
Bandiera dell'Impero Moghul
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Ucronia ispirata a questo sito, tradotto e rielaborato per noi da Generalissimus.
Nome 
ufficiale: مغلیہ سلطنت (Moghli Soltanat)
Anno di fondazione: 1526 
Inno: "Pāk Sarzamīn" ("La Terra Sacra")
Superficie: 4.879.586 kmq
Popolazione: 1.586.868.473 abitanti
Densità: 325 ab./kmq
Capitale: Lahore (11.007.835 ab.)
Città più popolosa: Delhi (16.314.838 ab.)
Altre città: Agra, Ahmadabad, Bukhara, Calcutta, Chennai, 
Dacca, Kabul, Karachi, Mumbai, Rawalpindi, Srinagar
Lingua ufficiale: Urdu 
Altre lingue: Hindi, Chagatai, Uzbeko, Tamil
Religioni Principali: Induismo, Islam Sunnita
Altre religioni: Islam Sciita, Buddhismo, 
Zoroastrismo, Sikhismo, Cattolicesimo
Gruppi Etnici Principali: Indiani del nord
Altri: Turchi, Indiani del sud, Bengalesi, Pashtun
Forma di governo: Monarchia parlamentare
Padishah: Shah Jafar III (dal 1 maggio 2019)
Casato reale: Timuride
Nawab: Sheikh Hasina Wazed (dal 26 maggio 2015)
Moneta: Rupia Moghul (1 euro = 77,73 rupie al 1 
maggio 2019)
Fuso orario: UTC+5 
Prefisso internazionale: 91 
Siglia automobilistica: MU
TLD: .mu

Estensione territoriale dell'Impero Moghul
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Storia
I 
primi anni
Zahir ad-Din Muhammad (1483-1530) detto Babur, "la Tigre", che diceva di 
discendere da Tamerlano, mosse da Kabul, il 24 aprile 1526 sconfisse il sovrano 
Ibrahim Lodi nella Battaglia di Panipat e conquistò Delhi, fondando l’Impero Moghul 
e assumendo il titolo di Padishah ("Re e Protettore"). 
L’Impero era allora solo una potenza regionale, e suo figlio Humayun (1508-1556), 
coraggioso quanto lui, fu sconfitto in battaglia da
Sher Shah Suri e scacciato in esilio per ben quindici anni, prima di riconquistarlo 
grazie ad un esercito messogli a disposizione dallo Shah di Persia. Dopo un 
regno fastoso ma breve, Humayun morì nel 1556 cadendo dal primo piano della sua 
biblioteca e gli successe il figlio Akbar (1542-1605), ricordato come uno dei 
più grandi monarchi del mondo. Fu il primo Padishah Moghul nato in India, e 
soli quattordici anni scese in guerra contro i ribelli Himu e Sikandar Sur, 
sconfiggendoli duramente. A diciannove anni avviò una serie di campagne per 
allargare i confini del suo dominio verso est: annesse il Rajputana e il Bengala e 
portò il confine dell’Impero ai Monti Vindhya. Akbar il Grande, come sarebbe 
presto stato conosciuto, sposò una principessa Rajput di religione indù, ammise 
i brahmini al governo, fu molto tollerante con ogni religione e abolì la tassa della 
Jizya, che 
tutti i non musulmani erano tenuti a pagare. Compì una serie di importanti 
riforme, riorganizzò l'amministrazione e l'esercito, protesse le arti e le 
scienze e incrementò il 
tesoro imperale a tal punto che suo figlio Jahangir non dovette preoccuparsi dei costi 
di qualsiasi campagna militare. Egli inoltre introdusse la valuta tuttora in 
circolazione nell'Impero, la Rupia, dal sanscrito "rupyakam" ( रूप्यकं), cioè 
"moneta d'argento".
Relazioni con l’Europa
Durante il regno di Akbar, diversi dignitari provenienti da nazioni 
straniere visitarono le sue corti imperiali ad Agra e Fatehpur Sikri, compresi 
inviati inglesi, portoghesi e francesi, in cerca di accordi commerciali. Akbar 
era noto per essere generoso e permise agli europei di restare. Durante questo 
periodo l’India fiorì, grazie alle tasse provenienti dagli avamposti europei, e 
sebbene fossero considerati barbari, i commercianti potevano visitare 
l’entroterra e condurre operazioni commerciali nel cuore dell’India. Akbar 
ricevette anche un'ambasceria inviatagli da Papa Gregorio XIII.
La 
conquista dell’Altopiano del Deccan
Jahangir (1605-1627), figlio di Akbar, iniziò la conquista del Deccan subito dopo la morte del 
padre, nell’anno 1605, cercando di capitalizzare una riserva di 
denaro davvero incredibile ereditata dal padre. Jahangir, famoso per la sua 
equanimità e giustizia, iniziò le sue campagne invadendo il Sultanato di Golconda ed 
estese l’Impero a quasi tutto il Deccan. L’unico stato rimasto, Travancore, 
si offrì come vassallo, e Jahangir gli permise di rimanere teoricamente indipendente 
fino alla morte del suo Maharaja. Nel 1611 Jahangir sposò Mihr-un-Nissa, vedova 
del signore del Bengala e soprannominata NurJahan ("Luce del Mondo"), una donna 
astuta e intrigante con grande influenza a corte, spesso paragonata a Maria de' 
Medici. Alla morte del marito cercò di imporre sul trono suo figlio Shahriyar, 
ma fu sconfitta dal figliastro Shahbuddin Mohammed (1592-1666), che prese il 
nome di Shah Jahan ("il Re del Mondo") e portò l'Impero del Gran Moghul 
all'apogeo della propria potenza. Egli conquistò gli avamposti commerciali 
europei costringendo francesi, inglesi e olandesi a sloggiare dal subcontinente 
indiano, con  l'eccezione dei porti portoghesi di Goa e Diu. Nel 1612 
il Padishah sposò la bellissima Arjumand Banu Begum, ribattezzata Mumtaz Mahal, 
che lo accompagnava in ogni campagna militare. Alla prematura morte dell'adorata 
moglie fece erigere per lei ad Agra il Taj Mahal (in Urdu تاج محل, in Hindi ताज 
महल), capolavoro dell'architettura 
Moghul, opera anche di artisti fiorentini la cui edificazione richiese ventidue 
anni, 
ed oggi è considerata una delle meraviglie del mondo. Shah Jahan amò circondarsi 
di scienziati, di artisti e di pensatori di ogni religione, ma la sua 
successione fu funestata da lotte fratricide, fino a che il figlio Aurangzeb 
(1618-1659) non lo fece confinare nel Forte Rosso di Agra e si proclamò Padishah. Fervente musulmano, mostrò particolare avversione verso gli indù, e 
ciò provocò numerose rivolte contro di lui, che rischiarono di portare l'Impero 
al collasso.

Il Padishah Dara Sukoh (seduto) con suo figlio Bahadur Shah (a sinistra)
Dara 
Sukoh salva l'Impero e conquista Bukhara
La svolta avvenne quando suo fratellastro Dara Sukoh (1615-1707), 
acerrimo nemico di Aurangzeb, lo sconfisse e lo uccise nella Battaglia di 
Samugarh. Dara Sukoh liberò il padre e, alla morte di questi nel 1666, gli 
successe sul trono. A differenza del fratellastro, seppe mantenere la politica 
di tolleranza religiosa dei suoi predecessori e pose fine alle persecuzioni 
contro gli Indù e contro i Cristiani, fermando le rivolte; secondo gli storici, 
la vittoria di Dara Sukoh su Aurangzeb impedì la decadenza dell'Impero Moghul e 
gli permise di sopravvivere sino al presente. Dara Sukoh inoltre sconfisse e 
uccise in battaglia l'indù Bhonsle Shivaji, signore dei Marāthā, che aveva 
fondato una Confederazione estesa a buona parte del Deccan e cercava di rendersi 
indipendente dall'Impero; ciò impedì l'ascesa dei Marāthā e la disgregazione 
dell'Impero Moghul. Dopo questa vittoria Dara Sukoh guardò a nord, 
alla città di Bukhara, capitale dell’omonimo khanato e appartenete per 
diritto di nascita al Padishah dell'India. Dara Sukoh catturò rapidamente la città e i territori 
circostanti, occupò anche Samarcanda della quale arrestò la decadenza dandole un 
nuovo splendore, e raggiunse 
infine il Khanato di Kazach, vendicando la sconfitta inflitta dagli Shaybanidi 
ai Timuridi. Aurangzeb ridusse a vassalli i khanati mongoli a nord dell’Impero e 
rafforzò il controllo sull'Afghanistan. Il 16 maggio 1700 Dara Sukoh conquistò 
anche il piccolo regno montuoso del Sikkim. Durante il regno di Dara Sukoh l'Impero 
Moghul rappresentava l'economia più forte del mondo, con quasi un quarto del PIL 
mondiale: il guadagno annuale del suo impero era dieci volte maggiore di quello 
del Regno di Francia.
Turbolenze di inizio Settecento
Alla morte di Dara Sukoh nel 1707 gli successe il figlio Bahadur Shah che 
dovette lottare contro la ribellione dei Pashtun, da sempre insofferenti contro 
ogni dominazione straniera. Egli morì dopo un breve regno di cinque anni a 
Lahore, non prima di aver reso questa città capitale dell'Impero Moghul in via 
definitiva, ruolo che riveste ancora oggi. A lui successe il figlio Jahandar 
Shah, uomo frivolo ed amante delle feste e dei balli. Mentre i Marāthā 
rialzavano la testa, appena un anno dopo suo nipote Farrukh Siyar si 
autoproclamò Padishah e il 10 gennaio 1713 ingaggiò battaglia presso 
Khajwah contro Azz-ud-Din, figlio ed erede designato di Jahandar Shah, che fu 
sconfitto e ucciso. Farrukh Siyar occupò Lahore, depose Jahandar Shah che morì 
in carcere e si insediò sul Trono del Pavone. Farrukh Siyar sconfisse di nuovo i 
Marāthā, tutelò la minoranza Sikh e sconfisse l'usurpatore
Shah Jahan II, che era riuscito a conquistare il trono per alcuni mesi, 
approfittando del Pellegrinaggio alla Mecca di Farrukh Siyar e sostenendo di 
essere Azz-ud-Din redivivo. Il sovrano contrastò con forza gli interessi in 
India della Compagnia Inglese delle Indie Orientali, e quando morì in una 
congiura il 19 aprile 1719 più di uno pensò che dietro la sua uccisione ci fosse 
proprio lo zampino degli inglesi. Gli successe il figlio
Muhammad Shah I (1698-1748), ricordato come uno dei maggiori Sovrani Moghul: 
alleandosi con i francesi, egli riuscì a contenere efficacemente le mire 
britanniche sull'India. Inoltre egli confermò l'autonomia già concessa ai Sikh 
da suo padre e ne concessa una analoga ai territori settentrionali di Bukhara, di Ferghana 
e del Turkmenistan che vivevano continue turbolenze e desideravano 
l’indipendenza.
Muhammad Shah I inoltre ufficializzò lo status Moghul di potenza mondiale 
intraprendendo una prima campagna per la conquista di un impero coloniale: egli 
annesse le isole Andamane (1725), le isole Comore (1736) e soprattutto 
l'importantissima piazzaforte africana di Zanzibar (1740), fondamentale per il 
commercio di schiavi neri e di avorio.
Decadenza 
e ripresa
Alla morte di Muhammad Shah I iniziò un periodo di turbolenze e di instabilità 
per l'Impero, che vide susseguirsi al potere i suoi tre figli Ahmad Shah Bahadur 
(1748-1754), Alamgir Aziz ad Din (1754-1759) e Shah Jahan III (1759), tutti per 
breve tempo. Di questa situazione non seppero approfittare i Marāthā 
per via della contemporanea morte del loro leader Shahu Maharaj. Chi cercò di 
trarne profitto fu invece l'avventuriero francese Joseph François Dupleix 
(1696-1763) il quale accumulò un'immensa fortuna mediante il commercio; 
cattivatosi la fiducia di Ahmad Shah Bahadur, si fece nominare governatore della 
città di Madras e fondò la colonia francese di Pondichérry cercando di ampliare 
l'influenza francese sul subcontinente indiano. Intanto i territori Moghul del Kazakistan, di Bukhara, di 
Khiva, di Ferghana e del Turkmenistan si ribellarono di nuovo, sconfissero le forze Moghul inviate a 
sottometterli da Alamgir Aziz ad Din ed ottennero l'indipendenza. Nacque così l'Emirato di Bukhara, 
guidato da Shah Murad, della Dinastia Manghit. 
Il periodo di turbolenze finì con l'ascesa al trono di
Shah Alam (1738-1806), energico figlio di Alamgir Aziz ad Din, il cui regno durò 
mezzo secolo. Egli compì una spedizione contro l'Emirato di Bukhara ma, dopo 
averlo sconfitto, preferì conservare su di esso un protettorato piuttosto che 
annetterlo direttamente, ritenendo troppo difficile controllare quelle regioni 
così periferiche. Fu invece sconfitto duramente Ahmed Shah Durrani, che tentava 
di staccare l'Afghanistan dall'Impero Moghul. Shah Alam inoltre tolse ogni incarico a Dupleix, annesse i 
territori del quale si era impossessato e lo espulse dall'Impero; colui che era 
stato uno degli uomini più ricchi dell'India morì così in povertà a Parigi il 10 
novembre 1763. Il Padishah sconfisse anche l'inglese Robert Clive (1725-1774), 
maggiorente della Compagnia Inglese delle Indie Orientali che cercava di 
impossessarsi del Bengala: egli fu battuto nella Battaglia di Plassey il 23 
giugno 1757, dovette rinunciare ai suoi sogni di gloria e, tornato in patria, fu 
minato dalla depressione e dalla dipendenza dall'oppio, fino a suicidarsi il 22 
novembre 1774. In tal modo l'Impero Moghul si tenne fuori dalla Guerra dei Sette 
Anni, che vide la sconfitta della Francia da parte del Regno Unito e la perdita 
di gran parte del suo impero coloniale. Shah Alam ridusse anche a protettorato 
l'Impero dell'Assam, governato fin dal 1228 dalla Dinastia Ahom, e fondò la città di Kolkata, conosciuta in Europa come Calcutta, sul sito di Fort William, una 
vecchia base mercantile inglese. In vecchiaia, mentre in Europa infuriava la 
Rivoluzione Francese, il Padishah radicalizzò la propria fede islamica, si 
circondò di predicatori integralisti, cominciò a perseguitare gli Indù, i Sikh e 
i Cristiani, e ciò causò una serie di rivolte in tutto il suo regno, rivolte che 
egli represse con la violenza. Egli così non poté impedire che l'isola di Sri 
Lanka nel 1802 divenisse una colonia degli odiati inglesi.

Il Taj Mahal, patrimonio dell'umanità dell'UNESCO dal 9 dicembre 1983
Il 
Grande Gioco con i Russi
Morto Shah Alam nel 1806, gli successe il figlio Akbar II 
(1755-1837). Questi, desideroso di tenere alla larga dal suo Impero gli 
invadenti inglesi, scambiò ambasciatori con Napoleone Bonaparte, che nel 1799 
aveva compiuto una spedizione in Egitto (non coronata da successo) nella 
speranza di conquistarlo e di usarlo come trampolino per raggiungere l'India e 
vendicare la cacciata di Dupleix. Akbar II diede nuovo impulso all'India Moghul: 
fece restaurare il sistema di canali, riparò le vie di comunicazione, promosse 
la creazione di un sistema di pubblica istruzione, proibì inoltre il lavoro 
minorile e la pratica del Sati, secondo la quale, una volta morto il marito, la 
vedova si bruciava viva sulla sua pira funeraria. Il Padishah inoltre allargò il 
suo impero coloniale conquistando le isole Seychelles, ex colonia francese ormai 
trascurata dalla madrepatria, e l'isola di Socotra, il cui nome del resto deriva 
dal sanscrito "Dvīpa sukhatara" ("Isola Felice"). Inoltre nel 1824 Bagyidaw, re 
di Birmania, fu costretto a riconoscersi vassallo del Padishah Moghul. Ma Akbar 
II doveva tenere sotto controllo anche l'avanzata russa in Asia centrale e la 
crescente influenza dell'impero zarista sulla Persia. Lo Zar Nicola I Romanov 
puntava apertamente a conquistare l'Emirato di Bukhara come primo passo per 
aprirsi uno sbocco sull'Oceano Indiano (la continua corsa russa verso i mari 
caldi), e questo portò a una tensione crescente con l'Impero Moghul. Nicola I 
(1796-1855) pensò di approfittare della morte improvvisa di Akbar II nel 1837 
per occupare finalmente Bukhara, ma il nuovo Padishah
Bahadur Shah II (1775-1862) poteva contare su un abilissimo generale, l'afghano 
Dost Mohammed Khan (1793-1863), dal 1826 governatore di Kabul, che rispose per 
le rime alle pretese russe. Scoppiò così la Prima Guerra Russo-Moghul 
(1839-1842), che si concluse con la distruzione di un'intera armata russa; è 
perciò ricordata come un esempio della ferocia della resistenza armata Moghul 
contro qualsiasi dominatore straniero. Ne "I fratelli Karamazov" di  Fëdor 
Dostoevskij (1821-1881), il fratello maggiore Dmitrij è reduce della Prima 
Guerra Russo-Moghul e ne è rimasto segnato per sempre. Con questa guerra 
l'Impero di
Bahadur Shah II dimostrò di non essere solo una potenza regionale, ma di poter 
ambire ad un ruolo di importante potenza mondiale. Tale conflitto però non 
risolse certo le vertenze tra Mosca e Lahore: il loro scontro per il controllo 
dell'Asia Centrale prende storicamente il nome di Grande Gioco. In questo 
confronto, paradossalmente, il Regno Unito del Primo Ministro Sir Robert Peel si 
trasformò da rivale ad alleato dei Moghul, essendo anch'esso interessato a una 
sostanziosa fetta coloniale del continente asiatico, e quindi interessato a 
rintuzzare le pretese zariste.
La 
Cina britannica
Impossibilitata ad espandersi in India, il Regno Unito rivolse le sue 
attenzioni all'ormai morente Impero Qing. Tra il 1839 e il 1842 la Prima Guerra 
dell'Oppio mise a nudo la debolezza militare della Cina, isolazionista e 
feudale. Col Trattato di Nanchino la Cina dovette cedere alla nuova politica di 
"porta aperta" alle potenze occidentali. Nel 1851 esplose la rivolta dei 
Taiping, un movimento rivoluzionario cinese di Nanchino, nato in reazione al 
governo imperiale corrotto dei Qing, ed essa degenerò in guerra civile tra il 
governo di Pechino e il nascente "Regno Celeste della Grande Pace" fondato dal 
capo della setta rivoluzionaria Hong Xiuquan, autoproclamatosi fratello minore 
di Gesù Cristo. I Britannici ne approfittarono per invadere il Celeste Impero e 
travolgere il più numeroso ma male armato esercito dell'Impero Qing. La flotta 
imperiale fu subito annientata in varie battaglie navali nel Mar Cinese 
Meridionale e Orientale. Nel 1859 l'esercito britannico entrò a Pechino e cacciò Xianfeng, ultimo sovrano Qing, dalla Città Proibita. Xianfeng si spostò a 
Formosa dove installò un suo governo imperiale in esilio sotto protezione 
francese e diresse la resistenza anti-britannica continentale. La Corona del 
Celeste Impero passò alla Regina Vittoria che fu proclamata solennemente 
Imperatrice della Cina. La capitale venne spostata dalla tumultuosa Pechino a 
Shanghai, sulla costa, più facilmente controllabile e già in mani inglesi da 
decenni. Per la Cina iniziò un periodo di decadenza culturale causata dalle 
nuovi leggi britanniche che sconvolsero il sistema tradizionale e lo stile di 
vita secolare dei sudditi del Celeste Impero. La rivolta dei Boxer, che infuriò 
tra il 2 novembre 1899 e il 7 settembre 1901 con il massacro di migliaia di 
inglesi, di altri occidentali e di missionari cristiani venne esemplarmente 
repressa nel sangue. Nel 1911 Sun Yat-sen (1866-1925) fondò il Kuomintang 
(中國國民黨, "Partito Nazionalista Cinese") e cominciò a chiedere con forza che gli 
inglesi lasciassero pacificamente il suo paese; per questo venne ripetutamente 
incarcerato dalle autorità britanniche. Dopo la sua morte il suo posto fu preso 
da Chiang Kai-shek (1887-1975), che dovette guidare la resistenza del suo popolo 
quando la Cina nel 1937 fu invasa dal Giappone; per avere il suo aiuto, gli 
inglesi dovettero promettere che alla fine della Seconda Guerra Mondiale si 
sarebbero ritirati dalla Cina. La dominazione britannica cessò il 15 agosto 1947 quando 
Lord Louis Mountbatten (1900-1979), ultimo vicerè britannico della Cina, lasciò 
il Paese di Mezzo, e il leader Nazionalista Chiang Kai-shek proclamò la Repubblica di Cina, 
nella quale instaurò un regime autoritario, alleato degli USA e fortemente 
ostile all'URSS. Lo stato da lui fondato, 
abbandonato il monopartitismo nel 1989, esiste tuttora con il nome di Zhōnghuá 
Mínguó (中華民國, "Repubblica di Cina") ed è 
stata definita "la più popolosa democrazia al mondo". Come conseguenza 
della dominazione britannica, oggi in Cina lo sport più popolare è il cricket.  A Formosa invece regna 
tuttora l'imperatore Hengzhen, della Dinastia Qing.
 
    

La Regina Vittoria (a sinistra) e la bandiera della Cina Britannica (a destra)
L’era industriale
Il Padishah
Bahadur Shah II puntò con decisione sulla modernizzazione del suo paese ed 
intraprese la costruzione di ferrovie, la riforma delle Poste e l'installazione 
delle prime linee telegrafiche. La prima linea ferroviaria, da Kanyakumari a Delhi, fu inaugurata il 
17 giugno 1854, mentre la seconda, che collegava Lahore a Calcutta, fu 
completata quattro anni dopo. Vennero anche fondate le Università di Calcutta, 
Bombay e Madras, riservate però alle classi sociali privilegiate. L’avvio dell'industrializzazione 
del paese però creò posti di lavoro anche per le classi sociali meno 
privilegiate, e procedette speditamente grazie all'arrivo in India di 
imprenditori inglesi, francesi 
e olandesi. I collegi e le università fondate da
Bahadur Shah II contribuirono inoltre alla formazione di una nuova classe 
intellettuale indiana, che non conosceva alcuna discriminazione di etnia o di 
religione. Grazie all'opera di Papa Pio IX conobbero impulso anche le missioni 
cattoliche, soprattutto nel sud del paese. L'era industriale però conobbe anche 
un importante conflitto interno che mise a rischio le politiche progressiste di
Bahadur Shah II, la cosiddetta Rivolta dei Sipâhi (in persiano "soldati"): nel 
maggio del 1857 le truppe indù che prestavano servizio nell'armata del Bengala, 
formata da 238.000 uomini dei quali solo 38.000 erano musulmani, si ribellarono 
nella caserma di Meerut dopo che si diffuse la voce che le cartucce dei fucili 
(il cui involucro era da strappare con i denti) fossero unte con grasso di 
vacca, animale sacro per gli indù. L'insurrezione che ne seguì si diffuse in 
tutta l'India Settentrionale, nell'Oudh e nell'India centrale, ed era causata in 
realtà dal pessimo trattamento che gli ufficiali musulmani riservavano alle 
truppe indù e ai viaggi in mare che per gli Indù erano tabù, per allargare e 
mantenere l'impero coloniale. La rivolta fu soffocata nel giugno del 1858, ma 
indusse
Bahadur Shah II a riorganizzare i reggimenti dei Sipâhi e ad organizzare un 
nuovo esercito Moghul su basi moderne, grazie ai consigli dell'inglese Charles 
John Canning (1812-1862). Il 15 ottobre 1860 Bahadur Shah II annesse anche l'Arakan, 
oggi noto come Stato Rakhine, sulle rive del Golfo del Bengala, dopo che questo 
stato aveva mosso guerra all’Impero Majapahit, da lungo tempo un protettorato 
Moghul. I Majapahit chiesero aiuto al Padishah e la 
guerra volse rapidamente a favore dei Moghul con la presa di Chittagong. 
Sentendosi minacciato dall'espansionismo Moghul verso oriente il Re del Siam 
Mongkut (1804-1868), noto anche con il nome di Rama IV, accettò un pesante 
protettorato inglese sul suo paese.
Bukhara torna all'India
Dopo la morte di
Bahadur Shah II alla veneranda età di 87 anni, gli successero due dei figli 
avuti dall'adorata moglie Zeenat Mahal (1823-1886): il primogenito Mirza Dara 
Bakht con il nome di Miran Shah Bahadur (1790-1869), che riconobbe 
l'indipendenza effimera degli Stati Confederati d'America, e che scambiò 
ambasciatori con il neonato Regno d'Italia, e poi il terzogenito Mirza Fath-ul-Mulk con il nome di Fakhru Shah Bahadur (1816-1883). Quest'ultimo 
portò avanti la politica modernizzatrice del padre, stabilì regolari relazioni 
diplomatiche con Papa Leone XIII, ebbe la fama di amministratore avveduto e 
prudente, pose il suo protettorato sul Sultanato dell'Oman ma dovette affrontare 
di nuovo in campo aperto i Russi, ora guidati dallo Zar Alessandro II 
(1855-1881). La Seconda Guerra Russo-Moghul (1878-1880) fu scatenata dal rifiuto 
di Fakhru Shah Bahadur di accettare l'invio di una missione russa a Bukhara. 
Anche questa guerra si concluse con la vittoria dei Moghul, ed anche questa 
grazie al contributo determinante di un generale afgano, il governatore di 
Kandahar Sher Ali Khan. Ad essa presero parte, accanto ai Moghul, delle truppe 
di rinforzo britanniche; lo scrittore inglese Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) 
immaginò che il dottor John H. Watson, personaggio da lui creato come "spalla" 
di Sherlock Holmes, fosse un chirurgo militare che aveva partecipato alla 
Seconda Guerra Russo-Moghul, restando ferito nella battaglia di Maiwand. Il 
conflitto terminò con la firma da parte dei due contendenti del trattato di 
Gandomak, in conseguenza del quale furono fissati definitivamente i confini tra 
Russia e Impero Moghul. L'Emirato di Bukhara cessò di essere un protettorato e 
rientrò a far parte a pieno titolo dell'Impero Moghul, in modo che cessassero 
definitivamente le mire russe su di esso. La Russia si consolò annettendo il 
Turkmenistan, fin qui vassallo della Persia.
Gli Indù 
rialzano la testa
Fakhru Shah Bahadur morì nel 1883 
per un'infezione seguita a una banale caduta da cavallo, e gli successe il 
figlio
Abu Bakht (1835-1905). È rimasta celebre la storia d'amore tra quest'ultimo e 
l'istitutrice inglese del suo erede al trono, Anna Leonowens (1831-1915), che 
nel 1999 ha ispirato anche un film con Jodie Foster, intitolato "Anna e il 
Padisha". Il suo regno coincise in buona parte con quella che in Europa è 
conosciuta come "Belle Epoque" ed è caratterizzato da un deciso impulso dato 
all'industrializzazione ed ai commerci, e vede la nascita dei primi importanti 
sindacati indiani. Purtroppo esso fu funestato una serie di terribili carestie 
ed epidemie: dal 1894 al 1912 in tutto l'Impero Moghul morirono di peste 11 
milioni di persone; due milioni morirono di fame nel biennio 1899-00 nelle 
Province Centrali 5 milioni furono i morti di colera a Mumbai tra il 1900 e il 
1905; e veramente funeste furono anche le carestie che colpirono Madras, l'Orissa 
e il Rajputana. Questo stato di cose spinse il Padishah a una politica di opere 
di canalizzazione per bonificare le zone paludose e debellare il colera, ma 
anche ad introdurre tecniche più moderne di coltivazione ed allevamento di 
animali domestici, così da assicurare maggior nutrimento al suo popolo. Cercò 
invano di mettere fuorilegge il sistema delle caste indù. Decise inoltre di 
convocare per la prima volta un Parlamento, il Sansad, noto anche come Camera 
del Popolo (Lok Sabha), mentre fin qui l'Impero Moghul era rimasto una monarchia 
assoluta. Il Parlamento era dominato dalla Lega Musulmana Panindiana (آل انڈیا 
مسلم لیگ), mentre gli Indù, largamente maggioritari nell'Impero, vi erano 
scarsamente rappresentati. Fu così che il 28 dicembre 1885 Dadabhai Naoroji 
(1825-1917) fondò il Congresso Nazionale Indù (भारतीय राष्ट्रीय कांग्रेस), il 
maggior partito politico di questa etnia, allo scopo di rivendicare maggiori 
diritti politici per gli Indù. La LMP (tradizionalmente di destra) e il CNI 
(tradizionalmente di sinistra) si scontrarono per decenni nel Sansad sulle 
politiche da adottare, e la loro rivalità dura tuttora. Nel 1921 divenne leader 
del CNI l'avvocato Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948), che venne venerato 
dagli Indù con il titolo di Mahatma ( महात्मा, "grande anima"), teorizzatore del 
del Satyagraha, la resistenza all'oppressione da parte dei musulmani tramite la 
disobbedienza civile di massa, che portò nel Secondo Dopoguerra alla parità di 
diritti fra tutte le etnie dell'India.
Lo 
"Splendido Isolamento"
Ad
Abu Bakht successe il figlio
Shah Jahan IV (1857-1920), il quale attuò nuove riforme politiche e sindacali, 
introdusse le linee telefoniche e l'illuminazione elettrica, accrebbe i diritti 
dei lavoratori, favorì la libera impresa ed allargò la base elettorale, anche se 
gli Indù ritennero insufficienti tali concessioni e proseguirono la loro lotta. 
Shah Jahan IV portò avanti una politica decisamente filoottomana, e nel 1911 
ruppe le relazioni diplomatiche con l'Italia che aveva dichiarato guerra alla 
Turchia per il possesso della Tripolitania e la Cirenaica; dopo che il Trattato 
di Losanna del 15 ottobre 1912 ebbe riconosciuto questi territori all'Italia, 
egli finanziò generosamente la rivolta dei Senussiti contro il governo di Roma. 
Nel 1913 il grande poeta indù Rabindranath Tagore (1861-1941) vinse il Premio 
Nobel per la Letteratura. Intanto ormai la situazione nei Balcani ex Turchi si era fatta insostenibile, e il 28 
luglio scoppiò la Prima Guerra Mondiale. Forti furono le pressioni sull'Impero Moghul dell'ambasciatore britannico Lord Charles Hardinge (1858-1944) affinché 
partecipasse attivamente alla guerra con le proprie truppe, e probabilmente il 
Padishah avrebbe acconsentito, ma il Nawab (cioè il Primo Ministro, da cui la 
parola italiana "nababbo") dell'Impero, Khwaja Salimullah Bahadur (1871-1918) si 
oppose in tutti i modi, ritenendo che l'India non dovesse immischiarsi in 
faccende della lontana Europa che non la riguardavano, così come gli europei non 
avevano diritto ad intromettersi nelle faccende indiane. La politica di 
neutralità perseguita dal Nawab non riscosse unanime popolarità nel paese, 
perchè molti avrebbero voluto allearsi con la Germania in funzione antirussa e 
in favore dell'Impero Ottomano. Essendo rimasto neutrale durante l'intera durata 
del conflitto, l'Impero Moghul non ebbe il diritto di sedersi alla Conferenza di 
Pace di Parigi, e diversi Nazionalisti accusarono il governo di aver così 
rinunciato alla possibilità di ottenere il mandato su alcune colonie ex 
tedesche, tutte spartite tra Francia, Regno Unito e Belgio. Inoltre l'Impero 
Moghul non ebbe modo di opporsi alla definitiva spartizione dell'Impero 
Ottomano, che così cessò praticamente di esistere.

Soldati Moghul in Europa per combattere nella Seconda Guerra Mondiale
La Marcia del Sale
Shah Jahan IV morì a Delhi il 5 
ottobre 1920 di setticemia, tre settimane dopo essere stato morso da una scimmia 
nei giardini del Palazzo Reale, anche se si vociferò che fosse stato 
assassinato, in quanto il suo pacifismo e la sua politica di "splendido 
isolamento" era giudicato lesivo nei confronti della grandezza dell'Impero. Gli 
succedette il figlio
Muhammad Shah II (1879-1948). Dopo la morte in esilio a Sanremo dell'ultimo 
Sultano Ottomano, Mehmet VI, deposto da Mustafà Kemal (il futuro Atatürk), il 
Padishah
Muhammad Shah II decise di assumere formalmente il titolo di Califfo dei 
Credenti, che però non gli venne riconosciuto da tutti i Musulmani, anche se lo 
portarono tutti i Padishah suoi successori fino al momento presente. Nel 1925
Muhammad Shah II sostenne con forza Reza Shah Pahlavi (1878-1944), che il 31 
ottobre depose l'ultimo Shah di Persia della Dinastia dei Qajar, Ahmad Qajar, e 
si proclamò nuovo imperatore; il Padishah sperava di aver messo un proprio uomo 
sul trno di Teheran. L'India intanto doveva vedersela con i Bolscevichi, 
succeduti agli Zaristi sulla calda frontiera del Turkestan: anch'essi 
sgomitavano per aprirsi uno sbocco sull'Oceano Indiano, e finanziavano la 
nascita di movimenti marxisti-leninisti anche in India, nella speranza di 
fomentare una rivoluzione comunista anche da quelle parti. Il 26 dicembre 1925 
un gruppo di giovani ispirati dall'esempio della Rivoluzione d'Ottobre avevano 
fondato a Kanpur il Partito Comunista dell'India; tra i fondatori ci furono 
Manabendra Nath Roy (1887-1954), agente del Comintern in Bengala, che fece leva 
sull'ammirazione di alcuni per la lotta di classe e i metodi violenti, e Shripat 
Amrit Dange (1899-1991), bramino e autore del pamphlet "Gandhi e Lenin", nel 
quale sosteneva che tra i due era Lenin l'esempio da seguire per l'umanità 
oppressa. Il Padishah rispose mettendo fuorilegge tutti i partiti di ispirazione 
comunista e perseguitandone gli iscritti. Anche il Congresso Nazionale Indù fu 
accusato di filocomunismo ed escluso temporaneamente dal Sansad; Gandhi rispose 
intensificando le sue azioni di disobbedienza civile e di "non collaborazione" 
con il governo centrale. Dal 12 marzo al 5 aprile 1930 il Mahatma organizzò la 
grande Marcia del Sale per protestare contro la tassa sul sale, bene di consumo 
su cui vigeva un assoluto monopolio imperiale, imposta dal governo Moghul a 
tutti i sudditi dell'India, residenti europei compresi. Essa consistette in una 
marcia di oltre duecento miglia a piedi da Ahmedabad a Dandi, nella provincia 
del Gujarat, sull'Oceano Indiano, con lo scopo di raccogliere una manciata di 
sale dalle saline, rivendicando simbolicamente il possesso di questa risorsa 
preziosa al popolo indù. La polizia si oppose all'avanzata dei manifestanti a 
colpi di sfollagente, ma i manifestanti continuarono ad andarle incontro, 
subendo i colpi senza reagire, subito sostituiti da altri quando cadevano. 
Gandhi fu arrestato nella notte tra il 4 ed il 5 maggio 1930, ma il movimento di 
disobbedienza civile proseguì per quasi un anno, portando a più di ottantamila 
arresti di indù che violavano la tassa del sale allo stesso modo di Gandhi. 
Cessò solo con il rilascio del Mahatma, ma non produsse alcuna concessione 
concreta da parte islamica. Dal 1934 alla morte, avvenuta l'11 settembre 1948, 
Mohammad Ali Jinnah (1876-1948), leader della Lega Musulmana Panindiana nato a 
Karachi, fu Nawab, cioè Primo Ministro dell'Impero Moghul, e cercò di portare 
avanti una politica di conciliazione con Gandhi, politica che però fino agli 
anni quaranta, tra alti e bassi, conobbe più bassi che alti.
La 
questione del Punjab
Ai duri scontri tra Musulmani e Indù nel Parlamento Indiano si 
aggiunse, fin dall’inizio del XX secolo, la questione della Provincia del Punjab, 
la cui metà occidentale era in gran 
parte musulmana, mentre la metà orientale era principalmente Indù e Sikh. La 
popolazione di quest'ultimo divenne irrequieta, poiché si sentiva mal rappresentata 
nelle elezioni e chiedeva la formazione di una nuova provincia, il Punjab 
orientale. Dopo le rivolte di Chandigarh del 1901, il governo indiano creò il 
Territorio del Punjab Orientale, amministrato direttamente da Lahore, prima di 
trasformarlo in provincia nel 1925. La spaccatura provocò una contrazione delle 
attività industriali e 
causò migrazioni di massa da e verso quelle province, portando a violenti 
scontri, culminati nel massacro di Lahore del 1932. Questi scontri furono 
aggravati dalla diffusa povertà che caratterizzò l'era della 
Grande Depressione, seguita al crollo di Wall Street del 24 ottobre 1929: gran 
parte del popolo si sentiva tradito dai loro governanti che vivevano come pascià 
circondati dal lusso, mentre il popolo minuto moriva di fame sui marciapiedi. 
Mohammad Ali Jinnah si trovò costretto a far erigere il cosiddetto Muro del Punjab per controllare le migrazioni tra 
le due metà della provincia. Il Muro fu un tema caldo nella politica indiana fino alla metà 
degli anni '80, quando fu finalmente abbattuto, riunendo le due province in modo 
che il Punjab tornasse ad essere un’unica entità politica.
La Seconda 
Guerra Mondiale
Allo scoppio della Seconda Guerra 
Mondiale, inizialmente i Moghul restarono neutrali come nella Prima, 
approfittando della possibilità di commerciare materie prime con entrambi i 
contendenti. Tuttavia il nazionalista indù Subhas Chandra Bose (1897-1945), 
conosciuto con il nome di Netaji ("il Condottiero"), condivideva le idee di 
emancipazione degli Indù del Mahatma Gandhi, ma non i suoi metodi di lotta non 
violenta, e per raggiungere il suo ideale, un'India governata dagli indù e non 
dai musulmani, strinse amicizia con Benito Mussolini e Adolf Hitler; appoggiò la 
politica delle potenze dell'Asse, che erano altresì nemiche degli odiati 
boscevichi; e propugnò la tesi di scendere in guerra al loro fianco contro Regno 
Unito ed URSS. Mohammad Ali Jinnah tuttavia respinse con forza questo invito, 
sostenendo che tutto è perduto con la guerra, mentre nulla lo è in tempo di 
pace. Tuttavia nel gennaio 1942 le armate giapponesi, che già avevano occupato i 
due terzi della Cina britannica e tutta l'Indocina, invasero la Birmania: il 18 
marzo cadde Rangoon, ed ai primi di aprile, dopo aver occupato le isole Andamane, 
le Nicobare e l'Assam, i nipponici invasero l'Arakan sotto controllo Moghul e 
poi il Bengala, penetrando con slancio fino a Dacca. Era la guerra: l'Impero 
Moghul dichiarò ufficialmente guerra al Giappone e, come conseguenza immediata, 
anche Germania e Italia dichiararono guerra all'India. Tutto il Bengala cadde 
rapidamente in mani giapponesi, che vi crearono il cosiddetto "Governo 
dell'India Libera" (आर्ज़ी हुक़ूमत -- ए - आज़ाद हिन्द, "Arzier Hukumat-e-Azad 
Hind"), al cui capo fu posto proprio Subhas Chandra Bose, che fissò la sua 
capitale a Dacca: si trattava a tutti gli effetti di uno stato fantoccio dei 
Giapponesi. Come se non bastasse, il 19 febbraio 1942 aerei giapponesi 
arrivarono a bombardare Delhi, mentre la 1ª Flotta Aerea del viceammiraglio 
Chūichi Nagumo (1887-1944), reduce dalla vittoria di Pearl Harbor, bombardava a 
tappeto obiettivi militari Moghul sulle coste del Golfo del Bengala e sull'isola 
di Sri Lanka, all'epoca colonia britannica. Infine, la notte tra il il 31 maggio 
e il 1 giugno tre sottomarini nipponici di classe Ko-hyoteki compirono una 
rapida incursione nel porto di Madras, mettendo fuori uso diverse imbarcazioni 
militari. Ormai l'Impero Moghul la Seconda Guerra Mondiale la aveva in casa 
propria. L'offensiva dimostrò la schiacciante superiorità delle forze aeree 
della Marina Imperiale Giapponese su quelle dell'Impero Moghul e scatenò grandi 
preoccupazioni nei comandi militari, non solo a Lahore ma anche tra gli Alleati 
occidentali. Questi infatti temevano che l'Impero Moghul crollasse di schianto e 
che i Giapponesi potessero arrivare addirittura nel Medio Oriente, saldandosi 
con le truppe degli alleati nazisti e fascisti nella regione del Mar Rosso e del 
Golfo Persico. L'antico Impero Moghul fu però salvato dagli statunitensi, che 
tra il 4 e il 6 giugno 1942 sconfissero i nipponici nella decisiva Battaglia 
delle Midway,  distruggendo le possenti portaerei e le formidabili forze 
aeronavali del Sol Levante che avevano dominato su tutti i campi di battaglia 
per mesi, arrestando per sempre la loro ondata di espansione e costringendoli 
per la prima volta a ripiegare. Di conseguenza Tokyo dovette abbandonare i piani 
per la conquista dell'India e richiamare aerei e navi dall'Indiano al Pacifico, 
anche in considerazione del fatto che, come giustamente ritenevano gli ammiragli 
Yamamoto e Nagano, un grandioso piano di conquista dell'Impero Moghul con 
l'occupazione duratura di enormi territori a grande distanza dalla madrepatria 
sarebbe stata impossibile senza aver prima sconfitto gli statunitensi. Le forze 
armate indiane così ripresero coraggio e, foraggiate dai britannici e dagli 
stessi statunitensi, intrapresero la riconquista del suolo patrio occupato. 
Inoltre alcune truppe Moghul furono inviate nel Mediterraneo a supporto degli 
inglesi e contribuirono in modo decisivo alla vittoria britannica nella 
Battaglia di El Alamein (23 ottobre-3 novembre 1942) contro le forze 
italotedesche guidate dal feldmaresciallo Rommel.

Il Padishah Shah Jafar I in gioventù (creata con BING)
La 
riscossa degli Indù
Il 21 gennaio 1945 l'ultimo soldato giapponese lasciò il territorio 
dell'Impero Moghul e le forze congiunte britanniche e indiane iniziarono la 
riconquista della Birmania. Subhas Chandra Bose fuggì e cercò di mettersi al 
riparo in Giappone, ma l'aereo sul quale viaggiava venne abbattuto dagli Alleati 
e si inabissò nell'oceano. Le forze armate Moghul continuarono a combattere i 
giapponesi fino alla firma della capitolazione di questi ultimi sulla corazzata 
americana "Missouri" il 2 settembre 1942. Il 24 ottobre 1945 l'Impero fu uno dei 
50 stati fondatori dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, ed ottenne anche un 
seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza insieme ad USA, URSS, Regno Unito e 
Francia. Riconoscente nei confronti della maggioranza Indù che aveva combattuto 
in maniera determinante per la sconfitta degli invasori giapponesi, il Padishah
Muhammad Shah II convocò un'Assemblea Costituente per dare una Costituzione più 
moderna al suo Impero ed eliminare le discriminazioni su base etnico-religiosa. 
Il 1948 fu però un anno tragico per l'Impero. Il 30 gennaio il Mahatma Gandhi fu 
assassinato da Nathuram Godse, un fanatico Indù che lo accusava di essere troppo 
accondiscendente nei confronti dei Musulmani. Il 18 maggio si spense il Padishah, 
consumato da un male incurabile, e gli successe il figlio
      Shah Jafar I (1902-1972). L'11 settembre fu la volta del Nawab Mohammad Ali Jinnah, 
che morì in carica. Le prime elezioni democratiche dopo la promulgazione della 
nuova Costituzione videro la vittoria del Congresso Nazionale Indù, e il suo 
leader Jawaharlal Nehru (1889-1964) divenne nuovo Nawab, il primo non islamico 
dalla fondazione dell'Impero. Questi abbandonò il progetto di Jinnah di una 
stretta alleanza militare con gli Stati Uniti d'America e preferì portare avanti 
una politica di neutralità, proprio negli anni in cui scoppiava la Guerra Fredda 
tra Sovietici e Americani. I Sovietici comunque rimasero il nemico principale 
dell'Impero Moghul a causa della loro pressione sul "confine caldo" dell'Asia 
centrale. Il 4 gennaio 1948 la Birmania conseguì l'indipendenza dal Regno Unito, 
seguita il 4 febbraio 1948 dallo Sri Lanka. Nehru promosse la Conferenza 
Pan-Asiatica di Lahore del 1949 e agì da mediatore per porre fine alla Guerra di 
Corea. In politica interna il nuovo Nawab dettò le linee di condotta per 
un'economia pianificata e diede un forte impulso all'industrializzazione del 
paese, così da trasformarlo in una vera potenza mondiale. Inoltre, sul modello 
della CECA europea, Nehru promosse nel 1956 la fondazione della Comunità 
Economica delle Nazioni del Sud-Est Asiatico con lo scopo principale di 
promuovere la cooperazione e l'assistenza reciproca fra gli stati membri per 
accelerare il progresso economico e aumentare la stabilità della regione. Ad 
essa aderirono Impero Moghul, Nepal, Bhutan, Assam, Birmania, Thailandia, 
Malaysia, Singapore, Indonesia, Filippine (membri fondatori), Sri Lanka (dal 
1967), Brunei (dal 1984), Papua Nuova Guinea (dal 1989), Vietnam (dal 1995), 
Laos (dal 1997), Cambogia (dal 1999), Taiwan (dal 2001), Timor Est (dal 2006) e 
Palau (dal 2010), mentre Australia, Nuova Zelanda, Isole Salomone e Giappone 
hanno lo status di osservatori. Nel 1961 le antiche colonie portoghesi di Goa e 
Diu entrarono a far parte dell'Impero. L'India di Nehru inoltre risolse le 
proprie controversie territoriali con la Cina, ma non quelle con l'Unione 
Sovietica, con la quale scoppiò un conflitto di frontiera nel 1962, risolto 
grazie alla mediazione del Presidente USA John Fitzgerald Kennedy. Sono questi 
gli anni d'oro della grande industria cinematografica Moghul, oggi nota come 
Bollywood, crasi dei nomi Bombay e Hollywood. Nehru morì il 27 maggio 1964 e le 
elezioni portarono alla carica di Nawab il musulmano Zulfiqar Ali Bhutto 
(1928-1999), con il quale l'Impero Moghul tornò ad avvicinarsi agli Stati Uniti 
d'America in chiara funzione antisovietica, ma rifiutò di impelagarsi in alcun 
modo nella Guerra del Vietnam. Decise invece di rivendicare il settore del 
continente antartico compreso tra 44° 38' e 65° 15' di Longitudine Est, 
territorio peraltro già rivendicato dall'Australia fin dal 1933.
Due donne al governo dell'Impero
L'era della decolonizzazione vide 
l'indipendenza delle dipendenze Moghul: Zanzibar nel 1963 (l'anno successivo si 
unì al Tanganica a formare la Federazione di Tanzania), le Comore nel 1975 e le 
Seychelles nel 1976, mentre Socotra, le Andamane e le Nicobare restarono parte 
integrante dell'Impero, seppur con una larga autonomia. Il 15 agosto 1969 a 
Bangalore venne fondata l'MSRO (Moghul Space Research Organisation), l'Agenzia 
Spaziale Moghul, che già nel 1971 fu in grado di lanciare con un proprio vettore 
il suo primo satellite artificiale, battezzato "Aryabhata" come l'omonimo 
astronomo del V secolo. Nel 1972 morì il Padishah Shah Jafar I e gli succedette il figlio Shah Jafar II (1934-vivente).
Nel 1974 l'Impero divenne una potenza nucleare facendo esplodere un ordigno 
atomico sotterraneo sperimentale. Nel 1975 venne inaugurato il G9, il vertice 
dei ministri dell'economia delle nove nazioni con la ricchezza nazionale netta 
più grande del mondo: Canada, Cina, Francia, Germania Ovest, Giappone, Impero 
Moghul, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d'America. Il 17 luglio 1973 fallì un 
tentativo di Mohammed Daud Khan (1909-1978) di rendere l'Afghanistan 
indipendente dall'Impero Moghul; Bhutto accusò l'URSS di aver incoraggiato 
l'azione. Un secondo tentativo da parte del comunista Babrak Karmal (1929-1996) 
fallì nel 1979. Tra i sostenitori dell'indipendenza dell'Afghanistan c'era il 
giovane miliardario saudita Osama Bin Laden (1957-2011), che iniziò la sua 
guerriglia contro l'Impero Moghul e in generale contro l'Occidente. Nel 1979 
inoltre l'URSS invase la Mongolia, il cui Presidente Sonomyn Luvsan (1912-1994) 
si stava avvicinando alla Cina Nazionalista, e vi installò un governo a lei 
fedele guidato da Yumjaagiin Tsedenbal (1916-1991). Questo sopruso provocò la 
reazione sdegnata degli USA, della Cina Nazionalista e di altri paesi 
occidentali, che boicottarono le Olimpiadi di Mosca del 1980; l'Impero Moghul 
invece vi partecipò ma, come l'Italia e altri paesi, sotto la bandiera olimpica 
e non sotto la propria bandiera nazionale. La guerriglia mongola contro 
l'occupante sovietico tenne impegnata l'Armata Rossa fino al 1988, quando i 
russi sgomberarono e fu eletto il nuovo Presidente Mongolo Punsalmaagiin 
Ochirbat (1942-). Sempre nel 
1979 Zulfiqar Ali Bhutto perse le elezioni 
e cedette il potere a Indira Gandhi (1917-1984), figlia di Jawaharlal Nehru, 
prima Nawab donna nella secolare storia dell'Impero Moghul. La nuova Nawab, 
osteggiatissima dagli integralisti musulmani, mise in atto importanti riforme economiche 
che trasformarono 
l'India Moghul nella più grande economia in Asia e nella seconda più grande del 
mondo, oltre che in uno dei paesi con tassi di crescita economica fra i più alti del 
mondo; tutto ciò ha contribuito molto, sia a livello regionale che globale, ad 
aumentarne il peso politico sullo scacchiere internazionale.
L'8 febbraio 1984 l'Impero Moghul è diventata la terza nazione al mondo, dopo 
URSS e USA, ad inviare nello spazio un proprio astronauta, Rakesh Sharma 
(1949-), con un vettore di sua fabbricazione, conseguendo un risultato 
eccezionale in termini di scienza e di prestigio. Nel 1985, tuttavia, Indira Gandhi fu incriminata in uno scandalo di corruzione e 
per l'uso improprio dell'apparato governativo per la sua campagna elettorale. La 
Nawab tuttavia, invece di adempiere all'ordine dell'Alta Corte di Lahore di 
lasciare il suo seggio nel Parlamento Moghul, affermò in televisione di essere 
vittima di un complotto degli estremisti musulmani, dichiarò lo stato di 
emergenza interna e mediante un decreto permise a se stessa di governare fino al 1987. Le proteste 
guidate dai suoi oppositori 
che avevano invaso le strade di Lahore vicino al palazzo del Parlamento e alla 
residenza del Primo Ministro, diedero il pretesto a Indira Gandhi per sospendere 
le libertà civili. L'opposizione politica fu pesantemente repressa durante 
l'emergenza, molti leader della protesta 
furono arrestati e  
alcuni partiti politici di opposizione vennero messi al bando. Due anni dopo, 
fiduciosa sulle sue possibilità di essere rieletta, Indira Gandhi allentò 
l'emergenza, rilasciando i dissidenti e convocando nuove elezioni. Fu invece 
sconfitta da un'altra donna, Benazir Bhutto, figlia dell'ex Primo Ministro 
Zulfiqar Ali Bhutto. Ella gestì la fine del comunismo e dell'URSS e la nascita, 
ai confini settentrionali dell'Impero, delle nuove repubbliche centroasiatiche 
di Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan, che furono subito 
contese tra la zona d'influenza russa e quella Moghul. Rifiutò inoltre di 
aderire alla coalizione voluta dal Presidente USA George H. Bush per costringere 
l'Iraq di Saddam Hussein a sgomberare il Kuwait che aveva invaso. Dal 17 
settembre al 2 ottobre 2008 si tennero a Lahore i Giochi Olimpici della XXIV 
Olimpiade, un grande successo di immagine per l'Impero Moghul. Nel 1992 la distruzione 
della moschea di Ayodhya (nell'Uttar Pradesh) per mano di alcuni fanatici 
nazionalisti indù provocò un'ondata di scontri tra le varie comunità, a fatica 
sedati dall'esercito. Come reazione Osama Bin Laden fondò al-Qāida, la maggiore 
organizzazione terroristica internazionale.
Gli 
Anni Duemila
Il 1 gennaio 1995 l'Impero Moghul fu tra i fondatori del WTO, 
l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Nel 1996 il Partito del Popolo, rappresentante della destra 
nazionalista, vinse le elezioni ma non riuscì a formare un governo. Si 
susseguirono fragili coalizioni di centrodestra, che non soprassero quando il 
Congresso Nazionale Indù ritirò loro il proprio sostegno. Il Nawab Atal Bihari 
Vajpayee ordinò il lancio di missili nucleari di nuovissima concezione, e ciò 
provocò tensioni con i paesi vicini e con la comunità internazionale. Nel 1998 
la Lega Musulmana Panindiana vinse di nuovo le elezioni e Benazir Bhutto tornò a 
ricoprire la carica di Nawab, ma dovette affrontare la guerriglia dei Talebani 
dell'Afghanistan, studenti di scuole coraniche che avevano iniziato una spietata 
guerriglia per staccare il loro paese dall'Impero ed instaurarvi un regime 
fondamentalista islamico. Il 10 settembre 2001 Benazir Bhutto venne assassinata 
a Rawalpindi da due terroristi Talebani suicidi travestiti da giornalisti, e il 
giorno dopo al-Qāida sferrò il peggior attacco terroristico di tutti i tempi 
contro le Twin Towers di New York che, colpite da due aerei di linea dirottati, 
crollarono fino alle fondamenta. Il nuovo Nawab Muhammad Nawaz Sharif (1949-) si 
unì al Presidente USA George W. Bush nella sua crociata contro i Talebani, e 
iniziò una lunga campagna militare condotta congiuntamente da Impero Moghul e 
NATO contro gli studenti coranici; Osama Bin Laden, che si nascondeva tra le 
impervie montagne dell'Afghanistan, restò però a lungo inafferrabile. Essendo 
vicino all'Islam Wahhabita, e dunque all'Arabia Saudita, Muhammad Nawaz Sharif 
aderì alla "coalizione dei volenterosi" voluta da George W. Bush per rovesciare 
il dittatore iracheno Saddam Hussein, ma in seguito le proteste popolari dei 
pacifisti del suo paese lo costrinsero a ritirare le sue truppe dall'Iraq. Come 
se non bastasse, il 26 dicembre 2004 le coste dell'Impero Moghul furono 
investite dallo spaventoso tsunami causato da un terremoto di 9.1 gradi Richter 
al largo dell'isola di Sumatra; questo cataclisma, uno dei peggiori dell'evo 
moderno, provocò 300.000 vittime totali, di cui almeno 15.000 nel solo 
subcontinente indiano. Il 22 maggio precedente le elezioni generali nell'Impero 
Moghul avevano visto il ritorno alla vittoria del Congresso Nazionale Indù e il 
passaggio della carica di Nawab dell'Impero a Manmohan Singh (in Punjabi ਮਨਮੋਹਨ 
ਸਿੰਘ, in Hndi: मनमोहन सिंह, 1932-), primo Capo del Governo Moghul di religione 
Sikh. Economista, in passato già Ministro delle Finanze, portò avanti riforme a 
tutto vantaggio dell'economia indiana e combatté con decisione gli integralisti 
islamici. Anche grazie alle sue politiche, l'Impero Moghul resse bene alla grave 
crisi finanziaria detta "crisi dei subprime", che era partita dagli Stati Uniti 
e colpì duramente le economie del mondo occidentale; anzi, proprio la resistenza 
a tale crisi secondo alcuni storici avrebbe conferito all'Impero Moghul lo 
status di superpotenza economica mondiale. Il 26 novembre 2008 Mumbai, capitale finanziaria dell'Impero Moghul, 
venne duramente colpita da una drammatica serie di dieci attacchi terroristici 
simultanei di matrice islamica che provocarono 195 vittime e circa 300 feriti. 
Gli scontri durarono in tutto circa 60 ore e terminarno con il sanguinoso blitz 
per la liberazione dell'hotel Taj, dove si erano asserragliati gli ultimi 
terroristi.; in tutti i terroristi uccisi sono stati 15, mentre uno fu preso 
vivo. Ciò provocò un'intensificarsi della guerra al terrorismo, culminata con 
l'uccisione di Osama Bin Laden  il 2 maggio 2011 nella casa di Abbottabad 
in cui si nascondeva, ad opera di un plotone di 24 assaltatori appartenenti alle 
unità anti-terrorismo dell'esercito imperiale Moghul: il leader di al-Qāida era 
stato individuato grazie ad un'azione di spionaggio portata avanti fin 
dall'agosto del 2010, e forse grazie alla soffiata di un delatore. In seguito a 
questa azione il Presidente USA Barack Obama si congratulò personalmente con il 
Padishah Shah Jafar II e con il Nawab Manmohan Singh. La guerra al terrore però 
non era finita, dato che il ruolo fin qui rivestito da Osama Bin Laden venne 
ereditato da Abu Bakr al-Baghdadi, seguace di Bin Laden che fondò l'ISIS (Stato 
Islamico dell'Iraq e della Siria) e si autoproclamò Califfo dei Credenti in 
contrapposizione al Padishah dell'Impero Moghul, giudicato corrotto e indegno di 
tale carica.

Veduta notturna del grande minareto della capitale Lahore
Progresso scientifico
L'Impero Moghul nel XX secolo diede i natali ad importanti 
scienziati, che fornirono contributi fondamentali al progresso umano. Jagadish 
Chandra Bose (in Hindi जगदीश चन्द्र बसु, 1858-1937) fu uno dei pionieri della 
radiofonia nell'Impero Moghul. Il matematico Srinivasa Aiyangar Ramanujan (in 
Tamil ஸ்ரீனிவாஸ ஐயங்கார் ராமானுஜன், 1887-1920), bambino prodigio, lavorò 
principalmente sulla teoria analitica dei numeri enunciando con facilità una 
gran quantità di formule complicatissime, ed è ritenuto una delle maggiori menti 
matematiche di tutti i tempi, ma morì giovanissimo per un'infezione mal curata. 
Satyendra Nath Bose (in Bengali সত্যেন্দ্র নাথ বসু, 1894-1974) nel 1925 propose 
insieme ad Albert Einstein la statistica quantistica cui obbediscono le 
particelle a spin intero come il fotone, battezzate fotoni in suo onore. 
Chandrasekhara Venkata Raman (in Tamil சந்திரசேகர வெங்கடராமன், 1888-1970) vinse 
il Premio Nobel per la Fisica nel 1930 per i suoi studi sulla diffusione della 
luce e per la scoperta dell'effetto Raman che da lui prende il nome, e consiste 
nella diffusione anelastica di fotoni. Suo nipote Subrahmanyan Chandrasekhar (in 
Tamil சுப்பிரமணியன் சந்திரசேகர், 1910-1995) nel 1935 introdusse il "Limite di 
Chandrasekhar", un valore critico nelle scale di grandezza delle stelle nane 
bianche pari a circa 1,44 volte la massa solare), al di sopra della quale esse 
non possono mantenersi in equilibrio e collassano fino a diventare una stella di 
neutroni o un buco nero. Per questa scoperta Subrahmanyan Chandrasekhar vinse il 
Premio Nobel per la Fisica nel 1983. Gopalasamudram Narayana Iyer Ramachandran 
(in Tamil கோ. நா. இராமச்சந்திரன், 1922-2001) fu uno dei pionieri della 
cristallografia a raggi X. Homi Jehangir Bhabha (in Hindi होमी जहांगीर भाभा, 
1909-1966) costruì nel 1950 il primo reattore nucleare nell'Impero Moghul. Il 
fisico Abdus Salam (1926-1996, in Urdu عبد السلام) nel 1967 elaborò la Teoria 
Elettrodebole insieme a Steven Weinberg (1933-) e Sheldon Glashow (1932-), con i 
quali condivise il Premio Nobel nel 1979. Abhay 
Ashtekar (in Hindi अभय अष्टेकर, 1949-) nel 1986 contribuì a fondare la gravità 
quantistica a loop e misurò l'entropia di un buco nero. Nel 2003 Kalpana Chawla 
(in Hindi कल्पना चावला, 1962-) fu la prima astronauta donna dell'Impero Moghul 
a volare nello spazio a bordo di un razzo SRE-1, con il quale raggiunse la 
Stazione Spaziale Internazionale e poi rientrò felicemente a terra, ammarando 
nel Golfo del Bengala.
Oggi l'Impero Moghul è all'avanguardia nel settore della componentistica 
microelettronica e soprattutto dell'informatica.
Visite Papali
A Calcutta nel 1950 la religiosa cattolica Madre Teresa, al secolo 
Anjezë Gonxhe Bojaxhiu (1910-1997), nata a Skopje da una famiglia albanese, 
fondò la Congregazione delle Missionarie della Carità, oggi diffuse in tutto il 
mondo. Stimata anche da Indù e Musulmani, fu ricevuta più volte dal Padishah 
Shah Jafar I e da suo figlio Shah Jafar II e, quando morì il 5 settembre 1997, 
le furono tributati solenni funerali di stato, come ad un eroe nazionale. Il 19 
ottobre 2003 Madre Teresa di Calcutta è stata solennemente beatificata da Papa 
Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma, e il suo successore Papa 
Francesco la ha canonizzata il 4 settembre 2016.
Nonostante sia un paese islamico, l'Impero Moghul intrattiene regolari rapporti 
diplomatici con la Santa Sede fin dal 1877. Il paese è stato visitato da Paolo 
VI dal 2 al 5 dicembre 1964, da Papa Giovanni Paolo II dal 31 gennaio all'11 
febbraio 1986 e poi dal 5 al 9 ottobre 1999, e da Papa Francesco dal 25 novembre 
al 2 dicembre 2017. Dal 1959 inoltre l'Impero Moghul dà ospitalità a Dharamsala 
a Tenzin Gyatso (1935-), XIV Dalai Lama costretto a fuggire dal Tibet dopo 
l'invasione di questo da parte delle armate cinesi di Chiang Kai-Shek, che a 
Dharamsala ha formato un governo tibetano in esilio.
Gli 
anni Duemiladieci
Quello che resta da dire è ormai storia recentissima. L'Impero Moghul 
tentò inutilmente di presentarsi come mediatore per la soluzione della Guerra 
Civile in Siria, ma purtroppo tale conflitto rimane tuttora in corso. 
Altrettanto fallimentari risultarono le proposte di pacificazione della Libia 
avanzate dall'Impero, così da arrivare a una soluzione diplomatica dello scontro 
tra il Primo Ministro di Tripoli Fāyez Mustafā al-Sarrāj, riconosciuto dalla 
comunità internazionale, e dal signore della guerra Khalīfa Belqāsim Haftar, 
autoproclamatosi comandante della Cirenaica. Il 26 maggio 2015 a Manmohan Singh 
in qualità di Nawab succedette Sheikh Hasina Wazed (in Bengali শেখ হাসিনা, 
1947-), del nuovo Partito Democratico Moghul, sposata con lo scienziato nucleare 
Wazed Miah (1942-2009): era la terza donna alla guida dell'Impero, e per questo, 
benché di fede musulmana, osteggiatissima dagli integralisti dell'ISIS. Il 1 e 2 
luglio 2016 a Dacca, nel Bengala, cinque uomini armati attaccarono un ristorante 
uccidendo 22 persone prima di essere a loro volta uccisi dalle forze di 
sicurezza Moghul; l'attacco venne rivendicato dall'ISIS che intendeva così 
colpire la Nawab Sheikh Hasina Wazed nella sua roccaforte, ma il Primo Ministro 
reagì con grande energia e fece arrestare molti estremisti affiliati all'ISIS, 
finanziando anche i Curdi che combattevano lo Stato Islamico in Iraq e Siria. 
L'8 marzo 2017 a Kabul un commando armato fece irruzione nell'ospedale militare 
Sardar Daud Khan aprendo il fuoco su medici e pazienti e mantenendo il controllo 
della struttura per sette ore prima di essere sopraffatto dalle forze di 
sicurezza Moghul; i morti furono più di 100. Ormai l'Impero Moghul era la 
seconda potenza economica del mondo e tallonava da vicino gli Stati Uniti 
d'America, tanto che il nuovo Presidente USA Donald Trump decise di scatenare 
una vera e propria "Guerra dei Dazi" contro l'Impero Moghul, con l'intento di 
proteggere le merci americane. Nel luglio 2018 Trump impose dazi all'import per 
50 miliardi, aggiungendo poi alla lista altri beni per 200 miliardi, e nel 2019 
ha minacciato una nuova ondata di dazi sui restanti 300 miliardi di beni 
importati dall'Impero Moghul. Quest'ultimo non è certo rimasto a guardare, e 
Sheikh Hasina Wazed ha deciso un rincaro dei dazi su prodotti USA per 60 
miliardi di dollari. Sul fronte scientifico, il 3 gennaio 2019 il lander Moghul 
Brahmagupta, che porta il nome dell'astronomo indiano vissuto tra il 598 e il 
668 d.C., è sbarcato con successo sulla Luna nel bacino Polo Sud-Aitken, un 
grande cratere con un diametro di 2.500 chilometri nell'emisfero australe del 
nostro Satellite, e ha iniziato la sua esplorazione tra l'ammirazione della 
comunità internazionale. Purtroppo, nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019 un 
grande incendio ha interessato una parte del monumentale Taj Mahal di Agra, 
dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità; si ritiene che le cause 
dell'incendio fossero accidentali e non dovute a un atto terroristico, anche se 
gli integralisti islamici hanno subito esultato in Internet. La Nawab Sheikh 
Hasina Wazed ha promesso che l'ala danneggiata del Taj Mahal sarà ricostruita 
entro cinque anni, anche se i più ritengono tale promessa irrealistica. Il 1 
maggio 2019 il Padishah Shah Jafar II, 85 anni e 
afflitto da diverse malattie, per la prima volta nella storia dell'Impero Moghul 
decise di abdicare in favore del figlio Fakhr Salman, che salì al Trono del 
Pavone e prese il nome di Shah Jafar III. L'erede al trono è il suo primogenito, 
il Principe Jawan Shah, nato il 21 febbraio 1989.
La 
grande pandemia del 2020
A fine 2019 purtroppo ha preso inizio proprio dall'Impero Moghul quella che 
verrà ricordata come la prima grande pandemia globale dell'era tecnologica: la 
devastante pandemia da Covid-19.I primi casi hanno coinvolto principalmente i 
lavoratori del mercato di Girakhpur (250 chilometri a sudest di Lucknow), nella 
provincia dell'Uttar Pradesh, in cui si vendevano pesce e altri animali, anche 
vivi. Nelle prime settimane di gennaio 2020 i biologi Moghul hanno individuato 
in questi pazienti strane polmoniti causate da un nuovo Coronavirus, designato 
con la complicata sigla SARS-CoV-2 ("Coronavirus 2 da Sindrome Respiratoria 
Acuta Grave"), risultato essere simile almeno per il 70 % della sua sequenza 
genica a quella del SARS-CoV, un ceppo virale all'origine dell'epidemia di SARS 
del 2003, anch'esso partita dal cuore del subcontinente indiano. Alla fine 
di gennaio 2020 non erano ancora state ben determinate le caratteristiche del 
virus, sebbene fosse accertata la capacità di trasmettersi da persona a persona, 
e permanevano incertezze sulle esatte modalità di trasmissione e sulla gravità 
dei danni polmonari da esso causati; oggi si pensa che l'epidemia sia dovuta a 
uno spillover dai pipistrelli e dai pangolini all'uomo. La malattia associata è 
stata riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità con il nome di 
Covid-19. I malati accusavano sintomi simili all'influenza come febbre, dolori 
muscolari, brividi, tosse secca, stanchezza, difficoltà di respiro. Nei casi più 
gravi, spesso riscontrati in soggetti già affetti da precedenti patologie, si 
sviluppavano polmonite, insufficienza renale acuta, leucopenia, coma e infine la 
morte; al momento attuale sono ancora in fase di ricerca e sperimentazione cure 
(antivirali) e vaccini specifici; ha dato buoni risultati la terapia sierologica. 
La prima segnalazione attribuibile al nuovo virus è avvenuta il 31 dicembre 
2019, ma già l'8 dicembre erano comparsi i primi pazienti con malattia 
sintomatica. Il 1 gennaio 2020 il Ministro dell'Interno dell'Impero Ijaz Ahmed 
Shah ha disposto la chiusura del mercato e l'isolamento di coloro che 
presentavano segni e sintomi dell'infezione. Il primo decesso confermato risale 
al 9 gennaio 2020, e al 28 gennaio 2020 si registravano già oltre 5.000 casi di 
contagio confermati in molti Paesi del mondo e 106 decessi, a causa dei pazienti 
asintomatici che diffondevano l'epidemia tramite i viaggi aerei. A partire dal 
23 gennaio 2020, Girakhpur è stata messa in quarantena con la sospensione di 
tutti i trasporti pubblici in entrata e in uscita dalla città, misure che il 
giorno seguente sono state estese all'intera provincia dell'Uttar Pradesh. 
Ulteriori limitazioni e controlli sono stati adottati in molte zone del mondo, a 
partire dall'Italia, che ha fatto registrare i primi focolai in Europa, a 
Codogno e a Vo' Euganeo. Il dilagare della pandemia in ogni parte del mondo, fin 
nelle più sperdute isole del Pacifico, ha indotto i paesi del mondo ad imporre 
grosse restrizioni ai viaggi, quarantene e coprifuoco. Ad esempio la nave da 
crociera statunitense "Diamond Princess" fu costretta alla quarantena al largo 
della città di Mumbai, durante una crociera nell'Oceano Indiano, dato che a 
bordo di essa si registrarono 712 infezioni e 14 decessi. Aeroporti e stazioni 
ferroviarie hanno effettuato controlli della temperatura corporea, rilasciato 
dichiarazioni sanitarie e pubblicato segnali di informazione nel tentativo di 
identificare i vettori del virus, e i viaggiatori provenienti dal subcontinente 
indiano sono stati messi in quarantena da molti paesi. In controcorrente si è 
mosso l'impreparato Presidente USA Donald Trump, che prima ha negato l'evidenza 
del contagio e poi ha pubblicizzato farmaci palesemente inefficaci, causando il 
dilagare del Covid-19 nel suo paese, con due milioni e mezzo di contagiati e 
118.283 a metà giugno 2020. Invece in Cina, nonostante il paese sia 
popolatissimo, si sono registrati "solo" 343.000 casi. In tutto l'Impero Moghul 
invece si arrivò a 780 milioni di persone costrette al lockdown, cioè al 
confinamento in casa e alla chiusura di ogni attività non essenziale, il che ha 
causato gravi danni all'economia dell'impero, dopo un ventennio di forte 
crescita. Ma l'epidemia ha implicato anche una vera e propria crisi politica con 
i sindaci di molte città e i governatori di varie province costretti alle 
dimissioni perché accusati di non aver saputo prendere misure efficaci onde 
contrastare il dilagare del Coronavirus, o addirittura di aver cercato di 
insabbiare la pericolosità del contagio. Purtroppo in diversi Paesi sono stati 
segnalati episodi di xenofobia e razzismo contro persone provenienti dal 
subcontinente indiano. Inoltre la diffusione di disinformazione e fake news sul 
virus, principalmente online, ha portato alla creazione di un neologismo, 
essendo stata descritta dall'OMS come una "infodemia". Al 16 giugno 2020 si 
registravano 8.118.570 casi accertati di Covid-19 in tutto il mondo, 4.216.284 
guarigioni ma purtroppo 439.195 decessi, tra cui il famoso scrittore cileno Luis 
Sepúlveda. Uscire da questa spirale di malattia e di panico generalizzato è una 
delle grandi sfide degli appena iniziati Anni Duemilaventi.  Peraltro, dal 21 
novembre al 18 dicembre 2022 si dovrebbe giocare nell'Impero Moghul la 22ª 
edizione del campionato mondiale di calcio, in considerazione della crescita di 
interesse per questo sport nell'Impero, ma la pandemia e la conseguente crisi 
economica hanno messo in dubbio lo svolgimento di questo evento nei tempi 
previsti, facendo parlare di un suo possibile slittamento al 2023.

Logo dei Mondiali di Calcio del 2022
.
Politica
La Costituzione dell'Impero Moghul è entrata in vigore il 26 gennaio 1950 ed è lunghissima: consta di quasi 500 pagine contro la settantina di quella italiana. Il preambolo della Costituzione definisce l'Impero come una Monarchia Costituzionale sovrana e democratica. Padri della Costituzione Moghul furono il musulmano Liaquat Ali Khan (1896-1951) e l'indù Bhimrao Ramji Ambedkar (1891-1956). Il sistema di governo Moghul è basato sulla classica tripartizione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario, e vede in cima il Padishah, assistito dai suoi ministri di corte, tra cui il suo Navaratna, un sistema adottato dal suo antenato, Akbar il Grande.
Il potere esecutivo reale è però in mano al Nawab, il Primo Ministro. Il governo è composto dal Presidente, dal Vicepresidente, e dal Consiglio dei ministri guidato dal Primo Ministro. Qualsiasi ministro in possesso di un portafoglio deve essere membro del Parlamento. Il potere legislativo è esercitato dal Sansad, il Parlamento monocamerale di Lahore. 543 membri dei 545 del Sansad sono eletti direttamente dal voto popolare a rappresentanza dei singoli collegi elettorali e restano in carica cinque anni; gli altri due membri sono nominati dal Presidente se, a suo parere, le minoranze etnico-religiose non sono adeguatamente rappresentate. Come in tutti i sistemi parlamentari, anche in quello Moghul il potere esecutivo è subordinato al potere legislativo, con il Primo Ministro e il suo Consiglio direttamente responsabile innanzi al Sansad.
L'Impero Moghul ha tre livelli di magistratura: la Corte Suprema, 24 Alte Corti (a livello locale) e un gran numero di corti ordinarie. La Corte Suprema ha giurisdizione su casi che riguardano diritti fondamentali e controversie tra gli Stati e il Potere Centrale, e casi di appello dell'Alta Corte. È indipendente da ogni altro potere, può sciogliere i governi statali e dichiarare incostituzionali le leggi dei vari stati. Il ruolo come ultimo interprete della Costituzione è una delle più importanti funzioni della Corte Suprema.
L’Impero Moghul è diviso in 117 province; la maggior parte di esse segue nei suoi confini le frontiere linguistiche e religiose. Le province prevalentemente musulmane sono governate dagli Zila Nazim, quelle prevalentemente dai Maharajah e quelle turche del nord dai Khan. I Rajah invece sono i governatori dei territori, che si trovano sotto il diretto controllo federale.
aree che raggruppano le province e che riferiscono al Governo Federale. Il motivo per avere le regioni è che l’Impero ha una maggioranza Indù, ma anche il resto dei suoi popoli devono avere voce in capitolo, quindi ogni regione soddisfa questa esigenza. Ogni regione
 L’Impero 
è diviso in dieci regioni, ognuna delle quali è governata da un Navaratna. Le 
dieci regioni sono le seguenti (vedi cartina a fianco):
L’Impero 
è diviso in dieci regioni, ognuna delle quali è governata da un Navaratna. Le 
dieci regioni sono le seguenti (vedi cartina a fianco):
1) Turkestan
2) Afghanistan
3) Punjab
4) Belucistan
5) Hindustan
6) Bengala
7) Maharashtra
8) Orissa
9) Dravida Nadu
10) Jammu e Kashmir
L'Impero comprende inoltre sette territori: Andamane e Nicobare; Chandigarh; Dadra e Nagar Haveli; Daman e Diu; Laccadive; Socotra. Ad essi si aggiunge la capitale Lahore che si trova nel Territorio della Capitale Nazionale, autonomo da qualsiasi regione o provincia.
Ci sono diversi partiti politici molto popolari nell'Impero Moghul, i principali sono:
• il 
Congresso Nazionale Indù (CNI), di ispirazione socialdemocratica, fondato 
nel 1885;
• il Partito Democratico Moghul (PDM), 
nazional-conservatore e interetnico, fondato nel 2010 (ma con un predecessore 
fondato nel 1951);
• la Lega Musulmana Panindiana (LMP), fondata nel 
1864, rappresentativa degli islamici e con principi fondamentali sono simili a 
quelli del Partito Repubblicano USA;
• il Partito Socialista Moghul (PSM), costituito nel 1917 e 
interetnico, ispirato al Partito Laburista Britannico;
• il Partito della Società Maggioritaria (PSM), 
socialista, anti-caste e buddista, fondato nel 1984 e forte soprattutto nell'Uttar 
Pradesh;
• il Partito Comunista Moghul (PCM), fondato nel 
1925 ma a lungo fuorilegge, forte soprattutto nel Kerala e nell'estremo Nord 
dell'Impero.
Il tasso di alfabetizzazione dell'Impero è del 64,8% e risulta pari al 53,7% per le donne e al 75,3% per gli uomini. Il governo si è impegnato a garantire l'istruzione elementare primaria e primaria superiore per tutti i bambini di età compresa tra 6 e 14 anni, ma restano ancora grandi differenze tra una provincia e l'altra.
Il 
Padishah Shah Jafar II
Sua Maestà Imperiale, il Padishah Shah Jafar II, Califfo dei 
Credenti, Agente di 
Allah, Figlio di Tamerlano, Imperatore dell’India, Re di Delhi, Khan di Tutti i 
Turchi, Khagan di Tutti i Mongoli, Maharaja di Varanasi, Protettore della Mecca, 
Re di Mumbai, Capo degli Afgani, Sovrano di Gerusalemme, Sovrano del mondo, 
Difensore di tutte le fedi, è il capo del Casato dei Timuridi e 
il 27° Imperatore Moghul. Nato nel Palazzo d’Inverno di Travancore il 23 giugno 1934 dal Padishah 
Shah Jafar I e da Begum Zeenat Mahal, fu da subito il prediletto del padre fra 
tutti i suoi fratelli. Nel 1959 sposò la Principessa 
del Rajput Chandresh Kumari, che prese il nome di Roshanara Begum, e il loro 
primo figlio, il Principe Fakhr Salman, nacque il 23 ottobre 1960. Jafar salì al trono il 
16 agosto 1972, dopo che suo padre morì improvvisamente di infarto, e siccome era il 
terzogenito, dovette duellare con i suoi due fratelli per ottenere il diritto di governare. Il 
duello naturalmente non era all'ultimo sangue, ma rappresentava semplicemente il 
retaggio di una tradizione dei tempi 
antichi; ottenuta la vittoria abbastanza a sorpresa, fu solennemente incoronato. 
Portò avanti molte riforme nel campo dei trasporti e comprò azioni di una delle società 
automobilistiche di maggior successo al mondo, la Maruti Automotive. Divenne 
molto popolare per le sue opere di beneficenza e supervisionò personalmente la 
costruzione di diverse meraviglie architettoniche, tra cui la Torre Jafar di 
Lahore, inaugurata il 4 gennaio 2010, che con i suoi 829,80 metri è tuttora 
l'edificio più alto del mondo. In tutto ha avuto sei figli e quattro figlie da 
quattro mogli diverse. Il 1 maggio 2019 il Padishah Shah Jafar II, 85 anni e 
afflitto da diverse malattie, per la prima volta nella storia dell'Impero Moghul 
ha 
deciso di abdicare in favore del figlio Fakhr Salman, che è salito al Trono del 
Pavone e ha preso il nome di Shah Jafar III. Questi ha sposato la Principessa 
Begum Udaipuri Mahal, che è anche sua cugina di secondo grado, è tuttora la 
sua unica moglie e gli ha dato l'erede al trono, 
il Principe Jawan Shah, nato il 21 febbraio 1989.
| Lista dei 
      Padishah Babur (1526-1530) Humayun (1530-1540) Sher Shah Suri (1540-1555) Humayun (1555-1556) Akbar I (1556-1605) Jahangir (1605-1627) Shah Jahan I (1628-1658) Aurangzeb (1658-1666) Dara Sukoh (1666-1707) Bahadur Shah I (1707-1712) Jahandar Shah (1712-1713) Farrukh Siyar (1713-1719) Shah Jahan II (1716-1717) Muhammad Shah I (1719-1748) Ahmad Shah Bahadur (1748-1754) Alamgir Aziz ad Din (1754-1759) Shah Jahan III (1759) Shah Alam (1759-1806) Akbar II (1806-1837) Bahadur Shah II (1837-1862) Miran Shah Bahadur (1862-1869) Fakhru Shah Bahadur (1869-1883) Abu Bakht (1883-1905) Shah Jahan IV (1905-1920) Muhammad Shah II (1920-1948) Shah Jafar I (1948-1972) Shah Jafar II (1972-2019) Shah Jafar III (2019-in carica) | 
 Il 
Padishah Shah Jafar II e la sua bellissima  | 
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Economia
Anche se l'economia Moghul è cresciuta costantemente nel corso degli ultimi decenni, la sua crescita è stata irregolare e diseguale fra i diversi gruppi sociali, gruppi economici, regioni geografiche, e tra zone rurali e zone urbane. La disparità di reddito nell'Impero è relativamente piccola, anche se è aumentata ultimamente. Ma la distribuzione della ricchezza vede ancora il 10% della popolazione che possiede il 33% della ricchezza nazionale. Secondo le statistiche, il numero di miliardari in dollari statunitensi nell'Impero è aumentato dai 130 del 2009 ai 251 del 2012, conferendo all'Impero il secondo numero più alto al mondo di miliardari. Malgrado i significativi progressi economici, invece, un quinto della popolazione si trova ancora sotto la soglia di povertà. Il governo si sta però impegnando per migliorare la situazione e portare il livello di ricchezza medio pro capite al livello dei paesi occidentali e della Cina. La Borsa di Lahore è la quinta a livello mondiale per capitalizzazione complessiva, e il paese negli ultimi anni ha sperimentato anche un impressionante sviluppo delle proprie infrastrutture e trasporti. Tale tumultuosa crescita economica è però stata bruscamente interrotta dalla pandemia di SARS-CoV-2, e gli osservatori internazionali nutrono dubbi sul fatto che essa possa rapidamente rimettersi in moto con i ritmi pre-crisi.
L'Impero Moghul possiede la seconda più grande forza lavoro del mondo, con 616,3 milioni di persone, il 60% dei quali sono impiegati nel settore agricolo e industrie connesse, il 28% nei servizi e industrie connesse e il 12% nel settore industriale vero e proprio. Le principali colture agricole includono riso, frumento, semi oleosi, cotone, iuta, tè, canna da zucchero e patate. Il settore agricolo rappresenta il 28% del PIL; servizio e settori industriali costituiscono il 54% e 18% rispettivamente. Le grandi industrie sono attive nel settore delle automobili, cemento, prodotti chimici, elettronica di consumo, trasformazione alimentare, macchinari, miniere, petrolio, prodotti farmaceutici, acciaio, mezzi di trasporto, e tessile. Di pari passo alla rapida crescita economica vi è la crescente domanda di energia: secondo la Energy Information Administration, l'Impero Moghul è il sesto più grande consumatore di petrolio e il terzo più grande consumatore di carbone del mondo. Le sue risorse naturali comprendono seminativi, bauxite, cromite, carbone, diamanti, minerali di ferro, calcare, manganese, mica, gas naturale, petrolio e titanio.
Il governo ha una partecipazione in molte società sul suo territorio, in quanto l’economia è parzialmente regolamentata. Diverse aziende hanno molto successo e si sono fatte un nome al di fuori dell’Impero. Tra queste ricordiamo la Tata Enterprises, la Maruti Automotive, la Mughal Bank, la Greenlight Film Studios, The Royale (una catena di hotel), la Kwik Khanna (compagnia Moghul di fast food, hamburger di pollo, patatine fritte e specialità etniche) e la Koh-i-Noor Comics, che ha acquisito la DC Comics nel 1995 e la Marvel nel 2008.
Negli ultimi anni l'Impero Moghul è riuscito a capitalizzare l'istruzione in lingua inglese di molte persone, diventando un'importante meta di outsourcing per le società multinazionali e una popolare meta per il turismo medico. L'Impero è diventato anche grande esportatore di software e finanza, ricerca e servizi tecnologici. Nel 2007 le esportazioni erano stimate in 140 miliardi di dollari e le importazioni erano pari a 224,9 miliardi di dollari. Tessuti, gioielli, prodotti dell'ingegneria e software erano le principali voci dell'esportazione; mentre il petrolio greggio, macchinari, concimi, prodotti chimici lo erano le principali merci importate. I più importanti partner commerciali dell'Impero Moghul sono gli Stati Uniti, l'Unione Europea e il Giappone.
Il turismo nell'Impero Moghul è andato crescendo dall’inizio del XX secolo. Meta per molti turisti, Mumbai è il cuore pulsante dell'economia dell’Impero, ed è il quartier generale di Bollywood. Possiede molte attrazioni, tra cui il Museo Imperiale di Storia Naturale e i Giardini Imperiali, e ospita una significativa comunità di espatriati. La seconda città dell'Impero è Lahore, la capitale dell’Impero. Sede del Museo di Storia e del Museo della Cultura Mondiale, ospita l'altissimo pinnacolo della Torre Jafar e la tomba di Bahadur Shah I, meta di pellegrinaggi islamici. Con la sua intrinseca artigianalità e architettura, ha sostituito il Taj Mahal come una delle meraviglie Moghul del mondo. Delhi, la città più popolosa dell'Impero, offre autentica cucina Moghul e lo storico Forte Rosso. Calcutta è la sede della Music Hall, un luogo in cui si sono esibiti molti cantanti e artisti, ed è la sede della Biblioteca Imperiale, la più grande di tutto il subcontinente, che contiene antichissime opere letterarie e poesie risalenti ai secoli d'oro del subcontinente. Per completare il tutto, Calcutta ospita anche le grandi celebrazioni di Eid e Diwali, che comprendono fuochi d’artificio, musiche tradizionali e persino la partecipazione del Padishah in persona. Per i Cattolici Calcutta è meta di pellegrinaggi, ospitando la tomba di Madre Teresa.

Logo della Mughal Football Federation
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Sport
Nell'Impero Moghul lo sport è praticato soprattutto dalle classi più elevate della popolazione. Il cricket non ha alcun seguito, essendo mancata la dominazione anglosassone; invece, esso è considerato da molti sport nazionale in Cina, che per un secolo è stata parte dell'Impero Britannico (la Cina ha persino vinto il Campionato del Mondo di cricket nel 1983, sconfiggendo in finale la nazionale delle Indie Occidentali Britanniche, e nel 2011, sconfiggendo lo Sri Lanka, ed ha ospitato il Campionato del Mondo di cricket nel 1987 e nel 1996). Sport nazionale nell'Impero Moghul è invece ritenuto l'hockey su prato, al contrario scarsamente praticato in Cina. Nella storia delle Olimpiadi, la nazionale dellImpero Moghul detiene il record di medaglie d'oro nell'Hockey su prato maschile, avendo vinto 8 tornei: Amsterdam 1928, Los Angeles 1932, Berlino 1936, Londra 1948, Helsinki 1952, Melbourne 1956, Tōkyō 1964 e Mosca 1980. È arrivato inoltre secondo a Roma 1960 dietro ai Paesi Bassi, e terzo nelle edizioni di Città del Messico 1968 e Monaco di Baviera 1972. Anzi, il primo oro olimpico per i colori Moghul fu conquistato proprio dalla Nazionale di hockey su prato, ai Giochi olimpici di Amsterdam del 1928.
L'Impero può inoltre vantare numerosi tennisti specializzati soprattutto nel doppio, come Leander Paes (1973-), vincitore di tredici Slam tra doppio e doppio misto e della medaglia di bronzo nel singolare alle Olimpiadi di Atlanta 1996; Mahesh Bhupathi (1974-), vincitore di dodici Slam tra doppio e doppio misto ed ex numero 1 al mondo di doppio proprio con Paes; e Sania Mirza (1986-), vincitrice insieme a Bhupathi dell'Australian Open 2009 e del Roland Garros 2012. Altro tennista degno di nota è Yuki Bhambri (1992-), capace di raggiungere la vetta della classifica mondiale giovanile vincendo l'Australian Open 2009 di categoria. Va inoltre ricordata la medaglia d'argento conquistata ai Giochi olimpici giovanili estivi del 2010.
Nel mondo della Formula Uno l'Impero è rappresentato da una scuderia, la Force Moghul, e da due piloti, Narain Karthikeyan (1977-) e Karun Chandhok (1984-); il primo ha preso parte alle gare della categoria fino al 2012, mentre il secondo fino al 2011. A partire dal 2011 si è corso il Gran Premio dell'Impero Moghul sul Mughal International Circuit di Greater Noida, a 50 km da Delhi. Il vincitore della prima edizione è stato il tedesco Sebastian Vettel.
Riguardo infine al calcio, fino a tempi relativamente recenti non è stato molto praticato nel subcontinente indiano, anche se la Mughal Football Federation è stata fondata nel lontano 1924, ma l'interesse nei suoi confronti ha cominciato a crescere a partire dalla fine degli anni ottanta. Si pensa che contribuirà molto a dare impulso al turismo nel paese l'edizione del Campionato del Mondo di Calcio che, come detto, si giocherà nell'Impero Moghul dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. Del 2007 è il miglior risultato della Nazionale di Calcio dell'Impero Moghul nella Coppa delle Nazioni Asiatiche, quando fu sconfitta in finale dall'Iraq per 1-0. Finora la Nazionale Moghul ha partecipato a un solo Campionato del Mondo di Calcio, quello del 1950 in Brasile, a cui si qualificò d'ufficio per il ritiro di tutte le altre nazionali del suo girone di qualificazione, ma fu eliminata al primo turno, sconfitta da Svezia, Italia e Paraguay. Marcello Lippi, già Campione del Mondo con l'Italia nel 2006, è l'attuale Coach della Nazionale di Calcio Moghul, con il compito di preparare la squadra al Mondiale casalingo.
Il massimo campionato di calcio è invece la Mughal Football Association Super League, detta popolarmente anche M-League (analogamente alla J-League giapponese e alla A-League australiana). Avviata nel 2004, in essa hanno militato anche grandi talenti come Alessandro del Piero, Carlos Tévez e Paulinho. La squadra campione dell'Impero Moghul nel 2019 è il Lahore Evergrande, la squadra più forte dell'Impero, fondata nel 1954 e attualmente allenata dal brasiliano Luiz Felipe Scolari. Tale Team ha vinto anche la AFC Champions League per due volte: nel 2013 battendo la coreana Seoul Football Club, e nel 2015 sconfiggendo in finale la saudita Al-Ahli. Qui sotto si può vedere la classifica finale dell'edizione 2018-19 della M-League. In blu scuro sono indicate le squadre qualificate per la AFC Champions League; in blu chiaro quella ammessa al terzo turno preliminare della stessa competizione internazionale; in rosa le squadre retrocesse nella Seconda Divisione. Legenda: Pos. = posizione finale; P = punti totali; G = partite giocate; V = partite vinte; N = partite pareggiate; P = partite perse: GF = gol fatti; GS = gol subiti. Il campionato 2019-20 invece non è stato disputato a causa della pandemia di Covid-19 e il titolo non è stato assegnato.
| Pos. | Squadra | P | G | V | N | P | GF | GS | 
| 1 | Lahore Evergrande | 64 | 30 | 20 | 4 | 6 | 69 | 42 | 
| 2 | Minerva Punjab | 58 | 30 | 17 | 7 | 6 | 72 | 39 | 
| 3 | Mohun Bagan | 54 | 30 | 15 | 9 | 6 | 46 | 33 | 
| 4 | Dhaka Abahani | 52 | 30 | 15 | 7 | 8 | 55 | 38 | 
| 5 | Chennaiyin | 52 | 30 | 15 | 7 | 8 | 59 | 46 | 
| 6 | Bengaluru | 49 | 30 | 13 | 10 | 7 | 49 | 33 | 
| 7 | Aizawl | 44 | 30 | 12 | 8 | 10 | 46 | 41 | 
| 8 | Sillong Lajong | 42 | 30 | 12 | 6 | 12 | 39 | 45 | 
| 9 | Rawalpindi City | 40 | 30 | 11 | 7 | 12 | 42 | 42 | 
| 10 | Gokulam Kerala | 36 | 30 | 9 | 9 | 12 | 37 | 40 | 
| 11 | Delhi Dynamos | 35 | 30 | 9 | 8 | 13 | 52 | 55 | 
| 12 | Jamshedpur | 32 | 30 | 7 | 11 | 12 | 40 | 45 | 
| 13 | Faisalabad | 31 | 30 | 8 | 7 | 15 | 30 | 49 | 
| 14 | Mumbai City | 30 | 30 | 7 | 9 | 14 | 34 | 46 | 
| 15 | Pune City | 22 | 30 | 5 | 7 | 18 | 32 | 64 | 
| 16 | Sheikh Jamal DC | 18 | 30 | 4 | 6 | 20 | 30 | 74 | 
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