Restauratio Imperii

di Basileus TFT


Io sono Basileus TFT. Mi sono sempre chiesto, con grande fascino, cosa succede se la Restauratio Imperii giustinianeo ha successo? Come cambia la storia mediterranea e mondiale? Analizzando i vari dati storici, già studiati da Edward Gibbon (nel libro "declino e caduta dell'Impero Romano) e Judith Herrim, si denota che l'operazione non ha avuto successo principalmente per i seguenti motivi:

1) Invidia di Giustiniano verso Belisario, il suo migliore generale

2) Presunta superiorità bizantina sui barbari, per cui Giustiniano, inizialmente, non mandò truppe adeguate per la vastità dell'Impresa

3) Rifiuto del re dei Goti di sottomettersi pacificamente a Bisanzio, in cambio di un ricco appannaggio e dello status di federato

4) Soprusi e maltrattamenti della popolazione locale fra cui citiamo la leva forzata di Roma e l'assedio di Ravenna, che in questo modo alienò le iniziali simpatie che i latini (specialmente gli aristocratici) avevano per i bizantini.

Seguendo questi quattro punti, traccio un rapido quadro di come la situazione sarebbe potuta andare a favore dei romani, naturalmente non intendo stravolgerli tutti e quattro, ma solamente apportare delle leggere modifiche.

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533: Giustiniano, notando l’instabilità in cui versano gli stati germanici, crede sia giunto il momento di riprendersi ciò che gli spetta di diritto, ovvero l’impero d’occidente. La sua politica si basa su un rapido assoggettamento del regno vandalico, per mettere a tacere l’unico stato barbaro con una flotta, quindi avere una talassocrazia assoluta; in seguito le truppe si muoveranno in Hiberia, prendendo l’immensa provincia, per poi invadere la Gallia da sud, quindi passare in Italia dove, si spera, il re dei goti si sottometterà pacificamente, riconoscendo la superiorità bizantina. Giustiniano quindi dichiara guerra ai Vandali, facendo muovere la sua potentissima flotta verso Cartagine, al comando del suo miglior generale, Belisario.

13 settembre 533: Belisario sbarca in Africa, sconfigge i Vandali nella battaglia di Ad Decium, per un colpo fortuito, solamente grazie alla disperazione del comandante vandalo Gelimerio, che vedendo il proprio fratello morto, smette di dare ordini ai soldati, facendoli cadere nel panico, dando l’occasione di vittoria ai bizantini. Questo fa rendere conto al comandante romano della necessità di più truppe e rifornimenti

22 dicembre 533: Belisario massacra i Vandali nella Battaglia di Ticameron, stavolta la vittoria romana è completa e totale, fine del Regno vandalico, le città africane vengono risparmiate dal saccheggio, ritenendole abitate da romani sottomessi al volere nemico. Giovanni Troglita è nominato Esarca d’Africa, mentre Belisario viene spedito in Sardegna, dove attende i rinforzi per partire alla volta dell’Hiberia.

544: Giovanni Troglita ferma l'assalto dei Mauri alle neo province bizantine, rendendo sicura e pacificata l'africa, relegando i Mauri nella parte centrale dell’Africa occidentale (l’attuale Algeria)

544: Belisario sbarca a Gibilterra con 15000 uomini, segnando l'inizio della guerra greco-gotica

545: Belisario sconfigge i Goti nella battaglia di Gades, risale la penisola con rapidità, non trovando ostilità da parte della popolazione locale, venendo inoltre appoggiato da nobili latini e da alcuni nobili goti traditori, inoltre Belisario riesce ad ottenere l'alleanza del popolo basco, promettendo loro la garanzia dell’indipendenza, in cambio di averli al proprio fianco

546-550: Belisario riesce a completare l'unità della penisola, sconfiggendo le ultime sacche di resistenza nelle Asturie, Belisario mantiene la parola, i Baschi vengono lasciati indipendenti in una striscia di terra nel nord della penisola Iberica

545: Giustiniano invia Narsete, abile generale, a combattere i Persiani ad Oriente, ottenendo la pace in breve tempo , nonostante la minaccia persiana si faccia di giorno in giorno sempre più concreta

settembre 550: Giustiniano, partendo dal bacino d’Aquitania, inizia le ostilità contro i Franchi la guerra contro i Franchi, Belisario attacca da Sud, con un forte esercito, mentre Narsete è al comando della potentissima flotta imperiale e di un piccolo ma fortissimo esercito invade partendo da Marsiglia. Il credo cattolico viene ripristinato in Hispania, nonostante venga permesso ai goti e agli ariani di professare la propri religione, pagando una tassa (la Sophiaica) , introdotta da Giustiniano per cercare in tutti i modi di re impinguire le casse statali, oramai a secco.

551: I Franchi sono sconfitti nella battaglia di Tolosa, ripiegano, abbandonando la Gallia del Sud (le cause della vittoria si possono riscontrare nella superiorità degli equipaggiamenti bizantini, nell'abilità di Belisario, nel numero superiore dei romani, rifocillati da mercenari unni e slavi, contando inoltre la relativa instabilità del regno barbaro.

552: Belisario sconfigge i Franchi nella Battaglia di Bordeaux, Narsete invece è fermato nei pressi di Lione da una forte resistenza franca

553-555: Narsete è sconfitto nei pressi di Lione, le sue truppe ripiegano fino a Nizza

556: Belisario giunge in Bretagna, alleandosi con gli abitanti dell'Armorica gallica, che preferiscono accettare la vicinanza di un bizantino che di un franco (i bizantini erano più lontani, quindi avrebbero poco interferito negli affari della popolazione locale, oltre al fatto che non avevano interessi nell’attaccarli, a differenza dei Franchi).

557: Belisario e i suoi alleati assediano Parigi, mentre Narsete, ricevuti rinforzi adeguati, riesce a riportare il fronte a Lione.

558: Giustiniano raggiunge la pace con i Franchi, lasciando loro la parte più a nord della Gallia, anche gli Armorici cessano le ostilità contro il popolo germanico. La guerra finisce senza una sconfitta totale dei Franchi, ma l’Impero non è più in grado di proseguire, il sistema di raccoglimento fiscale sta creando sempre più scontento fra la popolazione, mentre il sistema economico bizantino è sull’orlo del collasso. Belisario è nominato Esarca di Hispania (capitale a Tarraco) , Narsete Esarca di Gallia (capitale a Nizza).

559: i Goti italiani (ostrogoti) superano il confine e assediano Nizza, cercando di colpire l’Impero in un momento di debolezza, per evitare di subire una possibile invasione futura. Narsete, riesce a sconfiggerli nella battaglia della Alpi Galliche, subendo però perdite molto pesanti.

560: Narsete supera il confine italico e giunge nei pressi di Torino, dove sconfigge l'esercito gotico, Belisario nel frattempo, a capo di una potentissima flotta, sbarca a Ravenna, dove trova i nobili latini ben disposti ad accoglierlo, con già un esercito di supporto pronto. Giustiniano, comprendendo gli effetti che queste continue guerre potrebbero portare all'Impero, comanda ai propri generali ed Esarchi di essere tolleranti con le popolazioni locali, non inimicandosele, anche se vengono comunque alzate le tasse per far fronte alle spese di guerra. La Sicilia insorge contro il dominio ostrogoto, confinando i pochi soldati goti presenti nella città di Messina.

561: Ravenna viene messa sotto assedio, Belisario non dispera, tenendo la città per 8 mesi, fino all'arrivo dei rinforzi che spezzano l'assedio. Narsete nel frattempo giunge fino a Pavia, espugnandola, quindi ponendo l'assedio a Milano. I Goti allora offrono la corona gotica e di Imperatore d'Occidente a Belisario, che rifiuta, anzi pone una controproposta, che i Goti diventino federati. L'assenso a questa richiesta pone fine alla terza guerra greco-gotica, rendendo l’Italia un nuovo esarcato, governato da un generale Ostrogoto collaborazionista (capitale a Siracusa).

L'Impero Romano nel 562

562: I persiani, vedendo l'instabilità dell'Impero causata dalle continue guerre, ne approfittano, lanciando un nuovo attacco diretto verso Antiochia.

563: Giustiniano riesce a comprare la pace con i persiani, pagando un forte tributo. Viene riconsacrata la Basilica di Santa Sofia.

565: Muore Giustiniano I, seguito pochi mesi dopo da Belisario, Narsete si ritira a vita privata, mentre Giovanni Troglita era già morto da tempo. Giustino II sale al trono imperiale, con una situazione veramente difficile, un’economia sull’orlo del collasso e un impero immenso, difficilmente controllabile. Giustino, come il suo illustre predecessore, confida nel potere del commercio marittimo e della flotta militare bizantina, spese immense somme, di cui l’Impero già era carente, per fortificare e popolare le isole Baleari e la Sardegna, che sarebbero diventate l’anello di congiunzione delle varie province. Maurizio di Atene è nominato nuovo esarca di Hispania, mentre il generale Giovanni di Efeso è nominato Esarca di Gallia.

568: Alboino, re dei Longobardi, varca le Alpi e invade la penisola italica; il generale goto Teodorico II, esarca d’Italia, raduna in fretta un esercito per fermare la minaccia barbarica. Giustino II deve inoltre fronteggiare una rapida incursione di un forte esercito di 2000 bulgari, che varcando i confini del Danubio, giungendo in breve tempo fino a Belgrado.

8 agosto 569: Teodorico II viene pesantemente sconfitto nella battaglia di Milano, il suo esercito in rotta ripiega fino a Ferrara, vengono mandate richieste di aiuto a Giustino II e all’Esarca di Gallia. I Bulgari vengono ricacciati oltre il Danubio, dopo avergli permesso di portarsi indietro il bottino fatto con le loro scorrerie

570: Giustino II impone a Teodorico II di resistere con le sue sole forze, tuttavia impone all’Esarca di Gallia di mandare un’armata di soccorso composta da 5000 gallo-bizantini. L’esarcato d’Africa è invaso da un forte esercito berbero, che giunge fino a Cartagine senza incontrare resistenza.

571: l’esercito gallico si unisce a quello italico e da battaglia ai longobardi sul delta del Po, l’esercito longobardo, comandato dallo stesso Alboino, dopo un pessimo inizio, riesce a schiacciare i romani, gettandoli a capofitto dentro al fiume con una possente carica di cavalleria longobarda. Teodorico II muore in battaglia, l’esercito gallico è totalmente sconfitto, mentre quello italico è allo sbando e fugge fino a Ravenna. Giustino II riesce a fermare un invasione congiunta di Avari e Bulgari, tenendo il confine imperiale sul Danubio, ma a prezzo di pesantissime perdite e della devastazione della regione. L’esarca di Cartagine riesce a scongiurare la minaccia berbera, ripristinando i vecchi confini, dopo aver vinto nella battaglia di Cartagine (7 ottobre)

572: I Persiani attaccano nuovamente la Siria, mettendo Antiochia sotto assedio, Giustino raccoglie tutte le forze che può, chiedendo il supporto degli Esarcati occidentali, anche di quello italico, impoverendo le già scarse risorse locali. I longobardi mettono sotto assedio Ravenna, che tuttavia resiste, grazie alla determinazione della popolazione e ad un’inaspettata cooperazione attiva fra latini e goti, che si uniscono per il bene comune.

573: Giustino II muore improvvisamente (o forse viene ucciso?) , lasciando il trono al generale Tiberio II, che per guadagnare popolarità fra la plebe comincia a dissipare il poco denaro che era riuscito ad accumulare Giustino II. Tiberio II mandò il suo miglior generale, Maurizio di Bisanzio, a fermare una nuova invasione Persiana in Armenia. Ravenna continua a resiste ai Longobardi, guidata da un abile soldato goto, che viene nominato dai suoi connazionali Totila, cioè l’Immortale. Costui si autoproclama Esarca d’Italia, riuscendo a mantenere la difesa della città per più di 2 anni, facendo rifornire Ravenna da navi provenienti dalla capitale (Siracusa) , visto che i Longobardi non sono in grado di compiere un blocco marittimo. Alboino tuttavia non si dispera, continuando la sua invasione che rapidamente giunge fino a Benevento, senza incontrare resistenza alcuna.

575: l’occupazione longobarda diventa definitiva, un esercito inviato da Cartagine per salvare il salvabile, viene disperso durante una potente tempesta marittima, senza nemmeno raggiungere la propria destinazione. Ai bizantini, dell’esarcato d’Italia, rimane solamente l’istria, risparmiata dall’invasione, la Sicilia, con la capitale e la città di Ravenna, che ancora resiste fieramente. Viene siglata una pace quinquennale con i persiani, mentre un nuovo attacco dei mauri e dei barberi è messo a tacere nel sangue.

579: i Persiani violano la tregua con un anno di anticipo, riversandosi nuovamente in Siria romana. Tiberio II raccoglie tutte le forze che può, chiedendo supporto ai vari Esarchi, che rispondono come possono. Le frontiere sul Danubio vengono violate da un pesante assalto di slavi, essendo tutti gli uomini impegnati in oriente non c’è nulla da fare, slavi, bulgari, croati, serbi si insediano lungo il Danubio. In Gallia l’Esarca viene a mancare, è quindi inviato un sostituto, nella persona del generale Lisippo di Corinto.

580: L’imponente esercito romano sconfigge il re Cosroe I nella battaglia di Antiochia, proseguendo verso la mesopotamia persiana. L’esarca si Hispania muore di arresto cardiaco, è nominato suo successore il senatore Costanzo lo Zoppo.

581: I bizantini riescono a strappare ai Longobardi la punta della Puglia e della Calabria, mentre Ravenna resiste ancora, comandata dall’Esarca Totila, che riceve la sua legittimazione formale da Bisanzio, Maurizio sconfigge l’esercito di Cosroe I nella battaglia di Ninive, puntando direttamente sulla Persia.

582: Maurizio, che nel frattempo è stato nominato Imperatore, riesce ad espugnare Ctesifonte, la capitale persiana, Il Gran Re è costretto a cedere, consegnando ai bizantini l’Armenia persiana e un enorme quantitativo d’oro. L’esarca di gallia raduna un esercito a Nizza e si appresta a invadere l’italia longobarda, tuttavia i suoi piani devono bruscamente essere interrotti, quando viene a conoscenza del fatto che i Franchi hanno varcato il confine, desiderosi di riprendersi le terre perdute, l’esercito è quindi mosso al Nord.

583: I persiani, comandati da un usurpatore, ruppero la tregua, invadendo l’Armenia bizantina. Maurizio diede il comando dell’esercito al generale Filippico, che partì immediatamente da Antiochia alla volta del fronte. Totila, a nome di Maurizio, riuscì a stipulare una pace quinquennale con i Longobardi, sostanzialmente riconoscendogli tutte le conquiste fatte, facendogli però promettere di lasciare in pace i rimanenti territori bizantini in italia, ovvero Ravenna, l’Istria, la Sicilia , la punta della Calabria e della Puglia. Per suggellare il patto, il re longobardo regalò ai romani la città di Napoli. I Franchi vengono sconfitti nella battaglia dell’acquitrino (25 dicembre) , stipulando una tregua quinquennale.

586: Dopo alcuni anni di incertezze, Filippico riuscì ad ottenere una decisiva vittoria contro la fortezza di Solacon, tuttavia non seppe sfruttarla, infatti due mesi dopo arrivò l’esercito persiano di supporto e Filippico fu colto da un attacco di panico che non si addice molto ad un generale, abbandonando il campo e regalando una vittoria schiacciante ai persiani.

589: Filippico subì una sconfitta dietro l’altra, venne sostituito da Commenziolo, che non migliorò minimamente la situazione.

590: il comando dell’esercito venne dato ad Eraclio, che finalmente riuscì a riportare il fonte in Mesopotamia, sconfiggendo l’esercito persiano a Babilonia, catturando perfino il re usurpatore, che naturalmente fece uccidere e sostituire dal legittimo sovrano, che come segno di ringraziamento donò un immenso tesoro ai bizantini e la provincia di Mesopotamia . a Nord i Croati si impossessarono dell’Illirico, stabilendo un proprio regno, gli Avari furono confinati a nord del Danubio dopo una guerra con i Bulgari, che riuscirono a creare un regno enormemente esteso, che andava dalla città di Ragusa fino al mar Nero. I Serbi, invece, scesero lungo la Grecia, devastandola, giungendo fino al Peloponneso, impossessandosi delle mura dell’Hexamelion, che trovarono incustodito, quindi crearono un proprio regno, con capitale Patrasso. Maurizio, pacificata la Persia, radunò un nuovo esercito per riprendere i territori balcanici. Tuttavia la serie di marce forzate che impose alle proprie truppe, oltre che l’obbligo di svernare in una pessima zona, lo resero impopolare. Le legioni acclamarono Imperatore Foca, un centurione romano, Maurizio, appresa la notizia, venne colto da un arresto cardiaco e morì. Nello stesso anno morì anche l’esarca di Gallia, che venne sostituito da un patrizio gallo-romano, Giuliano il Semplice.

590-608: è il regno di Foca, uno dei peggiori imperatori che Costantinopoli ebbe. Per accattivarsi le simpatie della popolazione abbassò le tasse, con effetti rovinosi. La tassa Sophiaica venne abolita, ripristinando l’obbligo di professare il cristianesimo, decisione che fece scoppiare una pesante rivolta in Gallia e in Hispania, domata a fatica. La sua campagna militare, con lo scopo di abbattere l’Impero bulgaro, fallì miseramente. Mentre nel 606 i persiani mossero contro i romani, espugnando Antiochia in soli due mesi di assedio, e muovendosi verso l’Asia minore e l’Egitto, con Foca indeciso sul da farsi. Il Patriarca di Costantinopoli chiese aiuto ad Eraclio il Vecchio, esarca d’Africa, per detronizzare Foca. Tuttavia la richiesta venne accolta anche dall’Esarca di Hispania, eletto solo da pochi mesi, Graziano lo Sfregiato. In breve i due arrivarono alla guerra, non riuscendo a trovare un accordo. Anche l’Esarca di Gallia si intromise nella questione, stanco di inviare uomini e mezzi ad un Imperatore che non curava gli interessi della provincia, tuttavia il suo esercito dovette ancora una volta ripiegare a Nord, contro i Franchi. Nel 608 la flotta africana sconfisse quella Hiberica nella battaglia delle Baleari, Eraclito si dirigeva a Costantinopoli, mentre il suo generale migliore, Filippo, sbarcava sulla costa Hiberica.

9 novembre 609: Foca viene preso e giustiziato. Graziano, vedendo l’esercito africano, ritrattò immediatamente le proprie pretese, rendendo omaggio all’Esarca di Cartagine e al nuovo imperatore Eraclio I, come segno di sottomissione inviò immediatamente 700 cavalieri catafratti a Costantinolpoli, per la campagna contro la Persia, che nel frattempo era giunta ad Alessandria e a Efeso. L’esarca di Gallia, indebolito dai continui invii di uomini a Costantinopoli e dalla pessima politica di Foca, è sconfitto dai Franchi nella battaglia dell’Armorica gallica, ripiegando verso sud.

610: Niceta, governatore d’Egitto, consegna la città di Alessandria ai persiani, che occupano interamente la provincia. Eraclito tenta il tutto per tutto, fa ripiegare i soldati rimasti a Costantinopoli, nazionalizza i beni della chiesa e ripristina la tassa Sophiaica. Elabora un nuovo sistema di reclutamento e raccolta fiscale, dividendo l’Impero in Themata, basando il proprio esercito su soldati-contadini che combattono per la propria terra e la propria famiglia.

611-615: Eraclio è impegnato in una campagna contro Bulgari, Longobardi, Serbi e Croati, che attaccano l’Impero da ogni parte. Viene quindi rimandata la riscossa ad oriente, lasciando i persiani padroni di tutto il Medio Oriente. Nonostante le vittorie contro i Bulgari risultino schiaccianti e che le mura dell’Hexamelion vengano strappate ai serbi (614) la pace si conclude con un nulla di fatto, volendo a tutti i costi riversare le truppe in oriente, lasciando quindi sussistere i barbari. In gallia, il nuovo Esarca (612) Silvano il Pio, raggiunge la pace con i Franchi, cedendo a loro la metà dei propri territori, mantenendo il sud del paese.

616: Mentre Eraclito raduna gli ultimi uomini provenienti da Hispania e Italia. Silvano rifiuta di inviare ulteriori uomini, brucia il dispaccio imperiale e si autoproclama Re di Gallia, sostituendo alla bandiera bizantina una bandiera verde con un leone d’oro al centro. Il suo regno viene creato utilizzando la burocrazia e la disciplina militare bizantina, fondendola con la forza guerriera dei Visigoti Gallici e l’addestramento cavalleresco dei Franchi. La lingua ufficiale viene stabilita in dialetto occitano, usato soprattutto dal popolo (la futura lingua d’oc).

617: Anno della "Ribellione di Nizza". Silvano il Pio, salito al trono come Silvano I, spostò la capitale a Tolosa, spogliando Nizza di tutte le sue ricchezze, oltre che di parte della popolazione, per poi portarli nella nuova capitale. Questo fatto fece infuriare la popolazione dell’ex capitale che, sotto la guida di Gilimerio, un romano di origini gotiche, prese il controllo della città, ponendola sotto l’autorità bizantina. . Eraclio I nomina quindi Gilimerio Strategos di gallia, di fatto però il goto si comportò come un piccolo monarca indipendente, coniando monete a suo nome, intrattenendo rapporti commerciali e diplomatici con longobardi, Berberi e Hispania. A Ravenna, muore l’Immortale Totila, Alessio Troglita è il nuovo strategos d'Italia, mentre Caio lo Snasato è Strategos di Sicilia.

618-14 settembre 627: Gli anni dell’ultima guerra romano-persiana. L’esercito di Eraclio I si divise in 3 gruppi, il primo e più numeroso, comandato da Eraclito stesso, partì da Costantinopoli, per poi sbarcare a Efeso, quindi risalire l’Anatolia, passando da Trebisonda. Il secondo esercito, partì dalla fortezza di Candia, per sbarcare ad Alessandria. Infine il terzo, il meno numeroso, sarebbe passato lungo il mar nero, avrebbe ripreso la colonia bizantina di Caffa e si sarebbe assicurato l’alleanza di Khazari e Armeni. Nel 619 i Persiani riescono ad attraversare il Bosforo e mettono sotto assedio Costantinopoli, con un esercito forte di quasi 200000 (fra cui molti mercenari Bulgari) uomini. La città poteva contare su circa 15000 cavalieri, senza cavallo, più i suoi civili, quasi 500mila persone, comprese donne e bambini. La difesa fu assunta dal Patriarca Sergio, che seppe far fronte all’esercito nemico, tenendolo fuori dalla città per più di un anno. Nel 620 la campagna militare flesse nettamente in favore dei bizantini, l’esercito persiano fu sbaragliato da Eraclito nei pressi di Ninive, un ulteriore esercito, mandato in soccorso del primo, venne nuovamente sconfitto. Il fronte fu portato direttamente in Persia, mentre i Khazari devastavano i confini nord dell’Impero persiano e gli armeni si univano ai bizantini. Nel 622 la stessa Ctesifonte venne presa, il tempio di Zoroastro fu distrutto, mentre la teca della Vera Croce, precedentemente rubata dai persiani, venne riconsegnata alla cristianità. L’esercito persiano, che tolto l’assedio a Costantinopoli, tornava in patria, fu nettamente sconfitto della battaglia dell’Eufrate (624), mentre l’ultimo generale Persiano, che si rifugiava nelle terre del nord con un forte esercito, venne sconfitto e decapitato (625). Mancava solo il Re dei Re, che si dava alla macchia con pochi fedeli, ma alla fine anche gli venne scovato e decapitato da Eraclio I stesso. Si raggiunse un accordo di pace, che definitivamente abbatteva ciò che rimaneva dell’Impero persiano: i Persiano accettarono di donare un tributo annuo di mille monete d’oro persiano, mille vestiti di seta, inoltre avrebbero assistito i bizantini in tutte le loro future guerre. Per suggellare il patto, il nuovo re di Persia, cedette ai bizantini il controllo dell’Arabia nordorientale, oltre che della parte nord della Mesopotamia.

14 settembre 619: Eraclio I celebra il Trionfo a Costantinopoli, rispetta i patti e concede l’indipendenza all’Armenia, la sua vittoria è completa, viene celebrato dal Patriarca Sergio come salvatore dell’Impero.

629 Mentre Eraclio I continua la sua opera di modernizzazione dell’Impero, facendolo lentamente riprendere dalle continue guerre, gli giunge la notizia che gli alleati Ghassanidi, popoli nomadi di frontiera, sono stati completamente assoggettati da un nuovo nemico: gli Arabi. Eraclio I ordina di preparare le truppe, è l’inizio dell’Invasione Araba.

L'Impero Romano nel 629

Breve panoramica sugli stati esistenti nel 629:

Impero Bizantino: lo stato più grande del mondo, cosmopolita, liberale, innovatore e con un vivacissimo commercio . La lingua ufficiale è il greco, anche se si da ampio spazio alle lingue locali, la religione è cattolica cristiana, la capitale Costantinopoli.

Regno di Gallia: abitato prevalentemente da gallo-romani. leggermente liberale e innovatore, con un commercio stagnante. La lingua ufficiale è il dialetto occitano, anche se è tollerato il gotico e il latino, la religione è cattolico cristiana, la capitale Tolosa.

Dominio di Nizza: abitato esclusivamente da gallo-romani, leggermente liberale ma non innovatore, con un commercio vivace. La lingua ufficiale è il latino, la religione cattolico cristiana, la capitale Nizza. Ufficilamente appartenente all’Impero Bizantino.

Baschi: Popolazione che parla una strana lingua, isolazionista, di religione cattolica.

Berberi: Popolazione africana aggressiva ed espansionista, con un vivace commercio, professa una fede tribale.

Regno Longobardo: abitato prevalentemente da goto-romani, tradizionalista e aggressivo, con un potere decentrato e una fede ariana. La lingua ufficiale è un dialetto germanico, la capitale è Pavia.

Impero Bulgaro: Abitato prevalentemente da Bulgari, uno stato militarista, aggressivo, tradizionalista, di fede pagana. La lingua è un dialetto bulgaro, la capitale itinerante.

Slavi: Popolo aggressivo e pagano, di stampo militarista, aggressivo, capitale itinerante, fede pagana.

Serbi: Popolo difensivo, tradizionalista, accentrato nel Peloponneso, capitale a Corinto, hanno da poco sviluppato un commercio basico e abbracciato la fede cattolica.

Armeni: Popolo da poco liberato dal giogo persiano, di fede cattolica, tradizionalisti, fedeli a Bisanzio.

Khazari: popolo nomade, tradizionalista, pagano, capitale inesistente, si basano su un federalismo tribale, sono amici di Bisanzio.

Bretoni: Popolo di origine britanno-romana, difensivo, incentrato sulla Bretagna, di fede cattolica, tradizionalista, capitale sconosciuta.

Sassoni: aggressivo popolo tribale e pagano, di origine germanica, si è da poco stanziato anche in Britannia.

Franchi: popolo che i romani conoscono da secoli, hanno una forma distorta di monarchia, espansionisti e innovativi, guidano la parte nord della Gallia, abitata prevalentemente da Franchi. Cristiani, con capitale Parigi.

Arabi: Nulla si sa di questo popolo, tranne che sono bellicosi e di fede islamica.

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630: le truppe locali siriache, guidate dal patrizio Pietro, subirono una sconfitta dopo l’altra, gli invasori arabi arrivarono in brevissimo tempo alle porte del mediterraneo.

631: l’esercito, comandato dallo stesso fratello dell’Imperatore, Teodoro, subì una decisiva sconfitta nei pressi di Gerusalemme, che venne assediata e cadde dopo 5 mesi di resistenza.

632: Una nuova armata bizantina venne sconfitta nel vano tentativo di riprendere ciò che aveva perduto, tuttavia gli arabi non proseguirono l’avanzata verso Antiochia, dividendo l’esercito verso sud e verso est, rispettivamente diretti in Egitto e Persia.

633: Lo Strategos d’Egitto, consapevole dell’inferiorità dei propri effettivi, da il via ad un imponente progetto di fortificazione, consistente nell’erigere un poderoso vallo, il Vallo di Alessandro, lungo la striscia di terra che separa l’Asia dall’Africa.

634: L’esercito arabo pare inarrestabile, assedia tutte le fortezze bizantine del medio oriente senza essere fermato. Gli Arabi non dispongono di armature pesanti, ne di veterani incalliti come i bizantini, tuttavia sfruttano una nuova concezione della guerra, basata sulla cavalleria, specialmente leggera, il loro esercito è estremamente veloce e versatile, inoltre sono mossi da un incredibile determinazione religiosa, convinti di dover portare l’Islam in tutto il mondo. In molti casi vengono anche ben accettati dalla popolazione più umile, aboliscono le tasse bizantine e i tributi, permettono anche una discreta libertà religiosa ai popoli del libro (ebrei e cristiani) , anche se questo fatto non è nuovo, visto che già con Giustiniano I si era introdotta una tassa di libertà religiosa.

635: i Persiani sono brutalmente sconfitti nei pressi di Babilonia, mentre un nuovo esercito bizantino è battuto nei pressi di Gaza.

636: Sono ultimati i lavori del Vallo di Alessandro, che viene presidiato con un fortissimo esercito, gli arabi non hanno modo di passare in Egitto, visto che la potentissima flotta bizantina impedisce ogni movimento via mare.

637: Viene posta sotto assedio Babilonia. Le truppe arabe si infrangono contro il vallo, non riuscendo a sfondare in Egitto. Eraclio I raccoglie tutti gli uomini disponibili e ordina di marciare in Mesopotamia e Siria, spezzando l’esercito arabo .Le frontiere occidentali, sguarnite, costituiscono una ghiotta opportunità per i vari nemici dell’Impero, che si fanno aggressivi.

638: Le Spie bizantine informano di un imminente attacco di Bulgari, Croati e Serbi. Eraclio, consapevole di non poter opporre resistenza, utilizza una mossa diplomatica tipicamente bizantina, che sarà sempre usata in futuro, quella di mettere i nemici l’uno contro l’altro, per far rafforzare l’Impero. Manda, quindi, un ambasciatore alla corte di Pavia, cercando amicizia con i Longobardi. Bizantini e Longobardi erano da tempo in una fase di distensione, in cui prosperavano il commercio e gli affari, i bizantini apprendevano elementi combattivi dai Longobardi, mentre questi ultimi apprendevano dai romani l’arte della burocrazia e della politica. L’ambasciatore riferisce una proposta di matrimonio, fra una nipote di Eraclio e il principe ereditario Longobardo, come dote di nozze verrà portata l’Istria, i Longobardi, dal canto loro, si impegneranno ad aiutare l’Impero. Nello stesso momento i Croati varcano il confine. Ad Oriente gli arabi sono nuovamente fermati presso il Vallo, ma espugnano una città dietro l’altra, fra cui Babilonia. L’esercito romano, intanto, giunge nei pressi dell’accampamento arabo.

639: I longobardi giungono in Istria, per prendere possesso delle terre pattuite, tuttavia non trovano bizantini ben disposti a consegnargli le città, ma orde di Croati che devastano ogni angolo della penisola. Come Eraclio I sperava, i Longobardi non se la presero con i Bizantini, ma, furenti, si riversarono contro i croati e i loro alleati Avari.

640: Nei pressi del fiume Tigri, non lontano da Babilonia, l’esercito bizantino, unito a quello persiano, diede fieramente battaglia ai musulmani. I romani contavano circa 180000 soldati, mentre i musulmani a stento 20000. Nonostante questo, gli arabi seppero far sfruttare il terreno a proprio vantaggio, facendo schiantare a vuoto la carica dei catafratti, infine gettando un enorme numero di nemici nel Tigri, con le cariche dei loro veloci e leggeri cavalli. Quasi tutti i fanti pesanti annegarono, le perdite furono pesantissime e l’esercito si ritirò in fretta e furia, inseguito dagli arabi. Appresa al notizia Eraclio I ordinò di ripiegare su Antiochia. Bulgari e Serbi intanto varcarono i confini romani, trovandoli quasi incustoditi.

641: Eraclio I morì di una strana malattia che da tempo lo affliggeva, il trono imperiale passò al figlio Costantino III, uomo capace e risoluto. Tuttavia morì dopo pochi mesi di tubercolosi, lasciando il trono al fratello Eraclio II, che fu accusato di aver ucciso il fratello, perciò detronizzato e mutilato in meno di due mesi. Salì al trono Costantino III, nipote di Eraclio II. Costui era un eccellente amministratore, nonché un genio militare.

642: L’impero persiano viene inglobato dagli arabi, mentre Antiochia cade. Tuttavia l’espansione araba è, almeno per il momento, fermata. Gli arabi istituiscono il Califfato Omayyade , ponendo la capitale a Damasco, un nuovo tentativo di forzare il Vallo, fallì miseramente. I Longobardi riescono a scacciare gli Slavi dall’Istria, scendendo lungo le coste della Dalmazia, che saccheggiano. Bulgari e Serbi prendono a devastare la Grecia, giungendo fino alla porte di Costantinopoli.

643: Gli arabi ripresero le ostilità, tuttavia furono bloccati lungo i monti Tauri e presso il Vallo. I Longobardi raggiungono una vantaggiosa pace con gli Slavi, che gli permette di assoggettare parte della Dalmazia. Serbi e Bulgari mettono sotto assedio Costantinopoli.Gli Arabi allestiscono una flotta.

644: l’assedio di Costantiopoli è spezzato.

645: Gli arabi aggirano i monti Tauri e conquistano la parte orientale del mar nero. I Longobardi giungono in aiuto dei bizantini in Epiro, massacrando l’esercito Bulgaro. Costantino III non approva il processo ellenizzante fatto dai suoi predecessori, ripristina il Latino come lingua ufficiale, in più pensa di spostare la capitale a Siracusa, geograficamente al centro dell’Impero.

646: I Longobardi sconfiggono un nuovo esercito Bulgaro e penetrano nella Bulgaria stessa, mentre i Serbi ripiegano, avendo saputo di una rivolta nei pressi dell’antica Sparta.

647: La flotta araba salpa da Antiochia, diretta contro Cipro, Rodi, Nasso e Creta. L’immensa superiorità marittima dei bizantini, però, unita alla serie di fortezze marittime fatte progettare già anni e anni prima, risulta decisiva, gli arabi sono sconfitti su tutti i fronti, la loro flotta è interamente spazzata via. I Berberi attaccano l’Africa occidentale romana. I longobardi riescono a sconfiggere i Bulgari nei pressi di Sofia, dove allora risiedeva la capitale. La flotta bizantina fa sbarcare un esercito di 15000 uomini in Laconia, per aiutare i romani insorti.

648: è concordata con il califfo arabo una pace di due anni. Il Regno di Gallia annette i popoli Baschi, dirigendosi verso Nizza, tuttavia cambia i piani all’ultimo momento, dovendo respingere i Franchi a nord.

649: è stabilita la pace fra Bizantini-Longobardi e Bulgari-Serbi: I Bizantini rientrano in possesso della costa occidentale Bulgara, mentre il regno serbo è totalmente annesso. Questa decisione provoca una rivolta fra i Serbi, che tuttavia viene prontamente soffocata dai Longobardi e Bizantini.

650: Costantino III, come ringraziamento per l’ottimo lavoro svolto, dona ai Longobardi la città di Ravenna, con immenso sdegno della popolazione locale, Longobardi ringraziano, siglando un nuovo patto di amicizia fra i due regni. La capitale bizantina è spostata a Siracusa. I Franchi annettono metà della Bretagna, alleata del regno di Gallia, con cui raggiunge presto la pace. I Berberi annettono la parte occidentale della’Africa romana.

651: Una nuova flotta araba è lanciata contro Creta, anche stavolta tuttavia l’esito è una netta sconfitta araba.

652: gli arabi tentano di nuovo di sfondare il Vallo, ma vengono respinti. Gli arabi stringono una pace decennale con Bisanzio, concentrando i propri sforzi espansionisti contro le terre a nord del mar nero, inoltre una piccola spedizione è mandata anche in India.

653-668: Sono gli anni del regno di Costantino III, caratterizzati da pace e ripresa (tranne un paio di assalti arabi a Cipro, prontamente respinti) .La difesa dell’Egitto si era rivelata vitale, così facendo arrivavano costanti carichi di grano in tutti l’Impero, evitando crisi alimentari. Nel 660 venne lanciato un attacco contro Berberi, con l’aiuto di Nizza, che tuttavia fu infruttuoso. L’impresa doveva essere ritentata nel 662, ma Nizza stavolta chiese l’aiuto bizantino contro il regno di Gallia, sempre aggressivo, tuttavia Costantino III rifiutò di spendere uomini e denaro per una guerra fra due usurpatori, anzi, si offese profondamente e pose un blocco marittimo a Nizza. La città era sul punto di arrendersi e tornare a tutti gli effetti sotto il dominio romano, quando però Costantino III fu ucciso in una congiura di palazzo, capitanata dallo Stategos Mecenzio.La flotta venne quindi richiamata.

669: Guerra civile fra Mecenzio e Costantino IV.

670: Costantino IV, figlio di Costantino III, è il nuovo imperatore.

671: vengono sedate varie rivolte in Tracia, l’Imperatore comprende che sia il caso di riportare la capitale a Costantinopoli. Siracusa venne nominata Capitale d’Occidente, divenendo la seconda città dell’Impero.

672: un nuovo attacco arabo, estremamente brutale, sfonda lungo i monti Tauri, aprendo la strada nell’Asia minore.

673: gli Arabi assediano Costantinopoli.

674: l’assedio di Costantinopoli è spezzato, i confini sono riportati ai monti Tauri.

L'Impero Romano nel 675

675: La flotta araba è interamente distrutta nei pressi di Chio, la vittoria bizantina è ancora più netta grazie all’uso di una nuova micidiale arma, il famosissimo fuoco greco. Bisanzio è divenuto a tutti gli effetti uno stato medioevale.

Basileus TFT

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Cliccate qui se volete leggere l'ucronia sullo stesso tema di Enrico Pizzo. Se invece volete commentare il mio lavoro, scrivetemi a questo indirizzo.

Nel frattempo mi è venuta un'altra idea:

E se Giustiniano si fosse rivolte all'Oriente, anziché all'Occidente?

Bisanzio aveva tutto da guadagnare ad espandersi ad Oriente, eliminando il nemico persiano, che era meno organizzato e infatti continuava a colpire nei momenti di crisi dell'Impero.

Conquistando l'Oriente si sarebbero prese terre ricchissime, popolose e con grandi mercati (Fars, Ctesifonte ecc), decisamente migliori rispetto alle devastate terre occidentali.

Le popolazioni locali non erano tutte ostili a Bisanzio. Favorevoli alla sua venuta erano infatti i Curdi, gli Armeni, i Georgiani, gli Albanesi e gli Iberi (tutte popolazioni al tempo cristiane), nonché i cristiani della Mesopotamia e della Persia (circa il 5-10% della popolazione).

Ottenere uno sbocco ad oriente significava aprire dei commerci veloci e favorevoli con India, Cina e popolazioni etiopiche.

Ipotizziamo quindi questo spostamento ad oriente, che inizia e finisce con Giustiniano. Avendo spostato l'esercito ad oriente è probabile che qualche signore d'Occidente approfitti per colpire alla spalle Bisanzio (come fecero i persiani nella nostra TL). Ipotizziamo Odoacre, gli Ostrogoti oppure i Vandali, nessuno di essi però sarebbe stato in grado di infliggere una sconfitta decisiva al nemico. Anzi potrebbe perfino accadere che Giustiniano sfrutti l'oro strappato ai persiani per comprare il sud italia (madrelingua greca) a Odoacre stesso. Come prosegue la storia d'Occidente? e cosa succede quando, una cinquantina di anni dopo, arrivano gli arabi?

Giustiniano va ad oriente! (grazie a Basileus TFT)

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Così gli risponde Bhrg'hros:

È il cuore della geopolitica bizantina. Di fatto tutta la storia di Bisanzio è stata all'insegna di questo progetto e non l'ha realizzato: dobbiamo approfondire il punto (o i punti) di svolta, perché è uno degli spartiacque più importanti di tutta la Storia. Per l'Occidente la politica sarebbe stata molto articolata. Resta solo da verificare la percezione di Bisanzio presso i Cristiani di Persia. Complimenti, ottima idea!

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Lord Wilmore allora aggiunge:

penso che sarebbe necessario un trattato preventivo di amicizia con Ostrogoti e Vandali onde pararsi le spalle da eventuali colpi bassi e una generale pacificazione religiosa interna. Quindi occorrerebbe un'alleanza con i Ghassanidi e con gli Arabi dello Yemen (in funzione anti-Lachmide) ed infine bisogna prendere contatti con i popoli del Caucaso (Armeni, Iberi, ecc.) stufi della supremazia Sasanide. Se Giustiniano non è puerilmente invidioso di Belisario come fu nella HL, si può pensare che questi prenda Ctesifonte costringendo i Sasanidi a ritirarsi nel cuore dell'altopiano iranico; l'alleanza con le tribù delle coste del Golfo Persico garantirebbe l'accesso a questo mare con tutte le conseguenze commerciali (sono aperte le vie marittime verso India e Cina) La penisola Arabica diventa vassalla di Costantinopoli e in questo scenario non c'è spazio di manovra per Maometto.

Intanto gli Ostrogoti respingono il tentativo di invasione da parte dei Longobardi, si convertono al cattolicesimo ed offrono protezione al Papa di Roma contro Bizantini, Franchi e Vandali. Può darsi che gli Ostrogoti riescano a distruggere il regno dei Vandali e ad assicurarsi il granaio africano, a questo punto potrebbero anche puntare al bersaglio grosso tentando l'assalto al diviso regno franco per ricostituire l'impero romano d'Occidente. Resta da vedere che fanno gli Slavi. Che ne dite di questo scenario?

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Basileus TFT torna alla carica:

Lo trovo alquanto fattibile. I Ghassanidi, gli Armeni, gli Iberi e in generale tutte le popolazioni dell'est erano stufe della supremazia sasanide, che osteggiava il cristianesimo e opprimeva la popolazione. Bisanzio sarebbe stato un alleato utilissimo e per i cristiani orientali un dominatore più che accettabile, infatti avrebbe permesso di professare il credo cristiano, costruito chiese e si sarebbe mantenuto forte solamente in Mesopotamia (punto chiave per le rotte ad oriente), mentre le periferie avrebbero goduto di ampie autonomie locali. L'alleanza dello Yemen l'avrebbero comprata con qualche cavallo e qualche cassa d'oro. La penisola arabica non sarebbe diventata vassalla secondo me, troppo povera, calda e politicamente divisa. Bisanzio avrebbe mantenuto le coste nord o poco più.

Ad occidente gli Ostrogoti avrebbero sicuramente avuto ragione dei Vandali, divisi ed odiati dalla popolazione locale. Il Longobardi avrebbero oltrepassato le alpi e inflitto un duro colpo ai discendenti di Teodorico. Gli Slavi? In italia o nei balcani superiori, in questo caso Bisanzio li avrebbe trasformati in regni clienti o in vassalli, evitando una guerra aperta (troppo costosa per il momento, in fondo la campagna persiana dovrebbe aver stancato le truppe e le popolazioni bizantine). Quando gli arabi colpiranno con il loro martello è difficile ipotizzare cosa succederà. Le forze bizantine potrebbero creare un'efficace barriera attorno al fiume Eufrate cedendo Siria, Palestina e il ricchissimo Egitto.

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dDuck gli risponde:

Caro Basileus, secondo me se Bisanzio è forte gli arabi non sfondano, e l'Egitto e la Mesopotamia non saranno mai loro: potrebbero fare dei tentativi, ma servirebbe una crisi interna di Bisanzio paurosa.

Penso che gli arabi si limiterebbero a uno stato nazionale nella penisola, unificato dalla religione, poi forse un'espansione in Africa o un'espansione marinara.

Resta un mio interrogativo: se Bisanzio rimane fortissima, tenterà un espansione simile all'Impero Ottomano ?

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Lord Wilmore chiosa:

Complimenti, è un'ipotesi che non avevo considerato. Possibile assalto ai Balcani settentrionali? Scontro tra bizantini e popoli germanici? Anziché tra cristianità ed Islam, il Medioevo potrebbe conoscere uno scontro tra cristiani cattolici romani e cristiani bizantini monofisiti, nel caso in cui la dottrina di Eutiche sfondi ad Oriente. E che accade quando arrivano i Cumani, i Peceneghi e i Bulgari meridionali?

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Ma Bhrg'hros insiste:

Resta però irrisolto il punto di partenza: dal momento che la conquista della Persia era davvero l'obiettivo principale dell'Impero Romano (in particolare d'Oriente) e che la situazione etnica (in tutte le sue forme) risulta invariata rispetto a quella realmente storica (dopodichè possiamo discutere se veramente i Nestoriani potessero trovare desiderabile una dominazione bizantina, per convincermi di cui avrei bisogno di indizî più dettagliati), dove scatta il punto di divergenza? Finora, infatti, se lasciamo tutto come nella Storia reale siamo costretti a riconoscere che l'esito necessario sarebbe quello della medesima Storia reale, cioè il reciproco logoramento bizantino-persiano.

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Ed ecco allora l'idea di William Riker:

Uhm... Nel 495 d.C. da Teodorico e dalla principessa franca Audofleda nasce non una femmina, Amalasunta, ma un maschio, cui viene dato il nome di Teodemiro (come il padre di Teodorico). Nel 526 Teodemiro succede al padre e si dimostra non meno energico di lui, conquistando il regno dei Vandali e quello dei Burgundi. Di fronte ad una rinata potenza nel Mediterraneo Occidentale, Giustiniano pensa di volgersi ad est... Che ne pensate?

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Chiudiamo per ora con questa brillante idea di Lord Wilmore:

Successione ininterrotta dei Re di tutta l'Italia
dalla caduta dell'Impero Romano ad oggi

Re d'Italia Ostrogoti
Teodorico il Grande (493-526), conquistò l'Italia uccidendo il governatore bizantino Odoacre e ne divenne primo Re
Atalarico (526-534), figlio di Amalasunta, figlia di Teodorico
Teodato (534-536), secondo marito di Amalasunta, eletto dalla Dieta dei Grandi del Regno
Vitige (536-540), marito di Matasunta, sorella di Atalarico, eletto dalla Dieta
Ildibaldo (540-541), eletto dalla Dieta dopo che Vitige fu sconfitto e preso prigioniero da Belisario
Erarico (giugno-novembre 541), eletto dalla Dieta dopo l'assassinio di Ildibaldo
Totila l'Immortale (541-569), eletto dalla Dieta dopo l'assassinio di Erarico, sconfisse Narsete nella Battaglia di Tagina con l'aiuto di Audoino, Re dei Longobardi

Re d'Italia Longobardi
Alboino (569-591), figlio di Audoino, sposò Amalafrida, unica figlia di Totila
Agilulfo (591-616), eletto dalla Dieta, regnò con la moglie Teodolinda, figlia del Re di Baviera
Adaloaldo (616-626), figlio di Agilulfo e Teodolinda
Arioaldo (626-636), primo re cattolico, eletto dalla Dieta, sposò Gundeberga, sorella di Adaloaldo
Rotari (636-652), secondo marito di Gundeberga, eletto dalla Dieta
Rodoaldo (652-653), figlio di Rotari e Gundeberga
Ariberto I (653-661), figlio di Gundoaldo, fratello di Teodolinda
Godeberto e Bertarito (661-662), figli di Ariberto I, regnarono congiuntamente
Grimoaldo (662-671), usurpatore, uccise Godeberto e mandò in esilio Bertarito
Bertarito (671-688), tornato sul trono dopo aver ucciso Garibaldo, figlio di Grimoaldo
Guniberto il Pio (688-700), figlio di Bertarito
Liutberto (700-702), figlio di Guniberto, fu ucciso da Ariberto II
Ariberto II (702-712), usurpatore
Ansprando (marzo-luglio 712), già tutore di Liutberto, sconfisse e uccise Ariberto II
Liutprando (712-744), figlio di Ansprando
Rachi (744-749), eletto dalla Dieta che aveva rifiutato Ildebrando, figlio di Liutprando
Astolfo (749-756), fratello di Rachi
Desiderio (757-774), eletto dalla Dieta, si associò al trono il figlio Adelchi

Re d'Italia Franchi
Carlo I Magno (774-814), sconfisse Desiderio e Adelchi, dall'800 Imperatore
Bernardo (814-818), nipote di Carlo I, si ribellò allo zio Imperatore Ludovico e fu giustiziato
Ludovico I il Pio (818-840), figlio di Carlo I, dall'816 Imperatore
Lotario I (840-850), figlio di Ludovico I, dall'823 co-Imperatore
Ludovico II il Giovane (850-875), figlio di Lotario I, dall'855 Imperatore
Carlo II il Calvo (875-877), figlio di Ludovico I, dall'875 Imperatore
Carlomanno (877-880), nipote di Ludovico I
Carlo III il Grosso (880-887), fratello di Carlomanno, deposto dalla Dieta

Re d'Italia Unrochingi e Anscarici
Berengario I del Friuli (888-924), figlio di Gisella, figlia di Ludovico I, eletto dalla Dieta, dal 915 Imperatore
Adalberto d'Ivrea (924-928), marito di Gisella, figlia di Berengario II, eletto dalla Dieta
Berengario II d'Ivrea (928-961), figlio di Adalberto, dal 930 Imperatore

Re d'Italia e di Germania della Dinastia Sassone
Ottone I il Grande (961-973), Re di Germania, dal 962 Imperatore, costrinse la Dieta ad eleggerlo Re d'Italia
Ottone II (973-983), figlio di Ottone I, dal 967 Imperatore
Ottone III (983-1002), figlio di Ottone II, dal 996 Imperatore

Re d'Italia Anscarici
Arduino d'Ivrea (1002-1004), discendente di Adalberto, eletto dalla Dieta

Re d'Italia e di Germania della Dinastia Salica
Enrico I il Santo (1004-1024), nipote di Ottone I, sconfisse Arduino e si fece eleggere dalla Dieta, dal 1014 Imperatore
Corrado I il Salico (1024-1039), discendente di Ottone I, dal 1027 Imperatore
Enrico II il Nero (1039-1056), figlio di Corrado I, dal 1046 Imperatore
Enrico III di Franconia (1056-1105), figlio di Enrico II, dal 1084 Imperatore, protagonista della Lotta per le Investiture
Enrico IV di Franconia (1105-1125), figlio di Enrico III, dal 1111 Imperatore
Lotario II di Supplimburgo (1125-1137), eletto dalla Dieta, dal 1133 Imperatore

Re d'Italia e di Germania della Dinastia Sveva
Corrado II di Svevia (1137-1152), eletto dalla Dieta, dal 1138 Imperatore
Federico I Barbarossa (1152-1190), nipote di Corrado II, dal 1153 Imperatore
Enrico V il Crudele (1190-1197), figlio di Federico I, dal 1191 Imperatore
Ottone IV di Brunswick (1197-1215), eletto dalla Dieta, dal 1209 Imperatore
Federico II lo Stupor Mundi (1215-1250), figlio di Enrico V, dal 1220 Imperatore
Corrado III (1250-1254), figlio di Federico II
Manfredi (1254-1266), figlio illegittimo di Federico II, usurpatore

Re d'Italia della Dinastia d'Angiò
Carlo IV (1266-1285), fratello del Re di Francia Luigi IX, eletto dalla Dieta dopo aver sconfitto e ucciso Manfredi nella Battaglia di Benevento
Carlo V lo Zoppo (1285-1309), figlio di Carlo IV, suo Cancelliere fu Dante Alighieri, che poi esiliò
Roberto il Saggio (1309-1343), figlio di Carlo V

Re d'Italia della Dinastia Visconti
Bernabò (1343-1385), Duca di Milano, sposò Giovanna d'Angiò, nipote e unica erede di Roberto il Saggio
Gian Galeazzo I (1385-1422), figlio di Galeazzo, fratello di Bernabò
Filippo Maria (1422-1447), figlio di Gian Galeazzo

Re d'Italia della Dinastia Sforza
Francesco I (1447-1466), marito di Bianca Maria, figlia legittimata di Filippo Maria Visconti, eletto dalla Dieta
Galeazzo Maria (1466-1476), figlio di Francesco I
Gian Galeazzo II (1476-1494), figlio di Galeazzo Maria
Ludovico III il Moro (1494-1499), quartogenito di Francesco I, si sospetta che abbia fatto avvelenare il nipote Gian Galeazzo II

Re d'Italia e di Francia della Dinastia di Valois
Ludovico IV il Padre del Popolo (1499-1515), sconfisse e prese prigioniero Ludovico III e costrinse la Dieta ad eleggerlo Re
Francesco II (1515-1525), marito di Claudia, figlia di Ludovico IV, fu sconfitto e preso prigioniero da Carlo d'Asburgo nella Battaglia di Pavia

Re d'Italia e di Spagna della Dinastia d'Asburgo
Carlo VI (1525-1556), dal 1516 Re di Spagna, dal 1519 Imperatore, costrinse la Dieta ad eleggerlo Re e mise insieme un impero immenso, "su cui non tramontava mai il sole"

Re d'Italia della Dinastia d'Asburgo
Giovanni d'Austria (1556-1609), figlio legittimato di Carlo VI, ereditò il Regno d'Italia nella spartizione dell'impero paterno e sposò Maria Stuart, ex Regina di Scozia esiliata dalla cugina Elisabetta Tudor

Re d'Italia della Dinastia Medici
Cosimo I (1609-1621), discendente di Lorenzo il Magnifico, sposò in seconde nozze Giovanna, figlia di Giovanni d'Austria e Maria Stuart, eletto dalla Dieta
Ferdinando I (1621-1670), figlio di Cosimo I
Cosimo II (1670-1723), figlio di Ferdinando I
Gian Gastone (1723-1737), fratello minore di Cosimo II, morì senza eredi

Re d'Italia della Dinastia Borbone
Carlo VII (1737-1759), eletto dalla Dieta, figlio di Re Filippo V di Spagna e pronipote del Re Sole, abdicò nel 1759 per diventare Re di Spagna
Ferdinando II (1759-1797), figlio di Carlo VII, fu detronizzato da Napoleone e si ritirò in Sicilia sotto protezione britannica

Prima Repubblica Italiana
Presidente Francesco Melzi d'Eril (1797-1806), "Repubblica sorella" della Francia Rivoluzionaria

Re d'Italia napoleonidi
Giuseppe Bonaparte (1806-1808), fratello di Napoleone Bonaparte che costrinse la Dieta ad eleggerlo, lasciò il trono per diventare Re di Spagna
Gioacchino Murat (1808-1815), cognato di Napoleone avendone sposato la sorella Carolina, fu rovesciato dopo la Battaglia di Waterloo e finì fucilato

Re d'Italia della Dinastia Borbone
Ferdinando II (1815-1825), restaurato dopo la parentesi napoleonica
Francesco III (1825-1830), figlio di Ferdinando II, represse con durezza i moti liberali organizzati dalla Carboneria
Ferdinando III (1830-1859), figlio di Francesco III detto "il Re Bomba", si distinse per il rifiuto di ogni riforma in senso liberale. Costretto a concedere una Costituzione dai moti del 1848, la abrogò l'anno dopo insistendo con una politica assolutistica
Francesco IV (1859-1860), giovane figlio di Ferdinando III, si ostinò a rifiutare ogni riforma dello stato assoluto e fu travolto dalla Rivoluzione dei Mille, che prende il nome dai mille patrioti sollevatisi a Roma sotto la guida di Giuseppe Garibaldi

Seconda Repubblica Italiana
Dopo la fuga in Spagna di Francesco IV, vide la presidenza di Giuseppe Garibaldi (1860-1861) e di Giuseppe Mazzini (1861-1863). Dopo la vittoria elettorale dei monarchici guidati da Bettino Ricasoli detto "il Barone di Ferro", questi offrì la corona al Principe di Monaco Carlo Grimaldi, che accettò

Re d'Italia della Dinastia Grimaldi
Carlo VIII (1863-1889), eletto dalla Camera dei Deputati, accettò la monarchia costituzionale e guidò l'industrializzazione del Regno d'Italia
Alberto I (1889-1922), figlio di Carlo VIII, sposò Carlotta di Hohenzollern, sorella del Kaiser Guglielmo II. Sfuggì a tre attentati di matrice anarchica e sostenne il Presidente del Consiglio, il cattolico Conte Vincenzo Gentiloni, che mantenne l'Italia neutrale durante la Prima Guerra Mondiale
Ludovico V (1922-1940), figlio di Alberto I, sposò Elena Petrović-Njegoš, figlia del Re del Montenegro. Appena salito al trono dovette fronteggiare una rivoluzione socialista guidata da Benito Mussolini, che fu sconfitto e fuggì in Unione Sovietica. Sostenne le politiche moderate del Presidente del Consiglio Benedetto Croce. Essendosi questi opposto alle prepotenze di Adolf Hitler, il 10 giugno 1940 il Regno d'Italia fu invaso dalle truppe naziste, e il Re con la sua famiglia ed il governo fu costretto a fuggire ad Alessandria d'Egitto sotto protezione britannica

Repubblica Sociale Italiana
Stato fantoccio creato da Adolf Hitler, guidato da Italo Balbo (1940-1942), Roberto Farinacci (1942-1943) e Alessandro Pavolini (1943-1945)

Re d'Italia della Dinastia Grimaldi
Ludovico V (1944-1949), restaurato dopo la riconquista di Roma il 6 giugno 1944 e considerato un eroe nazionale dal suo popolo
Ranieri (1949-2005), figlio di Carlotta, unica figlia di Ludovico V e di Elena del Montenegro, e di Vitaliano Borromeo, discendente del casato cui appartenevano San Carlo Borromeo e Federigo Borromeo. Ranieri fu adottato dal nonno come figlio e la casata conservò il cognome Grimaldi (suo fratello Giberto continuò il casato dei Borromeo). Sposò la famosa attrice di Hollywood Grace Kelly. Afflitto da problemi di salute a causa dell'eccesso di fumo, nel 2004 nominò Reggente il figlio Alberto. Morì quattro giorni dopo Papa Giovanni Paolo II
Alberto II (2005-regnante), figlio di Ranieri e di Grace Kelly. In gioventù leggendario playboy, nel 1995 sposò Elena di Borbone, primogenita del Re di Spagna Juan Carlos I. Da lei ha avuto i figli Giacomo, erede al trono, nato nel 1998, e Gabriella, nata nel 2000.

Che ne pensate?

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feder ha delle obiezioni in merito:

L'ho molto apprezzata, anche se mi stupisce una cosa: se l'intento è quello di generare una lista di reges totius Italiae, per quale ragione mantenere a tale livello invasioni, usurpazioni e divisioni?

Mi spiego peggio. So bene quale fosse l'intento, ovverosia mantenere un (gradibilissimo) grado di realismo. Ma se qui siamo in campo artistico, mi devo permettere un paio di divagazioni, che non possono se non partire da lontano. Se parliamo di un regno di TUTTA l'Italia, devo supporre che i bizantini siano stati scacciati e/o pesantemente sconfitti da Totila, il quale ha poi riunificato la penisola solo per lasciarla in eredità ai longobardi.

Ora, ma se i sovrani di questi ultimi non hanno a che vedersela con il Papa (altro punto oscuro: i Goti si convertono al cattolicesimo? Dovrebbero farlo, per ottenere legittimità al titolo; se non lo fanno loro, al re dei barbalunga conviene farlo o subito o almeno in epoca iconoclasta, legittimando la propria pretesa sulla penisola, innegabilmente connessa alla romanità, inneggiando alla decadenza della vera Sede Imperiale), possibile che i Franchi sfondino con tutta tranquillità il confine alpino per operare come nella nostra TL una breve passeggiata migliore fino a Pavia sconfiggendo facilmente gli italiani?

Secondo me no, visto che un ipotetico Desiderio non avrebbe a competere con i ducati autonomi del sud, né con i resti dell'esarcato e città affini alleate con i bizantini, per non parlare dell'immensa grana del Papa (a proposito: quanto cambia se questo non gode di potere temporale su Roma!). Al massimo avrebbe la grana degli slavi oltre il mare (più diretti contro l'impero, a dire il vero) e degli arabi a sud, comunque largamente contenibile entro certi limiti.

Ora spezzo una lancia in favore dei poveri longobardi, a mio giudizio troppo spesso additati di esser dei dominatori maligni senza ragione (o meglio, per la cattiva ragione di Manzoni, il quale, senza nulla togliere alla sua bellissima opera, per l'Adelchi ha buttato l'indagine storica nella carta straccia per realizzare un'opera quanto più idealizzata e romantica possibile). Non è vero che latini e tedeschi vivessero in una sorta di regime d'apartheid, con i primi ghettizzati, anzi, servi e schiavi, e i secondi signori; niente faraone ed ebrei d'Egitto, mi spiace. Com'è accaduto in ogni singolo regno nato dal decesso di Roma antica, conquistati e conquistatori si stavano fondendo, vuoi tra incomprensioni e fallimenti, certo; ma anche in un clima di pace sociale che l'Italia non aveva mai avuto dai tempi di Teodorico, nel VI secolo, e che i longobardi, bene o male, mantennero per tre secoli.

Ora, intendiamoci. A me non è che Carlo Magno stia antipatico, anzi, tutt'altro; sicuramente non lo sottovaluto e anzi, è probabile che sia tra i miei personaggi storici preferiti. Ma senza nulla togliergli, è davvero possibile che se Francia e Lombardia (perché se i longobardi si stanziano tanti saluti al termine Italia) si scontrassero ad armi pari, col secondo termine stabile da secoli perché costruito su un potere legittimo e pre-esistente (Regnum Totius Italiae), senza cioè che Desiderio avesse mezza corte impiegata a tramare col nemico e l'esercito (cattolico, sfatiamo un altro mito) pronto a disertare su ordine del papa, davvero l'esito di vittoria franca sarebbe così scontato?

Carlo era un genio militare e il prototipo di cavalleria franca non si batteva, questo è vero. Ma anche i longobardi avrebbero potuto schierare tattiche simili, o magari impiegarne altre, apprese dalla più prossima latinità, dai commercianti arabi o dai greci del sud Italia. E tutto questo senza contare gli alleati bavari, oppure il fatto che l'orrenda pratica di spartire lo Stato fra i figli come fosse un patrimonio dei figli (inaugurata da franchi e burgundi, e mai esportata in Italia se non dai figli di Carlo) avrebbe esposto il diviso regno a numerosissimi attacchi da parte longobarda, in un momento o nell'altro, se i re di Pavia (ma siamo proprio sicuri che, con tutta l'Italia a disposizione, si sarebbero sistemati lì?) lo avessero desiderato. Insomma, non sottovalutate troppo la possibilità di un SRI longobardo, a me piace un sacco. Adelchi Magno!

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Gli risponde Iacopo:

Le tue obiezioni sono sostanziali ma superabili. Immagino una dinamica di questo tipo:

1. I Longobardi entrano in Italia come alleati dei Goti, e ne soppiantano almeno in parte la classe dirigente.
2. Grazie al prematuro e imponente apporto dei Longobardi, la Guerra Gotica è molto più breve, e sono evitate molte delle devastazioni commesse nell'ultima fase del conflitto.
3. Roma non viene distrutta, il Senato mantiene un certo prestigio, il Papa non emerge come successore dei Bizantini nel Patrimonio di San Pietro (perché non ci sono Bizantini e non c'è Patrimonio).
4. L'elemento latino è molto più forte che nel nostro Regno dei Longobardi (qui Regnum Gothorum et Langobardorum), e inevitabilmente costituisce una parte dell'esercito e anche dell'aristocrazia.
5. Il Regno dei Longobardi è diviso tra parte latina e parte tedesca che però non si separano lungo linee di demarcazione geografiche, ma sono mescolate in ogni città. Il partito "latineggiante" sarebbe più fedele al Papa, il partito "tedescheggiante" presterebbe orecchio alle sirene costantinopolitane.
6. La politica bizantina nei confronti del Regno dei Longobardi seguirebbe liee simili a quella diretta ai Bulgari. Costantinopoli era una superpotenza del soft power, e gli orrori della Guerra Gotica sarebbero stati presto dimenticati. Il controllo longobardo sull'esterno meridione d'Italia sarebbe minimo, la Sicilia ancora bizantina.
7. L'ala tedescheggiante dell'esercito longobardo adotterebbe con gioia l'Iconoclastia (a Ravenna avremmo dei magnifici mosaici geometrici, studiati da Mondriand e Escher).
8. Con il legame tra ala tedescheggiante e Costantinopoli sempre più forte, la guerra civile sarebbe solo questione di tempo. I latineggianti e il loro capo, il Papa, potrebbero dunque chiamare Carlo.
9. La Corona offerta da Carlo non sarebbe dunque quella di Rex Gothorum et Langobardorum, dato che questo titolo sarebbe impregnato di significati filobizantini. Per ridare lustro all'identità latina, il Papa tirerebbe fuori dal mitria (il triregno in questa ucronia dubito lo indosserà mai) il titolo di Rex Totorum Italiae, ossia Re di Tutti (coloro che sono) dell'Italia. In seguito il titolo sarebbe stato corretto in Rex Totius Italiae, quando il significato del primo sarebbe stato meno perspicuo.

Una cosa interessante di questa ucronia sarebbe lo sviluppo urbano del regno. Ravenna, Pavia, Milano e Roma sarebbero le città più importanti del regno Tardo Antico, con le prime due in decadenza dopo la conquista carolingia, perché percepite come più ostili all'ortodossia. Nel periodo di Unione Personale con il Regno di Germania sarebbero emerse le sedi dei governatori tedeschi, su tutte Ivrea. Nello stesso periodo avremmo lo sviluppo delle Repubbliche Marinare di Venezia, Genova e Pisa. Con Federico II la Sicilia entra nel Regno, e con essa Palermo. Gli Angiò si stabilirebbero comunque a Napoli, così come Don Juan (la città lo terrebbe in palmo di mano). Visconti, Sforza e Valois governerebbero da Pavia, essendo Milano troppo connotata dinasticamente. Roma subirebbe comunque il Sacco del '27 e entrerebbe in un ciclo di decadenza irreversibile, favorito dai sovrani di tutte le dinastia come modo per ridimensionare l'ingombrante Soglio Petrino. I Medici governerebbero da Napoli (Gangastone ci si troverebbe benissimo), ma Firenze riceverebbe comunque qualche attenzione particolare, già a partire dal 1439, quando Cosimo il Vecchio, qui ministro delle finanze e degli esteri di Filippo Maria e vera eminenza grigia del regno, riesce a trasferire il Concilio da Ravenna (prestigiosa sede preferita a Ferrara) alla sua città natale, dando inizio al Rinascimento. In ogni caso Napoli rimarrebbe la sede del Sovrano anche nelle dinastie successive, magari con qualche impresa architettonica in stile Versailles a Portici o a ancora meglio a Caserta (il progetto di una reggia a distanza di sicurezza dal Vesuvio sarebbe stato accarezzato dal 1631). Le città più popolose del Regno a oggi sarebbero Napoli (Capitale), Genova, Milano, Pisa, Verona e Venezia. Simbolicamente rilevanti ma molto meno popolose sarebbero Firenze, Roma, Caserta, Pavia e Ravenna.

Non credo che i Medici governerebebro da Firenze perché la loro ascesa non avverrebbe all'interno delle dinamiche cittadine come Signori e poi Duchi, ma sarebbero una famiglia di servitori del trono, che pur mantenendo un forte legame con la loro terra d'origine lavorerebbero per il Sovrano, ovunque questo risieda. Cosimo il Vecchio sarebbe Ministro delle Finanze come Lorenzo, Giovanni sarebbe un generale e un riformatore delle forze armate. Suo figlio Cosimo, e questo è il punto centrale della mia argomentazione, non sarebbe mai creato Duca di Firenze. Egli infatti non crescerebbe nel Mugello, ma, essendo discendente di Caterina Sforza, e dunque di sangue reale, crescerebbe tra i paghi reali alla corte di Napoli. Qui avrebbe fatto carriera (il matrimonio con la figlia del governatore di Carlo in questa tl sarebbe ancora più significativo) e avrebbe servito come ministro della guerra e delle spie per Carlo stesso e per Don Juan (sventando anche un tentativo di avvelenamento pare ordinato dal fratellastro Filippo). Da qui in poi la famiglia de' Medici si sviluppa in maniera autonoma rispetto alle vicissitudini fiorentine, ricomprendo ruoli di assoluto prestigio per il Re e occasionalmente per il Papa, fino ad ascendere al Trono.

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E Lord Wilmore aggiunge:

Le invasioni ci sono sempre state e ci saranno sempre (ora ad esempio ci sta invadendo la Cina) perchè l'Italia è in una posizione invidiabile e il Bel Paese fa gola a tutti. Quanto alle capitali, io direi che è sempre stata Roma. fin da quando Teodorico ha abbandonato la malsana Ravenna per riprendere possesso della Città dei cesari, che nel c.d. Medioevo non è mai decaduta, restando sempre sopra i 300.000 abitanti, la maggiore città d'Europa. Niente potere temporale per i Papi, Dante ne sarà contento.

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