Il primo ritrovamento - L'uomo di Piltdown

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L’uomo di Piltdown (Eoanthropus dawsoni) , proposto come membro estinto della linea evolutiva degli ominidi in seguito al ritrovamento di alcuni resti fossili in Inghilterra negli anni 1910-12, venne considerato in seguito come di origine fraudolenta.
Per giungere a questa conclusione e smascherare la “colossale bufala” furono tuttavia necessari più di 40 anni di studi e di controversie, solo nel 1953 grazie alla datazione al radiocarbonio fu possibile determinare con certezza la reale natura dei reperti di Piltdown.
 
Attraverso una serie di ritrovamenti fossili negli anni 1910-12, Charles Dawson, un avvocato inglese e appassionato di archeologia, rinvenne quelli che sembravano essere i frammenti fossilizzati di un cranio, una mandibola e altri campioni in una formazione di ghiaia a Piltdown, nel Sussex.

Alla riunione del Geological Society of London, tenutasi il 18 dicembre 1912, Charles Dawson presentò i resti agli studiosi, affermando come gli fossero stati consegnati da un lavoratore della cava di Piltdown quattro anni addietro. Secondo quanto riferito da Dawson, l'operaio aveva scoperti i resti poco prima del suo arrivo, e li aveva in parte deturpati. In successive visite Dawson "ritrovò" altri frammenti del cranio, e li portò ad Arthur Smith Woodward, custode del reparto geologico al British Museum. Fortemente interessato dai ritrovamenti, Woodward accompagnò Dawson al sito, dove, tra giugno e settembre del 1912, i due ritrovarono insieme ulteriori frammenti del cranio e metà della mandibola.

Sempre nella riunione del 1912, Woodward annunciò che era stata preparata una ricostruzione dei frammenti, che indicava il cranio come molto simile all'uomo moderno, a eccezione dell'occipite e delle dimensioni del cervello, che sembrava essere pari a due terzi rispetto a quello dell'homo sapiens. Woodward disse inoltre che, fatta eccezione per due molari identici a quelli umani, la mandibola sembrava indistinguibile da quella di un giovane scimpanzè. In base alla ricostruzione fatta al British Museum, propose l'Uomo di Piltdown come anello mancante dell'evoluzione della specie umana, in grado di congiungere le scimmie all'uomo moderno.
 
 
 
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