la storia del Bel Paese? (sempre William Riker)

Fax Domini sit semper vobiscum. Il telefax moderno fu inventato da Rudolf Hell nel 1929, ma entrò nell'uso comune solo negli anni ottanta. Pochi però sanno che un metodo geniale di trasmissione di scritti e immagini, e non più solo di messaggi codificati in punti e linee, era già stato inventato assai prima dal sacerdote fiorentino don Giovanni Caselli (1815-1891). Si trattava del pantelegrafo, che funzionava tramite due pendoli mossi da elettromagneti: uno scansionava lo scritto eseguitoi su carta stagnola con un opportuno inchiostro grasso, l'altro lo riproduceva a distanza. Il 2 giugno 1855 il geniale prete lo presentò al mondo scientifico, e tra i suoi primi fan ci fu Gioacchino Rossini, che usò il pantelegrafo per realizzare un suo spartito. Molti governi si interessarono alla nuova invenzione: nel 1863 l'Inghilterra inaugurò una linea pantelegrafica, nel 1865 lo seguì la Russia, mentre Napoleone III decorava Caselli con la Legion d'Onore. Ma il successo fu effimero: Napoleone III offrì a Caselli di realizzare una rete nazionale, ma l'incarico per legge doveva essere assegnato a un francese, e don Giovanni non se la sentì di cambiare nazionalità. I più pensarono che i costi del pantelegrafo fossero troppo alti rispetto ai benefici, e il pantelegrafo venne dimenticato. Ma che accade se don Caselli accetta di diventare francese, o va negli USA a proporre la sua invenzione ad Abraham Lincoln? Come cambierà il mondo l'invenzione anticipata del telefax, con la possibilità di scambiarsi rapidamente messaggi e disegni senza bisogno di un esperto di codice Morse? (ideata da William Riker)

Un altro Nicola II. Nikolaj Aleksandrovič era lo Zarevič di Russia, fratello maggiore del futuro Alessandro III; somigliava molto al padre Alessandro II come modo di pensare; morì a soli 22 anni, nel 1865, di tubercolosi. E se invece non muore, sposa la sua fidanzata Maria Sofia Federica Dagmar di Danimarca e succede al padre? Alessandro II era stato molto più liberale dei suoi predecessori e anche dei suoi successori, quindi questo Nicola II potrebbe continuarne la politica... (è di Tommaso Mazzoni)

Le Filippine belghe. Pochi sanno che, prima di interessarsi al Congo, Leopoldo II del Belgio mirò ad acquistare le Filippine. Per ben due volte (nel 1865 e nel 1868) fu sul punto di riuscirci, ma in entrambi i casi le trattative fallirono. Se però ci riuscisse? Intanto bisogna capire se gli USA fanno lo stesso la guerra alla Spagna nel 1898 (che ora possiede soltanto Cuba e Puerto Rico). Oppure, se "l’incidente" avviene lo stesso, gli USA rischierebbero comunque di dichiarare guerra stavolta al Belgio? Benché piccolo e teoricamente neutrale, il Belgio era quasi un protettorato britannico e di cui il Regno Unito fu sempre garante. In questo caso scoppierebbe un conflitto atlantico dall'esito imprevisto. Se quindi il Belgio ottiene le Filippine, non è difficile ipotizzare che sia sempre l’Italia a spingere le mani avanti reclamando il Congo, uno dei pochi territori africani ancora liberi. Alla fine, a livello politico internazionale, eravamo considerati poco più del Belgio: non una grande potenza da far paura con il suo Impero coloniale tale da intimorire Francia e Regno Unito. Per di più anche l’Austria avrebbe tutto l’interesse, alla conferenza di Berlino, per farcelo assegnare. Sarebbe un modo per distrarci dall’irredentismo... (è di Never75)

La Danimarca non si tocca. I francesi si mettono a fare i paladini della Danimarca nel 1864. Perché dovrebbero farlo? Beh, sarà pur vero che nessuno ha la sfera di cristallo, ma i francesi potrebbero cominciare a percepire la Prussia come un serio pericolo leggermente prima. Non è detto che Parigi costringa gli inglesi a fare altrettanto, ma potrebbe anche essere. Certo per Londra potrebbe essere una scelta difficilissima, perché deve scegliere chi inimicarsi, ed il prezzo rischia di essere alto per la borsa di Albione. Di sicuro l’Italia si troverebbe in una posizione di fortissimo imbarazzo, per cui alla fine non farebbe assolutamente nulla, rimandando la conquista del Veneto a data da destinarsi. Ora, delle due l’una: o i prussiani si ritirano e meditano qualcos’altro (cosa?), o corrono il rischio di regolare i conti con i francesi prima che con gli austriaci. Ma a questo punto è chiaro che l’esito potrebbe non essere affatto quello del 1870, anche perché potrebbe essere la stessa Austria a scaricare per tempo la Prussia, mentre la Russia sta alla finestra. Cosa cambia? (made in Paolo Maltagliati)

Abd el Kader. Come sarebbe cambiata la storia del Medio Oriente se Abd el Kader (1808-1883) fosse stato veramente messo a capo di uno stato nel Medio Oriente, come vagheggiavano i Francesi? Avremmo forse avuto una monarchia islamica meno repressiva e più interessata all'occidente, mentre sarebbero sorte nuove guerre contro l'impero ottomano, protetto della Germania. Avremmo dunque visto la Francia e la Germania esercitare interessi opposti nel Medio Oriente. Magari al posto della crisi marocchina avremmo avuto una crisi siriana, e la Prima Guerra Mondiale sarebbe iniziata nei torridi deserti arabi... (proposta da Maggioriano)

La dinastia dei Cuza. Alexandru Ioan Cuza, primo re di Romania, non viene rovesciato dai nobili l'11 febbraio 1866, e può continuare il suo programma di riforme agrarie e finanziarie, rendendo notevolmente più efficiente lo stato rumeno. Una dinastia intraprendente e per giunta filo-francese avrebbe potuto condurre una gestione migliore della Romania, che sarebbe rimasta neutrale nella seconda guerra mondiale (ancora Maggioriano)

La Federazione Balcanica. Il Principe Mihailo Obrenović III di Serbia era un forte fautore della creazione di una Federazione Balcanica in chiave anti-Ottomana. Fu in quell'ottica che nel 1866 stipulò la Prima Alleanza balcanica. Sfortunatamente i suoi progetti non andarono oltre, perché la congiura dei fratelli Radovanović pose fine alla sua vita nel 1868, e senza la forte leadership di Mihailo divenne praticamente impossibile far sì che tutti i paesi balcanici si unissero in uno stato unitario (e in quel tutti era compresa anche la Croazia, che all'epoca faceva parte dell'Impero Austro-Ungarico). Ma cosa accadrebbe se il monarca serbo sopravvivesse al tentativo di assassinio, vivesse altri 20 anni e riuscisse a dar vita al suo progetto? (made in Generalissimus)

Auf wiedersehen/1. Il 7 maggio 1866 lo studente Ferdinand Cohen-Blind tentò di assassinare Otto von Bismarck nel viale di Unter den Linden, al centro di Berlino, sparandogli a bruciapelo cinque colpi di pistola. Bismarck rimase pressoché illeso e catturò egli stesso l'attentatore, consegnandolo alla polizia. Il giovane, il quale uccidendo il Cancelliere di Ferro aveva sperato di evitare una guerra tra gli stati tedeschi, si suicidò poco dopo in carcere. C'è chi dice che Bismarck sopravvisse solo perchè indossava un giubbetto antiproiettile. Ma che succede se l'attentato va a segno e Bismarck è tolto di mezzo? Come cambiano la storia della Prussia e dell'intera Germania? (questa è di William Riker)

La Grande Danimarca. Piuttosto improbabile, anche solo per differenza di mezzi, uomini e risorse; ma se la guerra per lo Schleswig-Holstein fosse vinta dalla Danimarca (magari appoggiata dalla Svezia?) La Prussia riceve una bella batosta non tanto militare quanto politica, e non dichiara guerra all'Austria nel 1866. Inoltre la confidenza nelle proprie capacità militari lascerebbe la Danimarca capace di pensare ad avventure coloniali e anche a schierasi con l'Inghilterra (o la Francia) nelle eventuali guerra future con chissà quali effetti, però, sulla società dell'Europa del nord (Filobeche, obviously)

L'acquisto del Veneto. Il neonato Regno d'Italia cercò più volte di acquistare dall'Austria Venezia, a volte proponendo anche cifre interessanti. Nel 1865 l’ultima missione fu affidata al conte Alessandro Malaguzzi-Valèri . I Savoia erano disposti a sborsare un miliardo: a Vienna qualcuno era favorevole all’accordo, ma Cecco Beppe si oppose e non se ne fece nulla. Sappiamo poi le cose come andarono a finire. Poniamo che invece l’Austria accetti. Innanzitutto la vedo difficile per i Savoia raggranellare tutti ‘sti soldi a meno che non si applichi la vecchia tecnica del vendere all’asta parte del Patrimonio culturale italiano al migliore offerente. In alternativa, lo spremere ancora di più i sudditi, specie del Sud. Il che, con il brigantaggio ancora lontano dall’essere sconfitto non è proprio un’ottima idea. L’Austria col miliardo ha modo di assestare un po’ le finanze e armarsi meglio. Bismarck non considera l’Italia un alleato stabile e punta direttamente a un’alleanza con la Francia per spartirsi le spoglie dell’arcinemico asburgico. Napoleone III non aspetta altro. L’Austria viene comunque sconfitta assieme ai suoi alleati. In cambio delle annessioni prussiane, la Francia può annettersi tranquillamente il Lussemburgo e mette la mano sulle province renane della Baviera e dell’Assia. A questo punto è pressoché inevitabile una guerra franco-prussiana che potrebbe scoppiare anche prima del 1870. La Francia però, con frontiere più sicure, potrebbe resistere meglio e la guerra concludersi con una sconfitta, ma non così grave come in TL. Non è necessario spingersi fino a Parigi, Napoleone III, visto l’avanzare delle truppe prussiane, accetta prima le condizioni di pace che prevedono solo la restituzione dei territori recentemente acquisiti e non dell’Alsazia-Lorena. Comunque è un brutto colpo (l’ennesimo!) per l’immagine per Napoleone III che di lì a poco morirà di cancro, non prima però di essere stato costretto a trasformare la Francia in una monarchia costituzionale del tutto simile a quella inglese. Il suo unico figlio ed erede, Napoleone IV, alla pari di Vittoria del Regno Unito, si può dire che “regna ma non governa” (made in Never75)

Vittoria la ficcanaso. Allo scoppio della Guerra Austro-Prussiana il Granduca d'Assia Luigi III scrisse una lettera alla Regina Vittoria, suocera del suo nipote e successore Luigi, chiedendole di intervenire diplomaticamente per fermare il conflitto appena iniziato e affermando di aver già scritto in tal senso a Guglielmo I, cercando di appellarsi alla sua ragione, ma senza alcun successo. Non si sa se Luigi fece questo perché sapeva che lo stato che guidava, schierato dalla parte della Confederazione Germanica, sarebbe stato sconfitto dalla potenza prussiana, o per puro spirito irenista, comunque sia non ottenne alcuna risposta da Vittoria. Ma se invece la Regina d'Inghilterra intervenisse in prima persona, riuscendo a fermare il conflitto? Quali le conseguenze? Anche la Terza Guerra d'Indipendenza dovrà fermarsi? E il Veneto, quando tornerà all'Italia? La Triplice Alleanza non nascerà, con Vienna che occupa ancora Venezia; con chi si alleerà l'Italia? (è di Generalissimus)

Custoza mon amour. L'Italia vince la Terza Guerra d'Indipendenza, cioè la nostra flotta e il nostro esercito vincono almeno una delle due battaglie che invece furono teatro di celebri disfatte (Lissa e Custoza). L'Italia ottiene dei vantaggi territoriali superiori, non limitati al Veneto: recupera il Trentino e parte dell'Istria (eccettuata però Trieste, porto dell'Impero), che sono poi i veri motivi per cui l'Italia è entrata in guerra (Napoleone III e Francesco Giuseppe erano già d'accordo per cederci il Veneto senza combattere). Inoltre una guerra vinta per davvero incide maggiormente anche sul nostro carattere nazionale: avremo più sicurezza in noi stessi e saremo rispettati maggiormente anche dalle altre nazioni. Durante la Prima Guerra Mondiale rimaniamo neutrali, poiché nessuno aveva voglia di morire solo per Trieste, figurarsi per la Dalmazia dove, come avrebbe affermato Ciano qualche anno più tardi, "sicuramente solo le pietre erano italiane". Non entrando in guerra le cose cambiano un po' per tutti gli schieramenti e si arriva prima ad una pace di compromesso, lasciando un'Europa indebolita ma ancora forte sul piano internazionale (un'ipotesi seducente di Never75)

Lissa dagli occhi blu. Alternativa all'ucronia precedente avanzata da Mattiopolis. L'Italia vince sia a Custoza che a Lissa, e straccia completamente l'esercito austriaco, tanto da poter annettere tutti i cosiddetti "territori irredenti": Trento, Trieste, Dalmazia, Istria, forse anche l'Albania. La potenza asburgica declinerà prima che nella nostra Timeline. Conseguentemente, niente politica espansionistica nei Balcani da parte degli Austriaci, niente Gavrilo Princip, niente Prima Guerra Mondiale come noi la conosciamo. La Germania proverà sicuramente ad annettersi un'Austria agonizzante, quindi la guerra potrà essere scatenata da un moto imperialistico tedesco. Germania umiliata ancora di più che nella nostra Timeline, probabile divisione dello stato teutonico con l'Austria che si annette il sud, il Belgio che si annette una parte tedesca consistente, il resto rimane indipendente. I fasci non potranno esistere, quindi Mussolini rimarrà socialista e potrà tentare di creare una Repubblica Popolare Italiana; invece Hitler non potrà dare fastidio più di tanto, con una Germania così spezzettata, oppure avrà ancora più frecce al proprio arco per la propria propaganda anti-occidentale?

Sadowa mon amour. Altra variante sulla III guerra d’Indipendenza. L’Italia rimane neutrale (accontentandosi del solo Veneto ottenuto grazie alla intermediazione di Napoleone III). L’Austria può concentrare il grosso delle sue truppe contro la sola Prussia vincendola. Bismarck è costretto a rassegnare le dimissioni. L’Austria non solo si riappropria dei Ducati Danesi e della Slesia, ma assume pure la guida da sola della Confederazione Germanica. La Prussia isolata ed amputata non rappresenterà più un problema per la Pace Europea in futuro. In compenso i rapporti italo-francesi-austriaci migliorano sensibilmente e saranno queste tre nazioni a stringere un’Alleanza Difensiva, detta la Triplice Alleanza (a pensarla è stato sempre Never75)

I Francesi a Sadowa. Ulteriore alternativa. Il regno d’Italia non entra in guerra contro l'Austria, anche se vorrebbe, e si accontenta del Veneto; la Prussia e gli stati tedeschi del nord si ritrovano da soli contro l’Austria e gli stati tedeschi del sud, ma l’Austria è consapevole della grandissima forza dell’esercito prussiano, così va in cerca di alleati per aprire un secondo fronte contro la Prussia e trova un alleato nella Danimarca, che era stata sconfitta nel 1864 dalla Prussia e aveva perso territori in suo favore. Lo scontro avviene comunque a Sadowa; la Prussia, anche se in inferiorità numerica, ha la superiorità tattica e tecnologica, e dopo 10 giorni di battaglia ci si trova in una situazione si stallo con ingenti perdite da tutte e due le parti. A questo punto la Francia di Napoleone III entra in guerra contro la Prussia approfittando della situazione; come andrà a finire? La Francia otterrà il confine sul Reno? L'Austria restaurerà il Sacro Romano Impero? (un'idea di Brizio1966)

Il Veneto sott'acqua. Che succede se il 4 luglio 1866, immediatamente dopo la sconfitta di Sadowa, l'Imperatore Francesco Giuseppe ordina il taglio degli argini dei fiumi Adige, Frassine, Tartaro e Brenta in modo da allagare le valli, lasciando quindi all'acqua il compito di fermare Cialdini? Questi ci metterà settimane, per aprirsi la strada fino a Venezia... (parola di Enrico Pizzo)

I Francesi dopo Sadowa. Nel 1866 la Francia di Napoleone III fu effettivamente sul punto di entrare in guerra contro la Prussia dopo la la sua schiacciante vittoria a Sadowa, tanto che venne mobilitato l'esercito e il maresciallo Niel, all'epoca comandante in capo delle truppe francesi, formulò un preciso piano d'azione per una rapida avanzata in Prussia. Ma le indecisioni di Napoleone III e le vaghe promesse di Bismarck sull'annessione del Lussemburgo, oltre alla rapida conclusione delle ostilità con l'Austria, impedirono il pur probabile intervento francese fortemente voluto dall'abile Maresciallo Niel, che temeva giustamente il rafforzamento prussiano. E se Napoleone III si fa convincere e decide di entrare in guerra all'indomani di Sadowa? (proposta da Susanna Gentili)

Non obbedisco. Garibaldi decide di non dar retta a Vittorio Emanuele II, che gli aveva ordinato di ritirarsi dal lago di Garda (da cui sarebbe partita l'invasione del Trentino). Questo suo gesto permette un'annessione del Trentino, oppure si trasforma in un fiasco, che cambia le clausole dell'armistizio di Cormons con una resa meno traumatica per gli austriaci? Se perde, Garibaldi sarà cacciato? e se vince? (se lo chiede Camillo Cantarano)

Soluzione Grande Germania. Bismarck nel 1866 durante la guerra con l'Austria non si ferma a Sadowa, ma prosegue con le sue armate fino a Vienna. L'umiliazione degli Asburgo è completa. In questo caso Bismarck seguirebbe, spinto dai militari, l'opzione Grande Germania che comprendesse l'Austria. In questo modo l'Impero Asburgico sarebbe completamente assorbito nel nuovo Reich tedesco. Cosa sarebbe in effetti cambiato? Il Re di Prussia sarebbe diventato subito Imperatore di Germania, unendo a sé in federazione gli Stati tedeschi meridionali, mentre gli Asburgo, come i loro parenti Wittlesbach, sarebbero rimasti sovrani nei loro possedimenti anche se avrebbero perso l'autonomia in politica estera e difesa. Le conseguenze per il futuro sarebbero state immense. Innanzitutto la creazione di un estesissimo stato nell'Europa Centrale avrebbe dissuaso molti dall'attaccarlo: Napoleone III non avrebbe mai dichiarato guerra ad un Impero così potente, ed anche la Serbia avrebbe cercato di venire a compromessi con lui. Al tempo stesso, grazie alla maggior presenza dell'elemento tedesco, anche l'Impero Asburgico avrebbe sentito forse meno - cioè avrebbe combattuto meglio - le proprie tendenze separatiste, anche grazie al migliore e più efficiente modello di esercito prussiano. D'altra parte però l'unione con la Germania vera e propria delle province asburgiche dell'Est economicamente molto più arretrate avrebbe significato paradossalmente anche una crescita inferiore economica della Germania stessa, come difatti avvenne nella nostra Timeline quando la Germania Ovest inglobò la Germania Est, ed i numerosi problemi dello stato plurietnico asburgico avrebbero assorbito tutti gli sforzi militari e non del Reich, sottraendoli ad esempio ad altri, come le avventure coloniali e il potenziamento della flotta che tanto irritarono l'Inghilterra. In effetti nella nostra Timeline l'Impero Austriaco non riuscì a farsi delle colonie proprio perché aveva problemi più gravi da risolvere sul Continente, e questa "eredità" la avrebbe per forza trasmessa per osmosi al nuovo Reich Tedesco. In pratica un gigante così esteso, ma al tempo stesso così fragile, avrebbe forse destato molta meno paura agli altri paesi Europei, che però avrebbero preferito vivere in pace con lui anche a causa della quasi certa alleanza con l'Impero Russo, vastissimo, multietnico e debole come lui, con cui molto avrebbe avuto in comune. In pratica l'Italia, avendo ottenuto già il Veneto, si sarebbe accontentata di quello, la Francia si sarebbe tenuta l'Alsazia e la Lorena e si sarebbe sfogata con le colonie, e la Gran Bretagna avrebbe dormito sonni ancora più tranquilli, certa che il suo primato sui mari non sarebbe stato messo in dubbio da nessuno. Che sia davvero questo POD uno dei pochi che avrebbe potuto evitare le due guerre mondiali? (proposta da William Riker e da Never75)

Re Amedeo I. Secondo una vecchia storia, due giovani fratelli e principi stavano nel parco reale; si avvicinò alla cancellata una zingara che lesse la mano al secondogenito e gli predisse: "Tu diverrai Re per primo". La governante, scacciata la donna, prese i due principini e li portò via. Il timore della parole sibilline comportava la morte del primogenito per la successione, ma la profezia si avverò diversamente: Amedeo di Savoia, secondogenito di Vittorio Emanuele II, diventò Re di Spagna nel 1870, mentre Umberto il primogenito diverrà Re d'Italia solo nel 1878. Storielle a parte, supponiamo che durante la Terza Guerra d'Indipendenza Umberto di Savoia Principe di Piemonte venga mortalmente ferito nel quadrato di Villafranca. Il fratello minore Amedeo di Savoia Duca d'Aosta gli succede come erede al trono ottenendo il titolo di Principe di Piemonte. Il Principe con la moglie Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna avranno tre figli, Emanuele Filiberto Principe di Napoli, Vittorio Emanuele Duca d'Aosta, Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi. La principessa Maria Vittoria si farà molto amare dal popolino in tutta Italia. Come cambia la storia? (ideata da Alessio Benassi)

1866, Palermo in fiamme. Quando il governo sabaudo dovette richiamare sul continente una parte delle forze che presidiavano la Sicilia per la guerra contro l'Austria, a Palermo scoppiò un'insurrezione in cui si mescolavano le più varie aspirazioni: cattolici arraggiati (così si dice in Siciliano) per la nazionalizzazione dei beni della Chiesa, confusi sogni di restaurazione borbonica, desideri autonomisti, aspirazioni sociali dei contadini i quali si erano accorti che "tutto era cambiato affinché non cambiasse nulla", l'ira dei disoccupati senza più niente, ideali risorgimentali dei repubblicani e dei garibaldini, e naturalmente una forte componente mafiosa. I ribelli, che secondo lo storico Denis Mack Smith erano almeno 18.000, svuotarono i magazzini, bruciarono gli uffici pubblici, svaligiarono i palazzi, fino a che la Regia Marina bombardò Palermo e 40.000 soldati al comando di Raffaele Cadorna ristabilirono l'ordine. Ma che accade se la rivolta è più diffusa e riesce a scacciare i sabaudi dall'isola? E se invece l'Italia, impegnata nella repressione sanguinosa di una rivolta ancor più violenta, perde in modo ancor più rovinoso la guerra contro l'Austria, che rientra a Milano? (pensata da William Riker)

Non facciamo i furbi! A Napoleone III passò sicuramente in testa più di una volta il pensiero di non cedere il Veneto all'Italia alla fine della Terza Guerra d'Indipendenza. L'acquisizione di un nuovo territorio senza colpo ferire sarebbe stata una panacea contro la calante popolarità che l'Imperatore stava subendo in quel periodo. Cosa succede perciò se Napoleone III non resiste alla tentazione, si appropria del Veneto e non c'è l'accordo segreto all'Hotel Europa sul Canal Grande? L'Italia si troverà indissolubilmente legata alla Prussia, combatterà assieme ad essa per il possesso del Veneto nella Guerra Franco-Prussiana e interverrà subito nella Prima Guerra Mondiale con la Triplice Alleanza? (ancora Generalissimus)

E se Napoleone il Piccolo si stufasse? Napoleone III alla fine era stufo della voracità italiana che, pur avendo perso una guerra e avendo subito due batoste, non si accontentava di ambire al solo Veneto, ma reclamava pure Trentino, Trieste e Istria. Gli è stata attribuita la battuta: "Alla prossima guerra che perdono, vorranno Parigi!" che, se non è vera, è verosimile. Dalla rabbia Napoleone fu tentato di non cedere il Veneto all'Italia ma, anzi, restituirlo generosamente a Vienna. In teoria, aveva la facoltà di farlo. E se lo avesse davvero fatto? Ovviamente i rapporti franco-italiani peggiorano sensibilmente. Oltretutto, ci ritroviamo senza alleati sul continente. Bismarck ci considera (giustamente) inaffidabili, la Francia viene vista come la nostra traditrice che per ben due volte ci ha negato il Veneto promesso e l'Austria, ovviamente, la nostra arcinemica. Quanto dobbiamo aspettare per poter ottenere il Veneto? Magari potrebbero andare avanti iniziative diplomatiche per ottenerlo pacificamente ma, quasi sicuramente, non entriamo nella Triplice. In questo caso siamo ancora più vulnerabili e non è detto che, in futuro, magari Francia e Austria stessa si accordino tra loro per spartirsi la Penisola. Potrebbe essere davvero la fine per il (breve) Regno d'Italia? (proposta da Never75)

La Pizza Matilde. Inizialmente Umberto I di Savoia non avrebbe dovuto sposarsi con Margherita di Savoia, infatti, Vittorio Emanuele avrebbe preferito legare il primogenito agli Asburgo, per rinsaldare i legami tra le due case, deteriorati a seguito delle precedenti guerre d'indipendenza. La scelta cadde su Matilde d'Asburgo-Teschen, ma il 6 giugno 1867 la tragica morte della diciottenne, arsa viva in un incidente domestico quando in abito da ballo era pronta a recarsi ad una serata mondana, fece saltare le nozze ormai imminenti. Cosa sarebbe accaduto quindi se Matilde non fosse morta in quel disgraziato incidente e avesse spostato Umberto? (è di Andrea Mascitti)

Il regno del Maghreb. Napoleone III considerava la colonia d'Algeria come un peso inutile per la Francia, essendo a quel tempo solo una zona di occupazione militare senza risorse economiche: la colonizzazione sarà attuata dalla III Repubblica. Dunque l’imperatore pensava sul serio di creare al suo posto un regno vassallo. E se l’avesse fatto? Così nasce il regno di Algeria, con alla sua testa un discendente del Bey di Algeri. Dal punto di vista della colonizzazione non cambia molto, i coloni francesi si insediano e la Francia controlla il paese, che però rimane un protterorato e differenziato dalla Francia, mentre nella nostra Timeline l’Algeria viene divisa in dipartimenti francesi con stessa organizzazione di quelli della Francia stessa, parte integrante della nazione; e ciò spiega perché la guerra d’Algeria é stata così lunga e dura, la Francia difendeva ciò che pensava essere una parte del territorio nazionale. Nel 1912 la Tunisia é integrata in quello che è diventato ormai il Regno dell’Africa del Nord (RAN). In seguito viene integrato il Marocco, il cui sultano Mohammed V é mandato in esilio, ma esso rimarrà il centro della resistenza. Dopo la guerra i movimenti indipendentisti prendono piede, e nel 1954 il governo di centro-sinistra di Pierre Mendès-France concede l’indipendenza a quello che diventa il Regno del Maghreb. Non c’é stata una dura guerra d’Algeria, la zona rimane intatta e sopratutto non avvengono i massacri e torture che avvelenano ancora oggi la storia di Francia e la memoria dei popoli dalle due parti del mare. Ben presto Mohammed V torna dall’esilio e rovescia la dinastia algerina, ma firma lo stesso uno trattato di cooperazione con la Francia che conserva diritti e relazioni nella zona. Il milione di coloni francesi della zona rimangono nel paese con la doppia cittadinanza (niente ritorno traumatizzante che ha permesso lo sviluppo in Francia dell’estrema destra); niente crisi della IV repubblica che sopravvive sotto il governo di Mendès-France, De Gaulle rimane in pensione e non nasce il regime presidenziale forte. Le relazioni pacifiche, aumentate da un trattato commerciale, permette alla Francia di ricevere petrolio a basso prezzo e superare sana e salva le crisi degli anni '70; dall’altro lato il Maghreb, con i suoi rapporti speciali con l’Europa, si sviluppa economicamente, e diventa la prima economia di tutta l’Africa. Nel 2000 é considerato un paese industriale, le sue immense risorse energetiche e agricole ne fanno un’economia sana e forte. Hassan II sale sul trono e la ricchezza del suo paese ne fa la meta della maggior parte degli emigranti d’Africa; ne risulta che anche nel 2000 l’immigrazione verso Italia, Francia e Spagna è fortemente controllata e rimane accettabile per tutti. Il gran enumero di cittadini con doppia cittadinanza dalle due parti del mare fa sì che venga firmato uno trattato di amicizia con la Francia, le università francesi formano gratuitamente studenti maghrebini e il Maghreb attira anche emigranti francesi, cosicché le migrazioni si fanno nei due sensi! Hassan II é un sultano duro e repressivo, annienta senza rimorsi i diversi movimenti socialisti e comunisti, però rimane inflessibile contro gli islamici che hanno poca influenza nel paese (non c'è stata la guerra civile algerina). Nello stesso periodo Hassan II impone anche una costituzione laica simile a quelle francese e turca sotto il governo di Ben Ali. Cosi nascono sulle due sponde del Mediterraneo delle società pluriculturali e più toleranti. L’Islam maghrebino diventa un esempio di giusto equilibrio tra modernità e tradizione. Nel 2000 sale al trono Mohammed VI che chiede subito l’entrata del regno nel Unione Europea, e nel 2004 é invitato per i grandi festeggiamenti in Francia per i 50 anni dell’indipendenza e amicizia franco-maghrebina, accolto dal premier Bayrou e dal presidente Chirac, la cui carica è solo onorifica... (una grandissima idea del francese Perchè no?)

Fantamatematica/2. Nel 1866 gli eserciti di Hannover e di Prussia si scontrarono a Göttingen; il grande matematico Bernhard Riemann si trovò bloccato nei locali in cui alloggiava, nel vecchio osservatorio di Gauss fuori dalle mura cittadine. Appena poté, partì in fretta e furia per l'Italia, dove si recava spesso per sfuggire al clima umido della Germania, ma lo choc si rivelò eccessivo per la sua fragile costituzione, ed egli morì di consunzione ad appena 39 anni. Trovandosi ad affrontare il disordine lasciato da Riemann, la sua governante ebbe la bella idea di bruciare molti dei suoi appunti nel caminetto, prima di essere fermata da alcuni colleghi. Ma supponiamo che la serva criminale sia fermata ancor prima. Dagli appunti salta fuori la dimostrazione della Congettura di Riemann circa gli zeri della funzione Zeta, e quindi circa la frequenza dei numeri primi. Siccome questi ultimi oggi sono indispensabili per cifrare i messaggi e le password, non solo la Matematica ma anche la tecnologia fanno un passo avanti da gigante (nuova ucronia matematica proposta da William Riker)

Ucronia biologica. Nel 1866 Gregor Mendel esce dall'ombra e pubblica le sue leggi dell'ereditarietà, che hanno subito una risonanza mondiale; di conseguenza la genetica nasce con oltre trent'anni di anticipo, causando un progresso accelerato nel settore della biologia; nel 1915 viene scoperta la molecola del DNA, nel 1978 viene clonata la pecora Dolly, e nel 2006 la terapia genica e le cellule staminali sono diventate di uso comune nella medicina, curando con successo molte forme di cancro e di malattie degenerative (ideata da Blade87)

La Quadruplice Monarchia. L'impero asburgico, già multinazionale da un punto di vista culturale, non voleva diventarlo anche da un punto di vista politico. Da questo punto di vista, il compromesso austro-ungarico del 1866 peggiorò la situazione, perchè i neoindipendenti (o quasi) ungheresi non intendevano rinunciare alla supremazia su croati e slovacchi. Ma che accade se nel 1866 vengono ripristinate anche le corone di Boemia e Croazia? Si crea un nuovo status quo in Centro Europa, naturalmente a spese delle altre nazionalità minoritarie dell'impero, in primo luogo degli italiani del Trentino e della Venezia Giulia. Come cambia la storia del '900? (così si interroga Francesco Dessolis)

Novella 1800. L'Ausgleich austro-ungarico si deve probabilmente a un fatto che i film e i cartoni animati di Sissi, ed anche lo Speciale SuperQuark a lei dedicato da Piero Angela nel 2003, si guardano bene dal ricordare: e cioè che Gyula Andrássy, conte di Csik Szent-Király e Kraszna-Horka, era presumibilmente l'amante di Elisabetta di Wittelsbach, dopo che i suoi rapporti con Franz Jozef si fecero freddi. Molte volte le faccende di letto hanno influenzato la storia, fin dai tempi in cui re Gilgamesh se la faceva con la dea Ishtar per poi tradirla senza pensare alle conseguenze, ma in questo caso sembra proprio che l'Ausgleich sia stato inizialmente concepito sotto una coperta. E se l'imperatrice si fosse consolata invece con un italiano, un ceco o un croato? (un po' di gossip ottocentesco di William Riker)

Altro che Ausgleich. Dopo la sconfitta dell'Impero Asburgico contro la Prussia, la ribellione ungherese appare più grave rispetto alla nostra Timeline: l'Austria non vuole concedere la parità all'Ungheria e l'Ungheria proclama l'indipendenza. A differenza della HL l'Austria riesce però ad ottenere l'intera Istria e Fiume, lasciando il solo porto di Zara all'Ungheria, in questo modo le popolazioni slave si dividono meglio tra i due stati. Pur rimanendo stati indipendenti, alla fine l'Ungheria accetta un monarca non inviso agli Asburgo, ovvero un Asburgo-Este o un Asburgo-Lorena, ex monarchi di stati italiani. L'Austria avrà grosse difficoltà ad ottenere la Bosnia negli anni successivi, in quanto non confinante, è quindi probabile che sia o assegnata all'Ungheria, o peggio ancora alla Serbia. L'Austria così mutilata perde lo status di grande potenza e deve avvicinarsi a Francia e Inghilterra, altrimenti rischia di essere smembrata tra Germania, Russia e Italia. Conseguenze? (se lo domanda Leandro Sanfilippo)

Il Bel Solesino. Se avete dimestichezza col territorio della Bassa Padovana sicuramente vi sarete accorti di come la ferrovia Padova - Bologna sembra quasi voler "evitare" il Bel Solesino, fermandosi all'estremo lembo del comune di Este, molto vicino al centro del comune di Sant'Elena. Il percorso della rotaia è ancora più strano se si considera che tra i comuni della Bassa il Bel Solesino è quello più dedito al commercio, vocazione questa decisamente antica e già esistente all'epoca della costruzione della strada ferrata. I Solesinesi accusano di ciò il Conte Giacomo Miari de Cumani, senatore del Regno d'Italia. Questi avrebbe fatto modificare il tracciato originale per poter avere una fermata più vicina alla sua sontuosa villa. L'accusa dei Solesinesi è però ingiusta: il Conte divenne senatore solo dopo il 1866, mentre la ferrovia era già esistente a quella data. La vera colpa della modifica del percorso è dei commercianti Atestini. Questi, insoddisfatti dal tracciato della rotaia, che evitava Este, chiesero una modifica di questo. La richiesta Atestina era che la strada ferrata dopo Monselice si dirigesse verso Este e solo dopo piegasse verso Rovigo. Per compensare almeno in parte il maggior costo derivante dall'allungamento l'amministrazione comunale offrì anche la cessione gratuita dei terreni necessari. Le richieste Atestine, avanzate tramite articoli su giornali Trentini, rimasero inascoltate, unica piccola concessione fu una modifica del percorso che faceva cadere una fermata al lembo estremo del comune di Este, in località Schiavonia, presso il centro del comune di Sant'Elena. Così il Bel Solesino, già allora il comune più votato al commercio tra quelli della Bassa, perse la fermata della rotaia, ed io non posso fare a meno di chiedermi, considerando il rabbioso sviluppo avuto dal 1945 in poi, come sarebbe oggi Solesino se 152 anni fa non gli fossero state tagliate le ali... (pensata da Enrico Pizzo)

La Corea francese. Nel 1866 il governo dell’allora regno di Corea iniziò una persecuzione contro i cattolici, provocando la morte di diversi missionari francesi. Come ritorsione il governo francese decise un'azione punitiva e inviò una piccola forza navale (7 navi e circa un migliaio di fanti di marina) agli ordini dell’ammiraglio Roze. Compito dell’ammiraglio era quello di occupare l’isola di Ganghwa, che per la sua posizione strategica alla foce del fiume Han poteva essere usata per bloccare il traffico fluviale verso la capitale Seoul. Le operazioni durarono dall’11 ottobre al 12 novembre 1866, e si risolsero infine con la ritirata della squadra francese. La faccenda non ebbe seguito, e furono gli americani circa dieci anni dopo a obbligare la Corea ad aprirsi al mondo (come già avevano fatto con il Giappone). Ma mettiamo che invece i francesi insistano e riescano, se non a conquistare la Corea, almeno a trasformarla in un protettorato francese. Quali conseguenze avremo? Sicuramente un netto peggioramento delle relazioni tra Francia e Russia. In secondo luogo il Giappone si trover. privo di “prede” sull’Asia continentale e dovrà trovare altri obiettivi: probabile una guerra ispano-giapponese per il possesso delle Filippine, oppure una guerra contro la Germania. E perchè non una guerra contro la stessa Francia? Essa avvicinerà Giappone e Germania. Si potrebbe addirittura immaginare un Asse RO-BER-TO (esteso stavolta anche all'Austria) ante litteram! Per ritorsione la Francia potrebbe allearsi con la Russia nella guerra del 1905, con risultati imprevedibili. Il risultato (scontato) sarebbe vedere il Giappone alleato con gli Imperi Centrali nella Grande Guerra. E forse il Giappone partirebbe prima alla conquista del Pacifico... (ideata da Damiano)

La Corea Americana. Alternativa all'ucronia precedente. Sono gli Americani ad approfittare della Sinmiyangyo, la spedizione punitiva del 1871, per trasformare la Corea in un Territorio non incorporato. Quali le conseguenze? (è di Generalissimus)

La Guerra del Lussemburgo. La Crisi del Lussemburgo del 1867, scatenata dall'intenzione francese di voler acquistare il Lussemburgo dall'Olanda, degenera invece di rientrare e si assiste ad un conflitto tra Francia e Prussia con tre anni d'anticipo. La Prussia, in tal caso, sarebbe fresca di Guerra Austro-Prussiana. Cosa accade? (ancora Generalissimus)

La peste della vite. Nel 1866 le viti della Francia iniziarono misteriosamente a morire: i grappoli rinsecchivano e le radici marcivano. Gli 83 milioni di ettolitri di vino francese si ridussero a 24. Siccome il settore vitivinicolo occupava un terzo della forza lavoro del paese transalpino, il botanico Jules Emile Planchon fu incaricato di capire l'origine della moria, e scoprì che le radici delle piante pullulavano di minuscoli afidi giallastri mai visti prima, con fasi di sviluppo parallele a quelle della vite. Mentre altri botanici contestavano la scoperta di Planchon, vennero colpite anche Italia, Spagna e Germania, poi l'epidemia divenne mondiale. Alla fine Planchon scoprì che l’insetto, battezzato Phylloxera vastatrix, era arrivato dal Nordamerica, dove non succhiava linfa vitale dalle radici, ma si limitava a vivere sulle foglie. Così si trovò la soluzione: sulle radici di viti americane si innestarono viti europee. Attualmente, tutti i vigneti del mondo sono costituiti con piante innestate, eccetto quelli cileni, che non sono mai stati attaccati dalla fillossera. Furono necessari trent'anni per porre fine a quella devastante epidemia e, al termine di essa, intere specie di vite erano state cancellate dalla faccia della Terra. Ma come cambia la storia del vino se la filossera non esce mai dai confini americani? (un'ucronia enologica di Enrica S.)

Suona la Tuba. Il cappello a cilindro o "tuba" nacque ufficialmente nel 1796 in una bottega cinese, che creò un cappello nero di feltro alto e cilindrico destinato a far subito strage di "cuori" nell'aristocrazia e nella nascente borghesia industriale del mondo, specialmente quello occidentale. Nel 1811 un londinese lo adoperò come primo cappello-simbolo della ricchezza e dell'importanza, tanto che si diffuse rapidamente in tutto il continente, eliminando con altri abbigliamenti il vecchio modo di vestire settecentesco. Tale capo d'abbigliamento così celebre sarà indossato per tutto il XIX secolo, in cui diventerà il simbolo vestiario della Belle Époque e successivamente nei primi decenni del XX secolo fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale; dopodichè verrà sostituito con la bombetta e il borsalino, e via via verso gli anni '60 scomparirà quasi del tutto dagli usi vestiari in tutto il mondo, se non per qualche sparuto eccentrico o ribelle anticonformista. Ma se il cappello a cilindro rimane nelle vendite d'abbigliamento come simbolo di eleganza ma non modaiola fino ai giorni nostri? Vedremo anziani signori entrare nei negozi di elettronica con la tuba in testa! Come cambierà il costume? (curiosa ucronia di Ainelif)

La Stella d'Africa. Giovanni Stella era un sacerdote molto poco interessato alla sua missione evangelizzatrice e molto interessato alla missione di procurare una colonia all'Italia: traccheggiando e commerciando, egli riuscì ad ottenere dal governatore dell'Hamasen una concessione di circa novanta miglia quadrate nella regione dello Sciote. Essa per gli standard africani ed etiopi era eccezionalmente fertile, sicuramente molto più ospitale della baia di Assab, si trovava a circa novanta miglia da Cheren: insomma, la fondazione della "colonia italo-africana dello Sciotel" parve aprire un mondo allo Stella. Tuttavia essa naufragò per colpa di diverbi interni e della dissenteria. Alla fine entro il 1870 la colonia venne completamente abbandonata a soli tre anni dalla sua fondazione; ma se invece non vi sono dissidi interni e la dissenteria? La colonia dello Sciotel aveva tutto per poter riuscire: è più a sud e un po' più nell'interno di Assab, ma Stella non era del tutto sprovveduto, aveva pensato bene di comprarsi il capotribù che gli garantiva il transito permanente verso il mare per poche chincaglierie; il capotribù in questione temeva molto più gli Etiopi e gli Egiziani degli Italiani, che per quel che ne sapeva lui potevano anche vivere su Marte. In questo caso nel 1882, quando il governo italiano, mascherato dal solito armatore Rubattino (lo stesso dell'impresa dei Mille), comincerà ad interessarsi del corno d'Africa, avrà già un fiorente "punto d'appoggio" nello Sciotel; benché la colonia dello Sciotel sia una "colonia privata", non dubito che lo Stella troverebbe un modo di accordarsi rapidamente con il governo italiano. Quindi non ci sarà bisogno di occupare l'insalubre e desertica Assab, la penetrazione italiana nel Corno sarebbe molto più rapida e probabilmente anche leggermente più renumerativa. L'Italia precede gli anglofrancesi, unendo Somalia ed Eritrea. Da lì, consolidamento in Dancalia e poi conquista dell'Etiopia. Forse Crispi ce la fa e l'AOI nasce in anticipo. Se sarà così Mussolini cosa attaccherà per crearsi il suo impero? (è di Federico Pozzi)

Lo Stato Libero delle Filippine. Dal 1866 al 1868 Leopoldo II del Belgio cercò di acquistare le Filippine dalla Spagna, ma non ci riuscì, complice soprattutto il fatto di essere rimasto senza soldi a causa della sua avventura coloniale privata in Congo. Ma se approfittasse della morte di Alfonso XII di Spagna e tornasse alla carica durante la reggenza di Maria Cristina d'Asburgo-Teschen, riuscendo nei suoi intenti? Sotto il suo dominio personale trasformerà anche quelle isole in un inferno in terra, facendo morire come mosche i suoi nuovi sudditi nelle piantagioni di caffè e tabacco, falcidiati da malaria, dissenteria e dalle violenze della Force Publique? Cosa fanno gli USA nel 1898? Cosa altro cambia con le Filippine in mani belghe? Senza le Filippine e con un po' più di soldi in cassa, poi, la Spagna capisce che non ha senso contendere Cuba agli USA e gliela vende. In questo modo si evita la guerra, la nazione si industrializza prima e sicuramente parteciperà alla prima guerra mondiale e chiuderà da sola la parentesi marocchina, quindi niente Marocco francese. E con chi va alla guerra? Gli USA prendono sicuramente la palla al balzo e aiutano i ribelli filippini contro il Belgio, con quali conseguenze? (made in Generalissimus)

Taiwan a stelle e strisce. Nel 1867 degli americani sbarcarono a Taiwan per una spedizione punitiva contro degli aborigeni, colpevoli di aver aggredito dei naufraghi americani. L'avventura si risolse in un disastro; ma se invece gli americani, ottenuta facilmente la loro vendetta, si fossero ingolositi e avessero dato inizio a una infiltrazione americana a Taiwan? In quel momento era ancora presto per una interferenza giapponese sull'isola, gli Stati Uniti avrebbero anche potuto pensare di colonizzarla. Se così fosse stato, Taiwan sarebbe diventata americana ancora prima della Filippine. Per il secondo dopoguerra, due possibilità: Taiwan diventa indipendente dagli USA come accaduto alle Filippine e dunque non ci sarà la diatriba su quale sia la "vera Cina" tra nazionalisti e comunisti: Taiwan sarebbe una nazione a parte, internazionalmente riconosciuta, indipendentemente dalla sorte della guerra civile cinese. Oppure, Taiwan diventa uno stato USA come Alaska ed Hawaii, e dunque i nazionalisti cinesi si americanizzano, rinunciando a rivendicare il territorio continentale. La Cina Popolare avrebbe rivendicato Taiwan in uno dei due casi? (proposta da Alessio Mammarella)

Komei il longevo. Una delle figure più mitizzate in Giappone è senza dubbio l'imperatore Mutsuhito, meglio noto come Meiji, che grazie alle sue riforme cambiò volto al Giappone, mettendo fine allo shogunato e industrializzando/modernizzando l'arcipelago, rendendolo una potenza regionale. Meno noto è invece il padre di lui, Osahito (o Komei), sul trono dal 1846 al '67, morto di vaiolo (avvelenato, secondo voci non confermate) a soli 35 anni. A differenza del figlio egli era xenofobo e ostile a ogni riforma/apertura. Quindi, come sarebbe cambiata la storia nipponica (e asiatica) se fosse vissuto più a lungo, poniamo fino al 1907? (pensata da Inuyasha Han'yō)

A Johnson va buca. Il blitz del Partito Repubblicano riesce, e il Senato vota a favore dell'impeachment del Presidente Andrew Johnson. Che cosa accade? (ancora William Riker)

Strike imperiale. Durante l'Esposizione Universale di Parigi del 1867, l'immigrato polacco Antoni Berezowski attaccò la carrozza a bordo della quale erano ospitati lo Zar Alessandro II di Russia, i suoi figli Alessandro e Vladimir e l'Imperatore Napoleone III di Francia. Per assassinare lo Zar, suo vero obiettivo, si era procurato una pistola a due canne da lui stesso modificata, ma questa esplose al momento dello sparo e l'unica sua vittima fu uno dei cavalli dei soldati che stavano scortando la carrozza. Berezowski venne poi bloccato dalla folla e arrestato. E se invece per fare il lavoro utilizzasse un ordigno esplosivo, causando la morte di tutti gli occupanti della carrozza? A succedere a Napoleone III sarebbe il figlio, col nome di Napoleone IV, per il quale però si prospetterebbe una reggenza, avendo solo 11 anni al momento del misfatto. Quando scoppierà la Guerra Franco-Prussiana sarà ancora minorenne, possibile che riesca a rimanere in sella pur se sconfitto? Probabilmente no, ma se sì allora eviterà la sua morte prematura e vivrà fino al 1919 circa. In Russia, intanto, a diventare Zar è il sestogenito di Alessandro II, Aleksej, anch'egli minorenne, anche il suo periodo di reggenza sarà più breve e durerà fino al 1870. Quali altre saranno le conseguenze? (made in Generalissimus)

Alyeska. Lo Zar nel 1867 non vende l'Alaska agli USA, Michele Romanov si rifugia in quella landa quando arriva la rivoluzione sovietica e si mette sotto la protezione americana. Nel 1990 una ricchissima Alaska può riunirsi con la Russia come hanno fatto le due Germanie, ma riuscirebbe a gestire il peso di un tracollo economico di dimensioni impressionanti? (il solito Filobeche)

La Repubblica di Beringia. Alternativa all'ucronia precedente. Nel 1867 l’Alaska non é venduta agli Americani e rimane russa. Nel 1917 scoppia lo stesso la rivoluzione, ma il Granduca Michele Romanov non ha un ruolo importante e Nicola II viene massacrato con la famiglia lo stesso. Invece i generali « bianchi » che lottavano, sopratutto l’ammiraglia Koltchak, riescono a organizzare in Estremo Oriente una piccola Russia Bianca sostenuta attivamente dagli USA e dal Giappone. Questo territorio é costituito dall’Alaska ma anche dalla penisola di Kamchatka e dalle isole del Nord del Pacifico. Nel 1922 quando nasce l’URSS gli USA convincono i generali a creare una Repubblica di Beringia, che presto si sviluppa con l’aiuto economico e l’arrivo di fuggiaschi del regime sovietico. Negli anni trenta i legami con gli USA si raffreddano quando la Beringia, con l'obiettivo di riconquistare l’URSS, entra a far parte dell'Asse accanto alla Germania e al Giappone. Nel 1939 la Beringia non si muove per affari che non sono suoi, però partecipa all'operazione Barbarossa e poi dichiara guerra agli USA dopo Pearl Harbour. Si deve ammettere che le forze beringiane non rappresentano un grande potenziale bellico, e non riescono ad avanzare pericolosamente in Siberia; peggio, le truppe canadesi avanzano rapidamente in Alaska. La flotta americana annienta la flotta beringiana nella battaglia delle isole Attu e Kiska a fine 1942. Poco dopo tutta l'Alaska é occupato mentre i Sovietici resistono in Siberia. I Giapponesi non riescono a impedire agli Americani di sbarcare in Kamchatka e nelle isole Kurili nella primavera del 1943 (con il consenso di Stalin che non é in condizione di impedirlo), per insediarvi aeroporti capaci di bombardare l'intero Giappone: è possibile per questo che la Guerra del Pacifico finisca con mesi di anticipo). Alla fine della guerra Stalin vorrebbe recuperare la Kamchatka, però le truppe americane la occupano. Si aprono due possibilità: gli USA possono negoziare uno scambio tra la Kamchatka e una ritirata limitata in Europa, e annettere l’Alaska. Oppure, seconda possibilità, rifiutano di lasciare la zona e ricreano la Repubblica di Beringia, uno stato fantoccio strategico nella guerra fredda con importanti basi militari e annessione delle isole Kurili. Oggi la Beringia rimane uno Stato indipendente anche se esiste un movimento di riunificazione con la Russia, però ha la sua propria cultura in gran parte americanizzata. Le azioni di spionaggio della guerra fredda in questo strano paese sono state rese popolari dal film di James Bond : « Agente 007 – Dalla Beringia con amore »... (pensata da Perchè no?)

Repubblica Sovietica di Alaska. Ulteriore alternativa alle ucronie sull'Alaska. L'opinione pubblica statunitense all' epoca non era entusiasta di acquisire una "terra squallida di orsi e foche",come riportato dai libri di A.Maurois e R.Rinaldi sulla storia degli Stati Uniti. Ora, supponiamo che nel 1867 il Congresso si opponga all'offerta russa di vendita dell'Alaska e che il presidente Andrew Johnson si rifiuti di aprire i cordoni della borsa; in tal modo l'Alaska resti zarista. Supponiamo anche che nel 1917 la Russia, nonostante il caos rivoluzionario, riesca a conservare quella provincia periferica e dimenticata da Mosca stessa. Se anche essa non sarà determinante per ricevere rifornimenti bellici dagli USA alleati, data la sua posizione ultraperiferica, enormi saranno le conseguenze a lungo termine sulla Guerra Fredda. Stalin costruirà basi militari e missilistiche a due passi dagli USA e in pieno continente americano. Anziché la crisi dei missili su Cuba abbiamo la crisi dei missili dell'Arcipelago Alessandro. In questo caso gli USA si sentono ancora più in pericolo sul loro stesso continente, accerchiati sotto minaccia missilistica a nord e sud, e concentrano la maggior parte delle loro armi, nucleari e non, al confine col Canada, che in questa Timeline svolge un ruolo di primissimo piano, trascurando alquanto lo scacchiere europeo. Tutto ciò alla lunga provoca minori ingerenze statunitensi in Europa Occidentale, la quale è costretta quindi a difendersi quasi da sola, e deve per forza di cose cercare almeno di confederarsi e di adottare una politica estera il più possibile condivisa da tutti gli stati membri (è prevedibile che la parte da leone in tal senso la faranno il Regno Unito ed in seguito la Francia a causa dei rispettivi arsenali nucleari). Intanto gli USA collaborano ancor più strettamente con il vicino Canada, ed a lungo andare non è impossibile ipotizzare anche un'unione politica dei due colossi nordamericani. Si crea così una Federazione Nordamericana che diventa in pratica, dopo la fine della guerra fredda, la nazione più vasta, la più forte economicamente ed una tra le più popolose del Pianeta. Tale primato le può venire conteso solo dalla Nuova Unione Europea, mentre Cina ed India, ancora divise tra di loro ed incapaci di collaborare, rimangono ancora in disparte, e la nuova partita economica si gioca solo tra nazioni di popolazione europea, lasciando al Giappone un onorevole terzo posto, distaccatissimo però dai due mega-colossi occidentali (quest'ucronia la dobbiamo a Never75 e a Simone)

Kamchatka Purchase/1. Nel 1867, quando la Russia vendette l'Alaska agli Stati Uniti, si pensò di includere nell'offerta anche la penisola di Kamchatka. Non se ne fece nulla, dato che per la maggior parte dell’opinione pubblica americana già l’acquisto dell’Alaska era stata una completa scemenza; ma cosa succede se gli USA decidono di fare le cose in grande e di comprare anche la penisola? Probabilmente riescono a sfruttare le sue risorse in modo più efficiente di quanto non abbia fatto la Russia, e si interessano in anticipo all’Estremo Oriente. La Kamchatka sarà comunque un territorio di grande importanza strategica, sia contro i Giapponesi, che potrebbero decidere di fare qui Pearl Harbour, o addirittura di occupare l’intera penisola e, chissà, magari da là passare in Alaska, sia contro i Sovietici, quando questo sarà uno dei punti caldi della Guerra Fredda. E forse oggi la Kamchatka sarà uno stato americano a pieno titolo... (pensata da Toxon)

L'Alaska giapponese. L'affare Seward o Alaska Purchase non va in porto (le ragioni possono essere molte, gli americani furono molto scontenti dello spreco di soldi risultante). La Russia, pur di non dare l'Alaska agli inglesi, se la tiene per altri 38 anni, ossia fino a che perde con i nipponici nel 1905. A cui decide a questo punto di sbolognare la desolata ghiacciaia in questione in cambio di qualche considerevole somma. Per quanto ciò scontenti il Regno Unito, quest'ultimo non arriva a lanciare un ultimatum per la rescissione dell'accordo e finisce che l'impero del sol Levante si tiene l'Alaska. Bene, ora i giapponesi hanno 35 anni per colonizzare, militarizzare ed industrializzare quel postaccio. Possiamo pensare che che questo crei una terza corrente nell'esercito imperiale (Chouwa-ha?) che ha un esercito stanziato a Sitka, e non vede di buon occhio le azioni dell'armata del Kwantung. Durante la Seconda Guerra Mondiale la massiccia presenza bellica nipponica nell'estremo nord dell'America Settentrionale comporterà maggiori difficoltà per l'esercito statunitense, e forse verranno usate più bombe atomiche per domare l'esercito giapponese. Se il Giappone viene sconfitto, l'Alaska potrebbe addirittura ritornare sovietica... (ideata da Paolo Maltagliati)

La Siberia italiana. Nel 1868 il primo ministro del Regno d'Italia, il conte Luigi Federico Menabrea, ebbe l'idea (che egli reputava geniale) di deportare i cosiddetti "briganti" meridionali in un posto "freddo e lontano": niente meno che la Patagonia. Per questo prese contatti con il governo argentino tramite l'ambasciatore italiano Enrico della Croce di Doyola per ottenere la concessione di quelle terre gelide e inospitali. Per fortuna non se ne fece niente. Ma se il progetto va in porto ed anche l'Italia conosce i suoi gulag in Siberia? (un vero e proprio incubo di William Riker)

L'Alaska italiana. E se il conte Menabrea pensa di acquistare l'Alaska e di farne una colonia penale italiana per quelli che lui chiama "briganti"? Nel secondo conflitto mondiale sarebbe un'ottima base per i giapponesi, che forse, invece di bombardare Pearl Harbour, attaccherebbero l'URSS da est mentre Hitler la invade da ovest! (questa è di Perchè no?)

L'Alaska francese. E se invece sono i francesi ad accaparrarsi l'Alaska? Oggi sarà il sesto Dipartimento d'Oltremare? Sarah Palin farà la vice di Nicholas Sarkozy? (proposta da Enrica S. e da MorteBianca)

L'Alaska al Liechtenstein. Nel novembre 2018 un documentario della Schweizer Radio und Fernsehen sostenne che lo Zar Alessandro II in prima battuta avesse proposto la vendita dell'Alaska al principe Giovanni II del Liechtenstein, e che solo dopo il rifiuto di quest'ultimo avesse proposto l'affare agli Stati Uniti. All'inizio i media del piccolissimo paese alpino riportarono questa notizia come una diceria. Qualche giorno dopo, però, il principe Giovanni Adamo II scrisse una lettera ai media del suo paese in cui assicurava che la presunta offerta di vendita non era un semplice rumor, e che era stata discussa a lungo all'interno della famiglia principesca, sperando che future ricerche d'archivio possano portare al rinvenimento dei documenti storici finora mancanti necessari a provare la veridicità storica dell'offerta. Forse in effetti si tratta solo un'invenzione degli stessi Liechtenstein per nobilitare i loro antenati. Ma se l'offerta avvenisse veramente, e venisse accettata dal Principe Giovanni II? Che accadrebbe? (un'altra strana idea di William Riker)

Il Pacifico italiano. Perchè fermarsi all'Alaska? Mettiamo che l'Italia decida di partire da lì per espandersi nel Pacifico (non ha molto senso, ma proprio per questo è in linea col resto della nostra storia coloniale); alla fine si ritrova con i territori che nella nostra Timeline sono stati colonizzati dalla Germania. Aspettiamoci durante il Fascismo un sacco di retorica sull'irrevocabile destino romano della Micronesia... Sarà anche interessante vedere come può cambiare la Seconda Guerra Mondiale, con delle basi italiane nelle Samoa e in Nuova Guinea. Dal canto suo, alla fine dell'Ottocento il Secondo Reich potrebbe accordarsi con la Gran Bretagna per sbarrare ai Francesi la via del Nilo e occupare il Corno d'Africa; e posto che ad Adua probabilmente i Tedeschi se la caveranno meglio di noi, chissà cosa potrà fare Von Lettow-Vorbeck durante la guerra! (uno spin-off delle precedenti ucronie ideato da Toxon)

Gli Italiani in Arabia. Il primo interesse "ufficioso" del governo italiano nella zona del Mar Rosso è datato all'anno 1869: si sa che tra poco verrà aperto il Canale di Suez, e questo ha acceso non poche speranze in Italia: si progetta un grande ampliamento del porto di Genova, si pensa di avviare una linea di comunicazione diretta con l'India, con scalo nel Mar Rosso; gli occhi acuti dei commercianti italiani puntano su Khur Amèra nello stretto di Bab el Mandeb (lo stretto che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden e l'Oceano Indiano) con l'apertura di un'agenzia commerciale a Sceikh Said a pochissima distanza da Aden, ma quando il contrammiraglio Action arriva sul luogo scopre che sul posto ci sono già gli inglesi ed è costretto a ripiegare su Assab. Ma se invece gli inglesi non ci sono? Ci vorrebbe un grosso colpo di fortuna, ma queste cose accadono nella storia. Allora probabilmente la società di navigazione Rubattino non va in fallimento: certo, dubito che una linea di comunicazione navale diretta tra l'Italia e l'India con scalo nel Mar Rosso risolverebbe da sola tutti i problemi economici dell'Italia, ma certamente darebbe una bella mano, più ancora con l'acquisto di due porti nel Mar Rosso: il nostro colonialismo comincerebbe fin da subito ad essere molto più remunerativo e quindi ci sarebbero più interessati a promuoverlo. Probabilmente avremo le nostre accese discussioni con Londra, come del resto le ebbero la Francia e la Russia, tuttavia dubito che arriveremmo ad una guerra diretta anche se certamente la rischieremmo come la rischiarono Francia e Russia. Sviluppi? (made in Federico Pozzi)

El Grito de Lares. Il Grito de Lares (dallo spagnolo: il Pianto di Lares), conosciuto anche come la rivolta di Lares o la rivoluzione di Lares, fu la prima sommossa popolare contro il dominio della Spagna per l'indipendenza di Portorico. La rivolta ebbe luogo il 23 settembre 1868 nella città di Lares, da cui prese il nome. Promotori di questo movimento indipendentista furono Ramón Emeterio Betances, considerato il "padre" della nazione portoricana, e altri personaggi politici, tra i quali Segundo Ruiz Belvis, i cui sforzi furono però vanificati in quanto la sommossa fu facilmente e prontamente stroncata. Ma se la rivolta avesse avuto successo? (made in Pietro Bosi)

El Grito De Yara. La notte tra il 9 e il 10 ottobre 1868, nello zuccherificio La Demajagua, Carlos Manuel de Céspedes, un secessionista cubano, diffuse il "Manifesto della Giunta rivoluzionaria dell'isola di Cuba", contenente le idee e gli obiettivi del movimento rivoluzionario che chiedeva l'indipendenza dell'isola. Esso era basato sull'uguaglianza di tutti gli uomini, bianchi o neri, cubani o spagnoli, e fu sostenuto da padre Félix Varela che chiedeva l'abolizione della schiavitù. L'idea iniziale di Céspedes, da quel momento considerato "Padre della Patria", fu quella di prendere la città di Manzanillo, non solo per la vicinanza al luogo del pronunciamento, ma anche per l'importanza strategica del luogo; tuttavia, la perdita del fattore sorpresa, la mancanza di esperienza militare dei ribelli e la mancanza di armi da fuoco gli fece rinunciare all'idea. Ciò nonostante, lo stesso Céspedes compose la "Marcia a Manzanillo", un inno patriottico con cui pensava di incitare alla rivolta i Manzanilleros quando avrebbe preso la città. Dopo l'incontro nello zuccherificio, vista l'impossibilità di prendere la città portuale di Manzanillo, i circa 600 ribelli decisero di marciare verso la Sierra de Naguas per aumentare le forze insurrezionali; tuttavia, passando per la città di Yara, furono dispersi da una colonna spagnola proveniente da Bayamo.Cominciò così la Guerra dei Dieci Anni. L'evento è conosciuto come "Grito de Yara" proprio perché, mentre l'incontro e le proposte fatte a La Demajagua passarono inizialmente inosservate, la sconfitta degli insorti nell'assalto alla città di Yara fu resa nota dai giornali cubani e spagnoli. La guerra alla fine si risolse in una sconfitta militare per i ribelli e nella continuazione della presenza spagnola sull'isola, anche se gli indipendentisti riuscirono a strappare alcune concessioni ed una certa autonomia, grazie al trattato di Zanjón del 10 febbraio 1878. E se invece a Yara i ribelli avessero avuto miglior fortuna? (ancora Pietro Bosi)

La Repubblica del Manitoba. La Ribellione di Red River ha successo; la provincia del Manitoba si stacca dalla Confederazione Canadese e diventa una repubblica sotto la guida di Louis Riel e dei suoi Metis. Cosa cambia in Nordamerica? (è di Generalissimus)

L'Abissinia inglese. Gli Inglesi approfittano della spedizione punitiva del 1868 contro l'Imperatore Teodoro II per prendere possesso di parte dell'Abissinia, che verrà conquistata del tutto nel corso degli anni '70 dell'800. A fine '800 l'Italia dovrà rivolgere lo sguardo altrove se vuole espandere il suo impero coloniale. E cosa succede nel 1936 con Mussolini? (ancora Generalissimus)

Addio Tokyo. Nella HL la resa di Edo alla fine della Guerra Boshin, che pose termine allo shogunato, avvenne con la mediazione di Kaishû Katsu, ufficiale dell'accademia navale, vassallo dei Tokugawa ma modernizzatore rispettato nell'altro campo. Ha consegnato la città dopo aver ricevuto garanzie di non vederla bruciata come aveva in mente di fare la nuova armata imperiale. Solo i samurai dei Tokuagawa si sono riuniti sulla collina di Ueno attorno alle tombe degli shogun Tokugawa per l'ultima battaglia, finita in un bagno si sangue per loro (ma la città stessa é rimasta calma). E se Kaishû Katsu é fatto fuori dai samurai del suo campo? Se gli Imperiali si trovano davanti a una città sul piede di guerra pronta a resistere? Se Edo, una città di quasi un milione di abitanti interamente costruita di legno, é presa e bruciata? Edo in rovine non potrebbe accogliere l'imperatore e diventare la capitale ufficiale del paese sotto il nome di Tôkyô, sarà Ôsaka a prendere questo ruolo. Una delle più grandi città del mondo semplicemente esisterebbe solo come una città di provincia dimenticata da tutti (pensata da Perchè No?)

Sakamoto sugli scudi. Sakamoto Ryôma era un samurai di basso rango di Tosa, molto giovane ma esperto nell'uso della katana. All'arrivo degli occidentali e dopo avere visto una pistola in azione, buttò via la sua spada ritenuta da lui ormai inutile e si lanciò nell'avventura della modernizzazione. Non ha esitato a fuggire dal suo clan, diventando un rônin, un fuggitivo, per mettersi al servizio di Kaishû Katsu (vedere sopra) e entrare nell'accademia navale. Ha comandato una delle prime navi comprate dal Giappone e ha fondato la prima compagnia privata di diritto moderno nel trasporto marittimo. Amico dei fanatici del Sonnô Joi, non sembra avere creduto nell'azione violenta diretta ma piuttosto nella costruzione di uno Stato e un esercito forte prima di tutto. È considerato come l'autore della dottrina di modernizzazione del Giappone con un piano in 8 punti, e molti dei suoi luogotenenti sono poi diventati i pilastri del periodo Meiji come generali, ammiragli, premier, cancellieri ecc. La sua gloria consiste nell'avere unificato i diversi signori dell'Ovest, nemici tradizionali, in un fronte anti-Tokugawa poi conosciuto come alleanza Sat-chô (Satsuma-Chôshû), alla base della futura armata imperiale della guerra del Bôshin. Ricercato dallo shogunato, fu assassinato nel 1867 da ignoti all'età di appena 31 anni. Morto prima della vittoria, venne aureolato con la gloria del martirio nazionale e considerato un eroe puro (morto troppo giovane per avere il tempo di commettere errori), anzi come l'eroe giapponese ideale. Tra l'altro la propaganda nazionalista giapponese racconta che, la notte prima della battaglia navale di Tsushima tra Russia e Giappone del 1905, l'imperatrice Shôken, moglie di Meiji Tennô, avrebbe visto in sogno un samurai. Questo samurai mal vestito le avrebbe assicurato che gli déi avevano scelto di dare la vittoria al Giappone. Qualche settimana dopo l'imperatrice vide una fotografia di Sakamoto Ryôma (che non conosceva perché é stata riscoperta dagli storici solo dopo) e lo avrebbe riconosciuto. Sarà... Ma se Sakamoto sopravvive? Con il suo carattere che privilegiava la mediazione e la soluzione pacifica, si dice che avrebbe potuto forse mantenere la pace tra i Tokugawa e i loro rivali dell'Ovest in nome dell'imperatore e iniziare la transizione verso un regime moderno. È possibile, ma sarebbe stato sicuramente, anche senza tutto questo, uno dei leader del Giappone Meiji. Un leader che avrebbe spinto il Giappone verso lo sviluppo navale e commerciale piuttosto che verso le conquiste esterne, che era a favore della formazione di un parlamento (si é dovuto aspettare fino al 1891 nella nostra TL). Un Giappone che forse non avrebbe preso la via dell'espansione imperialistica (ancora Perchè No?)

Un'ucronia proposta da Andrea Camilleri. « Mentri che ascutava s'arricordò che 'na vota tutti i piscatori del Mediterraneo parlavano 'na lingua communi, il "sabir". Va a sapiri com'era nasciuta e va a sapiri come aviva fatto a moriri, ora che sarebbe stata accussì utili per tutti. » Così pensa il Commissario Salvo Montalbano davanti all'arrivo di centinaia e centinaia di profughi nordafricani al porto di Vigàta, nel capitolo Tre del romanzo "L'altro capo del filo" (2016). Il "sabir" fu effettivamente una lingua franca parlata da tutti i mercanti del Mare Nostrum tra il Duecento e l'Ottocento, epoca alla quale si estinse. Ma che accade se è correntemente parlato ancor oggi nei porti mediterranei di Europa, Asia ed Africa? Che impatto avrà questa lingua comune sul fenomeno dei migranti degli Anni Duemila? (proposta da William Riker il giorno dell'Epifania del 2020, dopo aver finito di leggere il suddetto romanzo)

Una diversa archeologia. Oggi, configuriamo l'archeologia come recupero di testimonianze e la restaurazione come conservazione; nell'Ottocento invece, l'archeologia era recupero di beni e la restaurazione era vera restaurazione ovvero recupero di un bene al suo splendore e, soprattutto alla fruibilità; Murat, per esempio, voleva far restaurare Pompei e renderla nuovamente abitata, poi le vicende napoleoniche mandarono in pensione quel progetto; oggi vi sembrerà assurdo, allora non lo era; Allora, i beni artistici erano di proprietà di chi li trovava, e questo aumentava l'iniziativa dei cacciatori di tesori. Oggi, la burocrazia tiene tutto sotto la sua stretta mortale; meglio non fare niente che perdere qualcosa, si dice oggi, ma, se il modello che si afferma rimane quello Ottocentesco? Oggi, le opere incompiute e i ruderi sarebbero un ricordo, e, magari, la Roma giocherebbe in un restaurato Colosseo. Altro che polemiche infinite (un'originale proposta di Tommaso Mazzoni)

Guerra, Pace e Costituzione. Lev Tolstoj aveva considerato l'idea di scrivere un seguito di "Guerra e Pace," ambientato all'epoca della Rivolta Decabrista, alla quale, come ci dà ad intendere l'autore nella prima parte dell'epilogo di "Guerra e Pace", avrebbero preso parte il Conte Bezuchov e Nikolenka Bolkonskij, figlio di Andrej. Ma, come tutti sappiamo, Tolstoj si dedicò ad altro. E se invece riuscisse a portare a termine anche quest'altra opera? (di nuovo Generalissimus)


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