532, l'Italia ostrogota
di Dans
Vi sottopongo un'ipotesi il cui spunto me l'ha dato una
trasmissione di qualche tempo fa sui Barbari. Alla fine della trasmissione, Alberto Angela faceva un elogio della situazione dell'Italia sotto gli
Ostrogoti, contrapponendoli agli Eruli e alle successive guerre tra Bizantini e Longobardi.
Ho ripreso quindi lo spunto, prendendo come POD una precoce scomparsa dell'imperatore Giustiniano, e la mancata riconquista da parte sua dei territori occidentali dell'Impero (Illiria, Italia, Spagna, Africa). In questo modo:
- non si ha la calata in Italia dei
Longobardi, secondo alcuni chiamati proprio dai bizantini: permane il regno Ostrogoto in Italia, che convertendosi dall'arianesimo diviene protettore del papa (Bisanzio è troppo lontana e inizia a differenziarsi teologicamente per la maggior tolleranza ai monofisiti). Appoggiandosi il papa agli ostrogoti anzichè ai franchi, non c'è ragione per la nascita del Sacro Romano Impero.
- permangono al potere i regni dei visigoti in Spagna e dei vandali in Africa: civilizzazione dei berberi e loro inserimento nei due regni come soldati e poi generali.
- Bisanzio risparmia sulle campagne militari e su chiese e monumenti, evitando il
dissesto finanziario dell'impero
- gli Arabi sono fermati a livello della Libia dalla flotta vandala e bizantina (aver evitato il momento di over-stretching sotto Giustiniano aiuta l'impero bizantino a resistere più a lungo).
LEGENDA:
fatti effettivamente avvenuti, mantenuti nell’ucronia
fatti ucronici
[fatti avvenuti nella HL, segnalati per contrasto]
11 gennaio 532: Rivolta di Nika, o dei Verdi e degli Azzurri del Circo a Bisanzio.
I due demi, partiti politici evolutisi dalle tifoserie sportive, si coalizzano contro Giustiniano, che, dopo aver favorito gli Azzurri da erede al trono, aveva cercato di liberarsi dell’influenza di entrambi. Al grido di vittoria di “Nika”, i demi chiedono la rimozione del prefetto cittadino, Triboniano, e del prefetto del pretorio Giovanni di Cappadocia, considerati responsabili della dura repressione di alcune zuffe tra tifoserie, con la condanna a morte di alcuni responsabili delle due parti. La rivolta si estende con l’incendio della prefettura e delle prigioni, quindi del vestibolo del palazzo imperiale e della chiesa di Santa Sofia. Giustiniano allontana i funzionari, ma la sommossa cresce di intensità. Allora l’imperatore si presenta all’ippodromo, promettendo un’amnistia generale e riconoscendo le proprie mancanze. Ma non ottenne l’effetto sperato. Il popolo incoronò imperatore Ipazio, un nipote di Anastasio I, cui era succeduto Giustino, zio di Giustiniano. Intanto un grupppo di Verdi attacca il palazzo imperiale, al cui interno sono rimasti Giustiniano, Teodora e i cortigiani rimasti fedeli.
Giustiniano pensa di fuggire, ma Teodora lo trattiene e lo convince a passare alla repressione militare, per mano dei magister militum Belisario e Mundus, oltre alla corruzione degli Azzurri gestita dall’eunuco Narsete. La repressione fa trentamila vittime, Ipazio è condannato a morte, i giochi vengono aboliti per alcuni anni e la polizia municipale rafforzata. I demi per una quindicina d’anni non crearono più alcun problema di ordine pubblico.
...e se Giustiniano fosse fuggito?
VI SECOLO
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Imp.bizantino |
Ostrogoti |
Visigoti |
Vandali |
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518-527 Giustino |
476-526 Teodorico |
Amalarico, 507 - 531 |
496-523 Trasamondo |
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527-532 Giustiniano |
526-534 (Amalasunta) |
Teudi, 531 - 548 |
523-530 Ilderico |
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532-554 Ipazio Trace |
534-536 Teodato |
Teudigisel, 548 - 549 |
530-553 Gelimero |
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554-569 Zenone II |
536-552 Vitige |
Agila, 549 - 554 |
553-574 Gibamondo |
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569-588 Ipazio II |
552-559 *Viterico |
Atanagildo, 554 - 567 |
574-586 *Guntimondo |
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588-602 Ipazio III |
559-573 *Ilderico |
Leova I, 567 - 572 |
Mauri |
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602-610 Foca |
573-591 *Matila |
Leovigildo, 567 - 586 |
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591-603 *Matarico |
Recaredo I, 586 - 601 |
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Leova II, 601 - 603 |
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- Ostrogoti
Il regno romano-barbarico degli Ostrogoti approfondisce il suo dominio sull’Italia.
Alla morte di Teodorico nel 526, sale sul trono degli ostrogoti il nipote Atalarico, di cui prende reggenza la madre Amalasunta. Tuttavia Atalarico muore a 18 anni nel 534, e Amalasunta si associa al trono il cugino Teodato. Alla notizia dell’assassinio di Amalasunta da parte di Teodato, nel 535, e alle richieste d’intervento da parte del papa e dei senatori romani, l’imperatore d’oriente Ipazio prepara una legione, al comando del generale Belisario, richiamato dal fronte persiano.
Teodato accetta le condizioni di pace propostegli dall’ambasciatore imperiale alla fine del 535, ma le tradisce nella primavera seguente, dopo aver ottenuto l’appoggio dei Franchi e aver riconquistato la Dalmazia. Nell’estate nel 536 Belisario sbarca a Classe e cinge d’assedio Ravenna, che dopo un anno deve capitolare, mentre i Longobardi, chiamati da Bisanzio, occupano la Dalmazia e vi scacciano gli ostrogoti. Teodato viene deposto dagli stessi ostrogoti, che eleggono nuovo re Vitige. Il nuovo sovrano rinnova il foedus con l’Impero d’Oriente, e Belisario fa ritorno sul fronte persiano.
Nello stesso 536 i goti perdono la Provenza, occupata dai Franchi.
Il figlio di Vitige, *Viterico, deve subito affrontare nel 553 un’orda di franchi ed alamanni che superano le alpi e dilagano per la pianura padana e il centro Italia, comandati da Butilin e Leutharis. Inizialmente l’esercito goto viene preso alla sprovvista, ma nel 554 Butilin è sconfitto presso Perugia e Leutharis presso Pesaro. I barbari, battuti, proseguono fino al Veneto, dove vengono decimati da un’epidemia.
Nella seconda metà del VI secolo gli ostrogoti in Italia consolidano il proprio dominio, attraverso una riforma agraria volta a stroncare il potere degli aristocratici, pericolosi per l’élite gota, fino ad arrivare all’esproprio dei latifondi, e dotandosi di una flotta in grado di contrapporsi alle scorrerie dei vandali lungo le coste della penisola. [Totila 542-553]
La riorganizzazione militare invece prevede la creazione di una linea di frontiera alpina, con un buon numero di castelli e l’istituzione di quattro comandi militari di frontiera, a Forum Iulii, Trento, Lugano, Susa.
Riguardo alle questioni religiose, i re ostrogoti ariani, consapevoli della propria minoranza etnica e culturale (per la forte influenza cattolica del Papa) lasciano libertà di culto ai cattolici in cambio della rinuncia da parte del clero ad ogni funzione pubblica.
Il papato resta un’istituzione spirituale e non assume il controllo temporale, civile e politico, dell’Italia; mancano infatti l’anarchia causata dalle guerre greco-gotiche e dalla calata dei longobardi, la Prammatica Sanzione di Giustiniano del 554, la Donazione di Costantino scritta da papa Stefano II (+757)
- Bizantini
Nel 532 Ipazio viene proclamato imperatore, restaurando la dinastia Trace. Inizialmente deve appoggiare i demi del circo, che l’anno fatto eleggere. Tuttavia dal 540 inizia una lenta ma sempre più stretta repressione delle manifestazioni più violente di questi.
Impegnato dai problemi di ordine pubblico della città di Bisanzio, Ipazio non si interessa particolarmente a restaurare il dominio dei romaioi sui territori occidentali. Si accontenta dei giuramenti di fedeltà dei consoli goti, che mantengono formalmente i loro territori sotto l’autorità dell’imperatore d’Oriente, pur intervenendo direttamente in Italia durante la crisi di successione a Teodorico nel 534.
L’interesse militare bizantino si concentra soprattutto sulla difesa dal pericolo persiano ad Oriente, dove dal 527 l’Impero era in guerra con i Sassanidi. Tuttavia la morte del sovrano persiano Cavades nell’autunno del 531 aveva messo di fatto fine alle ostilità. I nuovi regnanti, Ipazio e Cosroe, favorirono la sottoscrizione della “pace eterna” del settembre 532, che prevedeva il ritorno allo status quo ante e un tributo di Bisanzio alla Persia. Ipazio instaura una politica più cauta con i Sassanidi: prepara le difese ma evita gli attacchi, preferendo la deterrenza, e non alleggerendo troppo il fronte orientale neanche nei momenti di necessità dovuti a rivolte altrove per l’impero, per timore di un possibile attacco persiano, nonostante il trattato di pace. A tale scopo potè avvalersi della perizia del magister militum per Orientem Belisario, nominato da Giustiniano, che seppe respingere gli occasionali attacchi e trappole dei persiani evitando l’escalation del conflitto. [540: con le forze bizantine in lotta contro gli ostrogoti, Cosroe attacca]
Un altro fronte diretto per l’impero di Bisanzio sono i Balcani, dove a getto continuo popolazioni barbare superano il confine danubiano per inoltrarsi in territorio bizantino. Ipazio e i suoi successori riorganizzano il limes, attraverso la costruzione di un gran numero di castelli per dar rifugio alle popolazioni in caso di invasione da parte di bande di predoni, che per la loro incapacità negli assedi e la mancanza di rifornimenti erano costantemente costretti a ripiegare presto. Guarnigioni vengono poste a difesa delle principali città della Tracia e dell’Illirico, per garantire un minimo di difesa attiva; i negoziati diplomatici infine hanno lo scopo di comprare la ritirata degli invasori.
Nel 536 Ipazio pensò di utilizzare i Longobardi contro gli Ostrogoti, durante l’intervento contro Teodato, per premere sull’Italia da est. Ma alla fine della campagna dovette accettare che gli stessi Longobardi si stanziassero in Illiria e Dalmazia come foederati.
Nel 528 e nel 540 gli Unni devastarono la Dacia e la Tracia, respinti solo a Filippi. Nel 545 e 548 gli Sclaveni saccheggiarono la Tracia e l’Illirico, respinti poi dai Longobardi della Dalmazia. Infine nel 559 Zenene I deve affrontare gli Unni Cutriguri, che passano in massa il Danubio ghiacciato, respinti da Belisario alle porte di Costantinopoli. Nel 561 gli Avari si presentano al limes danubiano, ma un tributo li convince a non oltrepassarlo.
[= serio risparmio di risorse spese in combattimenti contro Persiani, Vandali, Goti e Longobardi]
Nella politica religiosa, l’intransigenza di Giustiniano (che aveva restaurato la pena di morte contro eretici e pagani, mostrando cautela solo con i monofisiti) fu temperata da Ipazio e dai suoi successori. [Giustiniano: chiusura dei più famosi santuari pagani, come il tempio di Iside a File, sul Nilo, o quello di Ammone nell’oasi di Augila in Cirenaica, oltre alla scuola filosofica di Atene.]
Sono comunque vani i tentativi, sponsorizzati soprattutto dal papa di Roma, di reprimere il monofisismo, che in Egitto acquista valenza di rivolta nazionalista contro l’Impero.
- Vandali
Il regno di Gelimero cerca di imporsi come potenza navale egemone nel Mediterraneo Occidentale (Baleari, Corsica, Sardegna).
Gelimero diviene Re nel 530 dopo aver deposto suo cugino Ilderico che aveva irritato la nobiltà vandala a causa della sua conversione al cattolicesimo. La maggior parte di loro infatti era devota all'arianesimo. L'imperatore d'oriente Giustiniano I, che appoggiava Ilderico e voleva restaurare l'impero nel Nord Africa, intendeva portare guerra contro i Vandali, non appena conclusa la pace con i Persiani; ma il ricordo della disastrosa spedizione navale del 468, e la contrarietà di generali e ministri, convincono il suo successore Ipazio a recedere dall’idea. Tuttavia, per destabilizzare il regno vandalo, i bizantini e i loro alleati ostrogoti inviano supporti al governatore vandalo della Sardegna, Godas, che si era dichiarato indipendente e stava impegnando i cinquemila soldati della flotta vandala per la riconquista dell’isola, mentre Gelimero combatteva in Bizacena contro i Mauri.
Nel 549 Gelimero riconosce autonomia al governatore della Sardegna in cambio del pagamento di un tributo, concludendo il conflitto.
Tra il 532 e il 544 Gelimero combatte contro i mauri; al termine delle campagne di Gelimero i mauri accettano il formale dominio dei vandali, in cambio del riconoscimento dei propri usi e costumi; i cavalieri mauri entrano a far parte dell’esercito vandalo, garantendo un’ottima forza di terra oltre alla grande flotta già esistente, e acquisendo talvolta anche fama e posizioni di potere.
La dominazione vandala introduce in tutto l’Atlante alcuni elementi di amministrazione statale romano-barbarica. I berberi mauri vengono cristianizzati secondo la fede ariana, ma solo superficialmente.
La dispendiosa campagna navale per la riconquista della Sardegna, e le campagne contro i mauri, impegnano a fondo le risorse del regno vandalo. Gibamondo, nipote e successore di Gelimero dal 553, eredita un regno allo stremo delle possibilità economiche e profondamente lacerato dalla mancata integrazione tra l’élite vandala, ariana, e la popolazione punico-romana, perloppiù cattolica. Gibamondo tende ad una politica più quietista (simile a quella del predecessore Ilderico), per riportare la pace interna al regno e lo sviluppo economico. Abbandona le persecuzioni contro i cattolici, pur senza rinunciare alla fede ariana, segno distintivo dell’aristocrazia vandala; cerca, senza troppi risultati, di promuovere una maggiore integrazione tra etnie e la rinascita dei traffici commerciali e marittimi.
Negli anni 580, numerose rivolte interne costringono *Guntimondo, succeduto nel 574 a Gibamondo, ad abbandonare le mire espansionistiche nel Mediterraneo. I bizantini fomentano le rivolte inviando aiuti. *Guntimondo è costretto a porre sotto assedio diverse città ribelli. Tuttavia il suo esercito è annientato dalla cavalleria dei Mauri, che gli si è sollevata contro, nella battaglia di Ippona del 583. Un anno dopo i berberi mauri entrano a Cartagine, accolti come liberatori dalla popolazione.
- Longobardi
I longobardi si stabiliscono definitivamente tra la Pannonia, l’Illiria e la Dalmazia, strappata agli ostrogoti nel 536 su richiesta di Bisanzio. I bizantini ne fanno un protettorato, concedendo al loro duca *Arioaldo la carica di console
- Visigoti
I visigoti stanziatisi in Spagna conquistano i territori baschi ad inizio secolo e quelli dei Suebi in Galizia nel 584.
- I Franchi
Del 539, 576 e 590 sono le invasioni dei Franchi nel Nord Italia; nel 592 franchi e ostrogoti [longobardi] stringono un patto di non aggressione, che durerà per 150 anni.
VII SECOLO
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Imp.bizantino |
Ostrogoti |
Visigoti |
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588-602 Ipazio III
602-610 Foca
Dinastia Eracliana 641 Costantino III, 641 Eraclio II 685-695 Giustiniano II Rinotmeto
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591-603 *Matarico 603-610 *Teodimero 610-611 *Gunterico 611-634 *Torimero 634-636 *Guntimero 636-651 *Ilderico II 651-659 *Erarico 659-661 *Toteia 659-671 *Eurico 671-680 *Alarico 680-682 *Alarico II 682-688 *Ildibaldo II 688-696 *Toribaldo 696-703 *Euribaldo |
Recaredo I, 586 - 601 Recaredo II, 620 - 621 Kindasvinth, 641 - 652 Reccesvindo, 653 - 672 |
- La conversione degli Ostrogoti
Nel 591 sale al trono d’Italia *Matarico, che nel 596 si converte al cattolicesimo, seguendo l’esempio del re visigoto Reccaredo pochi anni prima, nel 589
In breve il regno ostrogoto abbandona la Bibbia di Wulfila e la scrittura gotica (20 lettere greche, 3 latine, 3 runiche), per accogliere la Vulgata e l’alfabeto latino.
[Azz1] La conversione si configura come un atto teso all’irrobustimento dell’istituto regio, a fronte delle resistenze opposte dall’aristocrazia ostrogota. Nel cancellare le distanze tra visigoti e italo-romani attraverso la conversione, *Matarico dà al potere del re in Italia una definizione di carattere territoriale piuttosto che etnico, offrendo una base diversa, più ampia e solida, alla propria autorità.
Tra la monarchia cattolica e le gerarchie ecclesiastiche si crea un vincolo stretto: la Chiesa fornisce al re un sostegno ideologico, basato sulla lontana origine cristiano-ellenistica, a legittimazione del suo potere, oltre a specifiche e incontestate prerogative nel campo religioso; in cambio, ricevono l’opportunità di un massiccio coinvolgimento nella vita del regno, con la concessione ai vescovi di ben definite competenze civili, comprendenti tra l’altro un’ampia capacità giurisdizionale.
L’ “incontro” tra il re, il clero e l’aristocrazia avviene nel concilio, che viene aperto alla partecipazione dei laici e gravato di specifiche competenze politiche e amministrative. Dal 640 i concili generali vengono convocati in modo regolare, per occuparsi delle grandi questioni di fede o di interesse generale. Il concilio, le cui deliberazioni hanno effetti civili e vanno ad integrare l’ordinaria legislazione regia, si configurano come una sorta di grande “assemblea del regno”, al cui interno trovano espressione i diversi rapporti tra l’aristocrazia, laica ed ecclesiastica, e il potere monarchico. Nel concilio resta comunque centrale il ruolo del sovrano, a cui spetta convocarlo e presentare l’ordine del giorno (tomus).
Parallelamente al coinvolgimento del clero nella vita politica e amministrativa del regno, i sovrani visigoti si ingeriscono nell’ordinamento delle istituzioni ecclesiastiche, culminando con l’acquisizione, entro fine secolo, del pieno controllo delle nomine episcopali, dopo l’assunzione del diritto di indicare al papa, di fatto il primate della chiesa italiana, i nomi dei vescovi vacanti.
Tale facoltà di intervento regia rispondeva pur sempre a un modello condiviso della regalità cristiana. La solidarietà dimostrata dagli ecclesiastici nei confronti del sovrano e il loro pieno coinvolgimento nell’amministrazione dello stato contribuiscono a determinare una fortissima identificazione degli interessi; questa simbiosi comporta una sorta di restringimento del campo prospettico del clero italiano al solo ambito del regno, rarefacendo i contatti con i patriarchi orientali, identificati con quell’impero bizantino che, dalla riconquista del Sud Italia nel 623, rappresentava una minaccia latente per il regno.
La conversione comporta anche dei cambiamenti nei costumi goti: lentamente viene abbandonata, almeno in teoria, la pratica della poliandria e dei matrimoni di secondo ordine.
Potendosi garantire il pieno appoggio del papa, i sovrani ostrogoti iniziano una politica di maggiore indipendenza da Bisanzio. Nel 621 *Torimero mette fine al sistema delle due istituzioni (impero e regno) e delle due giurisdizioni (iudex imperiale e comex goto), e il diritto goto-romano diviene vincolante per tutti i sudditi del regno.
Bisanzio cerca di reagire a quella che considera un’usurpazione del foedus stipulato a suo tempo: nel 623 l’imperatore Eraclio, già impegnato contro i persiani, organizza una spedizione per occupare l’Italia ostrogota. Ma i suoi generali riescono solo a riconquistare la Sicilia e il Sud Italia fino a Napoli. In aiuto degli ostrogoti vengono infatti le truppe dei cugini visigoti e degli alleati franchi.
Per la posizione di prestigio del regno ostrogoto, che controlla l’Italia e ospita il papa di Roma (seppur ridotto di rango dalla nazionalizzazione delle chiese cattoliche sotto ostrogoti, visigoti e franchi), *Torimero e i suoi successori cercano di porsi come egemoni e protettori dell’Occidente romano-barbarico, contro gli imperatori d’Oriente.
- Il regno dei visigoti in Spagna
In Spagna il regno visigoto si struttura con le stesse caratteristiche del regno ostrogoto: conversione al cattolicesimo (Reccaredo 589), coinvolgimento del clero nell’amministrazione statale, nascita di una chiesa autocefala centrata a Toledo, predominio del re sulle nomine vescovili, sistema dei “concili”.
- Il regno dei Franchi
Anche il regno dei Franchi, cattolico sin dall’inizio, si struttura con una chiesa autocefala.
- Il regno di Mauritania
La nuova élite berbera di Carthago mantiene le strutture organizzative e il funzionariato dell’amministrazione romano-barbarica dei vandali, ma si dimostra molto più tollerante e aperta alla popolazione autoctona; hanno termine le persecuzioni dei cattolici, e nel 612 il re berbero *Kansil si converte al cattolicesimo, riprendendo relazioni diplomatiche amichevoli con Bisanzio. La lingua berbera diviene una lingua scritta, che usa sia l'alfabeto latino che un alfabeto proprio di 30 lettere. Bibbia e Liturgia cristiana sono tradotte, favorendo la diffusione della nuova fede.
Nelle città comunque buona parte della popolazione è ancora di origine punico-latina.
Gli equites mauri, signori della guerra locali, fondano i loro domini costieri sul controllo della navigazione e sulla pirateria, che infesta le coste del Mediterraneo Occidentale
- La resistenza berbera agli arabi
Verso il 670 gli arabi arrivano alle porte del Maghreb, attaccando il regno mauro. I mauri chiedono e ottengono l’appoggio di Bisanzio, oltre a contrattaccare con la flotta, via mare.
Nel 683 il re berbero Kusayla sconfigge gli arabi nei pressi di Biskra, uccidendo il loro capo Uqba bin Nafi e costringendoli a ripiegare.
Nuovi attacci arabi a Carthago vengono respinti nel 695 e 698, anche grazie alla mobilitazione dei berberi, ottenuta dalla Dihya al-Kahina, la leggendaria profetessa dei berberi. [698 Carthagine espugnata]
VIII SECOLO
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Imp.bizantino |
Ostrogoti |
Visigoti |
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698-705 Tiberio III Apsimaro 705-711 Giustiniano II Rinotmeto
Dinastia Isauriaca 741 Costantino V Copronimo 743-775 Costantino V Copronimo 780-797 Costantino VI il Cieco |
696-703 *Euribaldo
722 *Eurico III
775-778 *Widerico
794- *Riccardo |
697-710 Witiza (Eurico III regg.) 740-764 *Kindila II 764-778 *Wamba II 778-796 *Roderico II 796-798 *Leova III 798- *Riccardo
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- La crisi di successione visigota e l’intervento di Eurico III d’Italia
Nel 722, alla morte senza eredi di Roderico, il regno visigoto si trova in una crisi dinastica. I pretendenti al trono sono Wideri, governatore di Tarracona, e Svinthila, governatore di Corduba. Il concilio, convocato dal Patriarca di Toledo, non riesce a risolvere la questione. Wideri e Svinthila iniziano a preparare le milizie. Il patriarca di Toledo invita allora il re ostrogoto *Eurico III a presiedere il concilio. *Eurico sbarca in Spagna e arriva a Toledo. In concilio risolve la questione favorendo il matrimonio di Wideri con la figlia di Svinthila. I nobili ostrogoti lo nominano reggente, in attesa della maggiore età del futuro erede *Kindila, che nasce nel 724.
Nel 740 *Kindila II sale al trono visigoto e sposa la figlia di Eurico, *Amalieva.
- Carlo Franco e la guerra franco-gotica
746? Pipino il Breve depone l’ultimo re merovingio, Childerico III; i carolingi da maestri di palazzo divengono re dei Franchi. Papa Zaccaria deplora l’atto di forza, ma il Patriarca di Parigi lo legittima. [legittimazione di papa Zaccaria, pressato dai longobardi]
768 morte di Pipino il Breve; guerra civile tra i suoi figli Carlomanno e Carlo, detto Carlo Franco [Carlo Magno], nonostante gli sforzi di mediazione della madre Bertrada
771 morte di Carlomanno. Carlo Franco occupa la parte orientale del regno franco, unificandolo. La vedova di Carlomanno, Gerberga, e i suoi due figli, si rifugiano a Pavia presso la corte ostrogota [longobarda], chiedendo protezione.
772-775: guerra franco-gotica: gli ostrogoti [longobardi] intervengono contro i franchi, su richiesta della vedova e dei figli di Carlomanno, e per vendicare l’onta del ripudio da parte di Carlo Franco della sua seconda moglie *Widisunta [Ermengarda], figlia del re ostrogoto *Widerico [longobardo Desiderio]
Agli ostrogoti si uniscono i visigoti di Wamba II, figlio di Kindila II e della regina ostrogota Amalieva, e i burgundi che si sollevano contro i franchi.
Nel 775, al termine del conflitto, Carlo Franco deve accettare la rinascita del regno burgundo e il dominio dei visigoti sull’Aquitania e degli ostrogoti sulla Provenza.
[800: Carlo Magno incoronato da Adriano I come Imperatore del Sacro Romano Impero]
La crisi di successione ostrogota
Nel 778 muore senza eredi Widerico d’Italia. Il concilio di Ravenna invita in Italia il re visigoto Roderico II. La figlia di Widerico, Widissunta, sposa il secondo figlio del re visigoto Leova, facente intanto da reggente.
Nel 794 Riccardo (Reccaredo), figlio di Widissunta e Leova, diviene re d’Italia. Nel 796 il primo figlio di Roderico II muore, e Leova torna in Spagna come re dei visigoti. Alla sua morte nel 798 Riccardo cumula le corone dei visigoti e degli ostrogoti.
Il Sacro Romano Impero Gotico
800: papa Adriano I incorona a Roma Riccardo come Sacro Romano Imperatore Gotico.
Fonti
- Montanelli, "Storia d’Italia - I secoli bui", Milano : Rizzoli 1965
- Giorgio Ravegnano, "Giustiniano", Teramo : Lisciani & Giunti 1993
- "I goti: guida alla mostra", Milano : Electa Lombardia 1994
- Claudio Azzara, "Le invasioni barbariche", Bologna : Il Mulino 1999
- Claudio Azzara, "Le civiltà del medioevo", Bologna : Il Mulino 2004
- Herwig Wolfram, "I germani", München : Beck 1997
L'Impero Gotico-Romano (da questo sito; cliccare per ingrandire)
.
Ed ecco le osservazioni in merito di Filobeche:
1) Secondo me l'Italia Longobarda
era ricca e potente, e quello di cui mancò fu l'unità politica, dovuta da un
lato alla lotta tra i Duchi (per la cattiva concezione del potere da parte dei
Longobardi) e dall'altro ai maneggi dei Papi che contribuirono ad indebolire il regno.
2) Giustino potrebbe diffidare del nipote oppure basterebbe che la rivolta di
Nika abbia successo.
3) Perchè non un sacro romano imperatore Italiano? Se nella tua Linea i
Bizantini tendono al monofisismo Papa Leone potrebbe scegliere un re degli
Ostrogoti come sacro romano imperatore da contrapporre all'imperatore Bizantino.
4) I vandali erano destinati ad una brutta fine, troppo etnocentrici per
guadagnare l'appoggio dei Berberi e soprattutto dei latini (magari potrebbero
essere conquistati dagli Ostrogoti)
5) La guerra con i persiani è stato il vero momento di debolezza dell'impero,
anzi dei due imperi
6) Secondo me non devi escludere la possibilità che l'impero romano germanico
si formi in Italia e Spagna e poi considera che se Roma fa parte del regno
Gotico (L'italia cambia nome come la gallia?) il Papa viene ridotto al rango di
un patriarca...
7) Possono resistere come regni ariani quelli dei visigoti e dei vandali? O si
convertono o cadono, quello vandalo cade lo stesso
8) Riuscirà Bisanzio a resistere all'onda d'urto islamica dei turchi e dei
mongoli, o cadrà come nella HL? Dipende dalle scelte fatte, in mille anni non
è facile fare previsioni...
.
Dario Carcano ha voluto dire la sua:
I germani essendo divisi non erano percepiti dai romani una minaccia primaria. Ma cosa sarebbe accaduto in presenza di un ipotetico regno Germanico unito lungo i confini del Reno? Essso avrebbe costretto Roma a tenere ancora più legioni su quel confine, che tuttavia sarebbero state più che altro un deterrente, come le armi nucleari nella Guerra Fredda: si sarebbe avuta quindi una “pace del terrore” dettata dal fatto che sia Roma che la Germania sarebbero state a conoscenza di non avere le forze per battere l’avversario. L’arrivo di Attila nel IV secolo cambierebbe gli equilibri in tavola e spingerebbe le due potenze o a fare fronte comune contro il nemico Unno, oppure una delle due si alleerebbe con gli Unni per sconfiggere l’altra potenza.
.
Bhrghowidhon gli replica:
Storicamente i Goti si sono divisi fra Visigoti Alleati di Roma e Ostrogoti uniti agli Unni; nel caso di un grande Impero Germanico (esteso dal Reno al Don) sarebbe potuto accadere altrettanto, ma col confine intragotico sempre sul Dnestr, quindi in linea di massima con Germania e Dacia Federate all’Impero Romano e l’Impero Ponto-Baltico degli Ostrogoti in quello degli Unni.
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Dario gli tiene dietro:
Credo dipenda anche da altri fattori, ad esempio da quanto tempo esiste l’Impero Germanico all’arrivo di Attila: se esiste da poco tempo, quindi il potere centrale non è ancora consolidato, allora sarebbe plausibile una divisione; se invece esiste da più tempo, diciamo già dall’epoca di Caracalla, allora il potere centrale sarebbe più consolidato, allora il regno affronterebbe unito l’invasore unno. Un’altra variabile indipendente (deformazione professionale: oggi ho fatto l’esame di Psicologia Generale 1) potrebbe essere la modalità con cui il sovrano diventa tale: se il sovrano è eletto, modalità tradizionale dei popoli germanici, allora l’assestamento del potere centrale su quelli periferici sarebbe molto più lento; se la monarchia invece fosse ereditaria, questo processo sarebbe più rapido.
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E Bhrghowidhon stigmatizza:
In base alla storia successiva pare più probabile elettiva, sia pure entro poche Dinastie selezionate. I popoli germani pagani hanno sempre optato per l'elezione del "più forte", dai vichinghi scandinavi, ai sassoni, ai goti. Potremmo dunque avere una Successione da Arminio a Vitichindo; dal momento dell’attacco degli Unni, in particolare, Ermanarico († 375), Vinitario (375-376), Fritigerno (376-380), Atanarico (380-381), Radagaiso (381-406), Alarico I (406-410), Ataulfo (411-415), Teoderico I (418-451), Genserico (451-477), Odoacre (477-493), Clodoveo (493-511), Teoderico il Grande (511-526), Vitige (536-540), Totila (541-552), Teia (552-dopo il 553), Turisindo (553-560), Cunimondo (560-567), Alboino (567-572)...
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Generalissimus aggiunge:
Teodorico il Grande cercò sempre di farsi riconoscere dall'Impero Romano d'Oriente il titolo di Augustus, ma non ebbe mai successo. E se invece riuscisse finalmente ad ottenerlo? Praticamente una cosa del genere equivarrebbe a legittimare il Regno Ostrogoto come il nuovo Impero Romano d'Occidente. Quali sarebbero le conseguenze?
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Iacopo suggerisce:
E se anticipasse Carlomagno di trecento anni, e offrisse al Papa la conversione dei Goti in cambio dell'unzione imperiale?
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E il solito Federico Sangalli commenta:
Se gli Ostrogoti accettano di essere incoronati dal Papa Imperatori (o meglio il contrario, se il Papa accetta di incoronate Teodorico Imperatore) questo ne cambia in primis la postura, cioè i rapporti con gli altri stati, e in secundis la cultura. Se il sovrano gotico è Imperatore Romano per mano del Papa non potrà esimersi dalla conversione al Cattolicesimo né potrà lanciare campagne contro la romanizzazione dei goti senza automaticamente rinnegare il titolo. Almeno Boezio e un paio di Papi non verranno martirizzati. Le paranoie di Teodorico si concentreranno sugli Ariani, cioè Vandali e Visigoti, ora nemici della fede. Credo che fosse per questo che Iacopo teorizzava un'alleanza franco-ostrogota contro i Visigoti (e i Vandali, aggiungo io). La domanda vera è però come reagirebbe Bisanzio, non sono sicuro sarebbe così felice di accettare la cosa. A differenza di Carlo Magno qui sono passati pochi decenni dalla caduta dell'Impero d'Occidente, per la corte bizantina la sovranità spetta a loro in forza delle insegne mandate a Costantinopoli di Odoacre (e infatti a Costantinopoli Teodorico era riconosciuto come Patrizio d'Italia, sottoposto al dominio formale bizantino, alla pari con Odoacre) e non certo al primo ubriacone goto intortato di chiacchere da quel ficcanaso di un vescovo di Roma che non si fa mai gli affari suoi e mette sempre il becco in come l'Imperatore tratta la Chiesa in Oriente. La retorico da riconquista che avrebbe preparato la Restauratio Imperii di Giustiniano era già lì a carburare. Tuttavia sarebbe utile porre una data per capire meglio che impatto avrebbe una tale proclamazione sulle dinamiche di Costantinopoli: avverrebbe sotto Zenone, sotto Anastasio o sotto Giustino?
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Diamo la parola a Dario Carcano:
Questa discussione sui Goti mi ha fatto venire in mente un video molto interessante che ho visto tempo fa, in cui si spiega come l'idea che Roma sia caduta nel 476 con la deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre sia, in sintesi, una fabbricazione propagandistica degli stessi romani per giustificare la Restauratio Imperii di Giustiniano.
Il video quindi spiega le conseguenze a lungo termine di questa idea, e della guerra greco-gotica che ha giustificato: il fatto che l'Impero Romano abbia distrutto uno stato che culturalmente era ormai profondamente romanizzato, ha implicato che Roma abbia smesso di avere un significato culturale, assumendone invece uno politico. Uno stato si definisce romano non più quando si ritiene il continuatore del patrimonio culturale di Roma, ma quando si fa portatore dell'ideale di Impero della Cristianità incarnato dal tardo Impero Romano, e anche dall'Impero Bizantino, che da Giustiniano in poi darà molta più importanza all'appartenenza all'ortodossia calcedoniana che ad aspetti linguistici e culturali come metro della romanità.
Si tratta di un video molto interessante, perché tratta - seppur in maniera indiretta - un tema che ho sempre trovato affascinante, ossia come il passato sarebbe studiato e interpretato in TL diverse dalla nostra. Senza la Restauratio Imperii di Giustiniano non si sarebbe mai parlato di una caduta di Roma; si sarebbe piuttosto parlato di una riforma dell'Impero d'Occidente operata dai sovrani germanici.
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E Alessio Mammarella aggiunge:
In effetti, se guardiamo a com'è rimasta latina la Spagna, può essere lecito pensare che i goti avessero la tendenza ad adottare i costumi della popolazione latina maggioritaria, invece che imporre i loro. Un ipotetico stato degli Ostrogoti sopravvissuto e in espansione avrebbe potuto davvero essere considerato l'erede dell'Impero Romano d'Occidente, avendo per baricentro l'Italia (come l'Impero d'Occidente della lunghissima ucronia "Il Casato di Teodosio" ancora in sviluppo), un sistema di governo basato sull'antica amministrazione imperiale e per l'appunto costumi indiscutibilmente latini.
Al di là della questione Roma/Impero, io pensavo che il regno ostrogoto avrebbe potuto fare al caso nostro soprattutto per la sua conformazione geografica più estesa rispetto all'Italia attuale e più "sicura". Vedete, secondo me il medio corso del Danubio sta all'Italia come le Fiandre e le Ardenne stanno alla Francia: si tratta di territori il cui possesso renderebbe impossibili le invasioni. Se i sovrani francesi hanno cercato per secoli di conquistare quei territori non è stato tanto per capriccio o solo per sete di ricchezze (sì che si trattava, e si tratta ancora oggi, di territori ricchi) quanto per evitare che eserciti stranieri potessero partire da lì e puntare direttamente su Parigi (e infatti nelle Guerre Mondiali i tedeschi sono passati proprio da lì). Analogamente, se il Norico e la Pannonia (per usare la terminologia romana) non fanno parte dell'Italia, allora fatalmente quelle diventano comode basi d'invasione, perché le Alpi Orientali offrono una protezione insufficiente. Chiaro che quella frontiera avrebbe potuto teoricamente essere riguadagnata anche in epoche successive all'Alto Medioevo e più vicine a noi, ma il problema fondamentale resta il popolamento: germani, slavi e magiari abitanti moderni di quelle terre avrebbero percepito l'appartenenza a un regno/impero italiano come oppressione, come dominazione straniera. Siccome io mi rifiuto di prendere in considerazione situazioni di confini che non tengono conto delle minoranze e ne causano la turbolenza, prediligerei un PoD "antico" tale per cui la popolazione di quei territori strategici sarebbe rimasta con una identità latina, omogenea con chi vive al di qua delle Alpi.
Tra l'altro queste considerazioni mi portano a concludere che comunque l'Italia unitaria non avrebbe mai potuto diventare un impero, proprio perché gli sarebbe mancata, anche nel caso di vittoria nella II Guerra Mondiale, quella barriera fondamentale senza la quale sarebbe stata comunque esposta a un attacco militare risoluto dalla frontiera di nordest. La classe politica postunitaria avrebbe dovuto prendere atto di questa debolezza fondamentale, e non inseguire sogni di gloria non compatibili con l'ordine europeo esistente (a sua volta derivante da fenomeni demografici e politici consolidati da secoli, quindi non modificabili con dei "colpi di testa" come quelli di Mussolini).
In alternativa, volendo pensare a un PoD meno remoto per unificare lo Stivale in anticipo, ho pensato ad un regno d'Italia angioino. Immaginando per esempio che Carlo d'Angiò avesse fallito nella conquista del Regno di Sicilia, ma fosse stato comunque abbastanza forte da assumere il controllo dell'Italia settentrionale, avrebbe potuto poi unire quel regno a quello d'Ungheria e tra Italia e Ungheria sarebbe cominciata poi l'espansione verso sud. Tuttavia nel caso di una unione personale tra Regno d'Ungheria e Regno d'Italia (evidentemente staccato dal Sacro Romano Impero - la finestra di opportunità era aperta visto che il periodo storico era quello del Grande Interregno e poco dopo) ci sarebbero stati comunque due problemi:
- l'imperfetta congiunzione
geografica tra i due regni (da conseguire prima o poi);
- (soprattutto) la netta differenza culturale tra italiani e ungheresi (chissà
se sarebbe bastato qualche secolo per pervenire a una omogeneizzazione dei due
popoli).
Nel caso, comunque sarebbe, interessantissimo capire come potrebbe essere una cultura nata dalla fusione tra quella italiana/latina e quella magiara...
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Chiudiamo con il notevole contributo di Lord Wilmore:
Successione ininterrotta dei sovrani dei Visigoti

Bandiera del Regno dei Visigoti
1) Þjelvar (1-50 d.C.), secondo il mito fu lo scudiero del dio Þórr (Thor),
da lui innalzato a Re dei Grutungi ("popolo delle coste ghiaiose"), gli antenati
scandinavi dei Goti. Secondo J.R.R. Tolkien, Þjelvar era figlio di Eldarion,
figlio di Aragorn ed ultimo Re di Arnor e Gondor. Per la successione dei Re di
Gondor, vedi la lista dei sovrani di Svezia
2) Hafþi (50-84), figlio di Þjelvar
3) Gautr (84-120), figlio di Hafþi, mitico antenato eponimo di tutti
i Goti (dal proto-germanico *Gautoz, "spargere", nel senso di "spargitori di
sperma", cioè "uomini"). Secondo la "Gutasaga" ebbe tre figli: Hulmul,
progenitore dei Goti; Gautrekr, progenitore dei Geati (i Goti rimasti in
Scandinavia), e Álfhildr, regina di Danimarca
4) Hulmul (120-158), figiio di Gautr, secondo la
leggenda condusse i Goti dalla Scandinavia nell'isola di Götaland, nel mar
Baltico, che da loro prese il nome
5) Augis (158-195), figlio di Hulmu, guidò i Goti
da Götaland sulle rive meridionali del Mar Baltico, da dove essi scacciarono i
Rugi
6) Amala (195-217), leggendario progenitore della
dinastia degli Amali, cui apparteneva anche Teodorico il Grande, avrebbe fondato
la cosiddetta cultura di Wielbark, sulle rive della Vistola
7) Hisarnis (217-248), figlio di Amala, il suo nome
è di origine celtica e non germanica, testimoniando l'elemento celtico
nell'etnogenesi dei Goti
8) Ostrogota (248-269), figlio di Hisarnis, antenato eponimo dell
popolo degli Ostrogoti, il suo vero nome non ci è stato tramandato. Compì
scorrerie in Mesia e Tracia al tempo dell'imperatore Filippo l'Arabo
9) Hunuil (269-301), figlio di Ostrogota, il suo
nome farebbe riferimento a connessioni dinastiche con gli Unni
10) Athal (301-320), "nobile" in lingua gotica,
figlio di Hunuil, compì scorrerie oltre il Danubio approfittando del caos
seguito alla riforma tetrarchica romana
11) Ariarico (320-322), fu sconfitto da Costantino
il Grande e costretto a riconoscersi suo vassallo
12) Geberico (322-323), conquistò la Dacia
sloggiandone i Vandali di Re Visimaro, i quali iniziarono così la lunga marcia
che li avrebbe portati prima in Spagna e poi in Africa
13) Oduulfo (323-333), figlio di Geberico, incassò
lui pure una sconfitta da parte di Costantino il Grande
14) Achiulfo (333-347), fratello di Oduulfo, si
liberò dal vassallaggio ai Romani
15) Aorico (347-350), figlio di Ariarico, crebbe a
Costantinopoli, di cui era vassallo
16) Ermanarico (350-369), in gotico "re
universale", figlio di Achiulfo, creò un vasto regno nell'attuale Ucraina,
identificato con la cosiddetta cultura di Černjachov, ma tale regno fu distrutto
dagli Unni e i Goti furono dispersi nei Balcani, separandosi in diversi popoli,
tra cui i Visigoti
17) Atanarico (369–376), figlio di Aorico, membro di un
ramo cadetto della stirpe reale dei Grutungi, divenne Re dei Tervingi ("popolo
della foresta", un ramo dei Goti), e perseguitò i suoi sudditi convertitisi al
cristianesimo ariano, ma in seguito dovette sottomettersi a Teodosio I il Grande
e accettare la conversione al cristianesimo
18) Rothste (376), braccio destro di Atanarico,
anche lui perseguitò i cristiani
19) Wingurico (376), generale di Atanarico, si
proclamò Re dei Goti, ma fu sconfitto e ucciso
20) Fritigerno (376–380), uscì vincitore dalla
guerra civile tra i Tervingi e poi inflisse all'imperatore
Valente la storica disfatta di Adrianopoli (9 agosto 378), che segnò il declino
dell'Impero Romano e l'ascesa irresistibile dei Goti
21) Eriulfo (380-391), fu assassinato da Fravitta, istigato dai Romani
22) Fravitta (391-395), fu sconfitto dal suo
generale Alarico, che lo accusava di essere un subalterno dell'Impero Romano. In
seguito cadde in disgrazia e fu giustiziato
23) Alarico I (395-410), generale di origini
oscure, sconfisse Fravitta, prese il controllo di una parte dei Goti e con loro
migrò verso occidente, così il suo popolo ebbe il nome di Visigoti (Westgoten,
"Goti Occidentali"). Dal 24 al 27 agosto 410 Alarico I mise a sacco Roma, che da
800 anni non conosceva assedio. Tentò poi di passare in Africa con il suo
popolo, ma morì improvvisamente in Calabria e, secondo la leggenda, fu sepolto
nel letto del fiume Busento, in una tomba che non è mai stata ritrovata
24) Ataulfo (410-415), cugino e cognato di Alarico I,
decise di guidare il suo popolo verso la Gallia meridionale
25) Sigerico (415), autoproclamatosi re dopo aver assassinato Ataulfo, rivale di
Vallia
26) Vallia (415-418), fratello di Ataulfo, invase
la penisola iberica scacciandone Vandali e Alani
27) Teodorico I (418-451), genero di Alarico I, morì nella Battaglia dei Campi
Catalaunici
28) Torrismondo (451-453), figlio di Teodorico I
29) Teodorico II (453-466), figlio di Teodorico I, assassinò il fratello Torrismondo
30) Eurico (466-484), figlio di Teodorico I, assassinò il fratello Teodorico II
31) Alarico II (484-507), figlio di Eurico
32) Gesalico (507-511), figlio illegittimo di Alarico II, nominato re dai nobili dopo
la sconfitta di Vouillé da parte dei Franchi
33) Amalarico (511-531), figlio di Alarico II, nominato re dal nonno, il re
ostrogoto Teodorico il Grande, suo reggente dal 511 al 526
34) Teudi (531-548) Generale ostrogoto, eletto
dall'esercito
35) Teudiselo (548-549), generale ostrogoto, eletto dall'esercito
36) Agila I (549-555) eletto dalla nobiltà per cacciare gli Ostrogoti
37) Atanagildo (551-555), si ribellò ad Agila I e pose la capitale a Toledo
38) Liuva I (567-572), eletto re dall'aristocrazia di Settimania dopo un interregno
di cinque mesi
39) Leovigildo (570-586), fratello di Liuva I, nel
585 conquistò il regno degli Svevi e controllò quasi tutta la penisola iberica
40) Recaredo I (586-601), figlio di Leovigildo, con
il Concilio di Toledo convertì il proprio popolo dall'arianesimo al
cattolicesimo niceno
41) Liuva II (601-603), figlio di Recaredo I
42) Viterico (603-610), si proclamò re dopo aver rovesciato e assassinato Liuva II
43) Gundemaro (610-612), eletto dalla nobiltà dopo l'assassinio di Viterico
44) Sisebuto (612-621), eletto dalla nobiltà
45) Recaredo II (621),
figlio di Sisebuto
46) Suintila (621-631), eletto dalla nobiltà
47) Sisenando (631-636), si proclamò re dopo aver rovesciato Suintila
48) Chintila (636-639), eletto dalla nobiltà
49) Tulga (639-642), figlio di Chintila
50) Chindasvindo (642-653), rivale di Tulga, riconosciuto come re dopo la sua morte
51) Recesvindo (649-672), figlio di Chindasvinto,
nel 654 promulgò un codice di leggi
52) Vamba (672-680), eletto dalla nobiltà, fu il
primo sovrano germanico a farsi ungere re da un religioso, l'Arcivescovo di
Toledo
53) Ervige (680-687), indicato da Vamba come suo successore
54) Egica (687-702), genero di Ervige
55) Witiza (700-710), figlio di Egica, fu deposto
da Roderico I
56) Roderico I il Vittorioso (710-711), considerato
l'eroe nazionale dei Visigoti, affrontò il generale berbero Ṭāriq ibn Ziyād, che
aveva invaso la penisola iberica cercando di approfittare della lotta tra Witiza
e Roderico I, e lo sconfisse nella Battaglia del Guadalete (19 luglio 711), ma
anch'egli cadde nello scontro
57) Agila II (711-713), eletto Re sul campo di
battaglia dopo la morte di Roderico I, morì a sua volta combattendo contro i
Berberi che riprovavano ad invadere il suo regno
58) Ardo I (713-720), scelto come successore di Agila II
59) Pelagio (720-737), figlio del duca di Cantabria Favila, fratello del Re
Chindasvindo, eletto Re dei Visigoti dalla nobiltà
60) Favila (737-739), figlio di Pelagio, fu ucciso da un orso durante una battuta di
caccia
61) Adalfonso I il Cattolico (739-757), cognato di Favila
62) Fravila I (757-768), figlio di Adalfonso I
63) Aurelio (768-774), cugino di Fruela I
64-65) Adosinda (774-783), cugina di Aurelio, sorella di Fravila I e figlia di
Adalfonso I, con il marito Silo
66) Mauregato (783-789), fratellastro di Adosinda e di Fravila I, figlio di
Adalfonso I
67) Beremundo I il Diacono (789-791), cugino di Mauregato, Adosinda e Fravila I,
fratello di Aurelio
68) Aldafonso II il Casto (791-842), figlio di Fravila I
69) Ragamiro I (842-850), cugino di terzo grado di Adalfonso II, figlio di Beremundo
I
70) Ardo II (850-866), figlio di Ragamiro I
71) Aldafonso III il Grande (866- 910), figlio di
Ardo II
72) Fravila II (910-914, 1° regno), figlio di Adalfonso III
73) Ardo III Aldafonso il Grande (19 gennaio 914-gennaio 924),
figlio di Aldafonso
III, spodestò il fratello Fravila II
72) Fravila II (gennaio 924-luglio 925, 2° regno), tornò sul trono dopo la morte di
Ardo III
74) Aldafonso IV (925), figlio di Fravila II
75) Aldafonso V (925-931), figlio di Ardo III, spodestò il cugino Aldafonso IV,
considerandolo un usurpatore. Abdicò in favore del fratello Ragamiro per farsi
monaco
76) Ragamiro II il Grande (931-951), figlio di Ardo III
77) Ardo IV (951-956), figlio di Ragamiro II
78) Teodorico III il Grasso (956-958, 1° regno),
figlio di Ragamiro II, venne detronizzato dal cugino Ardo
79) Ardo V Aldafonso il Malvagio (958-960), figlio di Aldafonso V, dopo aver
detronizzato il cugino Teodorico III, venne a sua volta spodestato da quest'ultimo
78) Teodorico III il Grasso (960-dicembre 966, 2° regno), riconquistò la corona
80) Ragamiro III (dicembre 966-984), figlio di
Teodorico III, venne detronizzato da una
congiura
81) Beremundo II il Gottoso (984-settembre 999), figlio di
Ardo V, dal 999 al 1007 si trovò sotto la reggenza della madre Elvira
82) Aldafonso VI il Nobile (settembre 999-5
luglio 1028), figlio di Beremundo II
83) Beremundo III Aldafonso (5 luglio 1028-4 settembre 1037),
figlio di Aldafonso VI
84-85) Teodolinda I (4 settembre 1037-27 dicembre 1065),
sorella di Beremundo, con il marito Ferdinando I il Grande,
figlio di Teodorico di Navarra
86) Aldafonso VII (27 dicembre 1065-1° giugno
1109), figlio di Ferdinando I e di Teodolinda I,
si scontrò con i fratelli Witiza e Teodorico, quindi stroncò un tentativo dei
Lusitani di rendersi indipendenti. Il 23 ottobre 1086 inflisse una dura
sconfitta a Yūsuf ibn Tāshfīn, signore degli Almoravidi del Marocco che aveva
invaso il sud della penisola iberica
87) Urraca (1° giugno 1109-1126), figlia di
Aldafonso VI
88) Aldafonso VIII (8 marzo 1126-21 agosto 1157),
figlio di Urraca e di Raimondo di Borgogna, si proclamò Imperatore dei Visigoti
89) Ferdinando II (21 agosto 1157-22 gennaio 1188),
figlio di Aldafonso VIII, riuscì a respingere il nuovo tentativo di 'Abd
al-Mu'min ibn 'Ali al-Kumi, Califfo degli Almohadi, di conquistare la Spagna
90) Aldafonso IX (22 gennaio 1188-24 settembre 1230),
figlio di Ferdinando II
91-92) Teodolinda II ed
Ermengarda (24 settembre-11 dicembre 1230), figlie di Aldafonso IX, in
seguito alle pressioni della nobiltà e dietro un cospicuo indennizzo
rinunciarono al trono a favore del fratellastro Ferdinando
93) Ferdinando III il Santo (11 dicembre 1230-30 maggio 1252),
figlio di Aldafonso IX, mandò una spedizione ad esplorare le isole Canarie e le
aggregò al suo impero
94) Aldafonso X
il Saggio (30 maggio 1252-4 aprile 1284), figlio di Ferdinando III,
appoggiò la spedizione di Pietro d'Aragona, conte di Barcellona, che conquistò
la Sicilia e ne divenne sovrano
95) Teodorico IV
l'Ardito (4 aprile 1284-25 aprile 1295), figlio di Aldafonso X, stabilì
una serie di punti di appoggio commerciali sulle coste africane occidentali
96) Ferdinando IV il Chiamato (25 aprile 1295-7
settembre 1312), figlio di Teodorico IV, scoprì Madeira e le Azzorre e le
aggregò al suo impero
97) Aldafonso XI
il Giustiziere (7 settembre 1312-26 marzo 1350), figlio di Ferdinando IV
98) Pietro
il Crudele (26 marzo 1350-22 marzo 1369), figlio di Aldafonso XI
99) Enrico I (22 marzo 1369-29 maggio 1379), figlio
naturale di Aldafonso XI
100) Giovanni I (29 maggio 1379-9 ottobre 1390),
figlio di Enrico I
101) Enrico II l'Infermo (9 ottobre 1390-25
dicembre 1406), figlio di Giovanni I
102) Giovanni II (25 dicembre 1406-20 luglio 1454),
figlio di Enrico II
103) Enrico III l'Impotente (20 luglio 1454-11
dicembre 1474), figlio di Giovanni II, morì senza eredi
104-105) Elisabetta I la Cattolica (11 dicembre
1474-26 novembre 1504), sorella di Enrico III, con il marito
Ferdinando V, Conte di Barcellona e Re di Napoli e
di Sicilia (discendente di Giovanni I). Finanziò la spedizione di Cristoforo
Colombo
106-107) Giovanna la Savia (26 novembre 1504-14 marzo
1516), figlia di Elisabetta I e di Ferdinando V, con il marito
Filippo I il Bello d'Asburgo, figlio
dell'Imperatore di Germania Massimiliano I d'Asburgo e di Maria di Borgogna.
Alla morte del marito abdicò a favore del figlio Carlo e si ritirò in convento,
dove morì il 12 aprile 1555
108) Carlo I (14 marzo 1516-16 gennaio 1556),
figlio di Giovanna e Filippo I, fu Imperatore dei Visigoti, Re di Napoli, di
Sicilia e di Sardegna, Duca di Milano, Duca di Borgogna e Imperatore di
Germania. Governò su di un impero immenso, comprendente le colonie americane,
africane ed asiatiche, ma non riuscì a conquistare la Francia e Costantinopoli.
Abdicò il 16 gennaio 1556, lasciando Germania e Borgogna al fratello Ferdinando
e il resto al figlio Filippo. Morì il 21 settembre 1558
109) Filippo II il Prudente (16 gennaio 1556-13
settembre 1598), figlio di Carlo I, Imperatore dei Visigoti, Re di Napoli, di
Sicilia e di Sardegna e Duca di Milano. nel 1588 sconfisse il Regno
d'Inghilterra, depose la regina Elisabetta I Tudor e la sostituì con sua cugina
Maria II Stuart
110) Filippo III il Pio (13 settembre 1598-31 marzo
1621), figlio di Filippo II
111) Filippo IV il Grande (31 marzo 1621-17
settembre 1665), figlio di Filippo III, protesse Galileo Galilei, suo astronomo
di corte
112) Carlo II (17 settembre 1665-1º novembre 1700),
figlio di Filippo IV, ultimo degli Asburgo di Spagna, morì a soli 39 anni senza
figli. Adottò allora come figlio il cugino Filippo di Borbone
113) Filippo V (16 novembre 1700-9 luglio 1746),
figlio di Luigi il Gran Delfino, primogenito di Luigi XIV di Francia, sconfisse
i Franchi e i Longobardi che gli contendevano il trono grazie all'abilità del
suo generale Eugenio di Savoia. Con lui iniziò in Iberia e in Francia la grande
stagione dell'Illuminismo
114) Ferdinando VI (9 luglio 1746 10 agosto 1759),
figlio di Filippo V, assunse anche il titolo di Re dei Longobardi. Protesse le
scienze e le arti ed introdusse la monarchia costituzionale
115) Carlo III (10 agosto 1759-14 dicembre 1788),
figlio di Filippo V e fratello di Ferdinando VI, abolì la pena di morte
116) Carlo IV (14 dicembre 1788-19 marzo 1808),
figlio di Carlo III, di idee reazionarie, fu detronizzato dal figlio Ferdinando
117) Ferdinando VII (19 marzo-6 maggio 1808, 1°
regno), figlio di Carlo IV, fu deposto da un colpo di stato organizzato dal suo
generale Napoleone Buonaparte
118) Napoleone I Buonaparte (6 maggio 1808-11
aprile 1814, 1° regno), generale corso di Carlo IV, lo depose e si proclamò
Imperatore dei Visigoti e Re dei Longobardi e dei Franchi
117) Ferdinando VII (11 aprile 1814-20 marzo 1815,
2° regno), ritornò sul trono dopo la sconfitta di Napoleone nella Battaglia di
Lipsia
118) Napoleone I Buonaparte (20 marzo-22 giugno
1815, 2° regno), tornò dall'isola di Minorca, che gli era stata concessa come
regno, ma fu definitivamente sconfitto nella Battaglia di Bailén e deportato
nelle remote Isole Malvinas
119) Napoleone II Buonaparte (22 giugno-7 luglio
1815), figlio di Napoleone I e di Maria Ludovica, figlia di Carlo IV, de iure fu
Imperatore dei Visigoti prima del ritorno sul trono di Ferdinando VII
117) Ferdinando VII (20 marzo 1815-29 settembre
1833, 3° regno), trasformò le colonie americane ed africane in regni
semi-indipendenti. Con lui l'Iberia divenne un Impero Federale
120) Elisabetta II (29 settembre-30 novembre 1833),
figlia di Ferdinando VII, fu indicata come erede dal padre, ma detronizzata
dallo zio Carlo Teodorico con l'appoggio del Parlamento visigotico
121) Carlo V Teodorico (30 novembre 1833-10 marzo
1855), fratello di Ferdinando VII, abdicò in favore del figlio
122) Carlo VI Ludovico (10 marzo 1855-13 gennaio
1861), figlio di Carlo V, iniziò la costruzione della rete ferroviaria
visigotica
123) Giovanni III Carlo (13 gennaio 1861-21
novembre 1887), fratello di Carlo VI, partecipò alla spartizione coloniale
dell'Africa
124) Carlo VII (21 novembre 1887-18 luglio 1909),
figlio di Giovanni III, sconfisse il tentativo della Catalogna di secedere
dall'Impero
125) Roderico II (18 luglio 1909-9 ottobre 1931),
figlio di Carlo VII, nato con il nome di Giacomo, assunse questo nome al momento
di salire al trono. Sotto di lui i Visigoti combatterono nella Prima Guerra
Mondiale dalla parte degli Alleati
126) Aldafonso XII Carlo (9 ottobre 1931-29
settembre 1936), fratello minore di Carlo VII e zio di Roderico II, dovette
affrontare le conseguenze del crollo della Borsa di Toledo il 29 ottobre 1929
127) Francesco (29 settembre 1936-7 maggio 1977),
cugino di Aldafonso XII Carlo, appena salito al trono rischiò di essere
rovesciato da un Putsch dei Falangisti di estrema destra, che però fu stroncato
dalle forze a lui fedeli. Combattè nella Seconda Guerra Mondiale dalla parte
degli Alleati. Dopo la fine della guerra i Visigoti aderirono alla NATO e, nel
1957, furono tra i membri fondatori della Comunità Economica Europea. Sotto il
suo regno le colonie africane ed asiatiche divennero indipendenti, mentre i
Baschi iniziarono una serie di azioni terroristiche per separarsi dall'Impero
128) Carlo VIII Ugo (7 maggio 1977-18 agosto 2010),
primogenito di Francesco, sotto il suo regno avvennero la caduta del Muro di
Berlino e la rivoluzione di Internet. Nel 1992 i Visigoti aderirono all'Unione
Europea e nel 2001 adottarono l'euro. Dopo il devastante attentato dell'11
settembre 2001 contro le Torri Gemelle di Toledo, i Visigoti chiesero l'aiuto
degli altri membri della NATO e scatenarono una guerra senza quartiere contro le
organizzazioni terroriste islamiche
129) Carlo IX Francesco (18 agosto 2010-in carica),
primogenito di Carlo VIII e della regina Sofia di Grecia, nato il 27 gennaio
1970, proseguì la guerra contro il terrorismo islamico. Nel 2011 i movimenti
terroristi baschi deposero invece le armi
130) Carlo (X) Enrico (erede al trono), nato il 24
aprile 2016, figlio di Carlo IX Francesco e della principessa argentina
Maximiliane Cerruti (nata il 17 maggio 1971)
.
Bhrghowidhon gli domanda:
Com’è la situazione linguistica dei Visigoti? Sono i Castigliani
che hanno preso il nome del Regno Romano-Germanico (come i Francesi) o sono –
tuttora – di lingua germanica?
Sardegna, Sicilia, Napoli e Milano continuano a farne parte? Anche il Regno dei
Longobardi?
Chi e è succeduto a Maria II. Stuart?
.
Perchè No? aggiunge:
A proposito del nome, ho notato che il titolo di "re dei Franchi"
si mantiene ben più a lungo che nella nostra TL, cambiato in "re di Francia"
all'inizio del XIII secolo da Filippo II Augusto, come si mantiene il titolo di
re dei Longobardi.
L'assenza della Spagna musulmana porta a pensare che Carlo Martello non abbia
combattuto a Poitiers contro le incursioni dal Sud. Senza questa vittoria, come
fanno Carlo e poi Pipino a legittimare il loro potere sui Franchi e a prendere
la corona per loro? Carlomagno non è neanche ctato, se è esistito in questa TL
dovrebbe avere interessi per questa marca del suo impero. Dunque... Niente
Carolingi?
Possiamo anche chiederci come accadrebbe la trasmissione delle scienze arabe
verso l'Europa senza l'al-Andalus. Forse la Sicilia prenderebbe il suo posto se
rimane musulmana, o forse uno Stato maghrebino alternativo?
Avrei pensato che una Iberia visigotica unita avrebbe cercato ad espandersi
verso il Nord Africa, mandando spedizioni per conquistare il Marocco o i porti
algerini lungo tutta la cronologia (e al contrario dovendo difendersi contro
delle invasioni dal Sud).
.
Anche Paolo Maltagliati vuole dare il suo contributo:
Mi permetto di dire una cosa banale ma semplice: la trasmissione dei testi GENL ("grecum est non legitur") avrebbe come perno l'italia meridionale... bizantina.
.
Aggungiamo il parere di Alessio Mammarella:
Interessante secondo me approfondire come sarebbe diversa la
cultura spagnola, considerando non solo quello che hanno notato tutti, ossia che
sarebbe mancato l'apporto arabo, ma anche quello cristiano così come lo
conosciamo. I sovrani dei regni cristiani erano infatti molto legati alla
Francia (la Contea di Barcellona affondava le sue origini nella discesa di Carlo
Magno a sud dei Pirenei, il Portogallo ebbe come sovrani dei francesi, e anche
la Castiglia era per vari aspetti legata alla Francia. Nell'ucronia invece la
cultura cristiana spagnola sarebbe quella dei visigoti.
Per quanto riguarda invece gli aspetti geopolitici, penso che prima di guardare
al XVI secolo sarebbe opportuno considerare un eventuale ruolo del potente regno
dei visigoti sulla Guerra dei Cent'Anni. Un eventuale intervento dei visigoti, a
favore di una fazione o dell'altra, avrebbe potuto avere un peso decisivo.
.
Enrico Pizzo invece commenta:
Apprezzo il fatto che anche in questa TL Urraca sposa Raimondo, consentendo agli Anscarici, tra le mie dinastie preferite, di ottenere il trono di Spagna, però in questa TL non abbiamo l'Alhambra di Granada, ne l'Alcazar di Siviglia, ne la Grande Moschea di Cordova... Sacrifici del genere possono essere accettati solo con adeguate compensazioni politico/economiche/territoriali/culturali. Tradotto, in questa Visigothia l'orrenda/crudele/barbara pratica della tauromachia, scritto volutamente minuscolo, è assente?
.
Lord Wilmore risponde loro:
Grazie per l'apprezzamento. Qui, a differenza di altre ucronie,
tutto il resto del mondo cambia, anche se io mi sono concentrato sulla penisola
iberica, che non è invasa dagli arabi e resta unita fino al presente,
costituendo un grande impero e sostituendo di fatto il Regno Unito e gli USA.
I Visigoti sono tuttora di lingua germanica, anche se è difficile prevedere come
sarà strutturata.
Sui Longobardi non ho ancora deciso, ma penso che il loro regno avrà ottenuto
l'indipendenza al più tardi a fine '800, mentre le isole potrebbero essere
ancora visigotiche.
Maria II Stuart morirà a 70 anni nel 1712 e le succederà la dinastia degli
Stuart, di religione cattolica; gli Anglosassoni restano satelliti dei Visigoti
fino ad oggi.
I Franchi sono andati come nella HL, dividendosi tra Occidentali e Orientali;
l'Impero di Germania esiste tuttora. Carlo Martello potrebbe comunque essersi
coperto di gloria sconfiggendo un tentativo dei Visigoti di riprendersi le
Gallie, ed allora l'ascesa dei Carolingi ci sarebbe lo stesso. Avevo pensato a
un'invasione dell'Iberia da parte di Carlomagno, ma era meglio continuare con i
sovrani Visigoti, probabilmente qui il figlio di Pipino il Breve si è
concentrato su altro, magari è riuscito a sposare Irene d'Atene.
Come ha detto il grande Paolo, la cultura greca sarà (ri)portata in occidente
dagli Arabi di Sicilia e dai Bizantini d'Italia meridionale, ma se i Visigoti
sono in stretto contatto con i vicini Berberi (almeno prima dell'irruzione degli
Almohadi), anche loro potrebbero aver fatto comunque da tramite.
E poi ha ragione Alessio, c’è anche la Guerra dei Cent’anni di cui tenere conto.
Però mi è venuto in mente che, in questa timeline, la Guerra dei Cent’anni
potrebbe essere combattuta proprio tra Visigoti e Franchi, con conseguenze
davvero divergenti sulla storia d’Europa…
Bella l'idea delle colonie visigotiche in Nordafrica, e magari in anticipo nelle
Canarie e fino al Senegal!
Infine, mi dispiace, Enrico, non avremo l'Alhambra ma avremo la Statua della
Libertà che troneggia come un faro per i naviganti sulla cima della rocca di
Gibilterra, pardon, di Calpe!
Ah, dimenticavo: la corrida è di origine romana e purtroppo potrebbe esserci lo
stesso, ma io spero di no (io tengo per il toro...)
.
Perchè No? riprende:
L'oggetto di una guerra tra Franchi e Visigoti sarebbe
probabilmente l'Aquitania (e forse la Settimania), senza parlare dei casini
provocati dalle alleanze matrimoniali. A un certo punto posso immaginare una
"empia alleanza" tra i Franchi e la dinastia che governa il Maghreb.
Cosa diventano i Baschi?
.
Ed ecco come gli risponde aNoNimo:
Conoscendoli, credo che i Baschi riusciranno a ritagliarsi un loro regno indipendente che darà filo da torcere a tutti coloro che tenteranno di occuparlo. Ecco una possibile successione dei suoi sovrani dalla caduta dell'Impero Romano ad oggi:
Successione ininterrotta dei sovrani dei Baschi

Bandiera del Regno dei Baschi
1)
Atawulfo (414-415)
2)
Sigeriko (415)
3)
Walia (415-418)
4)
Teodoriko
I (419-451)
5)
Torismundo (451-453)
6)
Teodoriko II (453-466)
7)
Euriko (466-484)
8)
Alariko (484-507)
9)
Gesaleiko (507-510)
10)
Amalariko (510-531)
11)
Teudis (531-533)
12)
Klotario I (533-561)
13)
Txilperiko (561-584)
14)
Klotario II (584-629)
15)
Gundowaldo (629)
16)
Kariberto (629-632)
17)
Txilderiko (632-633)
18)
Boggis (633--670)
19)
Otsoa I (670-710)
20)
Oto Handia (il Grande, 710-735)
21)
Wunaldo (735-745)
22)
Waifer (745-768)
23)
Hatton (768)
24)
Otsoa II (768-775)
25)
Adelriko (775)
26)
Eneko I Arista (775-824)
27)
Eneko II Arista (824-852)
28)
Gartzea Eneko (852–882)
29)
Orti Garzeitz (882–905)
30)
Antso I Gartzeitz (905–925)
31)
Semeno Gartzeitz (925–931)
32)
Gartzea I Santxez (931–970)
33)
Antso II Gartzeitz
Abarka (970–994)
34)
Gartzea II Santxez Ikaratia
(994–1004)
35)
Antso III Gartzeitz Nagusia
(1004–1035)
36)
Gartzea III Santxez (1035–1054)
37)
Antso IV Gartzeitz (1054–1076)
38)
Antso V (1076–1094)
39)
Petri (1094–1104)
40)
Alfontso (1104–1134)
41)
Gartzea IV Berrezarlea (il
Restauratore, 1134–1150)
42)
Antso VI Jakintsua (il Saggio,
1150–1194)
43)
Antso VII Azkarra (il Veloce,
1194–1234)
44)
Tibalt I Koblakaria (1234–1253)
45)
Tibalt II Gaztea (il Giovane,
1253–1270)
46)
Henrike I Gizena (il Grasso,
1270–1274)
47)
Joana I (1274–1305)
48)
Filipe I Ederra (il Bello,
1284–1305)
49)
Luis I Liskarzalea (il
Litigioso, 1305–1316)
50)
Joanes I Haurra (il Fanciullo,
1316)
51)
Filipe II Luzea (il Lungo,
1316–1322)
52)
Karlos I Ederra (il Bello, 1322–1328)
53)
Joana II (1328–1349)
54)
Filipe III Noblea (il Nobile,
1328–1343)
55)
Karlos II Gaiztoa (il Malvagio,
1349–1387)
56)
Karlos III Noblea (il Nobile,
1387–1425)
57)
Zuria I (1425–1441)
58)
Joanes II (1425–1479)
59)
Leonor (1479)
60)
Joanes II (1441–1464)
61)
Karlos IV (1441–1461)
62)
Zuria II (1461–1464)
63)
Frantzisko Febus (1479–1483)
64)
Katalina (1483–1517)
65)
Joanes III (1484–1516)
66)
Henrike II Zangotzakoa
(1517–1555)
67)
Joana III (1555–1572)
68)
Antonio (1555-1562)
69)
Henrike III Galantea (il
Galante, 1572–1610)
70)
Luis II Zuzena (il Giusto,
1610–1643)
71)
Luis III Handia (il Grande,
1643-1715)
72)
Luis IV Maitatua (l'Amato,
1715–1774)
73)
Luis V Ongilea (il Buono,
1774–1808)
74)
Napoleon Korsikako (il Corso,
1808-1815)
75)
Luis VI Desiratua (il
Desiderato, 1815-1824)
76)
Karlos IV (1824–1836)
77)
Luis VII (1836-1844)
78)
Henrike IV (1844-1883)
79)
Filipe IV (1883-1894)
80)
Filipe V (1894-1926)
81)
Joanes IV (1926–1940)
82)
Henrike V (1940-1999)
83)
Henrike VI (1999-2019)
84)
Joanes IV (2019–in carica)
85)
Luis (VIII) Gaston (erede al
trono)
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Per partecipare alla discussione in corso, scriveteci a questo indirizzo.
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Successioni ininterrotte di sovrani ucronici Imperatori di tutta l'umanità – Re di Roma – Imperatori Romani 1 – Imperatori Romani 2 – Imperatori Romani di Britannia – Re Celtici di Britannia – Ostrogoti – Visigoti – Geti – Longobardi – Franchi – Anglosassoni – Burgundi – Baschi – Svevi – Israele – Sparta – Italia – Scozia – Baviera – Valacchia – Boemia – Danimarca – Svezia – Norvegia – Ungheria – Bulgaria – Polonia – Lituania – Serbia – Russia – Turchia – Crimea – Babilonia – Persia – Turkestan – Yavana – Mongolia – Nubia – Kanem-Bornu – Mali – Senegal – Ashanti – Dahomey – Congo – Buganda – Zimbabwe – Zulu |