Il bel Danubio blu

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Apriamo con questa avvincente proposta di Paolo:

Uno dei miei chiodi fissi è la rilatinizzazione della valle del Danubio, alla stregua dei Valacchi in Dacia. Una multietnicità essenzialmente quadruplice (slavi, tedeschi, latini, magiari) incapace di creare un regno unitario. Principati feudali in lotta tra loro e lo sviluppo di un'area urbana da caratteristiche fiamminghe, molto fiorente, anello di congiunzione tra la pianura padana, l'Europa settentrionale e il Mar Nero e Costantinopoli. Lo so, lo so, è molto poco fattibile, però immaginare gli elementi per la creazione di qualcosa del genere mi affascina...

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Gli risponde il solito Franz Joseph von Habsburg-Lothringen:

Non mi sembra affatto "poco fattibile": basta dosare gli elementi che hanno causato lo stesso fenomeno sul Basso Danubio, il che per l'attuale Bulgaria è semplicissimo, ossia consiste nella nomina del Vescovo Legato Formoso (poi Papa Formoso, 891-896) o del Diacono Marino (poi Papa Marino I, 882-884) ad Arcivescovo di Bulgaria da parte di Papa Adriano II (867-872) entro il Quarto Concilio di Costantinopoli (870). Più complicato sarebbe per l'attuale Ungheria, dove in teoria sarebbe più facile postulare una mancata conversione dei Magiari (né con Santo stefano né poi), altrimenti una loro confluenza in una Compagine Politica locale già non solo cristianizzata da Clero Romano, ma in particolare dalla Missione di Aquileia (o, se da quella di Salisburgo, con prevalenza in quest'ultima dell'elemento ladino su quello marcomannico in Baviera).

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Interviene Lord Wilmore:

Secondo voi, amici, cosa sarebbe necessario per ottenere la completa latinizzazione della pianura pannonica dopo la ritirata degli Unni, evitando quindi le irruzioni di Avari, Ungari, Cumani e Peceneghi?

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Franz Joseph von Habsburg-Lothringen gli spiega:

Se dev’essere dopo la ritirata degli Unni, viene meno una possibilità (quella che ha neolatinizzato la Romania con i Protobulgari); Peceneghi e Cumani non hanno potuto lasciare effetti linguistici duraturi, quindi il tutto si concentra sugli Avari (responsabili della ‘definitiva’ – per così dire – Slavizzazione) e gli Ungari (della Magiarizzazione, se la clan egemone rimane quella degli Árpádok).
A questo punto le uniche possibilità rimangono i Longobardi e i Gepidi (a seconda della Riva del Danubio): i Longobardi come sé stessi a Sud delle Alpi (e non come i loro ‘gemelli’ Bavari a Nord), i Gepidi come i loro fratelli Goti. Sarebbe però indispensabile che rimanesse un Vescovato latino in Pannonia (dipendente da Aquileia).
Il pannonico sarebbe più o meno come l’istroromanzo o istrioto.

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Anche Paolo dice la sua:

È possibile che la migrazione romana post invasione unna sia stata più lenta di quanto si immaginava anche solo due decenni fa. Diversi siti sul lago Balaton (come Keszthely-Fenekpuszta) mostrano che, per quanto uno spopolamento ci sia stato nel quinto secolo, ancora nel sesto e addirittura settimo e ottavo secolo vi sono tumulazioni e un accenno di vita urbana, con produzione artigiana. Ora, ciò non vuol dire necessariamente che chi abitava i centri urbani fosse (ancora) romano, ma sicuramente il mantenimento di vita urbana e funzioni religiose cristiane possono contribuire a supporre che il passato romano ci mise un bel po' a scomparire del tutto. Ci si può azzardare a ipotizzare l'esistenza di piccoli ed effimeri centri di potere romano-germanici o romano-slavo/avari per un certo periodo? Non lo so, ma non sarebbe molto diverso da quanto accaduto in Britannia, in fondo.
A mio avviso occorre che avvenga una invasione che abbia 'interesse' ad appoggiarsi ai residui di romanità per controllare la zona (e residui di romanità sufficientemente vitali per aderire al progetto).
Dunque, la mia ovvia, banale e prevedibile risposta, è che le campagne mauriziane contro gli Avari si concludano con la loro sconfitta definitiva (quindi il pod è che Maurizio non perda il controllo del suo esercito nel 602, in effetti). La valle del Tibisco è oggettivamente troppo lontana da Costantinopoli e le scorrerie slave nei Balcani restano un problema. Per cui credo che Sirmio possa rappresentare l'avamposto fortificato più avanzato sotto il diretto controllo bizantino.
Chiaro che dal punto di vista della successione imperiale, da qui, si va al buio... Ma amministrativamente parlando, con o senza Eraclio, le guerre persiane si sarebbero svolte lo stesso e la parte più caotica del limes danubiano pannonico avrebbe visto un esarcato autonomo centrato su Sirmio e una serie di ducati 'bizantini' 'fluviali' lungo il corso di quattro assi portanti: Sava, Drava, Danubio fino ad Aquincum e basso Tibisco.
Le vicende successive andrebbero analizzate, ma la ricristianizzazione della regione sarebbe ancora incentrata sul latino - a meno di avere dei Cirillo e Metodio in anticipo - così come dubito che ammimistrativamente parlando si possa imporre qualcosa di diverso dal latino. Qualsiasi sia il popolo invasore successivo, se intende convertirsi al cristianesimo che trova, presto o tardi assimila la lingua in cui viene predicato e pregato. Quindi, in ultima analisi, dipende da come di risolverà in quei decisivi anni la lotta a morte tra latino delle città lungo i fiumi e il Pelso/Balaton e slavo in tutto il resto del territorio (che potrebbe anche benissimo essere risolta da decisori individuali con molto potere).

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Tommaso Mazzoni domanda:

Scusa, Franz Joseph, perchè i Protobulgari hanno neolatinizzato la Romania?

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E Franz Joseph von Habsburg-Lothringen spiega pazientemente:

È stata una specie di ‘polarizzazione’ rispetto agli Avari, che hanno molto valorizzato l’elemento (balto)slavo che hanno trovato e di conseguenza hanno catalizzato la formazione e diffusione della comunione linguistica slava; i Protobulgari hanno invece formato un Regno come quelli Romano-Germanici, appoggiandosi sulle comunità urbane latinofone del Basso Danubio (tanto da adottarne, per esempio, l’onomastica personale nei nomi dei proprî Sovrani: Romano, Campagnano, Sabino &c.).

Il processo ha toccato l’apice dopo la distruzione del Khānato degli Avari, allorché quello dei Protobulgari ha raggiunto la massima estensione, soprattutto a Nord del Danubio, dove appunto i suoi effetti sono stati duraturi; a Sud, invece (dove nel frattempo si era ristretto il Regno, a causa dell’arrivo dei Peceneghi su sollecitazione di Bisanzio), la successiva Conversione al Cristianesimo secondo le modalità della Missione Cirillo-Metodiana (con Bo[go]ris I.) ha determinato – una volta che la rivalità con gli Avari era ormai lontana – una riformulazione identitaria che ha rotto sia la continuità ancestrale con l’elemento altaico sia ogni (pericolosa) inclinazione verso la Romanità o la Grecità, per appoggiarsi invece sull’elemento rustico degli Slavi.

È per questo che la Bulgaria è slava (mentre ci si aspetterebbe che fosse latina) e la Romania è neolatina (mentre tutto portava a farla diventare il centro della Slavità, quale in effetti la Dacia deve essere stata nella Protostoria)...

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William Riker suggerisce:

Mi è venuta in mente un’altra cosa: e i Gepidi? Secondo voi c’era qualche chance per questa popolazione germanica per sopravvivere fino ad oggi nella Pianura Pannonica, così da avere in essa una nazione germanofona?

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Franz Joseph von Habsburg-Lothringen ribatte:

Germanofona o latinofona a seconda della loro Confessione Cristiana definitiva.
La proposta che facevo era appunto che, stanti i bassi numeri demografici sia dei Gepidi sia dei Longobardi rispetto ai Locali, diventassero entrambi Regni Romano-Germanici neolatini (come i Longobardi storici e i Goti); ai Gepidi però sarebbe indispensabile l’annessione della Mesia.

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E ora, altre due proposte di Paolo Maltagliati:

I Cumani, dopo la grande invasione mongola, dovettero sloggiare dalle loro terre a nord del Mar Nero. Molti di loro, valenti guerrieri e cavallerizzi, fuggirono a chiedere ospitalità presso il popolo che secoli prima avevano scacciato e che nel frattempo si era "civilizzato", diventando un grande regno, ossia l'Ungheria. I sovrani magiari accettarono volentieri, poiché avere uomini forti e valenti che controllavano i passi dei Carpazi settentrionali, poco abitati, se non da genti slave, di cui non si fidavano molto, faceva sempre comodo. La terra in cui si stanziarono, oltre il Tibisco, venne ribattezzata dai magiari Kunsag. Ora, nella nostra timeline i Cumani, pur mantenendo a lungo le proprie tradizioni (i re ungheresi concedettero che rimanessero della loro fede animista con una patina sincretico-musulmana), nel corso dei secoli finirono per magiarizzarsi completamente, pur lasciando qualche impronta linguistica sull'ungherese. Inoltre San Domenico di Guzman, pervaso da zelo missionario, voleva andare a convertire proprio i Cumani, ma Innocenzo III convinse lui e Diego Acevedo a prendere la via della Linguadoca per contrastare la diffusione del catarismo. Poniamo che Domenico non si lasci distrarre. Molto probabilmente il papa troverà qualcun altro da mandare in Occitania, in quel fiorire di movimenti religiosi che fu il periodo tra gli ultimi anni del XII e la prima metà del XIII secolo. Magari riciclerà i Valdesi, riabilitandoli. Comunque Domenico andrà dai Cumani e, essendo una persona intelligente, farà quello che hanno sempre fatto i santi intelligenti quando vogliono mettersi a convertire un popolo: imparare la lingua e tradurre la bibbia, chiedendo dispense particolari al pontefice sull'uso del latino. Grazie al fatto di avere un testo scritto nella propria lingua e magari, almeno per un po', un rito liturgico particolare, la lingua e la cultura cumana non scompariranno. Certo, regrediranno, assimilandosi progressivamente sul lato ungherese, ma quello che perderanno a sudovest guadagneranno a nord-est, assimilando le popolazioni delle attuali Transcarpazia e Maramures. Il loro destino seguirà quello degli ungheresi fino al 1526, quando si sottometteranno volontariamente agli Asburgo. Nel 1918 cosa accadrà? l'ipotesi più probabile è che diventino uno stato indipendente, anche se magari "punito" a nord a vantaggio dei polacchi e a est a vantaggio dei romeni (anche se dipende da quanto presto si distaccano dal carro ungherese). Solita dittatura di stampo fascista tra le due guerre e solita occupazione da parte dell'armata rossa con annesso ingresso nell'orbita sovietica. Sarà comunque una tra le "baracche allegre del gulag", come le altre due repubbliche "asburgiche" in mano russa (non escluso un intervento cumano a favore degli ungheresi nel '56, poi represso). Nell'unione europea dal 2004 ma non nell'euro. La bandiera è a due strisce, azzurra sopra e verde sotto, con il simbolo antico del leone che ha sostituito la falce ed il martello dal 1989... (genialissima idea di Paolo Maltagliati)

E se invece i Peceneghi prima e i Cumani dopo non riescono ad eliminare totalmente i "magiari dell'est", quelli che non attraversarono i Carpazi? Mettiamo che rimangono almeno in parte nella regione che gli storici di Budapest chiamano Etelkoz, in una zona compresa tra il Siret ed il Dnepr, a sud-est della Volinia. Loro, a differenza dei cugini occidentali, diventano ortodossi, sottomessi alla Rus' di Kiev, poi, per resistere alle invasioni mongole e tatare, si alleano alla Galizia-Volinia. Si alleano o ne finiscono sottomessi? certo è che, dalla seconda metà del XIV secolo, finiscono nell'orbita Lituana prima e polacca poi. I Polacchi li usano come carne da macello per contrastare i tatari di Crimea, mostrando loro non troppa gratitudine, cosa per cui alla fine fanno come i cosacchi e passano alla sponda moscovita. Rimanendo doppiamente fregati, perché vessati sia dai russi, sia dai ruteni. Il loro sogno di indipendenza nasce nel 1918. Ce la faranno a ottenere uno stato loro, oppure rimarranno fregati come gli ucraini? (personalmente propendo per la seconda ipotesi) In ogni caso, idem come sopra: orbita/dominio sovietica/o. Nella speranza che non aiutino troppo i nazisti avanzanti per finire spazzati via come i tatari di Crimea, anche se temo che potrebbe andare proprio a finire così: immaginatevi i nazisti che si portano dietro una divisione dei "cugini" ungheresi d'occidente come liberatori. Oltretutto, non essendo slavi, non sarebbero neanche trattati così male come gli ucraini, anche se non saprei dirvi le perverse logiche delle SS come potrebbero considerare la questione. Forse riusciranno ad ottenere l'agognata indipendenza nel 1991, come "Repubblica di Etelchia". Quali e quante differenze linguistiche sussisteranno tra il magiaro orientale e quello occidentale? e tra questi due e il Siculo (ungherese di Transilvania) e lo Csango (ungherese di Moldavia)? Saranno mutuamente intelligibili oppure no?

Ecco queste cartine approssimative. In rosso /violetto (popolazione maggioritaria/presenza) Etelchia ( a ripensarci però forse ho un po' esagerato...); in Blu/azzurro (idem come sopra) Cumania.

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Rivoluzionario Liberale ci scherza su:

I Cumani non si assimilano e continuano a vivere in comunità loro, di allevamento e artigianato, e sono minoranza in Ungheria, Valacchia, Moldavia, Balcani. Poi arriva il XIX secolo e molti Cumani iniziano a migrare verso occidente: con la rivoluzione industriale il loro artigianato era già fuori mercato da tempo, e allora iniziano a vivere di furti. Il nazismo li perseguita in quanto popoli non ariani. Alcuni comuni adibiscono campi profughi per loro, al pari dei ROM, e spesso vengono confusi con essi, anche se parlano una lingua turca.

Poi arriva la Lega: « Bhhhhhhhhggggggrrrrr (la voce di Bossi), noi popoli padani non vogliamo questi invasori turchi, li rimandiamo a casa! » Alla stazione i bambini Cumani vanno a rubare il portafoglio alle vecchiette. Alcuni Cumani ubriachi con un SUV mettono sotto un vigile. Eccetera...

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Gli risponde Paolo:

Amaramente divertente (e quasi realistica, purtroppo...) Guarda, in effetti avevo pensato anch'io ad un'eventuale assimilazione con i Rom da parte degli occidentali...

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Franz Joseph von Habsburg-Lothringen dal canto suo aggiunge:

Splendide ucronie! Sulle bellissime cartine solo un appunto: il Kunság storico si trovava proprio nel centro della pianura, nelle attuali province (megyék) di Bács-Kiskun (la Cumania Minore) e Jász-Nagykun-Szolnok (la Cumania Maggiore). In pratica la mia domanda è: perché ucronizzare la Cumania in Rutenia Subcarpatica?

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E Paolo Maltagliati chiarisce:

È dettato da una mia valutazione sulla posizione della Cumania Minore, derivata dal fatto che comunque davo per scontata una magiarizzazione della Cumania Maggiore. Poi anche perché non volevo togliere troppo spazio agli ungheresi... Evidentemente mi sono lasciato prendere la mano: ho spostato i Cumani "troppo" a nord, in un'area relativamente periferica per tutti, in cui questo popolo non interferisse "troppo" con la grande storia...

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Franz Joseph von Habsburg-Lothringen  annuisce:

Ah, ho capito. Per parte mia, pensavo soprattutto alla Cumania Minore come zona ideale di sopravvivenza, perché le modalità di insediamento (estensivo e rado) sul territorio comportano meno resistenza da parte di componenti locali preesistenti, mentre la Rutenia Subcarpatica è paragonabile al Caucaso come persistenza delle Comunità etniche storiche (è una delle regioni europee - con l'Irlanda, il Galles, la Scandinavia, la Germania Settentrionale, i Paesi Baltici, il Paese Basco, Roma [in parte], l'Albania interna e l'Attica - in cui si ha continuità ininterrotta, senza sostituzioni di lingua, dalla Preistoria a oggi).

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Paolo allora ci lavora intorno di fantasia:

Si potrebbe immaginare una situazione carpatica paragonabile ai Balcani, o peggio, al Caucaso, con una tale parcellizzazione etnica da indurre quasi necessariamente a far diventare tutta la zona tra la pianura pannonica ed i carpazi un punto caldo, anzi, caldissimo. Basta trovare un pod (questa è la parte più difficile) che permetta la sopravvivenza di stanziamenti di molti popoli che sono transitati da quelle parti in epoca medievale.

1) "Pannoni". Non mi riferisco ai Pannoni antichi, ma ad una popolazione neolatina che riesca a sopravvivere (prove archeologiche di un volgare latino nella zona di Aquincum nel V secolo ci sono). Stanziamento maggiore nella selva Baconia?

2) Popolazioni Germaniche. Propenderei per i Gepidi, assieme a resti di Eruli e Rugi che si Gepidizzano. Se sopravvivessero in qualche modo sarebbero oltretutto una manna per i linguisti, avrebbero una lingua germanica "orientale". Dunantul meridionale, sforando anche oltre la Drava, alle pendici dei colli Bilogora e Papuk?

3) Avari. Crearono un grande impero, ma rimasero arretrati per la loro tendenza isolazionistica, anti-cristiana e tradizionalista. Fossero stati più malleabili... Tra Danubio e Tibisco, spinti progressivamente a sud quando arrivano i Magiari?

4) Ungheresi. Quelli che storicamente sono risultati vincenti nella nostra TL, a conti fatti. Occuperanno la piana ungherese tra il Danubio e i monti Apuseni?

5) appunto, i Cumani. A Nord degli Ungheresi (la piana comincia ad essere piuttosto affollata...)?

Se poi contiamo a nord gli Slavi occidentali, a sud i Serbi ed i Croati, a est i Valacchi ed a ovest i prototedeschi, la situazione comincia a farsi confusa. Vogliamo fare uno sforzo masochistico e complicarla ancor di più? Ripescare, andando indietro, i celti, magari arroccati in qualche sparuta comunità montana stile allobrogico sui Tatra. Se avete altre idee... Nel frattempo proverò a pensare a quale pazza timeline potrebbe dare questo esito e quali le conseguenze dal punto di vista politico...

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Riprende la parola Rivoluzionario Liberale:

Sarebbe bella la sopravvivenza di un po' tutti questi, ad esempio mandati dagli ungheresi nella Transilvania che non si romanizza. Quindi ad esempio:

a) sopravvivono i Daci, in alcuna zone
b) presenza romanza minoritaria, al pari degli Arumeni nel sud dei Balcani
c) sopravvivono i Gepidi, con la loro lingua germanica
d) colonizzazione Szekeli, magiara (come nella HL)
e) Cumani
f) Yazigi iranici
g) i rom si stabilizzano in alcune aree
h) colonizzazione sassone

Alla fine il territorio della Transilvania e del Banato non ha un ceppo prevalente. Con l'autonomia dell'Ungheria il governo di Budapest tenta di imporre l'ungherese a tutti. Si arriva a Trianon e l'Ungheria che ne ha posseduto l'area viene smembrata, ma la Romania la rivendica.

1) Trianon decide che la T. rimane ungherese e impone al governo di B. larga autonomia
2) La T. passa alla Romania che deve gestire un'area multietnica
3) La T. nasce come stato indipendente e multietnica, la lingua ufficiale torna il tedesco
4) Nasce tutta una serie di stati.

Continuate voi...

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Franz Joseph von Habsburg-Lothringen mette in ordine tutte queste idee:

Dunque, sinora abbiamo enumerato: tra le popolazioni prelatine, i Daci e i Celti; tra i Neolatini, i 'Pannonoromanzi' e i Valacchi; tra i Germani, Gepidi (+ Eruli e Rugi) e poi i Bavari; tra gli Slavi, i Serbi e i Croati; tra i Popoli delle Steppe, gli Avari, i Magiari, i Székelyek, i Cumani; infine gli Jazigi.

Faccio notare che abbiamo saltato tre etnie centralissime in Pannonia: i Pannoni appunto, gli Unni e i Longobardi (mi permetto di caldeggiarne la sopravvivenza; fra l'altro i Longobardi possono benissimo rimanere, così come i Goti di Crimea sono sopravvissuti almeno un Millennio più degli Ostrogoti, Visigoti e Gepidi).

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Non può mancare il nuovo contributo di Paolo:

Mi sono messo d'impegno e ho provato a raffigurare una situazione del genere su una cartina. Premetto che è piuttosto arbitraria, però è un tentativo che mi ha divertito molto.

Dopo le reazioni prodotte dalla discussione sull'"aumento del tasso di varietà locale" nell'ambito pannonico, proviamo a fare lo stesso discorso per quanto riguarda un'altra area interessante, il Baltico. Immaginiamo di raddoppiare il numero delle repubbliche baltiche sopravvissute al giorno d'oggi. Per la precisione, tre baltiche e tre baltofinniche (invece di due e una).

Baltiche: vado sul sicuro, Prussia, Lituania e Lettonia
Finniche: e qui mi sbizzarrisco, Livonia, Estonia, Ingria

Quali i punti di divergenza per arrivarci?

A livello generale, penso ad una prolungata fluidità ed instabilità politica della regione. Se invece di "egemonie" (Tedesca, Polacco/Lituana, Svedese, Russa) successive, una dopo l'altra, rimanesse area contesa a lungo.

In secondo luogo, implica una netta revisione del cammino della potenza moscovita: o un suo ridimensionamento anche molto forte, oppure una cornice completamente diversa delle sue direttrici espansionistiche. Se per esempio l'arrivo sul mar Nero fosse arrivato prima dell'espansione verso nord-ovest, idealmente l'omologo di Pietro avrebbe potuto costruire la sua capitale nell'attuale luogo in cui si trova Kerc. Comunque sarebbe una timeline che coinvolgerebbe in maniera diversa tutto il resto del mondo (Sopravvivenza dell'impero bizantino prolungata? Eliminazione anticipata di Kazan? e tantissimo altro).

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Ecco la risposta di Massimiliano Paleari:

Spunto ucronico molto interessante, anche se di difficile sviluppo:

Per ipotizzare l'esistenza odierna di queste tre Repubbliche Baltiche in più mi pare che i pod più verosimili vadano collocati molto indietro nel tempo e collegati precisamente alle modalità di introduzione del Cristianesimo in queste terre. Per questi popoli infatti l'abbandono del paganesimo coincise con l'inizio di un processo di snazionalizzazione, dal momento che il Cristianesimo fu imposto sostanzialmente manu militari: il Cattolicesimo ai Pruzzi e ai Livoni dagli Ordini Cavallereschi (Portaspada e Teutonici) Germanici; il Luteranesino agli Ingri (già in parte Ortodossi) dai Finno/Svedesi. Se invece ipotizziamo una introduzione "più dolce" del Cristianesimo e legata in qualche modo alla creazione di "Chiese Nazionali" e di un Clero locale, allora questi popoli (forse gli Ingri no in ogni caso) avrebbero mantenuto maggiormente la propria identità etnica e linguistica. Lo sbocco più razionale sarebbe stato la nascita di una Federazione Baltica (entità statale che anche nella nostra timeline è realmente esistita anche se in maniera effimera durante il 1918 e sotto tutela tedesca) o al limite di due federazioni: una baltica propriamente detta (Pruzzia, Lituania, Samogizia, Curlandia, Semgallia, Latgallia) e una balto/finnica: Estonia, Ingria, Finlandia.

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A questo punto si intromette Iacopo:

Per quel che ho capito, non sarebbe stato ancora del tutto chiarito in che misura le affinità tra queste lingue, appartenenti a differenti rami di lingue indoeuropee, siano dipendenti da una "parentela" e quanto invece dalla vicinanza geografica dei popoli che le parlavano. Tu su questo tema che cosa pensi? E' possibile trovare in questa "lega linguistica" una lingua che potremmo considerare "centrale"? Ci sono tra queste lingue alcune che sono mutualmente intelligibili (per esempio, un serbo e un bulgaro, parlando ciascuno nella propria lingua, potrebbero capirsi)

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Subito Franz Joseph von Habsburg-Lothringen gli replica:

La formula della Lega Linguistica Balcanica è, in sintesi, così riassumibile:

1) stratificazione dell’indoeuropeo preistorico (come nel resto dell’Indoeuropa), con espansione demica dall’Anatolia di Agricoltori Neolitici indoeuropei (7000-3500 a.C.) fra Cacciatori-Raccoglitori Mesolitici indoeuropei, poi con invasioni o comunque massicce infiltrazioni di Pastori Allevatori Calcolitici indoeuropei dalle Steppe Ponto-Caspiche (4200-2100 a.C.); questa è la lunga fase di selezione (rispetto al più ampio inventario dell’indoeuropeo comune) della maggior parte della grammatica e del lessico greco, illirico, baltoslavo-dacomisio-tracio (anche frigio), naturalmente anche veneto-istro-liburnico e celtico, nonché del fondo più antico del lessico ‘balcanico’ comune (quello diffuso in tutte o quasi le lingue balcaniche e anteriore al latino);

2) differenziazione – anche fonologica – dell’indoeuropeo balcanico (e delle regioni contermini) fra le classi greca, frigia, illirica, baltoslavo-dacomisio-tracia, veneto-istro-liburnica e celtica (II. millennio a.C.);

3) possibili migrazioni (‘pelasgica’, dorica, tirrenica &c.: ultimi secoli del II. millennio a.C.) e contatti con l’Anatolia e l’Egitto; ipotetica Lega Linguistica Paleobalcanica fra macedonico, illirico, tracio e dacomisio (e frigio?);

4) espansione coloniale e culturale del greco (I. millennio a.C., forse con inizio già prima), dal II. sec. a.C. – ma soprattutto nella prima metà del I. millennio d.C. – anche del latino; formazione della Latinità Balcanica (soprattutto il rumeno, ma non solo), Cristianizzazione e Fase Bizantina più antica (greco, protoalbanese, protorumeno, tracio [finché è rimasto], dacomisio [che partecipa alla trasformazione del baltoslavo meridionale in protoslavo]);

5) effimeri superstrati germanici orientali (anche con gli Unni); Slavizzazione del dacomisio (sotto l’egida politica degli Avari, di lingua altaica) e del tracio; espansione del rumeno (sotto l’egida politica dei Bulgari, discendenti degli Unni e linguisticamente multifarî fra turco-tataro, ’īrānico, slavo e balcanolatino). Sono i secoli (VI.-IX.) di formazione della Lega Linguistica Balcanica fra albanese, rumeno, bulgaro-macedone e serbo (con effetti visibili a livello sia lessicale sia grammaticale);

6) Missioni Bizantine fra gli Slavi, Fasi Paleoslava e (seconda) Bizantina (entrambe IX.-XIV. secolo) della Lega Linguistica Balcanica (greco, albanese, bulgaro-macedone e serbo, rumeno);

7) Turcocrazia (XIV.-XIX. secolo), Fase Ottomana della Lega Linguistica Balcanica (turco, greco, albanese, bulgaro-macedone e serbo, rumeno).

Così si può rispondere alle domande:

- le somiglianze fra albanese, greco, rumeno, bulgaro-macedone e serbo sono sia per parentela (indoeuropea; per bulgaro-macedone e serbo anche e soprattutto slava) sia per vicinanza, mentre le somiglianze del e col turco sono solo per vicinanza (contatto linguistico);

- le somiglianze che coinvolgono il turco sono una parte (minoritaria) di quelle dovute a vicinanza che coinvolgono soltanto albanese, greco, rumeno, bulgaro-macedone e serbo;

- le somiglianze dovute a vicinanza sono nel complesso minori di quelle dovute alla parentela indoeuropea e ovviamente molto minori di quelle fra bulgaro-macedone e serbo dovute alla parentela slava;

- a parte le lingue slave fra loro, le lingue che partecipano alla Lega Linguistica Balcanica (albanese, bulgaro-macedone e rumeno; greco, serbo e turco sono più marginali) non sono mutuamente comprensibili (si può capire qualche parola, ma meno che l’inglese per un italofono che non lo abbia studiato); fra bulgaro-macedone e serbo c’è più o meno la somiglianza che si ha fra italiano e spagnolo, mentre fra bulgaro e macedone è come fra toscano e còrso (anche se bisogna rilevare che macedone e bulgaro hanno l’accento di parola completamente diverso – che disturba notevolmente la comprensione immediata – e così pure la formazione dei cognomi);

- tuttavia (in parte proprio per queste ragioni), per molti secoli il plurilinguismo è stato la regola (tutti o quasi conoscevano il greco e/o il turco) e le appartenenze nazionali erano soltanto due, Musulmani (perlopiù Sunniti) e Cristiani (Ortodossi), percepite rispettivamente come Turchi e Greci (per cui un Albanese musulmano e un Albanese ortodosso si potevano benissimo parlare in albanese – ghego o tosco – ma si consideravano di Nazioni diverse), con l’aggiunta dei Serbi, che sono in gran parte sfuggiti all’identificazione coi Greci (mentre, per contro, moltissimi Rumeni erano annoverati fra i Serbi);

- questo significa che albanese, bulgaro-macedone e rumeno erano solo basiletti parlati a livello locale, da persone comunque bilingui col serbo o il greco e/o il turco (non c’era bisogno dell’intercomprensibilità, perché la comunicazione era garantita dal bilinguismo);

- hanno avuto un ruolo di lingua ‘centrale’, in ordine di tempo, il latino, il greco bizantino, il paleoslavo (non per i Greci) e il turco.

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Iacopo insiste:

Secondo te quali erano confini settentrionali del daco-misio-tracio? In particolare, esistono tracce di un tale sostrato anche oltre i Carpazi? In Galizia, in Polonia? Dovevano essere aree pochissimo popolare, ma si può ricostruire il percorso del confine tra area celtica, area balto-slava-daco-misia e area proto-germanica?

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Franz Joseph von Habsburg-Lothringen non si fa certo pregare:

Le due principali teorie sulla Protopatria degli Slavi sono quella Occidentalista (prediletta in Polonia, perché sostiene che la Polonia sia la Protoslavia) e quella Orientalista (preferita in Germania, perché spostando la Protoslavia in Ucraina lascia disponibile la Polonia come parte della Protogermania). Queste sono le due scuole in cui ho studiato e da giovane ritenevo che la soluzione alla diatriba fosse semplicemente di unirle, dal momento che entrambe risultano incontrovertibili per la propria parte positiva né sono reciprocamente incompatibili (come invece vengono presentate). D’altra parte, il mio interesse era per il Bacino Danubiano e dunque per i Daci e i Traci (su cui la bibliografia è prevalentemente in bulgaro e rumeno) e così per molto tempo mi sono accontentato di perseguire, per quanto riguarda la Questione della Protoslavia, soltanto l’unificazione della Teoria Occidentalista e Orientalista.

All’inizio il problema più importante mi sembrava quello di distinguere con precisione il tracio dal dacio e dal getico e ho seguito l’insegnamento di Duridánov (quindi di Georgíev) soprattutto per questo aspetto; dopo di ciò, ho seguìto l’itinerario di Georgíev in relazione all’etrusco e infine sono passato, secondo il suo modello, all’Anatolistica. Poi però, verificando con più attenzione le varie teorie sui Daci e i Mesî, mi sono reso conto che le trasformazioni dall’indoeuropeo al dacomisio sono identiche a quelle dall’indoeuropeo allo slavo, ho recuperato gli studî di Duridánov sulla toponimia della Mesia e quelli di Mario Enrietti sulle solidarietà fra protoslavo e rumeno e infine ho appreso che il lignaggio genetico autosomico patrilineare degli Slavi Meridionali è in grandissima maggioranza diverso da quello comune agli Slavi Occidentali (Cechi, Slovacchi, Sorabi, Polacchi) e Orientali (Russi, Bielorussi, Ucraini). La conclusione che mi sono trovato obbligato a trarre è questa: l’unificazione delle Teorie Occidentalista e Orientalista sulla Protoslavia (ossia che la Protopatria degli Slavi andasse dalla Volga all’Elba) vale per gli Slavi Settentrionali (= Occidentali e Orientali), ma la Protoslavia si estendeva anche nel Bacino Danubiano-Carpatico e quindi era in parte ricompresa nell’Impero Romano. Non che i Russi o i Polacchi siano mai provenuti da Sud; è chiaro che rappresentano la continuità della popolazione (baltoslava) dell’Istmo Ponto-Baltico. Ma gli Slavi invasori di cui parlano le fonti bizantine sono semplicemente i Daci e i Geti e a Sud del Danubio si sono stanziati fra popolazioni (discendenti dei Mesî) che, come già sapevamo, parlavano la loro stessa lingua: in altri termini, nell’Impero Romano c’erano già gli Slavi ed erano nient’altro che i Mesî, i Daci e i Geti.

Certo, all’epoca dell’Impero Romano non parlavano ancora il protoslavo; parlavano appunto il dacomisio, che, come ci mostra la toponomastica, era identico al baltoslavo a Nord dei Carpazi. Tuttavia, è dai territorî già romani che sono partite le innovazioni che hanno più differenziato (insieme a quelle di origine ’īrānica: scitica, sarmatica e alanica) il futuro protoslavo dal resto del baltoslavo (ossia dal baltico). Ecco perché le principali innovazioni protoslave sono così simili alle trasformazioni dal latino classico al latino volgare (in particolare al latino balcanico): si sono diffuse dal latino volgare al dacomisio (tardo) e da qui al resto del protoslavo...

Quindi, per riassumere: la Protopatria degli Slavi si estendeva sì dall’Elba alla Volga (unificazione delle Tesi Occientalista e Orientalista), ma anche a Sud dei Carpazi (compresa la Bassa Pannonia), fino ai Balcani e alle Alpi Dinariche. Così si capisce perché Strabone scrivesse che i Traci sono la nazione più grande del Mondo: intendeva anche i Dacomisî e i Baltoslavi, che in effetti, tutti insieme, occupavano mezza Europa (l’altra metà essendo invece perlopiù celtica).
Dunque, visto da Sud e con la terminologia etnica greco-latina, i Traci erano compresi fra l’Egeo e i Balcani, a Nord dei quali abitavano i Mesì fino al Danubio, oltre il quale i Geti e, in Transilvania, i Daci (nei Carpazi i Coestoboci, che erano dimostrabilmente Slavi nel senso più stretto del termine); a Nord dei Carpazi la stessa comunione linguistica continuava con gli Slavi veri e proprî e, più a Nord (fra il Baltico e la Moscova), i Balti. Non c’era quindi un “sostrato”: come gli Indoeuropei danubiano-carpatici sono diventati i Daco-Misî (e Geti), così gli Indoeuropei ponto-baltici sono diventati i Baltoslavi e le trasformazioni linguistiche degli uni e degli altri sono state le stesse, dopodiché quelle dei Daco-Misî e Geti a contatto con la Latinità Balcanica hanno innescato le traformazioni dal baltoslavo al protoslavo (ciò spiega perché i nomi delle città della Dalmazia risultano essere passati dal latino volgare a una fase ancora baltoslava, a partire da cui hanno poi preso parte a tutte le trasformazioni dal baltoslavo al protoslavo: non è che i Baltoslavi si siano spostati fino all’Adriatico, sono semplicemente i Dalmati dell’Entroterra che parlavano baltoslavo e poi si sono trasformati in Protoslavi). Per fare un paragone con l’Occidente: come non c’era differenza fra il gallico e il britannico, così non ce n’era fra il dacomisio e il baltoslavo. Non è che i Daci si estendessero a Nord dei Carpazi: erano gli Indoeuropei a Nord dei Carpazi che si sono trasformati linguisticamente allo stesso modo degli Indoeuropei da cui sono discesi i Daci, i Geti &c.

Dopo la fase indoeuropea preistorica si sono diffuse, da centri diversi, trasformazioni linguistiche reciprocamente alternative: certi dialetti ne accoglievano alcune, altri altre. I confini fra i dialetti indoeuropei che hanno accolto le innovazioni germaniche e quelli che hanno accolto quelle celtiche oppure quelle baltoslavo-dacomisie sono diventati i confini fra le classi linguistiche germanica, celtica e baltoslava(-dacomisia). Il confine celto-germanico andava più o meno dal Basso Reno ai Mittelgebirge, tendendo sempre più verso Sud-Est (al punto che la Baviera settentrionale era germanica); il confine germano-baltoslavo doveva andare, approssimativamente, dal Baltico lungo il bacino del fiume Oder fino all’alto corso dell’Elba. Celti e Baltoslavo-Dacomisî confinavano sul Medio Danubio (indicativamente fra Vienna e Bratislava), in Pannonia (la Pannonia Superiore era celtica, la Pannonia Inferiore baltoslavo-dacomisia, anche se i Celti Scordisci si sono poi spinti fino alla zona di Belgrado) e, più a Sud, fra Pannonia Superiore (appunto celtica) e Dalmazia (se non era, almeno in parte, illirica), fino ai Liburni (veneto-istro-liburnici) in prossimità dell’Adriatico. La costa adriatica veneto-istro-liburnica si è massicciamente latinizzata (data anche l’affinità linguistica), i Dalmati sono diventati Slavi e poi anche i Celti alpini sudorientali si sono a loro volta slavizzati, diventando gli Sloveni (da notare che hanno assunto il nome generale degli Slavi Meridionali, appunto Sloveni).

La presenza di Colonie Greche in Occidente in fase micenea (II. millennio a.C.) è accertata per Roma, fortemente indiziata per Napoli e la Sicilia nonché, nell’Adriatico, almeno per Traù e comunque ipotizzabile in generale per tutte le località in cui la Tradizione antica riporta la memoria di peregrinazioni di Eroi di ritorno dalla Guerra di Troia. In area specificamente baltolsavo-dacomisia, il ricordo di frequentazioni pre- e protostoriche è incorporato nei Miti relativi agli Iperborei (nome generico che, nella maggior parte dei casi, si riferisce a Dacomisî e Baltoslavi); in questo caso però si tratta solo di contatti, non di Colonie.

Un aspetto delicato che vedo (spesso trascurato) nei livelli di appartenenza ‘intermedî’ è la loro sovrapponibilità. Per esempio, un Valacco del 1500 poteva con ottime ragioni considerarsi ed essere qualificato come gallesco (‘valacco’), tedesco (in particolare... boemo), serbo o greco: la somma delle appartenenze coincide con le quattro Nazioni dell’Europa in epoca ottoniana (Greci, Latini, Germani, Schiavoni). riconoscere la coesistenza di identità (apparentemente) ‘alternative’ costringe a cercare una cornice comune sovraordinata, all’epoca ‘cristiana’ (somma di romano-germanica e greco-slava), oggi appunto ‘indoeuropea’.

Sulla formazione del rumeno a Sud del Danubio non sussistono dubbi, data la toponimia locale e le attestazioni storiche (v. cartina № 4.); si può discutere sulla continuità anche a Nord del Danubio, del tutto verosimile nelle città: il punto cruciale è che il nome del fiume Olt, anticamente (come registrato in latino) Ălŭtă, presuppone la trasformazione slava (del IX. secolo) *Olŭtŭ (donde *Olŭt nel X. secolo) da *Ălŭtŭ < *Ălŭtăs, mentre se il latino Ălŭtă si fosse conservato in rumeno suonerebbe, nel migliore dei casi, †Altă (nel peggiore †Arătu). In altri termini, il nome rumeno del principale fiume che attraversa e divide in due la Valacchia è stato preso dallo slavo in rumeno dopo il IX. secolo.
D’altra parte, va osservato che proprio nel IX. secolo si è avuta la massima espansione del Khānato Protobulgaro (anche in tutta l’attuale Romania), il quale per parte sua era centrato sulle aree più latinizzate (quindi protorumene) a Sud del Danubio (anche i nomi di alcuni suoi sovrani sono schiettamente latini, come Sabino, Campagnano &c.). Non dimentichiamo, poi, che la formazione dello slavo (necessariamente centrata sulla Dacia, altrimenti non avrebbe raggiunto il baltoslavo meridionale a Nord dei Carpazi) implica la presenza rumena a stretto contatto, dunque anche a Nord del Danubio. È quindi possibile che l’unificazione del protorumeno, fra Nord e Sud del Danubio, si sia compiuta nel IX. secolo e che allora sia avvenuta l’espansione anche nelle zone (a Nord del Danubio) all’epoca compattamente slave.

È questa ampiezza di orizzonti che riconcilia le opposizioni e offre (come l’unificazione delle teorie sulla Protoslavia...) una soluzione ai conflitti di lealtà identitaria; la sua mancanza contribuisce, credo, ad alimentare i tentativi ipernazionalistici di riscatto dalla frustrazione di essere ‘prigionieri’ di una Nazione percepita come mediocre.

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Non possiamo non pubblicare qui questa cartina di Lord Wilmore:

Se i Visigoti si fossero stanziati nei Balcani Occidentali, ecco come essi potrebbero apparire oggi...

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Gli risponde Alessio Mammarella:

Potremmo pensare ad un un insediamento dei Visigoti in Italia dopo il sacco di Roma e lo spostamento proprio in Gallia (per esempio con Arelate come capitale) del baricentro dell'Impero d'Occidente. Nei secoli successivi l'Impero d'Occidente (o il Regno dei Franchi in sua sostituzione) che progressivamente riconquistano la penisola italiana. Presa tra le guerre contro i franchi e le prime scorrerie dei saraceni, gran parte della nobiltà gotica si sposta oltre le Alpi Giulie, in quella regione occidentale dei Balcani che è sempre meno controllata dall'Impero d'Oriente.

Chiaramente questi visigoti romanizzati avranno battuto avari e ungari così come altri popoli (slavi) intenzionati a migrare verso sud. Forse solo la Galizia subirà un influsso slavo e non a caso si chiamerà così, come una regione della non lontana Polonia. Con il tempo, le varie regioni del paese si differenziano, in particolare la Catalogna e la Navarra hanno rapporti commerciali e culturali con gli stati "franchi" a ovest dell'Adriatico, mentre invece nelle aree impervie dell'interno si arroccano i superstiti delle popolazioni illiriche preromane che ancora orgogliosamente persistono nelle loro tradizioni.

L'avanzata dei turchi rappresenta un problema per questa ricostruzione perché se i turchi avanzassero come in HL l'unità del paese sarebbe rotta per secoli e ripristinata non prima del XIX secolo. Potremmo al limite ipotizzare che il regno gotico sia forte e possa dover sacrificare la sola Andalusia. Per quanto riguarda le questioni dinastiche e le avventure militari, l'ingerenza degli aragonesi in Italia e in Grecia sarà favorita da uno scenario del genere, mentre invece non possiamo pensare ad esplorazioni oceaniche. Viaggi come quelli di Colombo partiranno comunque dalla Penisola Iberica, la cui organizzazione politica esula dal nostro discorso (anche se sarebbe interessante ipotizzarla).

Il passaggio del regno agli Asburgo sarebbe ancora più logico che in HL, vista la continuità del paese con territori come l'Austria e l'Ungheria. In assenza della Penisola Iberica e delle sue colonie oltreoceano, non so se Carlo V avrebbe diviso la sua eredità in due diversi rami, ma comunque la cosa rileva poco visto in un secondo momento si sarebbero riuniti. L'unica cosa che possiamo ipotizzare è che il mondo asburgico sarebbe stato meno potente militarmente, e quindi alcune guerre dei secoli XVI-XVII-XVIII sarebbero andate diversamente. In ogni caso, vicende politiche da definire avrebbero portato il regno balcanico a separarsi dal resto dei domini asburgici (forse l'unico rimasto monarchico, dopo che altri paesi vicini sono diventati repubbliche?)

Possiamo forse solo ipotizzare, per arrivare ai giorni nostri, che il dittatore Tito abbia svolto un ruolo paragonabile a quello di Franco in HL, predisponendo il ritorno alla monarchia dopo un periodo repubblicano seguito a una guerra civile.

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Lord Wilmore in seguito ci ha domandato:

Secondo te gli Unni coincidono davvero con gli Xiongnu delle cronache cinesi?

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E Paolo gli ha risposto:

Non possono essere gli Xiongnu per un semplice motivo... Perché anche quelli che i Cinesi chiamano così sono popoli sempre diversi tra loro e che i cronisti raggruppano in quel nome spesso impropriamente. Xiongnu, del resto è un nome attestato già come minimo dal III secolo avanti Cristo. Gli Xiognu del II secolo DOPO Cristo certo non possono essere gli stessi.

A ciò si aggiunge il fatto che non potrebbero essere lo stesso popolo per una questione di distanza: un popolo delle steppe è come un'acqua con del colorante. Ogni goccia che aggiungi, cambia la composizione. Quindi nel tragitto da un punto A a un punto B magari il nome della confederazione rimane, ma composizione genetica e linguistica mutano anche molto.

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Il parere di Federico Sangalli è diverso:

"Xiongnu" è un termine piuttosto generico (potrebbe equivalere al nostro "germani"). Sarebbe interessante capire etnolinguisticamente quale fosse la componente prevalente della confederazione Xiognu, ma linguisticamente è dura: ci sono tracce di mongolo, iranico, ceppo siberiano e naturalmente ogni scuola di pensiero nazionale riconduce tali spunti alla propria nazionalità. Geneticamente sembra che gli studi in proposito abbiano appurato un legame diretto con gli Unni, ma con un maggiore commistione con gli aplogruppi asiatico orientali e nord orientali e un minore influsso di quelli europei. La teoria prevalentemente è quinti che gli Xiognu fossero dei proto-unni nati dall'unione di popolazioni scite e siberiane e che, quando questi si divisero in Xiognu Settentrionali e Xiognu Meridionali, attorno alla seconda metà del I Secolo Dopo Cristo, i primi migrarono verso la Siberia Occidentale e formarono il nucleo della futura confederazione tribale unna, mentre i secondi rimasero legati all’influenza cinese e finirono per integrarsi in Mongolia (dove in effetti c’è un’alta percentuale di riscontro genetico tra Xiognu e mongoli odierni).

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E Franz Joseph von Habsburg-Lothringen aggiunge:

Da questo interessante articolo si evince che gli Unni al di fuori del Bacino Carpatico erano per metà di ascendenza asiatica orientale (ma sempre con una componente minoritaria sarmatico-alanica), per l’altra metà di provenienza totalmente diversa e in generale ‘pura’ (Germani Settentrionali, ’Īrānici – Sarmati, Alani – e Pannoni); quelli nel Bacino Carpatico erano invece quasi tutti misti (un solo ’Īrānico ‘puro’), con una componente asiatica orientale di varia misura, ma in maggioranza sarmato-alanici.
Dal punto di vista fenotipico, mi pare notevole che tutte le componenti non asiatico-orientali – ossia l’assoluta maggioranza – siano proverbiali per la pigmentazione xantocroica (capelli biondi e occhi azzurri), decisamente il contrario dello stereotipo degli Unni...

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Generalissimus propone:

Modu Chanyu, il fondatore dell'impero degli Xiongnu, nel 192 a.C. ebbe l'ardire di chiedere in sposa l'Imperatrice Lü della Dinastia Han.
Costei rimase estremamente scandalizzata dalla proposta, al punto che sondò la possibilità di dichiarare guerra a quello che non vedeva altro che come un barbaro inferiore, ma poi uno dei suoi consiglieri la portò a più miti consigli quando le fece notare che l'esercito del capo degli Xiongnu era decisamente più potente di quello cinese.
Ma cosa accadrebbe se invece l'Imperatrice Lü accettasse e i due imperi si unissero?

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Ed è ancora Federico a rispondergli:

Particolare interessante: dopo la morte di Modu gli Xiognu svilupparono un sistema di governo dualistico tra il Chanyu (il Khan, in pratica), che regnava direttamente dalla capitale Longcheng (attuale Mongolia centrale) e sulla metà orientale della confederazione, e il Tuqi Wang (“Saggio Principe”), che governava l’altra metà della confederazione ed era usualmente l’erede al trono. Le regole di successione prevedevano anche che se l’erede diretto fosse troppo piccolo allora l’erede adulto, per esempio il fratello del re, assumesse il trono, cosa che alla fine portó alla nascita di numerosi rami cadetti che iniziarono a lottare per il potere.

Ora, immaginiamo che l’Imperatrice Lu accetti. Dovrebbe essere costretta, visto che in HL era tanto entusiasta da pretendere la guerra contro gli Xiognu. Forse gli stessi potrebbero infliggere ai cinesi una sconfitta ancora più umiliante a Baideng, otto anni prima, catturando o uccidendo lo stesso Imperatore Gaozu (in HL ci mancò poco). Dopo il matrimonio e l’unione dei due troni il sistema duale potrebbe svilupparsi con un Khan a Luangcheng e il Tuqi Wang a Chang’an, capitale della dinastia Han, o viceversa. Quando le lotte dinastiche inizieranno il principe che sarà meglio riuscito ad integrarsi coi costumi cinesi potrà guadagnare il loro supporto, sconfiggere i rivali e riprendere saldamente il trono, eventualmente introducendo lo successione alla cinese. L’Impero Sino-Xiognu si espanderebbe dall’Isola di Hainan al Lago d’Aral. Abbiamo tracce dei rami dinastici Xiognu almeno fino al 460 DC, per cui la nuova dinastia si guadagnerebbe un posto nella storia cinese con un regno di più di cinque secoli. Comunque sia, se diamo credito all’idea che gli Unni siano originatisi dagli Xiognu Settentrionali e sapendo che questi a loro volta si sono distaccati a seguito della guerra civile Xiognu, che qui non avverrebbe, al netto del fascino di vedere Attila al servizio di questo impero, è chiaro come anche la storia delle migrazioni “barbariche” ne risulterebbe sconvolta.

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William Riker ha avuto un'altra idea geniale:

Ardagasto, re degli Anti (Sarmati slavizzati), non viene sconfitto dall'imperatore Maurizio nel 585 durante la sua incursione in Tracia, ma anzi travolge le truppe bizantine al comando di Prisco e si stanzia stabilmente in quella che è la nostra Bulgaria, sottraendola all'Impero Romano d'Oriente. Che accade all'arrivo dei Bulgari? Questi ultimi dove si stanzieranno?

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E Franz Joseph von Habsburg-Lothringen gli replica puntualmente:

Si sono fatte tantissime ucronie sulla persistenza dell'Impero Romano (che poi è realmente persistito, a Bisanzio), ma poche sulla persistenza degli Anti, certo meno celebri, ma altrettanto se non più importanti; non a caso, Paolo Maltagliati se ne è occupato nella sua grande Ucronia Gotica. Io proporrei questo schema di risposta: Austria (bavarese) fino a Belgrado; Boemia fino ai Carpazi; Bulgaria slava (col nome di Slovenia) estesa a tutta la Romania.

Ora però voglio sottoporvi una variante: non una vittoria degli Anti su Bisanzio, ma la mancata sovrapposizione degli Avari sugli Anti. Circa la loro affiliazione etnico-linguistica, una delle prospettive più diffuse (alle quale aderisco) è che fossero Slavi (magari mi atterrei a un più generico e prudente «Baltoslavi»). Da Boz, Booz, Box (ca. 376-380, citato da Giordane) = */Bōz(ĭ)s/ (cfr. lituano buožis, lettone buõzis ‘verga, zucca (nel senso di “testa”; termine infantile)’, in lotta con gli Ostrogoti, a Dabragezas (attivo nel 555–56) = "buon bastone" (cfr. paleoslavo žezlъ ‘bastone, asta’), che ha guidato la flotta bizantina in Crimea contro i Persiani, se non fossero giunti gli Avari era già formato un Impero protobaltoslavo che avrebbe dominato dal Danubio al Don, perfettamente in equilibrio fra Bisanzio e gli Alani (poi i Chazari).

Per me dunque la Slavia Orientale Meridionale è questa e vi associo l’ucronia seguente: verso l’830 d.C. il primo Voivoda dei Magiari («Tourkoi» nella narrazione di Costantino VII. Porfirogenito [905-959], Dē Ădmĭnĭstrăndō Ĭmpĕrĭō, capitolo XXXVIII), Lebedíās, invece di controproporre Almoútzēs o il figlio di quest'ultimo, Arpadḗs (in ungherese Árpád), accetta l’offerta del chagan dei Chazari di diventare Principe dei Magiari («Sábartoi ásphaloi»), nella regione di Atelkoúzou (ungherese Etelkőz), presso il Dnepr, dopodiché tutta la storia degli Ungari si svolge pressoché identica fino al 1867, ma in lingua rusina anziché magiara (questa sarebbe una Slavia Orientale... Sud-Occidentale). L’ucronia arrivava al trionfo del duplice Progetto Großösterreichisch e Austroslavista, all’orientamento dell’Impero Russo verso le due Direttrici Geopolitiche alternative al Panslavismo (Protezione degli Ortodossi ed Eurasismo) e con la Prussia nel «ruolo di Mediatrice fra la Germanità di Russia e la Componente Evangelico-Riformata in Germania (come alternativa al ruolo asburgico di Mediazione fra Slavia Romana e Componente Cattolica in Germania, oltre ovviamente all'Italia)» (con possibile disinnesco della Grande Guerra fra una Cordiale Intesa a due e la Santa Alleanza dei Tre Imperatori).

In questo caso viene invece a mancare la sovrapponibilità alla Storia reale (perlomeno quella fino al 1867): la persistenza dell’Impero degli Anti nelle proprie sedi (a fronte di Avari, Bulgari, Chazari, Peceneghi, Cumani, Tatari, se non nelle stesse forme dei Principati Russi) impedisce – come nell’ucronia di Ardagasto – la formazione della Romanìa neolatina (perché si slavizza) e della Croazia e Slovenia slave (perché vengono germanizzate), unita all’ucronia di Lebedìa (visto che stiamo ragionando per obiettivi e non per singoli Punti di Divergenza) vede la slavizzazione (rusina) della Pannonia (anziché in lingua ceca come nell’ucronia di Ardagasto), per cui alla fine avremo una Slavia Occidentale (Boemia e Polonia), una Slavia Nordorientale (Rutenia e Moscovia) e una Slavia Sudorientale (Antia e Sabartia/Rusinia), quest’ultima dall’Ungheria all’Ucraina (e alla Bulgaria).

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Anche Lord Wilmore ha voluto dare il suo contributo a questa discussione:

Successione ininterrotta dei sovrani d'Ungheria

Sovrani mitologici
1) Oghuz Qaghan, leggendario figlio di Kara Khan e di Ay Khanbikeh, visse in un'epoca imprecisata ed è considerato l'antenato leggendario di tutti i popoli Turchi e di tutte le nazioni dell'Asia centrale

Chanyu degli Xiongnu
2) Touman (220–209 a.C.), lontano discendente dell'ultimo sovrano della dinastia cinese Xia, fu contemporaneo di Qin Shi Huangdi, il primo unificatore della Cina, e a sua volta riunificò le trbù turco-mongole fondando il Qaghanato Xiongnu
3) Modu Chanyu (209–174 a.C.), assunse per primo il titolo di Chanyu, equivakente a "Khan"
4) Laoshang Chanyu (174–161 a.C.)
5) Junchen Chanyu (161–126 a.C.)
6) Yizhixie Chanyu (126–114 a.C.)
7) Wuwei Chanyu (114–105 a.C.)
8) Er Chanyu (105–102 a.C.)
9) Xulihu Chanyu (102–100 a.C.)
10) Qiedihou (101/100–96 a.C.)
11) Hulugu Chanyu (96–85 a.C.)
12) Huyandi Chanyu (85–68 a.C.)
13) Xulüquanqu Chanyu (68–60 a.C.)
14) Woyanqudi Chanyu (60–58 a.C.)
15) Huhanye Chanyu (58–31 a.C. )
16) Fuzhulei Ruodi Chanyu (31–20 a.C.)
17) Souxie Chanyu (20-12 a.C.)
18) Juya Chanyu (12-8 a.C.)
19) Wuzhuliu Chanyu (8 a.C.-13 d.C.)
20) Wulei Chanyu (13–18 d.C.)
21) Huduershidaogao Chanyu (18–46 d.C.)
22) Wudadihou Chanyu (46 d.C.)

Bandiera degli Xiongnu

Chanyu degli Xiongnu Meridionali
23) Sutuhu (46–55)
24) Qiufu Youti (55-57)
25) Yifa Yulüti (57–59)
26) Xitong Shizhu Houti (59–63)
27) Qiuchu Julinti (63)
28) Huxie Shizhu Houti (63–85)
29) Yitu Yulüti (85–88)
30) Tuntuhe (88–93)
31) Anguo (93–94)
32) Shizi (94–98)
33) Wanshishizhudi (98-124)
34) Wujihoushizhudi (124–128)
35) Xiuli (128–144)
36) Cheniu (144)
37) Hulan Ruoshi Zhujiu (144–147)
38) Jucheer (147–158)
39) Tute Ruoshi Zhujiu (158–178)
40) Huzheng (178–179)
41) Qiangqu (179–188)
42) Chizhi (188–189)
43) Yufuluo (189–195)
44) Huchuquan (195–216)

Xianbei
45) Kebineng (216-235), sconfisse l'ultimo dei Chanyu degli Xiongnu e fondò il Qaghanato degli Xianbei
46) Tufa Shujineng (235-279)
47) Murong Tuyuhun (269-317)
48) Murong Hui (317-333)
49) Murong Huang (333-348)
50) Murong Ke (348-352)

Bandiera degli Unni di Attila

Qaghan degli Unni
51) Kama Tarkhan o Grumbat (352-358), re dei Chioniti o Unni rossi (i Kian-yun dei cinesi), di lui parla lo storico Ammiano Marcellino. Lasciate le steppe del Kazakistan, migrò con il suo popolo nelle regioni del Mar Caspio
52) Balamber o Valamiro (358-370), luogotenente di Grumbat, sottomise i Sarmati e gli Alani
53) Alypbi (370-386), altro luogotenente di Grumbat, di lui si sa poco o nulla
54) Uldino (386-412), Khan degli Unni Occidentali, si alleò con l'imperatore romano d'oriente Arcadio, ma poi tentò invano di attaccare Costantinopoli
55) Donato (386-411), Khan degli Unni Orientali, fu il primo Qaghan degli Unni a convertirsi al cristianesimo, nella versione ariana. Fu ucciso a tradimento dagli ambasciatori bizantini, come narra lo storico Olimpiodoro di Tebe
56) Charaton (411-412), luogotenente di Donato, tentò di raccoglierne l'eredità, ma fu sconfitto da Rua
57) Octar o Uptar (412-430), "coraggioso", figlio di Uldino, in diarchia con il fratello Rua fino al 430, fu ucciso in battaglia dai Burgundi
58) Rua o Rugila (412-435), in diarchia con il fratello Octar fino al 430, si spostò verso occidente e prese come ostaggio il generale romano Flavio Ezio, di cui poi divenne amico. Secondo la tradizione, morì colpito da un fulmine
59) Bleda (435-445), figlio di Mundjuk, fratello di Octar e Rua, in diarchia con il fratello Attila fino al 445. Secondo lo storico bizantino Prisco di Panion fu ucciso dal fratello con l'aiuto di Arderico, Re dei Gepidi e suo tributario
60) Attila o Idil (435-453), figlio di Mundjuk, in diarchia con il fratello Bleda fino al 445, fu soprannominato "il Flagello di Dio" per la sua ferocia. Con lui l'impero unno giunse al suo apogeo: il suo dominio si estendeva dall'Europa centrale al Mar Caspio, e dal Danubio al Mar Baltico, unificando Germani orientali, Slavi ed Ugro-finni. Incassò dal generale Flavio Ezio la sconfitta dei Campi Catalaunici, ultima grande vittoria dell'impero romano d'occidente, ma dopo l'assassinio di Ezio puntò su Roma per saccheggaiarla. Temendo di restare intrappolato in Italia, accettò un ingente riscatto da parte del carismatico Papa Leone I Magno e si ritirò. Morì durante una notte d'amore in circostanze mai chiarite
61) Ellac (453-454), figlio di Attila e di Kreka, fu ucciso nella battaglia del fiume Nedao dal re dei Gepidi Arderico, e l'impero unno cominciò a sgretolarsi
62) Tuldila (454 457), figlio di Attila, fu eliminato dai fratelli
63) Dengizic (457-469), figlio di Attila, morì in battaglia contro i bizantini
64) Ernac (469-482), figlio di Attila, fu alleato dell'impero bizantino. Alleato con i bizantini attaccò il Re dei Goti Teodorico il Grande, ma fu sconfitto e ucciso
65) Tingiz (482-498), figlio di Attila, governò sui territori dell'attuale Ucraina
66) Belkermac (498-509), figlio di Attila, morì in battaglia contro gli Alani
67) Djurash (509-517), figlio di Ernac, di lui si sa poco o nulla
68) Tatra (517-536), luogotenente di Djurash, diede il nome ai monti tra i quali fu sepolto
69) Boyan Chelbir (536-547), usurpatore, fu l'ultimo Qaghan del popolo Unno unito
70) Sandilch (547-551), Qaghan degli Utriguri, orde del Don orientale, da lui discendono gli Ungari
71) Zabergan (547-552), Qaghan dei Kutriguri, orde del Don occidentale, da lui discendono i Cumani

Qaghan dei Göktürk
72) Bumin (552), figlio Asjina Tuwu, sconfisse gli Unni e fondò il Qaghanato dei Göktürk ("Turchi azzurri")
73) Yabghu (552–575), fratello minore di Bumin, sconfisse gli Eftaliti, fondò a sua volta il Qaghanato Göktürk occidentale
74) Tardu (575–602), figlio di Yabghu, sconfisse lo Shah Sasanide Bahram VI. Cercò di riunificare tutti i Goktürk sotto il suo comando, ma fu sconfitto e ucciso
75) Heshana (604–611), figlio di Niri, pronipote di Bumin, visse in un periodo di guerre civili e finì giustiziato
76) Sheguy (610–617), figlio di Tulu, figlio di Tardu, anch'egli morì in battaglia

Qaghan degli Onoguri
77) Organa (617-632), sovrano delle tribù degli Onoguri (dal turco Onoq, "le Dieci Frecce"), si rese indipendente dai Göktürk
78) Kubrat (632-665), nipote di Organa, comandante degli Unni e dei Proto-bulgari nella regione a nord del Mar Nero, fondò la Grande Bulgaria nei territori dell'attuale Ucraina
79) Batbajan (665-668), primogenito del Khan Kubrat, fu sconfitto e ucciso dai Cazari

Bandiera del Qaghanato dei Cazari

Qaghan dei Cazari
80) Busir Glavan (690-715), sconfisse e sottomise gli Onoguri; una parte di loro migrò verso i Balcani, dando vita alla nazione bulgara europea (vedi sotto); un'altra migrò verso nord e diede vita al Khaganato dei Bulgari del Volga. I restanti rimasero nell'attuale Ucraina e furono gli antenati degli Ungari
81) Barjik (715-732) figlio di Busir Glavan, sconfisse il Califfato Omayyade di Damasco
82) Bihar (732-736), figlio di Barjik e padre di Tzitzak, consorte dell'imperatore bizantino Leone III Isaurico
83) Prisbit (736-737), sorella di Bihar
84) Bulan (737-763), fratello di Bihar e Prisbit, "alce" in lingua turca, decise la conversone dei Cazari all'Ebrraismo per evitare di essere assorbiti dagli Arabi o dai Bizantini
85) Baghatur (763-786), figlio di Bulan, in turco "figlio di Dio"
86) Obadia (786-809), figlio di Baghatur, scambiò ambasciatori con il Califfo Hārūn al-Rashīd, protagonista delle "Mille e una Notte"
Interregno (809-825)
87) Khan-Tuvan Dyggvi (825-840), salì al trono dopo un periodo turbolento a causa dell'opposizione di alcuni nobili Cazari alla conversione al Giudaismo
88) Tarkhan (840-845), eliminò Khan-Tuvan Dyggvi e gli succedette

Sovrani degli Ungari, dinastia degli Árpád
89) Levedi (845-851), unificò per primo le sette tribù magiare ed incaricò il suo vassallo Álmos di trovare una nuova patria per il suo popolo, non volendosi convertire all'ebraismo
90) Álmos (851-896), luogotenente di Levedi, lasciò la Cazaria e guidò gli Ungari in Transilvania, iniziando la penetrazione nel bacino pannonico, ma morì assassinato
91) Árpád (896-907), figlio di Álmos e capo delle sette tribù magiare, fondò il primo stato ungherese tra il Danubio ed i Carpazi, e iniziò una serie di scorrerie contro i territori del Sacro Romano Impero
92) Zoltán (907-948), figlio di Árpád
93) Fajsz (948-955), nipote di Zoltán
94) Taksony (955-972), figlio di Zoltán
95) Géza (972-997), figlio di Taksony
96) Stefano (997-1038), figlio di Géza e di Sarolta, nell'anno 1000 ottenne da Papa Silvestro II il titolo di Re Apostolico d'Ungheria, ma morì senza eredi

Re d'Ungheria non dinastici
97) Pietro Orseolo (1038-1041, 1° regno), figlio del doge Ottone Orseolo e della sorella di Stefano I, salì al trono ma fu deposto dalla nobiltà ungherese
98) Samuele (1041-1044), cognato di Stefano I
97) Pietro Orseolo (1044-1046, 2° regno), rimesso sul trono dall'imperatore Enrico III, fu deposto a seguito di una rivolta pagana

Bandiera della dinastia degli Árpád

Re d'Ungheria della dinastia degli Árpád
99) Andrea I il Cattolico (1046-1061), nipote di Stefano I, fu esiliato dal fratello Béla
100) Béla I (1060-1063), fratello di Andrea I
101) Salomone (1063-1074), figlio di Andrea I e di Anastasia di Kyiv, regnò in conflitto con i cugini Géza e Ladislao
102) Géza I (1074-1077), figlio di Béla I e di Richeza di Polonia
103) Ladislao I il Santo (1077-1095), figlio di Béla I, alla morte del fratello Géza I fu eletto re dai nobili ungheresi al posto del cugino Salomone
104) Colomanno (1095-1116), figlio di Géza I e di Sinadene di Bisanzio
105) Stefano II (1116-1131), figlio di Colomanno e di Felicia d'Altavilla, morì senza eredi
106) Béla II il Cieco (1131-1141), nipote di Colomanno e cugino di Stefano II
107) Géza II (1141-1162), figlio di Béla II e di Elena di Rascia
108) Stefano III (1162-1163, 1° regno), figlio di Géza II e di Eufrosina di Kyiv, regnò in contrasto con gli zii Ladislao e Stefano
109) Ladislao II (1162-1163), figlio di Béla II e zio di Stefano III, spodestò il nipote con l'appoggio dell'imperatore bizantino Manuele I Comneno
110) Stefano IV (1163-1165), figlio di Béla II e zio di Stefano III
108) Stefano III (1163-1172, 2° regno), fu rimesso sul trono dall'imperatore Federico Barbarossa, ma morì senza eredi
111) Béla III (1172-1196), figlio di Géza II e fratello di Stefano III
112) Emerico (1196-1204), figlio di Béla III e di Agnese d'Antiochia, regnò in contrasto con il fratello Andrea
113) Ladislao III (1204-1205), figlio minorenne di Emerico e di Costanza d'Aragona, la reggenza del regno venne affidata allo zio Andrea
114) Andrea II il Gerosolimitano (1205-1235), figlio di Béla III, zio di Ladislao III.
115) Béla IV (1235-1270), figlio di Andrea II e di Gertrude di Merania, ricostruì il regno dopo l'invasione mongola del 1241
116) Stefano V (1270-1272), figlio di Béla IV e di Maria Laskarina
117) Ladislao IV il Cumano (1272-1290), figlio di Stefano V e di Elisabetta di Cumania
118) Andrea III il Veneziano (1290-1301), nipote di Andrea II, alla sua morte senza figli si estinse la dinastia degli Árpád

Re d'Ungheria Non dinastici
119) Venceslao (1301-1305), Re di Ungheria, di Boemia e di Polonia, fu costretto ad abdicare
120) Béla V (1305-1307), giovane figlio di Enrico XIII di Witelsbach e di Elisabetta, figlia di Béla IV, fu spodestato ed esiliato

Bandiera della dinastia degli Angiò

Re d'Ungheria della dinastia d'Angiò
121) Carlo I (1308-1342), figlio di Carlo Martello d'Angiò, a sua volta figlio di Carlo II di Napoli e nipote di Stefano V
122) Luigi I il Grande (1342-1382), figlio di Carlo I e di Elisabetta di Polonia, fu anche Re di Polonia
123) Maria (1382-1385, 1° regno), figlia di Luigi I e di Elisabetta di Bosnia
124) Carlo II il Breve (1385-1386), figlio di Luigi di Durazzo e di Margherita Sanseverino, ultimo erede maschio del remo ungherese della dinastia angioina, fu anche Re di Napoli e salì al trono dopo aver spodestato Maria, ma morì avvelenato dopo due mesi
123) Maria (1386-1395, 2° regno), fu rimessa sul trono, ma il governo fu affidato di fatto al marito Sigismondo di Lussemburgo

Re d'Ungheria elettivi
124) Sigismondo I di Lussemburgo (1387-1437), consorte di Maria e discendente di Béla IV tramite sua madre Elisabetta di Pomerania e suo padre Carlo IV di Lussemburgo, fu anche Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Boemia
125) Alberto d'Asburgo (1437-1439), genero di Sigismondo I, fu anche Duca d'Austria, Re di Germania e Re di Boemia
126) Ladislao V Jagellone (1440-1444), re di Polonia, fu proclamato re dalla nobiltà ungherese.
127) Ladislao VI d'Asburgo il Postumo (1445-1457), figlio di Alberto e di Elisabetta di Lussemburgo, fu anche Duca d'Austria e Re di Boemia, ma morì senza eredi
128) Mattia I Hunyadi il Giusto (1458-1490), eetto re d'Ungheria, morì lasciando solo un figlio illegittimo, Giovanni, a cui non fu permesso di succedergli sul trono
129) Ladislao VII Jagellone (1490-1516), nipote di Ladislao VI, Re di Boemia, fu eletto re d'Ungheria
130) Luigi II Jagellone (1516 1526), figlio di Ladislao VI e di Anna di Foix-Candale, fu anche Re di Boemia. A soli vent'anni sconfisse gli Otomani nella Battaglia di Mohács, impedendo loro di conquistare il paese, ma cadde durante la stessa battaglia e non lasciò eredi diretti

Re d'Ungheria della dinastia Zápolya
131) Giovanni I Zápolya (1526-1540), figlio di Stefano Zápolya e di Edvige di Cieszyn, alla morte di Luigi II fu eletto Re d'Ungheria e sconfisse Ferdinando I d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero e cognato di Luigi II, che aspirava al trono ungherese
132) Giovanni II Zápolya (1540-1570), figlio di Giovanni I e di Isabella Jagellona, lottò duramente contro gli Ottomani ma morì senza figli

Re d'Ungheria della dinastia Báthory
133) Stefano VI Báthory (1570-1586), Stefano Báthory e di Caterina Telegdi, eletto dalla Dieta ungherese, fu anche Re di Polonia. Sua cugina era la famosa serial killer Erzsébet Báthory, che egli fece imprigionare dopo aver scoperto le sue malefatte
134) Sigismondo II Báthory (1586-1613), figlio di Kristóf (fratello di Stefano VI) e di Elisabetta Bocskai

Bandiera dell'Ungheria oggi in uso

Re d'Ungheria della dinastia Rákóczi
135) Giorgio I Rákóczi (1613-1648), figlio di Sigismondo Rákóczi e di Anna Gerendi, partecipò alla Guerra dei Trent'Anni dalla parte dei cattolici
136) Giorgio II Rákóczi (1648-1660). figlio di Giorgio I Rákóczi e di Susanna Lorántffy
137) Francesco I Rákóczi (1660-1676), figlio di Giorgio II Rákóczi e di Sofia Báthory, strinse alleanza con il Re Sole
138) Francesco II Rákóczi (1676-1735), figlio di Francesco I Rákóczi e di Ilona Zrínyi, assediò Vienna nella speranza di conquistare il titolo di Sacro Romano Imperatore, ma fu sconfitto dal re di Polonia Giovanni III Sobieski. Concentrò allora tutte le forze contro l'ormai declinante impero ottomano e conquistò Belgrado e Sarajevo. In Ungheria oggi è considerato un eroe nazionale
139) Giorgio III Rákóczi (1735–1756), figlio di Francesco II Rákóczi e di Carlotta Amalia d'Assia-Wanfried, partecipò alla Guerra di Successione Austiaca ma perse quasi tutti i territori conquistati dal padre. Non avendo figli, adottò come erede Miklós József Esterházy, che avviò una nuova dinastia

Re d'Ungheria della dinastia Esterházy
140) Miklós I Esterházy il Magnifico (1756-1790), figlio di József Simon Esterházy e di Maria Octavia von Gilleis, fu il principale mecenate di Haydn
141) Anton Esterházy (1790-1794), figlio di Miklós I e di Maria Antonia di Wittelsbach, si rappacificò con gli austriaci e combattè a fianco della Prima Coalizione contro i rivoluzionari francesi
142) Miklós II Esterházy (1794-1806, 1° regno), figlio di Anton e di Maria Cristina d'Asburgo-Lorena (figlia di Maria Teresa d'Austria e di Francesco Stefano di Lorena), è ricordato per le ingenti spese del suo regno, che mandarono lo stato sul lastrico. Sconfitto da Napoleone nella Battaglia di Austerlitz, fu costretto ad andare in esilio a San Pietroburgo
143) Giuseppe Bonaparte (1806-1813), fratello maggiore di Napoleone I, fu designato dal fratello al trono di Budapest, ma fu estremamente impopolare perchè straniero e perchè fece abbattere molte chiese e conventi. Contro di lui si sollevò una guerriglia che costituì una spina nel fianco per l'Empereur. Dopo la sconfitta del fratello nella Campagna di Russia e l'invasione dell'Ungheria da parte degli alleati, fu costretto alla fuga
142) Miklós II Esterházy (1813-1833, 2° regno), restaurato sul trono dal Congresso di Vienna, portò avanti una politica più cauta del suo primo regno e aderì alla Santa Alleanza
144) Paolo I Esterházy (1833-1866), figlio di Miklós II e di Maria Ludovica d'Austria-Este, inizialmente governò come un monarca assoluto, ma nel 1848 rischiò di essere travolto dalla rivoluzione capeggiata da Lajos Kossuth. Per evitare di perdere il trono fu costretto a concedere una Costituzione e a regnare senza governare; Kossuth divenne il primo Cancelliere della nuova Ungheria. Sotto di lui l'Ungheria partecipò alla Guerra di Crimea accanto a Regno Unito, Francia e Sardegna
145) Miklós III Esterházy (1866-1894), figlio di Paolo I e di Maria Augusta di Sassonia, il suo regno vide l'industrializzazione del paese e la costruzione di ferrovie ed infrastrutture. Attraverso il porto di Fiume il regno intraprese anche una politica coloniale in Africa ed Asia
146) Miklós IV Esterházy (1894-1920), figlio di Miklós III e di Elena d'Orléans, con lui l'Ungheria aderì alla Quadruplice Intesa con Francia, Regno Unito e Russia. Dopo l'assassinio di Alessio, figlio dello Zar Nicola II, e lo scoppio della Grande Guerra, l'Ungheria fu invase dalle truppe austriache e tedesche, e Miklós IV fu costretto all'esilio in Grecia, per poi far ritorno in patria in seguito alla sconfitta austriaca
147) Paolo II Esterházy (1920-1940, 1° regno), figlio di Miklós IV e di Beatrice di Borbone-Spagna, salì al trono 19 anni e subito dovette affrontare la rivoluzione comunista di Béla Kun e la secessione in armi della Croazia (appoggiata dall'Italia). Nel 1940 il paese venne invaso dai nazisti e Paolo II fu rinchiuso nel Palazzo Reale di Gödöllő, essendosi rifiutato sia di abdicare che di lasciare il paese
Interregno (1940-1945), durante il quale l'Ungheria fu governata dalle Croci Frecciate di Ferenc Szálasi, un filonazista fantoccio di Hitler che mandò miglia di ebrei allo sterminio. Molti di loro si salvarono grazie all'eroismo dell'italiano Giorgio Perlasca, che si spacciò per console spagnolo e tenne nascoste centinaia di Ebrei nel palazzo dell'ambasciata
147) Paolo II Esterházy (1945-1989, 2° regno), tornò sul trono alla sconfitta dei nazisti. L'Ungheria fu liberata dai sovietici, ma nella spartizione dell'Europa decisa a Yalta fu assegnata alla sfera d'influenza americana, anche se dovette cedere vari territori orientali alla Romania comunista. Grazie al Piano Marshall il paese conobbe una rapida crescita economica e aderì alla NATO. Un tentativo di rivoluzione comunista di János Kádár nel 1956 portò all'assassinio del Cancelliere socialista Imre Nagy, ma fu stroncato dalle truppe dell'Alleanza Atlantica. Nel 1973 l'Ungheria aderì alla CEE. Paolo II morì il 25 maggio 1989, poco prima della caduta del Muro di Berlino
148) Paolo III Esterházy (1989-2025), figlio di Paolo II e di Mafalda di Savoia (morta nel campo di concentramento di Buchenwald), con lui l'Ungheria conobbe la rivoluzione di Internet e fece il suo ingresso nel Terzo Millennio. Morì il 22 settembre 2025 all'età di 88 anni
149) Paolo IV Esterházy (2025-in carica), figlio di Paolo III e della campionessa di nuoto ungherese Andrea Gyarmati, nato il 18 febbraio 1986, siede oggi sul trono di Santo Stefano
150) Miklós (V) Esterházy (erede al trono), figlio di Paolo IV e della famosa attrice ungherese Alexandra Borbély, nato il 5 maggio 2023

Personificazione dell'Ungheria, immagine creata con BING

Personificazione dell'Ungheria, immagine creata con BING

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In seguito sempre Lord Wilmore ha voluto ricavare, da uno spin-off della dinastia precedente, anche la:

Successione ininterrotta dei sovrani di Bulgaria

Khan dei Bulgari della dinastia Dulo
80) Asparuc (668-701), figlio di Kubrat, guidò la migrazione dei Bulgari dalla Grande Bulgaria verso occidente (vedi sopra), e si stanziò in Mesia con il suo popolo. Dopo la vittoria nella battaglia di Ongal contro l'Impero bizantino, fondò il Primo Impero Bulgaro. Morì in battaglia contro i Cazari
81) Tervel (700-721), figlio di Asparuc, ricevette il titolo bizantino di Cesare per aver aiutato il Basileus Giustiniano II a riconquistare il trono. Aiutò i bizantini anche durante il secondo assedio arabo di Costantinopoli, contribuendo a salvare la città
82) Kormesij (721-738), figlio di Tervel
83) Sevar (738-753), figlio di Kormesij, morì assassinato.
84) Kormisoš (753-756), usurpatore, diede inizio a un periodo di instabilità
85) Vineh (756-761), usirpatore, morì assassinato
86) Telec (761-764), morì assassinato
87) Sabin (764-766), fu deposto e morì in esilio nell'Impero Bizantino
88) Umor (766), fu deposto e morì in esilio
89) Toktu (766 767), morì assassinato
90) Pagan (767-768), figlio di Vineh, morì assassinato
91) Telerig (768 777), figlio di Tervel, fu deposto e morì in esilio
92) Kardam (777-803), figlio di Telerig, diede inizio a un periodo di stabilizzazione e di consolidamento della Bulgaria

Khan dei Bulgari della dinastia di Krum
93) Krum (803-814), introdusse le prime leggi scritte. Nella battaglia di Pliska (26 luglio 811) sconfisse e uccise il Basileus bizantino Niceforo I, e con il suo  teschio si fece costruire una coppa in cui brindare alla vittoria. Morì di ictus
94) Omurtag (814-831), figlio di Krum, è ricordato per la politica edilizia, la riforma amministrativa e la persecuzione dei cristiani
95) Malamir (831-836), figlio di Omurtag, morì giovane per cause naturali
96) Presian I (836-852), nipote di Malamir, conquistò quasi tutta la Macedonia
97) Boris I il Santo (852-889), figlio di Presian I, accolse alla sua corte i Santi fratelli Cirillo e Metodio, fu battezzato con il nome di Mihail e convertì il suo popolo al Cristianesimo. Adottò il bulgaro antico come lingua ufficiale dello Stato e della Chiesa. Abdicò e si fece monaco
98) Vladimir I Rassate (889-893), figlio di Boris I, fu d depositato e fatto accecare dal padre
99) Simeone I il Grande (893-927), figlio di Boris I, nel 913 si proclamò Zar (imperatore) dei Bulgari. Portò la Bulgaria all’apice politico e culturale. e alla massima estensione territoriale, conquistando gran parte della valle del Danubio: il suo regno coincide con l'Età d'oro della cultura bulgara. Morì d'infarto
100) Pietro il Santo (927-969), figlio di Simeone I, con una durata di 42 anni il suo regno fu il più lungo nella storia bulgara. Abdicò e morì in un monastero
101) Boris II (969-971), figlio di Pietro I, venne imprigionato dai bizantini e morì uiso accidentalmente dalle guardie di frontiera bulgare mentre rientrava nel Paese

Bandiera della dinastia di Krum

Zar dei Bulgari della dinastia dei Cometopuli
102-105) Davide IMosèAronneSamuele I (971-977), noti come i Cometopuli, figli del barone Nicola, regnarono congiuntamente
106) Romano I (977-997), figlio di Pietro I, catturato in battaglia dai Bizantini nel 991, morì in prigionia a Costantinopoli
105) Samuele I (997-1014, 2° regno), uno dei Cometopuli, abile generale, resse l'impero di Bulgaria durante la prigionia di Romano I (976-997) e fu proclamato imperatore alla sua morte. Dovette subire gli attacchi dell'imperatore Basilio II che occupò quasi tutta la Bulgaria. Morì di infarto alla vista del massacro dei suoi soldati nella battaglia di Kleidion da parte del Basileus, che per questo ottenne l'appellativo di Bulgaroctono ("massacratore di Bulgari")
107) Gavril Radomir (1014-1015), figlio di Samuele, venne assassinato dal cugino Ivan Vladislav
108) Ivan I Vladislav (1015-1018), figlio di Aronne, uno dei Cometopuli, fu ucciso durante l'assedio di Durazzo
109) Presian II (1018-1061), figlio di Ivan Vladislav, guidò la resistenza contro i Bizantini che avevano occupato la Bulgaria. Alla morte di Basilio II il 15 dicembre 1025, sconfisse le armate bizantine e le cacciò dalla Bulgaria
110) Alusian (1041-1061), fratello di Preslan II, generale bulgaro, fu associato al trono dallo Zar
111) Samuele II (1061-1082), figlio di Alusian, fece pace con i bizantini. Sua sorella Anna sposò l'imperatore bizantino Romano IV Diogene. Sua figlia Irina (o Irene) sposò l'imperatore bizantino Alessio Comneno, che si proclamò Basileus dei Romani e dei Bulgari, e realizzò così pacificamente l'unione tra i due imperi che era sfuggita con le armi al Bulgaroctono
112) Costantino I Bodin (1071), pronipote di Samuele I, fu acclamato Zar da una parte della nobiltà e tentò di usurpare il trono di Samuele II con l'aiuto dei Serbi, ma fu sconfitto; in seguito diventò Re di Doclea, tra Montenegro ed Albania

Basileis dei Romani e dei Bulgari della dinastia dei Comneni
113) Alessio I (1082-1118), generale bizantino, sconfisse Niceforo III e assunse il titolo di Basileus. Realizzò l'unione tra Bizantini e Bulgari e sfruttò la Prima Crociata per iniziare la riconquista di buona parte dell'Asia Minore, persa a vantaggio dei Turchi Selgiuchidi
114) Giovanni II (Ivan II come sovrano dei Bulgari, 1118-1143), figlio di Alessio I e di Irina. Morì durante un misterioso incidente di caccia, a causa di una freccia avvelenata
115) Manuele (1143-1180), figlio di Giovanni II, continuò le conquiste in Asia Minore e conquistò la Serbia
116) Alessio II (1180-1183), figlio di Manuele, fu fatto strangolare da Andronico I con una corda d'arco
117) Andronico (1183-1185), cugino di Manuele I e vicerè di Bulgaria, fece uccidere Alessio II. Ordinò il Massacro dei Latini del 1181, fugge sotto la minaccia Normanna e fu linciato dalla popolazione di Costantinopoli. Con lui si estinse la dinastia Comnena, ed ebbero fine la politica di riconquista dell'Anatolia e l'unione con la Bulgaria
118) Isacco Angelo (1185-1187), generale bizantino, fu nominato imperatore a furor di popolo. Quando i fratelli Todor e Ivan Asen si presentarono al suo cospetto a Kypsela per richiedere una pronoia, cioè un feudo, la loro richiesta venne rifiutata sprezzantemente e Ivan fu schiaffeggiato durante l'alterco. I due fratelli fecero ritorno in Bulgaria e, approfittando del forte malcontento causato dalla pesante tassazione imposta dall'imperatore bizantino per finanziare la sua campagna contro Guglielmo II di Sicilia e per celebrare il suo matrimonio con Margherita d'Ungheria, promossero una sommossa popolare contro il governo bizantino, che alla fine si rivelò vincente

Bandiera della dinastia Asen

Zar dei Romani e dei Bulgari della dinastia Asen
119) Samuele III (1185-1197), nome assunto da Todor (Teodoro) dopo la sconfitta di Isacco Angelo e l'ascesa al tronoo, regnò con i fratelli Ivan III Asen e Kalojan
120) Ivan III (1189 1196), regnò con i fratelli Samuele III e Kalojan
121) Kalojan il Conquistatore (1196-1207), inizialmente regnò con i fratelli Samuele III e Ivan III, ed alla loro morte restò unico sovrano. Quando nel 1204 i Crociati misero a ferro e fuoco Costantinopoli, Kalojan sconfisse Baldovino di Fiandra, imperatore latino di Costantinopoli, nella battaglia di Adrianopoli del 14 aprile 1205. Baldovino fu catturato e in seguito morì in prigionia in Bulgaria. Kalojan occupò Costantinopoli, accolto dai bizantini come un liberatore, scacciò i Crociati dalla Macedonia e si proclamò Basileus dei Romani e dei Greci (lo stesso titolo di Alessio I Comneno). Morì in circostanze misteriose durante un assedio
122) Boril (1207-1218), nipote di Kalojan, continuò le guerre contro i Crociati
123) Ivan IV (1218-1241), figlio di Ivan III, dopo la battaglia di Klokotnitsa (9 marzo 1230) contro il Despota Te odoro d'Epiro, divenne il sovrano più potente della penisola balcanica
124) Kaliman I (1241-1246), figlio di Ivan IV e di Anna Maria d'Ungheria, aveva solo sette anni quando succedette al padre. Durante il suo regno i Mongoli invasero la Bulgaria e le imposero il pagamento di un tributo annuale. Colomanno fu probabilmente avvelenato
125) Michele I (1246-1256), figlio di Ivan IV e di Irene Comnena Ducas, governò sotto la reggenza della madre. Fu eliminato in una congiura
126) Kaliman II (1256, figlio di Alessandro, fratello minore di Ivan IV, uccise Michele durante una battuta di caccia e ne usurpò il trono, ma fu a sua volta assassinato
127) Mico (1256-1257), cognato di Michele I, ne usurpò il trono ma fu scacciato da Costantino I e morì in esilio
128) Costantino II (1257-1277, figlio di Tikh, usurpò il trono di Mico Asen. Sconfisse ripetutamente gli Ungheresi
129) Michele II (1277-1279), figlio di Constantino II da lui associato al potere, fu sconfitto e morì in esilio
130) Ivailo (1278-1279), soldato di umili origini, prese il potere mettendosi a capo di una massiccia rivolta contadina e sposò Maria Paleologa Cantacuzena, vedova di Costantino I. Fu ucciso dal condottiero mongolo Nogai Khan
131) Ivan V (1279-1280), figlio di Mico Asen, morì in esilio
132) Giorgio I Terter (1280-1292), di origine cumana, mandò in esilio Ivan V, ma il suo regno rappresentò l'apice di un periodo di disintegrazione feudale dell'impero bulgaro
133) Šišman Terter (1280-1298), fratellastro e inizialmente coreggente di Giorgio I, despota di Vidin, in pratica regnò come un vassallo dei Mongoli dell'Orda d'Oro
134) Ivan VI Smilec (1298-1299), si proclamò Zar in opposizione a Šišman Terter, ma fu sconfitto e rinchiuso in un monastero, dove morì
135) Čaka (1299-1300), figlio del sovrano mongolo Nogai Khan, sposò Elena, figlia di Giorgio I Terter. Sostenne il padre Nogai nella sua guerra contro Tokta, il legittimo Khan dell'Orda d'Oro, ma Nogai venne sconfitto e ucciso, mentre il figlio fuggì in Bulgaria, approfittò di un momentaneo vuoto di potere e si fece incoronare Zar, sperando di usare la Bulgaria come base per riconquistare l'Orda d'Oro. Tokta tuttavia invase la Bulgaria, Čaka fu ucciso dai suoi stessi sostenitori e la sua testa inviata in dono al Khan
136) Teodoro Svetoslav (1300-1321), figlio di Gorgio I Terter, fu determinante nella presa del potere da parte di Čaka, fu da lui associato al potere, ma egli lo fece uccidere e fu insediato da Tokta come proprio vassallo sul trono di Bulgaria
137) Giorgio II Terter (1321-1323), figlio di Teodoro Svetoslav, cercò di porre dine al caos feudale, ma morì giovane in battaglia senza eredi
138) Michele III Šišman (1323-1330), cugino di Giorgio II Terter, fu un sovrano energico e ambizioso, che agendo senza scrupoli sconfisse uno dopo l'altro i signori feudali bulgari e greci, cercando di restaurare l'unità dell'impero bulgaro-bizantino. Osò troppo scontrandosi con i Serbi nella battaglia di Velbažd del 28 luglio 1330, in cui fu sbbaragliato e trovò la morte
139) Ivan VII Stefan Šišman (1330-1331), figlio maggiore di Michele III Šišman e Anna Neda di Serbia, figlia di re Stefano Uroš II Milutin di Serbia, fu associato al trono dal padre e gli succedette, ma fu esiliato dalla nobiltà bulgara e morì in esilio in Dalmazia

Bandiera della dinastia Šišman

Zar dei Romani, dei Serbi e dei Bulgari delle dinastie Dušan e Šišman
140) Stefano I Uroš Dušan il Grande (1331-1355), re di Serbia con il nome di Stefano IV, occupò Costantinopoli e si proclamò Zar dei Romani, dei Serbi e dei Bulgari. Creò un grande impero, ma morì a soli 47 anni per un attacco epilettico
141) Stefano II Uroš Dušan il Debole (1355-1361), re di Serbia con il nome di Stefano V, figlio di Stefano I e di Elena, sorella di Ivan Aleksandăr di Bulgaria, fu succube della madre e dei signori feudali
142) Ivan VIII Aleksandăr (1361-1371), figlio del despota Sratsimir di Kran e di Petrica, sorella di Michele III Šišman, rovesciò Stefano II e si proclamò a sua volta Zar dei Romani, dei Bulgari e dei Serbi. Il sultano ottomano Murad I conquistò tutti i possedimenti bizantini in Asia e si affacciòò in Europa occupando Gallipoli. Ivan VIII si preparava a muovergli contro quando morì improvvisamente
143) Ivan IX Sracimir il Trionfatore (1371-1397), figlio di Ivan VIII Aleksandăr e di Teodora, alla guida di una grande coalizione affrontò gli Ottomani nella Battaglia di Nicopoli (15 settemnre 1376), in cui li sconfisse pesantemente e li espulse dall'Europa. I Turchi conservarono l'intera Anatolia, ma non sarebbero riusciti mai più a rimettere piede oltre il Bosforo
144) Ivan X Šišman (1371-1395), fratellastro di Ivan IX Sracimir, fu da lui associato al trono e fu eroe della resistenza contro i Turchi
145) Costantino III Šišman il Pervicace (1397-1422), figlio di Ivan IX Sracimir di Bulgaria e di Anna di Valacchia, figlia del principe valacco Nicolae Alexandru, continuò l'opera paterna impedendo ai Turchi di rimettere piede in Europa. Si alleò con Tamerlano e inflisse agli Ottomani una storica sconfitta nella Battaglia di Ankara (28 luglio 1402). Dalla moglie Elena Dragaš non ebbe figli maschi, cosicchè gli succedette il genero Mamia I Gurieli, signore di Guria, nel sudovest della Georgia, anch'egli difensore del suo paese contro i Turchi

Bandiera della dinastia Gurieli

Zar dei Bulgari della dinastia Gurieli
146) Giorgio III (1422–1430), figlio di Kakhaber, a sua volta figlio di Giorgio Dadiani, signore di Guria e Svaneti, sposò Keratsa, figlia di Costantino III Šišman, e divenne Zar dei Romani, dei Bulgari e dei Serbi in un momento in cui gli Ottomani intensificavano i loro sforzi per prendere Costantinopoli, tanto che egli fu cosretto a riportare la capitale a Tarnovo, meglio difendibile
147) Mamia I (1430–1450), figlio di Giorgio III
148) Mamia II (1450–1469), figlio di Liparit I Dadiani, sconfisse il Sultano Ottomano Maometto II che cercava di conquistare Costantinopoli e lo uccise in battaglia
149) Kakhaber (1469–1483), figlio di Mamia II
150) Giorgio IV (1483–1512), figlio di Kakhaber II
151) Mamia III (1512–1534), figlio di Giorgio IV
152) Rostom (1534–1564), figlio di Mamia I
153) Giorgio V (1564–1583, 1° regno), figlio di Rostom, fu deposto
154) Vakhtang I (1583–1587), figlio di Giorgio IV
153) Giorgio V (1587–1600, 2° regno), restaurato
155) Mamia IV (1600–1625), figlio di Giorgio IV
156) Simeone II (1625), figlio di Mamia II; deposto, morì dopo il 1672. Con lui iniziò per la Bulgaria un secolo di progressiva anarchia feudale, con Zar intronati e deposti in continuazione dalla grande nobiltà
157) Kaikhosro I (1625–1658), figlio di Vakhtang I
158) Dimitri (1659–1668), figlio di Svimon I; deposto, morì nel 1668
159) Giorgio VI (1669–1684), figlio di Kaikhosro I
160) Kaikhosro II (1685–1689), figlio di Giorgio VI
161) Malachia (1685, 1° regno), figlio di Kaikhosro I, fu deposto da Kaikhosro II
162) Mamia V (1689–1712, 1° regno), figlio di Giorgio V, fu deposto
161) Malachia (1689, 2° regno), restaurato come principe rivale nel 1689, fu di nuovo deposto
163) Giorgio VII (1712, 1° regno), figlio di Mamia III, fu deposto
162) Mamia V (1712–1714, 2° regno), restaurato
163) Giorgio VII (1714–1716, 2° regno), restaurato e poi nuovamente deposto
164) Kaikhosro III (1716), figlio di Mamia III, fu deposto e morì nel 1751
163) Giorgio VII (1716–1726, 3° regno), restaurato
165) Mamia VI (1726–1756, 1° regno), figlio di Giorgio VII, fu deposto e morì nel 1778
166) Giorgio VIII (1756–1758, 1° regno), figlio di Giorgio VII; abdicò
165) Mamia VI (1758–1765, 2° regno), restaurato e poi nuovamente deposto
166) Giorgio VIII (1765–1771, 2° regno), restaurato e poi nuovamente deposto
165) Mamia VI (1771–1776, 3° regno), restaurato, in seguito abdicò
166) Giorgio VIII (1776–1788, 3° regno), restaurato, in seguito abdicò
167) Simeone III (1788–1792), figlio di Giorgio VIII
168) Vakhtang II (1792–1797), figlio di Giorgio V, fu deposto e morì nel 1814
169) Mamia VII (1797–1826), figlio di Simeone III, fino al 1809 sotto la reggenza di Kaikhosro, fratello di Simeone III. Pose fine al secolo di anarchia sottomettendo i duchi ribelli e ricostituendo un forte stato centralizzato. Fu ostile a Napoleone Bonaparte che sognò di marciare sulla Bulgaria e di conquistarla, ma non riuscì mai a mettere in atto tale progetto
170) Davide II (1826–1839), figlio di Mamia VII, avviò la modernizzazione dell'impero
171) Davide III (1839-1856), cugino di Davide II, nel 1848, in corrispondenza con la "Primavera dei Popoli", concesse una Costituzione e assicurò l'autogoverno a Serbi e Greci
172) Mamia VIII (1856-1891), figlio di Davide III e di Caterina Dadiani, avviò una politica coloniale in Africa conquistando Somalia, Eritrea ed Abissinia. Cercò in ogni modo di modernizzare il suo impero, che era sostanzialmente rimasto indietro rispetto al resto d'Europa nel Secolo d'Anarchia
173) Davide IV (1869-1891), figlio di Mamia VIII e di Maria Melikova, associato al trono dal padre, morì a soli 22 anni, probabilmente suicida per cause ignote. Allora, poco prima di morire, Mamia VIII adottò come figlio il Principe Valdemaro di Danimarca, che si era distinto nelle campagne coloniali come generale al servizio della Bulgaria

Bandiera bulgara adottata nel 1891

Zar dei Bulgari della dinastia Oldenburg
174) Vladimir II (1891-1939), nato con il nome di Valdemaro, ultimo figlio del Re Cristiano IX di Danimarca e di Luisa di Assia-Kassel, fu adottato in extremis come figlio da Mamia VIII Gurieli, bulgarizzò il proprio nome in Vladimir e salì al trono il 6 agosto 1891 nonostante l'opposizione della Russia. Portò la capitale a Sofia e, pur non essendo bulgaro, si fece molto amare da tutti i suoi sudditi slavi, bulgari e greci. Ebbe come artista di corte il famoso pittore austriaco Adolf Hitler. Morì il 14 gennaio 1939 e fu sepolto nella Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli
175) Alessandro I (1939-1964), nato il 12 agosto 1888 con il nome di Axel Christian, figlio secondogenito di Vladimir II e di Maria d'Orléans, succedette al padre in un momento drammatico, essendo il primogenito Aage Christian Alexander morto prematuramente di febbre gialla nella Costa d'Oro, di cui era governatore, e mentre i partiti comunisti prendevano il potere in gran parte d'Europa. Sotto di lui l'impero di Bulgaria adottò una struttura federale trasformandosi negli "Stati Uniti dei Balcani" (SBS, Съединените балкански щати, "Sŭedinenite Balkanski Shtati"). Morì il 14 luglio 1964
176) Giorgio IX (1964-1986), nato il 16 aprile 1920, figlio di Alessandro I e di Margherita Bernadotte, nipote de Re di Svezia Gustavo V. Era cugino di primo grado di Harald V di Norvegia, Baldovino del Belgio e Alberto II del Belgio, nonché cugino di secondo grado di Giorgio VI del Regno Unito. Il suo regno fu caratterizzato dalla "caccia alle streghe" scatenata dal suo primo ministro Dobri Božilov Hadžijakiev, cioè da una serie di purghe contro tutto ciò che era sospettato di essere comunista, fino a sfociare in una vera e propria paranoia. Giorgio IX sposò Anne Bowes-Lyon, nipote della regina Elisabetta, consorte di Re Giorgio VI del Regno Unito. Da lei però lo Zar non ebbe figli, di conseguenza gli succedette il fratello minore
177) Vladimir III (1986-2002), nato il 9 marzo 1922, fratello minore di Giorgio IX. Sotto il suo regno avvenne il crollo dei regimi comunisti in gran parte del mondo, e la Bulgaria conobbe una serie di riforme importanti riguardanti la parità dei sessi e i diritti degli omosessuali. Nel 1995 la Bulgaria aderì all'Unione Europea e nel 1999 adottò l'euro. Morì il 19 giugno 2002
178) Alessandro II (2002-regnante), nato il 24 gennaio 1950, figlio di Vladimir III e di Joséphine-Charlotte del Belgio, figlia di re Leopoldo III. Sotto di lui la Bulgaria partecipò alla guerra contro il terrorismo islamista, che aveva colpito anche Sofia e Costantinopoli. Di salute malferma, abdicò il 24 gennaio 2025 al compimento del 75° anno di età
179) Ivan XI (2025-regnante), nato il 15 novembre 1979, figlio di Alessandro II e di Maria Astrid del Lussemburgo, nata il 17 febbraio 1954. Grande appassionato di cinema e di sport, in gioventù ha partecipato alle Olimpiadi di Sydney 2000 e di Costantinopoli 2004 gareggiando nel canottaggio
180) Kalina (erede al trono), nata il 19 gennaio 2011, primogenita di Ivan e della grande velocista bulgara Ivet Miroslavova Lalova, nata il 18 maggio 1984. In seguito alla modifiica della legge di successione, sarà la prima Zarina degli Stati Uniti dei Balcani nella storia di questo millenario impero.

Moneta bulgara da un euro, che mostra il famoso
"Cavaliere di Madara" nell'atto di trafiggere un leone

.

A questo punto, è intervenuto Sinuhe l'Egiziano, che ha voluto contribuire a queste ucronie scrivendo la:

Successione ininterrotta dei sovrani di Polonia

Dinastia dei Lechingi (semileggendaria)
72) Lech I (552-587), si rese indipendente dagli Unni (vedi sopra)
73) Krak I (587-612), leggendario fondatore di Cracovia
74) Krak II (612-646)
75) Lech II (646-665)
76) Wanda (665-688), figlia di Krak II
77) Leszko I (688-716)
78) Leszko II (716-747)
79) Leszko III (747-779)
80) Popiel I (779-815)
81) Popiel II (815-833), fu detronizzato da Piast

Dinastia dei Piasti
82) Piast (833-852), secondo la tradizione prima di divenire re era un carraio di Gniezno
83)
Siemowit (852-884), figlio di Piast
84) Lestek (884-917), figlio di Siemowit
85) Siemomysł (917-958), figlio di Lestek
86) Miecislao I (958-992), figlio di Siemomysł, primo sovrano cristiano di Polonia
87) Boleslao I l'Intrepido (992-1025), figlio di Miecislao e Dubrawka
88) Miecislao II (1025-1031, 1° regno), figlio di Boleslao I e di Emnilda, deposto
89) Bezprym (1031-1032), figlio di Boleslao e di Giuditta
90) Ottone Bolesławowic (1032-1033), figlio di Boleslao I e di Emnilda
88) Miecislao II (1033-1034, 2° regno)
91) Casimiro I il Restauratore (1034-1058), figlio di Miecislao II
92) Boleslao II il Generoso (1058-1079), figlio di Casimiro I, deposto
93) Ladislao I Ermanno (1079-1102), figlio di Casimiro I
94) Zbigniew (1102-1107), figlio illegittimo di Ladislao I, deposto
95) Boleslao III (1107-1138), figlio di Ladislao I e di Giuditta di Boemia
96) Ladislao II l'Esiliato (1138-1146), figlio di Boleslao III e di Zbyslava, deposto
97) Boleslao IV il Ricciuto (1146-1173), figlio di Boleslao III e di Salome
98) Miecislao III il Vecchio (1173-1177, 1° regno), figlio di Boleslao III e di Salome, deposto
99) Casimiro II il Giusto (1177-1190, 1° regno), figlio di Boleslao III e di Salome, deposto
98) Miecislao III il Vecchio (1190, 2° regno), nuovamente deposto
99) Casimiro II il Giusto (1190-1194, 2° regno)
100) Leszko III il Bianco (1194-1198, 1° regno), figlio di Casimiro II, deposto
98) Miecislao III il Vecchio (1198-1199, 3° regno), di nuovo deposto
100) Leszko III il Bianco (1199, 2° regno), deposto
98) Miecislao III il Vecchio (1199-1202, 4° regno), governò fino alla morte
101) Ladislao III Laskonogi ("Gambelunghe", 1202, 1° regno), figlio di Miecislao III e di Evdokija di Kyiv, deposto
100) Leszko III il Bianco (1202-1210, 3° regno), deposto
102) Miecislao IV (1210-1211), figlio di Ladislao II
100) Leszko III il Bianco (1211-1225, 4° regno), deposto
103) Enrico I il Barbuto (1225, 1° regno), nipote di Ladislao II, deposto
100) Leszko III il Bianco (1225-1227, 5° regno), governò fino alla morte
101) Ladislao III Laskonogi (1227-1229, 2° regno), di nuovo deposto
104) Corrado (1229-1232, 1° regno), figlio di Casimiro II, deposto
103) Enrico I il Barbuto (1232-1238, 2° regno)
104) Enrico II il Pio (1238-1241), fglio di Enrico I
105) Boleslao IV il Calvo (1241), figlio di Enrico II, deposto
104) Corrado (1241-1243, 2° regno)
106) Boleslao V il Casto (1243-1279), fglio di Leszko III
107) Leszko IV il Nero (1279-1288), nipote di Corrado
108) Boleslao VI di Masovia (1288, 1° regno), nipote di Corrado, deposto
109) Enrico III il Probo (1288-1289, 1° regno), nipote di Enrico II
108) Boleslao VI di Masovia (1289, 2° regno)
109) Enrico III il Probo (1289-1290, 2° regno)
110) Przemysł (1290-1291, 1° regno), nipote di Enrico II

Bandiera della Confederazione Polacco-Lituana

Dinastia dei Přemyslidi
111) Venceslao I di Boemia (1291-1300, 1° regno), genero di Przemysł, fu anche Re di Boemia

Dinastia dei Piasti
110) Przemysł (1295-1296, 2° regno)

Dinastia dei Přemyslidi
111) Venceslao I di Boemia (1300-1305, 2° regno)
112) Venceslao II di Boemia (1305-1306), figlio di Venceslao I e di Guta d'Asburgo, fu anche Re di Boemia

Dinastia dei Piasti
113) Ladislao IV il Breve (1320-1333), nipote di Corrado
114) Casimiro III il Grande (1333 1370), figlio di Ladislao IV, fu l'ultimo dei Piasti

Dinastia d'Angiò
115) Luigi I (1370-1382), nipote di Casimiro III per parte di madre, fu anche Re d'Ungheria
116) Edvige (1384-1399), figlia di Luigi e di Elisabetta di Bosnia, dal 1386 regnò insieme al marito Ladislao V

Dinastia degli Jagelloni
117) Ladislao V (1386-1434), per primo fu Re di Polonia e Granduca di Lituania (dal 1377); da qui in poi le corone dei due stati saranno unite fino ad oggi
118) Ladislao VI (1434-1444), figlio di Ladislao V e di Sofia di Lituania, fu anche Re d'Ungheria. Sotto di lui la Confederazione Polacco-Lituana raggiunse stabilmente il Mar Nero
119) Casimiro IV (1447-1492), figlio di Ladislao V e di Sofia di Lituania, conquistò il trono di Boemia (vedi sotto) con il nome di Casimiro I, che da allora unì le sue sorti a quelle della Confederazione Polacco-Lituana
120) Giovanni I Alberto (1492-1501), figlio di Casimiro IV, conquistò tutta l'Ucraina ed occupò il Khanato di Crimea
121) Alessandro (1501-1506), figlio di Casimiro IV
122) Sigismondo I il Vecchio (1506-1548), fglio di Casimiro IV
123) Sigismondo II Augusto (1548-1572), figlio di Sigismondo I e di Bona Sforza, occupò il Khanato di Astrakhan, eliminando ciò che restava del Khanato dell'Orda d'Oro

Il Regno di Polonia, Lituania e Boemia oggi

Il Regno di Polonia, Lituania e Boemia oggi

Re elettivi di Polonia
124) Enrico IV di Valois (1573-1575), fu anche Re di Francia dal 1574 al 1589 con il nome di Enrico V
125) Massimiliano d'Asburgo (1575-1576, fu anche Imperatore del Sacro Romano Impero, ma fu rifiutato dalla nobiltà polacca
126) Anna Jagellona (1575-1587), figlia di Sigismondo I, incaricò il Cosacco Ermak di spingersi al di là degli Urali. Questi con 800 uomini raggiunse il fiume Irtish e conquistò il khanato mongolo di Sibir, da cui deriva il nome della Siberia. Lontano dagli occhi dell'Europa iniziava una delle più grandiose imprese di conquista di tutti i tempi
127) Stefano Báthory (1576- 1586), marito di Anna Jagellona
128) Sigismondo III Vasa (1587-1632), fu anche Re di Svezia dal 1592 al 1599. Sotto il suo regno i Cosacchi raggiunsero la foce del fiume Jenisei, che diventò il confine orientale della Confederazione Polacco-Lituana, e furono fondate le città siberiane di Omsk, Nowosybirsk e Krasnojarsk
129) Ladislao VII Vasa (1632-1648), figlio di Sigismondo III e Anna Jagellona, tentò segna riuscirci di conquistare anche Mosca, che restò indipendente fino ad oggi. Intanto i Cosacchi penetrarono nel cuore della Siberia centrale, varcarono il fiume Lena ed esplorarono la Jacuzia
130) Giovanni II Casimiro Vasa (1648-1668), figlio di Sigismondo III e di Costanza d'Austria. Sotto di lui la Polonia raggiunse l'Oceano Pacifico e du scoperta l'estrema punta orientale dell'Asia
131) Michele Wiśniowiecki (1669-1673)
132) Giovanni III Sobieski (1674-1696), liberò Vienna dall'assedio dei Turchi
133) Augusto II Wettin il Forte (1697-1704, 1° regno), deposto, dal 1694 fu Principe di Sassonia come Federico Augusto I
134) Stanislao I Leszczyński (1704-1709, 1° regno), deposto
133) Augusto II Wettin il Forte (1709-1733, 2° regno)
134) Stanislao I Leszczyński (1733-1734, 2° regno), fu anche Duca di Lorena dal 1737 al 1766

Dinastia Wettin
135) Augusto III (1734-1763), figlio di Augusto II e di Cristiana di Brandeburgo-Bayreuth, dal 1733 fu Principe di Sassonia come Federico Augusto II. Con lui ebbe inizio la monarchia costituzionale polacca
136) Federico Cristiano (1763), figlio di Federico Augusto II e di Maria Giuseppa d'Austria, nel 1763 fu Principe di Sassonia con lo stesso nome. Morì di vaiolo dopo soli 74 giorni di regno
137) Augusto IV (1763–1773, 1° regno), figlio di Federico Cristiano e di Maria Antonia di Baviera, dal 1763 al 1806 fu Principe di Sassonia come Federico Augusto III. A causa del suo governo dispotico, fu rovesciato nel 1773 dalla nobiltà polacca

Dinastie Poniatowski e Łączyński
138) Stanislao II Poniatowski (1773-1798), figlio del generale Stanisłao Poniatowski e di Konstancja Czartoryska, fu eletto dal Parlamento polacco dopo che Augusto IV fu costretto ad abdicare e a lasciare il paese. Non si sposò mai. Sotto di lui l'Alaska fu annessa alla Polonia con il nome di "America Polacca": ora la Polonia si estendeva su tre continenti. Ebbe come Primo Ministro l'eroe della guerra di indipendenza americana Tadeusz Kościuszko
139) Giuseppe Poniatowski (1798-1807), figlio di Andrea, fratello di Stanislao II Poniatowski, e di Maria Teresa Kinsky von Wchinitz und Tettau, dama di compagnia di Maria Teresa d'Austria, fu designato come erede dallo zio, ma fu rovesciato da Napoleone Bonaparte che lo aveva sconfitto nella Battaglia di Friedland (14 giugno 1807)
140) Stanislao III Łączyński (1807-1814), nato con il nome di Benedykt, fu designato da Napoleone come nuovo Re di Polonia, essendo il fratello maggiore della sua amante Maria Walewska. Partecipò con Napoleone alla disastrosa campagna di Russia, con cui l'Empereur cercò di costringere lo Zar russo ad abbandonare l'alleanza con gli inglesi, e perse il trono dopo la sconfitta napoleonica a Lipsia
141) Teodoro Łączyński (1814), fratello di Stanislao III, fu da questi associato al trono con l'intenzione di farne il suo successore. Dopo la sconfitta di Napoleone ad opera della Sesta Coalizione, Stanislao III abdicò in suo favore, ma egli governò solo pochi giorni, venendo rovesciato poco dopo da austriaci e russi

Dinastia Wettin
137) Augusto IV (1814-1827, 2° regno), restaurato sul trono dal Congresso di Vienna, aderì alla Santa Alleanza, abrogò la Costituzione e continuò la sua politica dispotica, rendendosi fortemente impopolare
142) Antonio (1827-1830), fratello di Augusto IV, ne continuò la politica dispotica, ma fu rovesciato dalla cosiddetta Rivoluzione di Luglio (27-29 luglio 1830) e costretto ad abdicare e a lasciare il paese. Conservò il titolo di Re di Sassonia

Dinastia d'Orléans
143) Luigi II (9 agosto 1830-26 agosto 1850), Duca d'Orléans con il nome di Luigi Filippo III, nato il 6 novembre 1793, figlio di Luigi Filippo II d'Orléans e di Luisa Maria Adelaide di Borbone, gli fu offerta la corona di Polonia, Lituania e Boemia dal Parlamento di Varsavia ("Monarchia di Luglio" o "Monarchia Borghese"), e nonostante non fosse polacco riuscì a farsi amare da tutti i suoi sudditi. Restaurò la monarchia costituzionale e fu l'artefice dell'industrializzazione del regno
144) Filippo I (26 agosto 1850-8 settembre 1894), nato il 24 agosto 1838, figlio di Ferdinando Filippo (1810-1842), primogenito di Luigi II, e di Elena di Meclemburgo-Schwerin, portò avanti una politica coloniale in Africa e in Asia, e in Asia Centrale si scontrò con l'Inghilterra nel cosiddetto "Grande Gioco"
145) Filippo II (8 settembre 1894–28 marzo 1926), nato il 6 febbraio 1869, figlio di Filippo I e di Maria Isabella d'Orléans, durante il suo regno la Polonia e la Francia sconfissero la Germania, e la Polonia occupò la Prussia Orientale. Morì senza figli
146
) Giovanni IV (28 marzo 1926–25 agosto 1940), nato il 4 settembre 1874, figlio del principe Roberto e di Francesca d'Orléans, cugino e cognato di Filippo II. All'inizio del suo regno dovette affrontare il colpo di stato del generale Józef Piłsudski, che tentò di instaurare un regime autoritario di destra, ma l'esercito a lui fedele riuscì a sconfiggerlo
147
) Enrico V (25 agosto 1940–19 giugno 1999), nato il 5 luglio 1908, figlio di Giovanni IV e di Isabella d'Orléans, subì l'invasione della Polonia da parte della Germania di Hitler e dovette fuggire con il suo governo in Siberia. Ritornò trionfalmente a Varsavia dopo la sconfitta nazista. Gestì la ricostruzione e poi la decolonizzazione
148
) Enrico VI (19 giugno 1999–21 gennaio 2019), nato il 14 giugno 1933, figlio di Enrico V e di Isabella d'Orléans-Braganza, sotto il suo regno nel 2004 la Polonia aderì all'Unione Europea e nel 2010 adottò l'euro
149
) Giovanni V (21 gennaio 2019-in carica), nato il 19 maggio 1965, figlio di Enrico VI e di Maria Teresa di Württemberg, poco dopo la sua salita al trono l'autocrate russo Vladimir Putin aggredì la Polonia con l'obiettivo di conquistare l'Ucraina e la Siberia, ma grazie alla fermezza del Primo Ministro Wołodymyr Zełenski l'aggressore fu sconfitto da una coalizione internazionale e rovesciato
150) Luigi (III) (erede al trono), nato il 19 novembre 2009, figlio di Giovanni V e della famosa attrice polacca Katarzyna Anna Smutniak (in arte Kasia Smutniak)

Personificazione della Polonia, immagine creata con Gemini

.

Ma non basta, perchè Sinuhe l'Egiziano ha voluto aggiungere quanto segue alla precedente ucronia:

Successione ininterrotta dei sovrani di Boemia

Dinastia dei Cechingi (semileggendaria)
72) Čech (552-591), fratello di Lech, primo sovrano di Polonia, si rese indipendente dagli Unni (vedi sopra) e fondò il Regno di Moravia. Da lui prendono nome i Cechi
73) Krok (591-640), figlio di Čech
74) Samo (640-666), mercante franco, fu adottato da Krok e costituì un vaso regno slavo in Boemia e Moravia
75) Libuše (666-689), figlia adottiva di Samo
76) Přemysl l'Aratore (667-695), marito di Libuše, fondatore della dinastia dei Přemyslidi
77) Nezamysl (695-712), figlio di Přemysl
78) Mnata (712-725), figlio di Nezamysl
79) Vojen (725-749), figlio di Mnata
80) Uneslao (749-777), figlio di Vojen
81) Crezamysl (777-799), nipote di Uneslao
82) Neklan (799-813), figlio di Crezamysl
83) Hostivít o Goztovit (813-846), figlio di Neklan
84) Witizla (846-870), figlio di Hostivít

Dinastia dei Přemyslidi
85) Bořivoj I (870-894), pronipote di Neklan
86) Spytihněv I (894-915), figlio di Bořivoj I
87) Vratislao I (915-921), figlio di Bořivoj I
88) Venceslao I il Santo (13 febbraio 921-28 settembre 935), figlio di Vratislao I, artefice della cristianizzazione della Boemia
89) Boleslao I il Crudele (28 settembre 935-15 luglio 972), fratello di Venceslao I e mandante del suo assassinio
90) Boleslao II il Pio (15 luglio 972-7 febbraio 999), figlio di Boleslao I
91) Boleslao III il Rosso (999-1002, 1° regno), figlio di Boleslao II, fu deposto

Dinastia dei Piasti
92) Vladivoj (1002-1003), cugino di Boleslao III, figlio di Miezsko I e Oda, fratellastro di Boleslao I di Polonia

Dinastia dei Přemyslidi
91) Boleslao III il Rosso (1003, 2° regno), riconquistò il trono ma venne deposto poco dopo
94) Jaromír (1003, 1° regno), fratello di Boleslao III, ne contestò il trono

Dinastia dei Piasti
95) Boleslao IV (1003-1004), già re di Polonia, si proclamò re di Boemia ma venne spodestato un anno dopo

Bandiera del Regno di Boemia

Dinastia dei Přemyslidi
94) Jaromír (1004-1012, 2° regno), fratello di Boleslao III, restaurato sul trono
96) Ulrico (1012-1033, 1° regno), fratello di Jaromir
94) Jaromír (1033-1034, 3° regno), spodestò il fratello
96) Ulrico (1034, 2° regno), spodestò il fratello
97) Bretislao I (1035-1055), figlio di Ulrico
98) Spytihněv II (10 gennaio 1055-28 gennaio 1061), figlio di Bretislao I
99) Vratislao II (28 gennaio 1061-14 gennaio 1092), figlio di Bretislao I
100) Corrado I (14 gennaio 1092-6 settembre 1092), fratello di Vratislao II
101) Bretislao II (6 settembre 1092-22 dicembre 1100), figlio di Vratislao II
102) Bořivoj II (22 dicembre 1100-maggio 1107, 1° regno), fratello di Bretislao II
103) Svatopluk (maggio 1107-21 settembre 1109), cugino di Bořivoj II
104) Vladislao I (21 settembre 1109-dicembre 1117), fratello di Bořivoj II
102) Bořivoj II (dicembre 1117-16 agosto 1120, 2° regno)
104) Vladislao I (16 agosto 1120-12 aprile 1125, 2° regno)
105) Sobeslao I (12 aprile 1125-14 febbraio 1140), fratello di Vladislao I
106) Vladislao II (1140-1172), nipote di Sobeslao I
107) Federico I (1172-1173, 1° regno), figlio di Vladislao I
108) Sobeslao II (1173-1178), cugino di secondo grado di Federico
107) Federico I (1178-1189, 2° regno)
108) Corrado II (1189-1191) Discendente di Corrado I
109) Venceslao II (1191-1192), fratello di Sobeslao II
110) Ottocaro I (1192-1193, 1° regno), figlio di Vladislao II
111) Bratislao III Enrico (1193-1197), cugino di Ottocaro I
112) Vladislao III Enrico (15 giugno-6 dicembre 1197), fratello di Ottocaro I
110) Ottocaro I (1197-1230, 2° regno), vassallo dell'imperatore Federico II di Svevia
113) Venceslao III (12 dicembre 1230-23 settembre 1253), figlio di Ottocaro I
114) Ottocaro II (23 settembre 1253-26 agosto 1278), figlio di Venceslao I, fu anche Duca d'Austria
115) Venceslao IV (26 agosto 1278-21 giugno 1305), figlio di Ottocaro II, fu anche Re di Polonia
116) Venceslao V (21 giugno 1305-4 agosto 1306), figlio di Venceslao IV ed ultimo esponente maschio della dinastia dei Přemyslidi, fu anche Re di Polonia e d'Ungheria
117) Enrico I (1306, 1° regno), cognato di Venceslao V, dopo il suo assassinio fu eletto re di Boemia e Polonia
118) Rodolfo (1306-1307), sposò la vedova di Venceslao II di Boemia, occupò Praga nel 1306, si ammalò di dissenteria e morì nel 1307 mentre si preparava a fronteggiare la ribellione dei nobili boemi fedeli ad Enrico
117) Enrico I (1307-1310, 2° regno)

Dinastia di Lussemburgo
119) Giovanni I il Cieco (3 dicembre 1310-26 agosto 1346), genero di Venceslao II e figlio dell'mperatore del Sacro Romano Impero Enrico VII
120) Carlo I (26 agosto 1346-29 novembre 1378), figlio di Giovanni I, Imperatore del Sacro Romano Impero come Carlo IV
121) Venceslao VI (29 novembre 1378-16 agosto 1419), figlio di Carlo I
122) Sigismondo (16 agosto 1419-11 ottobre 1420, 1° regno), fratello di Venceslao IV, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re d'Ungheria, perse il territorio boemo a causa della rivolta hussita
Interregno (1420-1436), durante la rivolta hussita
122) Sigismondo (1436-9 dicembre 1437, 2° regno), riconquistò il trono

Dinastia d'Asburgo
123) Alberto (2 giugno 1438-27 ottobre 1439), genero di Sigismondo, Duca d'Austria e Re d'Ungheria, sperò di unificare stabilmente Austria, Boemia ed Ungheria
124) Ladislao I il Postumo (28 ottobre 1453-23 novembre 1457), figlio di Alberto, Duca d'Austria e Re d'Ungheria
125) Giorgio di Poděbrady (2 marzo 1458-22 marzo 1471), eletto re dalla nobiltà boema dopo la morte di Ladislao
126) Federico II (27 maggio 1471-13 marzo 1472), figlio di Ernesto d'Asburgo, Duca d'Austria e Imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Federico III, tentò di riconquistare il trono di Boemia, ma fu rifiutato dalla nobiltà boema

Sovrani di Polonia, Lituania e Boemia
127) Casimiro Jagellone (1471-1492), figlio di Ladislao V Jagellone, conquistò il trono di Boemia e lo trasmise ai suoi successori (vedi sopra). Da qui in poi i sovrani di Polonia e Lituania furono anche Re di Boemia, con l'unione delle tre corone sino ad oggi, fino ad arrivare a
159)
Giovanni VI d'Orléans (21 gennaio 2019-in carica), Re di Polonia, Lituania e Boemia (vedi sopra)
160)  Luigi (III) (erede al trono), figlio di Giovanni V

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Successione ininterrotta dei sovrani di Lituania

Bandiera del Granducato di Lituania

Qaghan dei Cazari (vedi sopra)
88) Tarkhan (840-850), eliminò Khan-Tuvan Dyggvi e gli succedette (vedi sopra)
89) Hezekiah ben Obadiah (850-859), figlio di Obadiah, fece arrivare in Cazaria i migliori studiosi rabbinici e fece costruire varie yeshivot (scuole rabbiniche)
90) Zachariah (859-861), fratello di Hezekiah, accolse San Cirillo in visita in Cazaria

Dinastia Polemonide (i Ventun Duchi, semileggendaria)
91) Borkus (864-885), Duca di Samogizia, fondatore di Jurbarkas, smise di pagare il tributo ai Cazari, li sconfisse in battaglia e migrò con il suo popolo nel territorio dell'attuale Aukštaitija (letteralmente "Terre Alte"), il cuore della nazione lituana. Affermava di discendere dal re Polemone II del Ponto (12 a.C-74 d.C.), da cui il nome della dinastia
92) Kunos (885-903), Duca di Aukštaitija, fratello di Borkus, fondatore di Kaunas
93) Kernius (903-941), Duca di Lituania, figlio di Kunos, fondatore di Kernavė
94) Gimbutas (941-956), Duca di Samogizia, fratello di Kernius
95) Montvilas (956-989), Duca di Samogizia, figlio di Gimbutas
96) Vykintas (989-993), Duca di Samogizia, figlio di Montvilas
97) Erdvilas (993-1046), Duca di Navahradak, fratello di Vykintas
98) Živinbudas (1046-1058), Duca di Samogizia, figlio di Vykintas
99
) Mingaila (1058-1067), Duca di Navahradak e Polack, figlio di Erdvilas
100) Daujotas (1067-1079), Duca di Lituania, discendente di Kunos
101) Vilikaila (1079-1090), Duca di Lituania, fratello di Daujotas
102) Skirmantas (1090-1121), Duca di Navahradak, figlio di Mingaila
103) Ginvilas (1121-1146), Duca di Polack, fratello di Skirmantas
104) Kukovaitis
(1146-1149), Duca della Samogizia, figlio di Živinbudas
105) Liubartas (1149-1162), Granduca di Karačev, figlio di Skirmantas
106) Traidenis I (1162-1175), Granduca di Navahradak, fratello di Liubartas
107) Pisimantas (1175-1190), Duca di Turaŭ, fratello di Liubartas e di Traidenis
108) Rogvolodas (1190-1194), Duca di Polack, figlio di Ginvilas
109) Gleb (1194-1198), Duca di Polack, figlio di Rogvolodas
110) Algimantas (1198-1217), Duca di Navahradak, figlio di Liubartas
111) Ringaudas (1217-1236), Duca di Navahradak, figlio di Algimantas

Dinastia di Mindaugas
112) Mindaugas (1236-1263), figlio di Ringaudas, assassinato da Treniota e Daumantas
113) Treniota (1263-1264), figlio di Vykintas, Duca di Samogizia, e di una sorella di Mindaugas, assassinato dai sicari di Vaišvilkas
114) Vaišvilkas (1264-1267), figlio di Mindaugas e di Morta, non sposato e senza figli, fu assassinato da Leone I di Galizia
115) Shvarn (1267-1269), figlio di Daniele di Galizia, morì a soli 39 anni
116) Traidenis II (1270-1282), usurpatore
117) Daumantas (1282-1285), usurpatore, morì in battaglia presso Tver

Dinastia di Gediminas
118) Butigeidis (1285-1291), figlio di Skalmantas
119) Butvydas (1291-1295), figlio di Skalmantas
120) Vytenis (1295-1316), figlio di Butvydas
121) Gediminas (1316-1341), figlio di Butvydas, ebbe ben 13 figli e diede il nome alla sua dinastia
122) Jaunutis (1341-1345), figlio di Gediminas e di Jaunė
123) Algirdas (1345-1377), figlio di Gediminas e di Jaunė, morì alla bella età di 81 anni
124) Jogaila Algirdaitis (maggio 1377-agosto 1381, 1° regno), figlio di Algirdas e di Uliana di Tver, si convertì al cattoliesimo e fu battezzato con il nome di Ladislao. Fu anche Re di Polonia dal 1386 al 1434 con il nome di Ladislao V (vedi sopra), prima con la moglie Edvige e poi da solo. Fu deposto dal co-reggente pagano Kęstutis
125) Kęstutis (1345-1382), già co-reggente con Algirdas e con Jogaila Algirdaitis, depose quest'ultimo, contrario alla conversione della Lituania al cattolicesimo, ma fu imprigionato e fatto uccidere da Jogaila
124) Jogaila Algirdaitis (3 agosto 1382-1° giugno 1434, 2° regno), riconquistò il trono di Lituania e fu artefice della conversione del suo popolo al cattolicesimo. Con l'Atto di Kreva (1385), Polonia e Lituania furono de jure governate da un unico monarca, ma restarono stati separati
126) Skirgaila (1386-1392), fratello di Jogaila Algirdaitis, fu reggente di Lituania per conto del fratello. Nel 1392, l'Accordo di Astrava pose fine alla guerra civile lituana, e Skirgaila viene sostituito da Vytautas. Skirgaila morì a Kyiv nel gennaio 1397, probabilmente avvelenato
127) Vytautas il Grande (4 agosto 1392-27 ottobre 1430), figlio di Kęstutis e di Birutė. Vytautas e i suoi successori regnarono de jure come reggenti del re di Polonia fino al 1440.
128) Švitrigaila (27 ottobre 1430-1° agosto 1432), figlio di Algirdas e di Uliana di Tver, reggente di Lituania, si ribellò e fu deposto
129) Žygimantas I Kęstutaitis (Sigismondo, 1° agosto 1432-20 marzo 1440), figlio di Kęstutis e di Birutė, reggente di Lituania, fu assassinato dai sostenitori di Švitrigaila

Dinastia degli Jagelloni
130) Kazimieras I Jogailaitis (Casimiro, 29 giugno 1440-7 giugno 1492), figlio di Jogaila Algirdaitis e di Sofia di Halshany, fu Re di Polonia e di Boemia come Casimiro IV
131) Aleksandras Jogailaitis (Alessandro, 30 luglio 1492-19 agosto 1506), figlio di Kazimieras I Jogailaitis e di Elisabetta d'Austria, fu Re di Polonia e di Boemia
132) Žygimantas II Senasis (Sigismondo II il Vecchio, 8 dicembre 1506-1 aprile 1548), figlio di Kazimieras Jogailaitis e di Elisabetta d'Austria, fu Re di Polonia e di Boemia come Sigismondo I
133) Žygimantas III Augustas (Sigismondo II Augusto, 18 ottobre 1529-7 luglio 1572), figlio di Žygimantas il Vecchio e di Bona Sforza, fu Re di Polonia e di Boemia come Sigismondo II Augusto, Con l'Unione di Lublino, firmata nel 1569, Polonia e Lituania vennero unite in un unico stato, la Confederazione Polacco-Lituana. Da qui in poi i sovrani di Polonia e Boemia furono anche Granduchi e poi Re di Lituania, con l'unione delle tre corone sino ad oggi, fino ad arrivare a
159)
Giovanni IV d'Orléans (21 gennaio 2019-in carica), Re di Polonia, Lituania e Boemia (vedi sopra)
160)  Luigi (II) (erede al trono), figlio di Giovanni IV

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Parlando di dinastie ucroniche dei Balcani, ancora Sinuhe l'Egiziano non poteva farci mancare la...

Successione ininterrotta dei sovrani di Serbia

Bandiera attuale del Regno di Serbia

Dinastia dei Dervan (semileggendaria)
72) Dobręta o Davritas (552-583), capo degli Sclaveni, primo capo degli Slavi meridionali di cui si abbia notizia, secondo lo storico bizantino Menandro Protettore, si ribellò al morente impero unno (vedi sopra) e guidò il suo popolo al di là del Danubio, nel'attuale Serbia
73) Dervan I (583-610), Župan (Principe) dei Serbi Bianchi o Sorabi, lontano parente di Dobręta, guidò la sua gente dalla pianura sarmatica fino alla Lusazia, l'area compresa fra i bacini dell'Elba e della Saale, dove ancora oggi si trovano alcuni dei loro discendenti
74) Dervan II (610-641), figlio di Dervan I, secondo il "De administrando imperio" scritto dall'imperatore bizantino Constantino VII, migrò con la maggior parte dei Sorabi verso sud, e gli fu concesso di insediarsi nei territori bizantini dopo aver aiutato l'imperatore Eraclio I a respingere l'invasione degli Avari nel 629
75) Dervan III (641-688), figlio di Dervan III, sul suo regno non si hanno informazioni
76) Dervan IV (688-737), nipote di Dervan III, combattè a lungo contro gli Avari
77) Dervan V (737-776), sul suo regno non si hanno informazioni

Župan dei Serbi
78) Viseslao (776-807), Župan di Neretva e delle regioni di Tara, Piva e Lim, unificò le tribù serbe formando il primo stato serbo unitario
79) Radoslao (803-822), figlio di Viseslao
80) Prosigoj (822-840), figlio di Radoslao, regnò durante la rivolta di Ljudevit Posavski contro i Franchi descritta negli "Annales Regni Francorum"
81) Vlastimiro (840-859), figlio di Prosigoj. Eponimo della dinastia Vlastimirović, riuscì a respingere gli attacchi bulgari. Ebbe tre figli (Mutimir, Strojimir e Gojnik) e una figlia data in sposa a Krajina Belojević, a cui diede la Travunia
82) Mutimiro (859-891), primogenito di Vlastimiro, respinse gli attacchi del Khan Boris I di Bulgaria ed esiliò i suoi sue fratelli minori che si ribellarono contro di lui. Favorì la cristianizzazione dei serbi e nel 871 fondò la Eparchia di Ras
83) Pribislavo (891-892), primogenito di Mutimiro, governò brevemente perchè suo cugino Pietro Gojniković tornò dall'esilio e lo sconfisse. Pribislavo fuggì con i fratelli Bran e Stefano e il figlio Zaharije nel principato di Croazia
84) Pietro I Gojniković (892-917), figlio di Gojnik, tornò dall'esilio e depose Pribislavo; conquistò la Bosnia e gran parte della Zaclumia e annettè la Pagania. Nel 917 cadde in una imboscata di Simeone I, fu catturato e portato in Bulgaria, dove morì l'anno successivo
85) Paolo Branović (917-921), figlio di Bran Mutimirović, fu sconfitto dopo aver attaccato Pietro I, ma quando quest'ultimo fu deposto, salì al trono. Sconfisse Zaccaria, figlio di Pribislavo, speditogli contro dai Bizantini. Inizialmente fu un vassallo di Simeone I di Bulgaria, per passare poi dalla parte dei Bizantini. Nel 921 sconfisse di nuovo Zaccaria, stavolta speditogli contro dai Bulgari
86) Zaccaria Pribislavljević (921-924), figlio di Pribislavo, una volta sconfitto Pavle, tradì Simeone I di Bulgaria alleandosi coi Bizantini. Sconfisse una prima armata bulgara nel 923 spedendo due teste di generali a Costantinopoli come trofeo, ma nel 924 fu sconfitto da una seconda armata, più numerosa e guidata da Časlav Klonimirović, secondo cugino di Zaccaria, e fuggì in Croazia. Simeone, anziché consegnare i territori serbi a Časlav, lo fece arrestare e li annettè direttamente alla Bulgaria
87) Simeone (924-927), Khan del Primo Impero bulgaro, fu anche Župan di Serbia per breve tempo
88) Časlav Klonimirović (927-960), figlio di Klonimir, tornò e riuscì a organizzare una rivolta contro il dominio bulgaro, unendo gli stati di Raška, Bosnia, Doclea, Zaclumia, Travunia e Pagania in un'unica entità statale. Sconfisse gli Ungari, ma poi morì in un attentato da loro organizzato e la Serbia fu occupata dai Bizantini

Bandiera di Časlav Klonimirović

Occupazione bizantina
89) Niceforo (963-969), imperatore bizantino con il nome di Niceforo II Foca, si proclamò Re di Serbia
90) Giovanni I (969-976), imperatore bizantino con il nome di Giovanni I Zymiskes, fu anche Re di Serbia
91) Basilio I (976-1025), imperatore bizantino con il nome di Basilio II il Bulgaroctono, fu anche Re di Serbia
92) Costantino (1025-1028), imperatore bizantino con il nome di Costantino VIII, fratello di Basilio, fu anche Re di Serbia

Principi di Doclea
93) Stefano I Vojislav (1028-1052), Principe di Doclea nell'attuale Montenegro, si rivoltò contro i Bizantini e si proclamò Re di Serbia
94) Michele I Vojisavljević (1052-1081), figlio di Stefano Vojislav

Dinastia dei Nemanjić
95) Vukan (1081-1114), Principe di Raška, sconfisse il Principato di Doclea e si proclamò Re di Serbia
96) Uroš I (1114-1140), figlio di Vukan
97) Uroš II (1140-1161), figlio di Uroš I
98) Desa (1161-1165), figlio di Uroš II, fu detronizzato da Tihomir Zavidović
99) Tihomir Zavidović (1161-1165), figlio di Zavida Vukanović
100) Stefano II Nemanja (1165-1199), fratello di Tihomir Zavidović
101) Stefano III Prvovenčani (1199–1228), secondogenito di Stefano Nemanja
102) Stefano IV Radoslav (1228–1234), figlio di Stefano Prvovenčani
103) Stefano V Vladislav (1234–1243), figlio di Stefano Prvovenčani
104) Stefano Uroš I (1243–1276), figlio di Stefano Prvovenčani
105) Stefano VI Dragutin (1276–1282), figlio di Stefano Uroš I
106) Stefano Uroš II Milutin (1282–1321), figlio di Stefano Uroš I
107) Stefano Uroš III Dečanski (1321–1331), figlio di Stefano Uroš II Milutin
108) Stefano Uroš IV Dušan il Grande (1331–1355), figlio di Stefano Uroš III Dečanski, conquistò la Bulgaria e l'Impero Bizantino e si proclamò Zar dei Serbi, dei Romani e dei Bulgari. Fu il più grande dei sovrani serbi
109) Stefano Uroš V (1355–1371), figlio di Stefano Uroš IV Dušan, perse il controllo della Bulgaria, ma conservò Costantinopoli

Bandiera di Stefano Uroš IV Dušan il Grande

Dinastia dei Lazarević
110) Lazzaro I Hrebljanović il Santo (1371–1389), succedette a Stefano Uroš V che morì senza figli. Quando gli Ottomani invasero i Balcani, formò una coalizione con il Re di Bosnia Tvrtko I, con lo Zar bulgaro Ivan IX Sracimir e con la Republlica di Venezia, e inflisse ai Turchi una storica sconfitta nella Battaglia di Kosovo Polje ("la Piana dei Merli", 15 giugno 1389), ma cadde nello scontro. Fu canonizzato dalla Chiesa Ortodossa
111) Stefano VII Lazarević il Vittorioso (1389–1427), figlio di Lazzaro I Hrebeljanović, continuò la guerra contro i Turchi e li espulse dall'Europa, riconquistando Costantinopoli, ma morì senza figli maschi

Dinastia dei Branković
112) Giorgio I Branković (1427–1456), figlio di Vuk Branković e di Mara, figlia di Lazzaro I Hrebeljanović
113) Lazzaro II Branković (1456–1458), figlio di Giorgio I Branković
114) Stefano VIII Branković il Cieco (1458–1476), fratello di Lazzaro II Branković
115) Giorgio II Branković (1476-1502), figlio di Stefano VIII Branković, abdicò e si fece monaco ortodosso con il nome di Maxim; morì nel 1516
116) Giovanni II Branković (1493-1502), fratello di Giorgio II Branković, da lui associato al trono e suo successore
117) Giovanni III Berislavić (1502-1514), di origini croate, secondo marito di Jelena Jakšić, vedova di Giovanni II Branković
118) Stefano IX Berislavić (1514-1535), figlio di Giovanni III Berislavić e di Jelena Jakšić, fu ucciso in battaglia dagli Ungheresi. La Bosnia, la Serbia e la Grecia furono annesse all'Ungheria, mentre Macedonia e Costantinopoli vennero occupate dall'Impero Bulgaro, cui appartengono ancor oggi

Imperatori d'Ungheria, di Serbia e dei Romani della dinastia Zápolya
131) Giovanni IV Zápolya (1535-1540), Re d'Ungheria (vedi sopra), alleato con i Bulgari sconfisse e uccise Stefano IX Berislavić e si proclamò anche Zar dei Serbi
132) Giovanni V Zápolya (1540-1560), figlio di Giovanni IV e di Isabella Jagellona, fu fortemente impopolare tra i Serbi e i Greci perchè cattolico, e allira decise di annettere la sola Bosnia e di fare della Serbia e della Grecia uno stato vassallo, affidandolo a Makarije, Principe-Vescovo del Montenegro, che fu investito anche dell'autorità politica

Era dei Principi-Vescovi di Serbia e Montenegro (vassalli degli Ungheresi)
133) Macario (1560-1561). Dal momento che la tradizione ortodossa prevedeva che i vescovi mantenessero il celibato, il titolo di Principe si tramandò sempre di zio in nipote
134) Ruvim I (1561-1569)
135) Pacomio Komanin (1569-1579)
136) Gerasim (1575-1582)
137) Beniamino (1582-1591)
138) Nicanore (1591-1593)
139) Ruvim II Boljević-Njegos (1593-1636)
140) Mardarije Kornečanin (1636 1649, 1° governo)
141) Visarion I (1649-1659)
140) Mardarije Kornečanin (1659-1673, 2° governo)
142) Ruvim III Boljević (1673-1685)
143) Basilio II Velikrasić (1685)
144) Visarion II Bajica (1685-1692)
145) Sava I Kaluđerović (1692-1696)

Bandiera dei rincipi-Vescovi della dinastia dei Petrović-Njegoš

Principi-Vescovi della dinastia dei Petrović-Njegoš (de facto indipendenti)
146) Danilo I Šćepčev (luglio 1696-22 gennaio 1735), con lui Serbia e Montenegro erano teoricamente ancora vassalli dell'Ungheia, ma nei fatti portavano avanti una politica del tutto indipendente da Budapest
147) Sava II (22 gennaio 1735-9 marzo 1781)
148) Basilio III (1750-21 marzo 1766), coprincipe con Sava II
149) Arsenio Plamenac (9 marzo 1781-12 marzo 1782)
150) Pietro II (12 marzo 1782 - 23 aprile 1815)

Zar dei Serbi e dei Greci della dinastia degli Obrenović
151) Miloš Obrenović il Grande (23 aprile 1815-25 giugno 1839), sulla scia dei principi liberali giunti nei Balcani dopo le imprese di Napoleone, depose l'ultimo Principe-Vescovo, restaurò il governo civile e si proclamò Zar dei Serbi e dei Greci. Concesse una Costituzione ed abdicò in favore dei suoi figli. Morì il 26 settembre 1860
152) Milan I Obrenović (25 giugno 1839-8 luglio 1839), figlio maggiore di Miloš; regnò solo per 13 giorni, poiché morì a soli 19 anni di tubercolosi
153) Michele I Obrenović (8 luglio 1839-10 giugno 1868), fratello di Milan Obrenović, portò avanti una decisa modernizzazione del paese
154) Milan II Obrenović (10 giugno 1868-11 febbraio 1901), pronipote di Miloš Obrenović, avviò una politica coloniale nel Corno d'Africa
155) Alessandro Obrenović (11 febbraio 1901-11 giugno 1903), figlio di Milan II, fu assassinato con la moglie Draga durante un colpo di stato di nobili serbi, i quali volevano scongiurare che lo Zar nominasse suo erede Nikodije, l'impopolare fratello della moglie. Il trono fu offerto a Nicola Petrović-Njegoš, discendente della dinastia montenegrina dei Principi-Vescovi, ed egli accettò

Zar dei Serbi e dei Greci della dinastia dei Petrović-Njegoš
156) Nicola I Petrović-Njegoš (28 agosto 1910-1° marzo 1921), figlio di Mirko Petrović-Njegoš e di Anastasija Martinović. Rimase neutrale nel conflitto tra Prussia e Russia che provocò il collasso di quest'ultima. Ebbe dodici figli, tra cui il successore Danilo ed Elena, moglie di Vittorio Emanuele III e Regina d'Italia
157) Danilo II Alessandro Petrović-Njegoš (1° marzo 1921-24 settembre 1939), figlio di Nicola I e di Milena Vukotić, rmase neutrale anche nel successivo conflitto tra Francia e Prussia, e dovette affrontare gli opposti estremismi di destra e di sinistra all'interno del suo regno
158) Michele II Petrović-Njegoš (24 settembre 1939-24 marzo 1986), terzogenito del principe Mirko, a sua volta nono figlio di Nicola I, e di Natalija Konstantinović, visse in un'epoca di consolidamento della democrazia e di grande crescita economica. Nel 1957 la Serbia fu uno dei paesi fondatori della CEE
159) Nicola II Petrović-Njegoš (24 marzo 1986-7 luglio 2024), figlio di Michele II e di Maria Teresa di Braganza, nato il 7 luglio 1944, abdicò al compimento dell'80° compleanno in favoe del figlio. Nel 1999 la Serbia adottò l'euro
160) Michele III Petrović-Njegoš (7 luglio 2024-in carica), figlio di Nicola II e di Anna, secondogenita della regina Elisabetta II del Regno Unito, nato il 21 gennaio 1980. Il 12 maggio 2007 ha sposato la principessa Maddalena Bernadotte, terza figlia del Re di Svezia Carlo Gustavo XVI. Da lei il 15 giugno 2015 ha avuto l'erede al trono Nicola (III)

Personificazione della Serbia, immagine creata con Gemini

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A questo punto, anche aNoNimo ha voluto cimentarsi con queste liste di regnanti, e a patire dalle successioni precedenti ha elaborato la:

Successione ininterrotta dei sovrani di Mongolia

Qaghan dei Göktürk
72) Bumin (552), figlio Asjina Tuwu, sconfisse gli Unni e fondò il Qaghanato dei Göktürk o Turchi azzurri (vedi sopra)
73) Yabghu (552–575), fratello minore di Bumin, sconfisse gli Eftaliti, fondò a sua volta il Qaghanato Göktürk occidentale
74) Tardu (575–602), figlio di Yabghu

75) Heshana (604–611), figlio di Niri, pronipote di Bumin
76) Sheguy (610–617), figlio di Tulu, figlio di Tardu

77) Tong Yabghu (617–630, figlio di Tughluq Yabghu, pronipote di Tardu
78) Baghatur (630), figlio di Tughluq Yabghu, nipote di Tardu
79) Si Yabghu (630–632), figlio di Tuluq Yabghu
80) Tughluq (632–634), figlio di Baghatur
81) Ishbara Tolis (634–639), figlio di Baghatur
82) Illig Beg Tughluq (638–642), nipote di Tughluq Yabghu
83) Illig Qutlugh Illig Beg (639–640), figlio di Ishbara Tolis Qaghan, in opposizione a Illig Beg Tughluq
84) Illig Beg Ishbara Yabghu (639–641), figlio di Shad, in opposizione a Illig Beg Tughluq
85) Illig Beg Shekuei (642–653), figlio di Illig Kul Bilge, nipote di Apa
86) Ishbara (650–658), figlio di Böri Shad, nipote di Tughluq Yabghu

Qaghan Xingxiwang
87) Ashina Mishe (658–662), governò sui Turchi come vassallo della Cina dei Tang ed ebbe, come i suoi successori, il titolo di Xingxiwang, "Colui che fa risorgere i caduti"
88) Ashina Duzhī (Onoq, 662-679), alleatosi con l'Impero Tibetano rovesciò Ashina Mishe
89) Ashina Yuanqing (679–692), figlio di Ashina Mishe
90) Ashina Tuizi (692–694), figlio di Ashina Yuanqing

Qaghan Türgesh
91) Üç Elig Qaghan (694–706), si rese indipendente dai Cinesi e fondò il Qaghanato Türgesh nel Turkestan orientale
92) Sakal Qaghan (706–711), figlio di Üç Elig Qaghan
93) Suluk Qaghan (716–738), generale di Üç Elig Qaghan
94) Kut Chor (738–739), figlio di Suluk Qaghan
95) Kül Chor (739–744), generale di Suluk Qaghan, fu sconfitto dai cinesi, catturato e giustiziato. Alla sua morte il Qaghanato Türgesh piombò nella guerra civile e fu infine conquistato dagli Uighuri

Bandiera del Qaghanato Göktürk

Qaghan del Secondo Qaghanato Göktürk (orientale)
96) Ilterish Qaghan (682-694), discendente di Illig Beg Shekuei, restaurò in parte il Qaghanato dei Turchi Azzurri in opposizione agli Xingxiwang dei Tang e al Qaghanato Türgesh
97) Qapaghan Qaghan (694–716), fratello minore di Ilterish Qaghan
98) Inel Qaghan (716), figlio di Qapaghan Qaghan
99) Bilge Qaghan (716–734), figlio di Ilterish Qaghan
100) Yiran Qaghan (734), figlio di Bilge Qaghan
101) Tengri Qaghan (734–741), figlio di Bilge Qaghan
102) Kutluk Yabgu Qaghan (741–742), figlio di Ilterish Qaghan
103) Ilterish Qaghan (742–744), capo della tribù Basmyl
104) Ozmysh Qaghan (742–744), iglio di Pan Kul Tigin
105) Báiméi Qaghan (744–745), figlio di Pan Kul Tigin

Qaghan degli Uighuri
106) Kutlug Bilge I Köl Qaghan (745–747), figlio di Hushu, capo del clan Yaglakar, si rese indipendente dal Qaghanato Göktürk in dissoluzione e conquistò il Qaghanato Türgesh
107) Bayan Çor Qaghan (747–759), figlio di Kutlug Bilge I Köl Qaghan
108) Bögü Qaghan (759–779), figlio di Bayan Çor
109) Tun Baga Tarkan (779–789), generale di Bögü
110) Külüg Bilge Qaghan (789–790), figlio minorenne di Tun Baga Tarkan
111) Kutluk Bilge II Qaghan (790–795), figlio di Kutlug Bilge I Köl Qaghan
112) Alp Kutlug II (795–808), Gran Visir di Kutluk Bilge II
113) Baoyi Qaghan (808–821), figlio di Kutluk Bilge II
114) Chongde Qaghan (821–824), usurpatore
115) Zhaoli Qaghan (824–832), figlio di Baoyi Qaghan
116) Zhangxin Qaghan (832–839), nipote di Zhaoli Qaghan
117) Qasar Qaghan (839-841), usurpatore
118) Öge Qaghan (841–846), figlio di Zhaoli Qaghan
119) Enian Qaghan (846-848), fratello minore di Öge Qaghan, cadde vittima di un'invasione dei suoi ex vassalli, i Kirghisi, che posero fine al Qaganato degli Uighuri

Qaghan dei Karakhānidi (Kirghisi)
120) Bilge Kul Qadir Khan (848–893), discendente dello yabghu Karluk, fondò il Qaghanato Kirghiso
121) Bazir Arslan Khan (893–920), luogotenente di Bilge Kul Qadir Khan
122) Oghulcak Khan (893–940), fratello minore di Bazir Arslan Khan
123) Satuk Bughra Khan (920–955), figlio di Bazir Arslan Khan, nel 932 si convertì all'Islam
124) Musa Bughra Khan (955–958), figlio di Satuk Bughra Khan
125) Suleyman Arslan Khan (958–970), fratello di Musa Bughra Khan
126) Ali Arslan Khan (970–998), figlio di Musa Bughra Khan
127) Ahmad Arslan Qara Khan (998–1017), figlio di Ali Arslan
128) Mansur Arslan Khan (1017–1024), figlio di Ali Arslan
129) Muhammad Toghan Khan (1024–1026), figlio di Hasan b. Sulayman
130) Yusuf Qadir Khan (1026–1032), figlio di Hasan b. Sulayman
131) Ali Tigin Bughra Khan (1020–1034), Grande Qaghan a Samarcanda, figlio di Hasan b. Sulayman
132) Abu Shuja' Sulayman (1034–1042), usurpatore, fu sconfitto da Chongxi, sovrano del Kara Khitay

Bandiera del Kara Khitay

Sovrani del Kara Khitay (Liao)
133) Chongxi (1042-1055), rese grande l'impero del Kara Khitay ("i Khitay Neri"), dal cui nome deriva il termine europeo medioevale di "Catai"
134) Daozong (1055–1101), figlio di Chongxi
135) Xianyong (1065-1074)
136) Taikang (1075-1084)
137) Da'an (1085-1094)
138) Shouchang (1095-1101)
139) Tianzuodi (1101-1110)
140) Tianqing (1111-1120)
141) Baoda (1121-1125)
142) Yelü Dashi (1124-1144)
143) Tabuyan (1144-1150)
144) Yelü Yilie (1150-1164), successivamente idenrificato con il mitologico "Prete Gianni" delle leggende europee medioevali
145) Yelü Pasuwan (1164-1178)
146) Yelü Zhilugu (1178-1211)
147) Kuchlug (1211-1218)

Gran Khan dell'Impero Mongolo eurasiatico
148) Gengis Khan (Temujin, 1206-1227), figlio di Yesugei e di Ho'elun, fu uno dei più grandi conquistatori della storia dell'uomo
149) Tolui Khan (1227-1229), figlio di Gengis Khan e di Börte, fu reggente dell'Impero mongolo fino a quando suo fratello Ögedei non divenne Khan
150) Ögodei Khan (13 settembre 1229-11 dicembre 1241), fratello di Tolui
151) Töregene Khatun (1242-1246), sposa di Ögodei, reggente dell'Impero mongolo fino all'elezione del figlio, Güyük Khan
152) Güyük Khan (24 agosto 1246-20 aprile 1248), figlio di Ögodei e di Töregene
153) Oghul Qaimish (1248-1251), reggente dell'Impero mongolo fino alla sua morte nel 1251
154) Möngke Khan (1° luglio 1251-11 agosto 1259), figlio di Tolui e di Sorgaqtani Beki
155) Ariq Böke (11 agosto 1259-12 agosto 1264), fratello di Möngke, rivendicò il titolo di Gran Khan e combatté contro Kublai nella guerra civile toluide

Bandiera della Dinastia Yuan

Imperatori della dinastia Yuan (Cina e Mongolia)
156) Kublai Khan (18 dicembre 1271-18 febbraio 1294), fratello di Möngke e di Ariq Böke, accolse alla sua corte Marco Polo
157) Temür Khan (10 maggio 1294-10 febbraio 1307), nipote di Kublai
158) Külüg Khan (21 giugno 1307-27 gennaio 1311), pronipote di Kublai
159) Ayurbarwada Buyantu Khan (7 aprile 1311-1° marzo 1320), fratello di Qayshan Gülük
160) Gegeen Khan (19 aprile 1320-4 settembre 1323), figlio di Ayurbarwada Buyantu Khan e di Radnashiri
161) Yesün Temür (4 ottobre 1323-15 agosto 1328), pronipote di Kublai
162) Ragibagh Khan (1° ottobre 1328 - 14 novembre 1328), figlio di Yesün Temür e di Babukhan
163) Jayaatu Khan Tugh Temür (16 ottobre 1328-2 settembre 1332), figlio di Külüg Khan
164) Khutughtu Khan Kusala (27 febbraio 1329-30 agosto 1329), fratello e già coreggente di Jayaatu Khan Tugh Temür
165) Rinchinbal Khan (23 ottobre 1332-14 dicembre 1332), figlio di Khutughtu Khan Kusala e di Babusha
166) Toghon Temür (19 luglio 1333-23 maggio 1370), figlio di Khutughtu Khan Kusala e di Mailaiti, fu sconfitto da Zhu Yuanzhang che divenne imperatore di Cina con il nome di Hongwu e fondò la Dinastia Ming

Imperatori della dinastia Yuan Settentrionale (sola Mongolia)
167) Biligtü Khan Ayushiridara (1370–1378), figlio di Toghon Temür, si ritirò sull'altopiano mongolo
168) Uskhal Khan Tögüs Temür (1378–1388), fratello minore di Biligtü Khan Ayushiridara
169) Jorightu Khan Yesüder (1388–1391), discendente di Ariq Böke
170) Engke Khan (1391–1394), figlio di Jorightu Khan Yesüder
171) Elbeg Nigülesügchi Khan (1394–1399), fratello minore di Elbeg Nigülesügchi Khan
172) Gün Temür Khan (1399–1402), figlio di Elbeg Nigülesügchi Khan
173) Örüg Temür Khan (Guilichi, 1402–1408), discendente di Ögedei
174) Öljei Temür Khan (Bunyashiri, 1408–1412), figlio di Elbeg Nigülesügchi Khan
175) Delbeg Khan (Dalbag, 1412–1415), discendente di Ariq Böke, insediato dalla tribù degli Oirati
176) Oyiradai (1415–1425), discendente di Ariq Böke, insediato dagli Oirati dopo l'assassinio di Delbeg Khan
177) Adai Khan (1425–1438), figlio di Örüg Temür Khan
178) Tayisung Khan Toghtoa Bukha (1433–1452), figlio di Ajai, figlio di Elbeg Nigülesügchi Khan
179) Agbarjin (1452-1453), fratello minore di Tayisung Khan Toghtoa Bukha
180) Esen Taishi (1453–1454), figlio di Toghan, capo degli Oirati, catturò l'imperatore Yingzong dei Ming nella battaglia della fortezza di Tumu (1449)
181) Markörgis Khan (Ükegtü, 1454–1465), figlio di Tayisung Khan Toghtoa Bukha
182) Molon Khan (1465–1466), fratello minore di Markörgis Khan
183) Manduul Khan (1475–1478), fratello di Tayisung Khan Toghtoa Bukha e di Agbarjin
184) Dayan Khan (Batu Möngke, 1478-1516), figlio di Bayanmongke, capo del clan dei Borjigin
185) Bars Bolud Jinong (1517-1519), terzo figlio di Dayan Khan
186) Bodi Alagh Khan (1519-1547), nipote abiatico di Dayan Khan
187) Daraisung Guden Khan (1547–1557), figlio maggiore di Bodi Alagh Khan
188) Tümen Jasagtu Khan (1557–1592), figlio di Daraisung Guden Khan
189) Buyan Sechen Khan (1592-1604), figlio di Tümen Jasagtu Khan
190) Ligdan Khan (1604–1634), nipote di Buyan Sechen Khan
191) Ejei Khan (1634–1635), figlio di Ligdan Khan, fu sconfitto da Hong Taiji, che assunse il nome di Taizong e fondò la Dinastia Qing, di origine Manciù

Bandiera della Mongolia moderna

Sechen Khan di Mongolia
192) Sholoi (1635–1655), figlio di Morbuim, signore della Mongolia orientale, conquistò l'intero paese dopo la fine degli Yuan settentrionali
193) Babu (1655–1683), quinto figlio di Sholoi
194) Norov (1683–1688), terzo figlio di Babu
195) Ilden Ravdan (1688–1690), usurpatore
196) Ömkhei (1691–1709), nipote di Norov
197) Günchin (1709–1728), primo figlio di Ömkhei
198) Tsevdenbanjuur (1728–1733), primo figlio di Günchin
199) Choizav (1733–1735), nipote di Norov
200) Damiran (1735–1751), secondo figlio di Günchin
201) Manybadar (1751–1767), primo figlio di Damiran
202) Tsevdenjav (1767–1788), secondo figlio di Damiran
203) Tseveendorj (1788–1795), primo figlio di Tsevdenjav
204) Puntsagdorj (1795), secondo figlio di Tsevdenjav
205) Sanzaidorj (1796–1800), primo figlio di Tseveendorj.
206) Mahashiri (1800–1807), usurpatore
207) Enkhtör (1807–1817), primo figlio di Mahashiri.
208) Artased (1817–1875), figlio di Enkhtör
209) Tserendorj (1875–1893), figlio di Artased
210) Demchigdorj (1893–1909), figlio di Tserendorj
211) Navaanneren (1910-1911), figlio maggiore di Tserendondov, figlio di Orjinjav, figlio di Artased

Bogd Khan di Mongolia
212) Agvaan Luvsan Choijinnyam Danzan Vanchüg (1911-1924), ottavo Jebtsundamba Khutuktu (guida spirituale del buddismo tibetano in Mongolia), assunse il titolo di Bogd Khan ("Signore Sacro"). Alla sua morte l'assemblea dei monaci, per evitare un lungo interregno in attesa di individuare la reincarnazione di Agvaan, designò che il Bogd Khan sarebbe stato il Khambo Lama, cioè l'abate dell'importantissimo monastero di Gandantegchinlen, ad Ulaan Bator. Fu così che la Mongolia divenne una teocrazia, come il Tibet
213) Luvsanheimchig (1924-1937)
214) Naidangiin Erdenepel (1937-1960)
215) Samaagiin Gombozav (1960-1980)
216) Harhuugiin Gaadan (1980-1990)
217) Sugaryn Dagvadorz (1990-1991)
218) Tumuriin Damdinsuren (1991-1993)
219) Gabju Dembereliin Choyjamts (1993–2023)
220) Dulmaragchaagiin Zhavzandorj (2023-in carica), governa la Mongolia dal 1° novembre 2023, data della sua elezione

Personificazione della Mongolia, immagine creata con BING

Personificazione della Mongolia, immagine creata con BING

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Ma non è finita, perchè aNoNimo si è accorto che dagli Xiiongnu e dagli Unni deriva anche la...

Successione ininterrotta dei sovrani di Turchia

Yagbu degli Oghuz
87) Inal Yavi (657-680), alla morte di Ishbara, Qaghan dei Göktürk (vedi sopra), fondò la Confederazione Oghuz nella Transoxiana
88) Duyli Kai (680-693), figlio di Inal Yavi
89) Irqi (693-722), figlio di Duyli Kai
90) Tuman (722-725), figlio di Irqi
91) Qanli Yavi (725-748), figlio di Tuman
92) Mur Yavi (748-766), figlio di Qanli Yavi
93) Qara Khan (766-802), figlio di Mur Yavi
94) Bughra Khan (802-825), figlio di Qara Khan
95) Quzitekin (825-847), figlio di Bughra Khan
96) Arslan (847-853), figlio di Quzitekin
97) Usman (853-874), figlio di Arslan
98) Isli (874-911), figlio di Usman
99) Shaiban (911-946), figlio di Isli
100) Buran (946-979), figlio di Shaiban
101) Ali Khan (979-998), figlio di Buran
102) Malik Shah I (998-1037), fu sconfitto e deposto da Toghrul Beg, che invase il Medio Oriente e fondò il Sultanato Selgiuchide

Bandiera dell'Impero Selgiuchide

Sultani Selgiuchidi
103)
Toghrul Beg (1037-1063), nipote di Seljuq, capo di una delle tribù degli Oghuz, conquistò la Persia e la Mesopotamia
104)
Alp Arslan (1063-1072), nipote di Toghrul Beg
105)
Malik Shah II (1072-1092), figlio di Alp Arslan, conquistò l'Anatolia togliendola ai Bizantini
106)
Mahmud I (1092-1094), figlio di Malik Shah I e di Terken Khatun
107)
Barkiyaruq (1094-1105), figlio di Malik Shah I e di Zubayda Khatun
108) Malik Shah III (1105), figlio di Barkiyaruq
109) Muhammad I Tapar (1105-1118), figlio di Malik-Shah I e di Taj al-Din Khatun Safariya
110) Ahmed I Sanjar (1118-1153), figlio di Malik-Shah I e di Taj Safariyya Khatun

Sultani di Rum
111) Mas'ud I (1153-1156), figlio di Qilij Arslan, prese il controllo dell'Anatolia al momento della disgregazione del Sultanato Selgiuchide
112) ʿIzz al-Dīn Qilij Arslan I (1156-1192), secondogenito di Mas'ud
113) Giyāth al-Dīn Kaykhusraw I (1192-1196, 1° regno), figlio di ʿIzz al-Dīn Qilij Arslan I
114) Rukn al-Dīn Suleymānshāh (1196-1204), fratello di Giyāth al-Dīn Kaykhusraw I
115) Qilij Arslan II (1204-1205), figlio di Rukn al-Dīn Suleymānshāh
113) Giyāth al-Dīn Kaykhusraw I (1205-1211, 2° regno)
116) ʿIzz al-Dīn Kaykaus I (1211-1220), figlio di Giyāth al-Dīn Kaykhusraw I
117) ʿAlāʾ al-Dīn Kayqubad I (1220-1237), fratello di ʿIzz al-Dīn Kaykaus I
118) Kaykhusraw (1237-1246), figlio di ʿAlāʾ al-Dīn Kayqubad I
119) ʿIzz al-Din Kaykaus II (1246-1260), figlio di Kaykhusraw
120) Rukn al-Dīn Qilij Arslan III (1246-1265), fratello di ʿIzz al-Din Kaykaus II e inizialmente suo coreggente
121) ʿAlāʾ al-Dīn Kayqubad II (1249-1257), fratello dei suoi due predecessori
122) Giyāth al-Dīn Kaykhusraw II (1265-1284), figlio di Rukn al-Dīn Qilij Arslan III
123) Giyth al-Dīn Masʿūd II (1284-1296, 1° regno), figlio di ʿIzz al-Din Kaykaus II, governò come vassallo dei Mongoli
124) ʿAlāʾ al-Dīn Kayqubad III (1298-1302), nipote di Giyth al-Dīn Masʿūd
123) Giyāth al-Dīn Masʿūd II (1303-1308, 2° regno), restaurato sul trono

Sultani Ottomani, primo periodo
125) Osman I il Guerriero (1308-1326), figlio di Ertuğrul e di Halime Hatun, sconfisse l'ultimo Sultano di Rum e fondò il Sultanato Ottomano
126) Orhan I (1326-1362), figlio di Osman I e di Malhun Hatun
127) Murad I il Devoto (1362-1389), figlio di Orhan e di Nilüfer Hatun, morì nella battaglia di Kosovo Polje (15 giugno 1389)
128) Bayezid I la Folgore (1389-1402), figlio di Murad I e di Gülçiçek Hatun, catturato da Tamerlano durante la Battaglia di Ankara, morì in prigionia nel 1403

Sultani Timuridi
129) Timur Leng (Tamerlano, 1402-1405), tentò senza successo di ricostruire l'Impero Mongolo eurasiatico
130) Pir Muhammad (1405-1407), nipote di Timur Leng
131) Khalil Sultan (1407-1409), nipote di Timur Leng e cugino di Pir Muhammad
132) Shah Rukh (1409-1413), figlio di Timur Leng e padre di Khalil Sultan

Bandiera della Turchia Ottomana

Sultani Ottomani, secondo periodo
133) Mehmet II l'Affabile (1413-1421), figlio di Bayezid I e di Devlet Hatun, sconfisse i Timuridi e restaurò la dinastia Ottomana
134) Murad II il Grande (1421-1444, 1° regno), figlio di Mehmet II e di Emine Hatun, abdicò in favore di suo figlio Mehmed II
135) Mehmet III il Conquistatore (1444-1446, 1° regno), figlio di Murad II e di Hüma Hatu, restituì il trono a suo padre dopo che questi gli ebbe chiesto di tornare al potere
134) Murad II il Grande (1446-1451, 2° regno), fu costretto a tornare sul trono in seguito alla rivolta dei Giannizzeri, e regnò fino alla morte
135) Mehmet III il Conquistatore (1451-1481, 2° regno), figlio di Murad II e di Hüma Hatun, conquistò Costantinopoli e si proclamò Imperatore dei Romani
136) Bayezid II il Santo (1481-1512), figlio di Mehmet III e di Gülbahar Hatun
137) Selim I il Forte (1512-1520), figlio di Bayezid II e di Gülbahar Hatun, alla sua corte lavorò e morì Leonardo da Vinci
138) Suleyman I il Magnifico (1520-1566), figlio di Selim I e Hafsa Sultan
139) Selim II il Biondo (1566-1574), figlio di Suleyman III e di Aleksandra Anastasija Lisowska, detta Roxelllana
140) Murad III (1574-1595), figlio di Selim II e di Cecilia Venier Baffo
141) Mehmet IV il Giusto (1595-1603), figlio di Murad I e di Sofia Sultan
142) Ahmed II il Fortunato (1590-1617), figlio di Mehmet IV e di Handan Sultan
143) Mustafa I (1° regno, 1617-1618), figlio di Mehmet IV e di Halime Sultan, malato di mente, fu deposto e sostituito dal nipote
144) Osman II (1618-1622), figlio di Ahmed II e di Mahfiruz Hatun, fu deposto a sua volta e assassinato
143) Mustafà I (2° regno, 1622-1623), rimesso sul trono, fu poi deposto una seconda volta
145) Murad IV il Guerriero (1623-1640), figlio di Ahmed II e di Kösem Sultan, protesse Galileo Galilei, fuggito dall'Italia perchè perseguitato dal Sant'Uffizio
146) Ibrahim (1640-1648), fratello di Murad II, fu deposto da un colpo di stato
147) Mehmet V il Cacciatore (1648-1687), figlio di Ibrahim II e di Turhan Sultan
148) Suleyman II (1687-1691), figlio di Ibrahim II e di Saliha Dilaşub Sultan
149) Ahmed III (1691-1695), figlio di Ibrahim II e di Muazzez Sultan
150) Mustafa II (1695-1703), figlio di Mehmet V e di Gülnuş Sultan, fu deposto dai suoi giannizzeri
151) Ahmed IV (1703-1730), fratello di Mustafa II
152) Mahmud II (1730-1754), figlio di Mustafa II e di Saliha Sultan
153) Osman III il Devoto (1754-1757), figlio di Mustafa II e di Şehsuvar Sultan
154) Mustafa III (1757-1774), figlio di Ahmed IV e di Mihrişah Kadın
155) Abdül Hamid I (1774-1789), figlio di Ahmed IV e di Rabia Şermi Kadın
156) Selim III (1789-1807), fIglio di Mustafa III e di Mihrişah Sultan
157) Mustafa IV (1807-1808), figlio di Abdülhamid I e di Sineperver Sultan
158) Mahmud III (1808-1839), figlio di Abdül Hamid I e di Nakşidil Sultan
159) Abdül Mejid I (1839-1861), figlio di Mahmud III e di Bezmiâlem Sultan, concesse per primo una Costituzione
160) Abdülaziz (1861-1876), figlio di Mahmud III e di Pertevniyal Sultan, fu deposto dai suoi ministri ed assassinato
161) Murad V (1876), figlio di Abdülmecid I e di Şevkefza Sultan, fu deposto dopo tre mesi di regno perchè ritenuto troppo progressista
162) Abdül Hamid II (1876-1909), figlio di Abdül Mejid e di Tirimüjgan Kadin
163) Mehmet VI (1909-1918), figlio di Abdül Mejid I e di Gülcemal Kadin, fu il primo Sultano a regnre ma non a governare, dopo l'introduzione della monarchia costituzionale
164) Mehmet VII (1918-1926), figlio di Abdül Mejid I e di
Gülüstü Hanım, ebbe Mustafa Kemal come Primo Ministro
165)
Abdül Mejid II (1926-1944), figlio di Abdülaziz e di Hayranidil Kadın, con lui l'Impero Ottomano assunse una struttura federale e concesse l'indipendenza allo Stato d'Israele
166) Ahmed V (1944-1954), figlio di Mehmet, a sua volta figlio di Murad V, e di Naziknaz Hanım
167) Osman IV (1954-1973), figlio di Mehmet, a sua volta figlio di Murad V, e di Jalefer Hanım
168) Mehmet VIII (1973-1977), figlio di Mehmed Seyfeddin, a sua volta figlio di Abdülaziz, e di Neşefelek Hanım
169) Ali Vâsib (1977-1983), figlio di Ahmed V e di Safiru Hanım
170) Mehmet IX (1983-1994), figlio di Mehmed Abdülkadir, a sua volta figlio di Abdül Hamid II, e di Mihriban Hanım
171) Osman V (1994-2009), figlio di Mehmed Burhaneddin, a sua volta figlio di Abdül Hamid II, e di Aliye Melek Nazlıyar Hanım
172) Bayezid III (2009-2017), figlio di Ibrahim Tevfik, nipote di Abdül Mejid I, e di Hatice Şadiye Hanım
173) Orhan II (2017-in carica), nato il 25 agosto 1963, figlio di Harun Osman, pronipote di Abdül Hamid II, e di Farizet Hanım
174) Selim (IV) (erede al trono), nato il 22 febbraio 1989, figlio di Orhan II e di Nuran Yıldız Hanım
175) Mehmet (X) (secondo in linea di successione), nato il 17 luglio 2024, figlio di Selim (IV) e di Damla Işık

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Non è finita qui, perchè in seguito aNoNimo ha scritto un ennesimo spin-off delle successioni precedenti:

Successione ininterrotta dei sovrani di Crimea

Bandiera del Kkamato dell'Orda d'Oro

Khan dell'Orda d'Oro (Qipchaq)
148) Gengis Khan (Temujin, 1206-1227), vedi sopra
149) Batu Khan (1227-1255), figlio di Jöchi, pimogenito di Gengis Khan
150) Sartak (1255-1256), figlio di Batu Khn
151) Ulakci (1256-1257), fratello di Sartak
152) Berke (1264-1266), fratello di Batu Khan
153) Mengu Temur (1266-1282), figlio di Toqoqan Khan, figlio di Batu Khan
154) Tuda Mengu (1282-1287), fratello di Mengu Temur
155 Tala Buga (1287-1291), nipote di Mengu Temur
156) Tokta (1291-1312), figlio di Mengu Temur
157) Üz Bek (1313-1341), nipote di Mengu Temur
158) Tini Bek (1341-1342), figlio di Üz Bek
159) Ganī Bek (1341-1357), fratello di Tini Bek, assediando Caffa in Crimea provocò la pandemia di Peste Nera in Europa
160) Birde Bek (1357-1359), figlio di Gani Bek
161) Qulpa (1359-1360), fratello di Birde Bek
162) Nauruz Bek (1360), fratello di Birde Bek e Qulpa
163) Mamaj (1361-1380), preteso discendente di Gengis Khan
164) Toktamish (1380-1394), discendente di Togha Temur, Khan dell'Orda Blu, ultimo grande Khan dell'Orda d'Oro, subì i devastanti attacchi di Tamerlano
165) Temur Kutlug (1394-1400), figlio del khan dell'Orda Bianca Timur Malik, rivale di Toktamish
166) Shadi Bek (1400-1407), fratello di Temur Kutlug
167) Pulad Khan (1407-1412), fratello di Temur Kutlug e di Shadi Bek
168) Jalal Al Din (1412-1413), figlio di Toktamish
169) Karim Birdi (1413-1414), fratello di Jalal al Din
170) Kebek Khan (1414-1417), fratello di Jalal al Din e di Karim Birdi
171) Jabbar Birdi (1417-1419), fratello di Jalal al Din, di Karim Birdi e di Kebek Khan
172) Uluğ Muhammad (1419-1420, 1° regno), cugino di Toktamish
173) Devlat Birdi (1420-1421), figlio di Jabbar Birdi
174) Barak Khan (1421-1428), nipote di Toktamish
172) Uluğ Muhammad (1428-1434, 2° regno), restaurato sul trono
175) Sayyd Ahmad I (1434-1436), nipote di Toktamish
176) Kuchuk Muhammad (1436-1441), nipote di Pulad Khan

Bandiera del Kkamato di Crimea

Khan di Crimea (Grande Khanato)
177) Hacı I Giray (1441-1466), fondò il Khanato di Crimea dopo la frammentazione definitiva dell'Orda d'Oro
178) Nur Devlet (1466-1467, 1° regno)
179) Meñli I Giray (1467, 1° regno)
178) Nur Devlet (1467-1469, 2° regno)
179) Meñli I Giray (1469-1475, 2° regno)
180) Hayder Giray (1475)
178) Nur Devlet (1475-1476, 3° regno)
vacante (1476-1478)
179) Meñli I Giray (1478-1515, 3° regno)
181) Mehmed I Giray (1515-1523)
182) Ğazı I Giray (1523-1524)
183) Saadet I Giray (1524-1532)
184) İslâm I Giray (1532)
185) Sahib I Giray (1532-1551)
186) Devlet I Giray (1551-1577)
187) Mehmed II Giray (1577-1584)
188) Saadet II Giray (1584)
189) İslâm II Giray (1584-1588)
190) Ğazı II Giray (1588-1596, 1° regno)
191) Fetih I Giray (1596)
190) Ğazı II Giray (1596-1607, 2° regno)
192) Toqtamış Giray (1607-1608)
193) Selâmet I Giray (1608-1610)
194) Canibek Giray (1610-1623, 1° regno)
195) Mehmed III Giray (1623-1628)
194) Canibek Giray (1628-1635, 2° regno)
196) İnayet Giray (1635-1637)
197) Bahadır I Giray (1637-1641)
198) Mehmed IV Giray (1641-1644, 1° regno)
199) İslâm III Giray (1644-1654)
198) Mehmed IV Giray (1654-1666, 2° regno)
200) Adil Giray (1666-1671)
201) Selim I Giray (1671-1678, 1° regno)
202) Murad Giray (1678-1683)
203) Hacı II Giray (1683-1684)
201) Selim I Giray (1684-1691, 2° regno)
204) Saadet III Giray (1691)
205) Safa Giray (1691-1692)
201) Selim I Giray (1692-1699, 3° regno)
206) Devlet II Giray (1699-1702, 1° regno)
201) Selim I Giray (1702-1704, 4° regno)
207) Ğazı III Giray (1704-1707)
208) Qaplan I Giray (1707-1708, 1° regno)
206) Devlet II Giray (1709-1713, 2° regno)
208) Qaplan I Giray (1713-1715, 2° regno)
209) Devlet III Giray (1716-1717)
210) Saadet IV Giray (1717-1724)
211) Meñli II Giray (1724-1730, 1° regno)
208) Qaplan I Giray (1730-1736, 3° regno)
212) Fetih II Giray (1736-1737)
211) Meñli II Giray (1737-1740, 2° regno)
213) Selamet II Giray (1740-1743)
214) Selim II Giray (1743-1748)
215) Arslan Giray (1748-1756, 1° regno)
216) Halim Giray (1756-1758)
217) Qırım Giray (1758-1764, 1° regno)
218) Selim III Giray (1765-1767, 1° regno)
215) Arslan Giray (1767, 2° regno)
219) Maqsud Giray (1767-1768)
217) Qırım Giray (1768-1769, 2° regno)
220) Devlet IV Giray (1769-1770, 1° regno)
221) Qaplan II Giray (1770)
218) Selim III Giray (1770-1771, 2° regno)
222) Sahib II Giray (1771-1775)
220) Devlet IV Giray (1775-1777, 2° regno)
223) Şahin Giray (1777-1782, 1° regno)
224) Bahadır II Giray (1782)
223) Şahin Giray (1782-1783, 2° regno)

Khan di Crimea (Piccolo Khanato)
225) Bakht Giray (1783-1800), nato nel 1745, figlio di Şahin Giray, dopo le conquiste di Caterina II di Russia potè regnare sulla sola penisola di Crimea
226) Katy I Giray (1800-1846), nato nel 1788, figlio di Bakht Giray
227) Katy II Giray (1846-1920), nato nel 1836, figlio di Katy I Giray, dovette affrontare una seconda invasione russa, ma Regno Unito, Francia e Regno di Sardegna intervennero nella Guerra di Crimea e sconfissero le truppe dello Zar Nicola I. Dietro impulso del Primo Ministro Ismail Gaspirali, Katy II introdusse una Costituzione Liberale e modernizzò il Khanato, ma morì senza figli maschi
228) Noman Çelebicihan (1920-1924), nato nel 1885, fu eletto Khan in un momento in cui i Bolscevichi stavano attaccando la Crimea cercando di annetterla. Fu catturato in battaglia dai Bolscevichi e giustiziato il 23 febbraio 1924
229) Cafer Seydamet (1924-1925, 1° regno), braccio destro di Noman Çelebicihan, gli succedette ma fu sconfitto e rovesciato da Kılıç Giray
230) Kılıç Giray (1925-1942), nato nel 1880, figlio di Shahana Giray (1815–1898), discendente di un figlio cadetto di Şahin Giray, sconfisse definitivamente i Bolscevichi. Fu arrestato dai nazisti e giustiziato il 16 gennaio 1942
229) Cafer Seydamet (1942-1945, 1° regno), fu rimesso sul trono dai nazisti, ma rovesciato nel 1945 e costretto ad andare in esilio. Morì nel 1960
231) Kadir Giray (1945–1953), nato nel 1891, discendente di un altro figlio cadetto di Şahin Giray, eroe di guerra contro i Boscevichi prima e contro i Nazisti poi
232) Chingiz I Giray (1953-1999), nato nel 1921, figlio di Kadir Giray, abdicò il 31 dicembre 1999 per motivi di salute
233) Azamat Giray (1999-2001), nato il 14 agosto 1924, fratello minore di Chingiz I Giray, morì l'8 agosto 2001
234) Jezzar Raji Pamir Giray (2001-in carica), nato il 12 agosto 1959, figlio di Azamat Giray, ebbe come primo Ministro Mustafa Abdülcemil Qırımoğlu
235) Chingiz (II) Karim Sultan Giray (erede al trono), figlio di Jezzar Raji Pamir Giray, nato il 21 ottobre 1992

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William Riker commenta entusiasta:

Caspita, che lavoro! Le successioni dei sovrani ungheresi, bulgari, polacchi, serbi e turchi sono manifestamente tra loro incompatibili, invece quella dei sovrani mongoli e quella dei sovrani di Crimea sono compatibili con tutte e tre le altre singolarmente (i sovrani di Crimea sono incompatibili solo con quelli di Polonia). Le successioni dei Re di Polonia, di Boemia e di Lituania invece costituiscono manifestamente un'unica ucronia, dato che tutte confluiscono in una sola, con lo stesso numero di sovrani. E così, dagli Xiongnu e dagli Unni (e in due casi dai Cazari) derivano ben nove nazioni odierne: Ungheria, Bulgaria, Polonia, Boemia, Lituania, Serbia, Turchia, Crimea e Mongolia! I miei complimenti!

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Se volete farci conoscere la vostra opinione in proposito, basta che scriviate al Webmaster...

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Successioni ininterrotte di sovrani ucronici

Imperatori di tutta l'umanitàRe di RomaImperatori Romani 1Imperatori Romani 2Imperatori Romani di BritanniaRe Celtici di BritanniaOstrogotiGetiIsraeleSpartaItaliaScoziaBavieraValacchiaBoemiaDanimarcaSveziaNorvegiaUngheriaBulgariaPoloniaLituaniaSerbiaRussiaTurchiaCrimeaBabiloniaPersiaYavanaMongolia

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